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lunedì 12 aprile 2010

Vai con la Gambetta del Ballerino Folle la musica è il Ritmo, il Ritmo dell'Amore


Ballerino Folle, balla ancora e chi lo ferma? Pile duracell ragazzi. Ballerino Folle ed ancora Ballerino Folle. Già ho parlato di questo inno all'amore e al ritmo della vita; simbolo di gioia e armonia, un esempio di amicizia contagiosa. Ballerino folle è un attimo naturale veramente autentico e genuino. Uno schiaffo alla noia e un pugno all'omogeneizzazione.

Il ballerino folle



  1. http://www.youtube.com/user/BallerinoFolleDance
  2. http://www.myspace.com/ballerinofolle
  3. http://www.facebook.com/group.php?gid=33758463526

Il ballo del ballerino folle è dedicato a chiunque sia riuscito a rimanere se stesso e non interpreti tutti i giorni con una maschera un ruolo, altro rispetto al proprio essere naturale. Non cadete nei mali odierni: omogeneizzazione, mediocrità, divertimenti banali, affetti superficiali, gusti triviali, falso appagamento, incapacità di provare amore e desiderio. Rimanete vigili, rimanete vivi, non vendetevi e saltate sulla padella come il ballerino folle.


Il ballerino folle


Manuel, quando è che vieni a Venezia a girare un bel video ...penso io alla traccia audio e alla location!!! Invece fermati un secondo qui e prova a spiegare nei commenti a chi ti guarda allibito e incredulo, perchè i veri folli sono coloro, robot e replicanti noiosi, che non si lasciano mai andare al ritmo della vita e rimangono per sempre prigionieri di un qualche ruolo, di un qualche fottutissimo ruolo di facciata.

giovedì 8 aprile 2010

La montagna miete naturalmente le sue vittime ma la televisione fa strage di coscienze

Alberto Sciretti - Val Montanaia Aprile 2010

Video da me girato in Val Montanaia nell'aprile 2010

Il Gazzettino del 7 Aprile 2010 implacabile fotografa "Tre vittime della montagna in sole 24 ore: è il drammatico bilancio delle escursioni e dei fuoripista di questi giorni sulle Dolomiti fra Belluno, Trento e Bolzano. A perdere la vita due scialpinisti quarantenni e un alpinista del quale non si conoscono ancora le generalità.". 
Le ingiurie a chi mette a repentaglio la propria vita e quella dei soccoritori ribollono nei commenti negli articoli: "la mamma dei deficienti è sempre incinta: per una volta che i deficienti si eliminano da soli......selezione naturale" ed ancora "Pienamente d'accodo!!!!!! Non basta far pagare alle famiglie le spese dei soccorsi (se lo fanno !), bisogna qualche volta dire di no e lasciare questi ignoranti al loro destino! Perchè mettere a rischio la propria vita per poche lire per salvare degli incoscienti, Incuranti di tutte le raccomandazioni; morissero loro sarebbe niente, ma, provocando le valanghe, tolgono la vita e gente che osservando le regole si sta semplicemente divertendo !!!!!!!!!"; ancora "Sono d'accordo con chi dice che questi "pazzi" se vogliono possono morire da soli, purtroppo però quando si tratta di chiamere i soccorsi e poi lamentarsi che arrivano tardi nessuno si ricorda di questi sconsiderati e che è loro la colpa".
Video da me girato in Val Montanaia nell'aprile 2010

Come si evince da questo video del 05/04/2010, girato nel canalone che porta al campanile di Val Montanaia faccio parte di quelle persone che in questi giorni si sono recate in montagna camminando più o meno irresponsabilmente su canaloni pieni di neve e osservando in modo distaccato pericolose valanghe primaverili. Visto che il popolo chiede a gran voce la testa di questi irresponsabili, me compreso, provo serenamente a fare timidamente qualche considerazione:

