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venerdì 16 maggio 2008

Disobbedienza civile alla Thoreau

Babylon by ZivCG. A modern view
Bruegel Pieter the Elder, The "Little" Tower of Babel c. 1563 (180 Kb); Oil on panel, 60 x 74.5 cm; Museum Boymans-van Beuningen, Rotterdam. La torre di Babele è la leggendaria costruzione di cui narra la Bibbia nel libro della Genesi. La torre, in mattoni, fu costruita nel Sennaar (in Mesopotamia) con l'intenzione di arrivare al cielo e dunque a Dio. Dal punto di vista archeologico, si fa corrispondere la biblica Torre di Babele alla gigantesca ziqqurat iniziata dal sovrano babilonese Nabucodonosor I (XII secolo a.C.). Proprio per questa sua mole straordinaria, essa fu considerata dagli Ebrei simbolo dell'arroganza umana. Dal Libro della Genesi « Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole. Emigrando dall'oriente gli uomini capitarono in una pianura nel paese del Sennaar e vi si stabilirono. Si dissero l'un l'altro: "Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco". Il mattone servì loro da pietra e il bitume da cemento. Poi dissero: "Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non dispenderci su tutta la terra". Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo. Il Signore disse: "Ecco, essi sono un popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l'inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua perché non comprendano più l'uno la lingua dell'altro". Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città. Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra. » (dalla Bibbia, libro della Genesi 11, 1-9)
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Disobbedienza Civile (Civil Desobedience) è il titolo di un famoso saggio di Henry David Thoreau ,presentato per la prima volta nel 1848 ed infine pubblicato nel '49. In questo saggio Thoreau condanna apertamente le scelte del governo statunitense, in particolare la permissione della schiavitù e la guerra espansionistica contro il Messico; per questi motivi egli si rifiutò di pagare le tasse, tentando di boicottare la politica del governo e di non contribuire al rafforzamento dello schiavismo nel Sud, ma presto venne incarcerato (probabilmente solo per una notte, poiché una sua zia pagò per lui la tassa in questione). Proprio da quest'esperienza nasce Disobbedienza Civile, in cui egli spiega i motivi del suo arresto ingiusto, sostenendo che è ammissibile non rispettare le leggi quando esse vanno contro la coscienza e i diritti dell'uomo; Thoreau fonda così i primi movimenti di protesta e resistenza non violenta, che verranno successivamente rappresentati da Martin Luther King e Gandhi. Quando infatti Thoreau scrive che è necessario disubbidire a leggi ingiuste, o perlomeno attuare una sorta di "resistenza" ad esse, egli non pensa ad una rivolta violenta, ad una rivoluzione armata, ma semplicemente ad una non collaborazione col governo che le ha imposte. Una delle idee principali del saggio è che qualsiasi forma di governo limita drasticamente la singolarità di ogni individuo, perché significa far decidere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato unicamente a coloro che sono al potere, non tenendo conto del parere e delle esigenze del popolo; la legge non rende perciò l'uomo giusto, lo rende anzi ingiusto quando egli, fedele ai suoi valori ed alla sua libertà, non la rispetta. Più che "Il governo migliore è quello che governa meno", Thoreau sostiene quindi l'idea che "Il governo migliore è quello che non governa affatto". Con Disobbedienza Civile possiamo quindi considerare Thoreau un anarchico, sì, ma pur sempre un anarchico non violento.
Riporto qui di seguito il testo integrale di Disobbedienza Civile, sottolineandovi in grassetto le parti a mio avviso più rilevanti. Vi ho inserito dei quadri di Pieter Bruegel il Vecchio (ca. 1525 – 1569) che è stato un pittore fiammingo della prima metà del Cinquecento.
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Disobbedienza Civile di Henry David Thoreau


Accetto di tutto cuore l'affermazione, - "Il governo migliore è quello che governa meno", e vorrei vederla messa in pratica più rapidamente e sistematicamente. Se attuata, essa porta infine a quest'altra affermazione, alla quale pure credo, - "Il miglior governo è quello che non governa affatto", e quando gli uomini saranno pronti, sarà proprio quello il tipo di governo che avranno. Il governo è nell'ipotesi migliore solo un espediente; ma la maggior parte dei governi sono di solito espedienti inutili, e tutti i governi sono tali di quando in quando. Le obiezioni che sono state sollevate contro l'esistenza di un esercito permanente, ed esse sono molte, sono consistenti e meriterebbero di prevalere, potrebbero essere sollevate anche contro l'esistenza di un governo permanente. L'esercito permanente è solo un braccio del governo permanente. Il governo stesso, che è soltanto la forma nella quale il popolo ha scelto di esercitare la propria volontà, è allo stesso modo suscettibile di abusi e di deviazioni, prima ancora che il popolo possa agire mediante esso. Prova di ciò è l'attuale guerra contro il Messico, ad opera di un numero relativamente piccolo di individui che si servono del governo permanente come di un proprio strumento; in fondo, il popolo non avrebbe acconsentito a quest'impresa. Questo governo americano, - che cos'è se non una tradizione, anche se recente, che si sforza di trasmettersi inalterata ai posteri, ma che sta perdendo parte della propria integrità istante dopo istante? Non ha la vitalità e la forza di un singolo uomo vivente, dal momento che un solo uomo è in grado di piegarlo alla sua volontà. Si tratta di una sorta di cannone di legno per il popolo stesso; e, se le persone dovessero usarlo per davvero gli uni contro gli altri, sicuramente si spezzerà. Ma è necessario nonostante ciò, perché il popolo deve avere un qualche complicato macchinario, e deve poterne sentire il rumore, per soddisfare la sua idea di governo. In questo modo i governi mostrano come sia facile che gli uomini si lascino ingannare, persino che essi stessi si autoingannino, per proprio vantaggio. È notevole, dobbiamo tutti ammetterlo; tuttavia questo governo, da parte sua, non ha mai portato avanti nessuna impresa con la stessa alacrità con la quale è venuto meno ai propri compiti. Esso non mantiene libero il paese. Esso non colonizza l'Ovest. It does not educate. Esso non fornisce istruzione. Il carattere innato del popolo americano ha ottenuto tutto quello che è stato ottenuto; ed avrebbe fatto qualcosa di più, se il governo non si fosse talvolta messo in mezzo. Infatti il governo è un espediente mediante il quale gli uomini potrebbero tranquillamente lasciarsi in pace a vicenda; e, come si è detto, quanto più i governati vengono da esso lasciati in pace, tanto più è vantaggioso. Se scambi e commerci non fossero fatti di gomma, non riuscirebbero mai a superare gli ostacoli che i legislatori pongono continuamente sulla loro strada; e se uno dovesse giudicare questi uomini soltanto in base agli effetti delle loro azioni, e non, in parte, in base alle loro intenzioni, essi meriterebbero d'essere considerati e puniti come quei malvagi che ostruiscono i binari ferroviari. Tuttavia, per parlare in modo pratico e da cittadino, a differenza di coloro che si definiscono anarchici io non chiedo che si abolisca immediatamente il governo, ma chiedo immediatamente un governo migliore. Si lasci che ogni uomo renda noto quale tipo di governo susciterebbe in lui il rispetto, e quello sarà il primo passo per riuscire ad ottenerlo. Dopo tutto, la ragione pratica per la quale, quando il potere è per una volta nelle mani del popolo, si permette ad una maggioranza di governare, e lo si fa per un lungo periodo ininterrotto, non sta nel fatto che la cosa più probabile è che essa sia nel giusto, né nel fatto che ciò sembra la cosa più equa alla minoranza, ma nel fatto che la maggioranza è fisicamente la più forte. Ma un governo nel quale la maggioranza comandi in tutti i casi non può essere basato sulla giustizia, neppure nei limiti nei quali gli uomini la intendono. Non può esistere un governo nel quale non siano le maggioranze a stabilire, virtualmente, il giusto e l'ingiusto, bensì la coscienza? - nel quale le maggioranze decidano soltanto le questioni alle quali sia possibile applicare la regola dell'opportunità? Deve il cittadino - anche se solo per un momento, od in minima parte - affidare sempre la propria coscienza al legislatore? Perché allora ogni uomo ha una coscienza? Io penso che dovremmo essere prima uomini, e poi cittadini. Non è desiderabile coltivare il rispetto della legge nella stessa misura nella quale si coltiva il giusto. Il solo obbligo che ho diritto di assumermi è quello di fare sempre ciò che ritengo giusto. Si dice abbastanza correttamente che una corporazione non abbia coscienza; ma una corporazione costituita da uomini di coscienza è una corporazione con una coscienza. La legge non ha mai reso gli uomini neppure poco più giusti; ed anzi, a causa del rispetto della legge, perfino gli onesti sono quotidianamente trasformati in agenti d'ingiustizia. Un risultato comune e naturale del non dovuto rispetto per la legge è il seguente, che potresti vedere una fila di soldati, colonnello, capitano, caporale, soldati semplici, trasportatori di esplosivi, tutti che marciano verso le guerre in bell'ordine, per monti e valli, contro la propria volontà, ahimè, contro il proprio buon senso e le proprie coscienze, cosa che rende la marcia molto faticosa, e che produce una palpitazione del cuore. Essi non hanno dubbi sul fatto d'essere coinvolti in un maledetto pasticcio; sono tutti uomini d'animo pacifico. E ora, cosa sono? Uomini? oppure fortini e depositi di armi ambulanti, al servizio di qualche potente senza scrupoli? "Visitate l'arsenale, e prendete un "marine", ecco l'uomo che il governo americano riesce a creare, ecco come può ridurre un uomo con la sua magia nera - una mera ombra, un vago ricordo d'umanità, un uomo ancora vivo e già, si potrebbe dire, sepolto sotto le armi con tanto di corteo funebre, anche se potrebbe succedere che


