Visualizzazione post con etichetta politica. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta politica. Mostra tutti i post

giovedì 26 giugno 2014

Andavano a New York a promuovere ed esportare il sistema MOSE, a concessionario unico modello 'Frank Costello', eccellenza mafiosa del made in Italy.

Da sinistra a destra: Matteo Zoppas, Presidente della Confindustria Venezia – Unione degli Industriali della Provincia di Venezia; Michael Bloomberg, Sindaco di New York; Giorgio Orsoni, ex Sindaco di Venezia; Carlo Carraro, Rettore dell’Università Ca’ Foscari di Venezia; Hermes Redi, Direttore Generale del Consorzio Venezia Nuova; Antonio Armellini, Ambasciatore e Consigliere del Sindaco per gli Affari internazionali, intenti a promuovere il MOSE a New York nel Febbraio 2013. Robe da soli uomini.
Quali sono le motivazioni culturali che possono spingere delle persone a prendere un volo e ad andare a promuovere ed esportare il modello MOSE a New York nel Febbraio 2013? Nel 2005 scrivevo nella mia umilissima tesi di laurea dedicata alla laguna di Venezia« Le motivazioni culturali che mi hanno spinto a prendere in esame il territorio della Gronda, sono state l’intensa banalizzazione e marginalizzazione che hanno contraddistinto queste aree, con la conseguenza di negare spesso alla natura e all’uomo, un rapporto diretto tra laguna e terraferma, attraverso un irrigidimento  della Gronda, con la presenza di macroinfrastrutture (casse di colmata, aeroporto Marco Polo, Porto Marghera, discariche) e microinfrastrutture marginalizzanti (ad esempio occupazioni abusive con arginature fisse e privatizzazioni di specchi d’acqua lagunari e la loro esclusione dal moto naturale delle maree). Questo irrigidimento della Gronda lagunare, ha comportato quindi una generica cementificazione e antropizzazione del territorio, intaccando le aree umide, fondamentali aree di transizione tra terra e acqua, già praticamente scomparse per le azioni della bonifica, che ha coinvolto questi territori nel corso della prima metà del XX sec. » Nessuno mi pagò per scrivere questo. Anzi, era una lotta che mi costringeva a scrivere più per evitare la querela che a denunciare liberamente il modus operandi. La letteratura di propaganda favorevole alle grandi opere invece è da sempre una corsa in discesa all'oro di chi l'ha commissionata. Ricordo ancora come di fronte alle difficoltà e alla frustrazione, il cafoscarino Prof.re Francesco Vallerani mi confidasse il disagio e la solitudine di chi trova il coraggio di denunciare i reati ambientali piuttosto che le sconcertanti colate di cemento che rovinano il Bel Paese. 
Irrigidimento della Gronda lagunare.
All'epoca non esisteva neppure la voce ''Gronda Lagunare'' su Wikipedia, che creai e che riporta ancora oggi l'immagine chiave dell'"irrigidimento" della Gronda lagunare tratta dalla tesi di laurea. Io la mia parte da studente la feci eccome, ignaro che qualche anno più tardi avrei visto i cafoscarini sindaco Orsoni e rettore Carraro farsi un selfie a New York promuovendo il sistema MOSE. 
Un anno che dedicai alla laguna per capire prima di tutto e poi cercare di trasmettere il messaggio allarmante che « non esiste più una zona di passaggio tra acqua e terra che consenta alla laguna, per così dire, di “muoversi” liberamente in una fascia di transizione.» Quando scaviamo canali profondi per le petroliere o le grandi navi costruiamo delle autostrade che permettono all'acqua di entrare velocemente a bomba in laguna in modo quantitativamente e qualitativamente innaturale. Se a questo scempio, vi aggiungete l'inesorabile scomparsa delle fondamentali aree umide che fungono da spugna 'anti acqua alta', che assorbono e rilasciano lentamente l'acqua, e la loro sostituzione con sponde rigide, eccovi che l'acqua per effetto dell'irrigidimento delle sponde viene 'rimbalzata' indietro provocando il fenomeno dell'acqua alta. 
Cosa fare? Proibire le grandi navi in laguna e lo scavo dei micidiali canali figli dei grandi interessi? Ripristinare le aree umide? Macchè sciocchi, quello che il buon senso e la cultura suggeriscono non drenano denaro e lasciano a secco le tasche idrovore dei furbetti. Eccoci al sistema MOSE, sistema tangentizio pagato con i soldi dei cittadini, e ad un debito pubblico che ne consegue che strozzerà, già lo sta facendo, le famiglie italiane.
Sulle risposte da dare siamo quindi culturalmente stati asfaltati da una cricca di furbi. Dove esiste un problema infatti, ci sarà sempre qualcuno che propina la grande opera, urgente e a carattere emergenziale, con grande movimentazione di terra. Lo sappiamo tutti quali sono le aziende in Italia interessate da sempre alla movimentazione di terra. 
Cantieri MOSE a Venezia.
L'amarezza di vedere quei volti sorridenti a New York intenti a promuovere il sistema MOSE, quello di Matteo Zoppas che non occupandosi più di lavatrici di qualità (la svedese Electrolux ha rilevato la Zoppas - Zanussi) lo trovi un po' ovunque con tanto tempo da perdere (il fratello Federico Zoppas siede nel CdA della Palladio Finanziaria di Roberto Meneguzzo coinvolto nel scandalo mose), e i volti di Piergiorgio Orsoni e Carlo Carraro, menti irrigidite e figuranti ai tempi di una Venezia (anche con l' Università) scopertasi indecente. Non voglio neanche parlare della presenza del solito panciuto rappresentante del Concessionario unico. Il MOSE rappresenta una mafia impostasi prima di tutto a livello culturale. Eccellenza mafiosa del made in Italy. Facciamo pure un ponte tra Venezia e New York (quello sullo stretto di Messina non decolla). Cosa nostra americana iniziò ad emergere nella Lower East Side di New York tra la fine del 1800 e l'inizio del 1900. Le famiglie più famose sono state le cinque di New York: Gambino, Lucchese, Genovese, Bonanno e Colombo. Al suo apice (anni 1920-1950) la mafia italo-americana è stata la più potente organizzazione criminale di tutti gli Stati Uniti. A New York la maggior parte dei progetti edili, movimentazione terra, non potevano essere effettuati senza l'approvazione delle cinque famiglie. Ed al giorno d'oggi? Il 20 gennaio 2011, circa 800 agenti appartenenti a FBI, polizia statale, federale e locale hanno eseguito 110 arresti in una maxioperazione antimafia, decapitando le Cinque famiglie di New York, in particolare i Colombo, e altre due famiglie minori, per un totale di 127 persone incriminate. Una operazione che ricorda per portata quella appunto sulle tangenti del MOSE coadiuvata dalla procura di Venezia. Questi numeri rendono l'idea di come lo spirito della Mafia non sia una invenzione letteraria, ma tuttora una solida colata di cemento. Leggetevi l'articolo 'La mafia di New York si riorganizza' del Febbraio 2014. Non lo scrivo io, lo dice FBI che « la mafia a New York, in ripresa, ha imparato ad adattarsi ai tempi nuovi. » Ditemelo voi cosa andiamo a esportare a New York. Io dico, basta. Non se ne può più di sta roba. Fatemi capire, noi abbiamo il coraggio di andare ancora oltreoceano a parlare del sistema a concessionario unico modello 'Frank Costello'? Esiste un limite superato il quale, esiste solo la vostra indecenza.