1) Sembrerà un paradosso, ma credo che le persone che muoiono in montagna, muoiano per entusiasmo verso la vita; forse potrebbero essere accusate di essere delle sorte di balenottere che si suicidano arenandosi, ma scavando in profondità nella valanga magari si scopre che le vere cause sono da imputarsi all'inquinamento. Personalmente amo la vita più che mai e non mi appartiene nessun gesto o pensiero che possa intaccare il mio naturale istinto di sopravvivenza. Tuttavia la voglia di evadere e di poter raggiungere delle quote dove non si senta l'alitosi della politica e della società italiana mi hanno spinto con i miei amici lì dove non sarei dovuto andare (dopo mesi e mesi di campagna elettorale dove il faccione di Renato Brunetta compariva per tutta la città, vuoi non aver bisogno di un po' d'ossigeno in alta quota?); non ho ricercato morbosamente il brivido, semplicemente e banalmente  sono finito nella classica situazione dove l'istinto ed il buon senso ti suggeriscono di tornare indietro e la tua voglia d'avventura ti spinge a proseguire; l'imprevisto è stata l'enorme quantità di neve che ancora ad aprile era presente in quota; il fascino di ritrovarsi in un contesto in cui il compromesso non potrà mai realizzarsi proprio per la natura ostile del luogo. Quel compromesso che costantemente invece in pianura si raggiunge attraverso un continuo scambio di favori in profumo di mafia. Quel consegnarsi totalmente nelle mani della natura ha il suo fascino.
Ma sono veramente tante le ragioni che ti possono indurre a salire nonostante tutto. La storia di Chris McCandless insegna. Secondo me il bisogno d'avventura e la fuga dall'inquinamento  intendendo per "inquinamento" sia quello materiale che quello spirituale, sono tra i principali fattori sicuramente nel mio caso. Anche il concetto di morte è però relativo. Allo stesso modo io potrei considerare cerebralmente morto "quel leghista ubriaco di televisione che è in grado di riempirsi la pancia bestemmiando in un ristorante dove rutta tutti i luoghi comuni inculcatigli dalla televisione". Forse che chi afferma che "Eluana Englaro doveva continuare a vivere perchè poteva concepire ancora dei figli" non è anche lui morto? L'ignoranza è già di per sè il nulla, è la morte.
Video da me girato in Val Montanaia nell'aprile 2010

Mario Rigoni Stern, nel "Il bosco degli urogalli":
"Come la televisione per esempio. Ma questi mezzi vi danno quello che cercate o, piuttosto, non vi rubano ore di liberi giochi o di fantasie create da voi e non imposte da altri? [...] Se voi siete ragazzi che vivete in una grande città mi auguro che troviate in queste pagine un amore per le cose della natura che la città sempre più respinge lontano; vorrei farvi respirare l'aria del bosco, farvi sentire la bellezza gioiosa dell'alba, la malinconia dell'autunno, la dolcezza della prima neve, l'intimità del fuoco dentro la casa e la saggezza del lavoro antico degli uomini". Ecco io vivo per queste emozioni appena descritte ed a volte per ricercarle bisogna andare ben oltre il proprio salotto. Non gioco con la vita. Semplicemente la vivo fino in fondo. Metto in gioco la mia vita così come molte persone muoiono infelici perchè non prendono l'iniziativa di cambiare la propria situazione, condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l'animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo.

Video da me girato in Val Montanaia nell'aprile 2010

2)  Come ha fatto notare qualcuno in un commento all'articolo sul gazzettino "le rendo noto che solo nell'ultimo week-end sono stati coinvolti in episodi di valanga il responsabile del soccorso alpino di peio (che è stato pure denunciato) e in austria l'istruttore della scuola di speleologia del soccorso alpino del friuli, e sul monte bianco una guida alpina e maestro di sci, e nel resto della stagione le guide in val lasties, in val visdende, in val romana, ...Non chiedo i motivi per cui questi esperti sono finiti sotto. Sono finiti sotto! E sono strasicuro che non hanno cercato la morte per se o per i compagni: hanno commesso degli errori, o mi vuol dire, come molti dei cialtroni che qui hanno scritto, che sono degli irresponsabili?Se lei ha un incidente in auto NON le chiedono PERCHE' stava lì con la sua auto, ma se aveva le cinture allacciate e se aveva o meno bevuto prima di mettersi alla guida." Insomma si muore in montagna, come si muore sulle strade, come si muore di noia, come si muore d'ignoranza.

domenica 31 gennaio 2010

Marrakech, tra il lusso delle Aston Martin e la miseria dell'asino da soma: le contraddizioni dell'Uomo