"Non un tamburo si udiva, non una nota funebre, Mentre in fretta trasportavamo il suo cadavere al riparo; Non un soldato sparò un colpo d'addio sopra il sepolcro nel quale seppellimmo il nostro eroe".
La massa degli uomini serve lo stato in questo modo, non come uomini soprattutto, bensì come macchine, con i propri corpi. Essi formano l'esercito permanente, e la milizia, i secondini, i poliziotti, i posse comitatus, ecc. Nella maggior parte dei casi non v'è alcun libero esercizio della facoltà di giudizio o del senso morale; invece si mettono allo stesso livello del legno e della terra e delle pietre, e forse si possono fabbricare uomini di legno che serviranno altrettanto bene allo scopo. Uomini del genere non incutono maggior rispetto che se fossero di paglia o di sterco. Hanno lo stesso tipo di valore dei cavalli e dei cani. Tuttavia persino esseri simili sono comunemente stimati dei buoni cittadini. Altri, come la maggior parte dei legislatori, dei politici, degli avvocati, dei ministri del culto, e dei funzionari statali, servono lo Stato principalmente con le proprie teste; e, dato che raramente fanno delle distinzioni morali, sono pronti a servire nello stesso tempo il diavolo, pur senza volerlo, e Dio. Pochissimi, come gli eroi, i patrioti, i martiri, i riformatori in senso elevato, e gli uomini, servono lo Stato anche con la propria coscienza, e dunque per la maggior parte necessariamente gli si oppongono; e sono comunemente trattati da esso come nemici. Un uomo saggio sarà utile soltanto come uomo, e non si sottometterà ad essere "argilla", né "ad otturare un buco per non far entrare il vento", ma lascerà questo compito alle sue ceneri almeno:
"Sono di nascita troppo nobile per diventare di proprietà, Per essere il secondo al comando, O un utile servo e strumento Di qualunque stato sovrano al mondo".
Chi si concede interamente ai propri simili appare loro essere un uomo inutile ed egoista; ma chi si concede loro solo in parte, è considerato un benefattore ed un filantropo. Come deve comportarsi un uomo, oggi, nei confronti di questo governo americano? Io rispondo che non può esservi associato senza che ciò sia un disonore. Non mi è possibile neppure per un momento riconoscere come il mio governo quell'organizzazione politica che sia anche un governo schiavista. Tutti gli uomini riconoscono il diritto alla rivoluzione, quindi il diritto di rifiutare l'obbedienza, e d'opporre resistenza al governo, quando la sua tirannia o la sua inefficienza siano grandi ed intollerabili. Ma quasi tutti sostengono che non sia questo il caso ora. Ma lo era, essi pensano, all'epoca della Rivoluzione del '75. Ma se qualcuno mi dicesse che quello era un cattivo governo perché tassava certe merci straniere d'importazione, è molto probabile che io non solleverei difficoltà su ciò, perché posso fare a meno di quelle merci: tutte le macchine hanno il loro attrito, ed esso ha forse un lato positivo in grado di controbilanciare quello negativo. Ad ogni modo, è un gran male darvi molto peso. Ma quando l'attrito arriva ad avere la sua macchina, e l'oppressione ed il ladrocinio sono organizzati, allora io dico, non teniamoci questa macchina più a lungo. In altre parole, quando un sesto della popolazione di una nazione che si è impegnata ad essere il rifugio della libertà è formato da schiavi, ed un intero paese è invaso e sottomesso ingiustamente da un esercito straniero, ed è soggetto alla legge marziale, penso che non sia troppo presto per gli uomini onesti per ribellarsi e fare una rivoluzione. Ciò che rende questo compito ancora più urgente è il fatto che il paese assoggettato non è il nostro, ma nostro è l'esercito invasore. Paley, per molti una riconosciuta autorità su questioni morali, nel suo capitolo dedicato al "Dovere di Sottomissione al Governo Civile", risolve l'intero dovere civile in termini di convenienza e prosegue dicendo che, "fino a quando l'interesse dell'intera società lo richieda, cioè, finché il governo in carica non possa essere combattuto o cambiato senza danno pubblico, è volere di Dio che al governo in carica si presti obbedienza, e non oltre". ... "Ammettendo questo principio, la legittimità di ogni caso particolare di resistenza si riduce ad un calcolo, da un lato della quantità di pericolo e offesa, e dall'altro della probabilità di successo e di quanto costerà ottenere una riparazione". Su questo, afferma, ogni uomo dovrà giudicare per sé. Ma Paley non sembra aver mai contemplato quei casi ai quali il principio della convenienza non si applica, quando un popolo, così come un individuo, deve fare giustizia, costi quel che costi. Se ho ingiustamente strappato una tavola ad un uomo che sta per annegare, devo restituirgliela a costo d'annegare io stesso. Ciò, secondo Paley, non sarebbe conveniente. Ma in un caso simile, chi si salvasse la vita, in realtà la perderebbe. Questo popolo deve smettere di tenere schiavi e di fare guerra al Messico, anche se ciò dovesse costargli la sua esistenza come popolo. Nella loro prassi, le nazioni concordano con Paley; ma qualcuno pensa davvero che il Massachusetts stia facendo ciò che è giusto, nella crisi attuale? "Una puttana di rango, una sgualdrina vestita d'argento, Ha il suo strascico sollevato, e la sua anima si trascina nella sporcizia". Parlando in maniera pratica, coloro i quali nel Massachusetts si oppongono ad una riforma non sono un centinaio di migliaia di politici del Sud, ma un centinaio di migliaia di mercanti e di contadini qui, i quali sono più interessati al commercio ed all'agricoltura che all'umanità, e non sono disposti a rendere giustizia agli schiavi ed al Messico, costi quel che costi. Non me la prendo con gli avversari lontani, ma con coloro che, vicino a noi, offrono la propria collaborazione e fanno gli interessi di coloro che sono lontani, e senza i quali questi ultimi sarebbero inoffensivi. Siamo abituati a dire che la massa degli uomini è impreparata; ma il cambiamento in meglio è lento, in quanto i pochi non sono sostanzialmente più saggi o migliori dei molti. Non è tanto importante che molti siano buoni come te, quanto il fatto che esista da qualche parte qualcosa di buono in assoluto, poiché questo influenzerà l'intera massa. Ci sono migliaia di persone che in teoria si oppongono alla schiavitù ed alla guerra, ma che in pratica non fanno niente per porvi fine; persone che, considerandosi discendenti di Washington e di Franklin, se ne stanno sedute con le mani in tasca, e dicono di non sapere cosa fare, e che non fanno niente; che addirittura pospongono la questione della libertà a quella del libero scambio, e leggono tranquillamente il listino-prezzi e le ultime notizie dal Messico dopo cena, e magari si addormentano su entrambi. Qual è il prezzo corrente di un uomo onesto e di un patriota oggi? Esitano, e si rammaricano, e talvolta fanno petizioni; ma non fanno niente con serietà ed in maniera efficace. Aspetteranno, ben disposti, che altri pongano rimedio al male, così da non doversene più rammaricare. Al massimo, si limitano a dare un voto che costa loro poco, ed un debole incoraggiamento ed un Augurio al giusto, quando passa loro vicino. Ci sono novecentonovantanove patroni della giustizia per ogni uomo giusto; ma è più facile trattare con l'effettivo possessore di una cosa piuttosto che con il suo temporaneo custode. Ogni votazione è una sorta di gioco d'azzardo, come la dama o il "backgammon", con una lieve sfumatura morale, un gioco con il giusto e l'ingiusto, con le questioni morali; e naturalmente le scommesse lo accompagnano. Il buon nome dei votanti non è in discussione. Può darsi che io dia il mio voto in base a ciò che considero giusto; ma non è per me vitale che il giusto prevalga. Sono disponibile a lasciare ciò alla maggioranza. L'impegno del voto, dunque, non va mai oltre quello della convenienza. Persino votare per il giusto è un non fare niente per esso. Significa solo manifestare debolmente agli uomini il desiderio che il giusto debba prevalere. Un uomo saggio non lascerà il giusto alla mercé del caso, né desidererà che esso prevalga mediante il potere della maggioranza. C'è pochissima virtù nell'azione delle masse umane. Quando la maggioranza alla fine voterà per l'abolizione della schiavitù, sarà perché la schiavitù le è indifferente, oppure perché sarà rimasta ben poca schiavitù da abolire con il proprio voto. Allora saranno loro gli unici schiavi. Solo il voto di colui che afferma con esso la propria libertà può affrettare l'abolizione della schiavitù. Sento parlare di un congresso a Baltimora, o altrove, per la selezione di un candidato alla Presidenza, un congresso composto prevalentemente da direttori di giornali, e da uomini che sono politici di professione; ma penso, qualunque decisione essi possano prendere, che importanza avrà per un uomo indipendente, intelligente, e rispettabile, se non goderemo noi, ugualmente, del beneficio della sua saggezza e della sua onestà? Non possiamo forse contare su qualche voto indipendente? Non ci sono forse molti individui nel paese che non partecipano ai congressi? Invece no: scopro che il cosiddetto uomo rispettabile s'è immediatamente mosso dalla sua posizione, e che ha perso le speranze nel suo paese, quando il suo paese ha più ragioni di disperare senza di lui. Egli senza indugi adotta uno dei candidati così selezionati come l'unico disponibile, dimostrando così d'essere egli stesso disponibile per qualunque scopo demagogico. Il suo voto non vale più di quello di qualunque straniero senza scrupoli o di qualunque nativo corrotto, che siano stati comprati. Cosa non darei per un uomo che sia un uomo, e che, come dice il mio vicino, abbia una spina dorsale che non puoi trapassare con una mano! Le nostre statistiche sono in errore: la popolazione è stata dichiarata troppo numerosa. Quanti uomini ci sono per ogni mille miglia quadrate nel paese? A mala pena uno. Forse non offre l'America ogni incentivo agli uomini affinché si stabiliscano qui? L'Americano è degenerato in un Tipo Strano, - uno che potrebbe essere riconosciuto dallo sviluppo del suo spirito gregario, e da una manifesta mancanza di intelletto e di serena fiducia in se stesso; uno per il quale la prima e principale preoccupazione, venendo al mondo, è quella di accertarsi che gli ospizi siano in buone condizioni; e, prima ancora di avere legittimamente indossato l'abito virile, quella di raccogliere fondi per il sostentamento di eventuali vedove ed orfani; uno che, in breve, si avventura nella vita solo con l'aiuto della società di mutuo soccorso, la quale ha promesso di dargli una decente sepoltura. Di fatto, non è dovere di un individuo dedicarsi all'estirpazione del male, anche del più grande; giustamente, egli potrebbe avere altre faccende che lo occupano; ma è suo dovere, almeno, tenersene fuori e, se non vi pensa oltre, non dargli il suo supporto praticamente. Se mi dedico ad altri scopi e progetti, dapprima devo almeno verificare che non li sto perseguendo stando seduto sulle spalle d'un altro uomo. Prima di tutto devo scendere da lì, affinché anch'egli possa perseguire i suoi obiettivi. Osservate quale grossolana contraddizione si tollera. Ho sentito alcuni miei concittadini dire: "Vorrei che mi ordinassero di aiutare a sedare un'insurrezione degli schiavi, o di marciare contro il Messico, - figuriamoci se ci andrei"; e tuttavia ognuno di questi stessi uomini ha fornito un sostituto, direttamente, con la loro fedeltà, ed indirettamente, quantomeno, con il loro denaro. Il soldato che si rifiuta di prestare servizio in una guerra ingiusta è applaudito da coloro che non rifiutano di sostenere l'ingiusto governo che fa quella guerra; è applaudito da coloro dei quali egli disprezza e non tiene in alcun conto l'azione e l'autorità; come se lo Stato fosse pentito al punto tale da assumere qualcuno che lo fustighi mentre commette peccato, ma non fino al punto di smettere per un solo momento di peccare. In questo modo, in nome dell'ordine e del governo civile, siamo tutti costretti infine a rendere omaggio ed a sostenere la nostra stessa meschinità. All'iniziale rossore provocato dal peccato, segue l'indifferenza, e da immorale esso diviene, per così dire, amorale, ed in qualche maniera necessario alla vita che abbiamo costruito. L'errore più grande e prevalente richiede che la virtù più disinteressata lo sostenga. Gli animi nobili sono quelli che più probabilmente incorrono nell'insignificante rimprovero al quale è comunemente soggetta la virtù del patriottismo. Coloro che, pur disapprovando il carattere ed i provvedimenti di un governo, gli concedono la propria fedeltà ed il proprio appoggio, ne sono senza alcun dubbio i più coscienziosi sostenitori, e costituiscono molto di frequente i più seri ostacoli alla riforma. Alcuni stanno presentando petizioni alla Stato affinché sciolga l'Unione, affinché non rispetti le richieste del Presidente. Perché non la sciolgono da soli, - l'unione tra sé e lo Stato, - e perché non si rifiutano di versare la propria quota al suo erario? Non hanno forse, con lo Stato, la stessa relazione che lo Stato ha con l'Unione? E non hanno forse le medesime ragioni che hanno impedito loro di opporsi allo Stato, impedito allo Stato di opporsi all'Unione? Come può un uomo essere soddisfatto di prendere semplicemente in considerazione un'opinione, e compiacersi di ciò? Quale compiacimento c'è, se la sua opinione è che egli viene danneggiato? Se il vostro vicino vi truffa anche per un solo dollaro, non vi accontentate di sapere che siete stati truffati, o di dire che siete stati truffati, né di chiedergli di darvi quanto vi spetta; fate invece immediatamente passi concreti per ottenere l'intera somma, e cercate di fare in modo di non essere mai più imbrogliati. L'azione in base ad un principio, - la percezione e l'attuazione del giusto, - cambia le cose ed i rapporti; essa è essenzialmente rivoluzionaria, e non si concilia del tutto con niente che esisteva prima. Essa non solo divide Stati e chiese, divide le famiglie; sì, divide l'individuo, separando ciò che è diabolico in lui dal divino. Le leggi ingiuste esistono: dobbiamo essere contenti di obbedirle, o dobbiamo tentare di emendarle, e di obbedirle fino a quando non avremo avuto successo, oppure dobbiamo trasgredirle da subito? Generalmente gli uomini, con un governo come questo, pensano che dovrebbero aspettare finché avranno persuaso la maggioranza a modificarle. Ritengono che, se opponessero resistenza, il rimedio sarebbe peggiore del male. Ma è proprio colpa del governo se il rimedio è peggiore del male. Lui lo rende peggiore. Perché non è più propenso a prevenire ed a provvedere alle riforme? Perché non ha a cuore la sua saggia minoranza? Perché piange ed oppone resistenza prima d'essere ferito? Perché non incoraggia i suoi cittadini a stare all'erta al fine di evidenziare i suoi errori, ed a fare meglio di quanto lui li indurrebbe a fare? Perché crocefigge sempre Cristo, e scomunica Copernico e Lutero, e dichiara ribelli Washington e Franklin? Si sarebbe portati a pensare che una deliberata e concreta negazione della sua autorità sia l'unico reato mai contemplato dal governo; altrimenti, perché non ha stabilito per questo una pena definita, adeguata e commisurata? Se un uomo che non ha proprietà rifiuta una sola volta di guadagnare nove scellini per lo Stato, viene messo in prigione per un periodo di tempo che non è stabilito da nessuna legge che io conosca, e che è determinato solo dalla discrezione di coloro che l'hanno messo dentro; ma se rubasse novanta volte nove scellini allo Stato, presto gli sarebbe consentito di tornare di nuovo in libertà. Se l'ingiustizia è parte del necessario attrito della macchina del governo, lasciamo stare, lasciamo stare: forse esso si attenuerà, - certamente la macchina si logorerà. Se l'ingiustizia ha una molla, o una puleggia, o una corda, o una manovella esclusivamente per sé, allora si può forse considerare se il rimedio non sia peggiore del male; ma se è di una natura tale da richiedervi d'essere l'agente dell'ingiustizia nei confronti di un altro, allora, io dico, che s'infranga la legge. Lasciate che la vostra vita faccia da contro-attrito per fermare la macchina. Ciò che devo fare è accertarmi, in ogni caso, che non mi sto prestando al male che condanno. Quanto all'adottare i sistemi che lo Stato ha predisposto per rimediare al male, io di tali sistemi non ne conosco. Richiedono troppo tempo, e la vita intera di un uomo se ne sarà nel frattempo andata. Ho altre faccende delle quali occuparmi. Non sono venuto a questo mondo innanzitutto per farne un buon posto nel quale vivere, ma per viverci, buono o cattivo che esso sia. Un uomo non deve fare tutto, ma qualcosa; e poiché non può fare tutto, non è comunque necessario che debba fare qualcosa di sbagliato. Non è affar mio presentare petizioni al governatore o all'Assemblea Legislativa, non più di quanto sia affar loro rivolgere petizioni a me; e, se non ascoltassero la mia petizione, che cosa dovrei fare allora? Ma in questo caso lo Stato non ha previsto nessuna soluzione: la sua stessa Costituzione è il male. Questo potrebbe sembrare sgradevole ed ostinato e tutt'altro che conciliante; invece è trattare con la massima gentilezza e considerazione l'unico spirito che possa apprezzarlo o che possa meritarlo. Di questo tipo è ogni cambiamento in meglio, come la nascita e la morte che sconvolgono il corpo. Non esito a dire che coloro i quali si definiscono abolizionisti dovrebbero immediatamente ritirare in modo effettivo il loro appoggio, sia di persona che in termini di proprietà, al governo del Massachusetts, e non aspettare finché costituiranno la maggioranza per un voto, prima di lasciare che il giusto prevalga mediante loro. Penso che sia sufficiente che essi abbiano Dio dalla loro parte, senza aspettare null'altro. Inoltre, qualsiasi uomo che sia più giusto dei propri vicini costituisce già una maggioranza di uno. Incontro questo governo americano, o il suo rappresentante, il governo statale, in modo diretto e faccia a faccia una volta all'anno, non di più, nella persona del suo esattore delle tasse; questo è l'unico modo nel quale un uomo nelle mie condizioni lo incontra per forza; ed esso allora dice chiaramente, Riconoscimi; e nell'attuale stato di cose, il modo più semplice, più efficace, e assolutamente necessario di trattare con esso su questo punto, il modo di esprimere la vostra scarsa soddisfazione ed il vostro poco amore nei suoi confronti, è dire di no in quel momento. Il mio civile vicino, l'esattore, è proprio colui che devo affrontare, - poiché, dopotutto, è con gli uomini e non con la pergamena che litigo, - ed egli ha volontariamente scelto di essere un rappresentante del governo.Come potrà sapere precisamente chi è, e cosa fa, come ufficiale del governo o come uomo, finché è obbligato a chiedersi se dovrà trattare me, suo vicino, per il quale egli nutre rispetto, come un vicino ed un uomo ben disposto, o come un pazzo ed un disturbatore della pace, ed a capire se può superare questo intralcio alla sua affabilità senza bisogno d'un pensiero o un discorso più insolente o impetuoso che corrispondano alla sua azione? So questo di sicuro, che se mille, se cento, se dieci uomini dei quali potrei fare i nomi, - se solo dieci uomini onesti, - sì, se un uomo ONESTO, in questo Stato del Massachusetts, cessando di tenere schiavi, si ritirasse seriamente da questa associazione, e fosse per questo motivo rinchiuso nella prigione della contea, ciò comporterebbe l'abolizione della schiavitù in America. Perché non conta quanto esiguo l'inizio possa sembrare: ciò che è fatto bene una volta è fatto per sempre. Ma preferiamo parlarne: diciamo che è la nostra missione. La riforma ha molti giornali al proprio servizio, ma non un solo uomo. Se il mio stimato vicino, l'ambasciatore dello Stato, che dedicherà i suoi giorni a definire la questione dei diritti umani in Camera di Consiglio, invece d'essere minacciato dalle prigioni della Carolina fosse fatto prigioniero nel Massachusetts, questo stato così ansioso di attribuire allo stato fratello il peccato della schiavitù, - benché al momento esso possa rivendicare solo un atto di inospitalità alla base della controversia con essa, - l'Assemblea Legislativa non rinvierebbe l'intero argomento all'inverno successivo. Sotto un governo che imprigiona chiunque ingiustamente, il vero posto per un uomo giusto è pure una prigione.
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Bruegel Pieter the Elder, The Triumph of Death c. 1562 (220 Kb); Oil on panel, 117 x 162 cm; Museo del Prado, Madrid

Bruegel Pieter the Elder, Dulle Griet (Mad Meg) c. 1562 (200 Kb); Oil on panel, 117.4 x 162 cm; Museum Mayer van den Bergh, Antwerp. Il quadro meglio di ogni altro, rappresenta nell'arte il concetto della violenza.

