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venerdì 4 febbraio 2011

Milioni di italiani che ...

Milioni di Italiani che.. non sanno più amare
Milioni di italiani che..se ne vanno. Che dall'Italia stiano emigrando verso paesi stranieri le persone di talento o con alta specializzazione professionale l'ho capito da tempo e sicuramente dal 9 marzo 2008 quando scrissi "ETH Zurigo: Politecnico di Zurigo dove il ricercatore è veramente il protagonista", dopo essere andato a trovare uno dei miei amici che stava svolgendo il proprio dottorato di ricerca. Anche il filmato che riporto qui sopra, lo devo ad una anima in fuga all'estero. In questo senso, entro sempre più in contatto con italiani all'estero che se ne sono andati senza guardarsi indietro. L'importo della borsa di studio per un dottorato di ricerca in Italia è nettamente inferiore rispetto ad altri paesi avanzati, pertanto i giovani ricercatori più brillanti trovano facilmente lavoro presso università e centri di ricerca stranieri, con livelli di retribuzione adeguati e soprattutto interessanti prospettive di ricerca e inserimento professionale. Per approfondire il fenomeno e affrontare l'entità della perdita che sopporta in tal senso il nostro paese, rimando ad un interessante articolo di Repubblica. Ma non voglio tediare questo articolo con la solita nenia che ricorda il danno irrimediabile che si provoca al progresso culturale, tecnologico ed economico di un paese quando ciò accade. Figlio mio lascia questo paese, ormai è un leitmotiv. Voglio invece riflettere sul fatto che molti giovani, ricercatori e non, stanno lasciando questo paese e che secondo la ricerca Eurispes 2011, il 50,9% della fascia 25-34 anni si trasferirebbe volentieri all'estero. Non credo che i giovani se ne vadano via soltanto per darsi maggiori chance ed opportunità, cavalcando una globalizzazione che ci vede oramai cittadini del mondo. Io credo che lo facciano anche perchè l'aria che si respira in Italia è diventata nauseante. Una sensazione palpabile. Hai la netta sensazione che in Italia un processo di involuzione culturale, di stagnazione ed ottundimento della coscienza, abbia riconsegnato il popolo italiano a quella mediocrità, che nella storia ha già visto fiorire prima la follia fascista e dopo alcuni decenni, classi politiche schifosamente corrotte. La colpa non è del capitano d'industria di turno senza scrupoli, Silvio Berlusconi; è la punta di un iceberg. Il problema è che costui è espressione di un popolo che non ne vuole sapere di unirsi intorno a quei valori fondanti una società virtuosa; gli italiani non coltivano più un  senso di condivisione ed appartenenza e non rincorrono neanche più principi di equità e solidarietà sociale o quell'amore per il bello che abbiamo conosciuto durante l'Umanesimo o il Rinascimento; ecco quindi tassi intollerabili di evasione fiscale in cui i più furbi fanno pagare le tasse ai più ingenui, 10 milioni di italiani che frequentano ed alimentano la prostituzione e quindi il malaffare che la circonda, decine e decine di italiani bigotti dediti patologicamente ai giochi d'azzardo ed alle lotterie milionarie, milioni di persone oramai spiritualmente ritardate che non leggono altro che le riviste scandalistiche di Alfonso Signorini, milioni di italiani che guardano incantati il sedere della Belen alimentando il culto della donna oggetto o che si mettono in fila ai casting dei programmi Mediaset per diventare "tronisti"o "famosi", milioni di italiani che si mettono al volante scambiando le strade per i circuiti della Formula 1 uccidendo il proprio prossimo, milioni di italiani che non vogliono affrontare i numeri dell'indebitamento pubblico, milioni di italiani che assumono sostante stupefacenti e che abusano dell'alcool, milioni di italiani che divorziano o tradiscono la propria compagna\o che però voterebbero contro il riconoscimento delle coppie di fatto, milioni di italiani ossessionati dai vestiti firmati e dalla moda effimera in una ricerca spasmodica dell'ottimismo consumistico e di falsi appagamenti, milioni di italiani incapaci di provare amore e desiderio, milioni di italiani che assumono farmaci e psicofarmaci come fossero caramelle in preda a stordimento, confusione, incubi, insonnia, irritabilità, ansia, aggressività, tensione, milioni di italiani incollati al televisore per rincorrere la cronaca più nera negli speciali morbosi di Bruno Vespa o Studio Aperto, milioni di persone che si emozionano davanti all'esibizione delle lacrime come presunto segno della verità dei sentimenti nei reality show, milioni di adolescenti in preda alla sfrenatezza sessuale e che mettono il proprio giovane corpo al centro di un vero e proprio culto sociale, milioni di italiani che vanno dai maghi e cartomanti a farsi predire il proprio futuromilioni di italiani che hanno adottato i modelli comportamentali mafiosi e sono dediti al compromesso, milioni di italiani che bestemmiano e usano il turpiloquio per sporcare le altrui conversazionimilioni di italiani che sfregiano di abusi edilizi il patrimonio paesaggistico, milioni di italiani prigionieri del tradizionalismo bigotto dei dogmi della Chiesa Cattolica, milioni di italiani dediti alla pornografia ed al sesso virtuale attraverso le videochat e le webcammilioni di italiani che costringerebbero Piergiorgio Welby ed Eluana Englaro all'eterna sofferenza, milioni di italiani che votano Lega e Berlusconi e che credono che Emilio Fede possa considerarsi un giornalista.

mercoledì 12 gennaio 2011

Impedite alla legge sul legittimo impedimento di impedire all'impedito di Berlusconi di farsi processare

Silvio Berlusconi e sullo sfondo la Corte Costituzionale.

Domani la Consulta si esprimerà sul legittimo impedimento. Sarà un giorno importante. Lo intuisce chi ha a cuore gli equilibri delicati di una democrazia. Arduo è comprendere come possa conciliarsi il principio costituzionale, che afferma che tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge, con l’attuale legge sul legittimo impedimento, che prevede all’opposto la possibilità per il presidente del Consiglio di non comparire in un’udienza penale. Siamo alle solite, si fa uso della logica contro la logica: credere fermamente di dire verità sacrosante mentre si pronunciano le menzogne più artefatte; ritenere contemporaneamente valide due opinioni che si annullano a vicenda, sapendole contraddittorie fra di loro e tuttavia credendo in entrambe; dimenticare tutto ciò che era necessario dimenticare ma, all’occorrenza, essere pronti a richiamarlo alla memoria, per poi eventualmente dimenticarlo di nuovo; soprattutto, saper applicare il medesimo procedimento al procedimento stesso. È questa, la sottigliezza estrema, tutta italiana, nel paese dei furbetti: essere pienamente consapevoli nell’indurre l’inconsapevolezza e diventare poi inconsapevoli della pratica ipnotica che avevate appena posto in atto. Anche la sola comprensione della parola “bipensiero” ne implica l’utilizzazione. L’esempio più calzante fu quando Berlusconi, riferendosi ad Eluana Englaro in stato vegetativo da 17 anni, dichiarò che veniva uccisa una ragazza che avrebbe potuto anche generare un figlio. Rinnegare la morale proprio nell’atto di rivendicarla.

domenica 26 dicembre 2010

We will not pay for your crisis

 

There are solemn moments in the life of peoples, as in that of individuals; supreme moments, where you decide the fate of a long future. Then every man has a right to ask another: what do you think? and every man would like to say: this is my faith, in this judge my work. Europe now is in one of those moments. The ferment of the students is universal in Europe, but without specific intent, without unity of belief to be held around the street, riots breaks out in anonymous and free of glory.

The agreement between government and governed has ceased and it's time to say we will not pay for your crisis.

lunedì 18 ottobre 2010

È successo ancora, a distanza di poco tempo.