Alberto lungo le mura di Marrakech (31/12/2009) fondata tra il 1060 e il 1070.
Ho visitato Marrakech a capodanno e mi porto ancora dentro quel senso di contraddizione tra una roboante Aston Martin che impauriva un affaticato asino da soma e la miseria più totale.
Ho visitato una conceria e ho conosciuto l'Inferno.
Credo sempre più che invece che calmierare il prezzo del pane, bisognerebbe impedire all'individuo di accumulare ricchezze spropositate che altra conseguenza non hanno che affamare l'altrui individuo. "Finchè esiste la povertà, non può esserci una vera libertà." ha detto Nelson Mandela. Un paese dignitoso che voglia sviluppare un senso di appartenenza alla nazione e a quei principi universali dell'uguaglianza, dovrebbe stabilire un tetto all'arricchimento personale, che ne sò 5 milioni di euro a testa oltre ai quali devi dare tutto in beneficienza, magari all'Unicef.
Nel 2009 l'Aston Martin ha presentato la One-77, una esclusiva Gran Turismo che verrà prodotta in solo 77 esemplari e la cui consegna ai clienti è previsto avvenga nel corso del 2010. L'auto dovrebbe costare un milione di euro, il suo motore è una evoluzione del classico V12 ma con cilindrata portata a 7,3 litri e in grado di produrre una potenza massima di 700 CV.
Video di Alberto Sciretti girato a Marrakech.
Rosse le bandiere a Marrakech, sempre più rosso il mio pensiero che però non lacera e soffoca le potenzialità dell'individuo. Credo nell'individuo, nella sua "libera iniziativa economica" proprio come riporta l'art.41 della Costituzione, ma attenzione credo fermamente anche nel secondo comma del medesimo articolo e cioè "Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana." L'art. 4 della nostra Carta Costituzionale ci ricorda infatti che "Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.". Sottrarre le risorse agli altri, non significa concorrere al progresso materiale della società. Torniamo a Marrakech..
Quando arrivi a Marrakech, ti accoglie una ventata d'aria calda, un bisbiglio al deserto. La cosa più bella da fare è passeggiare come tartarughe sotto il sole lungo le mura (a fine dicembre nel primo pomeriggio c'erano 25 gradi al sole, infatti stavo in camicia. Verso il tardo pomeriggio la temperatura inizia a calare fino a raggiungere gli 8-10 gradi alla sera) e frequentare la convulsiva piazza Jama‘a el-Fnaa, i vicoli adiacenti e i suq, cioè mercati coperti che si articolano su numerose viuzze e piazzette, ciascuna delle quali è dedicata ad attività specifiche. Marrakech và vissuta all'aria aperta, non ci sono infatti musei e le Moschee non sono visitabili.