Con riferimento a quello che chiamavo l’avvento dei ‘corsari della laguna’, non meno esiziali del turco più feroce, scrivevo nelle conclusioni della mia tesi: « ciò vale soprattutto per la politica e l’atteggiamento che si sono adottati nei confronti della laguna e di questi luoghi, ben diverso dal rispetto quasi sacrale che avevano gli antichi. Sotto il governo della Repubblica, la preservazione della laguna era immedesimata infatti con la conservazione della prosperità politica dello Stato, anzi della sua stessa esistenza. Anticamente i veneziani, con la consapevolezza che un palo fa paluo, minacciavano dunque di morte chiunque si permettesse d’introdurre nella laguna elementi che ne stravolgessero in qualche modo l’ecosistema. Se in questi luoghi, capita di percepire malesseri, per l’aria che si respira, per le vedute squarciate da elementi estranei al paesaggio, e per innumerevoli altri fattori, è anche perché si è perduto il rapporto culturale con il territorio; se perfino con Varrone nel De Re Rustica 37 a. C., iniziano valutazioni estetiche e di diletto e non solo di utilitas, perché intuisce che un bel paesaggio accresce anche il valore venale del terreno, ci sarebbe da domandarsi se le infrastrutture che progettiamo per questi luoghi, spesso figlie dell’emergenza o della necessità sociale, che crediamo indispensabili, siano veramente un valore aggiunto per questi luoghi, o piuttosto non aiutino ad accrescere una generica svalutazione e una banalizzazione imperante, di cui avranno consapevolezza solo le future generazioni. La tecnica propagandistica è sempre quella, e cioè quella prima di tutto di creare i presupposti culturali, perché un determinato ‘megaprogetto’, sia percepito come necessario e inevitabile dalla società civile.» 
Oltre alle mie umili parole correva l'anno 2005/06, che comunque mi trovo costretto a rivendicare orgogliosamente per differenziarmi da queste fattezze umane, quelle importanti di Italia Nostra, l'unica a tuonare culturalmente contro il MOSE, e dei movimenti sociali guidati da Tommaso Cacciari

venerdì 20 giugno 2014

Vostra Eminenza Angelo Scola, se solo Robin Hood ti avesse incrociato in laguna. Mentre tutti a Venezia rubavano, tu benedicevi le loro coscienze.

