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domenica 2 novembre 2014

Avere vent'anni nel Tempio della notte.

Eccomi al centro con a fianco la biondissima dj Lady Helen (Parenzo, estate 2003) 
Quando avevo vent'anni, la parola crisi non esisteva. Ancora ai primi anni del 2000, si faceva la fila per il battesimo della notte, quella cattedrale della vita, la discoteca. Essere in lista, o non essere in lista. Dai 25 ai 50 euro per serata, ma c'era chi ne metteva centinaia, nessuno lesinava ed era pieno di cicale. Le creste di gel alte mezzo metro. File interminabili di sigarette accese in trepidante attesa. La musica pompava dentro, ma anche fuori nel parcheggio per le macchine dei truzzi. Le serate vissute fino all'alba, con l'immortale presunzione di avere il tavolo migliore a bordo pista, la compagnia più bella e casinara. Si faceva a cazzotti per proteggere quel primato. Non si leggeva il Gazzettino il giorno dopo, rattristandosi per le stragi del sabato sera. Niente poteva offuscare quello stile di vita, che ora con l'occhio nero della crisi pare un vacuo specchietto vanitoso per allodole. Quel 'glorioso' passato non esiste più, ce lo ricorda proprio il Gazzettino in un annuncio funebre. I parcheggi deserti, i muri scrostati, i divanetti distrutti, delle discoteche rimangono i resti come per Pompei. La lava della crisi ha lasciato solo lo scheletro di quello che all'epoca veniva considerato il Tempio della notte: 'Prendimi per mano, Io ti porterò con me, Nel tempio della notte, Tra sogno e realtà, Dove il suono nasce morbido, E diventa più sicuro, Ora libero, Ora.... duro'. Di quel mondo che, piaccia o no, non esiste più, rimane un bellissimo sito 'Memories on a dancefloor...' un viaggio emozionale, quasi struggente, nei ruderi di un passato che non ritorna più. Un ultimo saluto. 

sabato 11 gennaio 2014

Stagista..ma team leader!


Un grande opportunità. Stagista..ma team leader
Vai a capire perché Renzi parla attraverso anglicismi di Jobs Act

mercoledì 25 luglio 2012

Il Fatto Quotidiano degli italiani all'estero.


L'emorragia italiana di giovani talenti come un fiume sotterraneo di lava fa affluire continuamente all'estero migliaia di giovani teste pensanti. Pochi notano e analizzano questa lava che anticipa l' eruzione. C'è un quotidiano però che in questo momento fa una piacevole differenza e diventa un punto di riferimento per tutti gli italiani all'estero. Il Fatto Quotidiano.

martedì 1 maggio 2012

Will the great Italian food tradition be overtaken by vending machine? The italian way.



