lunedì 18 aprile 2011
Uno dei video più emozionanti di Vittorio Arrigoni
ISRAELE VERGOGNA: Vittorio Arrigoni era sulla black-list degli israeliani che lo avevano già picchiato e lui aveva pensato che lo avrebbero ucciso.
Vittorio Arrigoni. |
domenica 17 aprile 2011
Vittorio Arrigoni scrisse del suo Battello Ebbro ("Le bateau ivre") come Arthur Rimbaud e disse: "brillerò anche per coloro che non hanno osato"
dinnanzi ai prossimi giorni,
ho un battello ebbro come taxi per il non ritorno,
nessun testamento se non il mio ricordo sepolto
nelle coscienze di coloro che ho amato.
i miei ideali sconvolti si fanno brace
e brucia onnipresente il richiamo al dovere
il volere primo della mia anima errante,
Lasciarsi alle spalle ogni scrupolo di conforto
per la passione della compassione
della connivenza con la tragedia,
della ricerca di un medicamento
contro ogni orrore del mondo.
Sarò in Palestina,
entro poco
se le stelle mi saranno compiacenti
e brillerò anche per coloro che non hanno osato,
perchè non è una resa schivare i domini della morte,
ma è per la mia anima offesa un richiamo alla non abdicazione.
Quella strada che il fato mi fece svoltare
che è presto mutata nella mia causa utopica
e mi perdoni la mia musa,
la mia famiglia certificata
e quella atavica che cercai ricomporre
tutti e tutte coloro che son stati sfiorati dai miei tentacoli d'emozione
chiedo perdono
per non aver osato guardare uno specchio
e scoprirmi reso alla ricerca dell'assurdo.
Vittorio Arrigoni. |
Appena presi a scendere lungo i Fiumi impassibili,
Mi accorsi che i bardotti non mi guidavan più:
Ignudi ed inchiodati ai pali variopinti,
I Pellirosse striduli li avevan bersagliati.
Non mi curavo più di avere un equipaggio,
Col mio grano fiammingo, col mio cotone inglese.
Quando assieme ai bardotti si spensero i clamori,
I Fiumi mi lasciarono scender liberamente.
Dentro lo sciabordare aspro delle maree,
L'altro inverno, più sordo di una mente infantile,
Io corsi! E le Penisole strappate dagli ormeggi
Non subirono mai sconquasso più trionfante.
La tempesta ha sorriso ai miei risvegli in mare.
Più lieve di un turacciolo ho danzato sui flutti
Che eternamente spingono i corpi delle vittime.
Dieci notti, e irridevo l'occhio insulso dei fari!
Più dolce che ai fanciulli qualche acida polpa,
L'acqua verde filtrò nel mio scafo di abete
E dalle macchie rosse di vomito e di vino
Mi lavò, disperdendo il timone e i ramponi.
Da allora sono immerso nel Poema del Mare
Che, lattescente e invaso dalla luce degli astri,
Morde l'acqua turchese, dentro cui, fluttuando,
Scende estatico un morto pensoso e illividito;
Dove, tingendo a un tratto l'azzurrità, deliri
E ritmi prolungati nel giorno rutilante,
Più stordenti dell'alcol, più vasti delle lire,
Fermentano i rossori amari dell'amore!
Io so i cieli che scoppiano in lampi, e so le trombe,
Le correnti e i riflussi: io so la sera, e l'Alba
Che si esalta nel cielo come colombe a stormo;
E qualche volta ho visto quel che l'uomo ha sognato!
Ho visto il sole basso, fosco di orrori mistici,
Che illuminava lunghi coaguli violacei,
Somiglianti ad attori di antichi drammi, i flutti
Che fluivano al tremito di persiane, lontano!
Sognai la notte verde dalle nevi abbagliate,
Bacio che sale lento agli occhi degli Oceani,
E la circolazione delle linfe inaudite,
E, giallo e blu, il destarsi dei fosfori canori!
Ho seguito, per mesi, i marosi che assaltano
Gli scogli, come mandrie di isterici bovini,
Stupito che i lucenti piedi delle Marie
Potessero forzare i musi degli Oceani!
Ho cozzato in Floride incredibili: fiori
Sbocciavano fra gli occhi di pantere con pelli
D'uomo! In arcobaleni come redini tesi
A glauche mandrie soto l'orizzonte dei mari!
Ho visto fermentare gli stagni enormi, nasse
Dove frammezzo ai giunchi marcisce un Leviatano!
Frane d'acqua scuotevano le immobili bonacce,
Cateratte lontane crollavano nei baratri!