Un angelo in laguna? Il caso Angelo Scola.
Robin Hood si sa, amava rubare ai ricchi, per ridistribuire ai poveri. Quei San Martini appesantiti che entravano nella foresta di Sherwood (da cui oggigiorno prende il nome il circuito scomunicato ed eretico dei centri sociali) e non intendevano donare il proprio mantello, ne uscivano lietamente alleggeriti. Immaginatevi per un attimo il cardinale Angelo Scola addentrarsi zampettando con il suo pesante fardello, le sue bisacce stracolme, in quella foresta. Con lui tutti gli averi della Fondazione 'Studium Generale Marcianum' da lui creata. Per l'amor di Dio, averi regolarmente denunciati e contabilizzati e aggiungiamoci fin da subito per non indispettirlo 'Scola Santo Subito'Robin Hood non avrebbe battuto ciglio, lo avrebbe fatto uscire in sandali e mutande, convertendolo de facto all'ordine francescano. Forse perfino quel criminale del faccia d'Angelo, Felice Maniero, colui che tra le provincie di Padova e Venezia veniva visto quasi come un Robin Hood del Brenta, lo avrebbe volentieri alleggerito. Purtroppo Angelo Scola, adesso arcivescovo di Milano, ha invece imperato indisturbato in lungo ed in largo in una laguna senza più banditi se non l'abbaiare innocuo dei movimenti e dei centri sociali, finendo per diventare a suo tempo addirittura il candidato favorito per il dopo-Ratzinger. Dio ce ne scampi. Le frequentazioni tra Angelo Scola e Benedetto XVI risalgono ai tempi della 'Congregazione della Dottrina della Fede' essendo il primo consulente ed il secondo prefetto.
Benedetto XVI e Angelo Scola. 
Negli ultimi anni è chiaro a molti che l'Italia dal debito pubblico sconsacrato venga costantemente rovinata proprio da politici cattolici mezzani, quelli che si mettono e sempre stanno nel mezzo, quelli che mai si scompongono, mai una difficoltà vera. Un cattolicesimo ipocrita che funge da cuscino morbido e accogliente per delle teste corrotte. Una classe dirigente che diventa tale proprio in virtù dell' appartenenza alla Borghesia Cattolico Romana, quella a cui apparteneva Mario Monti, la cui attività taumaturgica di stampo bocconiano avrebbe dovuto risollevare l'Italia e rappresentare una novità dirompente in uno scenario quasi compromesso, e che invece si presentò agli italiani dal salotto di quel camerlengo ipocrita di Bruno Vespa, quello stesso salotto cattolico in cui era stata confezionata con garbo agiografico la politica berlusconiana più becera. Per certi versi non evangelici, purtroppo la "condanna a morte" di questo paese è un certo stile della curia. Vediamo come.
L'operato di Angelo Scola in qualità di patriarca di Venezia tra il 2002 e il 2011 si deve ascrivere a quel patto morboso e malato tra politica e bigottismo religioso che ci ha trascinati negli abissi della stagnazione, quella che per intenderci ci ha portati a celebrare la messa cattolica al Re del Porno (con Rocco Siffredi, Ilona Staller, Eva Henger, Paolini) e a rifiutarla a Piergiorgio Welby, piuttosto che ad avere in parlamento lo scempio dei tanti Giovanardi, il belato dei Bondi, e quei Casini che di fronte alla condanna per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra di Salvatore Cuffaro dichiarò "I miei sentimenti di amicizia con Salvatore Cuffaro appartengono a me come uomo e come cristiano: non li ho mai rinnegati e non li rinnego". Ve li ricordate gli anni cupi e misteriosi di andreottiana memoria?
Angelo Scola.
Mentre a Venezia assistiamo all'ennesimo crollo del sistema, dalla politica alla magistratura, dai controllori del Magistrato alle Acque ai giudici della Corte dei Conti, e l'Italia si sveglia con l'ennesimo comunicato sul record del debito pubblico a 2.146 miliardi miliardi di euro,  emerge che la Fondazione 'Studium Generale Marcianum' voluta da Angelo Scola riceveva finanziamenti da coloro coinvolti nello scandalo tangenti. Il debito pubblico immorale creatosi principalmente negli anni della Democrazia Cristiana dallo scudo crociato non potrà oggigiorno che aumentare se i soldi pubblici destinati ad una opera pubblica quale il Mose vengono in parte dirottati a favore di qualsiasi tipo di fondazione, in questo caso quella cattolica di Angelo Scola. Titola il Gazzettino: ''Fondi alla Curia per un posto in prima fila con Scola e Papa Ratzinger.'' Per farla breve, i corrotti facevano a gara a rimpinguare le casse della suddetta Fondazione per accreditarsi moralmente nell'entorage veneziano, presentandosi immacolati come se avessero fatto la prima comunione.
Screenshot del sito web della Fondazione  'Studium Generale Marcianum'  di Angelo Scola da cui si evince il partenariato con l'impresa di costruzioni Mantovani coinvolta nello scandalo veneziano.

Il meccanismo della lavatrice delle coscienze sporche era in vigore a Venezia anche grazie all'Università Ca' Foscari, vero e proprio Vaso di Pandora fortunatamente ora scoperchiato. Onorificenze 'vendute' dalle Università come la Chiesa vendeva le indulgenze. Non stupitevi se il Rettore Carlo Carraro, che fece la scuola cattolica all'Istituto Barbarigo della diocesi di Padova e che naturalmente siede anche nel CdA della Fondazione Marcianumdichiarò a mezzo stampa a commentare la nomina del cardinal Angelo Scola ad arcivescovo nella Milano del celeste Formigoni: « non posso nascondere il dispiacere per l’Università veneziana. Perdiamo un punto di riferimento culturale con il quale in questi anni abbiamo condiviso la stessa visione rispetto all’importanza della formazione per il futuro dei nostri giovani e della nostra società. Si tratta di convinzioni profonde che sicuramente troveranno sempre una salda àncora nel Patriarcato e nei progetti condivisi con Sua Eminenza Angelo Scola ». Permettetemi di dire che i due avevano anche come riferimento le Assicurazioni Generali, visto che Scola era amico personale dell’ex presidente Antoine Bernheim mentre Carlo Carraro era lautamente pagato nel Consiglio di Amministrazione.
Quella dichiarazione fece venire i capelli bianchi al Prof. Dario Calimani che espresse turbamento, per una realtà come quella universitaria in cui la cultura dovrebbe nascere dal dibattito che si sviluppa all’interno dell’istituzione piuttosto che da ispirazioni, visioni e ideologie esterne. 
Angelo Scola e  Piergiorgio Orsoni.
Rimane indelebile il fatto oggettivo che il nome del cardinale sia stato fatto diverse volte nell'ambito dell'inchiesta sul Mose e che i soldi della Cricca andassero anche alla sua Fondazione.  Il sistema Mose oliava ogni angolo della laguna, non poteva mancare quindi anche il Patriarcato di Venezia.  Fu proprio Angelo Scola a sostenere strenuamente la candidatura di Piergiorgio Orsoni a Sindaco di Venezia. Orsoni, definito dal corriere il Professore cattolico, è tutt’ora procuratore di San Marco, la più prestigiosa carica vitalizia della Repubblica di Venezia dopo il Doge, legata a doppio filo con il patriarcato. Nel consiglio di amministrazione della Fondazione eccovi sia il capo supremo delle tangenti, Mazzacurati, sia Orsoni, ex sindaco di Venezia.
Angelo Scola.
In una recente dichiarazione Angelo Scola ha dimostrato l'intenzione « di tutelarsi legalmente nei confronti di chi continuasse a dare informazioni imprecise, scorrette o false. Una tutela necessaria perché sia rispettata la verità e perché non sia disturbata la missione pastorale del cardinale Scola nella Chiesa di Milano. » Si sa, Angelo Scola appartiene in modo indissolubile a Comunione e Liberazione, tanto che anche da quelle parti arrivarono gli Auguri a "Papa Angelo Scola" in una gaffe memorabile subito dopo la nomina di Papa Francesco. Una lezione francescana.
Sicuramente non perderanno l'occasione per tacciare questo articolo di moralismo, contro il quale Comunione e Liberazione ha lanciato una crociata. Io dico che fortunatamente nella Chiesa è prevalsa una visione del mondo diversa e lo spessore della persona del Papa Francesco viene riconosciuto giorno dopo giorno tanto quanto quello di Angelo Scola si affievolisce. Da citare anche le parole dell'attuale Patriarca di Venezia che parla apertamente di un esame di coscienza anche per la Chiesa a Venezia.
Sono io quindi che mi tutelo moralmente scrivendo questo articolo. Mentre tutti a Venezia rubavano, tu Angelo benedicevi le loro coscienze. Se solo Robin Hood ti avesse incrociato in laguna.

mercoledì 4 giugno 2014

Ci siamo persi per strada. Cercasi disperatamente con il lumino persone oneste.

