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martedì 20 maggio 2014

In futuro le case si stamperanno da una stampante 3D.


Pazzo, pazzo mondo che sta cambiando più velocemente della nostra capacità di rimanere aggiornati. Avevo scritto di macchine fresatrici mostruose come vermi che aprono la via ad un esercito di operai ed in futuro a milioni di viaggiatori sotto le Alpi. Ma non ero pronto a questa.  Una società in Cina, WinSun, ha utilizzato delle stampanti 3D giganti per fare 10 case unifamiliari a un piano in un giorno. Beppe Grillo ne ha fatto un tormentone della sua campagna elettorale per farci sentire tutti un po' trogloditii. Le megastampanti hanno una grande testina che spruzza, strato dopo strato, cemento e materiali di recupero. Immaginate una betoniera con tubo spruzza cemento comandata da un computer infallibile. I materiali economici utilizzati durante il processo di stampa e la mancanza di lavoro manuale comportano un costo irrisorio per ogni casa stampata per meno di $ 5.000. Fonte: http://www.ilpost.it/2014/05/20/stampanti-3d-beppe-grillo/


venerdì 21 febbraio 2014

Io non ce la faccio a marciare con Matteo.

Il Quarto Stato è un celebre dipinto realizzato dal pittore Giuseppe Pellizza da Volpedo nel 1901, inizialmente intitolato Il cammino dei lavoratori.
L'opera d'arte Il Quarto Stato simboleggia la protesta sociale, quello sciopero con il quale i lavoratori diventano consapevoli dei propri diritti, e l’affermazione di una nuova classe sociale, il proletariato, nella società del XX secolo. Ho provato a far marciare il Presidente del Consiglio Matteo. Matteo il Lavoratore. Ma il quadro si è bloccato. Qualcosa non convince. Ho sentito la lavoratrice in primo piano rifiutarsi di marciare con Matteo. Mi sono fermato anch'io, non me la sento di marciare con Matteo Renzi. Diciamocelo, Matteo Renzi rappresenta il nuovo che avanza. Sono il resto dei lavoratori (intendo lavoratori veri come i lavacessi eroi) che vedo indietreggiare. Per rendere l'idea, un uomo che coltiva solo sogni non è in grado di pulirsi il water nel quale urina e neanche di ripagare i propri debiti (il buco dell'ipocrisia, il debito pubblico, ammonta ad oggi a circa 2100 miliardi di euro). ”Hanno bussato alla porta e non c’era nessuno. Era Matteo Renzi” è sicuramente il miglior tweet di Beppe Grillo.

sabato 11 gennaio 2014

Stagista..ma team leader!


Un grande opportunità. Stagista..ma team leader
Vai a capire perché Renzi parla attraverso anglicismi di Jobs Act

lunedì 14 ottobre 2013

Se il lavoro deve essere dignitoso perchè in Italia non esiste il salario minimo garantito (dignitoso)?

Il lavoro deve essere dignitoso. Facciamoci pure una conferenza sopra ma restano parole. Tutti d'accordo. Come tradurle nella realtà? Mi domando infatti cosa serva tutta l'attuale letteratura accademica che gira attorno a questo concetto se parimenti in Italia non si legifera sul salario minimo garantito. Andiamo per ordine. Per capirci il salario minimo è la più bassa paga oraria che un datore di lavoro può per legge corrispondere al lavoratore.
Dopo due anni di esperienze lavorative in Gran Bretagna e con alle spalle un master di diritto al lavoro conseguito in Italia credo di riuscire ad individuare limpidamente l'anomalia italiana: l'assenza del salario minimo garantito, che diventa patologica quando ci si imbatte nei contratti a progetto e stage. Il salario minimo infatti non solo è quel riconoscimento a quel diritto di tutti di avere un paga oraria dignitosa ma è l'unico strumento efficace contro lo sfruttamento.
Nella nostra bellissima Costituzione, bellissime parole circa il diritto ad una equa retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto. Bellissime parole, bellissimi intenti che non si realizzano però concretamente nei conti correnti dei nostri figli, nella nostra Republica degli stagisti e dei precari. Un vero peccato se si pensa che in Francia un lavoratore non possa essere pagato meno di 9,43 € all'ora (aggiornato al 2013) e in Gran Bretagna nessuno si è mai minimamente sognato di pagarmi meno del minimo previsto per legge 6.31 £ all'ora (aggiornato al 2013). Gli esperti, porteranno subito a bilanciare l'esempio della corazzata Germania che non protegge i propri lavoratori con il reddito minimo. Un paese come l'Italia pieno di esperti di diritto del lavoro, cosa volete che non abbia quel genio di Renato Brunetta sempre pronto ad inceppare il ragionamento contorcendolo in modo accademico. Farebbe di tutto pur di non permettere che il lavoratore abbia quello che semplicemente è un ombrello protettivo che ti evita quantomeno l'esposizione alle intemperie. In un paese come l'Italia che si presta alle più gravi abberrazioni nell'alterazione dello stato di diritto è uno scandalo che non si sia legiferato in tal senso. Dimenticavo, Renato Brunetta, genio malefico sta ancora disturbando.

sabato 6 ottobre 2012

My rebellion, all luggage and airline tickets.

Me flying in Cornwall, August 2012.
I am writing alfresco from the garden of a semi-detached house in a green village just outside Cambridge. I blew 33 years few days ago. I left my country with no regrets by one of many Mayflower crossing the English Channel with many young dreamers, "Puritans", rebels fleeing Catholic Italy.

martedì 28 agosto 2012

Dentro di me c'è un'estate invincibile. All'aria condizionata dell'ufficio, preferisco la brezza marina.

Tramonto a Novalja, Isola di Pag (Croazia)
"Ad Agosto bisogna lavorare duramente." Tutte le volte che un datore di lavoro ha provato a contagiarmi con questa idea non mi ha più visto.

lunedì 27 agosto 2012

Razionalizzazione, il passe-par-tout di ogni politica di riduzione del personale.

