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sabato 28 dicembre 2013

Addio a Giuliano Ferrara. Dietro ad Il Foglio di carta il più grande produttore di merda concettuale.

Sorpreso dalla Vita. Giuliano Ferrara.
Quando tutto è perduto, quando perfino l'orchestra sul Titanic smette di suonare avendo l'acqua salina assalito gli strumenti si sente un urlo inopportuno della propaganda concettuale, uno di quelli che farebbe innervosire perfino la Regina ma stavolta non è il Cavaliere. È Giuliano. È Giuliano Ferrara che ti informa che l'aborto è un omicidio. Ferrara infatti è per la vita ma anche per chiudere un occhio sulle torture a Guantanamo. Potrebbe scambiarsi la penna con Magdi Cristiano Allam, sono intercambiabili nel firmare articoli che cercano l'essenza di Dio in una pattumiera concettuale. Questo Nerone pronto a bruciare mediaticamente a difesa delle radici giudaico-cristiane dell'Europa, amico d'Israele, ha mangiato alla tavola del Cavaliere ritagliandosi il ruolo del grasso buffone che poteva permettersi qualche sonora critica propositiva. Mai una lotta giornalistica vera su quei fondamentali sui quali l'Italia moriva arrancava giorno dopo giorno.  Lo ricorderemo così, mentre con la sigaretta in bocca in televisione veicolava messaggi avvelenati a favore della vita. Lui che amava andare a cavallo, avendo il cattivo gusto di imporre la propria pesantezza anche a chi non ha il dono della parola. Addio a Giuliano Ferrara, tra i più grandi produttori di merda concettuale.

venerdì 27 dicembre 2013

Addio Renato Mannheimer. La sua voce pastosa lubrificava la messa di Bruno Vespa.

Il Corriere imbarazzato non ne parla, ma il suo sondaggista ed analista Renato Mannheimer pare essere stato colto con le mani nella marmellata. Questi moderati cattolici che si scoprono sempre poi essere i peggiori tanto quanto sembravano santi! L'Ansa riporta infatti come il collaboratore di Porta a Porta sia indagato dalla Procura di Milano per associazione a delinquere finalizzata a una frode fiscale da 7 mln di euro. Renato Mannheimer ha espresso ''vivo dispiacere e sincero pentimento per essersi lasciato coinvolgere in atti di particolare gravità''. Il camerlengo di Bruno Vespa, lo metteva in onda nel momento culminante della messa di Porta a Porta e Renato con la sua voce impastata dava i numeri. Chiedere scusa in un paese rovinato da parolai e lestofanti non basta, anzi è una aggravante perché è arrivato il momento della verità. Noi non lo perdoniamo e lo salutiamo come ne abbiamo salutati tanti in Italia in questi anni, da Craxi a Berlusconi. Addio Renato Mannheimer. Fatti questo ultimo sondaggio: sei fottuto, spacciato, game over. 

mercoledì 25 dicembre 2013

Auspicio #2014. Liberariamoci dell'intelligenza di Renato Brunetta.

Santoro lo invita ancora per fare audience, in quanto attira mosche a non finire. Il nostro Paese però soffre e quindi è arrivata l'ora di liberarsi di questo premio nobel mancato, un mix perfetto bipolare tra il politico e l'accademico che gli ha permesso di sopravvivere tirando a campare ancora per un po'. Dai Mastella ai Rutelli alcuni dei parolai se ne sono già dovuti andare. Ora tocca a Renato. Il 2014 sarà il suo anno. Ho già scritto del suo bipensiero. L'Italia merita di essere più stupida, merita di liberarsi dell'intelligenza di Renato Brunetta. L'unico metodo possibile è quello di non dargli tregua. Fischiatelo, rivoltatevi alle sue fantomatiche esternazioni sull'economia, chiedetegli quanto ci costa quando lo vedete a spasso con la scorta, ripagate la sua arroganza con la stessa noncuranza. Non dategli tregua. Brunetta ha la colpa imperdonabile di aver dato luce ad una dottrina economica liberista schizzofrenica che concepiva così come strutturata l'impoverimento delle masse (obiettivo raggiunto) a fronte di un suo arrichimento immobiliare (obiettivo raggiunto). Lui è stato il mentore, il guru, il supporto scientifico ai vari lestofanti che si volevano arricchire a spese degli altri. Il faro di un berlusconismo criminale. Il suo latrato patetico contro l'IMU, non fa che suggerirci l'unica strada percorribile: una patrimoniale secca e spietata sui beni di coloro che si sono arricchiti sottraendo ricchezza agli altri. Qualcuno, colmo d'ipocrisia, vorrà vedere in questo post quel linguaggio violento che in passato ha connotato periodi bui. A costoro, rispondo che la classe operaia come Angelo di Carlo se ne è già andata in paradiso, ora tocca a personaggi quali Renato Brunetta incamminarsi verso l'inferno. 

martedì 15 ottobre 2013

Erich Pribke è morto, la discarica all'anima sua.

Neonazisti salutano con il saluto romano il feretro di Pribke (15/10/2013).
Ora, Erich Pribke fu uno psicopatico capitano delle SS durante la seconda guerra mondiale in Italia, condannato all'ergastolo per aver partecipato alla pianificazione e alla realizzazione dell'eccidio delle Fosse Ardeatine. Perchè vi aggiungo psicopatico? Beh, diciamo che uno che non ha mai mostrato un reale pentimento o chiesto scusa per aver ordinato l'uccisione di 335 persone deve avere dei "leggeri" disturbi di percezione della realtà. Erich Pribke è morto, la discarica all'anima sua. Manca il coraggio però di buttare in discarica il suo corpo senz'anima. Ammesso che avesse una anima in vita. Eccoci quindi alla fantomatica sceneggiata italiana di fronte alla tumulazione. E chi non può mancare in questi momenti concitati? Chi può avere quel cattivo gusto di venire ad insultare la propria intelligenza al funerale? Eccoli, i disturbati neonazisti a salutare con il saluto romano. Ora, il saluto romano sarebbe vietato in Italia dalla legge n. 645 del 20 giugno 1952 ("Legge Scelba"), successivamente modificata con la Legge n. 205 del 25 giugno 1993 ("Legge Mancino"). Ma diciamocela tutta. Ve li vedete i nostri poliziotti romani identificare ed arrestare dei loro confratelli? Sarebbe come se il Vaticano ordinasse l'identificazione e l'arresto di tutti i preti segnalati per pedofilia. Non è mai avvenuto e mai avverrà. Eccola la sceneggiata italiana, tutta connivenza neofascista. Tutta ignoranza.

giovedì 1 agosto 2013

Berlusconi pregiudicato, evasore conclamato, vergogna a chi lo ha votato.

