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giovedì 1 gennaio 2015

Un selfie con Renzi ti uccide l'anima.

Ci vogliono nelle gabbie con gli iPhone. Inebetiti ad involvere ad uno stato primordiale. Senza capacità di reagire o pensare. Rapiti dallo specchio delle vanità, da mode lanciate dalle multinazionali americane che ci guardano morbosamente la vita dalla finestra (Facebook). Creature con fattezze umane, ma spiritualmente ritardate. Consumano, fornicano, inseguono una palla. Non leggono, non scrivono, non pensano, non amano, ne si autogovernano. Arte e scienza, virtù e religione, famiglia e amicizia vengono lentamente consumate in un selfie collettivo, dove la nostra anima si consuma e muore. Quel che più conta è la gratificazione immediata. La speranza di poter diventare famosi. "Non rimandare mai a domani il divertimento di oggi". Nessuno aspira a qualcosa di più. L'uomo nuovo è disumanizzato. Ed allora fermiamoci a pensare. A omogeneizzazione, mediocrità, divertimenti banali, affetti superficiali, gusti triviali, falso appagamento, incapacità di provare amore e desiderio, aggiungiamo pure il selfie con Renzi.

lunedì 29 dicembre 2014

Chi con il suo 'Tweet' punge Renzi. Dove osano cinguettare i gufi.

Matteo ha incantato quasi tutti. Un pifferaio magico veramente. Sicuramente l'Italiano medio Fantozzi che con gli 80 euro gattona al bar a soddisfare la propria bavosa libidine alle slot per dementi dipendenti. La figlia Mariangela invece, a casa disoccupata e mazziata, balbetta qualche tweet audace di protesta con sexy account 'cappuccettorosso17' ma viene subito zittita dai 'gufa!' e 'rosicona!' del Premier onnipotente. Asfaltata, rottatamata come tutti i giovani. Ed eccoci alle liti in famiglia per miseria. Ne sentivamo la mancanza. Padre contro figlia, generazioni l'una contro l'altra in una nuova lotta tra poveri. 

Dopo il purgatorio di Monti, chi avrebbe mai pensato di ritrovarsi all'Inferno con lo scout Renzi? 'Perdete ogni speranza, Voi che votate.' È successo. Come sempre partigiane (nel destino della Storia d'Italia), le brigate dei gufi e dei rosiconi provano a scuotere quello che resta delle coscienze ottenebrate da questo Kraken patetico, accolto in alcune scuole da bambini addestrati ed allineati a cantare 'Forza Matteo'. Ma Renzi ha un imperdonabile vizietto difetto. Una carica di pateticità all'ennesima potenza. Una bomba di melassa vomitevole che mette a nudo le sue vanità. I giochini, sorrisini, battutine con i giornalisti sono lo strumento per appagare il suo ego. Per descrivervi questo stomachevole sfarfallio allo stomaco non ho altro di meglio  che mostrarvi il volto di Barbara D'Urso, la tipica giornalista italiana prona che pone le domande ai potenti. Li rappresenta un po' tutti.


A questo punto, avrete capito a quale sentiment alludo. Vi aspetto, siete andati a vomitare. 

Con Monti eravamo in Purgatorio. Vabbè poi, lo dice anche Dante, viene il Paradiso. ODDIO QUI ITALIA DI RENZI È L'INFERNO.

Inferno Italia: 'LASCIATE OGNI SPERANZA VOI CHE VOTATE'

sabato 27 dicembre 2014

Renzi NUN ME ROMPE ER CA'.


Matteo Renzi ricevette 50 milioni di vecchie lire, dall'altro socio del patto del Nazareno, partecipando come concorrente raccomandato alla Ruota della Fortuna (Mediaset). Gira, gira, gira ...la fortuna continua ad arridere ai soci del patto del Nazareno. A noi #gufi e #rosiconi, la ruota della sfortuna? Noi proni, con la mano tesa ad elemosinare 80 euro, mentre il padre di Matteo contrae  1.300.000 € di debiti dopo aver nominato il figlio dirigente raccomandato? No, ma voi state scherzando. Vomito. Renzi NUN ME ROMPE ER CA'

giovedì 15 maggio 2014

Beppe Grillo da Bruno Vespa. La fine della coerenza è comica.


C'è una cosa che nessuno sopporta più, sono i parolai. Professionisti della parola, dell'arte della retorica, che predicano bene e razzolano male. I Savonarola e i Martin Lutero che ti twittano il cambiamento. Beppe Grillo sembrava avere una parvenza di coerenza. Gridava, sbraitava, si dava da fare, anche se non posso perdonargli una scoreggia, quella di aver aperto il movimento a quegli ignoranti di Casapound. Lo stavo a guardare incuriosito. Poi venne il giorno anche per lui, il giorno del giudizio. Beppe Grillo ha annunciato di andare da Bruno Vespa. Proprio da quel camerlengo che ha manipolato la comunicazione italiana, come un prete che distorce la sua messa blasfema. Quel salotto ipocrita, mai una difficoltà vera. Il declino di Beppe Grillo è iniziato. La fine della coerenza è comica.

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