Do you still have a taste? Ah, childhood. A voyage of discovery in Calabria, the most un-industrialised region of Italy. Topolino, the emotion of an old family car. Fantastic, perfection. Being in a stranger's garden picking ripe persimmons reminds me that, as a child, the countryside was our sweetshop. It was a stolen treasure. Back to the world that gave us passion for food. Unbelievable. The killing of the pig or Festa del maiale. We have fond memories but does anything survive of the world we loved? In the past everyone had a pig. The meat would feed a family for the whole year. Pig produce is central to the Italian way of eating. For boys especially being present for a kill was an important part of becoming a man. My mother used to look after the animal all year. "Mama, you loved those animals, why you didn't cry?" She said "Son, there were tears, not running down on my face, but inside my face". In killing the pig we learned to respect every piece of food that comes from the animal. We make prosciutto, pancetta or bacon, capicola, ham and salsicce. The poor animal is killed but it's a feast!
Calabria produce very good olive oil. They produce quite a lot but they don’t export a lot. Remember, the wine you use for cooking is the wine you have to drink. If you put a good wine in the dish, you can take it out as well. The most exciting part of any big family occasion was when we sat around the big table to eat. Here they don’t have crisps and jelly. In other words, they don’t have food for children. The children’s food is exactly the same as for grown-ups. For me, it’s unthinkable that big family which were so much a part of life in Southern Italy, are becoming a memory. It’s silence in the house. It hurts me to say that Italy now has the second lowest birth rate of any country in the Western world.
We have an expression in Italy, “Bambinone”, it is to describe the babies that have life so good, they never grow up. As my mother would say “You know for sure that Jesus was Italians, because his mama believed her son to be a god, and he thought she was a virgin.”
I think there is a bad way to eat among young children. We have a problem of obesity. For the children left to fend for themselves over lunch, there is no healthy option, the vending machine where the students come to have a snack. Horror show. I’m so angry. I’m quite upset. How can a school with children like that have a vending machine? It is a sign of our time as well, that we have to copy everything that America sends to us. Now, over a third of local children are clinically obese by the age of eight. Italy has more overweight children than any other country in the European Union. Why in the southern Italy, when there is a proven history of good dieting, do children now have a problem? Kids used to run around, now they sit in front of TV, video games..and other sedentary games. TV is the dining companion of the obese children. We are missing proper food. Don’t you think our children don’t eat much fruit today? Unfortunately not. I remember, as soon as the fresh fruit is coming out on the tree, we used to raid the tree, we used to get on top there. We used to borrow quite a lot. The philosopher Pythagoras set up a school 500 years before Christ. And Pythagoras wrote the first recipe book ever to recommend eat fruit and vegetable.
Grannies in Italy they are extremely important. It is practically the soul of the family, where Granny is. It fills me with hope, knowing that in this age of working mothers and only children, grannies are coming back because this means Granny’s way of cooking is reaching the new generation.  Carry on  the generation after generation, how to eat healthy food. God willing, the great Italian food tradition will not be overtaken by the vending machine. Italian way. Without a family and a community our kids grow up in a virtual world. They fall sick of great solitude and depression. It’s exactly what children in the world should do, get knowledgeable about food in a quite entertaining  and lovely play way. Life is made up of simple things, the earth, the house, the oven, the fire, grandparents. We are going through a terrible economic crisis and people need to reset the family economy. It is very important in a crisis to go back to earth and life. We might cook very good. We might do fantastic things, it’s a lovely country , but do you know what the best recipe for Italy? We produce fantastic children. But we don’t make children enough, we don’t cook enough. We should do more.


sabato 21 aprile 2012

Lasciate l'Italia: ora come ora non c’è spazio per l’onesta e la schiettezza.