 
In questo giorno bellissimo, finalmente Berlusconi è stato condannato definitivamente. Berlusconi pregiudicato, evasore conclamato, vergogna a chi lo ha votato per 20 anni rovinando quel Paese fantastico che era l'Italia.

mercoledì 8 agosto 2012

L’ostensione del sacro Monti.

Mario Monti e Giulio Andreotti, vicini vicini. Bocche e Bocconi.
Mario Monti, la cui attività taumaturgica di stampo bocconiano avrebbe dovuto e dovrebbe risollevare l'Italia e rappresentare una novità dirompente in uno scenario quasi compromesso, si presentò genialmente agli italiani dal salotto di quel camerlengo ipocrita di Bruno Vespa, quello stesso salotto cattolico in cui è stata confezionata con garbo agiografico la politica berlusconiana più becera.

sabato 26 maggio 2012

Il capo della Polizia, il dirigente pubblico italiano più pagato con uno stipendio annuo di 621.253,75 euro ha dichiarato: «Minaccia anarchica può offendere il Paese».

Il capo della polizia Antonio Manganelli, il dirigente pubblico italiano più pagato con uno stipendio annuo di 621.253,75 euro ha dichiarato letteralmente: «Minaccia anarchica può offendere il Paese». Più precisamente prima della Festa per i 160 anni della Fondazione della Polizia l'alto dirigente ha dichiarato: «La minaccia anarcoinsurrezionalista è assolutamente da non sottovalutare. Oggi il Fai è il vero terrorismo che può offendere il Paese». Giorgio Napolitano in un messaggio inviato alla Polizia rincara: «L'altissimo tributo di sangue versato dalle Forze dell'ordine sia monito a mantenere alto il livello di attenzione rispetto a pericolose forme di violenza destinate a sfociare in atti di terrorismo». Potrei anestetizzare il mio ed il vostro cervello citando decine di altre dichiarazioni come queste. Ma c'è qualcosa di profondamente distorto che non mi convince ed è tempo di parlare. Sarebbe paradossale in tempi come questi non trovare il coraggio di affermare ciò che si pensa veramente. Penso che l'unico altissimo tributo di sangue versato in Italia recentemente sia stato quello della gente che soffre i morsi della crisi e che per la disperazione si toglie la vita nell'indifferenza generale di uno Stato che da sempre tratta e paga i propri manager pubblici come se fossero tanti piccoli Re Soli. Penso ancora che l'unico altissimo tributo di sangue versato in Italia sia stato quello delle centinaia di morti bianche. Aggiungo, che uno stato che retribuisce con 621.253,75 euro all'anno (poco importa che poco prima della bancarotta abbiano pensato al tetto di 294mila euro) il proprio capo della Polizia, può definirsi a mio parere uno Stato di Polizia schizzofrenico fondato sulla più sfacciata ingiustizia.  Il fatto è di una tale gravità se si ragiona sul fatto che tutto ciò è avvenuto nonostante da parecchi anni sia di dominio pubblico il fatto che l'Italia abbia accumulato un debito pubblico spaventosamente inimmaginabile. Quasi 2000 miliardi di euro. Ho già parlato dell'episodio emblema che vedeva il senatore Bossi chiedere impunemente alla Polizia di investire e picchiare un giornalista. Non mi risulta che tale senatore sia stato indagato per le sue estarnazioni folli o almeno ripreso per questo dagli agenti sul posto. Cosa dire. In questi ultimi decenni il manganello ha flagellato inesorabilmente le teste dei poveri cristi che sentendo i morsi della crisi chiedevano il cambiamento ed ha difeso i poteri forti. Alcuni esempi tra quelli che ho documentato in questo blog: la scuola Diaz é "la più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale", il gravissimo ferimento di Luca Abbà frutto della sconsiderata azione delle forze dell'ordine, i pescatori che protestano picchiati selvaggiamente, l'operato a Brescia del vicequestore Emanuele Ricifari, l'opera censoria delle forze dell’ordine su un librario a Palermo, i casi Federico Aldovrandi e Stefano Cucchi e così via. Per tutto questo e per tanto altro, come cittadino italiano sogno un mondo migliore e credo sinceramente che sia leggitimo sognare qualcos'altro visto che l'attuale sistema non si regge in piedi. Tornando a bomba sulle dichiarazioni di Manganelli, mi chiedo se qualcuno nello Stato italiano abbia mai ragionato sul fatto che concepire stipendi da Re Soli non sia quella stessa ancestrale ingiustizia della disuguaglianza che provoca secondariamente l'eversione. L'accusa mi pare chiara e circostanziata. Della serie, affamo il popolo per decenni riconoscendomi stipendi d'oro, saccheggio il bilancio di uno stato in bancarotta e se poi qualcuno invece di suicidarsi sceglie la strada eversiva violenta, beh lo epiteto con l'accusa di «vero terrorismo». Qualcosa non torna.


giovedì 5 aprile 2012

Il senatore Umberto Bossi ordina alla Polizia di Stato di picchiare e investire un giornalista. Qui Italia, é finita la Democrazia. Un appello alla Rivoluzione.




