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mercoledì 14 marzo 2018

Stephen Hawking: “Remember to look up at the stars and not down at your feet.”

Stephen William Hawking: 8 January 1942 – 14 March 2018
Remember to look up at the stars and not down at your feet. Try to make sense of what you see and wonder about what makes the universe exist. Be curious. And however difficult life may seem, there is always something you can do and succeed at. 
It matters that you don't just give up.”

sabato 22 marzo 2014

Scoperto a Cambridge il più antico sistema romano di irrigazione in Gran Bretagna.

I letti di terra si crede venissero utilizzati per la coltivazione di asparagi e uva.
La notizia, rimbalzata dalla BBC, è di quelle forti e trovandomi a Cambridge non posso che gioirne maggiormente. Proprio a Cambridge è stato scoperto quello che gli archeologi credono il più antico sistema romano di irrigazione in Gran Bretagna. Guardate voi stessi questa immagine. Il team dell'Università di Cambridge che ha lavorato alacremente nel sito, ha datato i reperti tra il 70 d.C. e il 120 d.C. (dopo Cristo). Porca miseria che scoperta, speriamo che la facciano anche i quotidiani italiani visto che la notizia stenta a decollare in Italia. Durante i periodi di siccità l'acqua sarebbe stata pompata dai pozzi nelle canalette per irrigare le colture. La scoperta si considera eccezionale per la portata, chiaramente visibile dalla immagine riportata, che vede i letti di terra disposti in parallelo e lungo un pendio creando una tramatura d'irrigazione dal valore storico inequivocabile. Questa attestazione rimanda quindi alla sofisticata conoscenza dell'idrologia che i Romani avevano e alla loro introduzione dell'orticoltura. Il terreno su quale è stata fatta la scoperta, 150 ettari tra Huntingdon Road, Madingley Road and l'autostrada M11, è per uno scherzo del destino proprietà della stessa Università di Cambridge che si appresta a costruirvi residenze studentesche e strutture per la ricerca. Proprio vero, quando si investe nella ricerca si è già fatta una scoperta.

sabato 29 giugno 2013

Semplicemente Margherita, semplice e geniale.

Margherita Hack (12 June 1922 - 29 June 2013)

Franca Rame, adesso Margherita. Se ne vanno i Grandi. Si spegne lentamente Nelson Mandela, una candela bellissima consumata dal tempo. Che rabbia, quando penso che all'Università Ca' Foscari in questi anni, si sono visti i Brunetta, i George Soros, i Paolo Scaroni, i Gelmini, i parolai della finanza. Invece che fare incontrare agli studenti le nostre fortune, li alleniamo ad annusare le personalià grigie. Le Università sono diventate la lavatrice della reputazione per chi deve rifarsi un nome . Ciao Margherita, semplice e geniale. 

lunedì 17 dicembre 2012

Sta arrivando il pensiero del futuro.

Salvador Dalì, Le tre sfingi di Bikini, 1947.
Tenetevi saldi. Dicembre 2012. Paura. Lo so. Sta arrivando il futuro. Non è uno scherzo. Lascia stare le valigie, con il pensiero ti troverebbero comunque. Già, porca miseria. Non me lo invento di certo io. Come riportato da tutti i quotidiani, per la prima volta una persona tetraplegica, paralizzata dal collo in giù, è riuscita a muovere un braccio robotico controllandolo con la forza del proprio pensiero, grazie ad alcuni sensori impiantati nella corteccia cerebrale. Non so quante persone in questo momento siano veramente in grado di cogliere la portata di tutto questo. Dovreste pensare. Sicuramente gli addicted di Matrix.  Io me la sto facendo sotto. Il futuro sta arrivando. Scrivo da una casetta nella campagna di Cambridge. Non pensatemi. Pensare è pericoloso. Anzi, pensiamo tutti quanti insieme che Berlusconi possa passare a miglior vita insieme al suo fedele inseparabile ramingo pallido, color morte, Ghedini. Un avvocato cornacchia. Non credevo si potesse arrivare a tanto, ad augurare la morte a qualcuno. Ma per il bene del mio paese, lo faccio. Che il mio paese si possa liberare da codesto libertino, la cui forza  ha oscurato la cultura e la società italiana, lasciandola nell'oblio di un paese morto senza più attività cerebrale. Eravamo geniali, ora ci aggiriamo come spettri mediasetizzati. Nel futuro. Berlusconi sulla tua lapide, come per Mangano, questa iscrizione: "Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il Regno dei Cieli".

Roberto Benigni:  ''Altro che fine del mondo, s'è ripresentato''

giovedì 13 ottobre 2011

La caduta dell'impero di diritto romano del Prof.re Luigi Garofalo all'Università degli studi di Padova.

 La caduta dell'impero di diritto romano del Prof.re Luigi Garofalo all'Università degli studi di Padova porta la data del 23 Marzo 2011 d.C, giorno in cui un "barbaro" osò scrivere al Gazzettino una lettera "Quel professore all'Università di Padova che offende e umilia i propri studenti." Aperta una breccia nel muro, subito altri "barbari" accorsero e si accalcarono irrompendo con ben ottantotto commenti, che per una semplice lettera spedita ad un quotidiano fanno una anomala ondata emotiva, che vorrei provare a commentare. Ave, Caesar, morituri te salutant! L'accusa mossa dal "barbaro" scrivente pare chiarissima fin dal titolo. Sull'argomento posso dire la mia, visto che sul finire del 2006 frequentai una decina di lezioni del corso di Istituzioni di diritto romano del suddetto Professore, prima di lasciare il corso disgustato. All'epoca assistetti ad un vero e proprio delirio di onnipotenza (riprendo l'efficace espressione usata nella lettera anonima) perpetrato nei confronti di matricole ingenue ed acerbe di diciannove anni; costoro venivano invitate ad intervenire a lezione con un apparente democratico buonismo per poi essere stroncate dall'ars retorica del professore che, in rigoroso latinorum, dimostrava la loro sconfinata ignoranza. Il tutto condito dall'ilarità generale e dalle risatine sgomente di chi in prima fila osannava per paura l'imperatore. Ricordo ad esempio che ad uno studente disse con tono trionfante: "Lei è flatus vocis". Ciò che mi impressionava era la gratuità con la quale il professore umiliava e si prendeva  gioco degli studenti che, ingenui e sprovveduti quanto volete, frequentavano un corso universitario proprio per approcciarsi ad una disciplina, si intende a loro sconosciuta. Voglio dire, su un' aula di trecento studenti è fisiologico annoverare qualche studente più labile degli altri ma ciò non autorizza nessuno a nutrire il proprio sadismo, trovando soddisfacimento nel provocare umiliazioni psicologiche. Già chi precedeva nella stessa cattedra il Prof.re L. Garofalo, il Prof.re Alberto Burdese, veniva definito alla sua morte dal corriere del veneto un "insegnante duro e severo, talvolta ai limiti del paradosso. Le sue sfuriate durante gli esami, con i libretti degli studenti lanciati fuori dalla finestra, erano diventate un must da raccontare ogni anno alle matricole e avevano contribuito a dipingere nel tempo il profilo di un maestro rigido, ieratico.
L'articolo commemorativo del Corriere probabilmente non poteva spingersi oltre, ma possiamo intuire dalla presenza di un solo commento l'assenza emblematica di una ondata emotiva di cordoglio. Sicuramente il Professore L. Garofalo, di cui nessuno mette in discussione la competenza, ha adottato e volutamente ereditato un modello educativo molto rigido e ferreo; il ruolo dell'aguzzino permette anche la selezione di una elite e la fuga degli studenti bollati come "stolti". Ciò che è del tutto inaccettabile e rappresenta la patologia di quanto sto raccontando (non in forma anonima), è un sarcasmo da semidio, una saccenza pavoneggiata a toni alti e la mancanza di rispetto per l'altrui dimensione umana, intrisa di ignoranza. C'è poco da scherzare per noi cristiani, rimasti umani. La società civile accusa da anni la casta dei baroni universitari ma persiste una impossibilità oggettiva da parte della società di porre un limite a questi abusi. In tal senso, l'unica arma di difesa è quella di evitare senza ombra di dubbio di laurearsi in giurisprudenza all'Università degli Studi di Padova almeno fino a quando non spalancheranno le finestre cambiando l'aria viziata. Il mondo sta cambiando.



