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venerdì 23 maggio 2014

Marta Canino, la guardiana sirenetta che protegge Venezia dai fascismi.

Marta Canino, sirenetta a Venezia.
La Sirenetta di Copenhagen protegge con il suo sguardo le bellezze della città dalla furia del mare del Nord. Anche Venezia ha finalmente trovato la sua guardiana sirenetta in una giovane ragazza dalle mille battaglie.  Marta Canino, classe 1985, eroina capace di buttarsi in laguna pur di bloccare il fascismo delle Grandi Navi, è ancora viva e non è soltanto una statua. Determinata e carismatica, dal passo svelto come tutti i giovani veneziani, questa ragazza rappresenta il futuro politico di una città e di una laguna uniche al mondo. 
Venezia più che dalla furia del mite Adriatico va infatti protetta dai vari fascismi che ciclicamente tentano di intaccarne quell'aria pura salmastra, tutta speciale che respiri a Venezia. Un profumo di autentica libertà. Altro che acqua alta, sono i vari tipi di fascismo che uccidono l'anima delle persone nate libere. A proposito di aria che respiriamo, c'è il fascismo delle Grandi Navi, ognuna delle quali inquina come 14mila auto, che si impongono a Venezia. Mostri che sventrano quell'equilibrio delicato e precario chiamato laguna. Ecco quindi Marta impegnata nel comitato No Grandi Navi. C'è poi un altro tipo di fascismo, più subdolo, quello dell'accademico Renato Brunetta che zampetta per Venezia con la scorta che lo protegge dalle sue cazzate, una per tutte la sua proposta di sventrare la laguna con la sublagunare. Eccoti Marta che alla trasmissione Servizio Pubblico con ospite proprio Brunetta innalza gli spiriti parlando senza peli sulla lingua di riciclaggio di manager sporchi all'interno delle università, con riferimento all'ateneo veneziano. Eh si, c'è anche il fascismo del REttore della Cafoscari, Carlo Carraro, che durante il suo mandato ha pensato di invitare e premiare personaggi inquisiti e loschi, per poi tentare, con un colpo di coda finale, di svendere ad una finanziaria il patrimonio immobiliare dell'ateneo composto da splendidi palazzi storici. Puntuale per opporsi Marta occupa le sedi universitarie. La ragazza ha carattere. Chi la ferma.
Marta Canino, ragazza dalle mille battaglie, ora in prima linea nella trasmissione Announo (La7).
Di fascismi patologici ce ne sono tanti, se facessi la lista completa annoierei prima di tutto me stesso. Vi basti pensare, come esempio per il tutto, alla ideologia leghista che ha sempre cercato, senza mai riuscirci politicamente, di impossessarsi di Venezia, nominandola capitale del proprio fascismo.
Abbiamo tutti bisogno di Marta. Marta è quella fatina che dona lustro e vita a pinocchio e che gli fa levitare lo spirito. Il suo carisma è un ascensone culturale, ti spinge a guardare in alto ai grandi ideali. Marta sarà un giorno sindaco di Venezia perché prima o poi sarà donna, come prima o poi ci sarà un papa nero che che 'scolta 'e 'me canson in venessian perché el xé nero africa.  
Si dice che l'apertura mentale dell'uomo sia direttamente legata alla sua cultura: quanto più questa è vasta, tanto più sarà in grado di apprezzere le diversità. Quel dono di saper apprezzare le diversità, quel raro dono che aveva Vittorio Arrigoni per capirci, ha spinto Marta ad unirsi alla carovana “Uniti per la Libertà” per raggiungere con due camion carichi di cibo, medicinali e strumentazioni chirurgiche il campo profughi di Ras Jadire sul confine libico.

