lunedì 31 agosto 2009

Una campagna pubblicitaria sulla felicità durante la guerra tra giornali

Sciretti Alberto con la sua inseparabile arma, "la comunicazione" (Settembre 2009).


Nella foto l'annuncio della campagna pubblicitaria, "La felicità va condivisa".

In un paese impazzito che conosce la guerra dei mezzi di comunicazione, il cui controllo morale viene conteso tra la gerontocrazia dei poteri forti in una lotta fratricida tra il bipensiero berlusconiano e la Chiesa, ho lanciato una piccola campagna pubblicitaria su Google sulla felicità (attraverso Adwords), perchè le emozioni genuine nelle persone sono sempre più rare, l'Amore vero è inesorabilmente in estinzione ed il cuore delle persone è diventato un pezzo di ghiaccio.

La Guerra tra i giornali. Nella foto, così come potrebbe essere il giardino antistante la sede di un quotidiano in Italia.

La Guerra tra i giornali. Nella foto, così come potrebbe essere il giardino antistante la sede di un quotidiano in Italia.

La Guerra tra i giornali. Nella foto, così come potrebbe essere l'interno di una redazione di un quotidiano in Italia.


La Guerra tra i giornali. Nella foto, così come potrebbe essere l'interno di una redazione di un quotidiano in Italia.

La Guerra tra i giornali. Nella foto, così come potrebbe essere il giardino antistante la sede di un quotidiano in Italia.

L'altro giorno ho visto in televisione (è raro che perda tempo guardando la televisione, ma la stanchezza a volte mi consegna a questo mezzo) il volto trasformato dal potere del monsignor Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, e c'è da aver paura; in questi volti e ce ne sono tanti, l'amore ed il calore cristiano si sono spenti per sempre. La fiamma fraterna, la sentinella dell'amore è morta. San Francesco d'Assisi dimenticato. Ecco arrivare l'odio e l'agguato.

Nel maggio 2009 il quotidiano Avvenire, scrive a proposito degli scandali sessuali che vedono coinvolto il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi; «Sappiamo che un uomo di governo va giudicato per ciò che realizza, per i suoi programmi e la qualità delle leggi che contribuisce a creare. Ma la stoffa umana di un leader, il suo stile e i valori di cui riempie concretamente la sua vita non sono indifferenti. Non possono esserlo. Per questo noi continuiamo a coltivare la richiesta di un presidente che con sobrietà sappia essere specchio, il meno deforme, all'anima del Paese».
Nell'agosto 2009, "Il Giornale" quotidiano di proprietà del capo del governo Silvio Berlusconi coinvolto durante la medesima estate in un giro di escort ed il sesto giornale d'informazione più diffuso nel Paese, rivela che il direttore dell'"Avvenire", quotidiano di ispirazione cattolica, in carica dal 1994, ha dei trascorsi penali e precisamente un patteggiamento del 2004 per molestie telefoniche ai danni di una donna al fine di indurla a lasciare il marito di cui il direttore di Avvenire sarebbe stato amante; l'attacco prolungato del Giornale provoca le dimissioni del direttore dell'Avvenire.

Nelle immagini il mio umile Blog "In esplorazione oltre lo stagno di rane" si è posizionato come primo risultato su google per quanto concerne ad esempio le ricerche su "Kuki Gallmann" ed ha ottenuto simili risultati per quanto concerne le ricerche su "Chris McCandless";


 sto coltivando come piantine in un deserto le parole chiavi a cui sono legato e cioè "natura" "emozioni" "paesaggio" "ambiente" "giovani" "amore"..tutto ciò che in questa attuale società è in serio pericolo d'estinzione. Resistere, resistere e resistere.
Le foto nel post le ho scattate visitando il Parco della storia militare a Pivka in Slovenia che vanta un ricco patrimonio militare e di fortificazioni, in uno dei punti più strategici d’Europa.

Lo Zecchino a Venezia. Una moneta antica d'oro purissimo.