Il senatore Umberto Bossi ordina alla Polizia di Stato di picchiare e investire un giornalista. Qui Italia, é finita la Democrazia. Che la Polizia di Stato si presti a scortare e proteggere chi per primo delira e istiga a delinquere (oltre che ad oltraggiare da decenni il senso di unitá nazionale e la Costituzione) sinceramente é troppo. In questo filmato nessun poliziotto contiene il politico ricordandogli il suo dovere di servire le istituzioni e non di istigare all'omicidio di un giornalista. Questo video disgustante che dimostra il delirio di onnipotenza di una politica che ci ha portati alla rovina (vedrete quando il debito pubblico italiano sfonderá 2000 miliardi di euro) consegna i meri esecutori della Polizia di Stato alla berlina dei libri di Storia. Incapaci di proteggere realmente le istituzioni, la Polizia di Stato serve un sistema di politici deliranti. Vergognatevi, io mi chiamo fuori da questo sistema (ho poche speranze che perfino la magistratura si muova sulla base di questo filmato), voi non rappresentate le istituzioni, sarete ricordati dai libri di storia come i bravi di Don Rodrigo. Altro che servitori dello Stato. Altro che pericolo Black Block. In questo video c'é violenza. Hanno rotto l'involucro della Democrazia, questo é un appello alla Rivoluzione.

mercoledì 25 gennaio 2012

Il manganello sui pescatori. La Polizia é fatta di cittadini o di picchiatori fascisti?

Montecitorio, la protesta dei pescatori.
Possibile che da quando sono nato in Italia non ho mai avuto la fortuna di assistere a dei progressi nel modo con il quale la Polizia italiana si rapporta con i manifestanti?!? Nel febbraio del 2008 scrissi in ricordo di Federico Aldovrandi un appello per una "renovatio" nella polizia di Stato. Niente é cambiato da allora. La scienza e la tecnica fanno ovunque passi da gigante, il mondo sta cambiando, eppure quel gesto frustrato fascista di scaricare il manganello gratuitamente sulla testa di un manifestante rimane un ever green della vergogna di un corpo che a questo punto non sa evolversi rispetto ad una impostazione tutta fascista. Ve lo dico senza paura, v e r g o g n a t e v i. Nella polizia non avete assunto cittadini ma picchiatori fascisti. Altro che singoli episodi, é l'impostazione di tutto il corpo che é fascista. Gratuitamente fascista, ed é quello che i libri di storia del futuro riporteranno raccontando questo triste periodo. Poca cultura, poca professionalitá. Non assumete analfabeti, ma persone in grado di pensare prima di picchiare.

giovedì 8 dicembre 2011

Immacolata disoccupazione. Dove è stato concepito il mantra dell'ingiustizia?

I professoroni bocconiani di tutta Italia sono ancora lì, senza scrupoli di coscienza. Non hanno detto una sola parola mentre questa spaventosa crisi si andava plasmando; avrebbero dovuto disconoscere se stessi, loro che occupavano i posti chiave nei CdA e che si erano già venduti alla consulenza più remunerata. A mettere in guardia la società erano rimaste le esternazioni di quattro comici comunisti. Le stesse elite universitarie ora vantano di possedere gli anticorpi contro la crisi. Per decenni, nelle aule universitarie italiane di stampo bocconiano, hanno insegnato a dei robot aziendali, come innestare e far crescere maestoso un sistema che forgiava la ricchezza di pochi manager strapagati e la povertà del resto dei poveri cristi. Ho cercato, prima che la crisi dirompesse nella sua gravità, di denunciare il meccanismo perverso delle università prestate al potere con i post Ca' Foscari è diventata la lavatrice della reputazione per chi deve rifarsi un nome e Magnifici cambiamenti climatici all'Università Ca' Foscari Venezia. La questione morale. Tutte le persone che ho conosciuto che a vari livelli hanno cercato di denunciare il mantra dell'ingiustizia venivano tacciate per essere ideologicamente disturbate. Il punto è che neanche Martin Lutero avrebbe potuto stavolta denunciare e fermare una tale vendita delle coscienze. 

Il ricco ed il povero. Il povero per farcela dovrebbe piegarsi.

Dove è stato concepito il mantra dell'ingiustizia? Nelle aule universitarie di bocconiana memoria in tutta Italia, dove i baroni universitari teorizzavano che per merito (eh già il merito) fosse giusto che Alessandro Profumo ricevesse una superliquidazione per le dimissioni da Unicredit, di 38 milioni lordi. Che, sommati allo stipendio fino al 21 settembre, pari a 2,59 milioni, hanno portato a 40,59 milioni lordi il totale percepito nel 2010 dall'ex amministratore delegato della principale banca italiana per patrimonio. Negli accordi con Profumo la banca si è impegnata a versare ulteriori 2 milioni in beneficenza. Già perchè sono aumentate le buste paga dei vertici delle società quotate alla Borsa di Milano nel 2010. Secondo un'inchiesta del Sole 24 Ore, sui bilanci finora pubblicati, l'anno scorso i compensi complessivi dei 100 manager più pagati di Piazza Affari sono cresciuti in media del 17% circa, a un totale di circa 300 milioni di euro, rispetto a 256 milioni nel 2009.  (Fonte: Ai top manager italiani un assegno post crisi da 300 milioni di euro - Il Sole 24 Ore) Il finale di questa incredibile storia. Sempre quello. L'Università Ca' Foscari invita Alessandro Profumo a spiegarci in cosa consiste questa crisi. Ci vuole coraggio, lo stesso che prima o poi avranno i poveri cristi per defenestrarvi.

sabato 12 novembre 2011

La fine dello showman televisivo. La folla è uno strano animale, prima lo porta in trionfo e dopo ride di lui.