Lo scenario di sangue dove due giovani vite innocenti sono state spezzate: Alex Biasin di 18 anni e Elena Pecin di 19 (Fonte il Gazzettino)
Non molto tempo fa' avevo scritto "Senza ipocrisie in memoria della Sig.ra Marina Badiello" cercando di affrontare senza isterismi l'omicidio di una casalinga a Padova per mano di alcuni rom e il conseguente dramma di un marito e di una figlia che hanno perso tragicamente la persona che più amavano. Ora a perdere la vita a distanza di pochi giorni sempre a Padova e sempre per mano di un nomade che guidava a 190 all'ora senza patente, sono due fidanzatini, Alex Biasin di 18 anni e Elena Pecin di 19 e i genitori di Alex versano in gravissime condizioni.


bhe io quella macchina quele bmw l'ho incrociata per via caselle di piove di sacco e dire che stava andando ad almeno 180kmh è dire poco, per chi conosce quella strada sa bene quanto stretta sia, quindi potrà capire il pelo che mi ha fatto... la cosa buffa è che 50-70 metri dietri c' erano i carabbinieri a sirene spente che li stavano inseguendo...io mi domando perche le sirene spente??? poi qualcuno mi spiega perche zingari e giostrai nel quartiere di sant' anna fanno le gare con le macchine di notte, mi ricordo di zingari conosciuti che con la UNO turbo facevano numeri da circo poi con i bmw e le golf....(auto di chi non so) ed io invece devo pagare 200 e più euro di multa per aver fatto i 62 sul limite 50...non è xenofobia è cruda realta...noi paghiamo loro godono dell' immunita....poveri sono apolidi....sapete quasi quasi divento uno zingaro giostraio pure io...domani mi compro roulotte e autopista
commento inviato il 18-10-2010 alle 09:44 da abrax

giovedì 7 ottobre 2010

Bleating advertising on Ryanair flights after cabin crew check

Video by Alberto Sciretti

After "cabin crew check" (nice sound), please shut up and let us relax. Stop to the bleating advertising on Ryanair flights. Thank you.

Dopo l'intrigante annuncio "cabin crew check", lasciateci rilassare e spegnete quel gracchiante belato pubblicitario sui voli Ryanair. Grazie.

23/09/2010 - Alberto Sciretti. Sono perplesso dopo aver ascoltato la gracchiante pubblicità martellante su un conveniente volo Ryanair. Sui voli si vende di tutto, si fa per dire dagli orologi (del baffo?) ai gratta e vinci (i numeri di vanna marchi?). Ma il viaggio non doveva essere rilassante? Ho capito, è solo conveniente, "low cost".

lunedì 4 ottobre 2010

L'art.21 della Costituzione non vale per un libraio che sostiene di amare Milingo

Se passasse Francesco Totti e scrivessessimo "I love Milito" (attaccante Inter) succederebbe qualcosa?

Ma come, in questi giorni in tutta la rete non si fa che parlare della bestemmia del premier Silvio Berlusconi e la censura dello Stato cosa fa, si materializza con forza con un povero libraio borbottino, Salvatore Rizzuto Adelfio, che rivendicando il ruolo del libraio come operatore culturale, aveva esposto nella propria libreria "AltroQuando" uno striscione ironico con scritto I love Milingo, in concomitanta con la visita del Papa a Palermo ed il relativo adiacente passaggio.  La Costituzione vigente, così all'art. 21 Art. 21 co.1: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. L’opera censoria delle forze dell’ordine pare lesiva della libertà democratica di espressione del pensiero e per questo la rete è insorta parlandone, anche con riferimento alla contemporanea bestemmia del premier.


"Pazzesco. Ho visto il video della Digos che fa una irruzione stile rogo nazista dei libri del '33. Non so se aver più timore di rapinatori o se della Polizia. Il fine settimana a scodinzolare dietro dietro il papa... La settimana scorsa a manganellare studentini (detto con affetto... ho 50 anni) di 16/18/20 anni a Torino. Dopo che li avevano già bastonati in altre città. Bastoni per chi a Napoli protesta per evitare l'ennesima discarica a 300 mt da casa, dato che ha già 3 malati di cancro in casa...Bastoni per chi protesta per la chiusura degli stabilimenti. Bastoni... bastoni... bastoni...Brutti segnali" Tratto dal Blog di Beppe Grillo.

sabato 11 settembre 2010

Fari allo xenon ti accecano? è la macchina del capo che ha sempre gli abbaglianti accesi



Sensazione di un SUV dietro che ti brucia la retina degli occhi ed incendia lo specchietto retrovisore con i fari allo xenon; è la macchina del capo descritta in questra traccia audio che descrive in ogni sua forma, l'accidia della società moderna. Il capo è un mostro, un titano invincibile e ai suoi piedi il popolo addormentato e spiritualmente ritardato, un sonno barbaro dove il futuro è nero elegante. L'artista è una sorta di pseudodemone, si muove in fredde sonorità e svela concetti tristemente realistici di una società plastificata.

Sotto il guanto di velluto di un umanitarismo efficacemente supportato da manipolazione genetica, impiego di sostanze psicoattive, ipnopedia e divertimenti ipertecnologici, l'umanità è finalmente riuscita a sconfiggere le malattie, l'aggressività, la guerra, l'ansia, la sofferenza, il senso di colpa, l'invidia e il dolore. Ma il prezzo di tale vittoria ha un nome: omogeneizzazione, mediocrità, divertimenti banali, affetti superficiali, gusti triviali, falso appagamento, incapacità di provare amore e desiderio.

giovedì 9 settembre 2010

Immune alla deludente sensatezza. Non aprite quella porta.


Inutile nasconderlo. L'adolescenza e la giovinezza sono il periodo della nostra vita in cui l'esperienza la si conquista a morsi. Con il passare degli anni, più ci si allontana dall'adolescenza elettrica, più bussa alla nostra porta una rischiosa "deludente sensatezza". Eppure il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l'avventura e per le nuove esperienze. Chi vuole restare vivo e non morire prima di tutto di noia e di luoghi comuni, deve misurarsi spesso la temperatura della propria vita e se necessario apportare un radicale cambiamento al proprio stile di vita.

domenica 29 agosto 2010

Senza ipocrisie, in memoria della Sig.ra Marina Badiello


Stanziali sullo sfondo e nomadi in primo piano a confronto.

Chi come me, intende promuovere i valori della cultura, della tolleranza e vede un arricchimento culturale in una società multietnica, non può esimersi dal provare ad immedesimarsi per un attimo nei panni di un marito e di una figlia che hanno perso tragicamente la persona che più amavano, per mano di alcuni rom delinquenti.
Certo non si può strumentalizzare un singolo episodio e trarne da un singolo fatto di cronaca la condanna di una intera etnia; neanche ignorare però quel dolore infinito, che merita una seria riflessione. Poteva capitare a chiunque e se fosse capitato a me credo che avrei sperimentato l'odio. Senza ipocrisie, così ho intitolato questo post.
Pochi giorni fa due nomadi pluripregiudicati hanno imboccato ad una velocità folle e contromano una stradina a Padova uccidendo una casalinga Marina Badiello, che doveva raggiungere il supermercato Famila di via Fornace Morandi, sarebbe poi tornata a casa e avrebbe preparato la cena per il marito e per la figlia Alessia.
La questione dei Rom, Zingari, Giostrai, Nomadi etc, va affrontata non cercando l'albero dove impiccarli e non accendendo cerini, come delle bestie ignoranti chiedono a gran voce, ma civilmente ed in modo dignitoso, posto che possiamo vantarci di appartenere ad una società civile che si è allontanata dalle barbarie del nazismo. Le persone che gridano al nodo scorsoio (molti si professano "leghisti", in tal senso "legati all'ignoranza"), sono pericolose perché coltivano l'odio e lo riversano ad ondate verso il diverso, qualunque esso sia, come se questo fosse la causa della loro infelicità, che invece si sostanzia nell'incapacità di amare.

Una rom sembra indicare un'altra direzione alla legalità, rappresentata dal funzionario delle forze dell'ordine.
Se il primo pensiero e la prima obiezione, è che alla guida di quell'auto assassina impazzita ci potesse essere anche un delinquente italiano (ce ne sono tanti, lo sappiamo tutti, dai finanzieri furbetti nell'epoca del "Berlusconismo" ai figli di papà che con il macchinone compiono le stragi del sabato sera), il secondo pensiero è che oggettivamente queste etnie si comportano ancora come i predoni nel deserto. Arrivano, si accampano e incominciano a predare, perché incapaci nel loro nomadismo di trovare altre fonti di sostentamento. Una popolazione nomade vive come un parassita, sempre e solo a spese della comunità stanziale, perché il suo stile di vita non le permette di raccogliere reddito in nessun altro modo. Le macchine, gli ori ed i valori che sono nelle nostre case sono nella maggior parte dei casi il loro sostentamento; il loro bottino.