Mi permetto di consigliare la lettura di un post "L'uomo che non c'era", un capolavoro letterario imperdibile a mio parere, in cui viene descritto brillantemente il processo che porta una multinazionale, impersonificata in un manager dagli inespressivi occhi azzurri e da uno sguardo gelido di ghiaccio,  a ridurre il personale. Il tutto dalla prospettiva quasi fantozziana di un dipendente sempre più evanescente "il cui problema è proprio essere la soluzione al problema del manager che deve operare i tagli". Il licenziato se ne andrà tra due ali di Bmw e Audi accorse per l'occasione nel piazzale dell'azienda a comunicare il "lieto" evento. Nel post si scopre come "Il destino di migliaia di persone di lingue, razze e religioni diverse, con differenti abitudini e molti sogni comuni, dipende da un gruppo di analisiti finanziari con camicie bianche a manica corta e occhialini con montatura da sfigato, che - divorando numeri su numeri - sputano poi la sentenza di morte per gran parte di quelle vite disperse in Europa, Asia e Medio Oriente." Gran finale, con "lo schiavo non ha altro da perdere, tranne le sue catene".

La diaspora bengalese nella fiera della diversità.

Un gang bengalese, denominata il Globe Town Massive nell' East London. I giovani bengalesi tendono ad unirsi in gang sviluppando una propensione al dominio del territorio di riferimento. Le gang dal culto del cellulare di ultima generazione.
Da quasi un anno vivo a Cambridge, un tiro di schioppo da Londra.

domenica 19 agosto 2012

Angelo di Carlo, classe operaia va in paradiso.

Alberto Sciretti, in esplorazione in Cornovaglia 19-08-2012
Mi trovo in Cornovaglia (UK) per una vacanza di una settimana. Sono felice. Cambio hotel tutte le sere per non perdermi proprio niente. Sto scoprendo una terra di favole e saghe, baie e castelli, falesie e brughiera, scogliere granitiche e schiumose insenature. Sono felice, ma non posso non dimenticare. Prima di partire ho scritto "La Primavera italiana, se non ora quando?". Stasera, ho appreso che quell'operaio precario, Angelo di Carlo è morto. Lavorava a chiamata. Se la classe operaia va in paradiso, bisogna che qualcuno vada pure all'inferno.

martedì 24 luglio 2012

Lavacessi eroi con lauree carta igienica.

Capita a tutti. Ti fermi per quel bisogno fisiologico naturale di espellere. Entri nel bagno dell'Autogrill, decine di persone entrano ed escono freneticamente. Solo una rimane, stoicamente. Il lavacessi ("operatore sanitari"?) che ci da dentro con olio di gomito, per permetterti ancora in futuro quegli istanti di sollievo.

venerdì 13 luglio 2012

La mia ribellione, tutta valigie e biglietti aerei.


Ho scattato questa foto nella Holkham Hall (UK) e l'ho scelta a rappresentare questa lettera.

Scrivo al fresco dal giardino di una semi-detached, in un verdeggiante villaggio nella cintura di Cambridge. Pochi giorni e soffio 33 anni. Me ne sono andato senza rimpianti su uno dei tanti Mayflower  che attraversano la Manica facendo sognare tanti giovani "puritani", ribelli in fuga dall'Italia cattolica.

sabato 7 luglio 2012

Travet cosa significa?

Travet cosa significa? Impiegatuccio modesto e mal pagato, che conduce una vita estremamente monotona e priva di gratificazioni. Un sinonimo spregiativo per appellare gli impiegati statali insomma. Eccola la definizione.

sabato 21 aprile 2012

Lasciate l'Italia: ora come ora non c’è spazio per l’onesta e la schiettezza.

Davide Papalini
Una laurea in Discipline Economiche e Sociali alla Bocconi chiusa in un cassetto. Così come i sogni e le speranze di “trovare un lavoro”. Davide Papalini, 28 anni, dopo una serie di stage, tutti in banca, ha deciso di non guardarsi più indietro. A febbraio ha comprato un biglietto di solo andata, direzione: Sydney, Australia.
La sua storia è una storia come tante altre. Perché sono in tanti ad aver deciso di lasciare l’Italia per cercare “fortuna” all’estero. Secondo una ricerca nel 2010 sono partiti 65mila giovani, una città del calibro di Viareggio. Eppure Davide è una persona che ha studiato. Il suo è un curriculum ricco di esperienze. Prima di andare in Bocconi ha lavorato in una banca, come cassiere. “Un contratto a tempo indeterminato, ma mi sentivo sprecato”. Quindi mette i soldi da parte per entrare nell’ateneo meneghino. Con una precisazione: “Non vengo da una famiglia di industriali. Mia madre è nata in Sardegna, si è sposata con mio padre (toscano) che è andato a fare la guardia forestale ad Alghero. Lui è morto nel 1992 di tumore (io avevo 8 anni) e mia madre ha sempre fatto la casalinga”.
Così la grande scommessa. Frequenta l’università, fonda un’associazione di studenti. E si laurea con un buon voto, 96, ad aprile 2011. E comincia subito a lavorare, uno stage. Poi un altro e un altro ancora. “Fino a quando sono arrivato in un posto dove non mi insegnavano nulla. E non aveva senso continuare così”. Durante le vacanze ha organizzato la partenza. ”Ho messo da parte le mance delle feste, comprato il visto (costa 200 dollari) e preso il volo super scontato con Singapore Airlines da Milano (560 euro solo andata)”.
Il 14 febbraio è partito. “Il primo periodo è stato veramente difficile e duro. La cosa più urgente per me era trovare lavoro, perché avevo i soldi contati e tornare indietro con la coda tra le gambe facendomi pagare il biglietto dai miei genitori sarebbe stato troppo imbarazzante, dopo avevo detto a tutti tra amici e parenti che sarei partito. Per cui mi sono messo sotto e da un mese e mezzo circa lavoro per due ristoranti come cameriere, a nord di Sydney. La più grande soddisfazione è che qui non devo chiedere nulla a mia madre. Ho 28 anni e mi sento indipendente, finalmente, guadagno anche 700 dollari a settimana (lavorando massimo 40 ore, e non come in ufficio a Milano che l’uscita non arriva mai…), posso comprarmi dei vestiti nuovi, togliermi qualche sfizio, che so”.
Il futuro però è incerto. “Non so che farò. Per ora, per sopravvivere, mi sono trasferito qui e mi sono improvvisato cameriere. Penso che il capo (di qui) abbia capito che sono uno sveglio che lavora sodo, forse vuole farmi lo sponsor (serve per rimanere più di un anno), ma non è la mia strada. Mi sembra di buttare tutte le conoscenze che ho acquisito e gli anni di sacrifici. Ma ora come ora non c’è spazio per l’onesta e la schiettezza in Italia. Mi sembra di essere l’esempio, anche se non penso di essere un genio (né tantomeno un cervello in fuga) di come l’Italia formi i suoi giovani e poi faccia tutto il possibile per farli scappare. Non voglio lamentarmi, ho fatto il possibile, ma con quei soldi non era vita e non c’era futuro”. (fonte: Corriere della Sera http://solferino28.corriere.it/2012/04/21/io-bocconiano-che-per-sopravvivere-sono-scappato-in-australia-e-ora-faccio-il-cameriere/)