Davide Papalini
Una laurea in Discipline Economiche e Sociali alla Bocconi chiusa in un cassetto. Così come i sogni e le speranze di “trovare un lavoro”. Davide Papalini, 28 anni, dopo una serie di stage, tutti in banca, ha deciso di non guardarsi più indietro. A febbraio ha comprato un biglietto di solo andata, direzione: Sydney, Australia.
La sua storia è una storia come tante altre. Perché sono in tanti ad aver deciso di lasciare l’Italia per cercare “fortuna” all’estero. Secondo una ricerca nel 2010 sono partiti 65mila giovani, una città del calibro di Viareggio. Eppure Davide è una persona che ha studiato. Il suo è un curriculum ricco di esperienze. Prima di andare in Bocconi ha lavorato in una banca, come cassiere. “Un contratto a tempo indeterminato, ma mi sentivo sprecato”. Quindi mette i soldi da parte per entrare nell’ateneo meneghino. Con una precisazione: “Non vengo da una famiglia di industriali. Mia madre è nata in Sardegna, si è sposata con mio padre (toscano) che è andato a fare la guardia forestale ad Alghero. Lui è morto nel 1992 di tumore (io avevo 8 anni) e mia madre ha sempre fatto la casalinga”.
Così la grande scommessa. Frequenta l’università, fonda un’associazione di studenti. E si laurea con un buon voto, 96, ad aprile 2011. E comincia subito a lavorare, uno stage. Poi un altro e un altro ancora. “Fino a quando sono arrivato in un posto dove non mi insegnavano nulla. E non aveva senso continuare così”. Durante le vacanze ha organizzato la partenza. ”Ho messo da parte le mance delle feste, comprato il visto (costa 200 dollari) e preso il volo super scontato con Singapore Airlines da Milano (560 euro solo andata)”.
Il 14 febbraio è partito. “Il primo periodo è stato veramente difficile e duro. La cosa più urgente per me era trovare lavoro, perché avevo i soldi contati e tornare indietro con la coda tra le gambe facendomi pagare il biglietto dai miei genitori sarebbe stato troppo imbarazzante, dopo avevo detto a tutti tra amici e parenti che sarei partito. Per cui mi sono messo sotto e da un mese e mezzo circa lavoro per due ristoranti come cameriere, a nord di Sydney. La più grande soddisfazione è che qui non devo chiedere nulla a mia madre. Ho 28 anni e mi sento indipendente, finalmente, guadagno anche 700 dollari a settimana (lavorando massimo 40 ore, e non come in ufficio a Milano che l’uscita non arriva mai…), posso comprarmi dei vestiti nuovi, togliermi qualche sfizio, che so”.
Il futuro però è incerto. “Non so che farò. Per ora, per sopravvivere, mi sono trasferito qui e mi sono improvvisato cameriere. Penso che il capo (di qui) abbia capito che sono uno sveglio che lavora sodo, forse vuole farmi lo sponsor (serve per rimanere più di un anno), ma non è la mia strada. Mi sembra di buttare tutte le conoscenze che ho acquisito e gli anni di sacrifici. Ma ora come ora non c’è spazio per l’onesta e la schiettezza in Italia. Mi sembra di essere l’esempio, anche se non penso di essere un genio (né tantomeno un cervello in fuga) di come l’Italia formi i suoi giovani e poi faccia tutto il possibile per farli scappare. Non voglio lamentarmi, ho fatto il possibile, ma con quei soldi non era vita e non c’era futuro”. (fonte: Corriere della Sera http://solferino28.corriere.it/2012/04/21/io-bocconiano-che-per-sopravvivere-sono-scappato-in-australia-e-ora-faccio-il-cameriere/)

mercoledì 22 febbraio 2012

Qui tira una brutta aria, la crisi te la senti addosso. C’è un’intera generazione con la valigia in mano.

«Qui tira una brutta aria, la crisi te la senti addosso», cosí due giovani veneti in procinto di emigrare in Australia (Fonte Il Gazzettino http://www.gazzettino.it/articolo.php?id=182626&sez=NORDEST). «Così se ne va dall’Italia e dal Veneto la meglio gioventù, quella che non ne può più delle incrostazioni del Belpaese e dei troppi furbetti del quartierino che campano sulle spalle degli altri. E’ un esodo impressionante, che porta via il sangue fresco del Paese: non solo e non tanto "i giovani", ma soprattutto quelli che tra loro sono pronti a mettersi in gioco, a rischiare, a rimboccarsi le maniche. Se da una piccola città di provincia come Montebelluna sono partiti negli ultimi mesi una ventina di giovani tra i 18 e i trent’anni, come ci confermano all’agenzia locale della Utpull, significa che il passaparola è un fiume in piena e che c’è un’intera generazione con la valigia in mano
Cambridge ad oggi ha visto la piú bassa crescita di richieste di sussidi di disoccupazione (jobseeker's allowance) confermando la migliore performance economica della Gran Bretagna. Meglio di Londra. La popolazione, ben qualificata, beneficia dei motori propulsori dei colleges. Volendomi riqualificare, imparando una volta per tutte la lingua Inglese, decisi per Cambridge anche sulla base di questa previsione. Le cittá universitarie affrontano meglio la crisi. In fuga dalla crisi, sono stato temporaneamente accontentato. 

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