Visiona uno Zecchino

Il zecchino e ducato veneziano è un eneguagliabile regalo per uno studente che si sta per laureare in storia, archeologia, beni culturali, etc, oppure per qualsiasi persona appassionata di oggetti antichi ed antiquariato.

Lo zecchino era una moneta veneziana d'oro purissimo e di peso costante, un punto di riferimento per ogni valutazione. La quantità di oro fino (tre grammi e mezzo) di cui era costituito, era quella giusta per un pagamento di media importanza, quale un abito non di lusso, una ricca cena tra amici, le grazie di una cortigiana di media belta'. Venne emessa nella Repubblica di Venezia dal 1284.
Il suo peso, il suo valore intrinseco e il suo titolo, aveva al massimo il tre per mille d’ impurità, rimasero pressocchè invariati fino al crollo della Repubblica nel 1797, diventando l’orgoglio di Venezia e di tutti i veneziani. Il nome, usato dal XVI secolo in sostituzione del precedente ducato (da doge), deriva da zecca, la struttura incaricata della sua emissione. Con il doge Francesco Venier (1554 – 1559) la moneta si chiamò, per la prima volta, zecchino anche pubblicamente. Al dritto presentava S. Marco che, aureolato e con una sontuosa veste, teneva il Vangelo nella mano sinistra e che, volgendosi a destra, porgeva al doge genuflesso un’orifiamma, su cui si trovava la croce. Il doge aveva un manto ornato di pelliccia, sul capo il berretto ducale e stringeva l’asta dell’orifiamma con entrambe le mani. Al rovescio vi era Gesù Cristo in piedi, avvolto in una lunga veste: con la mano sinistra teneva il Vangelo e con la destra benediceva. Il Redentore, inoltre, ascendeva in un’ aureola ellittica cosparsa di 9 stelle, 4 a sinistra e 5 a destra, stelle che sarebbero aumentate sotto altri dogi.. Il contenuto in oro dello Zecchino veneto varia leggermente a seconda del periodo ma era pari a 3,494-3,559 grammi d'oro praticamente puro (997‰).

Se sei interessato a visionare uno zecchino visita il sito web che ne raccoglie qualcuno o manda una mail a sciretti.alberto@sciretti.it

domenica 30 agosto 2009

La voce di due faggi che piangono sul Vajont


Questa è la seconda volta che mi addentro nel dolore del Vajont. La prima volta era per capire, la seconda è per approfondire. Ci tornerò ancora. Per approfondire, ho scelto un passo da "Le voci del bosco" di Mauro Corona.
Vi è un posto, al mio paese, nel quale si può udire la voce di due faggi che piangono.


Non ho mai saputo il perchè di questo lamento (non hanno voluto dirmelo), ma li vedo sempre abbracciati, le teste reclinate, come a sostenersi a vicenda nel dolore straziante. Da Casso, il paesino sospeso sulla rupe, sopra la diga del Vajont, si prende l'antico sentiero dei carbonai, in direzione di Longarone.

Sciretti Alberto, antica strada dei carbonai

Dopo dieci minuti di cammino, alla fine del muro in pietra sul quale sta fissata la targa bronzea in omaggio alle portatrici, subito a sinistra della via, si trovano i due faggi piangenti.

Aspettate che passi un po' di vento a muoverli e da quei tronchi uscirà un suono dolcissimo e struggente come un pianto lontano e misterioso.
Sciretti Alberto con i faggi piangenti descritti da Mauro Corona
È una vocina sottile, incredibilmente malinconica e triste. Pare provenga dai remoti confini del mondo e si rimane incantati dalla sua straordinaria melodia.

Nelle sere d'autunno, quando la solitudine comincia a pesare e l'ombra dell'inverno s'avvicina, mi reco spesso in quel luogo e sto seduto per ore, sul margine tranquillo della via, ad ascoltare l'incredibile lamento dei faggi piangenti.