venerdì 24 febbraio 2012

Non chiamatelo piú RICCO NORD-EST, una intera generazione se ne sta andando.

Emigranti italiani a Ellis Island
(Foto Lewis W. Hine, 1905)
Veneto terra dove lavorare, ma anche regione da cui andarsene per cercare fortuna altrove. Due percorsi che spaccano a metà i giovani veneti, se infatti un 45 per cento dei giovani interpellati in una indagine della Fondazione Corazzin, condotta dal sociologo Ludovico Ferro, ha ammesso di stare bene qui e di non volersi trasferire, il 27 per cento sogna il grande salto: il 19 per cento in un altro Stato europeo e l’8 per cento ancora più lontano. C’è poi un 13 per cento che sogna invece un’altra regione italiana.
«Le mete estere maggiormente dichiarate sono quelle europee - riporta la ricerca - Inghilterra, soprattutto Londra e Spagna e in misura leggermente minore Francia e Germania. Gli Stati Uniti sono invece la principale meta extraeuropea. Chi invece pensa di andarsene, ma guarda comunque all’Italia vede in Milano o Roma, o in misura minore nel Piemonte, Emilia Romagna o Toscana, la meta ideale».
È anche vero che non tutti coloro che manifestano l’intenzione di andare via dalla propria terra alla fine riescano a farlo. La maggior motivazione resta ancora quella del lavoro, ed è comprensibile, se se guardano i dati relativi all’occupazione: ad un anno dalla laurea il 48 per cento dei ragazzi che sono usciti dall’Italia ha un lavoro, contro il 34 di quelli che sono rimasti in patria. All’estero guadagnano in media quasi 1600 euro, in Italia poco più di 1000, secondo le elaborazioni di Almalaurea. Dall’indagine del professor Ferro emergono tre aspetti importanti: il primo fattore di decisione nella scelta del posto dove stabilirsi è il lavoro; i legami di tipo familiare non sono i fattori determinanti e l’offerta culturale e l’ambiente aperto e tollerante non sembrano essere fattori decisivi.
«L’opzione di andarsene è più presente oggi di quanto non fosse nel passato e questo perché il Veneto non ha mai offerto grandi sbocchi per le professioni intellettuali, ma dava invece la possibilità di collocarsi con buon reddito - spiega il professor Ferro - Quando l’aspetto economico viene a mancare entrano in gioco altri fattori: una persona che non ha opzioni immediate, si cerca un posto dove vive bene e trova un lavoro coerente con le proprie aspirazioni». Insomma si punta in alto: "me ne vado e scelgo un posto dove ci sono servizi". «Per i giovani il Veneto resta un posto dove si vive bene, ma ha margini di miglioramento. - continua il sociologo - Oggi per attrarre non basta essere di buon livello, ma puntare all’ottimo. Il Veneto rischia di dare una immagine poco accogliente, anche se in fondo non lo è».
Il "salto" lo fanno sempre più giovani, soprattutto tra coloro che hanno un titolo di studio più elevato: «I cervelli se ne sono sempre andati, i programmi Erasmus e altri contatti poi facilitano questi percorsi, come il possesso della lingua - continua Ferro - Il vero pensiero di chi pensa di andarsene è quello di non avere, fuori casa, una rete di protezione.
Ma alla fine chi va via ha sempre voglia di tornare, ma le condizioni per il ritorno non ci sono quasi mai, diventa un passo indietro non facile da accettare. (Fonte: http://www.gazzettino.it/articolo_app.php?id=45763 )

martedì 18 ottobre 2011

Se anche i black bloc fossero veramente i nuovi barbari, c'è da dire che c'è un impero decotto e corrotto pronto a sfaldarsi.

Black bloc (Blocco nero).
Ci concentriamo troppo nel guardare terrorizzati la pagliuzza negli occhi dei Black bloc (l'unica parte in vista) e non ci accorgiamo della trave che affligge il sistema. «Il ministro Tremonti ha corrisposto, quale partecipazione all'affitto dell'immobile, a partire dalla seconda metà del 2008, la somma mensile di circa 4mila euro, corrispostemi settimanalmente» (Fonte Corriere.it). È quanto scrive l'ex consigliere del ministro Tremonti in relazione all'abitazione in centro di Roma che secondo i magistrati napoletani sarebbe stata ceduta gratuitamente dal deputato al titolare del ministero dell'Economia e delle Finanze. Il pagamento, sostiene Milanese, è stato effettuato sempre in contanti. Se un paese, presunto avanzato, quale l'Italia annovera un ministro dell'Economia e delle Finanze che paga il proprio affitto attraverso un versamento settimanale in contanti di mille euro ad un suo consigliere, ciò significa che siamo di fronte ad un impero decotto. Chi tra voi pagherebbe il proprio affitto in contanti? Robe da matti. Non serve che dica altro sugli altri esponenti di questo vergognoso governo (Berlusconi, badate il capo dell'esecutivo, pagava con buste piene di soldi in contanti faccendieri quali Lavitola e Tarantini, violando la legge antiriciclaggio), anche perché Tremonti sembrava l'unico rappresentante che potesse vantare una certa credibilità. Il contante, come sappiamo, per chi si trova a combattere fenomeni come l’evasione ed il riciclaggio, è il nemico pubblico numero uno, garantendo l'anonimato e la possibilità di attuare negozi fraudolenti.