Suq a Marrakech (c'è un grande ingresso dalla piazza principale la Jemaa el-Fna), dove vi rapirà la varietà dei colori. Qui i soldi che mi ero portato via sono evaporati...ma ne è valsa la pena: si possono comprare degli oggetti berberi stupendi lavorati a mano in osso di cammello o corno di gazzella, basta trovarli tra robaccia di dubbia provenienza, fatta a macchina. Non bisogna sottrarsi al rito, all'inizio un po' faticoso, della contrattazione. Il venditore ne conosce il valore, ma lui vuole sapere chi siamo, quanto convinto è il nostro interesse. E, poi, ha tempo; è disposto a cedere e a rilanciare, ad aggiungere qualcosa in più per fare sembrare più conveniente la sua offerta, ad ascoltare la nostra fantasia, gli argomenti che sappiamo scovare in fondo a chissà quale ripostiglio dell'anima per strappare un buon prezzo. Un prezzo alla fine che accontenta tutti se abbiamo condotto bene la trattativa. Chi vende ha ricavato il suo guadagno, che gli consente di vivere, e chi compra pensa sempre di aver comprato un tesoro, come il sottoscritto con il pugnale berbero riportato qui sotto.
Ovviamente, quale ammiratore di Lawrence d'Arabia, me ne sono portato a casa uno: un Koummya o Kumiyah, un glorioso pugnale del Marocco, tradizionale dei Berberi. E' ad un solo taglio. Il fodero è molto incurvato in punta
Veniamo alle rosseggianti mura d'argilla e alle montagne dell'Atlante sullo sfondo con gli adiacenti palmeti e giardini, in cui spopolano olivi e alberi da frutto. Le mura sono composte da un solidissimo impasto di argilla e calce. I fori, ben visibili nelle foto successive, servivano per le travi di sostegno, in corso d'opera, poi per evitare la formazione di umidità. La cinta è alta 6 o 8 metri e spessa 1.4-2; il cammino di ronda era largo appena 60 cm!!! Le mura, le palme e l'Atlante sono i simboli di Marrakech.
Un aspetto che vi stupirà; lungo tutte le mura, vi sono aranceti e aranceti..basterebbe allungare la mano e una succosa arancia sarebbe sotto i vostri denti. Ho pensato che almeno lì, i senzatetto hanno di che sfamarsi. Tuttavia non ho visto nessuno toccare le arancie (vai a vedere che il Re ha imposto la pena di morte per chi ruba le arancie comunali???).
Talvolta sulle mura si possono notare le cicogne che vi nidificano.
Come in tutto l'Islam, anche in Marocco il giardino è prefigurazione e proiezione sulla terra del paradisono promesso agli eletti, luogo in cui immagini, suoni, profumi fanno intravedere al fedele le delizie dell'aldilà. Un esempio tipico in tal senso a Marrakech è il parco dell'Agdal.
La Moschea della Koutoubia, il cui minareto è una delle più alte espressioni dell'arte maghrebina, oltre che simbolo e "faro" di Marrakech; è una della più vaste dell'Occidente islamico.
Il palazzo reale a Marrakech. Audi e Mercedes oscurate che entrano ed escono, schiere di giardinieri che corrono sentendosi parte di un giardino incantato...
Palazzo reale
Piazza Jemaa el-Fna
Piazza Jemaa el-Fna, coinvolgente cuore cittadino che per la sua animosità mette agitazione. Ci si torna più volte, ma si fugge anche. Un ammaliante ma sinistro palcoscenico animato da cantastorie, indovini, acrobati, danzatori, incantatori di serpenti e da artisti di strada. Diventi una formica e se sei giovane alla sera ti viene sibilato continuamente "hashish, hashish". Lasciatevi andare con le aranciate buonissime che costano 3 o 4 Dirham l'una, cioè 30 o 40 centesimi di euro.
Le baraccopoli di Marrakech.
Solo uscendo dal lusso asettico dei grandi alberghi che si può cogliere il Marocco delle contraddizioni e dei contrasti. Solo così si può capire perchè tanti fuggono da questo paese, sicuramente il più bello e potenzialmente il più ricco del Nordafrica. I divari più marcati sono sicuramente quelli sociali, divari tra un'esigua minoranza di ricchi e una maggioranza di poveri e diseredati che vivono la loro marginalità nelle baraccopoli urbane e nei villaggi rurali. Non è facile essere bambini in Marocco, dove la mortalità infantile è sette volte più alta di quella italiana. Questa povertà l'ho toccata con mano, ho visto immagini, come quelle qui sotto di una conceria, dove le condizioni ambientali dei lavoratori sono INUMANE.
Sono entrato in un conceria, ho visto lavoratori a piedi nudi camminare su carcasse d'animali in attesa di essere scuoiati, un odore insopportabile che si cercava di attenuare con delle foglia di menta sotto il naso. Lo ricoderderò per tutta la vita, ho avuto la sensazione di entrare nell'inferno e ci sono stato solo 30 minuti; ci sono persone che ci lavorano una vita intera, che si ammalano e dormono su delle cavità adiacenti.
L'inferno conceria.
Il Marocco gode di un grande vantaggio rispetto ai suoi vicini. Ogni marocchino disponde di 3 volte tanto l'acqua di un algerino e di un tunisino e 30 volte quella di un egiziano. Si pensi che il 20% del territorio marocchino è ricoperto da foreste, contro il 2% della vicina Algeria. Inoltre il Marocco dal 10 ottobre del 2003 ha adottato una nuova legge sulla famiglia. Una riforma storica, perchè l'eguaglianza tra uomini e donne entra a far parte della legislazione. Il Marocco è il secondo paese arabo musulmano, dopo la Tunisia, a compiere questo passo.
Tuttavia il 35% dei marocchini non ha l'acqua potabile e il 38% non ha i servizi igienici nella propria casa, il 50% non possiede un frigorifero e un televisore, il 70% un auto, il 98% un personal computer.
Marocco ha da sempre acceso i sogni di fuga dei giovani italiani con film quali Marrakech Express e Last minute Marocco.
Nota dolente, il traffico. Caotico fino a provocarti mal di testa. Lo smog ti accarezza continuamente. I vigili cercano in modo convulsivo e con l'abuso del fischitto di dare una parvenza logica ad un moto che è nato e rimarrà credo per sempre entropico. Tutti suonano il clacson, ognuno si è autoconvinto di avere più fretta dell'altro. Si china il capo, solo quando passa... l'Aston Martin.

lunedì 4 gennaio 2010

Energia dalla tomba di Omero



A nord dell'isola di Ios è possibile visitare la tomba di Omero dove il poeta è stato seppellito dopo la sua morte causata da una malattia che lo ha colpito nel suo viaggio verso Atene

Donare un sorriso a chi ha perso ogni speranza: questo è l'obiettivo della vita

domenica 29 novembre 2009

Marrakech abbracciami, sto arrivando.