Frana del monte Toc.
Diga del Vajont vista dall'antico sentieri dei carbonai.
Paesaggio con la valle del Piave visibili dai faggi piangenti
Vajont è terra di fede. Il capitello a Casso con sullo sfonto la frana. Un targa riporta "Resisteva all'onda. 9 Ottobre 1963"

sabato 29 agosto 2009

Il viaggio del cuore. Ios mi ha fatto perdere la testa

Il mio video delle vacanze a Ios - Estate 2009
"They say I was in Ios, but i don't remember". Dicono che fossi a Ios, ma non me lo ricordo. Questo è lo slogan di un' isola, Ios, arcipelago delle Cicladi al centro del Mar Egeo, se tralasciamo altri motti quali "Island Of Sex” che alludono invece alla natura di Ios quale "Isola dell’Amore”. È un posto del mondo, una Arcadia, che ti fa perdere la testa, al punto da richiamarmi come una sirena per la seconda estate.
Ios (in italiano "Io") - Sciretti Alberto - Estate 2009
In verità, una vacanza a Ios è impossibile da dimenticare, nonostante le notti brave. In un cielo blu mare, costellato di casette bianche arroccate lì a pochi passi dal mare cristallino, dove il confine tra sogno e realtà è l'orizzonte paesaggistico fatto di albe e tramonti, senti che il braciere e la forza degli antichi Greci, rappresentati dalla tomba di Omero situata a nord dell'isola, sono ancora accesi.

Ios (in italiano "Io") - Sciretti Alberto - Estate 2009
Sulle spiagge di Ios si incrociano ventenni e trentenni, così come decantato dal film italiano "Dillo con parole mie" girato sull'isola (trailer), in un salto generazionale che sfuma in interminabili partite pomeridiane a calcetto e a beach volley fino ad annullarsi definitivamente durante le serate e le lunghe notti nelle decine di locali, stelle accese nel firmamento di un divertimento evergreen travolgente.
Ios (in italiano "Io") - Sciretti Alberto - Estate 2007
Chi sbarca, per raggiungere le spiagge tra le più belle al mondo (Manganari e Mylopotas), conquista l'isola in sella a qualche quad o scooter attraverso stradine panoramiche che pare portino, dopo ogni tornante, direttamente al paradiso; ti porti a casa per sempre quell'appagante senso di libertà, di purezza ed di immortalità storica dei paesaggi pastorali , lì dove da sempre Eolo costantemente soffia rinfrescando il senso della vita e lì dove da sempre Laerte lavora faticosamente il proprio arido orto vicino a maestosi ulivi ed il pastore Sincero porta le proprie capre a pascolare. Un tuffo nel viaggio del cuore.

Sciretti Alberto su un albero da sughero a Ios, spettatore secolare (il sughero!) di un paesaggio mozzafiato.
Dell'ulivo mi sono innamorato fin da bambino, quando ne scoprivo il carattere amichevole, fraterno e antico per le colline adiacenti Arco di Trento e me ne sono innamorato ancora in età più matura frequentando le Grotte di Catullo di Sirmione; da ultimo ho avuto la fortuna di frequentare gli ulivi secolari greci, in un paese in cui si parla dell'origini dell'arte, della filosofia, della letteratura dell'Europa; l'ulivo è "un albero nobile, bello e disperato. Cresce nutrendosi di un dolore antico, che lo deforma e lo contorce in curve impressionanti è [...] È la voce lunga dei suoi anni, che parla come un libro aperto, a operare il miracolo. Le venature che escono dagli anelli di crescita sono una chiara e limpida scrittura [...] Grande legno l'ulivo, generoso come nessun altro. Nel fuoco s'accende immediatamente, anche appena tagliato, e brucia con una fiamma forte e viva che senti subito amica. [...] L'ulivo è un albero universale che rispecchia la vita di ogni essere vivente. Nessuno infatti, sulla terra, dallo spazzino al re è immune dal dolore che piega l'animo e contorce i giorni fino al limite estremo. E allora, nel momento dell'ultimo passo, dove tutto torna nel nulla e tutto il legno che abbiamo accasato nella vita non avrà più alcun valore, si dovrebbe pensare all'ulivo e cercare di imitarlo andando via da questo mondo con dignità e in silenzio" (tratto da Mauro Corona in "Le voci del bosco");

Ulivo che risplende nella notte, con le foglie che a luna piena sembrano orecchini scintillanti, fotografato a Sirmione nella zona archeologica della villa romana (Grotte di Catullo fine I secolo a.C.-inizio I secolo d.C.) che occupa l'estrema punta della penisola, rivestita appunto di ulivi. Cosa centra con Ios direte voi. Beh, i resti della villa della prima età imperiale sarebbe appartenuta in origine al poeta veronese Catullo, poeta dell'amore e dell'amicizia e anche Ios è considerata l'isola dell'Amore.