Black bloc.
Riteniamo responsabili i Black bloc di gravissime violenze ma se dei ministri quali Sacconi e Brunetta, che mettono mano legiferando a leggi sensibili quali quelle sul lavoro, diventano responsabili di un vero e proprio disastro sociale, in cui il dramma terribile del precariato a vita affligge milioni di giovani appestati da stage e tirocini gratuiti ed in cui le morti bianche (da leggere "Giovani calciatori SOTTO LE LUCI di San Siro e giovani operai SOTTO TERRA. Stanno uccidendo gli operai"), il lavoro nero ed la piaga del caporalato (da leggere "Solo l’azione collettiva può porre un argine all’individualismo imperante") spadroneggiano come mai era successo nella storia della Repubblica italiana, allora forse tutto ciò non rappresenta una gravissima violenza? Possiamo convenire nella condanna di qualsiasi violenza, ma forse volete insinuare che questo governo non sia stato violento?

La violenza ha molte forme: una evidente ed un' altra subdola e difficile da stanare. Per fare un esempio, tra infiniti: si può danneggiare una macchina tirando un sasso (gesto che appare all'evidenza gravissimo e facilmente riconoscibile) oppure danneggiare milioni di autovetture qualora la casa automobilistica dovesse  volutamente risparmiare sul sistema frenante rendendolo difettoso). Non scherziamo, i libri di storia del futuro scriveranno pagine tristi sull'involuzione che contraddistingue il nostro tempo. Mi pare ovvio che chi devasta l'altrui proprietà vada perseguito, ma smettiamola di trangugiare ipocrisia. Non mi pare che il devastante debito pubblico italiano possa imputarsi ai black bloc; è troppo facile prendersela con il blocco nero, la punta estrema della disperazione sociale che arriva all'(auto)distruzione e non trovare il coraggio di accusare chi questo sistema l'ha cavalcato fino a portarci dentro una crisi nera ma nera nera, altro che Black bloc.
A robàre poco se va in gaera, a robàre tanto se fa cariera. 

mercoledì 12 ottobre 2011

Solo l’azione collettiva può porre un argine all’individualismo imperante.

L'accoppiata Sacconi \ Brunetta ha vinto la sfida per la "competività": in Italia è tornato il caporalato.
Ho le ultime incombenze in Italia, prima di partire. Questo lunedì mi sono iscritto alla CGIL, versando 26 euro attraverso un tesseramento diretto. Cosa spinge un convinto individualista come me che solitamente rifugge l'omologazione del gregge ad iscriversi ad un sindacato? In prima battuta la CGIL è l'unica organizzazione, con i suoi sei milioni di iscritti circa, ad avere una struttura in grado di reagire nei fatti all'erosione in atto dei diritti fondamentali del lavoratore e nel mio caso, che è quello di tanti altri precari, la CGIL ha proposto una serie di vertenze legali volte a combattere la degenerazione della flessibilità in precariato a vita. Da tempo  tuttavia, soprattutto dopo lo studio del diritto del lavoro, mi sono avvicinato al mondo sindacale comprendendone l'importanza: solo l’azione collettiva può porre un argine all’individualismo imperante. Per questo, capitani d'industria senza scrupoli (Sergio Marchionne) si adoperano in modo certosino per spaccare l'unità del sindacato. Per questo quel mastino di Sacconi non perde occasione per attaccare pubblicamente la CGIL. Certo anche la CGIL non è illibata, ma spero non vogliate imputare al sindacato la colpa di aver provocato il ritorno del caporalato tra i campi di pomodori del Gargano e gli aranceti della 'ndrangheta grondanti sfruttamento. Stiamo nuovamente involvendo. A Vittoria, nelle campagne di Ragusa, per le giovani rumene funziona così: di giorno si spezzano la schiena sui campi. La notte si concedono a caporali e padroni per un tozzo di pane, un tetto sotto cui dormire. Mamour, originario del Gambia, che dal 2007 lavora a Rignano, campagna brulla che ribolle di afa e pomodori in provincia di Foggia racconta: «Lo scenario è tipicamente sahariano». Aria incendiata, terra secca, acqua sporca usata dagli immigrati per bere e lavarsi. La giornata di lavoro nei campi di pomodori dura 12 ore. E viene pagata soltanto venti euro: «Molti si ammalano di patologie gastroenteriche e osteomuscolari. Inevitabile, visto come vivono». Qualcuno non ce la fa, e allora finisce nei cimiteri che si confondono tra le campagne. E le loro tombe recano a stento un nome cui appendere qualche preghiera. Ho tratto queste storie da "Nuovi schiavi d'Italia" di Jacopo Storni. Rappresentano la punta dell'iceberg di una repubblica degli stages dove i negrieri sono tornati al vertice del potere e gestiscono le masse di schiavi. Nessuno ha impedito per anni l'abuso degli stages e dei contratti a termine reiterati che hanno provocato una generazione di precari senza casa. Dove erano Sacconi e Brunetta mentre le nefandezze che ho appena raccontato avvenivano? Brunetta era impegnato a definire i precari "l'Italia peggiore"

mercoledì 28 settembre 2011

Ecco perché il leone delle Assicurazioni Generali non ruggisce più. Le gazzelle non si fanno più mangiare. Tutto quello che gli azionisti non possono sapere.