Il giardino della Menara a Marrakech ha migliaia di ulivi piantati in fila...l'orgoglio e la gioia di Marrakech sono i giardini, curati con una passione che ha ormai una tradizione secolare.
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http://www.marrakech.travel/it
IL SITO UFFICIALE DI MARRAKECH
(soltanto il sito internet merita una visita)
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Quando ero bambino sognavo di sgattaiolare per il dedalo di viuzze di Algeri, Instanbul, Marrakesh... Non è cambiato niente rispetto ad allora. La differenza tra allora ed adesso è che ora ci vado veramente. L'anno scorso ho festeggiato il capodanno a Instanbul quest'anno, visto che per la prima volta ha eletto un sindaco donna ;)))))))) si va a festeggiare a Marrakesh. Marrakech, un nome dal suono magico che evoca palmeti e carovane, mercati orientali e spie internazionali, duelli all'ultimo sangue in un oasi di pace.

Jama‘a el-Fnaa di sera, il centro vitale e caratteristico di Marrakech. Clicca sulla foto per ingrandirla e cogliere tutti i particolari. L'aspetto della piazza cambia durante la giornata: di mattina e pomeriggio è sede di un vasto mercato all'aperto, con bancarelle che vendono le merci più svariate (dalle stoffe ai datteri, alle spremute d'arancia, alle uova di struzzo etc.) e da "professionisti" dediti alle attività più svariate: le decorazioni con l'henne, i cavadenti, suonatori, incantatori di serpenti etc. Verso sera le bancarelle si ritirano e subentrano banchetti con tavole e panche per mangiare cibi preparati al momento e, più tardi, arrivano musicanti e cantastorie.


Presentazione di una discoteca di Marrakesh, città leggendaria che ha dato il nome al Marocco....sarò qui a mezzanotte? Scatenarsi in uno shopping sfrenato o rilassarsi con un rituale di benessere in una delle tante spa della città? Degustare le tagine tradizionali o assaggiare le tapas di Marrakech dell'ultimo lounge bar di tendenza? Mischiarsi alla folla animata della piazza Jamaa el Fna o finire la serata in una discoteca all'ultimo grido, al suono dei più grandi DJ?


Le mura, i giardini e i palazzi sontuosi dell’età d’oro della città imperiale, sono oggi la scenografia dell'effervescenza culturale, sportiva, artistica ed economica.

La canzone ATB - MaRrakech (Official Video HD)

domenica 4 ottobre 2009

Qual è il maneggio più bello dove andare a fare passeggiate a cavallo?

Ecco a voi il maneggio più bello d'Italia
Qual è il maneggio più bello dove andare a fare passeggiate con il cavallo? Ve lo dico subito "Maneggio La Suerte" , che si trova a Ferrara di Monte Baldo in località Novezzina (a pochi metri dall'Osservatorio Astronomico del Monte Baldo ed a pochi km dal Santuario Madonna della Corona di cui ho già parlato). Qui, seguendo la filosofia Garda style, mi sto lentamente approcciando ai cavalli effettuando passeggiate a cavallo da 1 o 2 ore, grazie al sapiente lavoro delle guide equestri Guido (cell 339-4353989) e di sua figlia Giada (cell 340-7014533) che pazientemente trasmettono e condividono con gli ospiti la passione per il più antico amico dell'uomo (addomesticato 5500 anni fa').