Diogene di Sinope ad Atene
cerca l'uomo onesto con una lanterna di giorno.
Diogene di Sinope 
il padre precursore di tutti i Punkabbestia onesti.

Scrivo mentre la mia città, Venezia, vede una inchiesta azzerarne i vertici politici. Per non parlare del mio Veneto 'ignorante'. Non solo, interi apparati dello Stato si dimostrano corrotti e compiacenti. Notizia di ieri, perfino 19 vigili a Cortina, dopo aver incassato i soldi delle multe se li tenevano. Ormai la corruzione è dilagante in ogni approccio. Le persone si annusano reciprocamente per intuirne il prezzo. Non tessiamo relazioni sociali per alimentare conoscenza e virtù, ma andiamo al mercato delle nostre coscienze. Perfino le Università si sono ridotte a vendere onorificenze come la Chiesa vendeva le indulgenze. Quanta amarezza, in questo correre di finanzieri e tintinnar di manette. Il sistema è marcio, per certi versi è finita. Non c'è fine a tangentopoli. Lo abbiamo capito tutti ritrovandoci molti anni dopo le stesse persone coinvolte in Mani Pulite (1992), ora intente a spartirsi la torta Expo. Ed allora ritorna in mente Diogene di Sinope, filosofo del IV secolo a.C. , quando andava in lungo ed il largo per Atene di giorno tenendo una lanterna accesa.  Quando venne apostrofato dallo stolto che gli chiese cosa stesse facendo, rispose in modo disinvolto: "sto cercando un uomo onesto". Difficile incontrare persone veramente oneste, moralmente integerrime. Un ago in un pagliaio. Io stesso nel sentirmi onesto, mi considero allo stesso tempo in fuga. Fuggire per continuare a sentirsi integri. Se ti fermi ti chiedono il voto. Ed è una battaglia senza fine anche all'estero. Ho da poco vinto legalmente una battaglia, che racconterò prossimamente, contro la Banca inglese più potente, la Barclays, dimostrando che non applicava i  termini e condizioni del contratto. Il giudice ha intimato alla Barclays di scrivermi una lettera di scuse, proprio loro che dovrebbero fare della correttezza il loro mantra. Senza perderci nei particolarismi, tutto il mondo attuale così come lo abbiamo concepito, anche quello delle banche, è corrotto. Diogene di Sinope è il precursore di quei tanti Punkabbestia da cui rifuggiamo turandoci il naso, così diversi da noi, così poco convenzionali. Durante un banchetto gli gettarono degli ossi, come a un cane, proprio a lui che dedicava molto tempo allo studio del comportamento dei cani, elogiandone le virtù e la condotta, tanto da assumerne lo stile di vita vagabondo.  Tornando a noi, non abbiamo però nessun scrupolo ad andare a votare turandoci il naso, per poi ritrovarci governati dagli ennesimi lestofanti. Ed allora ti chiedi in quanti ci siamo persi per strada. Quanti giovani veramente onesti abbiamo perso per strada. In quanti sentendosi emarginati da questo sistema marcio si sono messi on the road e non torneranno mai più. I giornali continuano a sciorinare dettagli, vomitando particolari su particolari sulle inchieste. Io guardo alla vita e mi chiedo. Dove sono finite le persone oneste? 
Dove sono finite le persone oneste? 

venerdì 23 maggio 2014

Marta Canino, la guardiana sirenetta che protegge Venezia dai fascismi.

Marta Canino, sirenetta a Venezia.
La Sirenetta di Copenhagen protegge con il suo sguardo le bellezze della città dalla furia del mare del Nord. Anche Venezia ha finalmente trovato la sua guardiana sirenetta in una giovane ragazza dalle mille battaglie.  Marta Canino, classe 1985, eroina capace di buttarsi in laguna pur di bloccare il fascismo delle Grandi Navi, è ancora viva e non è soltanto una statua. Determinata e carismatica, dal passo svelto come tutti i giovani veneziani, questa ragazza rappresenta il futuro politico di una città e di una laguna uniche al mondo. 
Venezia più che dalla furia del mite Adriatico va infatti protetta dai vari fascismi che ciclicamente tentano di intaccarne quell'aria pura salmastra, tutta speciale che respiri a Venezia. Un profumo di autentica libertà. Altro che acqua alta, sono i vari tipi di fascismo che uccidono l'anima delle persone nate libere. A proposito di aria che respiriamo, c'è il fascismo delle Grandi Navi, ognuna delle quali inquina come 14mila auto, che si impongono a Venezia. Mostri che sventrano quell'equilibrio delicato e precario chiamato laguna. Ecco quindi Marta impegnata nel comitato No Grandi Navi. C'è poi un altro tipo di fascismo, più subdolo, quello dell'accademico Renato Brunetta che zampetta per Venezia con la scorta che lo protegge dalle sue cazzate, una per tutte la sua proposta di sventrare la laguna con la sublagunare. Eccoti Marta che alla trasmissione Servizio Pubblico con ospite proprio Brunetta innalza gli spiriti parlando senza peli sulla lingua di riciclaggio di manager sporchi all'interno delle università, con riferimento all'ateneo veneziano. Eh si, c'è anche il fascismo del REttore della Cafoscari, Carlo Carraro, che durante il suo mandato ha pensato di invitare e premiare personaggi inquisiti e loschi, per poi tentare, con un colpo di coda finale, di svendere ad una finanziaria il patrimonio immobiliare dell'ateneo composto da splendidi palazzi storici. Puntuale per opporsi Marta occupa le sedi universitarie. La ragazza ha carattere. Chi la ferma.
Marta Canino, ragazza dalle mille battaglie, ora in prima linea nella trasmissione Announo (La7).
Di fascismi patologici ce ne sono tanti, se facessi la lista completa annoierei prima di tutto me stesso. Vi basti pensare, come esempio per il tutto, alla ideologia leghista che ha sempre cercato, senza mai riuscirci politicamente, di impossessarsi di Venezia, nominandola capitale del proprio fascismo.
Abbiamo tutti bisogno di Marta. Marta è quella fatina che dona lustro e vita a pinocchio e che gli fa levitare lo spirito. Il suo carisma è un ascensone culturale, ti spinge a guardare in alto ai grandi ideali. Marta sarà un giorno sindaco di Venezia perché prima o poi sarà donna, come prima o poi ci sarà un papa nero che che 'scolta 'e 'me canson in venessian perché el xé nero africa.  
Si dice che l'apertura mentale dell'uomo sia direttamente legata alla sua cultura: quanto più questa è vasta, tanto più sarà in grado di apprezzere le diversità. Quel dono di saper apprezzare le diversità, quel raro dono che aveva Vittorio Arrigoni per capirci, ha spinto Marta ad unirsi alla carovana “Uniti per la Libertà” per raggiungere con due camion carichi di cibo, medicinali e strumentazioni chirurgiche il campo profughi di Ras Jadire sul confine libico.