La Mini Cooper nella foto, come tante altre macchine a grossa cilindrata, sono frutto del loro lavoro. Quale? Purtroppo è da tanti anni che non si occupano più del riciclo della carta o del mestiere degli arrotini. La segregazione li spinge sulla inesorabile strada della delinquenza.
Nomadi e stanziali sono stati per millenni due universi complementari, diventando sempre più conflittuali con l’espandersi dell’agricoltura e il diffondersi del modello urbano. Da una parte la “civitas”, dall’altra i senza fissa dimora, considerati barbari e guardati sempre con diffidenza.
Molti organismi di tutela dei diritti umani, nonché studiosi ed esponenti del mondo della cultura, hanno denunciato che nei media italiani l'immagine sociale degli “zingari” viene costruita quasi esclusivamente nel racconto di fatti di cronaca, quasi sempre “nera”, con la rappresentazione dello “straniero lontano da Noi”, dello “straccione” e del “parassita”. Riprova ne è il fatto che quasi tutti gli italiani sono convinti che i rom  siano "ladri di bambini", quando invece nella giurisprudenza italiana non c'è ancora un episodio conclamato che possa avallare questa idiozia. Luoghi comuni, terribili ed indelebili; impossibile estirparli dalle menti perchè eccitano gli istinti più bestiali.
Abbiamo sterminato quasi tutte le popolazioni indigene del mondo perché avevano una cultura e un modo diverso di vivere rispetto al nostro. In particolare i Rom sono sempre stati perseguitati, fino alla deportazione e al genocidio sistematico.
Circa 500.000 Rom si ritiene che siano stati trucidati dai nazisti, perchè detentori di un gene molto pericoloso: l’istinto al nomadismo. Il loro è un “genocidio dimenticato”, rimosso dalla memoria collettiva per i secolari pregiudizi che la società europea ha avuto verso di loro; è stata attribuita a questa etnia una sorta di “propensione a delinquere”, una predisposizione naturale per il furto, il rapimento dei bambini e la magia nera (la chiromanzia, praticata dalle donne). In questi anni oscuri della Storia, anche allora tutto iniziò dal presupposto che la Polizia dovesse schedare, con uno specifico formulario, “le persone che per il loro aspetto, i loro usi e costumi possono apparire zingari o meticci zingari” ed anche “le persone che vanno in giro alla maniera degli zingari”. I dati devono essere trasmessi all’Ufficio Centrale del Reich per la lotta alla piaga zingara, a Berlino.

Questo senso di colpa, questo olocausto, non deve però permettere a taluni di porsi fuori dal sistema attuale delle regole, razziando impunemente quello che gli altri accumulano con il sudore della propria fronte. Per questo, guardando a questo fatto di cronaca come a tanti altri, l'unica soluzione che sembra palesarsi, posto il fatto che queste etnie rifiutano l'integrazione ed una vita stanziale in cui sia chiara una loro identità sociale, è l'espulsione permamente delle famiglie delinquenti dal territorio nazionale come in questi giorni sta avvenendo in Francia. Non me ne voglia Primo Levi che nel libro "La Tregua" disse sapientemente: "Ma quante sono le menti umane capaci di resistere alla lenta, feroce, incessante, impercettibile forza di penetrazione dei luoghi comuni?"

martedì 24 agosto 2010

All-in: vorrei dedicare questa canzone al Presidente Berlusconi


A furia di "All-In", gli italiani si stanno rovinando la vita. Nel testo di questa canzone "Escort 25",  che dedico al Presidente Berlusconi, c'è il modello di vita di tanti Italiani.

domenica 22 agosto 2010

Quando il vento del cambiamentò soffierà, costruiremo insieme Mulini a vento

Video che ho girato a Creta nell’Altipiano di Lassithi, un’ampia distesa di campi coltivati e frutteti, irrigati dall’acqua pompata da centinaia e centinaia di mulini a vento presenti ovunque, testimoni di un antico sistema di irrigazione costruito dai Veneziani durante la loro dominazione (1212-1669).

Mulino dell'Altopiano di Lassithi, Creta
Il mondo stà cambiando. Una nuova coscienza è in azione, perchè la Terra non ce la fa più a sopportarci. Il passato ed il palazzo cercano di resistere al rinnovamento, evitando accuratamente termini eversivi quali "sviluppo sostenibile”, “energia da fonti rinnovabili”, “mobilità dolce”, "bioedilizia", etc. Sia mai, bestemmie. Non sentirete mai Berlusconi il palazzinaro, parlare di “commercio equo e solidale” magari fischiettando “Laaa dove c’era l’erbaaaaa…” così come non sarà mai capace, pur essendo proprietario di una sorta di monopolio della comunicazione di produrre film come “La vita è bella”. Non importa se gli scienziati dicono che abbiamo qualche decina di anni prima che le catastrofi climatiche sul nostro pianeta Madre Terra diventino irreversibili; l’importante è far credere agli italiani che le priorità siano la legge sulle intercettazioni telefoniche, perché tutti saremmo spiati, i cantieri e le grandi opere possibilmente con grandi colate di cemento. Per fortuna il mondo sta cambiando e giorno dopo giorno gli italiani scoprono accendendo internet e spegnendo Mediaset, che altrove un'altra coscienza è in azione e un altro mondo è possibile.

Mulino dell'Altopiano di Lassithi, Creta


Turbina AK1000, la turbina sottomarina più grande del mondo è stata presentata in Scozia; è stata realizzata dalla Atlantis Reources Corporation, una società specializzata nel segmento. Stando a quanto preannunciato dagli stessi sviluppatori, la turbina della Atlantis sarà installata attraverso degli ancoraggi sul fondo marino, e connessa alla rete elettrica nazionale, già alla fine dell'estate e sarà in grado di generare energia elettrica utile per soddisfare il fabbisogno di oltre mille abitazioni. Con un diametro di circa 18 metri la turbina gigante dovrebbe consentirle la produzione di 1MW di potenza energetica permettendo alla Scozia di incrementare in maniera significativa la propria produzione di energie rinnovabili.
La casa nel bosco. Una costruzione che si sviluppa in verticale, con una superficie che si confonde con la fitta vegetazione circostante. Lo spazio è diviso in tre piani e dotato di terrazze spaziose. Tutti gli ambienti dell'abitazione sono sfruttati al massimo, ma la suggestione maggiore resta quella del mimetismo dell'abitazione con la natura. Olson Sundberg Kundig Allen Architects, Mazama, Washington, 2005. Tiny Houses, Rizzoli International © Olson Sundberg Kundig Allen Architects, photographer Tim Bies

Si chiama Walden la casa realizzata nel 2006 dall'architetto tedesco Nils Holger Moormann. Accessoriata nei minimi dettagli e profonda poco più di un metro, è l'ideale per offrire un rifugio a chi, in realtà, vole vivere a contatto con la natura e lo spazio aperto senza rinunciare a nessuna comodità. Ha due piani e in quello superiore, più protetto, trovano spazio la camera da letto e un piccolo salotto. È uno degli esempi più interessanti del libro Tiny Houses edito da Rizzoli International. www.rizzoliusa.com © Jäger & Jäger
Una grande cubo di legno, aperto in maniera irregolare verso l'esterno e strutturato per essere posizionato con facilità. Una struttura semplice e essenziale che non ha niente da invidiare, per estetica e comodità, alle architetture più ricercate. Box House, Neeson Murcutt Architects. New South Wales, Australia, 1999. Tiny Houses, Rizzoli International. Brett Boardman

giovedì 8 aprile 2010

La montagna miete naturalmente le sue vittime ma la televisione fa strage di coscienze