Il leone delle Generali non ruggisce più. Questa frase ad effetto riassume in poche parole l'inesorabile declino a cui questo mastodonte italiano andrà incontro. Non fatevi ingannare dagli inviti ad investire nella solidità di chi dichiara al momento di avere una capitalizzazione inferiore al valore del proprio  patrimonio immobiliare. La verità è che da anni ormai nella compagnia assicurativa più grande d'Italia si annida il bacillo della decadenza. Il fetore dell'infezione aveva attirato perfino Cesare Geronzi, diventato presidente del gruppo.  Analizziamo nel dettaglio questa cancrena. Tutto ciò che gli azionisti non possono sapere. 1) Per troppo tempo l'organizzazione produttiva dedita alla raccolta dei premi è stata letteralmente formata a sbranare la gazzella (il cliente). La formazione dei consulenti assicurativi è avvenuta a suon di slides che proiettavano Ferrari prospettando fantomatici guadagni, attraverso un meccanismo provvigionale denominato rappel. Una sorta di superiorità felina del consulente assicurativo rispetto al cliente preda. Tu sei il leone, chi entra nel tuo ufficio è una gazzella. Anche Vanna Marchi si era circondata dei telefonisti più aggressivi ma la sua storia è finita male. La Compagnia ha sempre premiato attraverso i propri ispettori di produzione quei consulenti più scaltri ed aggressivi che garantissero una lauta raccolta di premi. A nessuno ha importato come avvenisse questa raccolta e se alla lunga potesse intaccare il sentiment nei confronti della compagnia. Il sentiment di migliaia  di clienti che sono entrati a contatto con consulenti "aggressivi" è pertanto allo stato dei fatti negativo. Un danno irreparabile. 2) È opinione comune che le Assicurazioni Generali siano care; ora vai tu a togliere dalla testa della gente questo tarlo. Anche questo è un danno irreparabile. Perfino tra le compagnie assicurative on-line RC auto  Dialogo (Gruppo Fondiaria Sai) è molto più conveniente di Genertel (Generali). Se finora i clienti più affezionati erano disposti a pagare qualcosa in più pur di restare sotto l'ombrello protettivo del Leone, ora di fronte ad una crisi senza precedenti guardano semplicemente al prezzo meno caro. Che il leone rimanga pure a bocca asciutta! 3) Le Generali hanno adottato una politica del personale alla lunga fallimentare. Se la sede centrale di Mogliano Veneto si può paragonare ad un carrozzone statale con migliaia di impiegati, a causa della gestione familiare adottata spesso sulla base di raccomandazioni, la rete commerciale ha visto un ricambio continuo di personale con tassi di turn over patologici. C'è stato un abuso degli stages e delle borse di studio. La Compagnia ha optato per un continuo ricambio del personale perché nei primi mesi un neoassunto garantisce con l'entusiasmo il massimo della propria prestazione (basti pensare che con l'entusiasmo assicuri parenti e la cerchia di amici) e poi tende ad adagiarsi. Questa ricerca ciclica e spasmodica di personale commerciale ha intercettato giovani lampadati ruspanti in giacca e cravatta, spesso neolaureati entusiasti accalappiati attraverso annunci spot come ho già dimostrato in un precedente post. Costoro a migliaia, ora si aggirano per l'Italia raccontando la loro esperienza lavorativa deludente: un banchetto spartano ed una sedia, l'elenco telefonico ed un telefono con cui introdursi in modo scomposto nelle case degli italiani. 
La Storia delle Assicurazioni iniziata nel 1831 è destinata pertanto a ridimensionarsi; semplicemente non hanno avuto rispetto per il cliente, la gazzella; questa ora non solo non si fa più mangiare dal leone ma neanche finisce per sbaglio brucando in una agenzia delle Assicurazioni Generali. 
Il leone è stanco. Migliaia di consulenti assicurativi delle Generali, esausti dopo anni di lavoro in cui veniva a loro chiesta sempre  maggiore produzione, vengono ora abbandonati dalla Compagnia andando ad ingrossare le fila di quel sentiment negativo che è quanto di più deleterio per un S.p.A, in una società dove si condividono nei social network le proprie esperienze. 

lunedì 26 settembre 2011

La crisi inizia quando l'ultimo dei pastori non riesce sfamarsi con 300 pecore ed è costretto a sperare nei contributi

Andrea Maffeo, ha scelto un lavoro utile e produttivo, quello del ramingher, un pastore che dorme sempre all'aperto anche d'inverno. A lui è stato dedicato un film documentario "Sentire l'aria". Il padre di Andrea si chiama Michele Maffeo, da sette anni si occupa di cure palliative per malati terminali di cancro: «Certo, le ambizioni di ogni genitore sono diverse. Non dico che speravo che facesse il chirurgo, ma magari un lavoro in cui si realizzasse di più. Però Andrea a scuola soffriva troppo. E mi è venuto in mente che Mario Rigoni Stern aveva la terza media. Non so se in futuro ci rinfaccerà di non aver insistito di più per farlo studiare. Ma so che un uomo può trovare la sua morale in mezzo ai boschi come nel centro di Torino. Intanto gli stiamo con il fiato sul collo. La cosa più importante è che Andrea impari il rispetto».
Mi piacerebbe dire che il mio Paese ce la farà. Mi piacerebbe vedere un futuro oltre alla crisi. Purtroppo gli italiani si sono già fatti incantare da troppi illusionisti che negavano l'esistenza stessa di una crisi ed è ora di affrontare la verità nuda e cruda. Negare una crisi strutturale di un sistema paese come il nostro significa condannarlo ad un fallimento ancora più repentino e violento, imputandolo alle future generazioni. Il nostro paese è già sprofondato in una posizione di non ritorno perché nessuno dentro di sé ci crede più.