La studentessa Marta Canino, nelle immagini del TGR, mentre
viene trascinata via dalla polizia durante inaugurazione anno
accademico a Ca' Foscari. Protestava per presenza in ateneo
di Paolo Scaroni.
Io sono un blogger, scrivo soprattutto per le persone che verranno. La mia indole mi spinge a ricercare quello che ancora non abbiamo esplorato o capito, o che anzi ci impegniamo a perseguitare (le battaglie che Marta conduce costano care, solo il tuffo in laguna per fermare le Grandi Navi costa 2000 euro di multa. Vi lascio immaginare tutto il resto, diffide, denunce, etc). Gli Italiani di oggi stanno ancora leccandosi le ferite dopo aver votato per vent'anni personaggi tra il Berlusconi e l'Umberto Bossi. Che chi piange lacrime di coccodrillo e non riesce a capacitarsi di come abbia potuto votare Giovanardi, Capezzone o Bondi. Non gli pare verosimile.
Ho scelto di 'pontificare' questa giovane ragazza per essersi distinta per dignità in un' epoca involutiva superficiale durante la quale Mediaset si prostituiva in onda con veline, letterine e prostitutine di Arcore. Le battaglie di Marta sono anche per quei giovani lobotomizzati e consumati dalla televisione che hanno prima di tutto perso se stessi oltre che il proprio futuro. Troppe volte ci accorgiamo di quanto accade troppo tardi. Rimpiangiamo e leggiamo i loro libri, Gesù e Socrate, ma all'epoca facevamo a gara per tradirli o condannarli a morte. Io ho deciso di supportare Marta perché la vita è adesso. Mi sono laureato nel 2006 con una tesi sulla laguna di Venezia cercando di condividere quella bellezza obliterata giornalmente da un turismo selvaggio distruggi e fuggi o da capitani di ventura che devono venire a inquinare proprio in un ecosistema unico al mondo come quello della laguna. Condivido inoltre con Marta le pene di Ca' Foscari che mi vedono escluso e bannato dalla vita cafoscarina dopo essere stato tra i primi ad essersi opposto pubblicamente al REttore con commenti sul suo blog. Infine, era il 2008 quando postai il video 'I send an S.O.S to the world: the venetian lagoon is dying', mostrando le condizioni innaturali della laguna e lo schiaffo delle Grandi Navi che si aggiravano per un cimitero privo di flora e fauna. Da allora poco o niente è veramente cambiato. È arrivato il momento di chiederci chi sta veramente difendendo il nostro futuro e la nostra bellezza. Io ho una risposta proposta, Marta Canino la guardiana sirenetta che ci protegge dai fascismi.

Insieme, tutto è possibile.

giovedì 15 maggio 2014

Beppe Grillo da Bruno Vespa. La fine della coerenza è comica.


C'è una cosa che nessuno sopporta più, sono i parolai. Professionisti della parola, dell'arte della retorica, che predicano bene e razzolano male. I Savonarola e i Martin Lutero che ti twittano il cambiamento. Beppe Grillo sembrava avere una parvenza di coerenza. Gridava, sbraitava, si dava da fare, anche se non posso perdonargli una scoreggia, quella di aver aperto il movimento a quegli ignoranti di Casapound. Lo stavo a guardare incuriosito. Poi venne il giorno anche per lui, il giorno del giudizio. Beppe Grillo ha annunciato di andare da Bruno Vespa. Proprio da quel camerlengo che ha manipolato la comunicazione italiana, come un prete che distorce la sua messa blasfema. Quel salotto ipocrita, mai una difficoltà vera. Il declino di Beppe Grillo è iniziato. La fine della coerenza è comica.

mercoledì 7 maggio 2014

La patologia fascista permane e va considerata un disturbo mentale.