 
Silvio Berlusconi ha lasciato il trono dello Stato Italiano; la folla urlava finalmente "Fuori la mafia dallo Stato". Voglio ricordare questo momento con la canzone di Edoardo Bennato "La fantastica storia".

C’era una volta
una città che diventava brutta,
diventava cattiva ogni giorno di più...
E nessuno, in mezzo a tanta gente,
e nessuno, poteva farci niente,
perché ognuno pensava solamente per sé...

Sarà successo veramente,
saranno favole e leggende,
le verità sempre diverse
e le bugie sempre le stesse...
E tra complotti e tradimenti,
avventurieri e replicanti,
va sempre più di male in peggio
e i topi vanno all’arrembaggio...

E poi arriva, come se fosse niente,
uno showman che non fa il cantante
ma che sa conquistare chiunque lo sente...
Scaccia i topi e diventa un eroe,
però la folla è uno strano animale,
prima lo porta in trionfo e dopo ride di lui...

sabato 8 ottobre 2011

In Italia la Storia si ripete.


 "La storia si ripete" dell'artista belga Jhoan Friso
Dal basso, una riunione nazista, fascista e leghista. Tre tipologie di raduni similari sono il soggetto dell'opera d'arte denominata "La storia si ripete" dell'artista belga Jhoan Friso, esposta all'Art Verona. I simboli dell'aquila hitleriana, del fascio mussoliniano e del sole celtico leghista si susseguono impietosamente. Improvvisamente l'orgoglio e l'esaltazione della razza padana rispetto al "diverso" che sia terrone, zingaro, negro, omosessuale, comunista si evidenziano nella sequenza della Storia per ciò che sono: In Italia la Storia si ripete, perché sono gli italiani ad essere nuovamente compromessi. Sotto l'ombrello democratico del federalismo (sul quale siamo tutti d'accordo) si annida quel male oscuro, l'egoismo nichilista e tanta tanta pochezza mista a frustrazione che ha già consegnato alla storia i momenti più tristi e tragici dell'umanità. Restiamo umani.

mercoledì 27 aprile 2011

Semplicemente UN VECCHIO PORCO



Non gli avevo mai dedicato un video. Dovevo farlo, vista l'importanza. Un video tutto per lui preparato in 5 minuti. Il mio cinquantesimo video. Era facile. L'ho intitolato "Semplicemente un VECCHIO PORCO".

mercoledì 6 aprile 2011

Questa è l'Italietta che umilia la Storia. Il Popolo della Libertà tenta di abolire l'Apologia di Fascismo.


Gli esponenti del Popolo della Libertà Cristiano De Eccher, Fabrizio Di Stefano, Francesco Bevilacqua, Giorgio Bonacin, Achille Totaro, hanno presentato in Senato un disegno di  legge costituzionale per abolire la norma che vieta «la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista» (Fonte Corriere.it) Questo, è sicuramente uno degli episodi più gravi, se non il più grave, nell'epoca infame del berlusconismo. Una vergogna senza fine.

giovedì 17 marzo 2011

Professori universitari senza infamia e senza lode.