Alberto Sciretti - Val Montanaia Aprile 2010

Video da me girato in Val Montanaia nell'aprile 2010

Il Gazzettino del 7 Aprile 2010 implacabile fotografa "Tre vittime della montagna in sole 24 ore: è il drammatico bilancio delle escursioni e dei fuoripista di questi giorni sulle Dolomiti fra Belluno, Trento e Bolzano. A perdere la vita due scialpinisti quarantenni e un alpinista del quale non si conoscono ancora le generalità.". 
Le ingiurie a chi mette a repentaglio la propria vita e quella dei soccoritori ribollono nei commenti negli articoli: "la mamma dei deficienti è sempre incinta: per una volta che i deficienti si eliminano da soli......selezione naturale" ed ancora "Pienamente d'accodo!!!!!! Non basta far pagare alle famiglie le spese dei soccorsi (se lo fanno !), bisogna qualche volta dire di no e lasciare questi ignoranti al loro destino! Perchè mettere a rischio la propria vita per poche lire per salvare degli incoscienti, Incuranti di tutte le raccomandazioni; morissero loro sarebbe niente, ma, provocando le valanghe, tolgono la vita e gente che osservando le regole si sta semplicemente divertendo !!!!!!!!!"; ancora "Sono d'accordo con chi dice che questi "pazzi" se vogliono possono morire da soli, purtroppo però quando si tratta di chiamere i soccorsi e poi lamentarsi che arrivano tardi nessuno si ricorda di questi sconsiderati e che è loro la colpa".
Video da me girato in Val Montanaia nell'aprile 2010

Come si evince da questo video del 05/04/2010, girato nel canalone che porta al campanile di Val Montanaia faccio parte di quelle persone che in questi giorni si sono recate in montagna camminando più o meno irresponsabilmente su canaloni pieni di neve e osservando in modo distaccato pericolose valanghe primaverili. Visto che il popolo chiede a gran voce la testa di questi irresponsabili, me compreso, provo serenamente a fare timidamente qualche considerazione:

1) Sembrerà un paradosso, ma credo che le persone che muoiono in montagna, muoiano per entusiasmo verso la vita; forse potrebbero essere accusate di essere delle sorte di balenottere che si suicidano arenandosi, ma scavando in profondità nella valanga magari si scopre che le vere cause sono da imputarsi all'inquinamento. Personalmente amo la vita più che mai e non mi appartiene nessun gesto o pensiero che possa intaccare il mio naturale istinto di sopravvivenza. Tuttavia la voglia di evadere e di poter raggiungere delle quote dove non si senta l'alitosi della politica e della società italiana mi hanno spinto con i miei amici lì dove non sarei dovuto andare (dopo mesi e mesi di campagna elettorale dove il faccione di Renato Brunetta compariva per tutta la città, vuoi non aver bisogno di un po' d'ossigeno in alta quota?); non ho ricercato morbosamente il brivido, semplicemente e banalmente  sono finito nella classica situazione dove l'istinto ed il buon senso ti suggeriscono di tornare indietro e la tua voglia d'avventura ti spinge a proseguire; l'imprevisto è stata l'enorme quantità di neve che ancora ad aprile era presente in quota; il fascino di ritrovarsi in un contesto in cui il compromesso non potrà mai realizzarsi proprio per la natura ostile del luogo. Quel compromesso che costantemente invece in pianura si raggiunge attraverso un continuo scambio di favori in profumo di mafia. Quel consegnarsi totalmente nelle mani della natura ha il suo fascino.
Ma sono veramente tante le ragioni che ti possono indurre a salire nonostante tutto. La storia di Chris McCandless insegna. Secondo me il bisogno d'avventura e la fuga dall'inquinamento  intendendo per "inquinamento" sia quello materiale che quello spirituale, sono tra i principali fattori sicuramente nel mio caso. Anche il concetto di morte è però relativo. Allo stesso modo io potrei considerare cerebralmente morto "quel leghista ubriaco di televisione che è in grado di riempirsi la pancia bestemmiando in un ristorante dove rutta tutti i luoghi comuni inculcatigli dalla televisione". Forse che chi afferma che "Eluana Englaro doveva continuare a vivere perchè poteva concepire ancora dei figli" non è anche lui morto? L'ignoranza è già di per sè il nulla, è la morte.
Video da me girato in Val Montanaia nell'aprile 2010

Mario Rigoni Stern, nel "Il bosco degli urogalli":
"Come la televisione per esempio. Ma questi mezzi vi danno quello che cercate o, piuttosto, non vi rubano ore di liberi giochi o di fantasie create da voi e non imposte da altri? [...] Se voi siete ragazzi che vivete in una grande città mi auguro che troviate in queste pagine un amore per le cose della natura che la città sempre più respinge lontano; vorrei farvi respirare l'aria del bosco, farvi sentire la bellezza gioiosa dell'alba, la malinconia dell'autunno, la dolcezza della prima neve, l'intimità del fuoco dentro la casa e la saggezza del lavoro antico degli uomini". Ecco io vivo per queste emozioni appena descritte ed a volte per ricercarle bisogna andare ben oltre il proprio salotto. Non gioco con la vita. Semplicemente la vivo fino in fondo. Metto in gioco la mia vita così come molte persone muoiono infelici perchè non prendono l'iniziativa di cambiare la propria situazione, condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l'animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo.

Video da me girato in Val Montanaia nell'aprile 2010

2)  Come ha fatto notare qualcuno in un commento all'articolo sul gazzettino "le rendo noto che solo nell'ultimo week-end sono stati coinvolti in episodi di valanga il responsabile del soccorso alpino di peio (che è stato pure denunciato) e in austria l'istruttore della scuola di speleologia del soccorso alpino del friuli, e sul monte bianco una guida alpina e maestro di sci, e nel resto della stagione le guide in val lasties, in val visdende, in val romana, ...Non chiedo i motivi per cui questi esperti sono finiti sotto. Sono finiti sotto! E sono strasicuro che non hanno cercato la morte per se o per i compagni: hanno commesso degli errori, o mi vuol dire, come molti dei cialtroni che qui hanno scritto, che sono degli irresponsabili?Se lei ha un incidente in auto NON le chiedono PERCHE' stava lì con la sua auto, ma se aveva le cinture allacciate e se aveva o meno bevuto prima di mettersi alla guida." Insomma si muore in montagna, come si muore sulle strade, come si muore di noia, come si muore d'ignoranza.