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Oggi il posto giusto, il solo posto che il Massachusetts abbia garantito ai suoi spiriti più liberi e meno scoraggiati, è nelle sue prigioni, è l'essere espulsi ed estromessi dallo Stato per volontà della sua stessa legge, così come essi si sono autoesclusi mediante i propri principi. È là che lo schiavo in fuga, ed il prigioniero messicano rilasciato sulla parola, e l'indiano giunto a denunciare le ingiustizie subite dalla sua razza, li troverebbero; su quel suolo separato ma più libero ed onorevole, nel quale lo Stato pone coloro i quali non sono con lui, ma contro di lui, - la sola dimora, in uno stato schiavista, nella quale un uomo libero possa abitare con onore. Se alcuni pensano che la loro influenza là andrebbe perduta, e che le loro voci non affliggerebbero più l'orecchio dello Stato, che tra quelle mura essi non sarebbero più dei nemici, non sanno di quanto la verità sia più forte dell'errore, né quanto più eloquentemente ed efficacemente possa combattere l'ingiustizia colui che l'ha sperimentata un Po sulla propria persona. Date il vostro voto intero, non solo un pezzo di carta, ma tutta la vostra influenza. Una minoranza è senza potere quando si conforma alla maggioranza; non è nemmeno una minoranza in tal caso; ma è irresistibile quando è d'intralcio con tutto il suo peso. Se l'alternativa è tenere tutti gli uomini giusti in prigione, oppure rinunciare alla guerra ed alla schiavitù, lo Stato non avrà esitazioni riguardo a cosa scegliere. Se mille uomini non pagassero quest'anno le tasse, ciò non sarebbe una misura tanto violenta e sanguinaria quanto lo sarebbe pagarle, e permettere allo Stato di commettere violenza e di versare del sangue innocente. Questa è, di fatto, la definizione di una rivoluzione pacifica, se una simile rivoluzione è possibile. Se l'esattore delle tasse, od ogni altro pubblico ufficiale, mi chiede, come uno ha fatto, "Ma cosa devo fare?" la mia risposta è, "Se vuoi davvero fare qualcosa, rassegna le dimissioni". Quando il suddito si è rifiutato di obbedire, e l'ufficiale ha rassegnato le proprie dimissioni dall'incarico, allora la rivoluzione è compiuta. Ma supponiamo pure che debba scorrere il sangue. Non c'è forse del sangue versato quando la coscienza è ferita? Attraverso questa ferita scorrono via la vera umanità e l'immortalità di un uomo, ed egli sanguina fino ad una morte eterna. Vedo questo sangue scorrere ora. Ho contemplato l'incarceramento del trasgressore, piuttosto che il sequestro dei suoi beni, - benché entrambi servano allo stesso scopo, - poiché coloro i quali sostengono il diritto più puro, e sono di conseguenza i più pericolosi per uno Stato corrotto, di solito non hanno dedicato molto tempo ad accumulare proprietà. A costoro lo Stato rende un servizio comparativamente piccolo, ed una minima tassa è solita apparire esorbitante, particolarmente se sono costretti a pagarla con speciale lavoro manuale. Se ci fosse qualcuno che vivesse totalmente senza l'utilizzo del denaro, lo Stato stesso esiterebbe a pretenderne da lui. Ma l'uomo ricco - non per fare un confronto offensivo - è sempre venduto all'istituzione che lo rende ricco. In assoluto, più abbondano i soldi, minore è la virtù, poiché il denaro si interpone fra un uomo ed i suoi oggetti, e li ottiene per lui; e certamente non è stata necessaria nessuna grande virtù per ottenere ciò. Esso mette a tacere molte domande alle quali egli sarebbe altrimenti costretto a rispondere; mentre la sola nuova domanda che gli si pone è quella difficile, ma superflua, riguardo a come spenderlo. In questo modo il terreno morale gli viene tolto da sotto i piedi. Le opportunità di vivere sono minori in proporzione all'aumento di quelli che sono chiamati i "mezzi". La cosa migliore che un uomo può fare per la propria cultura quando è ricco è cercare di attuare i progetti che aveva quando era povero. Cristo rispose agli uomini di Erode tenendo conto della loro condizione. "Mostratemi il denaro dei tributi" disse; - ed uno estrasse dalla tasca una moneta; - Se usate denaro che reca l'immagine di Cesare su di sé, e che egli ha reso corrente e di valore, cioè, se voi siete uomini dello Stato, e se con gioia godete dei vantaggi del governo di Cesare, allora rendetegli del suo quando lo chiede; "Rendete perciò a Cesare quel che è di Cesare, ed a Dio quel che è di Dio", - ma egli non li lasciò più saggi di quanto fossero prima né sull'una né sull'altra cosa, poiché essi non vollero sapere. Quando parlo con i più liberi dei miei vicini, mi accorgo che, qualunque cosa essi possano dire sull'importanza e la serietà del problema, e sulla loro considerazione per la tranquillità pubblica, la questione è che non possono fare a meno della protezione del governo attuale, e che temono le conseguenze di un'eventuale disobbedienza per i loro beni e le loro famiglie. Per quanto riguarda me, non mi piacerebbe pensare di dover fare affidamento sulla protezione dello Stato. Ma, se nego l'autorità dello Stato quando mi presenta la cartella delle tasse, presto si prenderà e distruggerà tutte le mie proprietà, tormentando così me ed i miei figli senza fine. Questo è difficile. Questo rende impossibile ad un uomo vivere onestamente, ed allo stesso tempo confortevolmente in apparenza. Non varrà la pena accumulare proprietà; di sicuro svaniranno di nuovo. Dovete affittare o occupare un posto da qualche parte, e far crescere solo un piccolo raccolto, e mangiarlo subito. Dovete vivere una vita interiore, e contare su voi stessi, rimboccandovi sempre le maniche e stando pronti a ricominciare, senza occuparvi di molte faccende. Un uomo potrebbe diventare ricco perfino in Turchia, se sarà da ogni punto di vista un buon suddito del governo turco. Confucio disse, - "Se uno Stato è governato dai princìpi della ragione, la povertà e la miseria sono oggetto di vergogna; se uno Stato non è governato dai princìpi della ragione, ricchezze ed onori sono oggetto di vergogna". No: finché voglio che la protezione del Massachusetts si estenda a me sino a qualche distante porto del sud, dove la mia libertà è in pericolo, o finché sono condizionato soltanto dalla costruzione d'una proprietà in patria mediante un'iniziativa pacifica, posso permettermi di rifiutare lealtà al Massachusetts, e di rifiutare il suo diritto sulle mie proprietà e sulla mia vita. Mi costa meno in ogni senso incorrere nella pena prevista per la disobbedienza allo Stato di quello che mi costerebbe obbedire. Mi sentirei come se valessi meno in tal caso. Alcuni anni fa, lo Stato mi si presentò per conto della Chiesa, e mi ordinò di pagare una certa somma per il sostentamento di un sacerdote, alle funzioni del quale aveva presenziato mio padre, ma io mai. "Paga", mi disse "o sarai rinchiuso in prigione". Mi rifiutai di pagare. Ma, sfortunatamente, un altro uomo ritenne opportuno pagare per me. Non capivo perché il maestro di scuola dovesse essere tassato per supportare il prete, e non viceversa, dal momento che io non ero un insegnante statale, ma mi mantenevo con una sottoscrizione volontaria. Non capivo perché il liceo non potesse presentare una propria richiesta di tasse, e perché lo Stato non sostenesse tale richiesta, così come la chiesa. Tuttavia, su richiesta dei consiglieri comunali, acconsentii a fare per iscritto una dichiarazione di questo tipo: - "Sappiano tutti con la presente che io, Henry Thoreau, non desidero essere considerato membro di alcuna corporazione alla quale non abbia aderito". Diedi questa dichiarazione al segretario comunale; ed egli l'ha tuttora. Lo Stato, avendo appreso in tal modo che non desideravo essere considerato come membro di quella chiesa, da allora non mi ha più fatto una richiesta del genere, sebbene abbia sostenuto che in quell'occasione doveva attenersi alla sua posizione iniziale. Se avessi saputo come identificarle, mi sarei dunque ritirato con accuratezza da tutte le società per le quali non avevo firmato; ma non sapevo dove trovare un elenco completo. Per sei anni non ho pagato la "poll-tax". Una volta per questo fui imprigionato, per una notte; e mentre stavo lì ad esaminare i muri di pietra massiccia, spessi due o tre piedi, la porta di legno e ferro spessa un piede e le grate di ferro dalle quali filtrava la luce, non potevo fare a meno di essere colpito dalla stupidità di quell'istituzione, che mi trattava come se fossi semplice carne e sangue e ossa, da mettere sotto chiave. Mi stupivo che esso avesse concluso alla fine che questo era il migliore uso che poteva fare di me, e che non avesse mai pensato di avvalersi in qualche modo dei miei servigi. Compresi che, se c'era un muro di pietra fra me ed i miei concittadini, ce n'era uno ancora più difficile da scalare o rompere prima che essi potessero arrivare ad essere liberi com'ero io. Non mi sentii imprigionato neppure per un momento, ed i muri mi sembravano un grande spreco di pietra e di malta. Mi sentivo come se solo io, fra tutti i miei concittadini, avessi pagato la mia tassa. Essi chiaramente non sapevano come trattarmi, ma si comportavano come persone rozze. In ogni minaccia ed in ogni cortesia c'era grossolanità, poiché credevano che il mio desiderio più grande fosse quello di trovarmi dall'altra parte di quel muro di pietra. Non potevo fare a meno di sorridere nel vedere con quanta industriosità essi chiudevano la porta in faccia alle mie riflessioni, che li seguivano fuori senza alcun impedimento, e che in realtà esse costituivano l'unico pericolo. Poiché non potevano raggiungere me, avevano deciso di punire il mio corpo; come i ragazzi, i quali, se non possono arrivare a qualcuno per il quale nutrono risentimento, finiscono per maltrattarne il cane. Capii che lo Stato era uno stupido, che era timido come una donna nubile tra i suoi cucchiai d'argento, e che non sapeva distinguere i suoi amici dai suoi nemici, e persi tutto il rispetto che m'era rimasto nei suoi confronti, e lo compatii. Lo Stato dunque non si confronta mai intenzionalmente con il sentimento d'un uomo, intellettuale o morale, ma solo con il suo corpo, con i suoi sensi. Esso non è dotato d'intelligenza od onestà superiori, ma di superiore forza fisica. Non sono nato per essere costretto. Respirerò liberamente. Vediamo chi è il più forte. Che forza ha una moltitudine? Possono costringermi soltanto ad obbedire ad una legge che sia più alta della mia. Essi mi costringono a diventare come loro. Non sono a conoscenza di uomini che vengano costretti a vivere in un modo o in un altro da masse di uomini. Che tipo di vita sarebbe quella, da vivere? Quando incontro un governo che mi dice, "Il tuo denaro o la tua vita", perché dovrei precipitarmi a dargli il mio denaro? Può darsi che esso sia in gravi ristrettezze, e che non sappia cosa fare: non posso aiutarlo in questo. Deve aiutarsi da sé: deve fare come faccio io. Non vale la pena piangerci sopra. Non sono responsabile del perfetto funzionamento dell'ingranaggio della società. Non sono il figlio dell'ingegnere. Percepisco il fatto che, quando una ghianda ed una castagna cadono fianco a fianco, l'una non resta inerte per far posto all'altra, ma entrambe obbediscono alle proprie leggi, e nascono e crescono e fioriscono come meglio possono, fino a quando un giorno una non oscura e non distrugge l'altra. Se una pianta non può vivere secondo la propria natura, essa muore, e così un uomo. La notte in prigione fu abbastanza insolita ed interessante. I prigionieri in maniche di camicia stavano sulla soglia a chiacchierare ed a godersi l'aria della sera, quando io entrai. Ma il secondino disse, "Avanti, ragazzi, è ora di chiudere"; e così si dispersero, ed udii il suono dei loro passi mentre rientravano nelle celle vuote. Il mio compagno di stanza mi fu presentato dal secondino come "un tipo di prim'ordine ed un uomo intelligente". Quando la porta fu chiusa, egli mi fece vedere dove appendere il cappello, e come se la cavava là dentro. Le stanze erano imbiancate una volta la mese; e questa, almeno, era la stanza più bianca, quella arredata più semplicemente, e probabilmente la più pulita della città. Naturalmente, egli volle sapere da dove venissi e cosa mi avesse portato lì; e, quando glielo ebbi detto, gli chiesi a mia volta come lui fosse finito lì, presumendo, naturalmente, che fosse un uomo onesto; e visto come va il mondo, credo che lo fosse. "Perché", mi disse, "mi accusano di aver dato fuoco ad un granaio; ma non l'ho mai fatto". Per quanto riuscii a scoprire, era probabilmente andato a dormire in un granaio quando era ubriaco, ed aveva fumato la pipa là, e così un granaio andò a fuoco. Aveva fama d'essere un uomo intelligente, era stato là dentro in attesa del suo processo per circa tre mesi, ed avrebbe dovuto aspettare per altrettanti; ma s'era decisamente adattato ed accontentato, poiché lo mantenevano gratis, e riteneva d'essere trattato bene. Si mise ad una finestra, ed io all'altra; e capii che, se si restava lì a lungo, l'occupazione principale sarebbe stata quella di guardare fuori dalla finestra. Ben presto avevo letto tutti gli opuscoli che erano stati lasciati lì, ed avevo esaminato da dove erano evasi in passato alcuni prigionieri, e dove una sbarra era stata segata, ed avevo ascoltato la storia dei diversi occupanti di quella stanza; poiché finii per scoprire che persino qui c'erano una storia e dei pettegolezzi che non circolavano mai al di fuori delle mura della prigione. Probabilmente questa è l'unica casa della città nella quale sono composti versi poi stampati sotto forma di circolare, ma non pubblicati. Mi fu mostrato un elenco alquanto lungo di versi composti da alcuni giovani che erano stati scoperti in un tentativo di fuga e che si erano vendicati mettendosi a cantarli. Strappai tutte le informazioni possibili al mio compagno di prigionia, per timore di non rivederlo mai più; ma alla fine egli mi indicò quale fosse il mio letto, e mi fece spegnere il lume. Giacere là per una notte fu come viaggiare in un paese lontano, un paese che non mi sarei mai aspettato di vedere. Mi sembrava di non aver mai sentito i rintocchi dell'orologio municipale prima d'allora, né i suoni serali del paese, dato che dormimmo con le finestre che si trovavano al di qua dell'inferriata aperte. Era come vedere il mio paese natio nella luce del medioevo, ed il nostro fiume Concord s'era trasformato in affluente del Reno, e visioni di cavalieri e castelli mi passavano davanti. Erano le voci degli antichi abitanti, quelle che udivo nelle strade. Ero involontario spettatore ed ascoltatore di qualsiasi cosa venisse fatta e detta nella cucina dell'adiacente locanda del paese, - un'esperienza per me del tutto nuova e rara. Era una visione più intima della mia città natia. Ero proprio dentro di essa. Non avevo mai visto le sue istituzioni prima. Questa è una delle sue istituzioni peculiari, dal momento che è un capoluogo di contea. Cominciai a capire di cosa si occupassero i suoi abitanti. La mattina, le nostre colazioni ci vennero passate attraverso il buco della porta, in piccole gamelle di latta oblunghe e squadrate, siffatte affinché potessero passare, e contenenti una pinta di cioccolata, con pane nero, ed un cucchiaio di ferro. Quando passarono di nuovo a riprendere i recipienti, fui così ingenuo da restituire il pane che avevo avanzato; ma il mio compagno lo afferrò, e disse che dovevo conservarlo per il pranzo o per la cena. Poco dopo egli fu fatto uscire per andare al lavoro a falciare in un campo