L'italia è in gabbia; il paese non cresce e ad essere compromessi, dopo il fascismo, sono nuovamente gli italiani.  
Il nostro paese soffrirà come non mai, come o peggio della Grecia per intenderci, perché negli ultimi decenni (da Craxi a Berlusconi) ha prodotto una classe politica di lestofanti. Quando il malaffare arriva alle istituzioni, i danni che ne conseguono sono inimmaginabili. Politici allenati all'esercizio di vuote parole nei salotti dell'ipocrisia televisivi che si adoperano invece, quando ci va bene, in modo parassitario. Una classe politica però non è altro che un prodotto della società civile. Questa è completamente compromessa. Per questo l'Italia non ce la farà. Gli italiani invece di rimuovere i fattori che hanno prodotto l'avvitamento in una recessione senza uscita hanno votato Berlusconi, dopo Craxi, contribuendo ad allargare ancora di più le maglie del debito pubblico. Gli italiani più si impoveriscono più divengono dediti al lotto ed ai giochi d'azzardo. Più ci addentriamo nella crisi più la passione per il calcio di un pallone diventa l'unica fede. Più la situazione economicamente si fa nera più si appassionano alla cronaca nera, premiando puntate morbose indecenti di Porta a Porta e di altri programmi, nati come funghi in seguito al notevole audience. Già, perché forse non è chiaro ma la crisi la determiniamo noi, con i nostri comportamenti. L'involuzione è degli italiani. La maggior parte degli italiani evade non appena ne ha la possibilità ed accetta di lavorare in nero entrando nell'anonimato. Se ovunque si fa "nero" non c'è da stupirsi se alla lunga arriva una "crisi nera nera". La maggior parte degli italiani adottano comportamenti e modelli mafiosi ed il loro lavoro consiste nel fregare il prossimo; il prossimo è un cliente, più spesso una preda. Raccomandano e si fanno raccomandare. 
Il sorriso genuino ed autentico di Andrea Maffeo. Sulla felicità che contraddistingue il pastore rimando all'articolo che ho scritto "L'Arcadia dello spirito nelle Bucoliche di Virgilio" ed al video "Addio all'ufficio. Tornate alla terra. Tornate alla felicità".












La maggior parte degli italiani guarda alla cosa pubblica come ad un "pollo da spennare". I dipendenti pubblici invece di adoperarsi per snellire i procedimenti amministrativi, li aggravano e contribuiscono a complicare gli ingranaggi di una macchina spesso improduttiva, inutile ed infernale.  L'atteggiamento di chi entra nel pubblico non è quello di sforzarsi di essere utile alla collettività ma l'atteggiamento di chi si vuole depositarsi e sistemarsi a vita, introducendosi in un sistema già collaudato per ricevere potenziali fannulloni. Abbiamo un esercito permanente e centinaia di caserme dove ancora i soldati giocano a fare la guerra nel nome di una pseudo democrazia da esportazione.  Chi vuole entrare in politica dicendo di voler cambiare le cose lo fa pensando ad un proprio tornaconto personale; cerca semplicemente il potere fine a se stesso. Ad essere attratti dal potere sono le persone disoneste che intravedono la possibilità di ottenere protezione. A dividere questo paese ed ad assestargli una ferita mortale ci ha pensato la lega di Umberto Bossi. Al nord ci si è convinti che la crisi dipenda esclusivamente dall'arretrato Sud. Masse ignoranti leghiste ad ondate insultano terroni, zingari, negri, culattoni, comunisti. Tutti contro tutti quando per farcela ci sarebbe voluto uno sforzo coeso e soprattutto l'operosità di cambiare il sistema paese nei fatti e non per slogan. In Italia essere ignoranti è un privilegio. Se hai studiato ti misurano con sospetto le competenze. 
Nonostante la fatica Andrea arriva alla fine delle sue giornate stanco ma sorridente. Cosa rara per chi in pianura finisce la proprio giornata di lavoro nauseante suonando il clacson, imbottigliano nervosamente in una fila interminabile di macchine inquinanti. I suoni che sente Andrea sono invece quelli dei campanacci, del crepitio del fuoco e il tamburellare ritmico della pioggia. Appoggiato al suo bastone Andrea invece sembra davvero un re e la natura il suo regno.

L'Italia non ce la farà perché ha distrutto la gran parte del proprio patrimonio ambientale. Una generazione di speculatori e palazzinari ha prodotto colate di cemento e bitumato l'Italia. Dall'altro la finanza speculativa in Italia, come nel resto del mondo, ha inghiottito le risorse sottraendole all'economia reale. Gli italiani hanno continuato ad inseguire l'ipocrisia improduttiva e bigotta di una mentalità cattolica fuori dal tempo e dalla storia. I lavori più inutili ed improduttivi sono quelli che vanno per la maggiore. Il dramma è quindi che nel lavoro è scomparsa la passione e si lavora tanto per lavorare. Abbiamo avvocati che si adoperano per portare i processi a prescrizione, commercialisti che aiutano gli imprenditori ad evadere, notai burocrati  che aspettano solo che tu compri casa per chiederti dazio. Manomorta. Qualcosa nelle persone si è spento. In un supermercato senza controlli la gente ruba in modo convulsivo, perché l'uomo non conosce più  l'onestà. I modelli craxiani e del berlusconismo, una televisione per mentecati, ha rovinato il substrato sociale italiano compromettendolo. Il pastore che segue giorno e notte il proprio gregge ha già sperimentato fino in fondo questa crisi. Il suo gregge vale meno di un paio di scarpe di una velina. Un esempio per tutti, quello di Andrea Maffeo un giovane pastore con 300 capi, insufficienti per vivere, ma abbastanza per sperare un giorno di farcela: «Devo arrivare a 500, avere più contributi, produrre più lana. Riuscire presto a pagarmi le spese: il fieno, il granturco, la tosa». Se 300 pecore non bastano a mantenere una persona, figuriamoci una famiglia. Che brutta questa crisi che sta arrivando. Abbiamo perso il senso del limite e la misura dell'Altro. Manchiamo di spiritualità. I grandi potentati economici giocano con gli equilibri geopolitici con cinismo e le redini sono sfuggite agli umani.