Voglio dire subito chiaramente che provo per il Prof.re Luigi Garofalo una pena infinita, visto che tutta questa arroganza non può essere che la spia di una  frustrazione che gli impedisce di "restare umano" e quindi di provare quei sentimenti autentici che sono alla base di una vita equilibrata dove si sperimenta l'amore cristiano. Dall'altra, c'è da dire che sono in arrivo generazioni di barbari che vestono i panni degli studenti, che però non autorizzano i professori universitari ad avvitarsi nell'arroganza e nella saccenza.   Riporto qui di seguito i commenti più critici riportati nell'articolo sul Gazzettino:

1) Egli è fortificato da coloro i quali abbassano lo sguardo e dalle signorine che col labbro tremante hanno la lacrimuccia pronta a scendere daglio occhioni lucidi e si compiace... se invece si trova di fronte chi ha le p..e sotto e risponde per difendere la propria dignità, si ottiene il risultato di un uomo frustrato che ha avuto la fortuna di fare i soldi e si crede Dio e dimostra la propria piccolezza con frasi insultanti, cadute di stile spaziali e manifestazioni di arroganza all'ordine del giorno.

posso dire? poareto!


2) No ma il massimo è stato il 30 e lode regalato ad uno studente amico del figlio a cui è stato riservato un trattamento di favore sconcertante (interrogazione in due riprese a tarallucci e vino), soprattutto se paragonato al comportamento tenuto nei confronti degli altri studenti, bocciati ed insultati senza motivo (e comunque gli insulti a mio avviso non sono mai giustificabili, denotano solo una grande maleducazione.. Un certo tipo di battuta ironica ci può stare, certi appellativi invece sono inammissibili) nella maggioranza dei casi! Vergognoso!

3) Ho sostenuto ben due esami differenti con quel professore, e ne ho viste di tutti i colori: alcune frasi non si possono nemmeno ripetere per le incredibili offese contenute... Altre (sentite con le mie orecchie!) sono state: "mi vergogno di aver sprecato il mio tempo con uno studente indegno come lei", "la prego non vada a raccontare in giro che è stata una mia studentessa", "lei per me è stato un completo fallimento", "lei è un ignorante", "questo dimosta la sua assoluta stupidità"....Senza contare il modo e il tono, saccente e compiaciuto. Ovviamente ad alta voce... Per fortuna in una mattinata d'esame più di due persone, massimo tre, non riesce ad esaminarne, quindi i poveri sfortunati che capitano sotto le sue grinfie sono pochi. E, ci tengo a sottolineare, i malcapitati spesso sono persone preparatissime e intelligentissime!! Eppure ho visto più di qualcuno scoppiare a piangere durante il suo esame.

4) Mi è venuta la pelle d'oca a leggere commenti di gente che quel giorno non c'era e si permette di dire che trattare male gli studenti è giusto e un modo per incentivare allo studio.Io quel giorno c'ero.Ho frequentato tutto il corso,anche i giorni in cui il professore non arrivava o mandava un assistente dopo più di un'ora.Bene ci siamo subiti le sue lezioni..di una noia mortale,abbiamo comprato i suoi libri..pieni di suoi commenti personali e ci siamo presentati al preappello tutti preparati credo,anche perchè ormai siamo studenti del quinto anno che non si presentano più agli esami senza sapere!I Il professore prima di iniziare l'esame ha addirittura avvicinato gli assistenti dicendo loro:mi raccomando bocciate!!!Perchè ci meritassimo una cosa simile non mi è dato saperlo.Sono stata interrogata tra i primi,da un'assistente che non ha fatto altro che insultarmi per tutto l'esame,per fortuna mi sono imposta,convinta di sapere e nonostante i suoi tentativi di bocciarmi non c'è riuscito.Erano 4 libri da studiare,di 4 argomenti diversi e ho visto gente bocciata dopo un minuto che stava seduta perchè non sapeva rispondere alla prima domanda!Poi però ho anche visto che la lista degli iscritti non è stata rispettata e il professore interrogava solo chi voleva lui...come ad esempio lo studente ha cui ha dato il libro del miglior studente(non si sa perchè l'abbia ricevuto dato che non ha mai fatto interventi durante le lezioni!Bah...forse per amicizie personali!!!)

5) Mr. Garofalo....così ad intuito....

6) Insulti e offese durante gli esami...ma soprattutto una gran maleducazione nel corso di tutto l'anno!La mancanza di disponibilità e di educazione distingue a mio avviso molti dei docenti della facoltà(quello in questione rimane senza dubbio l'esempio più eclatante in ogni caso).

7) Il professore in questione è una persona brillante e acculturata in una maniera veramente impressionante. E' un peccato che si permetta queste cadute di stile, davvero un peccato...

8) Alla facoltà di giurisprudenza di Padova scene del genere sono una consuetudine, soprattutto da parte di certi docenti che, per tradizione, continuano nel loro delirio di onnipotenza. Perchè solo così si può chiamare. Ormai è (purtroppo) un dato di fatto, ma questo non significa che vada bene così. Ho visto persone veramente in gamba, con ottimi voti, venire colte da crisi di panico tanto da non aver più "coraggio" di affrontare l'esame dopo l'ennesima bocciatura pretestuosa condita da epiteti poco ortodossi. Scene di ordinaria follia insomma, che si ripetono ad ogni esame: c'è sempre il mal capitato di turno. Che questi luminari del diritto abbiano paura che studenti pivellini alle prime armi rubino loro il prestigioso mestiere di avvocato (tra 20 anni)????? Mah...

9) L'episodio riferito dal lettore e' cosa che si trascina da decenni... un celebre docente di Giurisprudenza - recentemente scomparso - che aveva proprio quella cattedra era famoso per questo genere di sfuriate (mi viene da pensare che siano ereditarie...). Il povero studente ovviamente non può replicare perché è un esame obbligatorio per completare gli studi. Io vivo in America e posso assicurare che qui un atteggiamento cosi' pieno di arroganza da parte di un docente universitario è assolutamente inconcepibile.verrebbe licenziato in tronco dall'Università senza molte discussioni.Propongo agli studenti di riprendere questi vergognosi episodi con un telefonino e metterli su YouTube, forse qualcosa si muoverà....

10) Tra l’altro, questi atteggiamenti vessatori dei professori dell’Ateneo patavino fanno sì che studenti, magari volenterosi e intelligenti, prendano paura di questi atteggiamenti poco urbani e si ritirino dall’università, e magari sarebbero potuti divenire buoni ingegneri o buoni medici o buoni avvocati. Per far calare le ali a certi professori è molto semplice! Basta mandare i figli a studiare in altre università… Che è poi quello che consiglio ai genitori di quelli studenti di Giurisprudenza di Padova trattati male dai professori. Tra l’altro, l’Università di Padova non è più in auge circa la Facoltà di Giurisprudenza com’era una volta, difatti, le classifiche CENSIS la relegano solo al 20° posto in Italia.