vicino, ove si recava quotidianamente, e non sarebbe tornato fino a mezzogiorno; così mi augurò una buona giornata, dicendo che dubitava di rivedermi. Quando uscii di prigione, - perché qualcuno interferì e pagò quella tassa, - non notai grandi cambiamenti che avessero avuto luogo nella vita di tutti i giorni, come aveva notato quel tale ch'era entrato in prigione in gioventù e n'era uscito con passo malfermo e con i capelli grigi; e tuttavia ai miei occhi c'era stato un cambiamento sulla scena, - la città, lo Stato, ed il paese, - più grande di qualunque mutamento provocato dal tempo. Vedevo ancora più chiaramente lo Stato nel quale vivevo. Vedevo fino a che punto le persone tra le quali vivevo potevano essere considerate dei buoni vicini ed amici; che la loro amicizia durava solo un'estate; che non avevano grandi intenzioni di fare il giusto; che quanto a pregiudizi e superstizioni erano d'una razza diversa dalla mia, al pari dei cinesi e dei malesi; che a proposito di sacrifici per l'umanità, non correvano alcun rischio, nemmeno per le loro proprietà; che, dopotutto, non erano così nobili ma trattavano il ladro come lui aveva trattato loro, e speravano, con un po' d'osservanza esteriore e poche preghiere, e camminando di tanto in tanto lungo un particolare sentiero, dritto ma inutile, di salvarsi l'anima. Questo potrebbe essere giudicare duramente i miei vicini, dal momento che credo che molti di loro non sappiano che nel loro paese hanno un'istituzione come la prigione. Un tempo c'era l'usanza nel nostro villaggio, quando un povero debitore usciva di prigione, che i suoi conoscenti, guardandolo attraverso le dita, incrociate a rappresentare la finestra della prigione, lo salutassero con un "Come va?" I miei vicini non mi salutarono in quel modo, ma prima mi lanciarono un'occhiata, e poi si guardarono l'un l'altro, come se fossi tornato da un lungo viaggio. Ero stato messo in prigione mentre stavo andando dal calzolaio a ritirare una scarpa che era stata riparata. Quando fui rilasciato il mattino dopo, procedetti nel portare a termine la mia commissione, e, dopo aver calzato la mia scarpa aggiustata, raggiunsi un gruppo che andava per mirtilli, e ch'era impaziente di mettersi sotto la mia guida; ed in mezz'ora, - dato che il cavallo fu presto bardato, - ero in mezzo ad un campo di mirtilli, su una delle nostre colline più alte, a due miglia di distanza; ed allora lo Stato non poteva più essere visto da nessuna parte. Questa è la storia completa de "Le Mie Prigioni". Non mi sono mai rifiutato di pagare la tassa per le strade statali, perché desidero essere un buon vicino tanto quanto desidero essere un cattivo cittadino; e, per quanto riguarda il supporto alle scuole, sto ora facendo la mia parte per istruire i miei concittadini. Non è a causa di qualche voce particolare della cartella delle tasse che mi rifiuto di pagarle. Desidero semplicemente rifiutare obbedienza allo Stato, ritirarmi e starne concretamente alla larga. Non mi interessa seguire il percorso del mio dollaro, ammesso ch'io possa farlo, finché questo non compra un uomo, o un moschetto con il quale sparare a qualcuno, - il dollaro è innocente, - ma mi preoccupo di seguire gli effetti della mia obbedienza. Di fatto, dichiaro tranquillamente guerra allo Stato, a modo mio, sebbene io continui a farne uso ed a trarre da esso i vantaggi che mi sono possibili, come è normale in questi casi. Se altri pagano la tassa che è richiesta a me, per solidarietà nei confronti dello Stato, essi non fanno altro che quello che hanno già fatto nel proprio caso, o piuttosto si rendono complici dell'ingiustizia in misura maggiore di quanto lo Stato non richieda. Se pagano la tassa per una malintesa premura nei confronti dell'individuo tassato, per salvare le sue proprietà, o per impedire ch'egli vada in prigione, è perché non hanno considerato con saggezza quanto essi permettano ai loro sentimenti privati di interferire con il bene comune. Questa, dunque, è la mia posizione attuale. Ma in un caso del genere non si può essere troppo intransigenti, altrimenti la propria azione rischia d'essere influenzata dall'ostinazione o da un eccessivo rispetto delle opinioni degli uomini. Si cerchi dunque di fare solo ciò che si addice a sé ed al momento. Talvolta penso, Ma guarda, questa gente ha buone intenzioni; è solo ignorante; agirebbe meglio, se sapesse come fare: perché dare ai tuoi vicini questa pena di trattarti come non sono inclini a fare? Ma penso pure, questa non è una buona ragione perché io debba fare come loro, o permettere ad altri di patire un dolore molto più grande di questo, di natura diversa. Ancora, dico talvolta a me stesso, Quando molti milioni di uomini, senza ardore, senza cattiva volontà, senza un sentimento personale d'alcun tipo, ti chiedono soltanto pochi scellini, senza la possibilità, questa è la loro posizione, di ritirare o modificare la loro attuale richiesta, e senza la possibilità, da parte tua, di fare appello ad altri milioni di persone, perché dovresti esporti a questa schiacciante forza bruta? Non opponi resistenza al freddo ed alla fame, ai venti ed alle onde, in maniera così ostinata; ti sottometti tranquillamente a mille simili ineluttabilità. Non metti la testa nel fuoco. Ma precisamente in proporzione a quanto considero questa non come una forza completamente bruta, ma in parte una forza umana, e ritengo di avere un rapporto con quei milioni di uomini in quanto milioni di uomini, e non in quanto mere entità brute o inanimate, penso che ci sia una possibilità di appello, in primo luogo e subito rivolta da essi al Creatore e, secondariamente, a se stessi. Ma, se metto deliberatamente la testa nel fuoco, non c'è possibilità di appello al fuoco o al Creatore del fuoco, e posso solo rimproverare me stesso. Se potessi convincermi di avere qualche diritto d'esser soddisfatto degli uomini così come sono, e di trattarli di conseguenza, e non, per certi aspetti, secondo le mie esigenze ed aspettative su come loro ed io dovremmo essere, allora, come un buon Musulmano ed un buon fatalista, dovrei sforzarmi d'essere soddisfatto delle cose come sono, e dire che è la volontà di Dio. E, soprattutto, c'è questa differenza tra resistere a questo e resistere ad una forza meramente bruta o naturale, che a questa posso oppormi con qualche risultato; ma non posso aspettarmi, al pari di Orfeo, di cambiare la natura delle rocce e degli alberi e delle bestie. Non desidero litigare con nessun uomo o nazione. Non voglio spaccare il capello in quattro, fare sottili distinzioni, o proclamare me stesso migliore dei miei vicini. Cerco piuttosto, direi, addirittura una scusa per conformarmi alle leggi del paese. Sono fin troppo pronto a conformarmi ad esse. In verità ho ragione di sospettare di me stesso su questo punto; ed ogni anno, quando passa l'esattore, mi trovo pronto a riesaminare le azioni e la posizione dei governi federale e statale, e lo spirito del popolo, per scoprire un pretesto per conformarmi. "Dobbiamo amare la patria come i nostri genitori, E se mai allontaniamo il Nostro amore o ingegno dal renderle onore, Dobbiamo pensare alle conseguenze ed insegnare all'anima le Questioni di coscienza e di religione, E non il desiderio di potere o di profitto". Credo che lo Stato sarà presto in grado di togliermi di mano tutto il lavoro di questo genere, ed allora non sarò miglior patriota dei miei concittadini. Considerata da un più basso punto di vista, la Costituzione, con tutti i suoi difetti, è molto buona; la legge ed i tribunali sono assai rispettabili; persino questo Stato e questo governo americani sono, per molti versi, alquanto ammirevoli e cose rare delle quali essere grati, come moltissimi li hanno descritti; ma visti da un punto di vista un po' più elevato, sono come io li ho descritti; visti da uno ancora più elevato, e dal più elevato possibile, chi mai dirà come sono, o che non sono affatto degni di nota o di considerazione? Tuttavia, il governo non mi interessa molto, e gli dedicherò meno pensieri possibile. Non sono molti i momenti nei quali vivo sotto un governo, persino in questo mondo. Se un uomo è libero nel pensiero, libero nella fantasia, libero nell'immaginazione, sicché ciò che non è non gli appare mai per molto tempo come ciò che è, i governanti o i riformatori stolti non possono ostacolarlo fatalmente. So che la maggior parte degli uomini la pensa diversamente da me; ma coloro che per professione dedicano la propria vita allo studio di questi o di simili argomenti, mi soddisfano poco o per nulla. Statisti e legislatori, essendo così completamente entro l'istituzione, non la osservano mai in modo chiaro e schietto. Parlano di società in movimento, ma senza di essa non hanno luogo di riposo. Potrebbero essere uomini di una certa esperienza e discernimento, e senza dubbio hanno inventato sistemi ingegnosi e persino utili, per i quali li ringraziamo sinceramente; ma tutta la loro intelligenza e la loro utilità stanno entro limiti certamente non molto ampi. Essi sono soliti dimenticare che il mondo non è governato dalla politica e dalla convenienza. Webster non vede mai secondi fini nel governo, e quindi non può parlarne con autorevolezza. Le sue parole sono saggezza per quei legislatori che non contemplano nessuna sostanziale riforma del governo esistente; ma per i filosofi, e per coloro che legiferano per il futuro, egli non si avvicina mai neppure una volta all'argomento. Conosco persone le cui serene e sagge riflessioni su questo tema rivelerebbero presto i limiti della sua capacità ed apertura mentale. Tuttavia, paragonate alle affermazioni superficiali della maggior parte dei riformatori, ed all'ancor più infima saggezza ed eloquenza dei politici in generale, le sue parole sono pressoché le uniche sensate e degne di stima, e ringraziamo il Cielo per averlo avuto. Al confronto, egli è sempre forte, originale e, soprattutto, concreto. Ciò nonostante, la sua dote non è la saggezza, bensì l'accortezza. La verità dell'avvocato non è la Verità, ma la coerenza, o un espediente di coerenza. La Verità è sempre in armonia con se stessa, e non si prefigge lo scopo principale di mostrare che la giustizia potrebbe accordarsi con il fare il male. Egli merita d'essere chiamato, come è stato chiamato, il Difensore della Costituzione. In effetti le sue uniche azioni determinanti sono difensive. Non è un leader, ma un gregario. I suoi leader sono gli uomini dell'87. "Non ho mai fatto un tentativo" dice "e non mi sono mai riproposto di fare un tentativo; non ho mai appoggiato, né avuto intenzione di appoggiare un tentativo di disturbo a danno dell'accordo così come originariamente è stato stipulato, l'accordo attraverso il quale i diversi Stati sono entrati nell'Unione". Pensando ancora all'approvazione che la Costituzione dà alla schiavitù, egli dice: "Poiché era una parte dell'accordo originario - lasciamo che continui ad esistere". Nonostante il suo eccezionale acume e le sue capacità, egli non è in grado di estrapolare un fatto dalle sue relazioni meramente politiche, e di vederlo come si presenta in senso assoluto per essere elaborato dall'intelletto, - cosa che, per esempio, è giusto che un uomo faccia qui in America oggi riguardo alla schiavitù, - ma si avventura, o è indotto, a dare una risposta senza speranza come quella che segue, pur professando di parlare in senso assoluto, e da un punto di vista individuale, - ma quale nuovo e singolare codice di doveri sociali se ne potrebbe dedurre? "Il modo", egli dice "nel quale i governi di quegli Stati nei quali esiste la schiavitù devono regolarla, è a loro discrezione, sotto la responsabilità che hanno nei confronti dei loro elettori, nei confronti delle leggi universali di proprietà, umanità, e giustizia, e davanti a Dio. Le associazioni costituite altrove, nate da un sentimento umanitario, o da qualunque altra causa, non hanno nulla a che fare con ciò. Esse non hanno mai ricevuto alcun incoraggiamento da me, né lo riceveranno mai". Coloro i quali non conoscono fonti più pure di verità, e che non ne hanno risalito il corso oltre, restano fedeli, e saggiamente vi restano, alla Bibbia ed alla Costituzione, e vi si abbeverano con riverenza ed umiltà; ma coloro che la vedono sgocciolare in questo lago o in quella pozza, si mettono ancora una volta all'opera, e continuano il pellegrinaggio verso la sorgente. Nessun uomo con un talento particolare per la legislazione è comparso in America. Sono rari nella storia del mondo. Ci sono oratori, politici, e uomini eloquenti, a migliaia; ma l'oratore non ha ancora aperto bocca per dire chi sia in grado di risolvere le tanto dibattute questioni del giorno. Amiamo l'eloquenza fine a se stessa, e non per la verità che essa potrebbe esprimere, o per l'eroismo che potrebbe ispirare. I nostri legislatori non hanno ancora imparato il mutuo valore del libero scambio e della libertà, dell'unione e dell'onestà, per una nazione. Essi non hanno predisposizione né talento per i problemi relativamente modesti di tassazione e finanza, del commercio e dell'industria e dell'agricoltura. Se fossimo esclusivamente guidati dal verboso acume dei legislatori del Congresso, ignorando la provvidenziale esperienza e le valide proteste della gente, l'America non conserverebbe a lungo il suo rango fra le nazioni. Il Nuovo Testamento, anche se forse non ho il diritto di dirlo, è stato scritto da milleottocento anni; eppure, dov'è il legislatore che abbia sufficiente saggezza e capacità pratica da servirsi della luce che esso getta sulla scienza della legislazione? L'autorità del governo, per quanto io sia desideroso di sottomettermi ad essa, - dato che ubbidirò di buon grado a coloro i quali sappiano e possano fare meglio di me, ed in molte cose persino a coloro i quali non sappiano e non possano fare altrettanto bene, - è ancora impura: per essere pienamente giusta, deve avere l'approvazione ed il consenso dei governati. Esso non può avere diritti assoluti sulla mia persona o proprietà, al di fuori di quelli che io gli concedo. Il progresso da una monarchia assoluta ad una costituzionale, e da una monarchia costituzionale ad una democrazia, è un progresso in direzione di un vero rispetto per l'individuo. Persino il filosofo cinese era sufficientemente saggio da considerare l'individuo come la base dell'impero. È una democrazia, così come noi la conosciamo, l'ultimo progresso possibile nel governo? Non è possibile fare un passo avanti verso il riconoscimento e l'organizzazione dei diritti dell'uomo? Non vi sarà mai uno Stato realmente libero ed illuminato, finché lo Stato non giunga a riconoscere l'individuo come un potere più elevato ed indipendente, dal quale derivino tutto il suo potere e la sua autorità, e finché esso non lo tratti di conseguenza. Mi compiaccio di immaginare uno Stato che alla fine possa permettersi d'essere giusto con tutti gli uomini, e di trattare l'individuo con rispetto come un vicino; uno Stato che inoltre non consideri in contrasto con la propria tranquillità il fatto che pochi vivano in disparte, senza immischiarsi nei suoi affari e senza lasciarsene sopraffare, - individui che abbiano compiuto tutti i loro doveri di vicini e di esseri umani. Uno Stato che desse questo genere di frutto, e lo lasciasse cadere non appena fosse maturo, preparerebbe la strada ad uno Stato ancora più perfetto e glorioso, che pure ho immaginato, ma che non ho ancora visto in nessun luogo.
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FINE