Il maneggio Maneggio La Suerte è quantomeno tra i più belli d'Italia per i seguenti motivi:
1. Si colloca in un paesaggio stupendo e tra i più belli d'italia descritto dal più grande geografo italiano Eugenio Turri (che tentò di promuovere anche un Parco del Monte Baldo) come "il luogo del cuore"; secondo il massimo geografo che qui studiava l’evoluzione dei paesaggi (“osservatorio-Turri” è un punto d' osservazione collocato sul monte Baldo sul quale Turri usava recarsi per scrutare e controllare il paesaggio), questi luoghi danno la possibilità di rigenerarsi e ritrovarsi in una natura che ti accarezza l'animo. Immaginate voi se in questo volo, l'aeroplano è un cavallo;
Particolare del Maneggio La Suerte

2. Gli estesi adiacenti pascoli (il maneggio vanta 127 ha) e le montagne circostanti offrono la possibilità di graduare le passeggiate nel verde e nei boschi secondo la propria preparazione e attitudine, dai principianti agli esperti. I principianti potranno prendere confidenza con questo magico mondo e scoprire la bellezza di andare a cavallo in completa serenità, mentre i più esperti si cimenteranno in percorsi montani più o meno impegnativi. Si possono scegliere una o più ore, fino a mezza giornata e trekking da uno a più giorni, sempre accompagnati da guide equestri come Guido (cell 339-4353989);
Il maneggio con i suoi adiacenti pascoli.

3. I sentieri che si percorrono a cavallo attraversano la “piccola cordigliera” del monte Baldo con finestre panoramiche che si aprono sulla Val Lagarina, sul lago di Garda e in lontananza le cime degli Appennini, hanno la peculiarità di farti entrare letteralmente nel cuore dei boschi, potendone apprezzare dalla sella particolari e sensazioni altrimenti non percettibili (le guide non lesinano informazioni, vi basta chiedere); durante le passeggiate si vedranno le trincee e le grotte costruite durante la prima e seconda guerra mondiale, quando queste terre furono così a lungo disputate tra Italia e Austria, e le tipiche malghe Baldensi luogo d’alpeggio per i pastori che producevano e producono tuttora freschi e genuini formaggi;
Paesaggio del Monte Baldo.

4. La presenza delle mucche e dei cavalli liberi nei pascoli (anche simpaticissimi pony) offrono, oltre ad un generale senso appagante di libertà, anche l'opportunità di far avvicinare i bambini a questi animali. La presenza di sorgenti nella zona rende poi questi luoghi una fonte continua di vita.
5. Il quinto motivo non lo posso dire (anche se nella mia vita non ho mai visto una cosa simile), tanto più che sul web posso sì condividere le mie scoperte ma non al punto di violare ciò che non deve per sua natura essere violato, come l'intimità di un dato luogo o il segreto confidato da un determinato amico; sarà dato di sapere a chi, andando a cavallo nel maneggio, sarà capace di esplorare in punta di piedi la natura ed a rispettarla come una madre.

giovedì 17 settembre 2009

Grazie ai politici italiani per il nuovo record di 1753 miliardi di euro di debito pubblico

Grazie ai politici italiani per il nuovo record di 1753 miliardi di euro di debito pubblico al luglio 2009. Avete schifosamente indebitato i giovani e le nuove generazioni. Alleggeriti da un sistema mafioso di cui ho già parlato, non ci resta che ballare aspettando che ve ne andiate.

sabato 29 agosto 2009

Il viaggio del cuore. Ios mi ha fatto perdere la testa

Il mio video delle vacanze a Ios - Estate 2009
"They say I was in Ios, but i don't remember". Dicono che fossi a Ios, ma non me lo ricordo. Questo è lo slogan di un' isola, Ios, arcipelago delle Cicladi al centro del Mar Egeo, se tralasciamo altri motti quali "Island Of Sex” che alludono invece alla natura di Ios quale "Isola dell’Amore”. È un posto del mondo, una Arcadia, che ti fa perdere la testa, al punto da richiamarmi come una sirena per la seconda estate.
Ios (in italiano "Io") - Sciretti Alberto - Estate 2009
In verità, una vacanza a Ios è impossibile da dimenticare, nonostante le notti brave. In un cielo blu mare, costellato di casette bianche arroccate lì a pochi passi dal mare cristallino, dove il confine tra sogno e realtà è l'orizzonte paesaggistico fatto di albe e tramonti, senti che il braciere e la forza degli antichi Greci, rappresentati dalla tomba di Omero situata a nord dell'isola, sono ancora accesi.