11) Da ex studente di legge a Padova ho assistito a episodi anche peggiori, di maleducazione e arroganza (assenza ai ricevimenti, clima "terroristico", totale mancanza di collaborazione), anche se non mi hanno impedito di laurerami. Anche nel "famigerato" Bo poi si incontano professori e assistenti gentili e disponibili. Ad ogni modo ritengo assurdo che la severità e il rigore si accompagnino a certe "libertà" nei confronti degli studenti, che non sono certo ragazzini delle elementari e meritano rispetto a prescindere dall'esito dell'esame.

giovedì 17 marzo 2011

Professori universitari senza infamia e senza lode.


È notizia di qualche giorno fa, che Sir Howard Davies, rettore della London School of Economics, si sia dimesso affermando: “I am responsible for the School’s reputation, and that has suffered.” Ha riconosciuto che la reputazione dell’istituzione ha sofferto, in relazione alla lauta donazione ricevuta nel 2009 da Saif al Gheddafi, nominato dottore di ricerca in quella medesima Università l’anno precedente, con una tesi pare copiata.
Anche le Università italiane erano anni che  vergognosamente fiutavano l'affare e  si sono prodigate nel tentativo di conferire la laurea honoris causa addirittura al capostipite Gheddafi. Già, quello che ormai accomuna il sistema universitario italiano è la proliferazione del modello di professore eticamente disturbato. Dante li definirebbe come « coloro / che visser sanza 'nfamia e sanza lodo » e proprio con questo modo di dire, credo si possano definire quei professori universitari che, pur avendo avuto la fortuna di acquisire tutti gli strumenti culturali a spese della pubblica collettività, non hanno voluto mettersi al servizio della società civile in questo particolare e delicato frangente storico, promuovendo un rinnovamento etico del sistema universitario che potesse alimentare comportamenti virtuosi e contrastare quindi lo smantellamento dell'istruzione pubblica. Per dirla in soldoni, il dilagare del modello di professore eticamente disturbato ha favorito l'opera  di questo Governo, di completo depotenziamento del sistema universitario. Un danno irreparabile per le future generazioni, si pensi solamente al fatto che nell'anno accademico 2009/2010, gli immatricolati (cioè coloro che si sono iscritti per la prima volta a un corso universitario) sono calati del 2,3 per cento. Ciò significa più potenziali partecipanti narcisi ai casting di "Amici" e ai provini per diventare tronisti e partecipanti al "Grande Fratello". Più ignoranti in circolazione, vere e proprie schegge ubriache al volante. 
Magnifico, Illustrissimo, Amplissimo, Egregio..l'ipocrisia nelle Università.
L'Università che conosco meglio, Ca' Foscari a Venezia, nel 2009 ha tentato di riparare a questo "vergognoso" ritardo storico, tentando il conferimento della laurea honoris causa ad una eminenza grigia, Giancarlo Zacchello, in presenza di un contemporaneo ed "opportuno" investimento finanziario di 800.000 euro, erogato dall’ente pubblico capitanato dal medesimo. Un maledetto articolo, “Un malloppo val bene una laurea”, comparso sul Corriere della Sera e firmato da Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, ha interrotto bruscamente questa "trasparente ed innocua transazione" tra enti pubblici. Il Rettore della medesima università, Prof. Carlo Carraro, si è attivamente impegnato nel corteggiare Paolo Scaroni, invitandolo a tenere la lectio magistralis all’inaugurazione dell’anno accademico 2010/11. Costui, Amministratore Delegato di Eni S.p.A., ha patteggiato 1 anno e 4 mesi perché pagava mazzette al PSI in cambio di appalti dall’Enel e siede al momento con il Rettore nel Consiglio di Amministrazione delle Assicurazioni Generali. Tale Cda è presieduto da Cesare Geronzi, per il quale in questi ultimi giorni i pubblici ministeri hanno chiesto otto anni di reclusione nell’ambito del processo per il crack del gruppo Cirio. L’Università si è risparmiata una possibile lectio magistralis di una ricercatrice vecchia e noiosa come Margherita Hack. Chi se ne frega, diranno i cafoscarini narcotizzati, se sia emerso da uno studio-pilota dal titolo "Finanza e armamenti: le connessioni di un mercato globale" realizzato dall’Osservatorio sul Commercio di Armi (Os.C.Ar) di IRES Toscana – Istituto di ricerche Economiche e Sociali, che le Assicurazioni Generali hanno acquistato quote di aziende che producono armi nucleari (210 mila euro), bombe a grappolo (160 mila) ed altre tipologie di armi controverse (370 mila) (Valori, n.78, Aprile 2010). In questo particolare frangente storico, accettiamo tutto.
Avendo il medesimo Rettore apertamente appoggiato a mezzo stampa la riforma della Gelmini e svolto diligentemente i compiti per casa assegnati dal ministro, addirittura in anticipo rispetto allo stesso iter d'approvazione della Riforma, ha favorito in modo geniale l’istituzione Ca’ Foscari che è riuscita a guadagnarsi il secondo posto nella classifica delle università italiane stilata dal Ministero. Ruby Rubacuori pare che abbia chiesto 5 milioni di euro, Ca’ Foscari ha ricevuto in incentivi più del doppio. Schei, non parole al vento come queste. È un ottimo risultato in questi tempi difficili, se si pensa a ciò che pare abbia dovuto dare in cambio la ragazza minorenne, la propria "dignità", e dall’altro invece la trascurabile perdita percepita di reputazione della nostra istituzione anche per aver spalleggiato il ministro del governo Berlusconi, Mariastella Gelmini.  “Chi se ne frega”, avrebbero detto nel 1931 quei 1251 professori universitari, tra i quali soltanto 12 si opposero al giuramento di fedeltà al Fascismo, perdendo la cattedra; chi se ne frega, se adesso i cugini dello IUAV se la vedono male e se la Riforma complessivamente prosciuga le casse del sistema universitario nel suo insieme. Anche nel prostituirsi ci vuole uno stile e Ca’ Foscari è la prima della classe, l’esempio di una nuova università d’elite. 
A proposito, Gheddafi cerca attualmente sul mercato mercenari pronti a sostenerlo. Visto il momento di difficoltà, paga benissimo e velocemente. Visto che questo Rettore si occupa di fund raising e fortunatamente non è tormentato da pletorici dubbi etici, forse è il caso di sondare il terreno, c’è petrolio che potrebbe finanziare la cattedra più traballante, guarda a caso quella di etica economica.

domenica 26 dicembre 2010

We will not pay for your crisis

 

There are solemn moments in the life of peoples, as in that of individuals; supreme moments, where you decide the fate of a long future. Then every man has a right to ask another: what do you think? and every man would like to say: this is my faith, in this judge my work. Europe now is in one of those moments. The ferment of the students is universal in Europe, but without specific intent, without unity of belief to be held around the street, riots breaks out in anonymous and free of glory.