Bruegel Pieter the Elder, The Tower of Babel 1563 (200 Kb); Oil on oak panel, 114 x 155 cm; Kunsthistorisches Museum Wien, Vienna

venerdì 18 aprile 2008

Una storia vera, un viaggio nella natura alla ricerca della libertà assoluta: nelle Terre Estreme con Chris McCandless



Non è poi così inconsueto che un giovane si lanci in un'impresa considerata incauta dai più vecchi. Nella nostra cultura, non meno che in altre, l'esporsi al rischio costituisce una sorta di rito di passaggio. Il pericolo ha sempre esercitato un certo fascino. Sostanzialmente è questo il motivo per cui gli adolescenti guidano troppo veloce, bevono troppo e prendono troppe droghe, ed è questo il motivo per cui le nazioni sono sempre riuscite a reclutare ragazzi per le loro guerre.

Devils Thumb in Alaska: un'intrusione di diorite che il lavorio di antichi ghiacciai ha trasformato in una torre di immense e spettacolari proporzioni. Una delle vette al mondo più difficili da scalare. La montagna ha un aspetto particolarmente sinistro: un'enorme pinna di pietra sfaldata, scura e maculata di ghiaccio. (l'autore del libro "Nelle Terre Estreme" Jon Krakauer, la scalerà a 23 anni. Per il racconto dell'impresa vedi Jonathan Krakauer, Eiger Dreams, Anchor, 1997)

Ecco un passaggio della scalata di Jon Krakauer:
A tenermi attaccato alla montagna, a tenermi attaccato al mondo, erano soltanto due sottili chiodi di molibdeno al cromo piantati in un centimetro di acqua congelata. Eppure più mi arrampicavo, più mi sentivo a mio agio. Al principio di ogni scalata, specialmente se solitaria, senti costantemente il richiamo dell'abisso alle spalle, e per resistere devi compiere uno sforzo tremendo e consapevole, non puoi permetterti di abbassare la guardia un solo istante. Il vuoto, col suo canto di sirena, ti fa salire i nervi a fior di pelle, rende i movimenti incerti, goffi, scoordinati. Ma proseguendo la scalata, ti abitui all'esposizione, a stare gomito a gomito col destino, finisci per credere nell'affidabilità delle tue mani, dei tuoi piedi, della tua testa, finisci per fidarti del tuo autocontrollo. [...] un'rresistibile chiarezza di propositi [...] ritmo lento e ipnotio - piccozza, piccozza, rampone, piccozza, piccozza

La foto in alto ed in basso mostra il Cerro Torre, che furono scalate da Jon Krakauer, l'autore di "Nelle Terre estreme". Il medesimo scrittore nel libro "Aria Sottile", racconterà di una sua partecipazione ad una spedizione sull'Everest dove una tempesta colse di sorpresa gli alpinisti uccidendone nove.
Il Cerro Torre è una delle più spettacolari cime del Campo de Hielo Sur, è situato in una regione contesa fra Argentina e Cile, a ovest del Fitz Roy (o Cerro Chalten). La vetta del Cerro Torre è considerata fra le più inaccessibili del mondo perché, qualunque via si scelga, bisogna affrontare almeno 800 metri di parete granitica, per arrivare ad una cima perennemente ricoperta da un "fungo" di ghiaccio. Inoltre le condizione climatiche e meteorologiche della regione sono particolarmente sfavorevoli.

Una società di costruzioni, la Yutan Construction, al fine di costruire la Stampede Trail, la strada che Chris McCandless seguì per addentrarsi nella foresta, acquistò tre vecchi autobus (modello International Harvester degli anni '40), li fornì di cuccette e stufe rudimentali, per ospitare gli operai durante i lavori. Successivamente visto il fallimento del progetto, la strada tornò ad essere impraticabile a causa del permafrost in disgelo e delle inondazioni stagionali, due autobus furono riportati indietro, mentre il terzo, presso il quale troverà rifugio e la morte Chris McCandless, rimase a metà sentiero per offrire rifugio ai cacciatori. Il bus, che tuttora giace arruginito nella radura accanto allo Stampede Trail, ha il motore ovviamente guasto, parecchi finestrini sono rotti o mancano del tutto. La vernice verde e bianca è completamente ossidata e una scritta ormai sbiadita, ma che che si può leggere ancora nella foto qui riportata, indica che un tempo il vecchio autobus apparteneva al trasporto cittadino di Fairbanks, era il numero 142.

ON LOCATION: il regista Sean Penn (a sinistra) e lo scrittore Jon Krakauer di fronte al bus che Chris McCandless usò come campo base e dove purtroppo troverà la morte, a cui indagò la Alaska State Troopers, la polizia di stato. Viluppi di epilobio soffocano gli abitacoli delle ruote e s'insinuano oltre gli assi. Il 142 di Fairbanks è parcheggiato accanto a pioppi tremoli e a una decina di metri dalla cima di una modesta altura, una lingua di terra elevata che sovrasta la confluenza del fiume Sashana e di un affluente più piccolo. L'ambiente è piacevole, aperto e pieno di luce. E' facile capire perchè McCandless ne abbia fatto il proprio campo base. Anche il padre di Chris visitando l'autobus ebbe a dire "Riesco a capire cosa possa aver attratto Chris". Intorno al veicolo sono sparpagliate centinaia di ossicini e migliaia di aculeidi porcospino, resti della piccola selvaggina che costituiva il grosso della dieta di McCandless. A margine di quest'ossario giace uno scheletro più imponente, quello dell'alce che il ragazzo aveva ucciso per poi tormentarsi di rimorso.

Chris McCandless all'interno dell'autobus su un pannello di compensato scrisse, firmandosi Alexander Supertramp Maggio 1992: "Da due anni cammina per il mondo. Niente telefono, niente biliardo, niente animali, niente sigarette. Il massino della libertà. Un estremista. Un viaggiatore esteta la cui dimora è la strada. Scappato da Atlanta. mai dovrai fare ritorno perchè the west is the best. E adesso, dopo due anni a zonzo, arriva la grande avventura finale. La battaglia climatica per uccidere l'essere falso dentro di lui e concludere vittoriosamente il pellegrinaggio spirituale. Dieci giorni e dieci notti di treni merci e autostop lo hanno portato fino al grande bianco del Nord. Per non essere più avvelenato dalla civiltà, egli sfugge, e solo cammina sulla terra per smarrirsi nella foresta"


Christopher Mccandless, era un giovane di 24 anni, quando morì di stenti nelle sperdute terre dell'Alaska. Ha lasciato come testamento questa istantanea, una fotografia ottenuta con l'autoscatto, con la quale bisogna confrontarsi; le gambe accavallate ed una postura rilassata, una camicia di lana spessa o flanella a quadri, gli stivali, la barba incolta ed i capelli disordinati del viaggiatore, l'espressione serena, un sorriso eterno di chi guarda alla macchina fotografica con l'intenzione di lasciare un ricordo sereno; quante volte si indossiamo vestiti scargianti per attirare l'attenzione, colori spesso ottenuti attraverso processi chimici di lavorazione industriale?
Eppure i colori tenui della terra che indossava Mccandless, attirano per la loro semplicità e si confondono perfettamente con il contesto ambientale in cui si trovava, compreso quel bus 142, che per tanti giorni lo ha riparato dal freddo e dalle tormente di neve. Christopher Mccandless, cercava a tal punto di confondersi con Madre Natura, di mimetizzarsi, di essere un tutt'uno, che ha pagato con la vita, diventando cenere e ritornando polvere. Chris aveva ereditato i lineamenti angelici della madre, soprattutto gli occhi, le cui scure profondità rivelavano ogni emozione.
Davanti a questa fotografia, ogni coscienza si confronta volente o meno con i temi ancestrali della libertà dell'essere umano e della sua autenticità; quante persone in carriera, dal dirigente all'operaio sono tanto infelici tanto più sono permeati dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo; certo quest'ultimi sembrano assicurare una pace dello spirito, una agiatezza, che sono però il principio della fine. La vita scorre. Christopher, complice la giovane età e sicuramente una sensibilità rara, non ha accettato il compromesso, che una società come la nostra ormai pretende ed impone, non ha permesso al compromesso di annientarlo, ma ha portato fino agli estremi il pensiero spartano per il quale, i soldi, le comodità, le agiatezze, indeboliscono e rendono impuro l'uomo.
L'autore del libro, Jon Krakauer, visitando l'autobus vi troverà una serie di oggetti che appartenevano a Chris: una borraccia di plastica verde, una minuscola bottiglia di pastiglie per purificare l'acqua, un cilindro consumato di Chap Stick, un paio di pantoloni imbottiti, un'edizione tascabile di O Jerusalem! con il dorso spaccato, guantoni di lana, una bottiglia di repellente per gli insetti Muskol, una scatola di fiammiferi piena, un paio di stivali da lavoro in plastica marrone col nome di Gallien scritto in pallido inchiostro nero sul risvolto (Gallien fu un uomo che gli diede un passaggio e gli regalò degli stivali), un fodero in pelle decorato dalle iniziali R. F. (l'involucro del machete che Ronald Franz diede al giovane), lo spazzolino da denti blu, una scatole di filo interdentale e la capsula d'oro del molare che stando al diario, si sarebbe staccata dal dente dopo tre settimane dall'arrivo. Lo scrittore inoltre trovò due paia di frusti Levi's; uno dei due è rattoppato alla bell'e meglio con nastro adesivo grigio per tubi, sull'altro sono state accuratamente cucite sulle ginocchia e sul sedere pezze di vecchia coperta. Quest'ultimo paio portava anche una cintura ricavata da una striscia di lenzuolo, testimonianza di quando Chris dimagrendo, si sarà trovato a perdere i pantaloni. Gli stessi oggetti che ritroveranno i genitori di Chris quando 10 mesi dopo la morte, decideranno di visitare l'autobus. La madre si sedette sul materasso sui cui era morto il figlio. Il padre sistemò una lapide appena dietro la porta, una semplice placca d'ottone con poche parole commemorative.

Lapide.
Northern view of Denali (Mt. McKinley) and tundra from Stampede Trailhead - Fall 1999. Chris McCandless imparerà a suo spese che, malgrado l'intuito suggerisca il contrario, è l'inverno, e non l'estate, la stagione migliore per avventurarsi a piedi nella foresta, in quanto il terreno in disgelo si trasforma in una tortura di muskeg paludoso e ontano impenetrabile.

Una sezione della fredda Stampede Trail, la strada che condusse Chris McCandless nella foresta. Macchie di ontani e da venature di abeti striminziti. Territorio ondulato e tortuoso. All'estremità dello Stampede Trail, girano parecchi sciatori, appassionati di motoslitte e slitte trainate da cani, ma soltanto fino a marzo o al principio di aprile, quando il ghiaccio sui fiumi comincia a rompersi

L'autobus non è semplice da raggiungere perchè lo Stampede Trail viene tagliato dal Teklanika, un fiume rapido e gelato, e la prospettiva di guadare questo torrente latteo spinge gran parte delle persone a fare dietrofront.
Lo Stampede Trail, la strada che Chris McCandless seguì per addentrarsi nella foresta, si snoda su questo territorio ondulato e tortuoso.
La fotografia sopra e sotto è il fiume Teklanika, che impedirà a Chris il 5 luglio del 1992 di tornare nella civiltà. Quando sessantasette giorni prima aveva guadato il fiume nel rigido clima primaverile, si era trovato di fronte un gelido ma tranquillo corso d'acqua alto fino al ginocchio, ed era bastato passeggiare fino alla riva opposta. Il 5 luglio invece, il Teklanika scorreva freddo e rapido a piena portata, gonfiato dalle pioggie e dal disgelo dei ghiacciai della Catena d'Alaska. L'acqua, resa opaca dai sedimenti glaciali e più calda soltanto di qualche grado rispetto al ghiaccio da cui derivava, aveva il colore del cemento umido. Troppo profondada guadare, emetteva lo stesso suono roboante di un treno merci e in pochi secondi la portentosa corrente avrebbe fatto perdere l'equilibrio al ragazzo e se lo sarebbe portato via.
Fiume Teklanika. Nella bella stagione sono davvero poche le persone che attraversano il Teklanika, gran parte del percorso è indefinito e ricoperto di vegetazione. Subito dopo il fiume, il sentiero curva a sudovest, risalendo il letto di un rapido ruscello e poichè i castori attraverso il ruscello hanno costruito una fitta rete di dighe, il sentiero sbuca direttamente nel mezzo di un'estensione d'acqua grande dodicimila metri quadrati.