giovedì 3 dicembre 2009

Figlio mio, lascia questo Paese


Lettera aperta al figlio di Pier Luigi Celli, direttore generale della Luiss

Figlio mio, stai per finire la tua Università; sei stato bravo. Non ho rimproveri da farti. Finisci in tempo e bene: molto più di quello che tua madre e io ci aspettassimo. È per questo che ti parlo con amarezza, pensando a quello che ora ti aspetta. Questo Paese, il tuo Paese, non è più un posto in cui sia possibile stare con orgoglio.
Puoi solo immaginare la sofferenza con cui ti dico queste cose e la preoccupazione per un futuro che finirà con lo spezzare le dolci consuetudini del nostro vivere uniti, come è avvenuto per tutti questi lunghi anni. Ma non posso, onestamente, nascondere quello che ho lungamente meditato. Ti conosco abbastanza per sapere quanto sia forte il tuo senso di giustizia, la voglia di arrivare ai risultati, il sentimento degli amici da tenere insieme, buoni e meno buoni che siano. E, ancora, l'idea che lo studio duro sia la sola strada per renderti credibile e affidabile nel lavoro che incontrerai.
Ecco, guardati attorno. Quello che puoi vedere è che tutto questo ha sempre meno valore in una Società divisa, rissosa, fortemente individualista, pronta a svendere i minimi valori di solidarietà e di onestà, in cambio di un riconoscimento degli interessi personali, di prebende discutibili; di carriere feroci fatte su meriti inesistenti. A meno che non sia un merito l'affiliazione, politica, di clan, familistica: poco fa la differenza.
Questo è un Paese in cui, se ti va bene, comincerai guadagnando un decimo di un portaborse qualunque; un centesimo di una velina o di un tronista; forse poco più di un millesimo di un grande manager che ha all'attivo disavventure e fallimenti che non pagherà mai. E' anche un Paese in cui, per viaggiare, devi augurarti che l'Alitalia non si metta in testa di fare l'azienda seria chiedendo ai suoi dipendenti il rispetto dell'orario, perché allora ti potrebbe capitare di vederti annullare ogni volo per giorni interi, passando il tuo tempo in attesa di una informazione (o di una scusa) che non arriverà. E d'altra parte, come potrebbe essere diversamente, se questo è l'unico Paese in cui una compagnia aerea di Stato, tecnicamente fallita per non aver saputo stare sul mercato, è stata privatizzata regalandole il Monopolio, e così costringendo i suoi vertici alla paralisi di fronte a dipendenti che non crederanno mai più di essere a rischio.
Credimi, se ti guardi intorno e se giri un po', non troverai molte ragioni per rincuorarti. Incapperai nei destini gloriosi di chi, avendo fatto magari il taxista, si vede premiato - per ragioni intuibili - con un Consiglio di Amministrazione, o non sapendo nulla di elettricità, gas ed energie varie, accede imperterrito al vertice di una Multiutility. Non varrà nulla avere la fedina immacolata, se ci sono ragioni sufficienti che lavorano su altri terreni, in grado di spingerti a incarichi delicati, magari critici per i destini industriali del Paese. Questo è un Paese in cui nessuno sembra destinato a pagare per gli errori fatti; figurarsi se si vorrà tirare indietro pensando che non gli tocchi un posto superiore, una volta officiato, per raccomandazione, a qualsiasi incarico. Potrei continuare all'infinito, annoiandoti e deprimendomi.
Per questo, col cuore che soffre più che mai, il mio consiglio è che tu, finiti i tuoi studi, prenda la strada dell'estero. Scegli di andare dove ha ancora un valore la lealtà, il rispetto, il riconoscimento del merito e dei risultati. Probabilmente non sarà tutto oro, questo no. Capiterà anche che, spesso, ti prenderà la nostalgia del tuo Paese e, mi auguro, anche dei tuoi vecchi. E tu cercherai di venirci a patti, per fare quello per cui ti sei preparato per anni.
Dammi retta, questo è un Paese che non ti merita. Avremmo voluto che fosse diverso e abbiamo fallito. Anche noi. Tu hai diritto di vivere diversamente, senza chiederti, ad esempio, se quello che dici o scrivi può disturbare qualcuno di questi mediocri che contano, col rischio di essere messo nel mirino, magari subdolamente, e trovarti emarginato senza capire perché.
Adesso che ti ho detto quanto avrei voluto evitare con tutte le mie forze, io lo so, lo prevedo, quello che vorresti rispondermi. Ti conosco e ti voglio bene anche per questo. Mi dirai che è tutto vero, che le cose stanno proprio così, che anche a te fanno schifo, ma che tu, proprio per questo, non gliela darai vinta. Tutto qui. E non so, credimi, se preoccuparmi di più per questa tua ostinazione, o rallegrarmi per aver trovato il modo di non deludermi, assecondando le mie amarezze.
Preparati comunque a soffrire.

Con affetto,
tuo padre
30 Novembre 2009

L'autore è stato direttore generale della Rai. Attualmente è direttore generale della Libera Università internazionale degli studi sociali, Luiss Guido Carli.

giovedì 17 settembre 2009

Grazie ai politici italiani per il nuovo record di 1753 miliardi di euro di debito pubblico

Grazie ai politici italiani per il nuovo record di 1753 miliardi di euro di debito pubblico al luglio 2009. Avete schifosamente indebitato i giovani e le nuove generazioni. Alleggeriti da un sistema mafioso di cui ho già parlato, non ci resta che ballare aspettando che ve ne andiate.

mercoledì 26 agosto 2009

Lo spirito della mafia.

«Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola.» (Giovanni Falcone)
« Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola. »
(Paolo Borsellino)
Il mio video "Spirito della mafia" è frutto delle seguenti considerazioni:

  1. "Abbiamo oggi una mafia più civile e una società più mafiosa. Una mafia sempre più in giacca e cravatta e una società che cambiandosi abito troppe volte al giorno sceglie il travestimento. Insomma, abbiamo interi pezzi di società che hanno ormai introiettato i modelli comportamentali dei mafiosi. E lo si vede in tutti i campi". (Antonio Ingroia , magistrato);


  2. Uno dei primi a denunciare lo spirito della mafia è stato L. Sciascia nel romanzo Il Giorno della Civetta (1961): una mentalità, un modo particolare di concepire i rapporti sociali in base a uno stato d’animo in una società che, negli organi politici e d'informazione, all'epoca ne negava addirittura l'esistenza;


  3. Il 26 settembre del 1991 durante la staffetta televisiva Maurizio Costanzo Show e Samarcanda di Michele Santoro si consuma uno degli episodi più drammatici della storia recente del nostro sventurato paese: un ancora giovane democristiano Totò Cuffaro attacca prepotentemente la magistratura alla presenza del magistrato Giovanni Falcone ed il "giornalismo mafioso" di Maurizio Costanzo. (L. Sciascia indicava proprio nello stato d’animo di eccessivo orgoglio, di prepotenza e di superbia, gli indizi per riconoscere i presunti "uomini d’onore"). Il magistrato Giovanni Falcone verrà ucciso pochi mesi dopo la trasmissione nella strage di Capaci, il 23 maggio 1992; il suo collega Paolo Borsellino poco dopo, il 19 luglio 1992; Maurizio Costanzo scamperà invece alla morte nell'attentato di via Fauro del 14 maggio 1993, reo di essere un giornalista in prima linea contro la Mafia (Maurizio Costanzo bruciò in diretta una maglietta con scritto "Mafia made in Italy") e pagando la sua amicizia con Giovanni Falcone ospite frequente delle sue trasmissioni. La suddetta trasmissione televisiva del 26 settembre 2009, alla luce dei fatti cronologicamente riportati, è il documento storico più importante a disposizione dei contemporanei per capire il linguaggio della mafia e vede tra gli astanti anche una sconcertata Rita Dalla Chiesa (nel video, riferendosi al discorso di Totò Cuffaro la si vede mormorare "è pazzo"), figlia del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa assassinato dalla Mafia 10 anni prima, il 3 settembre 1982;


  4. Totò Cuffaro, soprannominato "Totò vasa vasa" ("bacia bacia") per la sua abitudine a salutare tutti quelli che incontra con due baci sulla guancia, attualmente vicesegretario nazionale dell'UDC venne successivamente eletto democraticamente presidente della Regione siciliana dal 17 luglio 2001 fino alle dimissioni del 26 gennaio 2008 dopo giorni di pressioni da parte dell'opinione pubblica; Il 18 gennaio 2008 Cuffaro era stato dichiarato colpevole di favoreggiamento semplice nel processo di primo grado per le 'talpe' alla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. La sentenza di primo grado aveva condannato Cuffaro a 5 anni di reclusione nonché all'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Ad oggi ricopre la carica di Senatore della Repubblica Italiana e Membro della 5ª Commissione permanente (Bilancio), Membro della 8ª Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni), Membro della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi e Vice Segretario dell'Udc dal 24 febbraio 2009 è membro della Commissione di Vigilanza Rai;



  5. "La mafia è sì un'associazione criminale, è sì un problema di polizia e di ordine pubblico; ma non è soltanto questo. È un fenomeno assai più complesso, caratterizzato da una fittissima trama di relazioni con la società civile e con svariati segmenti delle istituzioni. Di qui un intreccio di interessi e un reticolo di alleanze, connivenze e collusioni che sempre hanno fatto della mafia un pericoloso fattore di possibile inquinamento della politica, dell'economia e della finanza (con tutti i rischi che ciò comporta per l'ordinato sviluppo di un sistema democratico). Considerare la mafia come un insieme di qualche centinaio di sbandati, pur violenti e feroci, è dunque riduttivo." (Gian Carlo Caselli);


  6. Nel video sopra riportato, ho voluto inserire un discorso di Michele Greco, membro di Cosanostra, effettuato durante il maxiprocesso, esemplare e rappresentativo del linguaggio subdolo mafioso; il giorno in cui la corte si ritirò in camera di consiglio si avvicinò al microfono e pronunciò poche frasi rivolto al presidente: "Signor giudice, io vi auguro la pace, perché solo con la pace si può giudicare";


  7. Nel video sopra riportato si capisce come Salvatore Riina fu tra i primi (24 Maggio 1994, Corte di Assise di Reggio Calabria) a capire che la magistratura andava aggredita pubblicamente, accusandola di essere politicizzata e precisamente "comunista". Ecco qui il suo discorso riportato anche nel video: “C’è uno strumento politico ed è il Partito comunista. Ci sono i Caselli, i Violante, poi questo Arlacchi che scrive i libri… Ecco, il nuovo governo si deve guardare dagli attacchi dei comunisti”. La tecnica è stata successivamente perfezionata da Silvio Berlusconi, attuale Capo del Governo Italiano, che non perde occasione per delegittimare giornalmente questo potere dello Stato, insinuandosi nelle croniche debolezze della magistratura come i processi troppo lunghi e additandola quindi al pubblico ludibrio come nemico pubblico;


  8. Il giorno 22 dicembre 2002, nello stadio di Palermo viene esposto uno striscione: «Uniti contro il 41 bis. Berlusconi dimentica la Sicilia»




I magistrati eroi G. Falcone e P. Borsellino nella più bella fotografia rimasta ai giovani d'oggi, che di fronte ad un paese in cui il debito pubblico sfiora ad oggi i 1750 miliardi di euro, non possono esimersi dal domandarsi cosa e dove sia questa Mafia che apparentemente parrebbe così lontana ed impersonale, ma che in sostanza si manifesta nel pensiero comune, diventando una forma mentis, una impostazione della mente nella formulazioni dei pensieri quotidiani.