The agreement between government and governed has ceased and it's time to say we will not pay for your crisis.

sabato 16 ottobre 2010

Ca' Foscari è diventata la lavatrice della reputazione per chi deve rifarsi un nome

La facciata dell'Università Ca' Foscari Venezia sul Canal Grande, con due cartelloni inseriti digitalmente dal sottoscritto e che mai vedrete nella realtà, perchè le baronie universitarie non possono permettersi di autoflagellarsi, autorizzando una comunicazione efficace come questa che possa dar modo di pensare alla società civile che qualcosa stia cambiando nelle Università italiane.
Venerdì 22 ottobre, alle ore 11, l’Università Ca’ Foscari inaugura in Auditorium Santa Margherita l’anno accademico 2010/2011. Sul palco ovviamente ci mancava un personaggio come Paolo Scaroni, Amministratore Delegato di Eni SpA che ha patteggiato 1 anno e 4 mesi perché, quand’era alla Techint, pagava mazzette al Psi in cambio di appalti dall’Enel. Berlusconi lo promosse presidente dell’Enel e poi dell’ Eni.
Prima dell'arrivo della tenda di Gheddafi a Ca' Foscari, Paolo Scaroni può essere un ottimo biglietto da visita secondo l'attuale Rettore, l'importante pare è tenere lontana Margherita Hack e tutti quelli come lei che non drenano denaro ma idee. La ricercatrice Francesca Coin ultimamente ha drenato idee, scrivendo alla Gelmini una lettera aperta ripresa da Repubblica appellandosi anche ad una orizzontalità nei rapporti sconosciuta in Italia e parlando del fatto che in questo paese l' autonomia di pensiero viene a volte considerata non tanto come una conquista sublime ma come un segno di arroganza precoce. La ricercatrice ha sapientemente parlato del fatto che nelle università italiane si trama (esiste il "tradimento") invece di valorizzare quei giovani che non hanno un nome, non hanno capitale, non hanno reti di conoscenza già intessute, non hanno potere politico. La ricercatrice illuminata ha così concluso: "Siamo preoccupati perché ci sembra che vi interessi di più il bene di pochi che il bene di tutti, e che Confindustria abbia più diritto ad entrare nella governance dell' Università di quanto quei giovani "capaci, meritevoli ed anche privi di mezzi" di cui parla la Costituzione abbiano diritto di studiarvi. Siamo preoccupati perché crediamo che in questo quadro fosco fatto di crisi economica, di precarietà e di crisi di governo non abbia senso dare prove di forza o perseguire un voto politico. Crediamo che il diritto all' istruzione in Italia sia in pericolo, e che sia nostro dovere proteggerlo oggi domani e sempre, sino a quando riusciremo a creare un' università aperta, orizzontale e di tutti."
L'articolo firmato Marco Travaglio comparso sull'Unità il 12 gennaio 2007
A Ca' Foscari ormai vengono tutti, le colazioni offerte non si contano più a tutti quei personaggi ambigui che devono riabilitarsi agli occhi della società e quindi hanno bisogno di usare quel poco di purezza che ancora emana quel magico tempio chiamato "Università" per poter ripartire ed accreditarsi come attori credibili. Magnifici cambiamenti climatici a Ca' Foscari , così ho chiamato quel periodo che resterà negli annali per le assidue frequentazioni indecenti che vedono bussare alle porte di Ca' Foscari i capitani d'industria e della finanza più spregiudicati: i successori di Giuseppe Volpi, conte di Misurata per intenderci. Una volta prima di aprire le porte si controllava la caratura etica e morale di chi bussava. Già perchè Ca' Foscari è diventata la lavatrice della coscienza e della reputazione per chi deve rifarsi un nome e ripresentarsi "candido" ("candidato") alla società civile come attore credibile; storie simili a quelle di Giancarlo Zacchello, portate alla luce da un articolo del Corriere della Sera firmato da Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella. 
Giochino di società di Marco Travaglio (27 Ottobre 2004). Confrontare questi tre lanci di agenzia, uno del 1996, l'altro del 2002, il terzo del 2004, e trovare l'eventuale errore.
  1. Il primo - un'Ansa da Milano del 22 febbraio 1996 - dice così: «Il vicepresidente della Techint, Paolo Scaroni, ha patteggiato la condanna a un anno e quattro mesi di reclusione per le tangenti pagate per gli appalti nelle centrali Enel. La sentenza è stata emessa dai giudici della sesta sezione penale del Tribunale di Milano. Scaroni era accusato di corruzione dal Pm Paolo Ielo per una serie di tangenti versate al Psi quando era amministratore delegato della Techint».
  2. Seconda agenzia Ansa, datata Roma 24 maggio 2002: «L'assemblea dell'Enel ha approvato le liste dei nomi proposti dall'azionista di maggioranza e da quelli di minoranza per il rinnovo del cda del gruppo, nominando alla presidenza - su proposta del Tesoro - Piero Gnudi. Nel pomeriggio è prevista la nomina di Paolo Scaroni ad amministratore delegato».
  3. Terza agenzia, stavolta dell'Adnkronos, datata 21 ottobre 2004: «Ecco l'elenco dei Cavalieri del Lavoro, nominati dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, su proposta del ministro delle Attività produttive Antonio Marzano, di concerto col ministro per le Politiche agricole Gianni Alemanno, con l'indicazione del settore economico e della regione di attività: (...) Paolo Scaroni (elettrica, Lombardia)».
Niente paura, non c'è nessun errore. Non ci sono casi di omonimia: il Paolo Scaroni promosso dal governo amministratore delegato dell'Enel e nominato Cavaliere del Lavoro su proposta dello stesso governo Berlusconi è lo stesso Paolo Scaroni che, quand'era vicepresidente della Techint, pagava le tangenti al Psi di Bettino Craxi e patteggiò la relativa pena di un anno e 4 mesi di reclusione davanti al tribunale di Milano. E non ci sono nemmeno errori di valutazione: in Italia un condannato (sia pure col patteggiamento) per tangenti non è ritenuto incompatibile con incarichi in un'azienda pubblica o semipubblica. Anzi. Prima di pagare le mazzette Scaroni ne dirigeva una privata: fu promosso a quella pubblica solo dopo che fu preso con le mani nel sacco e patteggiò la pena. Forse per dargli un'altra chance. Ora è arrivata la decorazione finale: il cavalierato del Lavoro dalle mani del capo dello Stato (ovviamente ignaro del suo pedigree). Una sorta di risarcimento all'incontrario, riservato al colpevole anziché alle vittime.

mercoledì 8 settembre 2010

Un grande insegnante non ha eventi da consegnare alla storia.



Un grande insegnante non ha eventi da consegnare alla storia. La sua vita confluisce in altre vite. Uomini così sono la linfa che alimenta il tessuto intimo delle nostre scuole, sono i più alti sacerdoti custodi di un tempio e continueranno ad essere una fiamma che arde e una forza che darà significato alle nostre vite. (Film "Club degli imperatori")


domenica 22 agosto 2010

Quando il vento del cambiamentò soffierà, costruiremo insieme Mulini a vento

Video che ho girato a Creta nell’Altipiano di Lassithi, un’ampia distesa di campi coltivati e frutteti, irrigati dall’acqua pompata da centinaia e centinaia di mulini a vento presenti ovunque, testimoni di un antico sistema di irrigazione costruito dai Veneziani durante la loro dominazione (1212-1669).

Mulino dell'Altopiano di Lassithi, Creta
Il mondo stà cambiando. Una nuova coscienza è in azione, perchè la Terra non ce la fa più a sopportarci. Il passato ed il palazzo cercano di resistere al rinnovamento, evitando accuratamente termini eversivi quali "sviluppo sostenibile”, “energia da fonti rinnovabili”, “mobilità dolce”, "bioedilizia", etc. Sia mai, bestemmie. Non sentirete mai Berlusconi il palazzinaro, parlare di “commercio equo e solidale” magari fischiettando “Laaa dove c’era l’erbaaaaa…” così come non sarà mai capace, pur essendo proprietario di una sorta di monopolio della comunicazione di produrre film come “La vita è bella”. Non importa se gli scienziati dicono che abbiamo qualche decina di anni prima che le catastrofi climatiche sul nostro pianeta Madre Terra diventino irreversibili; l’importante è far credere agli italiani che le priorità siano la legge sulle intercettazioni telefoniche, perché tutti saremmo spiati, i cantieri e le grandi opere possibilmente con grandi colate di cemento. Per fortuna il mondo sta cambiando e giorno dopo giorno gli italiani scoprono accendendo internet e spegnendo Mediaset, che altrove un'altra coscienza è in azione e un altro mondo è possibile.