Distesa di ulivi che ha costellato la mia infanzia ad Arco di Trento..."selva di braccia alzate, di corpi spezzati, di schiena contorte, ma non di meno, mi colpirono la pace e la serenità che trasmettevano quegli alberi. Aleggiava, li dentro, una solenne serietà avvolta da un misterioso silenzio che incuteva rispetto. Ciò che mi impressionò di più era che quegli ulivi, nonostante il corpo stravolto, bugnoso, avvitato su se stesso come in preda a contorsioni tremende, conservavano un'eleganza, uno stile e un equilibrio mai riscontrati in nessun altro albero" (tratto da Mauro Corona in "Le voci del bosco")
Ho cambiato il detto "They say I was in Ios, but I don't remember" in "They say I was in Ios and fortunately I can remember", perchè nonostante le notti brave non riesco proprio a dimenticare. Ringrazio il CTS (Viaggiatori non turisti), che mi fa sempre viaggiare alla grande e di cui segnalo a breve scadenza un premio creativo per i giovani viaggiatori.

mercoledì 26 agosto 2009

Lo spirito della mafia.

«Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola.» (Giovanni Falcone)
« Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola. »
(Paolo Borsellino)
Il mio video "Spirito della mafia" è frutto delle seguenti considerazioni:

  1. "Abbiamo oggi una mafia più civile e una società più mafiosa. Una mafia sempre più in giacca e cravatta e una società che cambiandosi abito troppe volte al giorno sceglie il travestimento. Insomma, abbiamo interi pezzi di società che hanno ormai introiettato i modelli comportamentali dei mafiosi. E lo si vede in tutti i campi". (Antonio Ingroia , magistrato);


  2. Uno dei primi a denunciare lo spirito della mafia è stato L. Sciascia nel romanzo Il Giorno della Civetta (1961): una mentalità, un modo particolare di concepire i rapporti sociali in base a uno stato d’animo in una società che, negli organi politici e d'informazione, all'epoca ne negava addirittura l'esistenza;


  3. Il 26 settembre del 1991 durante la staffetta televisiva Maurizio Costanzo Show e Samarcanda di Michele Santoro si consuma uno degli episodi più drammatici della storia recente del nostro sventurato paese: un ancora giovane democristiano Totò Cuffaro attacca prepotentemente la magistratura alla presenza del magistrato Giovanni Falcone ed il "giornalismo mafioso" di Maurizio Costanzo. (L. Sciascia indicava proprio nello stato d’animo di eccessivo orgoglio, di prepotenza e di superbia, gli indizi per riconoscere i presunti "uomini d’onore"). Il magistrato Giovanni Falcone verrà ucciso pochi mesi dopo la trasmissione nella strage di Capaci, il 23 maggio 1992; il suo collega Paolo Borsellino poco dopo, il 19 luglio 1992; Maurizio Costanzo scamperà invece alla morte nell'attentato di via Fauro del 14 maggio 1993, reo di essere un giornalista in prima linea contro la Mafia (Maurizio Costanzo bruciò in diretta una maglietta con scritto "Mafia made in Italy") e pagando la sua amicizia con Giovanni Falcone ospite frequente delle sue trasmissioni. La suddetta trasmissione televisiva del 26 settembre 2009, alla luce dei fatti cronologicamente riportati, è il documento storico più importante a disposizione dei contemporanei per capire il linguaggio della mafia e vede tra gli astanti anche una sconcertata Rita Dalla Chiesa (nel video, riferendosi al discorso di Totò Cuffaro la si vede mormorare "è pazzo"), figlia del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa assassinato dalla Mafia 10 anni prima, il 3 settembre 1982;