La studentessa Marta Canino, nelle immagini del TGR, mentre
viene trascinata via dalla polizia durante inaugurazione anno
accademico a Ca' Foscari. Protestava per presenza in ateneo
di Paolo Scaroni.
Io sono un blogger, scrivo soprattutto per le persone che verranno. La mia indole mi spinge a ricercare quello che ancora non abbiamo esplorato o capito, o che anzi ci impegniamo a perseguitare (le battaglie che Marta conduce costano care, solo il tuffo in laguna per fermare le Grandi Navi costa 2000 euro di multa. Vi lascio immaginare tutto il resto, diffide, denunce, etc). Gli Italiani di oggi stanno ancora leccandosi le ferite dopo aver votato per vent'anni personaggi tra il Berlusconi e l'Umberto Bossi. Che chi piange lacrime di coccodrillo e non riesce a capacitarsi di come abbia potuto votare Giovanardi, Capezzone o Bondi. Non gli pare verosimile.
Ho scelto di 'pontificare' questa giovane ragazza per essersi distinta per dignità in un' epoca involutiva superficiale durante la quale Mediaset si prostituiva in onda con veline, letterine e prostitutine di Arcore. Le battaglie di Marta sono anche per quei giovani lobotomizzati e consumati dalla televisione che hanno prima di tutto perso se stessi oltre che il proprio futuro. Troppe volte ci accorgiamo di quanto accade troppo tardi. Rimpiangiamo e leggiamo i loro libri, Gesù e Socrate, ma all'epoca facevamo a gara per tradirli o condannarli a morte. Io ho deciso di supportare Marta perché la vita è adesso. Mi sono laureato nel 2006 con una tesi sulla laguna di Venezia cercando di condividere quella bellezza obliterata giornalmente da un turismo selvaggio distruggi e fuggi o da capitani di ventura che devono venire a inquinare proprio in un ecosistema unico al mondo come quello della laguna. Condivido inoltre con Marta le pene di Ca' Foscari che mi vedono escluso e bannato dalla vita cafoscarina dopo essere stato tra i primi ad essersi opposto pubblicamente al REttore con commenti sul suo blog. Infine, era il 2008 quando postai il video 'I send an S.O.S to the world: the venetian lagoon is dying', mostrando le condizioni innaturali della laguna e lo schiaffo delle Grandi Navi che si aggiravano per un cimitero privo di flora e fauna. Da allora poco o niente è veramente cambiato. È arrivato il momento di chiederci chi sta veramente difendendo il nostro futuro e la nostra bellezza. Io ho una risposta proposta, Marta Canino la guardiana sirenetta che ci protegge dai fascismi.

Insieme, tutto è possibile.

sabato 17 maggio 2014

L'Italia è molto più grande delle nostre paure, è molto più bella delle nostre preoccupazioni.

Toscana. Questa è l'immagine utilizzata al lancio di un nuovo portale internazionale del turismo. (Villas.com , gruppo booking.com, PRICELINE)
Di certo non mi sento un Renziano. Ho spiegato le ragioni per le quali non me la sento di marciare con Matteo. Di questi tempi mi considero più un Marziano, non riuscendo a trovare una collocazione politica. Devo riconoscere altrettanto che Matteo Renzi affascina. Devo dire che mi ha particolarmente colpito ed affondato, con la seguente dichiarazione: “L'Italia è molto più grande delle nostre paure, è molto più bella delle nostre preoccupazioni.” Mi si è elevato lo spirito sentendo queste bellissime parole. Sono uscito anch'io da questo blog che gufa e mette in guardia sul fatto che il terreno sotto i nostri piedi si sta sgretolando (tu lo vedi il buco dell'ipocrisia?).  Matteo sta chiamando sul suo ponte di comando tutta la ciurma, appellandosi al contributo di tutti. Quando non c'è vento, dovremmo tutti remare, su questo non ci piove. Sono in grande confusione, non lo nego. Ed allora, non mi resta che lodare quella parte della magica Italia, quel leggendario vascello di prima classe che andrà sempre a gonfie vele. Sentite che cannonate, le ho prese da un articolo dell'ANSA. Il turismo ecologico ha registrato in Italia il record storico per giro d'affari a quota 12 miliardi di euro. Dati relativi al 2013, signori. Negli anni della crisi le presenze turistiche si sono moltiplicate nei parchi, nelle oasi e nelle aree verdi. Chi ha saputo proteggere il proprio paesaggio rurale come la Toscana, meta preferita, ne uscirà ancora più forte. Cresce la voglia di attività sportive all'aria aperta quali mountain bike, birdwatching, equitazione, trekking, climbing (+47%). Nel nostro Belpaese salgono verso il sublime l'enogastronomia (15%) e la riscoperta delle tradizioni (10%). Dio mangia italiano, perdonatemi l'espressione. Lassù ordinano italiano. L'Italia detiene la leadership europea nella produzione biologica e nell'offerta di prodotti tipici con 262 denominazioni di origine riconosciute a livello comunitario. Una succulenta torta quella dell'eco turismo su cui mettono le mani ogni anno sempre più turisti stranieri. I nostri agriturismi vengono publicizzati nel mondo come paradisi di emozioni culinarie, vere e proprie università dove puoi intraprendere un corso di cucina, visitare orti e conoscere i prodotti enogastronomici, oltre alle fattorie didattiche per i più piccoli e le osservazioni naturalistiche.
Su questo Matteo, ha ragione. L'Italia è molto più grande delle nostre paure, è molto più bella delle nostre preoccupazioni. Riprendiamoci l'Italia, torniamo a farla splendere. Che possa diventare un'oasi di verde e di pace, un polmone verde per tutto il pianeta, dove la natura regna sovrana. Non lasciamoci contagiare dai violini che accompagnano il Titanic, dai corvi disfattisti che hanno crocifisso l'Italia a priori. Diamogli una giovane speranza. Non facciamola morire. Lottiamo. Amen. 