Mulino dell'Altopiano di Lassithi, Creta


Turbina AK1000, la turbina sottomarina più grande del mondo è stata presentata in Scozia; è stata realizzata dalla Atlantis Reources Corporation, una società specializzata nel segmento. Stando a quanto preannunciato dagli stessi sviluppatori, la turbina della Atlantis sarà installata attraverso degli ancoraggi sul fondo marino, e connessa alla rete elettrica nazionale, già alla fine dell'estate e sarà in grado di generare energia elettrica utile per soddisfare il fabbisogno di oltre mille abitazioni. Con un diametro di circa 18 metri la turbina gigante dovrebbe consentirle la produzione di 1MW di potenza energetica permettendo alla Scozia di incrementare in maniera significativa la propria produzione di energie rinnovabili.
La casa nel bosco. Una costruzione che si sviluppa in verticale, con una superficie che si confonde con la fitta vegetazione circostante. Lo spazio è diviso in tre piani e dotato di terrazze spaziose. Tutti gli ambienti dell'abitazione sono sfruttati al massimo, ma la suggestione maggiore resta quella del mimetismo dell'abitazione con la natura. Olson Sundberg Kundig Allen Architects, Mazama, Washington, 2005. Tiny Houses, Rizzoli International © Olson Sundberg Kundig Allen Architects, photographer Tim Bies

Si chiama Walden la casa realizzata nel 2006 dall'architetto tedesco Nils Holger Moormann. Accessoriata nei minimi dettagli e profonda poco più di un metro, è l'ideale per offrire un rifugio a chi, in realtà, vole vivere a contatto con la natura e lo spazio aperto senza rinunciare a nessuna comodità. Ha due piani e in quello superiore, più protetto, trovano spazio la camera da letto e un piccolo salotto. È uno degli esempi più interessanti del libro Tiny Houses edito da Rizzoli International. www.rizzoliusa.com © Jäger & Jäger
Una grande cubo di legno, aperto in maniera irregolare verso l'esterno e strutturato per essere posizionato con facilità. Una struttura semplice e essenziale che non ha niente da invidiare, per estetica e comodità, alle architetture più ricercate. Box House, Neeson Murcutt Architects. New South Wales, Australia, 1999. Tiny Houses, Rizzoli International. Brett Boardman

venerdì 5 marzo 2010

Una idea per una Agenda 2020: Semester in the Lagoon e Università Ca’ Foscari da Màr

Un academical village con scenario la laguna di Venezia, aspettando che l’Arca dell’educazione comparata prenda finalmente il mare e non restituisca agli studenti soltanto crediti. Thomas Jefferson's Academical Village. For Thomas Jefferson, learning was an integral part of life. The "academical village" is based on the assumption that the life of the mind is a pursuit for all participants in the University, that learning is a lifelong and shared process, and that interaction between scholars and students enlivens the pursuit of knowledge.
Una passeggiata lungo un grande parco verde. Una riflessione.
Un altro mondo, l’Università della Virginia (http://www.virginia.edu/). Se all’ Università Ca’ Foscari il calendario didattico si avvale di aule statiche, dall’altra parte del mondo nella The University hanno già conquistato la “terza dimensione universitaria”, con una offerta formativa che dinamicamente abbraccia i cieli e i mari, quale una per tutti il Semester at Sea:
Semester at Sea mette tutti d’accordo; in fondo è la realizzazione di un sogno.
I cieli e i mari del Semester at Sea.
L’arca di Noè dell’istruzione universitaria, la nave dei talenti MV Explorer (both a traveling university and residential home) ha accolto più di cinquantamila studenti emozionati, accompagnandoli ciclicamente in giro per il mondo per un paio di mesi; un quaranta per cento del totale degli studenti ha potuto usufruire di borse di studio. L’Università, organo propulsivo della cultura di un paese, dovrebbe infatti procacciare finanziamenti ed attrarre sponsor anche per essere in grado, un domani, di realizzare sogni come questi, che oggigiorno troppo banalmente e frettolosamente vengono liquidati come irrealizzabili e utopistici; sogni fluttuanti fuori dalle nude e crude aule universitarie, che fungano da irresistibile tentazione tanto per i giovani talenti quanto per quelle pecorelle che, smarritesi per aver abbandonato la strada maestra dello studio, potrebbero far ritorno all’ovile se questo venisse avvertito anche come una irresistibile tentazione. La società guarda all’Università come al mondo delle idee e si aspetta che tali idee possano impadronirsi del futuro. Lo studente a bordo del MV Explorer tra una lezione e l’altra ha visitato o visiterà Hiroshima, la Grande Muraglia Cinese, il Taj Mahal, La Piramide di Cheope a Giza, le Isole Galapagos, insomma le meraviglie del mondo; ha incontrato o incontrerà, tra gli altri, Nelson Mandela, Mother Theresa, Fidel Castro, Indira Gandhi. Lo studente inoltre avrà accesso a tutto il patrimonio digitale dell’Università della Virginia; trattasi di settantamila libri e trecentocinquantamila immagini, accessibili da tutti. Nessun altro ateneo nel mondo può vantare più volumi in formato elettronico.

Studenti e professori in posa sul MV Explorer.

Altro che “offerta formativa” da banco, qui i crediti universitari diventano stelle nel firmamento della vita. Durante la navigazione si tengono le lezioni e si studia ma when the ship is in a port, no classes are held.

The Rotunda, è il simbolo riconosciuto dell'Università della Virginia. È alto la metà del Pantheon di Roma, che ne ispirò la costruzione.

Thomas Jefferson, il padre fondatore dell'Università della Virginia, è orgoglioso: il campus viaggiante del Semester at Sea è un microcosmo del suo modello Jeffersoniano; nell’università da lui fondata nel 1819, una delle università americane più prestigiose, “nulla al mondo è così potente quanto un' idea della quale sia giunto il tempo” (Victor Hugo). Un fulmine cerebrale nella buia tempesta dell’istruzione; l’Università diventa un irresistibile vettore formativo, un trampolino di lancio attraverso il quale poter raggiungere qualunque verità vicina o lontana, non quattro muri incrostati di un’ aula universitaria rattoppata.

MV Explorer dell’University of Virginia è dotata di 9 aule universitarie ed ha tutte le agevolazioni di un campus universitario quali wireless Internet e una biblioteca con 8.000 volumi.