  4. Totò Cuffaro, soprannominato "Totò vasa vasa" ("bacia bacia") per la sua abitudine a salutare tutti quelli che incontra con due baci sulla guancia, attualmente vicesegretario nazionale dell'UDC venne successivamente eletto democraticamente presidente della Regione siciliana dal 17 luglio 2001 fino alle dimissioni del 26 gennaio 2008 dopo giorni di pressioni da parte dell'opinione pubblica; Il 18 gennaio 2008 Cuffaro era stato dichiarato colpevole di favoreggiamento semplice nel processo di primo grado per le 'talpe' alla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. La sentenza di primo grado aveva condannato Cuffaro a 5 anni di reclusione nonché all'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Ad oggi ricopre la carica di Senatore della Repubblica Italiana e Membro della 5ª Commissione permanente (Bilancio), Membro della 8ª Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni), Membro della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi e Vice Segretario dell'Udc dal 24 febbraio 2009 è membro della Commissione di Vigilanza Rai;



  5. "La mafia è sì un'associazione criminale, è sì un problema di polizia e di ordine pubblico; ma non è soltanto questo. È un fenomeno assai più complesso, caratterizzato da una fittissima trama di relazioni con la società civile e con svariati segmenti delle istituzioni. Di qui un intreccio di interessi e un reticolo di alleanze, connivenze e collusioni che sempre hanno fatto della mafia un pericoloso fattore di possibile inquinamento della politica, dell'economia e della finanza (con tutti i rischi che ciò comporta per l'ordinato sviluppo di un sistema democratico). Considerare la mafia come un insieme di qualche centinaio di sbandati, pur violenti e feroci, è dunque riduttivo." (Gian Carlo Caselli);


  6. Nel video sopra riportato, ho voluto inserire un discorso di Michele Greco, membro di Cosanostra, effettuato durante il maxiprocesso, esemplare e rappresentativo del linguaggio subdolo mafioso; il giorno in cui la corte si ritirò in camera di consiglio si avvicinò al microfono e pronunciò poche frasi rivolto al presidente: "Signor giudice, io vi auguro la pace, perché solo con la pace si può giudicare";


  7. Nel video sopra riportato si capisce come Salvatore Riina fu tra i primi (24 Maggio 1994, Corte di Assise di Reggio Calabria) a capire che la magistratura andava aggredita pubblicamente, accusandola di essere politicizzata e precisamente "comunista". Ecco qui il suo discorso riportato anche nel video: “C’è uno strumento politico ed è il Partito comunista. Ci sono i Caselli, i Violante, poi questo Arlacchi che scrive i libri… Ecco, il nuovo governo si deve guardare dagli attacchi dei comunisti”. La tecnica è stata successivamente perfezionata da Silvio Berlusconi, attuale Capo del Governo Italiano, che non perde occasione per delegittimare giornalmente questo potere dello Stato, insinuandosi nelle croniche debolezze della magistratura come i processi troppo lunghi e additandola quindi al pubblico ludibrio come nemico pubblico;


  8. Il giorno 22 dicembre 2002, nello stadio di Palermo viene esposto uno striscione: «Uniti contro il 41 bis. Berlusconi dimentica la Sicilia»




I magistrati eroi G. Falcone e P. Borsellino nella più bella fotografia rimasta ai giovani d'oggi, che di fronte ad un paese in cui il debito pubblico sfiora ad oggi i 1750 miliardi di euro, non possono esimersi dal domandarsi cosa e dove sia questa Mafia che apparentemente parrebbe così lontana ed impersonale, ma che in sostanza si manifesta nel pensiero comune, diventando una forma mentis, una impostazione della mente nella formulazioni dei pensieri quotidiani.


"Made in Italy" è una bellissima canzone di Andrea Lucisano, che raggiuntomi su questo blog mi ha ricordato in rima che "prima regola dell'omertà, nessuno parla nessuno sà".

domenica 16 agosto 2009

Il bivacco Minazio è di tutti ed ha il tetto rosso: è comunista?