È notizia di qualche giorno fa, che Sir Howard Davies, rettore della London School of Economics, si sia dimesso affermando: “I am responsible for the School’s reputation, and that has suffered.” Ha riconosciuto che la reputazione dell’istituzione ha sofferto, in relazione alla lauta donazione ricevuta nel 2009 da Saif al Gheddafi, nominato dottore di ricerca in quella medesima Università l’anno precedente, con una tesi pare copiata.
Anche le Università italiane erano anni che  vergognosamente fiutavano l'affare e  si sono prodigate nel tentativo di conferire la laurea honoris causa addirittura al capostipite Gheddafi. Già, quello che ormai accomuna il sistema universitario italiano è la proliferazione del modello di professore eticamente disturbato. Dante li definirebbe come « coloro / che visser sanza 'nfamia e sanza lodo » e proprio con questo modo di dire, credo si possano definire quei professori universitari che, pur avendo avuto la fortuna di acquisire tutti gli strumenti culturali a spese della pubblica collettività, non hanno voluto mettersi al servizio della società civile in questo particolare e delicato frangente storico, promuovendo un rinnovamento etico del sistema universitario che potesse alimentare comportamenti virtuosi e contrastare quindi lo smantellamento dell'istruzione pubblica. Per dirla in soldoni, il dilagare del modello di professore eticamente disturbato ha favorito l'opera  di questo Governo, di completo depotenziamento del sistema universitario. Un danno irreparabile per le future generazioni, si pensi solamente al fatto che nell'anno accademico 2009/2010, gli immatricolati (cioè coloro che si sono iscritti per la prima volta a un corso universitario) sono calati del 2,3 per cento. Ciò significa più potenziali partecipanti narcisi ai casting di "Amici" e ai provini per diventare tronisti e partecipanti al "Grande Fratello". Più ignoranti in circolazione, vere e proprie schegge ubriache al volante. 
Magnifico, Illustrissimo, Amplissimo, Egregio..l'ipocrisia nelle Università.
L'Università che conosco meglio, Ca' Foscari a Venezia, nel 2009 ha tentato di riparare a questo "vergognoso" ritardo storico, tentando il conferimento della laurea honoris causa ad una eminenza grigia, Giancarlo Zacchello, in presenza di un contemporaneo ed "opportuno" investimento finanziario di 800.000 euro, erogato dall’ente pubblico capitanato dal medesimo. Un maledetto articolo, “Un malloppo val bene una laurea”, comparso sul Corriere della Sera e firmato da Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, ha interrotto bruscamente questa "trasparente ed innocua transazione" tra enti pubblici. Il Rettore della medesima università, Prof. Carlo Carraro, si è attivamente impegnato nel corteggiare Paolo Scaroni, invitandolo a tenere la lectio magistralis all’inaugurazione dell’anno accademico 2010/11. Costui, Amministratore Delegato di Eni S.p.A., ha patteggiato 1 anno e 4 mesi perché pagava mazzette al PSI in cambio di appalti dall’Enel e siede al momento con il Rettore nel Consiglio di Amministrazione delle Assicurazioni Generali. Tale Cda è presieduto da Cesare Geronzi, per il quale in questi ultimi giorni i pubblici ministeri hanno chiesto otto anni di reclusione nell’ambito del processo per il crack del gruppo Cirio. L’Università si è risparmiata una possibile lectio magistralis di una ricercatrice vecchia e noiosa come Margherita Hack. Chi se ne frega, diranno i cafoscarini narcotizzati, se sia emerso da uno studio-pilota dal titolo "Finanza e armamenti: le connessioni di un mercato globale" realizzato dall’Osservatorio sul Commercio di Armi (Os.C.Ar) di IRES Toscana – Istituto di ricerche Economiche e Sociali, che le Assicurazioni Generali hanno acquistato quote di aziende che producono armi nucleari (210 mila euro), bombe a grappolo (160 mila) ed altre tipologie di armi controverse (370 mila) (Valori, n.78, Aprile 2010). In questo particolare frangente storico, accettiamo tutto.
Avendo il medesimo Rettore apertamente appoggiato a mezzo stampa la riforma della Gelmini e svolto diligentemente i compiti per casa assegnati dal ministro, addirittura in anticipo rispetto allo stesso iter d'approvazione della Riforma, ha favorito in modo geniale l’istituzione Ca’ Foscari che è riuscita a guadagnarsi il secondo posto nella classifica delle università italiane stilata dal Ministero. Ruby Rubacuori pare che abbia chiesto 5 milioni di euro, Ca’ Foscari ha ricevuto in incentivi più del doppio. Schei, non parole al vento come queste. È un ottimo risultato in questi tempi difficili, se si pensa a ciò che pare abbia dovuto dare in cambio la ragazza minorenne, la propria "dignità", e dall’altro invece la trascurabile perdita percepita di reputazione della nostra istituzione anche per aver spalleggiato il ministro del governo Berlusconi, Mariastella Gelmini.  “Chi se ne frega”, avrebbero detto nel 1931 quei 1251 professori universitari, tra i quali soltanto 12 si opposero al giuramento di fedeltà al Fascismo, perdendo la cattedra; chi se ne frega, se adesso i cugini dello IUAV se la vedono male e se la Riforma complessivamente prosciuga le casse del sistema universitario nel suo insieme. Anche nel prostituirsi ci vuole uno stile e Ca’ Foscari è la prima della classe, l’esempio di una nuova università d’elite. 
A proposito, Gheddafi cerca attualmente sul mercato mercenari pronti a sostenerlo. Visto il momento di difficoltà, paga benissimo e velocemente. Visto che questo Rettore si occupa di fund raising e fortunatamente non è tormentato da pletorici dubbi etici, forse è il caso di sondare il terreno, c’è petrolio che potrebbe finanziare la cattedra più traballante, guarda a caso quella di etica economica.

venerdì 4 febbraio 2011

Milioni di italiani che ...

Milioni di Italiani che.. non sanno più amare
Milioni di italiani che..se ne vanno. Che dall'Italia stiano emigrando verso paesi stranieri le persone di talento o con alta specializzazione professionale l'ho capito da tempo e sicuramente dal 9 marzo 2008 quando scrissi "ETH Zurigo: Politecnico di Zurigo dove il ricercatore è veramente il protagonista", dopo essere andato a trovare uno dei miei amici che stava svolgendo il proprio dottorato di ricerca. Anche il filmato che riporto qui sopra, lo devo ad una anima in fuga all'estero. In questo senso, entro sempre più in contatto con italiani all'estero che se ne sono andati senza guardarsi indietro. L'importo della borsa di studio per un dottorato di ricerca in Italia è nettamente inferiore rispetto ad altri paesi avanzati, pertanto i giovani ricercatori più brillanti trovano facilmente lavoro presso università e centri di ricerca stranieri, con livelli di retribuzione adeguati e soprattutto interessanti prospettive di ricerca e inserimento professionale. Per approfondire il fenomeno e affrontare l'entità della perdita che sopporta in tal senso il nostro paese, rimando ad un interessante articolo di Repubblica. Ma non voglio tediare questo articolo con la solita nenia che ricorda il danno irrimediabile che si provoca al progresso culturale, tecnologico ed economico di un paese quando ciò accade. Figlio mio lascia questo paese, ormai è un leitmotiv. Voglio invece riflettere sul fatto che molti giovani, ricercatori e non, stanno lasciando questo paese e che secondo la ricerca Eurispes 2011, il 50,9% della fascia 25-34 anni si trasferirebbe volentieri all'estero. Non credo che i giovani se ne vadano via soltanto per darsi maggiori chance ed opportunità, cavalcando una globalizzazione che ci vede oramai cittadini del mondo. Io credo che lo facciano anche perchè l'aria che si respira in Italia è diventata nauseante. Una sensazione palpabile. Hai la netta sensazione che in Italia un processo di involuzione culturale, di stagnazione ed ottundimento della coscienza, abbia riconsegnato il popolo italiano a quella mediocrità, che nella storia ha già visto fiorire prima la follia fascista e dopo alcuni decenni, classi politiche schifosamente corrotte. La colpa non è del capitano d'industria di turno senza scrupoli, Silvio Berlusconi; è la punta di un iceberg. Il problema è che costui è espressione di un popolo che non ne vuole sapere di unirsi intorno a quei valori fondanti una società virtuosa; gli italiani non coltivano più un  senso di condivisione ed appartenenza e non rincorrono neanche più principi di equità e solidarietà sociale o quell'amore per il bello che abbiamo conosciuto durante l'Umanesimo o il Rinascimento; ecco quindi tassi intollerabili di evasione fiscale in cui i più furbi fanno pagare le tasse ai più ingenui, 10 milioni di italiani che frequentano ed alimentano la prostituzione e quindi il malaffare che la circonda, decine e decine di italiani bigotti dediti patologicamente ai giochi d'azzardo ed alle lotterie milionarie, milioni di persone oramai spiritualmente ritardate che non leggono altro che le riviste scandalistiche di Alfonso Signorini, milioni di italiani che guardano incantati il sedere della Belen alimentando il culto della donna oggetto o che si mettono in fila ai casting dei programmi Mediaset per diventare "tronisti"o "famosi", milioni di italiani che si mettono al volante scambiando le strade per i circuiti della Formula 1 uccidendo il proprio prossimo, milioni di italiani che non vogliono affrontare i numeri dell'indebitamento pubblico, milioni di italiani che assumono sostante stupefacenti e che abusano dell'alcool, milioni di italiani che divorziano o tradiscono la propria compagna\o che però voterebbero contro il riconoscimento delle coppie di fatto, milioni di italiani ossessionati dai vestiti firmati e dalla moda effimera in una ricerca spasmodica dell'ottimismo consumistico e di falsi appagamenti, milioni di italiani incapaci di provare amore e desiderio, milioni di italiani che assumono farmaci e psicofarmaci come fossero caramelle in preda a stordimento, confusione, incubi, insonnia, irritabilità, ansia, aggressività, tensione, milioni di italiani incollati al televisore per rincorrere la cronaca più nera negli speciali morbosi di Bruno Vespa o Studio Aperto, milioni di persone che si emozionano davanti all'esibizione delle lacrime come presunto segno della verità dei sentimenti nei reality show, milioni di adolescenti in preda alla sfrenatezza sessuale e che mettono il proprio giovane corpo al centro di un vero e proprio culto sociale, milioni di italiani che vanno dai maghi e cartomanti a farsi predire il proprio futuromilioni di italiani che hanno adottato i modelli comportamentali mafiosi e sono dediti al compromesso, milioni di italiani che bestemmiano e usano il turpiloquio per sporcare le altrui conversazionimilioni di italiani che sfregiano di abusi edilizi il patrimonio paesaggistico, milioni di italiani prigionieri del tradizionalismo bigotto dei dogmi della Chiesa Cattolica, milioni di italiani dediti alla pornografia ed al sesso virtuale attraverso le videochat e le webcammilioni di italiani che costringerebbero Piergiorgio Welby ed Eluana Englaro all'eterna sofferenza, milioni di italiani che votano Lega e Berlusconi e che credono che Emilio Fede possa considerarsi un giornalista.