"Made in Italy" è una bellissima canzone di Andrea Lucisano, che raggiuntomi su questo blog mi ha ricordato in rima che "prima regola dell'omertà, nessuno parla nessuno sà".

martedì 9 giugno 2009

Volere volare via: perchè voglio andare via con la scopa di una strega

Pubblico questo mio video nel giorno in cui il Movimento Sociale Italiano presenta le cosiddette ronde nere, volontari della Guardia nazionale che intenderebbero affiancare le ronde padane nelle strade non appena sarà in vigore il disegno di legge sulla sicurezza; indosseranno una divisa con camicia grigia o kaki, basco con aquila imperiale romana, fascia nera al braccio con impressa la ruota solare simbolo del nascente Partito nazionalista italiano. Fonte Corriere della Sera e Repubblica)

A qualche anno dall'aberrazione del fascismo continua la vergogna italiana, nonostante l'apologia del fascismo sia un reato previsto dalla legge 20 giugno 1952, n. 645 (contenente "Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione"), anche detta "legge Scelba", che all'art. 4 sancisce il reato commesso da chiunque «fa propaganda per la costituzione di un'associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità» di riorganizzazione del disciolto partito fascista, oppure da chiunque «pubblicamente esalta esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche».

Ho provato a scandagliare il web per pescare pesci che se ne volessero andare via e per capire a che punto bolle l' insofferenza tra i giovani.
Cosa significa elevarsi dallo stagno di rane in una epoca di forte stagnazione culturale e di standardizzazione di massa? rivoltanto il world wide web si trovano qua e là segni di vita: alessandro in uno suo post intitolato "Ecco perchè voglio andare via" racconta di un paese dove se il pedofilo è un prete è meglio che non se ne parli e che radio vaticana con le sue onde elettromagnetiche ha potuto inondare di leucemia le zone di Cesano e La Storta vicino a Roma (e qui mi è tornato a mente un mio post sullo stile della curia) e ricorda come in tutta la giurisprudenza italiana non esista un solo caso di rom che abbia rubato dei bambini, parlando quindi di una caccia alle streghe;

questo punto mi interessa molto. Già, il clima da caccia alle streghe non è semplice da rappresentare e da dimostrare perchè ha il proprio domicilio nelle nostre coscienze dormienti; su questo terreno da anni oramai lavora morbosamente e pateticamente Studio Aperto il Tg di Italia Uno in linea con il Grande Fratello, che con musiche smielate, morbosamente tratta tutto ciò che può provocare nell'ascoltatore ira, rabbia, odio, cercando di riscaldare la nostra capacità di scagliarci rispettivamente contro le etnie più disparate, trattando i casi più drammatici ripetutamente fine a creare quello scatto d'ira che è la scintilla che ha dato la possibilità in passato di sterminare ebrei, omosessuali, zingari e dissidenti politici come Matteotti, tutto ciò che rappresenta l'altro (le porcate degli italiani vengono sapientemente occultate, così come i dati che raccontano di come la maggior parte degli stupri e degli abusi avvenga nelle case degli italiani; insomma il timone mediatico deve sempre creare pathos emotivo delineando un presunto nemico "diverso" per distogliere l'attenzione); lo sforzo televisivo è concentrare nel limare le complessità ed a favorire pensieri semplici e banali quali "i rom rubano i bambini"; nel libro 1984 di George Orwel questi meccanismi di ipnosi collettiva vengono descritti sapientemente.

un esempio di atmosfera da caccia alle streghe, è la seguente: terremoto in abruzzo a poche ore dalla tragedia Bruno Vespa (un giornalista?) e altri suoi colleghi si riempivano la bocca sulla presenza di bande di sciacalli (possibilmente di etnia rumena) che avrebbero infestato impunemente le macerie delle case abruzzesi. Oltre al dramma del terremoto vissuto emotivamente da tutti gli italiani, interi minuti di trasmissione televisiva venivano dedicati alla caccia allo sciacallo fino all'intervento del Premier Berlusconi che prometteva pubblicamente l'inasprimento delle leggi a riguardo; ora è logico che un qualsiasi telespettatore bombardato per ore dall'idea che persone meschine scorazzino impunemente per le case sventrate rubando le poche cose rimaste alle sventurate persone colpite dal terromoto, arriva a concepire di appendere al primo albero con un bel nodo scorsoio lo sciacallo. Creata questa cortina emotiva, ecco che l'intervento del Premier Berlusconi a promettere l'inasprimento delle leggi, diventa la valvola di sfogo di questa tensione emotiva e quindi si trasforma nel salvatore, nel buon pastore, nel padre di famiglia modello. Peccato, che non mi risulta sia stato denunciato e condannato nessun sciacallo. Lo "sciacallo" è un artifizio televisivo, un LUOGO COMUNE che i mass media sbrodolano al popolino per coinvolgerlo emotivamente, tenendolo frastornato e incredulo, provocandogli pathos emotivo per poi manipolare lo stato d'animo. Ora anche se fosse esistito in mezzo a centinaia di migliaia di persone per la strada il ladro di turno (cosa che statisticamente è del tutto possibile) possibile che l'attenzione mediatica morbosa si debba posare sul luogo comune dello "sciacallo" e non magari sulla mafia che ha permesso che gli edifici fossero costruiti con la polvere? il giornalismo italiano si è ridotto a provocare scariche emotive iraconde al popolino?
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Torniamo ad Alessandro che sapientemente continua "Voglio andarmene perché io non sono come i miei connazionali. Voglio andarmene soprattutto perché sto diventando come loro. Agli italiani piace il manganello e anche a me sta iniziando a piacere"; a questo punto mi è tornata in mente la drammatica storia di Federico Aldobrandi e del manganello facile.... Alessandro continua "Mi avete chiesto perché voglio andare via dall'Italia. Eccolo il motivo. Perché gli italiani sono persone di merda. Pezzenti che se ne fottono della giustizia, che amano solo la vendetta e la prepotenza, la loro legge. Idioti che fanno quello che gli dice la TV [...]"
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Altro spunto di Maurizio Parodi (Milano) che scrive: "Addio Italia bella, voglio andare via. Ho 30 anni, un lavoro che mi procura molte soddisfazioni, eppure sono convinto che dall' Italia si puo' soltanto scappare. In Paesi come l' Australia, la Nuova Zelanda, gli Stati Uniti, il Canada e anche il Sudamerica si trova lavoro piu' facilmente e si puo' vivere meglio se solo si e' un po' dotati. Consiglio i giovani di farlo finche' sono in tempo, finche' hanno spirito di avventura: la vita e' troppo bella per relegarla a un futuro di sicure incertezze. Io andro' in Australia dove mi aspettano amici, casa e lavoro. Maurizio Parodi (Milano)".
Diffondi scappo.it!
In questo articolo rotafixa scrive struggemente "Mi sono reso improvvisamente conto di essermene andato. Io non sono più in Italia, e non sono più italiano. E' come se fossi espatriato e avessi cambiato la mia intera storia. Non riconosco più in me quasi alcuno dei comportamenti che vedo negli altri. I riferimenti "culturali" di base, per esempio quelli che ci fanno ridere alle battute, quelli che fanno capire ad un gruppo di persone di cosa si sta parlando, i sottintesi, perfino alcuni gesti che aiutano le discussioni, sono ormai sballati ai miei occhi. Per dire: quando gli altri parlano di calcio io vago con la testa per i fatti miei. Argomento irrilevante, quando non nocivo per una decente socialità. Oppure: visto che da oltre un decennio non vedo tv, non entro nelle discussioni degli altri, quasi sempre incentrate su "hai visto ieri...". O il cinema, idem. Mi sembra che girino tutti a vuoto, avvinghiati alla mangiatoia di cibi malsani o nocivi. Il tempo inesorabile passa, il chiacchiericcio ronza. E' ovvio che ciò sia derivazione della strana vita che conduco avendo scelto, irrimediabilmente, di spostarmi come mi sposto. La mia città non è più la stessa di quella degli altri da un lungo periodo, ma adesso mi sembra anche essere venuta con me in un posto diverso, magari non proprio di questo stesso identico pianeta ma di uno lievemente in asincrono con questo. In fantascienza dicono "un'altra dimensione" no? E' così per me. Ho aperto una porta e sono scivolato via, senza andarmene mai. Sensazione meravigliosa"
Potrei riportare altre centinaia di dichiarazioni d'intenti o di testimonianze di giovani a cui la terra sotto i piedi in Italia scotta; il fenomeno ha preso tale consistenza che è nato un sito http://www.scappo.it/ un blog dedicato a tutti quelli che cercano qualcosa di diverso, che vorrebbero fuggire o sono fuggiti dal proprio paese di origine. Da visitare..prima di andarsene ovviamente.