Un agriturismo nelle colline di Castelfalfi, Toscana.

venerdì 9 maggio 2014

Carlo Carraro, una mitragliatrice di eventi a Ca' Foscari tra cui il funerale di un amico. La quiete dopo la tempesta è donna, è Anna Cardinaletti.

Carlo Carraro, rettore uscente della Ca' Foscari, non ha mai venduto i suoi gioielli Morellato di famiglia da una bancarella come Brunetta vendeva 'gondoete' di plastica ai turisti in Lista di Spagna a Venezia. Si intenda, anche i gioielli Morellato patacche luccicanti sono. L'evoluto e raffinato Carlo preferisce svendere il patrimonio di tutti, quello pubblico, in una operazione immobiliare di tre palazzi storici per una cassapanca. Entrambi grondano come banani di titoli accademici roboanti in discipline economiche, dei veri e propri Dei in cattedra (vedi Il Rettore e il Patriarca), vantando mancati o presunti o vicinissimi premi Nobel. Brunetta ed il suo premio Nobel. Carlo Carraro ed il suo premio Nobel. Pochi giorni or sono, perfino Obama ha dovuto constatare tristemente che il premio lo danno proprio a tutti, tranne ovviamente che a Vittorio Arrigoni che in prima linea nella terra maledetta ci stava veramente a lottare per la pace. Ma va bene, Carlo Carraro premio Nobel per la pace. No, aspetta, ferma un attimo. Per la paceeee? Ma dove? La pace per tutto il mondo salvo che per l'Università Ca' Foscari ovviamente. Eh si, Ca' Foscari non trova pace. Se puoi incontrare quel malefico Hobbit di Brunetta che si aggira per la contea Veneziana circondato dalla sua scorta che lo protegge dalle sue cazzate, altrettanto quel Gigante, Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana, a nome Carlo Carraro lo puoi incontrare avvolto nel suo mantello baronale mentre al cellulare chiama la polizia a Ca' Foscari. Non si è mai vista cotanta Polizia in un Ateneo italiano se non durante il mandato di questo luminare. L'articolo Ca' Foscari militarizzata comparso sul blog di Beppe Grillo non rende l'idea di quei magnifici cambiamenti climatici che ha dovuto subire Ca' Foscari. Tempeste, uragani, saette, glaciazioni. In una miriade di eventi, Ca' Foscari è diventata la lavatrice della reputazione per chi doveva rifarsi un nome durante quel periodo che prende oramai nei libri di Storia tutto il capitolo sul Berlusconismo. Sull'argomento dissi pubblicamente la mia, oltre che fervamente sul blog del Rettore, anche attraverso l'articolo Ca’ Foscari e le dune mobili del soft power sul quotidiano Europa. All'epoca provavo io un dolore fisico all'idea che Carraro contemporaneamente fosse Rettore per la parte pubblica ma anche membro del CdA di quel mostro privato delle Assicurazioni Generali (compenso annuale 224mila euro) con a capo il pregiudicato Geronzi, in barba a qualsiasi elementare considerazione sul cumulo di incarichi o sul conflitto di interesse. Recentemente in un articolo del corriere del Veneto l'ateneo veneziano appare dilaniato dalle polemiche:  << Docenti contro, dipartimenti spaccati, scambi infuocati di mail, assemblee, contestazioni, l’occupazione del rettorato da parte degli studenti, querele e controquerele fino alla lettera inviata al ministro dell’Università e della ricerca Maria Chiara Carrozza, firmata da 150 docenti, uno su quattro, con una richiesta di intervento diretto per ristabilire la democrazia in ateneo. >>
Eccolo Carlo, in un dialogo non poi così tanto immaginario: « Chiamami Scaroni a inaugurare l'anno accademico. Ma sarebbe indagato per la centrale Enel di Porto Tolle! Non importa, stai zitto, cosa fai, vuoi forse dirigere te l'Ateneo? Piuttosto, mettimi all'ordine del giorno del Senato Accademico la candidatura per Honorary Fellows del mago Silvan, distintosi per alti meriti nel campo dell’illusionismo e della prestidigitazione. Carlo, non tutti a Ca' Foscari son cresciuti guardando Bim bum bam ed il mago Silvan, non capirebbero. Ancora te che parli, gettando fango sulla mia Ca' Foscari. Invece di perdere tempo, fammi una lista di banchieri in Profumo di indagini che voglio invitarli da noi. Nella lista mettimi sicuramente Soros, l'uomo che distrusse la Banca d'InghilterraCarlo, non ostinarti come un bambino con i compagni di merende della finanza. Margherita Hack sembrerebbe una candidata ideale per parlare ai nostri studenti. Adesso basta, per decreto rettorale stabilisco che le donne vengano agli eventi Spritz che organizzo vestite come su Colpo Grosso ». 