Se il respiro egualitario delle township jeffersoniane è arrivato fortunatamente anche nelle nostre Università, il percorso di rinnovamento si adagia su riorganizzazioni che sostanzialmente deficitano ancora di grandi idee rivoluzionarie e genialmente anticonformiste, quel mondo di idee richiamato poc’anzi. Fantasticare sul fatto che un Rettore stipuli una convenzione con una compagnia di navigazione per inserire nei percorsi formativi specifici moduli da attuarsi sull’aula didattica del Mar Mediterraneo e dannarsi perché il tutto sia economicamente sopportabile da parte degli studenti, è un artificio fantasioso. In Italia risulta difficile immaginare un Rettore che chieda maggiori finanziamenti al Ministro, per attuare, anche tra dieci anni, un programma formativo sul Mar Mediterraneo che possa nelle intenzioni affermarsi quale irresistibile tentazione per la compagine universitaria europea ed internazionale. L’involuzione impegna ancora tristemente stuole di cortigiani nell’appellarsi vicendevolmente ora Magnifico ora Magnanimo, ora Emerito ora Amplissimo e così via; una vita spesa in convenevoli formali, un mondo ovattato dove regna l’ipocrisia baronale e dove al centro dell’Università non c’è ancora lo studente ma la cattedra e solo la cattedra; perdura una cristallizzazione e una stagnazione della vita universitaria secondo modelli antidiluviani rispetto ad un mondo globalizzato, dove le idee vengono spente come se fossero fiammiferi. Quieta non movere. Quale differenza con l’Università della Virginia, ove per rispettare fino in fondo l’idea Jeffersoniana di uguaglianza, solitamente i professori vengono chiamati "signore" o "signora" (mister/mistress) piuttosto che "Dottore" o "Professore", discriminando per merito e non per titolo. Nella The University gli studenti alla fine di ogni esame firmano una dichiarazione: “sul mio onore di studente, non ho dato né ricevuto aiuto per questo compito/esame.” Grazie a questo sistema d'Onore (Honor System: to not lie, to not cheat, to not steal) ci si spinge fino ad assegnare esami a tempo da svolgere a casa e lo svolgimento di ricerche e studi in maniera particolare. Se nell’Università della Virginia coscienziosamente non è mai stata conferita una laurea honoris causa, dall’altro non si hanno timori reverenziali a riconoscere crediti formativi universitari a quelle attività formative che si terranno nelle vicinanze di una piscina di una nave da crociera.

MV Explorer dell’University of Virginia con gli studenti a terra durante una pausa.

"Semester at Sea" e "Study abroad around the world" sono quindi i motti del Institute for Shipboard Education che vede quale principale sponsor dal 2006 proprio l’University of Virginia, promotrice di una autentica spinta all’internazionalizzazione già dal 1998 con “Virginia 2020: Agenda for the Third Century at the University of Virginia.” (http://www.virginia.edu/virginia2020/). Mentre frequenti le lezioni l’ aula didattica viaggia verso “l’ altro”; mentre prendi appunti l’”Università Affascinante” è diretta verso l’osservazione e l’esperienza empirica. Per fare l’esempio più elementare e se vogliamo banale, è come se l’attività formativa “Storia Bizantina” fosse offerta a Ca’ Foscari su un’ aula didattica che parte da Venezia e raggiunge la capitale europea della cultura 2010, Instanbul.

Immagine futuristica di una possibile Università Ca’ Foscari da Màr

La teoria evoluzionistica di C. R. Darwin non maturò proprio grazie ad un viaggio intorno al mondo sulla nave HMS Beagle, ed in particolare durante la sua sosta alle Isole Galápagos, dove potè sviluppare quelle capacità osservative e analitiche che gli resero possibile la formulazione di un principio biologico rivoluzionario? La possibilità di lavorare durante la spedizione direttamente sul campo d'indagine gli permise di studiare di prima mano sia le caratteristiche geologiche di continenti ed isole, sia un gran numero di organismi viventi e fossili. Bene, questo è quanto oggigiorno manca agli studenti cafoscarini, che se non riescono a spiccare autonomamente il volo, dall’altro non hanno una “università portaerei” che supporti l’internazionalizzazione. Manca l’educazione comparata. "Il “senso internazionale” ha una componente etica ed una conoscitiva; la prima è legata alla concezione che ognuno ha della vita, al concetto dell’uomo, della sua uguaglianza nella dignità, della solidarietà sociale, di un destino globale dell’umanità. Questo atteggiamento etico, che nella forma più matura si presenta come “amore per gli altri”, è indispensabile perché nello studio gli “altri” non siano considerati cose e numeri e variabili, ma esseri umani contrassegnati da una loro originalità e autenticità che solo il rispetto e la estimazione profonda permettono di penetrare con pazienza, tatto, oculatezza, nella consapevolezza che ogni realtà umana individuale o sociale ha le sue profondità nascoste che si traducono non sempre facilmente leggibili per chi osserva provenendo da un altro contesto culturale. Il comparativista sa che non deve lasciarsi andare a reazioni immediate, ma reperire le motivazioni sottese ai comportamenti strani, insoliti, sorprendenti che richiedono nello studioso un autocontrollo abituale. Da qui l’estrema importanza del momento interpretativo, che esige non solo studio attraverso i libri e pubblicazioni, ma anche contatto diretto, convivenza e partecipazione simpatica o empatica, se l’interpretazione vuol raggiungere certe intimità e finezze del contesto studiato. Questo significa lo sforzo, almeno temporaneo, di dimettere la propria mentalità e di lasciarsi assorbire da quella altrui, salvo poi riprendere le distanze della oggettività e svolgere una analisi sia con categorie interne che esterne all’oggetto studiato." (Orizio B., La pedagogia comparata, Brescia, 1977, pp. 60-61) "Coltivar el mar e lassar star la terra" era stato il consiglio lasciato in eredità ai Veneziani da Tommaso Mocenigo ad una Venezia che fino ad allora aveva gravitato totalmente sul mare e oltremare. L'invito non verrà raccolto dal suo successore Francesco Foscari, a cui si deve l'iniziativa nel 1453 di costruire una casa monumento imponente e autocelebrativa "in volta de canal" che tuttora "con ampio sguardo vede da un'alta prospettiva la città" (Ioannesantonius Romanus Ranerius), il palazzo Ca' Foscari, sede dell' omonima Università. Le attuali Linee Guida del Governo per l'Università impongono di "analizzare e valutare le sedi decentrate degli atenei, oggi troppo numerose e non sempre provviste dei necessari requisiti strutturali e qualitativi e verificare contestualmente la loro sostenibilità finanziaria". L'Università Ca' Foscari con l'imminente chiusura di Villa Mocenigo a Oriago di Mira (VE), che dal 1988 ospitava il corso di laurea in Economia e Gestione dei Servizi Turistici vede finire e ridimensionarsi la sua politica espansiva in terraferma. Se ridimensionarsi parrebbe essere d'obbligo, giammai una Università può permettersi di smettere di sognare e di guardare al futuro senza idee. Proprio in una ottica futuristica, per quanto lontana, Ca' Foscari deve rivalutare quell'elemento che è sempre stato il suo genius loci: la laguna ed il mare. L’ Università Ca' Foscari da Mar non è un sogno, ma una delle operazioni culturali possibili in una città come Venezia che è sotto i riflettori del mondo e sotto gli occhi di più di venti milioni di visitatori l’anno. Convegni e moduli formativi sul mare non paiono capricci all' University of Virginia. Dal 1963 l’Institute for Shipboard Education ha realizzato 100 Semestri al Mare attraversando più di 60 paesi ed istruendo più di 50000 studenti di 1500 istituzioni diverse. "Credit while you cruise" è anche il motto della University at sea di St. Petersburg in Florida (http://www.continuingeducation.net/), che riconosce crediti formativi a svariate categorie di professionisti, nell’ambito della formazione continua, attraverso una offerta formativa in navigazione sui mari di tutto il mondo. I convegni e le attività formative sono attuate tramite le maggiori compagnie di navigazione, tra cui non poteva mancare la Costa Cruise Line, di casa a Venezia. Alcune iniziative sono sponsorizzate direttamente dalle stesse Università; ad esempio la 10-Night Roman Empire from Rome, si svolge dal 19 al 29 Aprile 2010 tra Civitavecchia, Dubrovnik, Corfu, Katakolon, Santorini, etc. e vede quale principale sponsor la State University of New York – Stony Brook (http://www.stonybrook.edu/). Una Università diversa è possibile; si suggerisce, sulla scia dell’University of Zagreb e Sevilla University, di stipulare accordi con l’ Università della Virginia che permettano agli studenti di Ca’ Foscari di partecipare al Semester at Sea, secondo le modalità che si riterranno più opportune. Dall’altro, prima di addentrarci nel mondo, avremmo l’obbligo morale di lanciare un “Semester in the lagoon”: a tutti gli studenti verrebbe data, nei mesi primaverili, la possibilità di sperimentare le aule didattiche tra le più affascinanti al mondo, le isole della laguna nord e sud. Battelli che efficientemente trasportino giornalmente le migliaia di studenti nelle isole sperdute della laguna, dove si terranno le lezioni. Una logistica e una regia cafoscarina, che diventerebbero un irresistibile richiamo internazionale, visto che chi torna a casa poi tramanda l’incanto e che nei social network gli studenti avrebbero modo di scambiarsi immagini senza eguali, fotografie di una Università che abbraccia la terra.