mercoledì 26 gennaio 2011

Il vento della rivoluzione toccherà l'Italia?

La rivolta del pane in Tunisia
Masaniello era un giovine di ventisette anni, d'aspetto bello e grazioso, il viso l'aveva bruno ed alquanto arso dal sole: l'occhio nero, i capelli biondi che gli scendevano giù per lo collo. La rivolta che guidò a Napoli nel 1647 fu scatenata dall'esasperazione delle classi più povere verso le imposte sugli alimenti di necessario consumo. Anche la recente Rivolta del Pane in Tunisia ed il vento della rivoluzione che soffia nei paesi limitrofi e lambisce l'Albania, è dettato da un senso di ingiustizia che nasce tra le code di chi deve acquistare un pezzo di pane; in queste code, in questi assembramenti, pensate quanto sia facile per le classi più povere confrontarsi e realizzare la propria condizione senza speranza. Qualsiasi stato, più o meno rappresentativo di una oligarchia promotrice di ingiustizie sociali, non sa e non riesce ad affrontare centinaia di migliaia di persone che scendono in piazza chiedendo pacificamente il cambiamento; se spari le persone che protestano raddoppiano; è stata l'intuizione geniale di Gandhi, espressione della sua levatura morale. Ricorderete, non sono passati molti anni da quando Craxi dovette scappare sotto un lancio fitto di monetine, rifugiandosi ad Hammamet. Già, e l'Italia? L'Italia, mai come in quest'ultimo decennio, è stata attraversata da ingiustizie sociali più o meno manifeste. La forbice pensionistica, cioè la differenza tra la pensione più alta e la minima è di 150 volte tanto, a differenza della Svizzera dove è tre volte tanto; la tassazione finanziaria è del tutto insufficiente e pare piuttosto l'espressione degli interessi degli speculatori senza scrupoli che soffocano l'economia reale. Non parliamo degli stipendi spropositati e spesso immeritati dei manager che sono un vero e proprio schiaffo a qualsiasi principio di equità sociale. Ma non voglio fare l'elenco della spesa delle ingiustizie sociali; in fondo le hanno volute gli italiani, il popolo dei Po po po po po po: si dorme, si mangia, si xxxx, si guarda la TV sognando uno yacht a Portocervo. Dopo aver votato Mussolini, Andreotti e Craxi, gli italiani, sempre per inseguire i principi di una ricchezza effimera e fine a se stessa, hanno votato l'imprenditore più ricco e con lo stalliere mafioso, Silvio Berlusconi, arricchitosi in barba ai principi di moralità e legalità. Tanti sono orgogliosi di essere italiani. Io preferirei essere in tutta franchezza Neozelandese, Canadese, Australiano, Svedese, Danese, Inglese, etc. Ecco perchè tanti giovani se ne sono andati via dall'Italia negli ultimi anni; non sentono questo paese virtuoso. Silvio Berluconi, a cui il popolo attribuisce il merito di "avercela fatta" e di essere un imprenditore impareggiabile, si è semplicemente arricchito ritrovandosi in diverse situazioni di oligopolio e monopolio, uno per tutti il possesso dell'etere in assenza di concorrenza nella raccolta pubblicitaria. Dato che le risorse di un paese sono oggettivamente finite, nel momento in cui un imprenditore come Silvio Berlusconi diventa proprietario di una ricchezza così spropositata, sancisce parimenti l'impossibilità per i suoi concittadini di accedere alle medesime opportunità. Non basta diffondere l'immagine di un generoso Premier Benefattore, per calmierare questo principio. Se io mi impossessassi di tutta la terra di una valle, come farebbero le future generazioni ad accedere parimenti ai prodotti della terra? Dovrebbero emigrare. L'ingiustizia sociale si manifesta in Italia, come altrove, nella possibilità da parte di un singolo individuo di accumulare ricchezze spropositate senza freni, togliendo così la possibilità alle attuali ed alle future generazioni di poter accedere alle medesime possibilità ed opportunità in termini di risorse. Ho già detto di come la ricchezza di certi imprenditori superi la loro capacità di contare. L'ascensore sociale in Italia è rotto da tempo. Quell'ascensore che tanti speravano di poter prendere, diventando come Silvio Berlusconi. Gli italiani si debbono ora confrontare con la dura realtà del berlusconismo e capire di aver votato anche un puttaniere. La più grande paura di Silvio Berlusconi, ed è il motivo per cui richiama in modo ossessivo lo spettro di un comunismo che non esiste più, è che il "popolo dormiente ed incantato dalle sue televisioni" intuisca improvvisamente che esiste una misura nelle cose, vi sono precisi confini, oltre i quali e prima dei quali non può sussistere il giusto. In parole povere: la sua ricchezza spropositata significa e ha significato la miseria di qualcun'altro. Per questo il mio manifesto politico, si concretizzerebbe nel prevedere una tassazione pari al 100% per quei redditi o quei patrimoni che superano qualche milione di euro. Non esiste merito e qualità personali che possano giustificare l'accumulo di ricchezze spropositate che altro non fanno che impedire al prossimo di accedere, in termini di possibilità, alle medesime risorse. La ricchezza di un singolo individuo non può e non deve condannare alla miseria indirettamente il proprio prossimo. Questo non è un principio politico di destra o di sinistra, ma è un principio assoluto di equità sociale, a cui si richiama la nostra carta costituzionale; ma allora perchè non si è organizzata o non è in cantiere una gigantesca manifestazione ad Arcore per invitare Silvio Berlusconi a rifugiarsi ad Antigua, come fece Craxi ad Hammamet? Perchè la crisi, quella vera, non è ancora arrivata; ma se la disoccupazione giovanile dovesse aumentare, come sta aumentando, ed il debito pubblico dovesse allargarsi, come si sta allargando, io credo che in Italia assisteremmo a degli esiti inaspettati. Lo sanno quelle migliaia di giovani e studenti che a fine 2010 hanno messo in crisi le istituzioni al grido di "Non la paghiamo noi la vostra crisi". Ho già parlato del vento del cambiamento. Lo ha capito anche Silvio Berlusconi, che sta costruendo ville ad Antigua.  