Ios (in italiano "Io") - Sciretti Alberto - Estate 2009
Sulle spiagge di Ios si incrociano ventenni e trentenni, così come decantato dal film italiano "Dillo con parole mie" girato sull'isola (trailer), in un salto generazionale che sfuma in interminabili partite pomeridiane a calcetto e a beach volley fino ad annullarsi definitivamente durante le serate e le lunghe notti nelle decine di locali, stelle accese nel firmamento di un divertimento evergreen travolgente.
Ios (in italiano "Io") - Sciretti Alberto - Estate 2007
Chi sbarca, per raggiungere le spiagge tra le più belle al mondo (Manganari e Mylopotas), conquista l'isola in sella a qualche quad o scooter attraverso stradine panoramiche che pare portino, dopo ogni tornante, direttamente al paradiso; ti porti a casa per sempre quell'appagante senso di libertà, di purezza ed di immortalità storica dei paesaggi pastorali , lì dove da sempre Eolo costantemente soffia rinfrescando il senso della vita e lì dove da sempre Laerte lavora faticosamente il proprio arido orto vicino a maestosi ulivi ed il pastore Sincero porta le proprie capre a pascolare. Un tuffo nel viaggio del cuore.

Sciretti Alberto su un albero da sughero a Ios, spettatore secolare (il sughero!) di un paesaggio mozzafiato.
Dell'ulivo mi sono innamorato fin da bambino, quando ne scoprivo il carattere amichevole, fraterno e antico per le colline adiacenti Arco di Trento e me ne sono innamorato ancora in età più matura frequentando le Grotte di Catullo di Sirmione; da ultimo ho avuto la fortuna di frequentare gli ulivi secolari greci, in un paese in cui si parla dell'origini dell'arte, della filosofia, della letteratura dell'Europa; l'ulivo è "un albero nobile, bello e disperato. Cresce nutrendosi di un dolore antico, che lo deforma e lo contorce in curve impressionanti è [...] È la voce lunga dei suoi anni, che parla come un libro aperto, a operare il miracolo. Le venature che escono dagli anelli di crescita sono una chiara e limpida scrittura [...] Grande legno l'ulivo, generoso come nessun altro. Nel fuoco s'accende immediatamente, anche appena tagliato, e brucia con una fiamma forte e viva che senti subito amica. [...] L'ulivo è un albero universale che rispecchia la vita di ogni essere vivente. Nessuno infatti, sulla terra, dallo spazzino al re è immune dal dolore che piega l'animo e contorce i giorni fino al limite estremo. E allora, nel momento dell'ultimo passo, dove tutto torna nel nulla e tutto il legno che abbiamo accasato nella vita non avrà più alcun valore, si dovrebbe pensare all'ulivo e cercare di imitarlo andando via da questo mondo con dignità e in silenzio" (tratto da Mauro Corona in "Le voci del bosco");

Ulivo che risplende nella notte, con le foglie che a luna piena sembrano orecchini scintillanti, fotografato a Sirmione nella zona archeologica della villa romana (Grotte di Catullo fine I secolo a.C.-inizio I secolo d.C.) che occupa l'estrema punta della penisola, rivestita appunto di ulivi. Cosa centra con Ios direte voi. Beh, i resti della villa della prima età imperiale sarebbe appartenuta in origine al poeta veronese Catullo, poeta dell'amore e dell'amicizia e anche Ios è considerata l'isola dell'Amore.


Distesa di ulivi che ha costellato la mia infanzia ad Arco di Trento..."selva di braccia alzate, di corpi spezzati, di schiena contorte, ma non di meno, mi colpirono la pace e la serenità che trasmettevano quegli alberi. Aleggiava, li dentro, una solenne serietà avvolta da un misterioso silenzio che incuteva rispetto. Ciò che mi impressionò di più era che quegli ulivi, nonostante il corpo stravolto, bugnoso, avvitato su se stesso come in preda a contorsioni tremende, conservavano un'eleganza, uno stile e un equilibrio mai riscontrati in nessun altro albero" (tratto da Mauro Corona in "Le voci del bosco")
Ho cambiato il detto "They say I was in Ios, but I don't remember" in "They say I was in Ios and fortunately I can remember", perchè nonostante le notti brave non riesco proprio a dimenticare. Ringrazio il CTS (Viaggiatori non turisti), che mi fa sempre viaggiare alla grande e di cui segnalo a breve scadenza un premio creativo per i giovani viaggiatori.