Ghiacciaci, soli d'argento, flutti madreperlacei,
Cieli ardenti! Incagliavo in fondo a golfi bruni
Dove immensi serpenti mangiati dalle cimici
Cadon, da piante torte, con oscuri profumi!
Ai bimbi avrei voluto mostrare le dorate
Dell'onda cupa e azzurra, o quei pesci canori.
- Schiune di fiori, mentre salpavo, m'han cullato,
E talvolta ineffabili venti m'han dato l'ali.
Martire affaticato dai poli e dalle zone,
Il mare che piangendo mi addolciva il rullio
Faceva salir fiori d'ombra, gialle ventose,
Ed io restavo, simile a una donna in ginocchio,
Quasi isola, scuotendo sui miei bordi i litigi
E lo sterco di uccelli dagli occhi bioni, e urlanti.
Vogavo ed attraverso i miei legami fragili
Gli affogati a ritroso scendevano a dormire!
Io, battello perduto nei crini delle cale,
Spinto dall'uragano nell'etra senza uccelli,
Né i velieri anseatici, né i Monitori avrebbero
Ripescato il mio scafo ubriacato d'acqua;
Libero, fumigante, di brume viole carico,
Io che foravo il cielo rossastro come un muro
Che porti, leccornie per i buoni poeti,
Dei licheni di sole e dei mocci d'azzurro;
Io che andavo chiazzato dalle lunule elettriche,
Folle trave, scortato dagli ippocampi neri,
Quando il luglio faceva crollare a scudisciate
I cieli ultramarini dai vortici infuocati;
Io che tremavo udendo gemere acento leghe
I Behemot in foia e i densi Maèlstrom,
Filando eternamente sulle acque azzurre e immobili,
Io rimpiango l'Europa dai parapetti antichi!
Ho visto gli arcipelaghi siderei e delle isole
Dai cieli deliranti aperti al vogatore:
- È in queste notti immense che tu dormi e t'esili
Stuolo d'uccelli d'oro, o Vigore futuro?
Ma basta, ho pianto troppo! Le Albe sono strazianti.
Ogni luna mi è atroce ed ogni sole amaro:
L'acre amore mi gonfia di stordenti torpori.
Oh, la mia chiglia scoppi! Ch'io vada in fondo al mare!
Se desidero un'acqua d'Europa, è la pozzanghera
Nera e gelida, quando, nell'ora del crepuscolo,
Un bimbo malinconico abbandona, in ginocchio,
Un battello leggero come farfalla a maggio.
Non posso più, bagnato da quei languori, onde,
Filare nella scia di chi porta cotone,
Né fendere l'orgoglio dei pavesi e dei labari,
Né vogar sotto gli occhi orrendi dei pontoni.
Ritratto di Arthur Rimbaud all'età di diciassette anni, ca. 1872 (Étienne Carjat). Un anno prima aveva composto Il Battello Ebbro.
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venerdì 15 aprile 2011
Nato da una famiglia di partigiani ha combattuto il nazifascismo di oggi: VITTORIO ARRIGONI ed il suo motto "Restiamo Umani"
Vittorio Arrigoni (4 febbraio 1975 – Gaza, 15 aprile 2011). Il suo motto è "Restiamo Umani". |
mercoledì 6 aprile 2011
Questa è l'Italietta che umilia la Storia. Il Popolo della Libertà tenta di abolire l'Apologia di Fascismo.
venerdì 25 febbraio 2011
111 giorni di atroci sofferenze, l'agonia e poi la morte di un diciannovenne non fermano la tracotante arroganza di Vittorio Emanuele di Savoia, suo infame assassino
Vittorio Emanuele Alberto Carlo Teodoro Umberto Bonifacio Amedeo Damiano Bernardino Gennaro Maria di Savoia sono una persona sola. Un infame senza dignità.
Vittorio Emanuele di Savoia. |
Dirk Hamer, assistito dalle amorevoli e purtroppo inutili cure della sorella. |
giovedì 17 febbraio 2011
L'intercettore superveloce Gojira ferma la caccia sanguinaria alle balene. La migliore difesa ecologista è l'attacco.
L'intercettore superveloce Gojira (nome giapponese del mostro cinematografico Godzilla) dell'associazione Sea Shepherd che ha costretto il Giappone a sospendere la caccia alle balene. L'intercettatore assieme ad altre barche d'appoggio facenti parte della flotta «ecopirata», si sono posti sulla scia delle quattro baleniere giapponesi ed in particolare della nave-mattatoio, l'ammiraglia Nisshin Maru, piazzandosi davanti allo scivolo a poppa e manovrando in modo tale da impedire alle navi arpionatrici l'azione.