sabato 22 gennaio 2011

Proprio in Sicilia, come Governatore, c'era un MAFIOSO


Può la Mafia raggiungere il vertice istituzionale di una regione come la Sicilia? Sembra impossibile da crederci. Salvatore Cuffaro è stato presidente della Regione siciliana dal 17 luglio 2001 al 18 gennaio 2008. Il 22 Gennaio 2010 la Cassazione ha reso definitiva la condanna a sette anni di reclusione per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra. Questo significa che per 6 anni proprio la Sicilia, terra insanguinata dalla Mafia, è stata governata da un mafioso. Una vergogna senza fine nell'Italia del berlusconismo. Qui di seguito il video che ho montato sulla vicenda. 

mercoledì 12 gennaio 2011

Impedite alla legge sul legittimo impedimento di impedire all'impedito di Berlusconi di farsi processare

Silvio Berlusconi e sullo sfondo la Corte Costituzionale.

Domani la Consulta si esprimerà sul legittimo impedimento. Sarà un giorno importante. Lo intuisce chi ha a cuore gli equilibri delicati di una democrazia. Arduo è comprendere come possa conciliarsi il principio costituzionale, che afferma che tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge, con l’attuale legge sul legittimo impedimento, che prevede all’opposto la possibilità per il presidente del Consiglio di non comparire in un’udienza penale. Siamo alle solite, si fa uso della logica contro la logica: credere fermamente di dire verità sacrosante mentre si pronunciano le menzogne più artefatte; ritenere contemporaneamente valide due opinioni che si annullano a vicenda, sapendole contraddittorie fra di loro e tuttavia credendo in entrambe; dimenticare tutto ciò che era necessario dimenticare ma, all’occorrenza, essere pronti a richiamarlo alla memoria, per poi eventualmente dimenticarlo di nuovo; soprattutto, saper applicare il medesimo procedimento al procedimento stesso. È questa, la sottigliezza estrema, tutta italiana, nel paese dei furbetti: essere pienamente consapevoli nell’indurre l’inconsapevolezza e diventare poi inconsapevoli della pratica ipnotica che avevate appena posto in atto. Anche la sola comprensione della parola “bipensiero” ne implica l’utilizzazione. L’esempio più calzante fu quando Berlusconi, riferendosi ad Eluana Englaro in stato vegetativo da 17 anni, dichiarò che veniva uccisa una ragazza che avrebbe potuto anche generare un figlio. Rinnegare la morale proprio nell’atto di rivendicarla.

sabato 16 ottobre 2010

Ca' Foscari è diventata la lavatrice della reputazione per chi deve rifarsi un nome