Un’ aula didattica immersa nella natura. Se ne possono trovare ovunque l’immaginazione non sia stata soffocata. L’idea, in piccolo, è la stessa della University of Virginia, solo che in questo caso aiuteremmo anche a proteggere culturalmente uno degli ecosistemi più obliterati al mondo dall’ignoranza. Immaginare gli studenti, sparsi per tutta la laguna veneziana, impegnati eticamente in miriadi di piccole lezioni e che all’imbrunire sciamano per rientrare al nido, significa sognare una Università del futuro dove Ca’ Foscari è una galera Reale che sconfigge una banale ed intrusa petroliera. Una Università del futuro che finora vede nelle quattro mura di un’ aula, tutti i propri limiti. C’è da commuoversi quando persone adulte, nell’ambito della formazione permenente, si ritrovano a dire: "I'm just thankful that I've lived long enough to, climb to the top of the leaning tower of Pisa, marvel at the Taj in India, climb the Great Wall of China, almost slide down the inside of the Great Pyramid in Egypt, watch the penguins in Antarctica, and swing on a vine in the Amazon with a group of Semester at Sea students..." Ruby Cavanaugh Koerper, lifelong learner, spring 2007.

domenica 14 febbraio 2010

Il lavoro è una droga che sembra una medicina: chiude il centro di ricerche GlaxoSmithKline, se ne va la Signora Ricerca

"Il lavoro è una droga che sembra una medicina" è una citazione di Thomas Lanier Williams, meglio noto come Tennessee Williams (1911 – 1983)
Mi ero abituato alla Glaxo. Tutte le volte che vado a divertirmi sul lago di Garda e lungo l'A4 passo a fianco al centro ricerche di neuroscienze, lo guardo e vorrei sfiorarlo con la mano, in un misto di ammirazione e rispetto: la Signora Ricerca è dentro e sta lavorando. Scivolo via costretto, vado a divertirmi sul lago, ma so che alle spalle la Signora Ricerca con i suoi "Cervelli" studia fenomeni come la depressione, l’ansia, la dipendenza da droghe, i disturbi del sonno. Non bisogna disturbarla, lei pensa ad un futuro migliore per noi e per i nostri figli, per la dignità dell'uomo.
Ho iniziato veramente a capire l'importanza di questi centri di ricerca visitando i laboratori di ricerca dell'Eth di Zurigo http://www.inesplorazione.it/2008/03/eth-zurigo-politecnico-di-zurigo-dove.html
Invece il più grande polo scientifico-tecnologico della regione, uno degli ultimi grandi centri di ricerca farmaceutica in Italia designato dal Gruppo come Centro di eccellenza in Drug Discovery per le Neuroscienze, che occupa 550 ricercatori (un terzo del totale: lo stabilimento di Verona conta 1.500 dipendenti) entro Dicembre 2010 chiude. La multinazionale inglese “GlaxoSmith Kline” (GSK) ha deciso di chiudere il centro di Ricerca di Verona, con ricadute enormi per la ricerca si pensi che la Glaxo ha attivi progetti con gli Atenei di Verona, Brescia, Genova, Roma, Ferrara e Macerata solo per restare in Italia. Questo è il risultato che si ottiene quando la politica abdica e cede il potere alla finanza; in questo caso il parossismo è che l'Azienda con lo scorso anno ha maturato utili per oltre 2 miliardi di euro, aumentandoli del 66% rispetto al 2008 – ottenendo in Italia svariati (sembra 24) milioni di euro di fondi pubblici proprio per sviluppare i suoi progetti di ricerca.

La sede di Verona della Glaxo
Una società dove la finanza non viene adeguatamente tassata (il livello di tassazione sulle rendite finanziarie in italia è al 12,5% mentre la media europea è tra il 20 e il 22%) e dove taluni investono e speculano sul fatto che la Borsa perda e quindi che delle aziende chiudano lasciando i propri lavoratori a casa, è una società senza futuro. Una società, come quella italiana fanalino di coda in materia, che non investe nella ricerca è una società senza futuro.
Il finale della solità nenia...: sembra che Gsk abbia aperto un centro ricerche che si occupa di neuroscienze in Cina. Il governo cinese ha praticamente regalato tutto, anche i primi cinquanta ricercatori. Che nenia.

Ho fotografato il sito web della GlaxoSmithKline (GSK) al 14/02/2010, che alla voce "Chi Siamo" ancora riporta quanto segue: "è una multinazionale farmaceutica, basata sulla ricerca, nata nel dicembre 2000 dalla fusione di Glaxo Wellcome e SmithKline Beecham. Con oltre 100 mila dipendenti, un fatturato di circa 33 miliardi di euro e una quota di mercato del 5,6 per cento, il gruppo si colloca al secondo posto nel mondo. La Ricerca e Sviluppo può contare su oltre 15 mila ricercatori che operano in Centri ricerca dislocati in vari paesi tra i quali: Belgio, Cina, Croazia, Francia, Giappone, Italia, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti. In Italia, dove è presente dal 1932, GSK occupa oltre 3.000 dipendenti e ha la sua sede principale a Verona, ove è presente anche il Centro ricerche che, con oltre 700 addetti, molti dei quali stranieri, è stato designato dal Gruppo come Centro di eccellenza in Drug Discovery per le Neuroscienze."

domenica 9 marzo 2008

ETH Zurigo: Politecnico di Zurigo dove il ricercatore è veramente il protagonista

Uno scorcio da me fotografato del lago di Zurigo che bagna l'omonima città. Il lago è pulito e nella bella stagione vi si può fare il bagno. I camminamenti lungo il lago sono particolarmente curati e la cittadinanza nelle belle giornate vi si riversa festosamente a passeggiare.
Sono stato in Svizzera un paio di giorni (1), in particolare a Zurigo, la città più grande della confederazione. La città è servita perfettamente da molteplici linee di tram e filobus (13 linee di tram per la precisione e 6 di filobus dell'azienda Verkehrsbetriebe Zürich ) che hanno la precedenza sul traffico automobilistico. Il tram non è vissuto come una anomalia da dedicarvici un'unica linea un po' come è successo nelle mie zone (a Padova ed ora a Mestre), ma è lo standard che scoraggia l'uso dell'auto propria garantendo l'abbattimento dell'inquinamento dovuto alle polveri sottili. Tutte le principali vie a Zurigo quindi, hanno una trama infinita di cavi elettrici sospesi che forniscono elettricità ai tram, che realmente sono puntuali fino alla noia. Ecco, la Svizzera può forse deludere per questo: la perfezione può stancare. Nei tram, la gente è fredda e composta, non si formano campanelli di persone che discorrono tra loro, e gli svizzeri sono austeramente e compostamente seduti sui loro posti, in un silenzio assordante.