 

Il bivacco Minazio (a quota 2292 metri, non finirò mai di dirlo neanche nel video...) è una magnifica e confortevole casetta in legno (mi pareva brutto dire prefabbricato in legno e lamiera!), con il tetto rosso comunista, sempre aperta a tutti gli scalatori con due stanze per dormire per un totale di 12 posti letto in ottimo stato e con coperte in abbondanza;
Bivacco Minazio
Presenza di blogger con videocamera al bivacco

Il bivacco si affaccia su un paradiso di nuvole, il Vallon delle Lede, nella zona dell'Agordino tra le Pale di San Martino.

Castelpietra vicino a Fiera di Primiero, con i contorni delle vicine Pale di S. Martino. Feudo del vescovo di Feltre per controllare la via che collega l´Agordino a Fiera (Passo cereda), pone fine alla sua dimensione militare dopo la distruzione ad opera dei Veneziani (1511).

GRAZIE MONTAGNA per avermi dato lezioni di vita,perché faticando ho appreso a gustare il riposo,perché sudando ho imparato ad apprezzare un sorso di acqua fresca,perché, stanco, mi sono fermato e ho potuto ammirare la bellezza di un fiore,la libertá del volo degli uccelli,respirare il profumo de la semplicitá,perché solo immerso nel tuo silenzio,mi sono visto allo specchio e spaventato ho ammessola mia necessitá di veritá e amore,perché soffrendo ho gustato la gioia della vettapercependo che le cose vere,quelle che portano alla felicitá,si ottengono solo con sforzo,e chi non sa soffrire,non potrá mai capire. (poesia di Battistino Bonali, tra i più grandi scalatori)

Nella piccola sala con un tavolo e panche si può comodamente mangiare. Nei pressi vi è anche una sorgente (segnalata dal bivacco) con acqua quasi sempre presente.
Stato d'animo: conquista.

"La montagna è selettiva. Se non sei ancora bene, se non stringi forte l'appiglio, ti scrolla giù e ti fa rotolare verso il mare. Opera una selezione severa: chi resiste agli scossoni resta lassù, chi si stacca scivola via. Ma forse è solo una questione di sensibilità. Se osservate i conoidi nei ghiaioni di montagna (vedi Val Monzoni ), noterete che le pietre più grosse e grezze, quelle dalle forme più grossolane stanno in fondo, sono rotolate giù, mentre la ghiaia fine, quella sottile e raffinata, è rimasta in alto, dove nasce la roccia." Tratto da "Le voci del bosco" di Mauro Corona

Stato d'animo: felicità.

Stato d'animo: stupore.
Stato d'animo: stupore.
Stato d'animo: guardare e cercare, esplorare oltre (lo stagno di rane).


Stato d'animo: soddisfazione  

Alle mie spalle pini-mughi. "La muga, o pino-mugo è la cattiva per eccellenza. Subdola di natura, cresce falsa e disonesta ed è anche rompiscatole. A differenza dell'agrifoglio, che tiene per sé la cattiveria come un vecchio lupo solitario, lei la dispensa a piene mani al prossimo. Come tutti i vili sta col branco e, al pari dei noccioli e dei sambuchi, trae forza dal numero. Provate a camminare in mezzo a un mare di mughe. Verrete percossi da infiniti colpi alla gambe e dopo un'ora lo spazio guadagnato sarà minimo. Vive in alta quota. Di lei appare solo un ciuffo verde poichè nasconde il tronco sotto terra dove si sviluppa anche per quindici metri. Il cuore e il corpo li tiene nascosti per non doverli donare agli altri. Il cuore e il corpo li tiene nascosti per non doverli donare agli altri. [...] Se la stringi ti dà l'idea di affidamento e a volte tiene. Ma se gli stai antipatico, e in un pendio ripido ti aggrappi a lei per tirarti su, ecco che ghignando fa crac e ti molla di sotto". Tratto da Mauro Corona "Le voci del bosco" e sperimentato di persona alle pendici del monte Pelmo.(il cui motto era "Salire in alto per aiutare chi sta in basso") "Grazie Montagna" che ho riportato qui e nel video, è anche fermarsi ad ammirare la meraviglia di un fiore ed altri piccoli mondi, quali quelli di un formicaio.
Si può raggiungere il bivacco dal parcheggio di Malga Canali (1302 m), da dove si parte anche per il Rifugio Treviso, per il sentiero 711 segnalato in modo esemplare.
Stavolta nella mia ascesi, ho curato ogni particolare, perchè la montagna come dice la poesia del famoso scalatore Battistino Bonali