Immagine tratta dal profilo facebook di Daniele De Santis, accusato di aver sparato contro alcuni tifosi napoletani a pochi passi all’Olimpico. L'immagine di questo bunker di estrema destra, che si commenta da sola, evidenzia tutta la patologia del rigurgito neofascista. 
La patologia fascista permane e va considerata un disturbo mentale che paralizza il nostro Paese. Impercettibile la cogliamo giornalmente. Permane quando Di Canio salutava a braccia tatuate la curva con il saluto romano e per risposta bordate di cori dal linguaggio crudo e violento sintentizzabili nel «Boia chi molla». Permane in generale in tutti gli stadi, dove le curve sono raduni di ideologie violente e xenofobe. Vive e permane quando Alessandra Mussolini starnazza in Parlamento a suon di slogan come lame difendendo i valori morali della sua idea di famiglia mentre il marito frequenta prostitute minorenni. Permane quando un sindacato di Polizia applaude i colleghi condannati per l'assasinio di Aldrovandi o quando le forze dell'ordine nella caserma di Bolzaneto si macchiarono di atrocità e dove secondo i giudici vi fu una grave lesione della dignità delle persone. Permane giornalmente nelle modalità utilizzate dalla forze dell'ordine per fronteggiare i manifestanti, dove il manganello viene usato quasi sadicamente o dove si calpestano o si prendono a calci manifestanti a terra. Permane nel linguaggio degli esponenti della Lega Nord, loro che ce l'hanno duro. Permane nel movimento dei Forconi, Forza Nuova, Casapound e nel linguaggio talvolta troppo violento di Beppe Grillo, quando ad esempio grida 'Italianiiii' imitando con cattivo gusto il Duce o quando apre il suo movimento agli esponenti di Casapound. Permane fervamente nei pensieri del padre di Alessandro di Battista. Permane nel salotto di Bruno Vespa, quando la sua regia patinata di ipocrisia confeziona realtà che non esistono se non nella mente dell'elite del momento con l'ausilio della voce pastosa di Renato Mannheimer. Peggio del cinema di propaganda fascista. Permane quando spavaldi neofascisti fanno arrivare a piazza Navona un camion con decine di spranghe e mazze da baseball con il tricolore. Permane nell'atteggiamento immobile, rigido e autoritario di quei burocrati che abitano palazzi costruiti durante il ventennio fascista e che forse per un certo verso devono proprio la loro posizione a quell'impostazione di pensiero. Permane nelle strutture parastatali della Mafia e della Camorra. Permane in giornalisti quali Sallusti, Belpietro e Giuliano Ferrara. Permane in tutti coloro che privi di cultura tatuano sul proprio corpo i segni indelebili di una ideologia patologia.  Permane in chi, non avendo studiato la Storia, parla di quel periodo senza sapere quello che sta dicendo.  
Se l'Italia ha un'ombra, lo deve al suo passato fascista. La guerra disumana e le leggi razziali abominevoli solo per sintetizzare qualche decennio di NON VITA. 

mercoledì 12 marzo 2014

La figlia della Lupa non twitta più. Mussolini la vergogna continua.


Vale la pena riportare l'immagine del profilo twitter di Alessandra Mussolini, il giorno in cui i giornali riportano la notizia che vedrebbe il marito frequentare prostitute minorenni. La figlia della lupa, non twitta più. In fondo come si fa a non capirla. Alessandra, Alessandra, il nonno che appartiene alla miseria umana non te lo sei scelto ma il marito si. La vogliamo ricordare con questo profilo che voleva tanto dirci quanto veramente "normale" fosse la vita di questa donna sposata, che tirando le somme ha una vita andata a puttane. Mussolini la vergogna continua. 

venerdì 21 febbraio 2014

Io non ce la faccio a marciare con Matteo.

Il Quarto Stato è un celebre dipinto realizzato dal pittore Giuseppe Pellizza da Volpedo nel 1901, inizialmente intitolato Il cammino dei lavoratori.
L'opera d'arte Il Quarto Stato simboleggia la protesta sociale, quello sciopero con il quale i lavoratori diventano consapevoli dei propri diritti, e l’affermazione di una nuova classe sociale, il proletariato, nella società del XX secolo. Ho provato a far marciare il Presidente del Consiglio Matteo. Matteo il Lavoratore. Ma il quadro si è bloccato. Qualcosa non convince. Ho sentito la lavoratrice in primo piano rifiutarsi di marciare con Matteo. Mi sono fermato anch'io, non me la sento di marciare con Matteo Renzi. Diciamocelo, Matteo Renzi rappresenta il nuovo che avanza. Sono il resto dei lavoratori (intendo lavoratori veri come i lavacessi eroi) che vedo indietreggiare. Per rendere l'idea, un uomo che coltiva solo sogni non è in grado di pulirsi il water nel quale urina e neanche di ripagare i propri debiti (il buco dell'ipocrisia, il debito pubblico, ammonta ad oggi a circa 2100 miliardi di euro). ”Hanno bussato alla porta e non c’era nessuno. Era Matteo Renzi” è sicuramente il miglior tweet di Beppe Grillo.

lunedì 27 gennaio 2014

Vola colomba bianca vola.


Liberiamo la colomba simbolo della pace. Lo ha fatto papa Franceso davanti a migliaia di fedeli. La colomba bianca vola. Pochi battiti d'ala e un gabbiano reale la punta. Ma non basta. Anche il corvo, uccello del malaugurio, sinistramente tormenta la povera creatura per la quale non c'è scampo. Tempi buii per la pace. E così ce ne stiamo andando anche noi, noi timidi, noi buoni, noi onesti, noi persone per bene. C'è un problema disumano di distribuzione della ricchezza. Proprio oggi i giornali ci raccontano il resoconto di questi ultimi anni; un italiano su sei vive con meno di 640 euro netti al mese. Aumenta la concentrazione della ricchezza: il 10% della famiglie italiane possiede il 46,6% del patrimonio complessivo (45,7% nel 2010). Proprio io che sono scappato dall'Italia rifugiandomi nel Regno Unito, scopro inorridito dai giornali d'oltremanica che soltanto 85 persone al mondo posseggono l'equivalente di quanto possedduto da 3.5 miliardi di persone. Questo ristretto numero di miliardari, che potrebbero riempire a stento un bus a due piani, posseggono le ricchezze di metà della popolazione mondiale. Ora diventa tutto più chiaro. Qui ci hanno letteralmente coglionato, facendo diventare la politica un apparente conflitto a tarallucci e vino tra fronde di renziani, bersaniani, cuperliani, dalemiani, finiani, berlusconiani e vai a non finire secondo il miracolo della moltiplicazione dei pani e delle poltrone. Tutti d'accordo, per non cambiare niente. Tutti d'accordo, per occultare quella triste verità che vede una stretta minoranza arricchirsi a spese delle sofferenze della maggioranza. La concentrazione della ricchezza quindi è andata aumentando nonostante la classe operaia se ne andasse in paradiso, come Angelo di Carlo. I pesci grossi, pescecani ingrassatisi nella finanza che non crea lavoro, si sono mangiati e mangieranno a poco a poco i pesciolini. I gabbiani scaltri non si accontentano dei pesciolini, ma hanno iniziato a saziarsi di una inaspettata carne tenera nel petto della colomba. Fermare l'arricchimento dei pochi Berlusconi e l'impoverimento dei tanti non era solo un dovere morale. Era la condizione indispensabile per non provocare il collasso di un intero paese. Non abbiamo mai visto una patrimoniale sui beni di lusso o le tasse abbattersi sulla finanza speculativa. Ma in futuro non avrete mai visto il popolo incazzarsi così tanto.  Libertà, Uguaglianza, Fratellanza. 


venerdì 24 gennaio 2014

L'intransigenza è l'unica strada. Alessandro di Battista.