La facciata dell'Università Ca' Foscari Venezia sul Canal Grande, con due cartelloni inseriti digitalmente dal sottoscritto e che mai vedrete nella realtà, perchè le baronie universitarie non possono permettersi di autoflagellarsi, autorizzando una comunicazione efficace come questa che possa dar modo di pensare alla società civile che qualcosa stia cambiando nelle Università italiane.
Venerdì 22 ottobre, alle ore 11, l’Università Ca’ Foscari inaugura in Auditorium Santa Margherita l’anno accademico 2010/2011. Sul palco ovviamente ci mancava un personaggio come Paolo Scaroni, Amministratore Delegato di Eni SpA che ha patteggiato 1 anno e 4 mesi perché, quand’era alla Techint, pagava mazzette al Psi in cambio di appalti dall’Enel. Berlusconi lo promosse presidente dell’Enel e poi dell’ Eni.
Prima dell'arrivo della tenda di Gheddafi a Ca' Foscari, Paolo Scaroni può essere un ottimo biglietto da visita secondo l'attuale Rettore, l'importante pare è tenere lontana Margherita Hack e tutti quelli come lei che non drenano denaro ma idee. La ricercatrice Francesca Coin ultimamente ha drenato idee, scrivendo alla Gelmini una lettera aperta ripresa da Repubblica appellandosi anche ad una orizzontalità nei rapporti sconosciuta in Italia e parlando del fatto che in questo paese l' autonomia di pensiero viene a volte considerata non tanto come una conquista sublime ma come un segno di arroganza precoce. La ricercatrice ha sapientemente parlato del fatto che nelle università italiane si trama (esiste il "tradimento") invece di valorizzare quei giovani che non hanno un nome, non hanno capitale, non hanno reti di conoscenza già intessute, non hanno potere politico. La ricercatrice illuminata ha così concluso: "Siamo preoccupati perché ci sembra che vi interessi di più il bene di pochi che il bene di tutti, e che Confindustria abbia più diritto ad entrare nella governance dell' Università di quanto quei giovani "capaci, meritevoli ed anche privi di mezzi" di cui parla la Costituzione abbiano diritto di studiarvi. Siamo preoccupati perché crediamo che in questo quadro fosco fatto di crisi economica, di precarietà e di crisi di governo non abbia senso dare prove di forza o perseguire un voto politico. Crediamo che il diritto all' istruzione in Italia sia in pericolo, e che sia nostro dovere proteggerlo oggi domani e sempre, sino a quando riusciremo a creare un' università aperta, orizzontale e di tutti."
L'articolo firmato Marco Travaglio comparso sull'Unità il 12 gennaio 2007
A Ca' Foscari ormai vengono tutti, le colazioni offerte non si contano più a tutti quei personaggi ambigui che devono riabilitarsi agli occhi della società e quindi hanno bisogno di usare quel poco di purezza che ancora emana quel magico tempio chiamato "Università" per poter ripartire ed accreditarsi come attori credibili. Magnifici cambiamenti climatici a Ca' Foscari , così ho chiamato quel periodo che resterà negli annali per le assidue frequentazioni indecenti che vedono bussare alle porte di Ca' Foscari i capitani d'industria e della finanza più spregiudicati: i successori di Giuseppe Volpi, conte di Misurata per intenderci. Una volta prima di aprire le porte si controllava la caratura etica e morale di chi bussava. Già perchè Ca' Foscari è diventata la lavatrice della coscienza e della reputazione per chi deve rifarsi un nome e ripresentarsi "candido" ("candidato") alla società civile come attore credibile; storie simili a quelle di Giancarlo Zacchello, portate alla luce da un articolo del Corriere della Sera firmato da Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella. 
Giochino di società di Marco Travaglio (27 Ottobre 2004). Confrontare questi tre lanci di agenzia, uno del 1996, l'altro del 2002, il terzo del 2004, e trovare l'eventuale errore.
  1. Il primo - un'Ansa da Milano del 22 febbraio 1996 - dice così: «Il vicepresidente della Techint, Paolo Scaroni, ha patteggiato la condanna a un anno e quattro mesi di reclusione per le tangenti pagate per gli appalti nelle centrali Enel. La sentenza è stata emessa dai giudici della sesta sezione penale del Tribunale di Milano. Scaroni era accusato di corruzione dal Pm Paolo Ielo per una serie di tangenti versate al Psi quando era amministratore delegato della Techint».
  2. Seconda agenzia Ansa, datata Roma 24 maggio 2002: «L'assemblea dell'Enel ha approvato le liste dei nomi proposti dall'azionista di maggioranza e da quelli di minoranza per il rinnovo del cda del gruppo, nominando alla presidenza - su proposta del Tesoro - Piero Gnudi. Nel pomeriggio è prevista la nomina di Paolo Scaroni ad amministratore delegato».
  3. Terza agenzia, stavolta dell'Adnkronos, datata 21 ottobre 2004: «Ecco l'elenco dei Cavalieri del Lavoro, nominati dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, su proposta del ministro delle Attività produttive Antonio Marzano, di concerto col ministro per le Politiche agricole Gianni Alemanno, con l'indicazione del settore economico e della regione di attività: (...) Paolo Scaroni (elettrica, Lombardia)».
Niente paura, non c'è nessun errore. Non ci sono casi di omonimia: il Paolo Scaroni promosso dal governo amministratore delegato dell'Enel e nominato Cavaliere del Lavoro su proposta dello stesso governo Berlusconi è lo stesso Paolo Scaroni che, quand'era vicepresidente della Techint, pagava le tangenti al Psi di Bettino Craxi e patteggiò la relativa pena di un anno e 4 mesi di reclusione davanti al tribunale di Milano. E non ci sono nemmeno errori di valutazione: in Italia un condannato (sia pure col patteggiamento) per tangenti non è ritenuto incompatibile con incarichi in un'azienda pubblica o semipubblica. Anzi. Prima di pagare le mazzette Scaroni ne dirigeva una privata: fu promosso a quella pubblica solo dopo che fu preso con le mani nel sacco e patteggiò la pena. Forse per dargli un'altra chance. Ora è arrivata la decorazione finale: il cavalierato del Lavoro dalle mani del capo dello Stato (ovviamente ignaro del suo pedigree). Una sorta di risarcimento all'incontrario, riservato al colpevole anziché alle vittime.

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