C'è ben poco da scherzare, Carlo Carraro ha provocato smarrimento nell'ateneo veneziano. Ti svegli alla mattina e scopri che il Rettore avrebbe aggredito uno studente, prendendolo più o meno benevolmente per il collo. Approfondisci e vieni a sapere che il Rettore starebbe regalando ad un fondo di investimento i gioielli di famiglia, i palazzi storici di Ca' Foscari. Il quadro sul personaggio va lentamente delineandosi anche sulla sua voce Wikipedia, dove la sezione 'controversie' pare sfidare la schizofrenia di Nerone e Caligula. Dopo la candidatura per Honorary Fellows del mago Silvan, qualcuno pare suggerire a Carraro sul suo blog di nominare infatti con un colpo di coda finale, senatore un cavallo.
Infine, come in tutte le tragedie teatrali greche, eccoci al vero dramma. In questo vortice di stress e in questa deriva autoritaria dove brillano quantitativamente centinaia di eventi con banchieri, lestofanti, furbetti, indagati, fascisti, eminenze grigie, i cafoscarini paiono aver smarrito la propria coesione, ecco la notizia che mai ti aspetti. Guido Cazzavillan, amico e instancabile sostenitore di Carlo, candidato alla carica di Rettore, muore. Viene trovato privo di vita nella sua casa a San Marco il giorno prima di presentare il proprio programma. Nell'articolo di giornale si ricorda di come Guido, potesse stare parecchie giornate di seguito senza mangiare e dormire. Stava tirando la volata finale come un vero cavallo da corsa. Invece di sottolineare come sia assurdo morire consumati a soli 51 anni per diventare RE costi quel che costi, nonostante una salute già precaria minata dall'appartenza dei suoi polmoni alle multinazionali del tabacco, Carlo Carraro non ha resistito ed ha strumentalizzato perfino la morte del suo collega ed amico, trasformandola in un evento come per la morte ed il funerale di Diana. Sentite cosa scrive Carraro:  « Perché Guido era soprattutto un amico con cui abbiamo lavorato per cinque anni al progetto di una nuova Ca' Foscari, migliore della precedente, e per questo progetto Guido ha speso ogni sua energia. A Ca' Foscari dedicava tutte le ore del giorno e molte della notte. L'ultimo suo messaggio era delle quattro del mattino di venerdì scorso e si chiudeva con "buon risveglio". Sarebbe bello potessi dirgli la stessa cosa oggi...Aveva un senso dell'istituzione come pochi. Un attaccamento all'istituzione come pochi. Mi ripeteva spesso come la cosa che più lo addolorava, ed era un dolore fisico, fosse l'incapacità di molti colleghi, critici sull'operazione nuovo campus linguistico, di capire come una cosa fossero le critiche legittime, un'altra il fango gettato inutilmente contro Ca' Foscari, come ad esempio nel caso della strampalata, così la definiva, lettera al ministro. E mi scriveva per il dispiacere che provava di fronte a questo ed altri assurdi episodi, per farmi sentire la sua solidarietà e propormi le sue analisi. Sempre molto attente e razionali ».
Invece di seguire Carlo Carraro in questo ragionamento folle che allude a presunti untori di stress e fango che avrebbero indirettamente ucciso Guido, soffermiamoci a pensare a tutto ciò  che probabilmente lo terrebbe ancora in vita oggi. Sicuramente se l'area economica di Ca' Foscari fosse stata meno vorace ed ingorda e si fosse conseguentemente presentata a questa campagna elettorale per la nomima del nuovo retttore con un atteggiamento un po' più rilassato e sereno. Distacco, sobrietà, trasparenza, etica, spensieratezza allungano la vita e sono antitetici a quell' atteggiamento morboso da cardinali Mazzarini impegnati a tramare di notte. Pare invece dal numero di candidati presentati alle vicine elezioni, quattro, che quella carica vada ricercata da Economia costi quel che costi. Nessun riguardo per il principio democratico dell'alternanza che vorrebbe il prossimo Rettore espressione di altre aree scientifiche. Quella condizione convulsiva per cui non puoi perdere, avrà affranto e consumato non poco Guido. Carlo Carraro, una mitragliatrice di eventi a Ca' Foscari tra cui il funerale di un amico. 