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venerdì 11 febbraio 2011
World Press Photo 2010: nel volto di Bibi Aisha la vergogna talebana
World Press Photo 2010: il volto di Bibi Aisha |
Bibi Aisha ritrova il sorriso con una protesi inpiantatale negli U.S.A |
domenica 26 dicembre 2010
We will not pay for your crisis
venerdì 12 novembre 2010
Emanuele Ricifari, il famigerato suo malgrado.
Il vicequestore Emanuele Ricifari, che ha lasciato un commento su questo blog e mi ha contattato in modo molto professionale e franco in un raro incontro e dialogo tra cittadinanza civile e polizia di stato (a dispetto dell'idea che mi ero fatto di una persona tracontante violenza), ha tenuto a dirmi quanto segue: "La carica (e non le cariche), è stata solo di alleggerimento (cioè tesa solo a disperdere i manifestanti e non a scontrarsi con loro), come testimoniano le immagini integrali girate non solo dalla polizia scientifica ma anche da diversi operatori di emittenti bresciane. Le altre cariche sono state da me ordinate e guidate personalmente, senza casco e manganello, davanti alla squadra di dieci uomini del reparto mobile proprio per evitare qualsiasi reazione esasperata da parte dei poliziotti canzonati da ore di dileggi, insulti e provocazioni anche fisiche. Le immagini immesse sulla rete e montate ad arte, non mostrano nulla delle ben diciasette intimazioni formali (in luogo delle tre di legge) effettuate da me e da altri dirigenti della polizia, degli innumerevoli inviti fatti dialogando con i manifestanti, dell'aggressione fisica subita dal dirigente della digos e da una commissario capo da parte di un giovane, dei calcetti sugli stinchi e sulle caviglie del personale in divisa ed in borghese schierato sulla strada.
L'ordine di caricare per quanto condiviso con il Questore, sulla strada l'ho dato io. Preciso di averlo dato una prima volta fittiziamente, d'intesa con il personale in uniforme, che aveva l'indicazine di fare solo un passo e lasciare che ci muovessimo soltanto io ed il personale in borghese, riconoscibile dalla placca di servizio esposta sul petto o alla cinta. La carica effettuata invece è stata come detto di alleggerimento, il personale aveva cioè il compito solo di "rincorrere" per una decina di metri chi non aveva ottemperato agli inviti formali ad allontanarsi .
Quanto alla funzione di "arbitro", lei ha pienamente ragione riguardo al fatto che questa sia una delle funzioni, forse la più importante, svolte dalla polizia di stato, quella che viene definita normativamente "composizione dei dissidi". Purtroppo nel caso in esame lo sforzo di composizione, durato per oltre una settimana e quella mattina per oltre due ore, non aveva dato esito, per l'assoluta intransigenza dei rappresentanti della protesta; questi (dopo le ripetute proposte, anche sostenute dalla Cgil e dalla Cisl oltre che dalla Caritas e dalle Associazioni dei Migranti continuamente rifiutavano qualunque mediazione se non dopo la concessione dell'impunità per chi era sulla gru e del rilascio del permesso di soggiorno in violazione della legge da parte delle autorità preposte), più volte invitati ad allontanarsi, con il suggerimento di disporsi sui marciapiedi lato carreggiata, onde consentire, dopo giorni di illecito blocco da loro stessi organizzato, il passaggio di cittadini, studenti universitari (il blocco-presidio stradale era posto dinanzi all'ingresso degli studenti dell'università) e residenti, si rifiutavano accusando me ed il collega della DIGOS di provocazione perchè ricordavamo loro, come correttezza vuole, che quei comportamenti costituivano una serie di reati per i quali è previsto l'arresto in flagranza. Ci siamo prodigati quindi nel "trasportare via" di peso coloro che opponevano resistenza attiva al tentativo di allontanare le persone inottemperanti agli inviti e che incitavano i presenti a violare le norme che gli erano state più volte illustrate nelle diverse fasi in cui si è riusiti a farsi ascoltare da chi, appena aprivamo bocca, ci sommergeva di fischi, insulti, cori mentre dall'alto venivano lanciati su di noi, sui vigili del fuoco e sui passanti sacchetti con escrementi, bottiglie di plastica contenenti urina, bulloni, pezzi di gru vari e pile."