domenica 7 giugno 2009

"I love radio rock": il film sulle prime radio pirata

Nel novembre 2007 avevo scritto un post "Fortezze marine e le prime radio pirata" su un argomento che mi sembrava affascinante. Il 12 Giugno 2009 esce nelle sale cinematografiche "I love radio rock", la storia di una radio libera pirata che negli anni '60 trasmetteva da una nave nel bel mezzo del Mare del Nord, sfidando le severe leggi di una Gran Bretagna ancora in preda al rigore dei colletti bianchi inglesi.
In Italia il pubblico si è avvicinato alle radio quando erano già "libere", espressione riferita alle emittenti radiofoniche nate in Italia dopo la liberalizzazione dell'etere sancita dalla Corte Costituzionale nel 1976 , grazie al film "Radiofreccia" di Luciano Ligabue, un vero rocker italiano.
Ecco il trailer di "I love radio rock" e una citazione dalla tesi di laurea del Dott. Federico Lusi, a cui va il merito di aver approfondito tali tematiche e soprattutto di aver condiviso (Felicità è vera soltanto se condivisa).
"Le radio pirata rappresentano, senza dubbio, uno dei simboli più significativi della ribellione e della voglia di cambiamento che permeò tutti gli anni ’60. Con esse il variegato mondo giovanile ebbe modo di diffondere i propri ideali e stili di vita, ma anche di rompere un sistema della comunicazione rigido e burocratico, che non permetteva una libera concorrenza tra le emittenti. Le trasmissioni radio, fino ad allora quasi esclusivamente nelle mani dei monopoli degli enti pubblici, fatta eccezione per Radio Luxembourg, venivano ora gestite da privati che operavano da stazioni al di fuori del territorio di un paese e delle sue leggi in materia di comunicazione di massa. Queste radio trasmettevano illegalmente da vecchie navi, spesso registrate negli elenchi navali di paesi tradizionalmente disponibili ad offrire bandiere di comodo, oppure da piattaforme risalenti alla II guerra mondiale situate al largo delle coste scandinave e inglesi, in condizioni precarie ed esposti alle intemperie e ai pericoli che il mare del Nord poteva riservare." Fonte Tesi di laurea "I PIRATI CHE SOLCARONO L’ETERE. STORIA DELLE RADIO OFFSHORE CHE DAI MARI DEL NORD SFIDARONO LA BBC E L’INFLUENZA CHE QUESTE EBBERO SULLA MUSICA DEL PERIODO" del Dott. Federico Lusi,Relatore Prof. Michele Sorice,Correlatore Prof. Andrea Vianello, Anno Accademico 2005/2006.

mercoledì 29 aprile 2009

La cultura della droga\morte e la cultura della vita: giovani ad un bivio

Pochi giorni fa', il 26 Aprile 2009, muore una madre di 5 figli uno dei quali ancora minorenne, travolta da una Seat Ibizia guidata da un giovane di 19 anni affetto completamente da droga e alcool; la madre stava andando a lavorare di mattina presto, dopo aver preparato come ogni domenica la colazione ai suoi cinque figli. Sulla sua strada, in provincia di Cuneo, ha incrociato l’auto del giovane di ritorno da una notte di sballo. La cultura della vita ha incrociato la cultura della droga\morte. Nel ricordo di questa madre, scrivo quanto segue.

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Vorrei morire a questa età, vorrei star fermo mentre il mondo va, ho quindici anni. Programmo la mia drum-machinee, suono la chitarra elettrica, vi spacco il culo, è questione d’equilibrio, non è mica facile Charlie fa surf, quanta roba si fa MDMA ma le mani chiodate, se Charlie fa skate, non abbiate pietà crocifiggetelo, sfiguratelo in volto con la mazza da golf alleluja alleluja Mi piace il metal, l’r'n'b, ho scaricato tonnellate di filmati porno e vado in chiesa e faccio sport, prendo pastiglie che contengono paroxetina, Io non voglio crescere, andate a farvi fottere
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I mass media parlano degli adolescenti sporadicamente in modo ibrido e distaccato come se fossero una scatola da aprire e subito da richiudere per paura che esca di tutto o come un filmato porno proibito da ingurgitare velocemente, d'altronde non è politically correct; la Chiesa vede solo chirichetti candidi con candelabri in mano, gigli bianchi da fotografare e conservare in una cornice, giammai giovani con almeno un preservativo in tasca; la politica meno che meno affronta la realtà di ragazzi senza personalità, ossessionati da canne e droghe chimiche, perchè altrimenti dovrebbe entrare in psicanalisi, visto che se tanti giovani sono allo sbando è proprio perchè la politica ha consumato e consuma il futuro dei giovani consegnando a loro solo debiti e spazzatura;
Cocaina
girate la maniglia, aprite la porta dei giovani, ma fatelo senza ipocrisie, senza volere vedere ciò che ad ognuno fa comodo vedere; (aprite le porte della discoteca Alter Ego di Verona la discoteca considerata dai più di tendenza, ma non fermatevi alla notizia del Ministero dell'Interno che riporta: "Le indagini hanno permesso infatti di appurare che ogni sera all’Alter Ego giungevano spacciatori provenienti da Milano, Brescia, Bergamo, Vicenza, Padova, Venezia oltre che Verona i quali tranquillamente spacciavano nella discoteca cocaina, ecstasy, chetamina, MDMA, hashish, richiamando così un gran numero di giovani ai quali assicuravano, in occasione di interventi delle forze dell’ordine, il deflusso da porte secondarie per evitare di incappare nei controlli narco-alcolemici. All’interno del locale anche i minorenni potevano far uso di bevande alcoliche e droga; è stato inoltre accertato che uno dei titolari si è reso responsabile di abusi e violenze sessuali in danno di minori. 'Alter Ego' chiuso, quindi, e manette ai proprietari.")