Bus's coordinates should be these: ( 63°51′36.13″N, 149°24′50.62″W).

Chris era piccolo e miope, motivo per cui portava occhiali con montatura in metallo. Un gran lavoratore, secondo questa testimonianza "Lavorava sodo, come mai avevo visto in vita mia. Non importava di cosa si trattasse, lui lo faceva e basta: lavoro fisico pesante, togliere il grano marcio o i topi morti dal fondo di un buco, lavoro che ti sporchi così tanto che alla fine della giornata non sai nemmeno più a cosa assomigli. E mai ha lasciato un lavoro a metà: se iniziava qualcosa, doveva finirlo a tutti i costi, sembrava quasi una questione morale. Alex era la classica persona che definiemo "moralmente responsabile". Era abbastanza severo con se stesso."
Chris McCandless, in una foto vera posa con un porcospino in un autoscatto. (Courtesy Of Mccandless Family -- Villard Books Via Associated Press). McCandless aveva sempre avuto un atteggiamento ambivalente verso l'uccisione di animali. Ebbe non pochi rimorsi infatti quando abbattè un alce ed ebbe a dire nel suo diario "Vorrei non aver mai ammazzato l'alce. Una delle più grandi tragedie della mia vita".

Quello che segue è un passaggio evidenziato in uno dei libri rinvenuti con la salma di Chris McCandless:

"Volevo il movimento, non un'esistenza quieta. Volevo l'emozione, il pericolo, la possibilità di sacrificare qualcosa al mio amore. Avvertivo dentro di me una sovrabbondanza di energia che non trovava sfogo in una vita tranquilla." LEV TOLSOTJ, La Felicità familiare

Christopher Johnson McCandless se la prese molto quando i genitori dopo la laurea espressero il desiderio di compragli una macchina nuova. La sua auto era in ottimo stato, aveva ribattuto: una Datsun b210 del 1982 a cui teneva molto, essendo un acquisto dell'ultimo anno di liceo. Centoventottomila chilometri e qualche ammaccatura ma meccanicamente perfetta.


Quella di Chris era di colore giallo e aveva preso l'abitudine di usarla nei lunghi viaggi solitari delle vacanze scolastiche. Chris fu costretto ad abbandonarla, non prima di averla privata della targa e di averla nascosta come meglio poteva con una tela cerata marrone (non voleva che la famiglia fosse informata), dopo che una inondazione la travolse. Chris McCandless, ignorando i cartelli che indicavano l'assoluto divieto di guidare fuori strada a causa del pericolo delle inondazioni improvvise (per maggiori informazioni http://www.nps.gov), si era accampato infatto vicino ad un alveo in secca, dove l'auto fu travolta da un'ondata di acqua marrone, non forte al punto da procurare danni permanenti, ma abbastanza per metterla momentaneamente fuori d'uso.), che vi ritrovarono dentro una chitarra Gianini (la chitarra che la madre di Chris usava per suonare le ninne nanne per calmare il figlio Chris), un tegame contenente 4 dollari e 93 cent in spiccioli, un pallone da football, un sacchetto dell'immondizia pieno di vecchi indumenti, una canna da pesca con relativa attrezzatura, un rasoio elettrico nuovo, un'armonica a bocca, i cavi della batteria, una decina di kg di riso e, nel vano portaoggetti, le chiavi. Un Ranger riuscì a far partire il motore dopo aver caricato la batteria, e incredibilmente dopo aver constatato che "quell'auto andava come un razzo", la Datsun b210 di Chris venne usata con successo per combattere il traffico di droga.

Nello Zaino di Chris, c'erano libri di scrittori quali Thoreau, Tolstoj e Gogol, Michael Crichton (di questi lesse "Il terminale uomo", Robert Pirsig, Louis L'Amour. Ma quali sono quindi le persone al cui pensiero Chris ha attinto? A chi si ispirava quando, dopo aver abbandonato l'auto fuori uso, bruciò il proprio denaro, un patetico mazzetto di banconote, 123 dollari? Sicuramente Henry David Thoreau e Ralph Waldo Emerson , Tolstoj e Jack London. I primi due filosofi, considerati tra le menti filosofiche più sottovalutate che l'America abbia prodotto, incitavano uno stile di vita in profondo contatto con la natura. Per quanto concerne Tolstoj, così si espresse Chris in una lettera ad un ragazzo che nel corso dei suoi viaggi lo aveva aiutato: "[...] Spero ti abbia portato il libro, perchè Wayne, credimi, dovresti veramente leggere Guerra e pace. Quando ti dissi che hai uno dei caratteri più nobili fra quelli che ho conosciuto, ne ero davvero convinto. E' un libro straordinario e fortemente simbolico, ci sono cose che penso tu capirai, cose che sfuggono a gran parte della gente. Tornando a me, ho deciso che per un po' farò questa vita. Non mi riesce di rinunciare a tutta questa libertà e semplice bellezza. [...]
Henry David Thoreau (Concord, 12 luglio 1817 – 6 maggio 1862) è stato un filosofo e scrittore statunitense. Intrattenne una profonda amicizia con Ralph Waldo Emerson e con altri pensatori trascendentalisti. Nel 1845, per sperimentare una vita semplice e per protesta contro il governo, si stabilì in una piccola capanna da lui stesso costruita presso il lago di Walden. Qui poté dedicarsi a tempo pieno alla scrittura e all'osservazione della natura. Dopo due anni, nel 1847, lasciò il lago di Walden per vivere col suo amico e mèntore Ralph Waldo Emerson e la sua famiglia a Concord. Nel 1846 Thoreau rifiutò di pagare la tassa che il governo imponeva per finanziare la guerra schiavista al Messico, da lui giudicata moralmente ingiusta e contraria ai principi di libertà, dignità e uguaglianza degli Stati Uniti. Per questo, in seguito, fu incarcerato per una notte (e liberato il giorno successivo quando, tra le sue vibrate proteste, sua zia pagò la tassa per lui). Dopo qualche anno, nel 1849, scrisse il saggio Disobbedienza civile. L'opera fu letta anche da Tolstoj, Gandhi e M. L. King, che da questa trassero ispirazione per la lotta non violenta delle loro campagne. Nel 1854 pubblicò "Walden, ovvero La vita nei Boschi", nel quale descriveva la sua esperienza di vita sul lago Walden. Walden, ovvero La vita nei boschi è il resoconto dell'avventura dell'autore, che dedicò ben due anni (dal 4 luglio 1845 al 6 settembre 1847) della propria vita nel cercare un rapporto intimo con la natura e insieme ritrovare se stesso in una società che non rappresentava ai suoi occhi i veri valori da seguire, ma solo l'utile mercantile.

Cartelli che avvisano del pericolo di inondazioni improvvise, nella LAKE MEAD NATIONAL RECREATION AREA, li dove Chris McCandeless si accampò.

L'auto fu ritrovata dai Rangers lungo il letto del Detrital Wash vicino al lago Mead al al confine tra Nevada ed Arizona (per maggiori informazioni visita il sito Arizona Flood Warning and Drought Monitoring Webpage


Nella foto il Monte Katahdin che Thoreau scalò. L'ascensione dei bastioni selvaggi e terribili benchè bellissimi, lo colpi e lo spaventò, ma lasciò in lui una sorta di vertiginosa soggezione. Quell'inquietudine suscitata dalle alture granitiche del Katahdin ispirò parte degli scritti più efficaci e ne colorò profondamente il pensiero riguardo alla terra e alla sua condizione rude e selvaggia.
Il saggio Disobbedienza Civile di Henry David Thoreau divenne per Chris McCandless una sorta di vangelo.
« La massa degli uomini serve lo stato in questo modo, non come uomini soprattutto, bensì come macchine, con i propri corpi. Essi formano l'esercito permanente, e la milizia, i secondini, i poliziotti, i posse comitatus, ecc. Nella maggior parte dei casi non v'è alcun libero esercizio della facoltà di giudizio o del senso morale; invece si mettono allo stesso livello del legno e della terra e delle pietre, e forse si possono fabbricare uomini di legno che serviranno altrettanto bene allo scopo. Uomini del genere non incutono maggior rispetto che se fossero di paglia o di sterco. Hanno lo stesso tipo di valore dei cavalli e dei cani. Tuttavia persino esseri simili sono comunemente stimati dei buoni cittadini. Altri, come la maggior parte dei legislatori, dei politici, degli avvocati, dei ministri del culto, e dei funzionari statali, servono lo Stato principalmente con le proprie teste; e, dato che raramente fanno delle distinzioni morali, sono pronti a servire nello stesso tempo il diavolo, pur senza volerlo, e Dio. »
(Thoreau in Disobbedienza Civile)

"Nessun uomo seguì mai il suo genio tanto da esserne sviato. Sebbene il risultato fosse debolezza fisica, tuttavia nessuno può dire che le conseguenze fossero da rimpiangersi, poichè queste erano una vita condotta secondo principi più alti. Se il giorno e la notte sono tali che voi li salutiate con gioia, e la vita emana una fragranza come fiori ed erbe molto profumate, il vostro successo sarù più agile, colmo di stelle e immortale. Tutta la natura si conratual con voi e,momentaneamente, voi avete occasione di benedirvi. I guadagni e i valori più grandi sono ben lungi dall'essere apprezzati. Facilmente giungiamo a dubitare che essi esistano. Presto li dimentichiamo. Essi sono la realtà più alta. [...] Il vero raccolto della mia vita quotidiana è qualcosa di altrettanto intangibile e indescrivibile dei colori del mattino e della sera. E' un po' di polvere di stella afferrata - un segmento di arcobaleno che abbiamo preso con una mano." Henry David Thoreau, Walden ovvero vita nei boschi (passaggio evidenziato in uno dei libri rinvenuti con la salma di Chris McCandless)

Ralph Waldo Emerson (Boston, 25 maggio 1803 – Massachusetts, 27 aprile 1882) è stato uno scrittore, saggista e filosofo statunitense. È conosciuto anche per essere stato un noto poeta. Il saggio Nature, pubblicato nel 1836, anche se non fu tra i più letti, contiene in poche pagine gran parte delle idee di Emerson.

Jack London (pseudonimo di John Griffith Chaney) (San Francisco, 12 gennaio 1876 – 22 novembre 1916) è stato uno scrittore statunitense, noto per romanzi quali Zanna bianca e Il richiamo della foresta. Nel 1897 partì per unirsi alla Corsa all'oro del Klondike: è in quella regione che scriverà i suoi primi racconti di successo. Tutta la sua vita fu infatti caratterizzata da esperienze lavorative diverse: fece lo strillone di giornali, il pescatore clandestino di ostriche, il lavandaio, il cacciatore di foche, il corrispondente di guerra russo-giapponese, l'agente di assicurazioni, il coltivatore e, appunto, il cercatore d'oro prima di diventare uno scrittore di successo. Lo scrittore morì per una overdose. Chris McCandless quando si ritrovò a vendere dei libri presso una bancarella, cercò di convincere ogni malcapitato a leggere "Il richiamo della foresta". L'infatuazione di McCandless per lo scrittore risaliva all'infanzia: la fervente condanna della società capitalista, l'esaltazione del mondo primordiale e la difesa degli umili rispecchiavano appieno le passioni di Chris. Incantato dell'avvicente ritratto che London fece della vita in Alaska e nello Yukon, McCandless lesse e rilesse "Il Richiamo della foresta", "Zanna Bianca" e tutti gli altri romanzi d'avventura dello scrittore.
Quando i genitori si offersero di compragli una macchina nuova scrisse alla sorellina Carine "Ho ripetuto milioni di volte che la mia macchina è la migliore del mondo, che ha attraversato il continente da Miami all'Alaska, che in tutte quelle migliaia di chilometri non mi ha mai dato problemi, che non la venderò mai, che gli sono molto affezionato, ma loro no, loro ignorano quello che dico e pensano che ne accetterei una nuova! In futuro starò attento a non accettare più i loro regali, perchè potrebbero pensare di comperare anche il mio rispetto". Con questa macchina, Chris partirà per la sua Odissea, un viaggio epico senza ritorno dopo aver dedicato, per come la vedeva lui, gli ultimi quattro anni a un compito oneroso e assurdo: laurearsi. L'obiettivo? liberarsi dei condizionamenti del mondo soffocante dei genitori e simili, quel mondo di superficialità, di sicurezza ed eccessi materialistici che lo escludeva dolorosamente dall'autentico pulsare dell'esistenza. In tal senso come simbolo della completa rottura col passato adottò un nuovo nome, Alexander Supertramp, e dal quel momento non si sarebbe più chiamato Chris McCandless (salvo che in una richiesta d'aiuto scritta prima di morire)

Quando vide una canoa in alluminio di seconda mano, d'impulso decise di acquistarla. Voleva ridiscendere il Colorado fino al Golfo di California, quasi 650 km a sud, oltre il confine col Messico.

Immagini del fiume Colorado sopra e sotto (http://www.nps.gov/)








Il capodanno del 31 Dicembre 1990, Chris lo passò guardando la luna piena alzarsi sul Gran Desierto, quattromila e quattrocento km quadrati di dune mutevoli, la più grande estensione di sabbia dell'America del Nord. In questo periodo stette per più di 36 giorni senza vedere un'anima viva, sopravvivendo con poco più di 2 kg di riso e quanto riusciva a guadagnare dal mare (ammirava il deserto costeggiando la costa con la canoa), un'eperienza che in seguito l'avrebbe convinto di poter sopravvivere con una dieta altrettanto scarsa anche nella foresta d'Alaska.
Gran Desierto
"Ma cos'è la storia? E' un dar principio a lavori secolari per riuscire a poco a poco a risolvere il mistero della morte e vincerla un giorno. Per questo si scoprono l'infinito matematico e le onde elettromagnetiche, per questo si scrivono sinfonie, ma non si può progredire in tale direzione senza una certa spinta. Per scoperte del genere occorre un'attrezzatura spirituale, e in questo senso, i dati sono già tutti nel Vangelo. Eccoli. In primo luogo, l'amore per il prossimo, questa forma suprema dell'energia vivente, che riempie il cuore dell'uomo ed esige di espandersi e di essere spesa. Poi i principali elementi constitutivi dell'uomo d'oggi, senza i quali l'uomo non è pensabile, e cioè l'idea della libera individualità e della vita come sacrificio."