Dopo aver ascoltato attentamente le parole del vicequestore, mi sento di fare le seguenti osservazioni. Pur continuando ad avere la netta sensazione che ad esempio quel "portatela via" di Emanuele Ricifari rivolto a quella signora anziana, che urlava "non ho fatto niente", sia ingiusto nei rapporti di forza instaurati, altrettanto ingiusto credo sia il fatto che LA POLITICA demandi e scarichi sempre più sulle forze dell'ordine la gestione delle tensioni frutto della propria incapacità di legiferare leggi giuste e di ricercare e promuovere un equilibrio e una coesione sociale. In tal senso, le forze dell'ordine sono le prime a pagare lo stress di un malgoverno politico; perchè percepiscono da vicino le direttive di una politica corrotta e amorale a cui devono comunque tacita obbedienza e perchè dall'altro si ritrovano in prima linea a fronteggiare il malessere strisciante della società civile, malessere in aumento che al momento troppo banalmente finisce con l'offendere chi sta compiendo, bene o male dipende dal caso, semplicemente il proprio lavoro.
lunedì 18 ottobre 2010
È successo ancora, a distanza di poco tempo.
Lo scenario di sangue dove due giovani vite innocenti sono state spezzate: Alex Biasin di 18 anni e Elena Pecin di 19 (Fonte il Gazzettino)
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sabato 9 ottobre 2010
Federico Aldrovandi ha vinto la sua battaglia grazie all'amore ed alla tenacia dei suoi genitori
I tre ramoscelli verdi
Crocifissione è un dipinto di Andrea Mantegna, datato 1457-1459 e conservato nel Musée du Louvre di Parigi. Il dipinto a mio parere può rappresentare il concetto schizzofrenico della pena di morte nella Storia.
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L'educazione alla vita, passa attraverso il racconto di fiabe, come quella riportata, in quel periodo delicato della nostra vita che si chiama infanzia.
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venerdì 8 ottobre 2010
Chiedono la pena di morte, perchè sono più bestie della BESTIA?
martedì 5 ottobre 2010
Pungoleresti un leone con un punteruolo in ferro per un pubblico pagante? La natura è indomabile.
sabato 11 settembre 2010
Fari allo xenon ti accecano? è la macchina del capo che ha sempre gli abbaglianti accesi
domenica 29 agosto 2010
Senza ipocrisie, in memoria della Sig.ra Marina Badiello
Stanziali sullo sfondo e nomadi in primo piano a confronto. |
Certo non si può strumentalizzare un singolo episodio e trarne da un singolo fatto di cronaca la condanna di una intera etnia; neanche ignorare però quel dolore infinito, che merita una seria riflessione. Poteva capitare a chiunque e se fosse capitato a me credo che avrei sperimentato l'odio. Senza ipocrisie, così ho intitolato questo post.
Pochi giorni fa due nomadi pluripregiudicati hanno imboccato ad una velocità folle e contromano una stradina a Padova uccidendo una casalinga Marina Badiello, che doveva raggiungere il supermercato Famila di via Fornace Morandi, sarebbe poi tornata a casa e avrebbe preparato la cena per il marito e per la figlia Alessia.
La questione dei Rom, Zingari, Giostrai, Nomadi etc, va affrontata non cercando l'albero dove impiccarli e non accendendo cerini, come delle bestie ignoranti chiedono a gran voce, ma civilmente ed in modo dignitoso, posto che possiamo vantarci di appartenere ad una società civile che si è allontanata dalle barbarie del nazismo. Le persone che gridano al nodo scorsoio (molti si professano "leghisti", in tal senso "legati all'ignoranza"), sono pericolose perché coltivano l'odio e lo riversano ad ondate verso il diverso, qualunque esso sia, come se questo fosse la causa della loro infelicità, che invece si sostanzia nell'incapacità di amare.
Una rom sembra indicare un'altra direzione alla legalità, rappresentata dal funzionario delle forze dell'ordine.
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Questo senso di colpa, questo olocausto, non deve però permettere a taluni di porsi fuori dal sistema attuale delle regole, razziando impunemente quello che gli altri accumulano con il sudore della propria fronte. Per questo, guardando a questo fatto di cronaca come a tanti altri, l'unica soluzione che sembra palesarsi, posto il fatto che queste etnie rifiutano l'integrazione ed una vita stanziale in cui sia chiara una loro identità sociale, è l'espulsione permamente delle famiglie delinquenti dal territorio nazionale come in questi giorni sta avvenendo in Francia. Non me ne voglia Primo Levi che nel libro "La Tregua" disse sapientemente: "Ma quante sono le menti umane capaci di resistere alla lenta, feroce, incessante, impercettibile forza di penetrazione dei luoghi comuni?"