"L'immoralità è come il letame: va trattata con la pala, non con il cucchiaio di argento [...] Il Pd e il Pdl sono d'accordo da sempre. Napolitano sancisce l'accordo da sempre [...] L'intransigenza è l'unica strada che ci porterà alla vittoria. Il compromesso con questa gente secondo me è un suicidio. Non so se con l'intransigenza vinceremo, sono convinto che con l'assenza di intransigenza perdiamo! Perché in quel Palazzo se tu ti mischi a loro e ti ungi il dito, ti ungi tutta la mano e in quattro e quattr'otto, come la Lega, sei diventato parte del Sistema. Noi non siamo entrati lì dentro per diventare parte del Sistema, ma per cambiarlo in modo democratico e non violento [...] O andiamo al governo noi o il Paese non cambia. Io sarei disposto a morire per questo Paese. Votavo PD, poi mi sono disintossicato." 


sabato 4 gennaio 2014

That is why what we live is not a true democracy.

Chart of the number of homeless people each night a New York. September 2013: 52,351!
Just compare these charts. The shame of our democracy. If you take in consideration the last ten years, you realize that the stocks of giants as Priceline or Google have grown as much as the number of homeless. Nelson Mandela said that "while poverty persists, there is no true freedom." In the past, the poor could at least cultivate their land and live thanks to the product of their labor. Nowadays, in the financial democracies with no available land, wealth tends to be concentrated in the hands of a select few. That is why what we live is not a true democracy. That is why we need a revolution. 

Priceline's stocks (NASDAQ:PCLN) has appreciated more than 5931% in the last ten years. 

Googles's stocks (NASDAQ:GOOG) has appreciated more than 920% in the last ten years. 

sabato 28 dicembre 2013

Addio a Giuliano Ferrara. Dietro ad Il Foglio di carta il più grande produttore di merda concettuale.

Sorpreso dalla Vita. Giuliano Ferrara.
Quando tutto è perduto, quando perfino l'orchestra sul Titanic smette di suonare avendo l'acqua salina assalito gli strumenti si sente un urlo inopportuno della propaganda concettuale, uno di quelli che farebbe innervosire perfino la Regina ma stavolta non è il Cavaliere. È Giuliano. È Giuliano Ferrara che ti informa che l'aborto è un omicidio. Ferrara infatti è per la vita ma anche per chiudere un occhio sulle torture a Guantanamo. Potrebbe scambiarsi la penna con Magdi Cristiano Allam, sono intercambiabili nel firmare articoli che cercano l'essenza di Dio in una pattumiera concettuale. Questo Nerone pronto a bruciare mediaticamente a difesa delle radici giudaico-cristiane dell'Europa, amico d'Israele, ha mangiato alla tavola del Cavaliere ritagliandosi il ruolo del grasso buffone che poteva permettersi qualche sonora critica propositiva. Mai una lotta giornalistica vera su quei fondamentali sui quali l'Italia moriva arrancava giorno dopo giorno.  Lo ricorderemo così, mentre con la sigaretta in bocca in televisione veicolava messaggi avvelenati a favore della vita. Lui che amava andare a cavallo, avendo il cattivo gusto di imporre la propria pesantezza anche a chi non ha il dono della parola. Addio a Giuliano Ferrara, tra i più grandi produttori di merda concettuale.

venerdì 27 dicembre 2013

Addio Renato Mannheimer. La sua voce pastosa lubrificava la messa di Bruno Vespa.

Il Corriere imbarazzato non ne parla, ma il suo sondaggista ed analista Renato Mannheimer pare essere stato colto con le mani nella marmellata. Questi moderati cattolici che si scoprono sempre poi essere i peggiori tanto quanto sembravano santi! L'Ansa riporta infatti come il collaboratore di Porta a Porta sia indagato dalla Procura di Milano per associazione a delinquere finalizzata a una frode fiscale da 7 mln di euro. Renato Mannheimer ha espresso ''vivo dispiacere e sincero pentimento per essersi lasciato coinvolgere in atti di particolare gravità''. Il camerlengo di Bruno Vespa, lo metteva in onda nel momento culminante della messa di Porta a Porta e Renato con la sua voce impastata dava i numeri. Chiedere scusa in un paese rovinato da parolai e lestofanti non basta, anzi è una aggravante perché è arrivato il momento della verità. Noi non lo perdoniamo e lo salutiamo come ne abbiamo salutati tanti in Italia in questi anni, da Craxi a Berlusconi. Addio Renato Mannheimer. Fatti questo ultimo sondaggio: sei fottuto, spacciato, game over. 

giovedì 26 dicembre 2013

Per non dimenticare le cravatte di Bertinotti a Porta a Porta.