Le parole di un giovane pastore, Andrea Maffeo che ha rinunciato a tutte le comodità preconfezionate  ed a 16 anni, figlio di un chirurgo e di un’insegnante di Biella, ha scelto di fare il pastore: «Mi piacciono le bestie, stare all’aria, prendermi cura di loro. Andare a cercare sempre nuovi prati per portarle a pascolare, anche se non è facile. Ma quando finisce la giornata e vedo che le mie pecore hanno la pancia piena, sono felice anche io». 

Andrea Maffeo ed il suo gregge sono una cosa sola. Ha creato un marchio per valorizzare e diffondere la lana del biellese.

venerdì 29 aprile 2011

Sotto le Alpi macchine fresatrici mostruose come VERMI aprono la via ad un esercito di operai ed in futuro a milioni di viaggiatori

Tunnel a due canne del San Gottardo, lungo 57 chilometri, verrà inaugurato nel 2017.
Mentre dormi, c'è un "verme" che inesorabilmente sta letteralmente bucando le Alpi. Il tunnel del San Gottardo con i suoi 57 km di lunghezza sarà il tunnel più lungo del mondo. Chi partirà da Milano verso Zurigo, lo farà saltando le Alpi e risparmiando quasi due ore sulle attuali quattro. Presto grazie a queste nuove macchine fresatrici mostruose che lavorano silenziosamente sotto terra, anche la tratta Lione-Torino e i collegamenti con l'Austria sotto il Valico del Brennero saranno stravolti.  I Treni che entreranno in questi megatunnel saranno come proiettili sparati in una canna. A bordo nel 2017 chi ci salirà? ci saliranno "importanti" manager incravattati che faranno la spola tra Milano e Zurigo? Il prezzo biglietto lo avrà pagato nel frattempo chi non potrà più permettersi di salirci? Quante domande senza risposta, in questa crisi che sembra un tunnel senza fine. Questa considerazione per dire, che è giusto investire nel futuro ma se i governi non si preoccupano allo stesso tempo di distribuire equamente la ricchezza, nel 2017 vedremo anche la luce, ma questi treni ad alta velocità saranno delle schegge d'ipocrisia. 
 

Le macchine fresatrici di 10 metri di diametro, le TBM (Tunnel Boring Machine) sono lunghe 400 metri. In una giornata standard ciascuno di questi colossi da 2.700 tonnellate scava da 20 a 25 metri di roccia, consolidando i tratti del tunnel appena scavati tramite bulloni di ancoraggio, calcestruzzo spruzzato e maglie di acciaio. Sono 2000 gli operai della società AlpTransit San Gottardo che lavorano sotto terra. Vediamo in un video come lavorano alacremente questi mostri d'acciaio:



Se pensate che nell'odierna querra in Libia i primi droni senza pilota hanno effettuato bombardamenti , vi rendete conto di come l'uomo si stia asservendo alle macchine. Infatti ora lavorano le macchine e gli uomini incominciano ad essere disoccupati.

giovedì 28 aprile 2011

Un mix di annunci fittizi di lavoro spot e l'illimitata possibilità di offrire stages hanno rovinato il mondo del lavoro.

 Negli ultimi anni in Italia il sistema di incontro tra domanda ed offerta di lavoro se sulla carta si è evoluto e potenziato grazie all'utilizzo di banche dati telematiche, alla prova dei fatti si è letteralmente sgretolato, diventando qualcosa di vagamente fumoso ed impercettibile: un sistema impostato sul multi-level marketing. Benvenuti in una Repubblica non fondata sul lavoro ma sugli stages! Avrete notato come il ministro Sacconi, deputato a queste materie, si presenti sempre in televisione con l'aria "grave" e "seriosa" di chi sembrerebbe operare  giorno e notte nell'interesse del paese ed anche quindi dei giovani precari. È un ipocrita. In verità il ministro Sacconi è nel suo campo proprio il Premier della Repubblica degli stagisti, perchè non ha fatto nulla per creare un concreto sistema sanzionatorio che fungesse da deterrente agli abusi denunciati qui di seguito. Tralascio approfondimenti impietosi sulla fantomatica Borsa nazionale continua del lavoro che, prevista dalla Legge Biagi, urta prima di tutto la sensibilità di chi viene a contatto con la denominazione dello strumento; se una volta infatti usavamo chiamare le cose con il loro nome più appropriato ora un giovane disoccupato viene accolto da una "borsa" che come intuiranno i lettori, nell'accezione comune è si un luogo deputato  alla contrattazione ma anche alla speculazione continua. Già, la speculazione. Detto questo questa fantomatica Borsa non ha mai funzionato e la disoccupazione tra i giovani italiani è alla soglia dei 30 punti percentuali. Veniamo agli abusi. I portali degli annunci di lavoro sono letteralmente invasi da annunci vetrina e spot, un vero specchietto per allodole perditempo, di aziende che proclamano apparentemente di essere continuamente in forte espansione e quindi alla ricerca di nuovo personale. Sostanzialmente queste aziende hanno invece un tasso di  turn over, ricambio del personale, molto alto. Ecco l'esigenza di tenere permanenti annunci spot. Servono ad acquisire un bacino di curricula da cui attingere continuamente il precario di turno. Se avete un fuoco acceso e volete assicurarvi che non si spenga avete bisogno continuamente di approvigionarvi da una legnaia.  Se le voci di spesa fissa del personale sono voci che vengono fotografate nei bilanci e costituiscono quindi "un costo", molte aziende hanno scelto di operare in una terra di nessuno, dove tutto è permesso e dove nessuna fotografia registrerà la speculazione sul ricambio continuo di lavoratori precari. La tentazione di presentarsi agli azionisti con con una struttura leggera e flessibile, senza che emerga alla luce l'esercito di precari che arranca nell'anticamera lavorando al trecento per cento nella speranza di essere assunti, è troppo forte e soprattutto non trova ostacoli, come dicevo poc'anzi, in un regime sanzionatorio. Senza scendere nel dettaglio degli annunci che rasentano questo stile "cercasi pony express per consegne all’estero, automunito ma senza rimborso benzina" potete approfondire l'argomento leggendo questo articolo recente di Repubblica "Stagisti, l’assunzione-miraggio per nove su dieci il posto sfuma".
Piuttosto preferisco cercare di dimostrare con un esempio per tutti quanto sopracitato; posto che anche le Università sono soggetti abilitati all'incontro tra domanda ed offerta di lavoro, effettuerò una estrazione dalla banca dati delle offerte di lavoro proposte agli studenti Cafoscarini dall'Università Ca' Foscari per quanto concerne l'azienda assicuratrice Ina Assitalia S.p.A, una delle tante aziende "spammatrici" di "annunci di lavoro".