Uno scorcio di Zurigo dalla terrazza panoramica dell'Università di Zurigo
Ma ciò di cui intendo parlare in questo articolo è l'istituto politecnico federale di Zurigo (ETHZ), fondato nel 1855, che ho visitato rimanendo impressionato.
Da questa Università sono usciti decine e decine di premi nobel: uno per tutti Albert Einstein che qui si laureò, dall'ottobre 1896 all'agosto 1900.

Albert Einstein
La parte più dinamica ed in espanzione del politecnico è sicuramente il campus di Hönggerberg, collocato in mezzo al verde, ma comunque velocemente raggiungibile dal centro, sulle alture poco distanti dal centro di Zurigo. Gli spazi aperti e verdi, favoriscono l'intelletto ed un clima sereno.

Gli edifici universitari del politecnico sono inseriti in un paesaggio ameno.
Il Politecnico di Zurigo, che a mano a mano negli anni ha acquisito fama mondiale, conta circa 13'000 studenti e 7'500 collaboratori, e punta a diventare una vera e propria Science City, dotata di alloggi e molti altri servizi, come palestre e zone ricreative dedicate agli studendi. (il fatto di vedere le mucche pascolare ad un centinaio di metri dalle strutture universitarie mi ha ricordato l'Agripolis, il campus universitario della Facoltà di medicina veterinaria e della Facoltà di Agraria dell'Università degli studi di Padova).
Come potrete evincere dal video che vi propongo con immagini da me girate, il politecnico offre agli studenti e ai ricercatori infrastrutture fra le più moderne e laboratori di ricerca tra i più all'avanguardia nel mondo. Il protagonista è il ricercatore Scienziato. Nei laboratori che si vedono nel video, dotati di strumentazioni costosissime, si attua la ricerca sul Cancro.

Video sul Politecnico di Zurigo. La prima canzone di sottofondo era (ho dovuto poi sostituire l'audio) Comptine d'un autre été: L'après-midi di Yann Tiersen ; come seconda canzone avevo scelto un remix creato a partire dalla famosa telefonata tra Silvio Berlusconi e Agostino Saccà , che fa da sfondo alle immagini dei laboratori svizzeri dove si concretizza la ricerca sul Cancro; questo per denunciare, se mai ce ne fosse bisogno, che l'attuale sistema politico italiano che bene è rappresentato da questa schifosa telefonata, impedisce all'Italia di crescere, non investendo nella ricerca e nella cultura, veri assi portanti di una società civile. Forse a qualcuno, fa comodo avere telespettatori ignoranti e inebetiti. 


La mensa dell'ETH, con panchine e tavoli in pietra posizionati in un giardino che circonda gli edifici.


Le organizzazioni universitarie italiane non sono preparate culturalmente ed organizzate concretamente per ricercare finanziamenti negli utili di quelle società commerciali, che invece potrebbero grazie proprio alla ricerca, riuscire a competere in un mercato ormai globalizzato. In Italia, si tende per forma mentis, ad aspettare i finanziamenti dallo Stato come nell'avamposto di Dino Buzzati si aspettavano i Tartari. L'organizzazione universitaria è spesso una macchina burocratica autoreferenziale, vittima dei suoi stessi procedimenti che crea e distrugge, in cui il dipendente confinato perimetralmente nel suo ufficio, è come se fosse prigioniero all'interno di una fattoria senza però poter andare a mietere il grano o a falciare l'erba per poter contribuire concretamente ad un surplus. L'idea di squinzagliare nel territorio le proprie risorse umane a procacciare finanziamenti per l'università è considerata ancora eversiva. Lo fanno tutte le grandi aziende per loro natura con reti commerciali fatte di agenti e rappresentanti, perchè non farlo per una nobile causa quale la cultura? Ed ecco quindi che se uno Stato indebitato come l'Italia non funziona, ecco che si tira dietro anche tutte le Università, che galleggiano nella mediocrità finanziaria. Ho trovato sostegno alle mie idee su http://www.valeriomelandri.it/ , un Blog dedicato al Fund Raising, il cui autore è il direttore del Master universitario in fund raising per il nonprofit e gli enti pubblici dell'Università di Bologna.
Per ulteriori info sul Politecnico di Zurigo:
L'edifico in cui sono stato ospite, aveva al piano sottointerrato un bunker antiatomico, residuo del periodo della guerra fredda. Il bunker tuttavia è ancora attrezzato con porte blindate di spessore generoso all'esterno e all'interno ed un sistema di depurazione e riciclo dell'aria e dell'acqua.
In Svizzera una legge degli anni '70 obbliga ogni cittadino ad avere un posto in un rifugio antiatomico. Per legge i bunker devono avere i solai di 40 cm di spessore e i muri di trenta, ed essere autosufficienti per almeno sei mesi per quello che riguarda cibo, acqua e aria. Chi non dispone di un bunker, che può essere condominiale o relativo alla singola abitazione, deve pagare una tassa l'anno per garantirsi un posto nei rifugi collettivi.
Si può verificare quanto sopraccitato al Cap. 5 Sezione 1 della Legge federale sulla protezione della popolazione e sulla protezione civile (LPPC) del 4 ottobre 2002 che così recita:
Capitolo 5: Costruzioni di protezione
Sezione 1: Rifugi
Art. 45 Principio Ogni abitante deve disporre di un posto protetto raggiungibile in tempo utile dalla sua abitazione.
Art. 46 Obbligo di costruire 1. I proprietari d’immobili sono tenuti a realizzare ed equipaggiare rifugi in tutti i nuovi edifici abitativi, negli istituti e negli ospedali nonché a occuparsi della loro manutenzione. 2. I Comuni sono tenuti a realizzare rifugi pubblici equipaggiati nelle zone in cui non vi sono posti protetti a sufficienza. 3. I Cantoni possono obbligare i proprietari e i possessori di beni culturali mobili e immobili ad adottare o tollerare misure edilizie per la protezione di tali beni.
Art. 47 Gestione, contributi sostitutivi
1. Per garantire un’offerta equilibrata di posti protetti, i Cantoni gestiscono la costruzione di rifugi in base alle prescrizioni federali. 2. I proprietari di edifici abitativi che non realizzano un rifugio privato devono versare contributi sostitutivi. I contributi sostitutivi vengono impiegati in primo luogo per il finanziamento dei rifugi pubblici comunali. Se tutti i rifugi richiesti sono realizzati o finanziariamente garantiti mediante contributi sostitutivi, i contributi rimanenti possono essere destinati ad altre misure nel campo della protezione civile. 3 .Se il fabbisogno di posti protetti è coperto, i Cantoni decidono in che misura devono essere realizzati rifugi oppure versati contributi sostitutivi. 4. I Cantoni determinano l’ammontare dei contributi sostitutivi in base alle prescrizioni della Confederazione. 5. I contributi sostitutivi restano di proprietà dei Comuni che li hanno ricevuti. Il Cantone disciplina l’utilizzazione dei contributi sostitutivi versati alle strutture organizzative regionali e cantonali.
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(1) Il bollo obbligatorio per attraversare le autostrade svizzere l'ho acquistato direttamente alla frontiera a Chiasso al costo di 30 euro. Quindi si può tranquillamente arrivare alla dogana sprovvisti del bollo. Dopo aver oltrepassato il confine nelle aree di sosta si trovano i cambi, dove poter ottenere eventualmente i franchi svizzeri di cui si abbisogna.

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