Boris Pasternak, Il dottor Zivago (passaggio evidenziato in uno dei libri rinvenuti con la salma di Chris McCandless)
SLAB CITY, NILAND Per vedere il sito ufficiale della slab city clicca qui

Clicca qui per l'immagine da satellite

Chris durante i suoi viaggi, si recò negli Slabs, una vecchia base aerea della Marina militare abbandonata e distrutta, di cui resta solo un reticolo di vuote fondamenta di cemento disseminate in lungo e in largo nel deserto. Non appena arriva novembvre, quando nel resto del Paese il tempo peggiora, circa cinquemila tra emigranti, girovaghi e vagabondi d'ogni genere si riuniscono in questo luogo fuori dal mondo per vivere con pochi soldi sotto il cielo e le stelle. Gli Slabs fungono da capitale stagionale di una brulicante società itinerante, di una tollerante cultura di gommati che coinvolge pensionati e indigenti, esiliati e disoccupati perenni.

McCandless perlò spesso con la gente degli Slabs dei suoi piani per l'Alaska. Ogni mattina faceva esercizi di ginnastica. per prepararsi ai rigori della foresta.

Salvation Mountain di Leonard Knigth http://www.salvationmountain.us/ Per maggiori informazioni clicca qui




Video of Salvation Mountain

Salton City vicino a Salton Sea.

Chris McCandless si accampò vicino al Salton Sea, dormendo sulla sabbia protetto da una tela cerata appesa a un ramo di creosoto. Vicino a lui, in un bizzarro accampamento, circa duecento persone si erano adunate per svernare insieme nei propri veicoli,. Una America postapolcalittica, una comunità oltre i margini della società, dove gli hippie giravano completamente nudi per l'accampamento bagnandosi nelle fonti geotermiche: il posto esattamente si chiama Oh-My-God Hot Springs. (ora non esiste più perchè è stata spianata dai bulldozer e coperta di cemento per ordine della commissione sanitaria dell'Imperial Valley. I funzionari della contea sostengono di aver eliminato le sorgenti per timore che i bagnanti potessero contrarre gravi malattie dai microbi virulenti che ritenevano pullulare nelle vasche termali). McCandless se ne stava comunque per conto proprio ad un kilometro di distanza dall'accampamento. Si recò in cima al San Jacinto Peak, insieme ad un vecchio di oltre 80 anni, che nella notte di San Silvestro del 1957 perse la moglie ed il suo unico figlio che stava per laurearsi in medicina, in un incidente stradale causato da un ubriaco. I due strinsero una amicizia molto profonda, strascorrendo molto tempo insieme. Ilvecchio rivedeva in Chris il figlio perduto. Mentre conversava con il vecchio, Chris si sfogava esplodendo invettive contro i genitori, i politici e l'idiozia endemia dello stile di vita prevalente negli Stati Uniti. In una lettera che Chris scrisse al vecchio dopo che i due si separarono, si dice "Vorrei ripeterti di nuovo il consiglio che già ti diedi in passato, ovvero secondo me dovresti apportare un radicale cambiamento al tuo stile di vita, cominciando con coraggio a fare cose che mai avresti pensato di fare o che mai hai osato. C'è tanta gente infelice che tuttavia non prende l'iniziativa di cambiare la propria situazione perchè è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l'animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo. Il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l'avventura. La gioia di vivere deriva dall'incontro con nuove esperienze, e quindi non esiste gioia più grande dell'avere un orizzonte in continuo cambiamento, del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso. Se vuoi avere di più dalla vita, Ron, devi liberarti della tua inclinazione alla sicurezza monotona e adottare uno stile più movimentato che al principio ti sembrerà folle, ma non appena ti ci sarai abituato, ne assaporerai il pieno significato e l'incredibile bellezza. Per cui Ron, in poche parole, vattene da Salton City e mettiti sulla strada. Ti garantisco che sarai felice di averlo fatto. Temo però che il mio consiglio non verrà ascoltato. Dici sempre che sono testardo, ma tu lo sei ancora più di me. Hai una meravigliosa opportunità sulla via del ritorno di vedere uno dei paesaggi più belli della terra, il Grand Canyon, qualcosa che ogni americano dovrebbe vedere almeno una volta nella vita. Eppure, per qualche ragione a me incomprensibile, non desideravi altro che arrivare a casa al più presto [...] Non fissarti in un posto, muoviti, sii nomade, conquistati ogni giorno un nuovo orizzonte [...]". (le parole di Chris McCandless si possono riassumere nel verso di Pindaro, tanto amato da Nietzsche: "diventà ciò che sei!, realizza le tue autentiche potenzialità".) Il Vecchio seguendo il consiglio di McCandless vendè tutto e comprò un Caravan accampandosi nel deserto, occupando lo stesso spazio che era stato di McCandeless vicino alle sorgenti calde, di cui ho parlato prima, aspettando il ritorno dell'amico. Quando un giornalista gli mostrerà le foto dell'autobus in cui il giovane perderà la vita in Alaska, il vecchio si allontanò con gli occhi umidi. Disse il vecchio "Quando Alex partì per l'Alaska pregai. Chiesi al Signore di avere un occhio di riguardo per quel ragazzo, gli dissi che era speciale. Eppure lo lasciò morire. Allora il 26 Dicembre, quando seppi cosa era successo, rinunciai a Dio. Mi ritirai dalla chiesa e diventai ateo. Decisi che non potevo più credere in un Dio che aveva permesso che una cosa tanto terribile accadesse a un ragazzo come Alex". Come ho scritto prima, il vecchio aveva già perso un figlio e la moglie in un incidente stradale causato da un ubriaco.


San Jacinto Peak Mountains
Chris McCandless aveva l'abitudine di sotterrare, nascondendoli, gli oggetti che non poteva portarsi dietro. Chris McCandless farà ritorno anche a Detrival Wash, dove ritrovò la vecchia targa della Datsun "Virginia SJF-421". Gli piaceva ritrovarli, passato tanto tempo. Aveva bisogno di punti fermi, in una vita nomade in cerca di se stesso. Aveva poi l'abitudine bellissima di scrivere cartoline e lettere alle persone con cui aveva vissuto per una o due settimane. Le medesime lo ricordano simpaticamente anche come un gran imbranato, uno che "vedeva gli alberi, ma non vedeva la foresta". Dire la verità rientrava in un credo che il ragazzo prendeva molto seriamente. Chris era affascinato dal paesaggio e si godeva la libertà in compagnia di vagabondi che incontrava sul cammino. Era dell'idea che non si dovesse possedere più di quanto non si riesca a caricare in spalla correndo alla massima velocità. Lavorò presso una azienda agricola, presso un ristorante italiano e presso un McDonald (i colleghi del McDonald gli fecero notare come puzzasse, poichè Chris non aveva dimora fissa).

Il rapporto tra Chris ed i genitori fu sicuramente problematico. Soprattutto il padre, autoritario, testardo, irritabile, spinse Chris alla ribellione, purtroppo con mancanza di misura. In una lettera alla sorella Chris, scriveva "[...] Dopo però, quando sarà il momento, con un taglio netto e veloce li escluderò dalla mia esistenza. Una volta per tutte divorzierò da loro come miei genitori e mai più, finchè avrò vita, parlerò con uno di quegli idioti. La farò finita con loro, una volta per tutte, e stavolta sarà per sempre."

Castità e purezza morale erano qualità sulle quali il ragazzo rimuginava spesso (uno dei saggi ai quali lui si ispirava Thoreau mai perse la verginità), al punto che nel libro Walden di Thoreau, Chris cerchiò il passo "la castità è la fioritura dell'uomo; e ciò che si chiama Genio, Eroismo, Santità e simili, sono solo i vari frutti che vengono come conseguenza di essa". Inoltre uno dei libri rinvenuti sull'autobus insieme alla salma fu una raccolta di storie che includeva "La sonata a Hreutzer" di Tolstoj, in cui un nobiluomo fattosi asceta denuncia le esigenze della carne. Insomma Chris, non era per niente ossessionato dal sesso, come gli adolescenti al giorno d'oggi, che sono bombardati da immagini pornografiche.
"L'Alaska ha sempre esercitato un certo fascino su sognatori e disadattati, su chi pensa di poter rattoppare i buchi della propria esistenza nell'incontaminata vastità dell'Ultima Frontiera. Soltanto che la foresta non perdona e di sogni e desideri non sa che farsene. Edward Hoagland, così scrive in Up the black to Chalkyitsik: "In America abbiamo la tradizione del grande fiume a due cuori: portare le propri ferite nella natura per una cura, una conversione, un riposo o quel che sia. E come nel caso di Hemingway, se le ferite non sono troppo gravi, funziona. Ma qui non siano nel Michigan (o per quanto, neppure nelle grandi foreste del Mississippi di Faulkner) Qui siamo in Alaska. Quando venne il momento di partire ed un amico si offerse di pagargli l'aereo egli rispose "No, no, voglio andarci in autostop. Volare sarebbe come imbrogliare, rovinerebbe tutto". Una persona che a differenza della maggior parte delle persone, mette in pratica quello in cui crede.

Prima di lasciare le persone con cui lavorava (mietitori) per dirigersi in Alaska, McCandless pianse e spedì a costoro questa cartolina: "Queste saranno le mie ultime righe, Wayne. Sono arrivato due giorni fa ed è stato molto difficile trovare passaggi nello Yukon, ma alla fine ce l'ho fatta lo stesso. Per favore, restituisci al mittente tutta la posta che ricevi. Potrebbe passare molto tempo prima che io ritorni al Sud. Se quest'avventura avrà un esito fatale e non dovessi più ricevere mie notizie sappi che per me tu sei un grand'uomo. Ora entro nella natura."

La storia di Chris McCandless, può avere qualche analogia con quella di Gene Rosellini, come scrive Jon Krakauer in "Nelle terre estreme". Gene Rosellini, che la gente vicino a Cordova (Alaska) chiamava il sindaco di Hippie Cove , studente alla University of Washington e poi alla Seattle University si immerse nell'antropologia, nella storia, nella filosofia e nella linguistica accumulando crediti di centinaia di ore senza mai laurearsi. Non ne vedeva il motivo. La ricerca della conoscenza, sosteneva, era un obiettivo degno di per sé, e non necessitava di alcuna convalida esterna. Lasciata l'accademia, nel 1977 giunse a Cordova in Alaska, dove nella foresta ai margini della città decise di dedicare la propria vita a un ambizioso esperimento antropologico

Cordova (Alaska)


Cordova (Alaska)


"Volevo capire se era possibile essere indipendenti dalla moderna tecnologia" riferì Rossellini 10 anni dopo. Si domandava se gli uomini potessero ancora vivere come gli antenati all'epoca dei mammut e delle tigri dai denti a sciabola o se invece la nostra specie si fose allontanata troppo dalle radici e non fosse più in grado di sopravvivere senza polvere da sparo, acciaio e altri artefatti dalla civiltà. Con l'ossessione tipica di questo genere di genio meticoloso e caparbio, Rosellini eliminò dalla propria vita tutti gli strumenti che non fossero quelli primitivi creati da materiali naturali con le sue stesse mani. Si convinse che gli uomini fossero regrediti in esseri progressivamente inferiori ed il suo obiettivo era quello di tornare a uno stato naturale. Si nutriva di radici, bacche, alghe e cacciava selvaggina con lance e trappole. Vestito di stracci, sopportava rigidi inverni e sembrava quasi che le privazioni gli procurassero piacere, al punto di dover tagliare un tronco con una pietra affilata mettendoci anche giornata (rifiutava sega e ascia). Come se non fosse abbastanza duro vivere secondo le regole che si era imposto, Rosellini si sottoponeva a un severo esercizio fisico non appena gli avanzava del tempo. Riempiva le giornate con la ginnastica callistenica (è una ginnastica dolce e ritmata, intesa a sviluppare forza e bellezza del corpo umano) il sollevamento pesi e la corsa, spesso con un carico di pietre sulle spalle. Nel corso di un'estate raccontò di aver coperto una media di trenta chilometri al giorno. Dopo decenni dove ammise di aver effettivamente sperimentato la realtà fisica, mentale ed emotiva dell'età della pietra, ammise che per gli esseri umani come noi li conosciamo non è possibile vivere nella natura e della natura. A 49 anni ammise la sconfitta e annunciò di voler girare il mondo con lo zaino in spalla, dai30 ai 40 km al giorno, 7 giorni alla settimana, 365 giorni l'anno. Ma nel novembre 1991, Rossellini fu trovato riverso sul pavimento della sua baracca con un coltello piantato nel cuore. Il coroner determinò che la ferita fatale era stata autoinflitta, ma non fu trovata nessuna lettera di spiegazione. Altra storia molto simile, quella di John Mallon Waterman, uomo da 400 flessioni al giorno, che a 16 anni John scalò il monte McKinley, la vetta più elevata dell'America settentrionale. La giovane psiche del giovane fu scossa dalla malattia mentale della madre, dal fratello che perse una gamba,e dal fatto che 8 amici e compagni di roccia rimasero uccisi in incidenti o si tolsero la vita. Dopo aver scalato incredibilmente il monte Hunter per 145 giorni si candidò alle elezioni scolastiche con un programma proponendo il sesso libero fra studenti e la legalizzazione delle droghe allucinogene. Non venne eletto,allora pensò di correre per il partito "Nutri l'Affamato", la cui priorità era essenzialmente che nessuno sul pianeta morisse di fame. Divenne sempre più spericolato nelle scalate al Denali, fino a che che scomparve in un ghiacciaio. Le sue orme andavano dritte verso un labirinto di crepacci giganti, a testimonianza del fatto che il ragazzo non compiva alcuno sforzo per aggirare evidenti pericoli.
La storia di McCandless assomiglia a quella inoltre di Carl McCunn e Everett Ruess. Quest'ultimo, un artista, a 20 anni s'avventurò nel deserto dello Utah, senza mai farvi ritorno. Così scriveva Everett al fratello "Quando farò visita alla civiltà? Non presto, credo. Non sonoancora stanco della vita selvaggia, anzi apprezzo sempre più la sua bellezza e l'esistenza errante che conduco. Preferisco la sella al tram e il cielo stellato al soffito, preferisco il sentiero oscuro e difficoltoso verso l'ignoto alla strada asfaltata, e la pace profonda del selvaggio allo scontento generato dalle città [...] E' vero, mi manca compagnia intelligente, ma sono cos' poche le persone con le quali posso condividere ciò che per me è tanto importante che ho imparato a contenermi. La bellezza intorno a me è sufficiente.