Qualcuno sapientemente ha affisso "Grazie Montagna", poesia di Battistino Bonali che riportato prima, dentro il bivacco Minazio.
Preghiera della strada. Finalmente la route! Ho bisogno dello zaino e della pazienza del cammino. Ho bisogno di avere sete qualche volta di avere fame. Ho bisogno di piantare la tenda tutte le sere e di spiantarla tutte le mattine. Ho bisogno che tutto questo mi liberi dal dormiveglia e mi ridoni il gusto della vita. Ho bisogno del silenzio, dei pezzi di strada senza parole, per accorgermi che non devo avere paura di niente, neanche della mia debolezza, perché c’è un amore che mi ama sempre. Buona strada.

Ultima foto, quella a cui non posso sottrarmi, nonostante avrei preferito ometterla perchè mi vede in stati d'abbandono. Ma è la nuda e cruda verità, lo stato in cui ti riduce questo rosso Bivacco Minazio..comunista!.
Sciretti Alberto ore 21.00 a 30 anni getta la spugna, abbandonando pose trionfali. Si arrende alla montagna. Riprenderà i sensi, paralizzati dalla fatica del bivacco Minazio, tra le dolci pareti di casa.
"Gli alberi, sono come noi e noi siamo come alberi, ognuno con il proprio carattere, struttura fisica, fortuna e disgrazia. Osservando le piante, tutti ci possiamo riconoscere nell'una o nell'altra perchè anch'esse, come noi, possiedono una personalità, un modo di vivere, un'educazione, una cultura. Capiterà, allora, che l'uomo buono e generoso si riconosca nel cirmolo. il cocciuto nel carpino, il superbo nel noce, l'elegante nella betulla e così via. [...] Ogni albero ha una voce, un carattere, un uso. [...] Le liane sono le suore del bosco. Con critiana compassione vanno a visitare tutti gli alberi disgraziati. Di notte si arrampicano sul pioppo, lo accarezzano, lo consolano, gli tengono compagnia , e al mattino pregano per lui tra i suoi rami incerti. A volte egli è preso dalla disperazione, perde la pazienza, diventa cattivo e le maltratta scrollandosele di dosso. Succede spesso così: le persone buone che ci aiutano e ci vogliono bene vengono ripagate solo dai nostri insulti [...] Il pino, per via dei suoi rami fitti e spioventi è diventato l'ombrello sempre aperto, la tettoia sotto la quale ti rifugi quando scoppia il temporale. È naturale cercare riparo sotto i suoi rami, perchè comunicano qualche cosa di affettuoso e protettivo e la pioggia non riesce a penetrarli. Se ti intrufoli sotto un pino, troverai anche una scorta di fiammiferi e un letto per riposare. Infatti, egli depone a terra e preserva dall'umidità una quantità notevole di rametti minuscoli e barbe sottili, sempre secche e immediatamente pronte per essere accese. Quei fuscelli consentono di fare fuoco nelle situazioni peggiori" Mauro Corona, Le voci del bosco.


Il tempo di percorrenza, calcolato sulla vita sedentaria di un normale cittadino smidollato, è direttamente proporzionale al vostro allenamento e può variare tra le 3 e le 4 ore, visto che la salita è ripida e ardua (il cartello indica 2 h e 40 minuti)... ma le cose belle, come dice Platone alla fine dell' Ippia Maggiore, sono difficili.
(la foto è un po' schiacciata.... pare che stia scalando il Cerro Torre, comunque la salita è ripida e ardua)

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