Ho scattato questo screenshot esattamente il 23/02/2011 come si evince ingrandendo l'immagine. Noterete come l'azienda assicuratrice Ina Assitalia S.p.A, entrata a far parte del gruppo Generali, la faccia da padrone negli "annunci di lavoro" nella banca dati ufficiale dell'ateneo cafoscarino. In particolare, tra i tanti annunci presenti di Ina Assitalia ricordatevi l'annuncio del 31/01/2011 dell'Agenzia INA di San Donà di Piave; una bella notizia, cercano n.5 consulenti assicurativi!!!  Del Cda del Gruppo Generali è componente tra l'altro anche l'attuale rettore Prof. C. Carraro. Non è un segreto l'interesse strategico della compagnia a penetrare nella compagine universitaria anche per questi motivi. Quanto però questa azienda stia realmente assumento giovani studenti cafoscarini e quanto  questa azienda stia sfruttando il bacino Ca' Foscari per sfruttare le aspettative lavorative di centinaia di giovani laureati, chi può dirlo? Di certo nessuno controlla. L'Università assolve semplicemente ai suoi compiti facendo rimbalzare gli annunci di Ina Assitalia S.p.A. Nessuno monitora il meccanismo perverso che c'è dietro. In fondo tutti più o meno mangiamo la carne, ma chi è interessato ad assistere nei macelli alle tecniche di macellazione? nessuno allo stesso tempo è interessato alle tecniche di macellazione sociale, difficili da mettere in luce anche a suon di screenshot. Quanti studenti hanno perso ore, giorni, mesi ad inseguire questi annunci spot? Ora interroghiamo ad oggi nuovamente la banca dati degli annunci di lavoro dell'ateneo ed ecco un altro screenshot del 28/04/2011.


Voi penserete giustamente che a distanza di tre mesi l'Agenzia INA di San Donà di Piave abbia nel frattempo evaso  le sue necessità occupazionali, attraverso dei colloqui e delle relative assunzioni? Macchè, semplicemente ora l'Università ha riciclato l'annuncio modificandone la data. Ora è datato al 26/04/2011 e quindi compare con uno sfondo giallo come se fosse "nuovo". Quell'Agenzia apparentemente quindi ricerca altri n.5 consulenti assicurativi!!! Oltre a quell'annuncio preso ad esempio, sempre del gruppo Ina Assitalia S.p.A ne compaiono altri 4, visibili a questo link e sono rispettivamente sempre le stesse Agenzie di Treviso, Padova, Mestre, Verona. Insomma il meccanismo è chiaro ed è sempre lo stesso. La ricerca è continua. Un precario rende bene i primi mesi, come un cavallo da corsa. Poi quando ha la schiuma alla bocca e chiede stabilità contrattuale a quel punto vale la pena ricordargli che ci sono centinaia di altri laureati che possono prendere il suo posto. A questo servono questi annunci spot. Il sistema è talmente permeabile agli abusi che perfino le Università si prestano più o meno inconsapevolmente in tal senso. Per questo è importante denunciare pubblicamente questi meccanismi.

A Giugno 2011 ho interrogato nuovamente la banca dati degli annunci di lavoro dell'ateneo cafoscarino. L'annuncio già riciclato dell'Agenzia INA di San Donà di Piave per 5 posti di lavoro è sempre presente con data 26/04/2011. Hanno trovato qualcuno? Chissà, intanto il medesimo annuncio è da Gennaio 2011 che viene portato avanti. Continua ad esserci sempre anche l'annuncio dell'Agenzia INA di Padova dell'11/04/2011. Ma attenzione la novità. Anche l'annuncio di Ina Assitalia sede di Treviso è stato riciclato tale e quale (ho controllato anche le virgole) con data 10/06/2011. Ci risiamo. L'annuncio risulta quindi evidenziato con il colore giallo come fosse nuovo. Uno studente può pensare che sia stato appena messo. Se ci fosse invece l'indicazione che l'annuncio si ripete da mesi, probabilmente risulterebbe meno attrattivo. Tenete conto, che se ad ogni annuncio non corrisponde una effettiva chiusura dell'annuncio di fronte all'acquisizione della risorsa umana, allora gli annunci possono essere utilizzati per far ruotare continuamente personale.  Eccolo:


Stessa sorte tocca all'annuncio dell'Agenzia Ina Assitalia di Verona che se prima portava la data del 09/03/2011 ora è una novità del 10/06/2011. In questo caso l'annuncio è stato in parte modificato. Hanno aggiunto in particolar modo "Vieni a lavorare con noi!!".
Il 7 settembre 2011 ho controllato e l'annuncio dell'Agenzia INA di San Donà di Piave  è stato riciclato tale e quale con una nuova data 29/06/2011. Dopo 9 mesi dal nostro monitoraggio (ma potrebbe essere che vadano avanti da anni con questo metodo) questa agenzia pare non aver trovato ancora i 5 consulenti  amministrativi. Come mai? Eppure c'è una bacino di disoccupati notevole da cui poter attingere. Quanti studenti cafoscarini hanno Stesso discorso per le Agenzie di Padova (annuncio riciclato con data 24/08/2011), Treviso (03/08/2011), Verona (03/08/2011). Gli annunci sono visibili a questo link.
 

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