Paolo Bertinotti nell'imitazione di Corrado Guzzanti che non trascura nello sfondo, le mitiche cravatte.
C'era una volta un signore distinto che impediva il governo di centrosinistra aprendo in tal modo la strada al ventennio Berlusconiano. Non so quanti si ricorderanno di Bertinotti. Rappresentante di una sinistra romantica tutta retorica e generosità generica si ritrovò additato sul il corriere per avere la stessa cravatta di George Bush. Robe da matti. In quell'articolo si diceva: "Il guardaroba di Bertinotti è fornitissimo e selezionato, decine e decine di Luca Roda, lo stilista bresciano con cui spesso passa lunghi minuti a conversare di codici di eleganza, tagli, stoffe, novità. Potere di una tentazione. Divisi su tutto, Bertinotti e Bush si ritrovano con lo stesso «stilista del girocollo»". L'ultima apparizione nel maggio 2013 lo vede con la moglie al matrimonio di Valeria Marini, arrivare scortato poco prima del Principe Carlo Giovannelli e Elsa Martinelli, e poi Anna Tantangelo, Alfonso Signorini, Iva Zanicchi, Alba Parietti... 
La memoria è la cosa più importante che ci è rimasta. Non dobbiamo dimenticare chi partecipava al circo di Porta a Porta con quel camerlengo di Bruno Vespa coglionandoci di parole soffici e bombate d'ipocrisia apparentemente dalla parte degli operai. Addio Fausto Bertinotti.

Bertinotti e consorte al matrimonio di Valeria Marini.  Notevole l'atteggiamento della scorta.
Dolce vita romana. Fausto Bertinotti insieme a donna Assunta Almirante  la vedova di Giorgio Almirante, fondatore e leader storico del Movimento Sociale Italiano.

mercoledì 25 dicembre 2013

Auspicio #2014. Liberariamoci dell'intelligenza di Renato Brunetta.

Santoro lo invita ancora per fare audience, in quanto attira mosche a non finire. Il nostro Paese però soffre e quindi è arrivata l'ora di liberarsi di questo premio nobel mancato, un mix perfetto bipolare tra il politico e l'accademico che gli ha permesso di sopravvivere tirando a campare ancora per un po'. Dai Mastella ai Rutelli alcuni dei parolai se ne sono già dovuti andare. Ora tocca a Renato. Il 2014 sarà il suo anno. Ho già scritto del suo bipensiero. L'Italia merita di essere più stupida, merita di liberarsi dell'intelligenza di Renato Brunetta. L'unico metodo possibile è quello di non dargli tregua. Fischiatelo, rivoltatevi alle sue fantomatiche esternazioni sull'economia, chiedetegli quanto ci costa quando lo vedete a spasso con la scorta, ripagate la sua arroganza con la stessa noncuranza. Non dategli tregua. Brunetta ha la colpa imperdonabile di aver dato luce ad una dottrina economica liberista schizzofrenica che concepiva così come strutturata l'impoverimento delle masse (obiettivo raggiunto) a fronte di un suo arrichimento immobiliare (obiettivo raggiunto). Lui è stato il mentore, il guru, il supporto scientifico ai vari lestofanti che si volevano arricchire a spese degli altri. Il faro di un berlusconismo criminale. Il suo latrato patetico contro l'IMU, non fa che suggerirci l'unica strada percorribile: una patrimoniale secca e spietata sui beni di coloro che si sono arricchiti sottraendo ricchezza agli altri. Qualcuno, colmo d'ipocrisia, vorrà vedere in questo post quel linguaggio violento che in passato ha connotato periodi bui. A costoro, rispondo che la classe operaia come Angelo di Carlo se ne è già andata in paradiso, ora tocca a personaggi quali Renato Brunetta incamminarsi verso l'inferno. 

sabato 30 novembre 2013

#andiamoOLTRE lo stagno di rane dei delinquenti abituali.



Il discorso più bello nel Senato della Repubblica in questi ultimi 20 anni si deve alla senatrice Paola Taverna, che dimostra come quello del centrosinistra in questi anni non sia stata opposizione ma collusione. Grazie Paola, hai dimostrato che un altro discorso è possibile.

domenica 10 novembre 2013

Tutte le Amazzoni del dittatore Berlusconi.

Tutte le donne del Presidente Berlusconi
Sono disposte a tutto. Mordono negli studi televisi italiani per proteggere il loro dittatore. Sono le Amazzoni del presidente Berlusconi. Selezionate con cura maniacale disturbata, sono calde e passionarie. Se Alessandra Mussolini morde con rabbia, nel frattempo Daniela Santanchè ti fa uno sprezzante dito medio. Sguardo arrapato dallo stipendio sicuro, usano tecniche elaborate di vendita nell'affermare verità sacrosante mentre pronunciano le menzogne più artefatte. Ritengono contemporaneamente valide due opinioni che si annullano a vicenda, sapendole contraddittorie fra di loro e tuttavia credendo in entrambe. Fanno uso della logica contro la logica. Rinnegano la morale proprio nell'atto di rivendicarla. Sono le donne amazzoni di Silvio Berlusconi. 

sabato 19 ottobre 2013

Casapound, sede ufficiale dell'Ignoranza.

L'Ignoranza ha la propria sede ufficiale. Casapound, palazzo ufficiale dell'Ignoranza.
« È vero, siamo fascisti. Ma del terzo millennio. » 
(Intervista al leader CasaPound, 2011)

mercoledì 16 ottobre 2013

Il nuovo che avanza, Matteo Renzi.


Diciamocelo, Matteo Renzi rappresenta il nuovo che avanza. Occhetto, D'Alema con i loro baffi sovietici hanno intristito abbastanza il centrosinistra italiano. Nell'epoca dei social network, eccolo il nostro Tony Blair tutto italiano.  Sornione, sempre sorridente, la battuta sempre pronta, frasi telegrafiche lunghezza Twitter. Piace spensieratamente e candidamente. Ditemi dove è il "Mi piace" e ci clicco sopra. La sua patina cotonata rottama le tristi congiure di palazzo (Botteghe oscure). Andremo in rovina, ma volete mettere... ci andiamo sorridendo candidamente. Se Berlusconi alle prossime elezioni calerà il suo asso con una proposta shock "0 tasse per tutti", lui ha pronta la sua arma segreta: ballerà in fusó "Lo Schiaccianoci" ad Amici di Maria de Filippi. Il nuovo che avanza, Matteo Renzi.
Un prodotto PD-L
Attenzione: leggere attentamente il foglio illustrativo. Potrebbe portarti in guerra in Iraq dicendoti sorridendo che ci sono armi di distruzione di massa.

Sharing