martedì 26 gennaio 2010
Italia anno 2010: le coppie di fatto nell' anno 0 della tolleranza
"Io amo la vita, Presidente. Vita è la donna che ti ama, il vento tra i capelli, il sole sul viso, la passeggiata notturna con un amico. Vita è anche la donna che ti lascia, una giornata di pioggia, l’amico che ti delude. Io non sono né un malinconico né un maniaco depresso – morire mi fa orrore, purtroppo ciò che mi è rimasto non è più vita – è solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle funzioni biologiche. Il mio corpo non è più mio ... è lì, squadernato davanti a medici, assistenti, parenti. Montanelli mi capirebbe. Se fossi svizzero, belga o olandese potrei sottrarmi a questo oltraggio estremo ma sono italiano e qui non c’è pietà";
sabato 1 novembre 2008
Connivenza tra Francesco, capo dei mazzieri con le mazze tricolori e alcuni poliziotti.
60 anni fa' questo paese, ebbe bisogno di un intervento chirurgico esterno per asportare un male, il fascismo, che aveva conquistato quasi l'intera società, ormai priva degli anticorpi per guarire. 60 anni dopo questo scempio di vite ed ideali, dall'abissino ucciso all'onorevole Matteotti, spavaldi neofascisti hanno fatto arrivare a piazza navona un camion con decine di spranghe e mazze da baseball con il tricolore in grado di fare ragionare gli studenti (la maggior parte di centro-sinistra) che manifestavano contro i provvedimenti del governo (di centro-destra) sulla Scuola ed Università. Questa è l'ennesima e GRAVISSIMA nuova vergogna italiana. Un rigurgito neofascista, che già attraversa tutte le curve degli stadi di calcio, che è penetrato anche nelle partite di calcio della nazionale italiana e che ora approda senza più timori reverenziali anche nella storica piazza Navona. Così la società incomincia ad accettare l'operato di questi "bravi" ragazzi (quello che fanno son ragazzate), incomincia quel processo di accettazione psicologica del più forte e prepotente. La mazza psicologica. Nel prossimo filmato si può notare come le forze dell'ordine, parlino con alcuni elementi che brandiscono le mazze da baseball come se si conoscessero, invitandoli a defilarsi ed ad andare via, prima che fossero obbligati dall'evidenza all'arresto. Una eventuale connivenza gravissima la lascio al giudizio delle vostre coscienze e della vostra onestà intellettuale, poichè la verità è ovunque anche dove la si neghi, al di là di quello che possa dire io o che possiate dire voi.
Francesco neofascista con una mazza tricolore in mano grida "Tutti in linea, nessuno passa, nessuno passa, NON SIAMO QUI PER PROVOCARE (ecco un bell'esempio del cosiddetto bipensiero orwelliano: con la mazza in mano, grida che non vuol provocare..). Pochi minuti dopo i gravi scontri un poliziotto rivolgedosi a Francesco, che non giace a terra arrestato come i suoi compagni neofascisti, gli dice "Levati Francesco, vai via vai via" E Francesco allora a braccia spalancate grida come a proteggerli e ad informare i poliziotti "Questi qua sono i miei ragazzi, questi qua sono i miei ragazzi, ... lo sapete, la conoscete la situazione.."
ABBIAMO DIRITTO DI SAPERE:
1. Chi è questo Francesco e perchè è conosciuto dalle forze dell'ordine che gli dimostrano un trattamento di favore se non sudditanza.
2. Chi è il poliziotto che lo chiama per nome e quali sono i suoi rapporti con questo Francesco.
3. Qual'è la situazione conosciuta dalle forze dell'ordine a cui allude questo Francesco.
L'apologia del fascismo è in Italia un reato, come sancito dalla Legge Mancino 20 giugno 1952, n. 645 “Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione” che all'art. 1 recita: "si ha riorganizzazione del disciolto partito fascista quando una associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista". Mentre l'art. 4: "Chiunque fa propaganda per la costituzione di una associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità indicate nell'articolo 1 è punito [...]"
Io condanno qualsiasi tipo di estremismo sia di destra che di sinistra. Proprio per questo le menzogne di Studio Aperto (come sempre) sulla vicenda mi fanno rabbrividire; Studio Aperto è forse la punta dell'iceberg della vergogna del giornalismo italiano televisivo: parlano genericamente di scontri tra studenti senza mostrare o menzionare neanche le mazze da baseball con il tricolare brandite dai mazzieri, che tristemente ricordano episodi di squadrismo fascista che hanno portato questo paese alla rovina. Le mazze da baseball, in grado di spappolare la testa di una persona, sono un dettaglio che non deve essere raccontato.