giovedì 13 agosto 2009

Mi sono bevuto il Monte Pelmo, prima delle vacanze estive

Il Sole, « è esso a produrre le stagioni e gli anni e a governare tutte le cose del mondo visibile » (Platone, La Repubblica, libro VII, 516 c - d, trad.: Franco Sartori). Platone simboleggia con il sole la fonte della vera conoscenza. Normalmente gli uomini sono tenuti prigionieri (ad esempio dalla televisione che influenza e domina l'opinione pubblica manipolando le notizie), costretti ad osservare delle semplici ombre di forme (le immagini proiettate dalla televisione ad esempio) che non sono neanche dei veri oggetti; essi possono essere trovati soltanto "fuori della caverna", cioè nel mondo intellegibile delle forme conosciute dalla ragione e non dalla percezione. Insomma, il mio consiglio è di andare a prendere il Sole....
Sciretti Alberto alla Grotta di San Antonio, Forcella Forada (luglio 2009), a rappresentare la metafora del Sole nel Mito della Caverna ?????. All'interno una nicchia con l'immagine di Sant'Antonio e due panche laterali. La piccola costruzione, in caso di maltempo, può offrire riparo a più persone.
"Casa ideale" alle pendici del monte Pelmo. Foto terapeutica dedicata a chi (ammalato) sogna un attico a New York.
Prima di partire per il mare, sono andato a trovare il Monte Pelmo, una montagna delle Dolomiti che raggiunge i 3.169 m s.l.m.; mi ha detto che sta bene e che è contenta che il 26 giugno di quest'anno queste montagne siano state inserite nella lista del Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco. Gli ho chiesto perpiacere di non farmi cadere in testa un masso che ho una serie di cose da portare a termine e lei è rimasta in un silenzio assertivo (in verità l'ascesa al Rifugio Fiume non palesa nessuna difficoltà o pericoli. Facile meta adatta a tutti, anche a famiglie con bambini.).

Paesaggi salendo verso Forcella Forada dalla località Villanova (Borca di Cadore).
Non ho fatto il famoso giro del monte Pelmo, ma ho raggiunto il Rifugio Città di Fiume a quota 1.917 m s.l.m. da Borca di Cadore (BL), precisamente dalla località di Villanova. Il rifugio è tappa privilegiata per gli escursionisti che, attraverso sentieri facili e perfettamente segnati, intendono raggiungere, in una giornata, più rifugi. Ci si trova al centro tra Pelmo, Civetta, Marmolada e Gruppo del Sella.

Il rifugio Citta di Fiume.

Ampio lo spazio erboso pianeggiante antistante il Rifugio con animali al pascolo Se cercate quindi un rifugio dove poter far stare i bambini vicino alle mucche, il Rifugio Città di Fiume fa per voi. (lo sapevate che con le foglie del noce non si può fare il letto alle mucche altrimenti il latte delle mammelle si asciuga immediatamente? Lo sapevate che nell'interno dell'abete bianco, racchiuso in piccole e morbide ampolle, un raro liquido incolore detto "lagrimo", miracoloso balsamo per le malattie dell'apparato respiratorio. Se accarezate la corteccia dell'abete bianco, noterete delle lievi protuberanze grandi come mezzi fagioli. Schiacciandole con l'unghia del pollice uscirà il prezioso olio. Và messo nell'acqua bollente e aspirato per inalazione, combattendo bronchiti e le tossi dell'inverno. Sapevate che se praticate un piccolo foro nel primo metro di fusto del pino (attenzione il pino può anche morire per i troppi fori) e vi appendete sotto un vaso, dopo qualche giorno fa uscire colate di resina densa e gialla come caldo miele? La resina del pino ha un valore medicamentoso. Se ti rimane conficcata una spina sotto la pelle e non riesci ad estrarla basta mettervi sopra un po' di resina liquefatta e di lì a qualche giorno la spina viene a galla" Lo sapevate che appendendo un ramo di cirmolo in una stanza ti porti in casa il bosco? Chiuso tra i muri il profumo dura per molti anni". Non le sapevo neanche io tutte queste cose, le ho lette in "Le voci del bosco" di Mauro Corona.)

Il monte Pelmo si colora di rosa verso il tramonto.
Sole illumina fino a tarda ora e tramonta colorando di rosa la parete del Pelmo.

Sciretti Alberto (luglio 2009) impiastricciato di crema protettiva, in finte pose naturali.

Sciretti Alberto in un tentativo maldesto di sembrare più bello della natura alle sue spalle, natura che ricorda ad Alberto attraverso le parole di Mauro Corona che "coloro che vivono di apparenze non possono avere fondamenta forti e compatte o un' essenza solida e sicura. Sono come fatti di cartone. Ingannevoli nella facciata, da lontano sembrano brillanti e sicuri, ma alla prima battuta, si rivelano deludenti e noiosi". Meglio che la smetta con queste foto e i primi piani, prima che qualcuno si accorga che sono vanitoso.

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