Per capire questa immagine digita le parole "Emo" e "tagliano" su un motore di ricerca; una certa cultura "emo" ha teorizzato i tagli ogni qual volta si soffra, come se il male fisico potesse sopperire al male interiore. Insomma un fenomeno di subcultura adolescenziale, che si espande a macchia d'olio grazie ad internet, sta ormai invadendo diversi settori del mondo adolescenziale, quello sociale e psicologico, quello economico, quello spirituale; Emo sta ad indicare emo-zioni forti e senza censura, sopratutto per quelle tristi e con riferimenti più o meno espliciti al suicidio; infatti sta ad indicare anche la radice greca della parola sangue emo globina. Emo si propone come soluzione ai problemi adolescienziali promuovendo il chiudersi in se stessi, la depressione, procurarsi dolore fisico per non sentire quello mentale e, da qui la tendenza al taglio delle vene, simbolo di questo movimento. Anche il sesso è caratterizzante, si parla infatti di emo sessualità: molti emoboy si baciano appassionatamente tra loro, si stringono, si accarezzano e si tengono sovente per mano e filmano o fotografano, le loro emozioni per poi divulgarle orgogliosamente sul web.
ecco l'inferno dantesco: ragazzini impasticcati ad un rave party, giovani alcolizzati disadattati senza spazio ne tempo come sciami d' api realizzati con il bicchiere di superalcolico costantemente in mano e la maglietta dei Tokio Hotel come emblema, chi inebriato nei fumi della cannabis, chi impallidisce virtualmente sulla webcam ossessionato dal sesso virtuale delle videochat, chi indemoniato fa sniffing con cocaina o con la colla o la vernice o con bombolette vuote di butano per accendini (droghe povere), chi psicadelico sparandosi nelle orecchie, per ore e ore, suoni particolari alla ricerca di effetti sfreccia superando costantemente con lo scooter un traffico altrimenti monotono provando brividi e canticchiando "Charlie fa surf, quanta roba si fa MDMA"; già eccolo qui l'inno alla droga, il manifesto "culturale" e musicale di chi a 15 anni fa uso di sostanze stupefacenti; Charlie fa surf parla di un quindicenne che si droga, scarica video porno e suona la chitarra. Sono davvero così i ragazzini? chiede un giornalista della Stampa all'autore della canzone che risponde «La canzone si ispira a un’opera di Maurizio Cattelan al Museo di Rivoli, dove c’è un ragazzino seduto di spalle, le mani inchiodate al banco con delle matite. Io cerco di immaginare cosa ci sia nel suo cuore, per questo il linguaggio è sboccato, come quello degli adolescenti, un esercito di piccoli ribelli inquadrati in un anticonformismo di massa. Abiti, comportamenti, droghe: tutto già previsto»

Pillole di ecstasy. I disegni ed i colori brillanti sono utilizzati appositamente per rendere la sostanza stupefacente più invitante e suscitare meno refrattarietà nel consumatore (soprattutto occasionale)
I commenti alla canzone "Charlie fa surf" sono emblematici: dice una ragazza "io penso che nella strada della droga bene o male ci passano tutti anche i più disgraziati del mondo!io sono la prima che uso certe sostanze ma penso che nn ci sia niente di male a parte il fatto che ci roviniamo.infine sballarsi è bello perche nel momento che sei fuori ti dimentichi di tutti i problemi…e a mio parere charlie fa bene prendere un po di md o qualche pasta, l unica cosa che nn si deve provare è l eroina.questa è una cosa che mi fa paura…questa sostanza è meglio evitarla,ho degli amici eroinomani e sto vedendo che fine stanno facendo." e subito dopo ribatte PikkolaDiabolika93 "ho 15 anni io 15 e il testo non è una cavolata.. succedono veramente queste cose, siamo costretti ogni giorno a vivere con gente ke ci tratta come pezze da piedi e ke non ci capisce.. problemi di simpatia da parte di alcuni professori, genitori ke invece di pensare ke siamo ragazzi e vogliamo divertirci pretendono ke ci comportiamo da adulti ma se kiediamo di uscire la sera non ci danno il permesso xk siamo troppo pikkoli, problemi sentimentali, lo studio ke x gli adulti è sempre troppo poko.. siamo stressati.. vorremmo scappare di casa, lontano dalla nostra città, dalla nostra famiglia, dalla solita gente, vorremmo un po’ di pace.. così la troviamo in squallidi rimedi ke possono darti tutto questo momentariamente.. capisco ke gli adulti hanno problemi +seri di noi.. ma noi evidentemente reagiamo peggio..ho passato un periodo ke mi tagliavo dopo le litigate con i miei.. mi sentivo benissimo dopo.. non so il perkè.. adesso bevo superalcoolici quando studio tnt o sto tnt a skuola.. cmq qnd mi sento spossata.. ne necessito, non è per sentirmi +grande o per fare vedere qlks ad altri.. anke xk non vado in giro cn bottiglie di wisky a dire ke bevo..la nostra è una generazione così..si può essere in ste condizioni a st’età?.. come andremo a finire?.. mi sento strana.."

Ragazzi Emo; agli emo piace indossare capi neri abbinati a colori sobri, soprattutto sui loro capelli, come il fucsia o il viola elettrico. Gli emo tendono a pettinarsi con la frangetta che gli copre un occhio; attualmente, sia i ragazzi che le ragazze usano spesso jeans stretti ed aderenti, hanno una lunga frangia asimmetrica in testa e gli occhi truccati di nero. Sono frequenti t-shirt aderenti raffiguranti le band preferite, cintura con le borchie colorate con tonalità accese, scarpe da skater o in generale scarpe nere, Converse o Vans; filosofia di vita, con un atteggiamento bisessuale vagamente depresso o comunque vicino alle atmosfere del suicidio "wertheriano" .

Ecco il tipico linguaggio degli adolescenti di oggi, in particolare di un emo, fatto di sms virtuali e monosillabi con l'onnipresenza della k per sostituire la c gutturale o il ch “Inizierei kon 1a delle mie solite frasi, ma mi dv sfogare... ...nn ne posso + dei pregiudizi, delle kazzate ke ti fanno stare di merda e tutto! kazzo sn emo? saranno kazzi miei... ho problemi kon le multinazionali??? ma saranno anke kazzi miei o no? minkia ma kome kazzo state? ripigliatevi 1 èò kazzo, siete + merde voi ke giudikate di qlsiasi altra persona! kazzo vi pensavo superiori a certe kose... ...kazzo ma ke siamo tornati alla silo? alle medie erano meglio di voi... ...ok forse 1 po' borghesotti e falsi... ...1 po' tanto, lo ammetto... ...ma sempre meglio di voi... ...kazzo sn emo ma askolto hard-pop e rap italiano? bè kazzi miei, sn emo? bè kazzi miei e stra miei! amo la musika, qualsiasi tipo. askolto di tutto dal rep al pop dal jz al r&b, alla klassika alla kountry (si skrive kosì???) kazzo askolto fibra ma anke pavarotti askolto i lost ma anke i mcr kazzo sul mio mp3 c'è di tutto hause,metal,emocore,punk,rock,pop... di tutto trovi qualsiasi genere, kompreso l'acid-punk (ke nn konosce nex) e il metal emokore(pure questo nn lo konosce nex) ma a voi ke ve ne fotte minkia +tosto ke essere figlia di papino o pekorella truzza ke vive x seguire 1a moda stupida!
Filmato su come diventare ed essere Emo
Per alimentare la cultura della vita voglio riportare quanto detto da Billie Holiday, una cantante statunitense, fra le più grandi di tutti i tempi nei generi jazz e blues, nella sua autobiografia che ho letto recentemente "La Signora canta il blues": "[...] per il bene di qualche ragazzo che rimmarrà fottuto per tutta l'esistenza [...] non avete che a guardare la storia della mia vita. Se una morale c'è è questa: se credete che le droghe servano a eccitarvi e a emozionarvi, non ne avete la più pallida idea. [...] è da pazzi pensare che per suonare o cantare ci voglia la droga. Perchè la droga può sistemarvi in una maniera tale che non ce la farete mai più, nè a cantare nè a suonare. [...] Io non voglio fare prediche a nessuno. Non le ho mai fatte, e non ho intenzione di cominciare proprio ora. Spero però che qualche ragazzo legga questo libro, e che c'impari qualcosa. [...] Anche se solo un ragazzo ci trovasse una sola cosa da imparare, a me basterebbe. [...] Le droghe non hanno aiutato nessuno a cantar meglio. A Lady Day ci potete credere. Lei ne ha prese quanto basta per saperlo bene. E se qualcuno cerca di convincerti del contrario, chiedigli un po' che cosa sa, lui, sugli stupefacenti, più di quello che sa Lady Day. [...] Le droghe servono a una cosa sola: ad ammazzarti piano piano, un poco alla volta. E ad ammazzare, oltre a te, anche la gente a cui vuoi bene. Questa è la verità, tutta la verità, nient'altro che la verità."
L’adolescenza è l’epoca in cui l’esperienza la si conquista a morsi.

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