Davis Gulch (Canyons of the Escalante) è un canyon piccolo ma molto grazioso e per secoli i viandanti di questa terra arida e ostile hanno confidatato nell'oasi presente sul fondo della gola, una gola talmente stretta da far pensare a una fessura. Calarsi nel canyon è come giungere inun mondo nuovo, rispetto all'arida distesa di pietra nuda e sabbia rosso mattone che si trova in superficie;nel canyon infatti si trovano pioppi neri americani graziosamente chinati sopra fichi d'india in fiore e lunghi steli d'erba agitati dalla brezza. Le sue ripide pareti rocciose rivelano misteriose pittografie vecchie di 900 anni, e nelle rientranze riposano ancora i resti di antiche dimore dei Kayenta Anasazi.



In questo canyon, il Davis Gulch il ventenne Everett Ruess incise il proprio pseudonimo nella parete "Nemo 1934" (scritte ora cancellate dall'acqua che è salita di livello. Nemo poteva ispirarsi a Ventimila leghe sotto i mari di Jules Verne in cui il protagonista fugge la civiltà). Passati sessant'anni ancora non sappiamo quasi nulla della fine che fece Everett Ruess, inghiottito dal deserto. Per leggere le lettere che il giovane scrisse, esiste un opera biografica di W. Rusho "Everett Ruess: A vagabond for beauty"

Fucile Regmington semiautomatico calibro 22 conportata 4 x 20, un modello fuori produzione chiamato Nylon 66 che i cacciatori dell'Alaska preferivano per leggerezza e affidabilità. Fu il fucile che Chris McCandless usò per cacciare in Alaska, assieme a 4 scatole da cento cartucce.

Chris affrontò questa avventura con un fucile Regmington, 5kg di riso, una machina fotografica con 5 rullini. Ci sono rimaste una richiesta d'aiuto e 113 annotazioni concise ed enigmatiche racchiuse nelle pagine finali di un manuale di piante commestibili, che raccontavanole ultime settimane di vita del giovane. Mc Candless lasciò un segno indelebile in varie persone, anche se con buona parte di esse trascorse soltanto una settimana o due al massimo. Una volta stupì tutti, suonando il piano in una osteria in modo impareggiabile, producendo melodie country honky-tonk passando al ragtime e concludendo con pezzi di Tony Bennett (a Chris piaceva tantissimo, in particolare canzoni quali Tender is the night oppure Summers by the sea-sailboats in Capri). Era un istintivo, affrontava le sfide di petto e faceva ricorso alla sua straordinaria energia. Quando iniziò a correre, un'attività che premia volontà e determinazione piuttosto che finezza o astuzia, che il giovane scoprì la propria vocazione atletica, diventando uno dei migliori fondisti della regione. Si allenava con un pastore dello Shetland di nome Buckley e la corsa per lui era un intenso esercizio spirituale che rasentava la religione. (Chris era matto per Buck, un pastore dello Shetland, l'estate in cui scomparve, desiderava portarlo con sè e ne aveva chiesto il permesso a mamma e papà. Soltanto che Buck era appena stato investito e doveva ancora riprendersi, per cui gli risposero di no. Adesso ovviamente, rimpiangono la decisione, anche se d'altra parte il cane era conciato proprio male. Certamente se il cane fosse stato con lui, nonavrebbe corso gli stessi rischi, per salvaguardare la vita del cane) Per Chris riuscire bene in qualcosa era una questione mentale, una semplice questione di ottimizzazione dell'energia disponibile.
Shetland pastore

Alcune sue citazioni:
- "Non voglio sapere che ore sono, che giorno è e neppure dove mi trovo. Non me ne importa niente." Chris McCandless
- "Jack London è Re. Alexander Supertramp Maggio 1992 (Graffito inciso su un pezzo di legno scoperto sul luogo di morte di Chris McCandless)
- "Salve, belva primitiva! E anche a te, capitano Ahab! Alexander Supertramp Maggio 1992 (Incisione trovata nell'autobus abbandonato sullo Stampede Trail)
I cacciatori che trovarono Chris ormai senza vita da due settimane e mezzo, videro sulla punta di un ramo d'ontano vicino all'uscita posteriore del veicolo, una specie di bandiera di segnalazione, uno scaldamuscoli di lana rossa del tipo usato dai ballerini. Sulla porta socchiusa del bus era affiso un biglietto scritto a mano su una pagina strappata ad un romanzo di Nikolaj Gogol in cui c'era scritto:

S.O.S Ho bisogno del vostro aiuto. Sono malato, prossimo alla morte, e troppo debole per andarmene a piedi. Sono solo, non è uno scherzo. In nome di Dio, vi prego, rimanete per salvarmi. Sono nei dintorni a raccogliere bacche e tornerò stasera. Grazie. Chris McCandless. Agosto?


Quando Chris scrisse questo messaggio d'aiuto, era da mesi in sottoalimentazione. Era preoccupato, al punto da abbandonare il glorioso nomignolo Alexander Supertramp per tornare a quello ricevuto alla nascita dai propri genitori. Era il 12 agosto 1992, 7 giorni prima di morire. McCandless aveva accumulato un notevole deficit calorico e si reggeva su un equilibrio estremamente precario. Il 6, 7 e 8 agosto non aveva annotato nulla nel suo diario. Il 9 agosto scrisse di aver sparato a un orso senza però colpirlo, il 10 di aver avvistato un caribù, ma di non essere riuscito a sparare, e finalmente di aver ucciso 5 scoiatoli. L'11 agosto colpì e mangiò una pernice bianca, il 12 si trascinò fuori dall'autobus in cerca di bacche non prima di aver lasciato la richiesta d'aiuto sopracittata. Accanto ad un passo del libro Il dottor Zivago che così recitava "Si accorsero allora che solo la vita simile alla vita di chi ci circonda, la vita che si immerge nella vita senza lasciar segno, è vera vita, che la felicità isolata non è felicità. Era questo che amareggiava più di ogni altra cosa" Chris McCandless scrisse:

"Felicità è vera soltanto se condivisa"

Il 30 luglio, le sue condizioni fisiche precipitarono all'improvviso verso il disastro e già il 18 agosto Chris McCandless era morto. Si sono fatte molte congetture sulle cause di un declino tanto rapido, tra cui quella che sia rimasto lentamente avvelenato da alcune semenze (i semi di patata diventano moderatamente tossici quando cominciano a germogliare. Contengono la solanina, un veleno presente nella famiglia delle solanacee che, se ingerito per un breve periodo produce vomito, diarrea, cefalea e letargia, ma sul lungo periodo finisce per pregiudicare il ritmo cardiaco e la pressione sanguigna). Molto probabilmente McCandless ingerì una specie strettamente correlata, il pisello odoroso selvatico hedysarum mackenzii.
 Distese di Hedysarum mackenzii in Alaska. Benchè si tratti di una pianta più piccola, il pisello odoroso selvatico è talmente simile alla patata selvatica che perfino esperti botanici hano difficoltà a distinguerli. Esiste una sola caratteristica che li differenzi, che probabilmente Chris ignorava: nella parte inferiore delle foglioline verdi della patata selvatica sono presenti numerose venuzze laterali, mentre in quelle del pisello odoroso selvatico esse non sono visibili.

Fiaccato dai semi velenosi, McCandless scoprì di essere improvvisamente troppo debole per mettersi in marcia verso la salvezza. E poichè era troppo debole anche per cacciare seriamente, precipitò in una spirale di deperimento che lo portò alla morte. L'autopsia evidenziò come il grasso sottocutaneo era praticamente inesistente. Al momento dell'autopsia i resti di McCandless pesavano soltanto una trentina di kg. Il 5 agosto, 14 giorni prima di morire scriverà nel diario "Ma con un soffio di vita addosso. La morte incombe minacciosa. Troppo debole per mettermi in marcia, letteralmente intrappolato nella foresta - niente selvaggina".
Una foto vera di Chris McCandless. Una delle ultime cose che Chris McCandless fece fu quella di scattarsi una foto accanto all'autobus sotto la volta celeste del cielo d'Alaska. Con una mano rivolge il biglietto d'addio all'obiettivo e con l'altra proge un saluto sereno e coraggioso al mondo: “I have had a happy life and thank the Lord. Goodbye and may God bless all.”. "Ho avuto una vita felice e ringrazio il Signore. Addio e che Dio vi benedica!"


Prima di morire, McCandless compose un breve messaggio d'addio:

"Ho avuto una vita felice e ringrazio il Signore. Addio e che Dio vi benedica!"
A Chris piaceva molto leggere; in particolare sappiamo che tra i suoi libri preferiti c'era "Guerra e pace" di Tolstoj. Gli studi universitari presso l'Emory University di Atlanta, con una specializzazione in storia e antropologia. Era ossessionato dalle ingiustizie, quali l'oppressione razziale in Sudafrica e durante i fine settimana si aggirava nei quartieri più depressi di Wahington a chiaccherare con prostitute e senza tetto, a offrire loro un pasto o un consiglio sincero per migliorare le loro condizioni. Cercava di convincere anche gli amici a dedicarsi agli affamati e a coltivare una coscienza sociale. Prima di partire per la sua grande avventura diede in beneficienzacirca ventiquattromila dollari. Ma non era certo il classico benefattore taciturno e scontroso che disapprova il divertimento. Anzi, di tanto in tanto non disdegnava alzare il gomito, e fu sempre un incorreggibile istrione. Sosteneva che la carriera fosse una invenzione del ventesimo secolo. Dimostrò di essere anche un venditore senza pari, quando fu assunto da un imprenditore edile per piazzare vendite nel quartiere.

Chris McCandless ha provocato indirettamente tanto dolore alla sua famiglia. La sorella, molto legata a Chris, dice di non passare giorno senza piangere. Il Padre disse guardando una istantanea del figlio "La cosa più brutta è non averlo più vicino. Ho trascorso parecchio tempo con Chris, forse più che con gli altri figli. Mi piaceva tanto la sua compagnia, anche se ci ha procurato parecchie delusioni". Il padre che lavorava per la Nasa era molto autoritario, ma da quando Chris nel 1990, fece perdere le proprie tracce, qualcosa nel padre cambiò. La scomparsa del figlio è stata motivo di paura e sofferenza che hanno fatto emergere un lato morbido e tollerante della sua personalità.

Old Rag Mountain, o semplicemente Old Rag. Alla sommittà che si nota nella foto, Chris McCandless insieme al Padra, all'età di 8 anni la raggiunse portando lo zaino in spalla per tutto il cammino. Da quel momento le escursioni in montagna diventarono una consuetudine familiare e quasi ogni anno padre e figlio tornarono all'Old Rag per ripetere l'esperienza.

Chris ricercava la Verità. In uno dei libri (Henry David Thoreau, Walden ovvero vita nei boschi) rinvenuti con la salma di Chris McCandless c'era un passaggio sottolineato e annotata in grande la parola "Verità" nella calligrafia del ragazzo. Il passaggio era questo "Datemi la verità, invece che amore, denaro o fama. Sedetti a una tavola imbandita di cibo ricco, vino abbondante e servi ossequiosi, ma alla quale mancavano la sincerità e la verità; partii affamato da quel desco inospitale. L'ospitalità era fredda come i gelati". Prima di partire per il lungo viaggio senza ritorno, Chris era già ritornato a casa dopo un viaggio che lo aveva visto rischiare di morire disidratato nel deserto del Mojave.


Deserto del Mojave

Il suo desiderio di verità verrà distrutto nell'ambito familiare quando scoprirà che il padre aveva continuato a frequentarsi con la prima moglie. Quando la doppia vita dell'uomo venne alla luce, la rivelazione provocò ferite rpofonde e tutte le persone coinvolte soffrirono enormemente. Quando si tratta dei proprio genitori, i figli riescono a diventare giudici spietati e poco inclini alla clemenza, e ciò fu particolarmente vero nel caso di Chris. Ancor più egli adolescenti in genere Chris vedeva solo il bianco o il nero, e giudicava se stesso e gli altri secondo un codice morale di insostenibile rigore. Arrivo a vedere il padre quindi come un ipocrita bigotto. Confessò alla sorella Carine che l'inganno commesso dai genitori rendeva la sua "intera infanzia una specie di finzione". E così crebbe il risentimento nei confronti dei genitori insieme allo sdegno per le ingiustizie perpretrate nel mondo in generale (caccia alle balene dei giapponesi). Sempre più ruppe i rapporti con i genitori e anche con la sorella a cui sembrava tenere tantissimo. Nel luglio del 1992, 2 anni dopo la partenza di Chris da Atlanta, la madre saltò sul letto a Chesapeake Beach nel mezzo della notte e svegliò il marito "Ero cerca di aver sentito la voce di mio figlio che mi chiamava" spiega con le lacrime al volto. "Non so come potrò superare questa cosa. Non stavo sognando, non me lo sono immaginato, era proprio la sua voce che mi pregava "Mamma, aiutami!", ma non potevo aiutarlo perchè non sapevo dove fosse. E non mi disse nient'altro, solo "Mamma, aiutami!".

Normalmente prima potevano passare anche sei o sette mesi senza che il bus vedesse traccia di visitatori. Ora dopo il film ed il libro è un po' diverso. Basta guardare questo articolo di questo blog http://edplumb.blogspot.com/2007/11/skiing-into-wild-night-at-bus-142.html . Alcune Agenzie turistiche promuovono già il Into the Wild Tour. La rivista Outside con l'edizione del Gennaio 1993 dedicava la copertina al servizio speciale sulla morte di Chris McCandles. La storia di Chris McCandless divenne di dominio publico e i quotidiani di tutto il Paese dedicavano ampio spazio perfino agli stralci del suo diario.

Dopo Chris McCandless.

Ho deciso di leggere "Nelle Terre Estreme" (Into the Wild) di Jon Krakauer Ed. Corbaccio, dopo aver visto lo splendido film di Sean Penn al cinema. Il libro si è rivelato il più bel libro che abbia mai letto (almeno questa è la sensazione dopo averlo finito). Quanto qui riportato quindi non è altro che la trascrizione dei passi più significativi ed alcune considerazioni. Il 20% delle royalties derivanti dalla vendita di Nelle Terre estreme sarà donato a un fondo di borse di studio a nome di Chris McCandless.

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