lunedì 31 gennaio 2011

Tutto l'amore che ho


Se la vita non è eterna, allora prima o poi ci dobbiamo confrontare con la morte e con una dimensione in assenza di vita terrena. Cosa resta? Cosa è veramente eterno? Tutto l'amore che ho, è il primo singolo estratto da Ora, album di Jovanotti che è uscito il 25 gennaio 2011; è questo il senso di un video in cui Jovanotti non dispera di fronte alla violenza sulle strade, ai terroristi, agli animali feroci, ma anzi con il sorriso finale ricorda come nell'esistenza terrena l'esperienza più sublime è l'esperienza dell'essere amati.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

L’amore è una cosa meravigliosa, anche se a volte non viene manifestato in maniera evidente, ma piuttosto riservato, silenzioso, intimo, particolare, quasi segreto. Allora come si fa a capire che quella persona ti ama, e ti ama al di sopra di tutto? Forse qualcuno più in gamba di me riesce comunque a cogliere e interpretare quei messaggi d’amore che arrivano velati, nascosti, spesso mascherati da tutt’altro sentimento. Io non ci sono riuscito e quindi contraccambiavo con gli stessi sentimenti che percepivo: rancore, ostilità, risentimento e anche odio. Sì, odio!
Poi questa persona, improvvisamente, è mancata. Dopo pochi giorni mi sono trovato nel suo studio in cerca semplicemente di un po’ di fogli per la mia stampante. Solo allora, cercando nei suoi cassetti, ho notato quante cose aveva di me: alcuni miei appunti di studio, una foto in cui ero insieme a degli amici, un libro che gli avevo regalato e che credevo non avesse mai letto, un mio disegno che avevo fatto quando ero ancora alla scuola materna …
Non ho mai conosciuto mio padre per quello che era veramente, perché si mostrava sempre troppo sfuggente, enigmatico, spigoloso, ma adesso so quanto mi amava. Ora, è inevitabile, penso a tutto quello che ci siamo persi, a tutte le cose che avrei potuto dirgli e che invece non ho detto, ma non posso più. Però, seppure con questo grande dolore nel cuore, mi sento fortunato per avere scoperto questa verità, perché ritengo che, in ogni caso, sia un grande insegnamento di vita. Certo, rimane un po’ di amarezza, di disappunto. Credo che un genitore debba sempre fare capire e, soprattutto, dire a un figlio di quanto lo ama e non che questi lo debba scoprire solo alla fine, e sia costretto a vivere solo nel ricordo di un amore senza poterne mai più beneficiare.
Riporto di seguito il link di un video che a me è piaciuto moltissimo. Si intitola “dove può arrivare l’amore di un padre per il proprio figlio”.
http://www.youtube.com/watch?v=uku8pnQ6jps
Matteo

redazione ha detto...

Inizialmente non volevo rispondere ad un messaggio così profondo e intenso, quasi potessi rovinarlo. Ci provo, aggiungendo una sola considerazione. Io credo che a volte ci vogliano anni per capire quanto sia difficile il mestiere del genitore. I miei genitori, ad esempio, mi hanno privato totalmente della televisione fino all’età di 16 anni. Allora e per molti anni, ho vissuto, come Ribelle, questa privazione come un atto del tutto gratuito ed una espressione di una educazione troppo rigorosa. Soltanto dopo qualche anno ho iniziato ad apprezzare quella scelta; soltanto ora, che ho un po’ di anni sulle spalle sono stato in grado di cogliere la lungimiranza di una decisione radicale di questo tipo. Me ne sono reso conto, ripensando a quante emozioni mi hanno lasciato i libri di Jack London e Salgari che leggevo invece di inebetirmi davanti alla televisione; me ne rendo conto, quando a proposito dell’ “ottundimento della coscienza” si parla della perdita da parte delle persone della capacità di immaginare e della fantasia; me ne sono reso conto quando ho capito di essere totalmente immune all’omogeneizzazione e al conformismo di massa, quei valori banali che la televisione inietta nelle coscienze dopo averle lavorate per anni.

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