Anna Cardinaletti.
Per queste ragioni, prima ancora che si conosca chi sarà il vincitore, la naturale logica delle cose suggerisce il nome del prossimo Rettore di Ca' Foscari. Una donna, la Prof.ssa Anna Cardinaletti. Tratti speciali, essere donna con gli attributi. Sulla questione della svendita del patrimonio immobiliare cafoscarino ci ha messo la faccia e ha deciso di resistere alla propaganda rettorale. Il prossimo rettore di Ca' Foscari, dopo l'esperienza Carlo, sarà pertanto donna e si chiamerà Anna Cardinaletti. 

mercoledì 7 maggio 2014

La patologia fascista permane e va considerata un disturbo mentale.

Immagine tratta dal profilo facebook di Daniele De Santis, accusato di aver sparato contro alcuni tifosi napoletani a pochi passi all’Olimpico. L'immagine di questo bunker di estrema destra, che si commenta da sola, evidenzia tutta la patologia del rigurgito neofascista. 
La patologia fascista permane e va considerata un disturbo mentale che paralizza il nostro Paese. Impercettibile la cogliamo giornalmente. Permane quando Di Canio salutava a braccia tatuate la curva con il saluto romano e per risposta bordate di cori dal linguaggio crudo e violento sintentizzabili nel «Boia chi molla». Permane in generale in tutti gli stadi, dove le curve sono raduni di ideologie violente e xenofobe. Vive e permane quando Alessandra Mussolini starnazza in Parlamento a suon di slogan come lame difendendo i valori morali della sua idea di famiglia mentre il marito frequenta prostitute minorenni. Permane quando un sindacato di Polizia applaude i colleghi condannati per l'assasinio di Aldrovandi o quando le forze dell'ordine nella caserma di Bolzaneto si macchiarono di atrocità e dove secondo i giudici vi fu una grave lesione della dignità delle persone. Permane giornalmente nelle modalità utilizzate dalla forze dell'ordine per fronteggiare i manifestanti, dove il manganello viene usato quasi sadicamente o dove si calpestano o si prendono a calci manifestanti a terra. Permane nel linguaggio degli esponenti della Lega Nord, loro che ce l'hanno duro. Permane nel movimento dei Forconi, Forza Nuova, Casapound e nel linguaggio talvolta troppo violento di Beppe Grillo, quando ad esempio grida 'Italianiiii' imitando con cattivo gusto il Duce o quando apre il suo movimento agli esponenti di Casapound. Permane fervamente nei pensieri del padre di Alessandro di Battista. Permane nel salotto di Bruno Vespa, quando la sua regia patinata di ipocrisia confeziona realtà che non esistono se non nella mente dell'elite del momento con l'ausilio della voce pastosa di Renato Mannheimer. Peggio del cinema di propaganda fascista. Permane quando spavaldi neofascisti fanno arrivare a piazza Navona un camion con decine di spranghe e mazze da baseball con il tricolore. Permane nell'atteggiamento immobile, rigido e autoritario di quei burocrati che abitano palazzi costruiti durante il ventennio fascista e che forse per un certo verso devono proprio la loro posizione a quell'impostazione di pensiero. Permane nelle strutture parastatali della Mafia e della Camorra. Permane in giornalisti quali Sallusti, Belpietro e Giuliano Ferrara. Permane in tutti coloro che privi di cultura tatuano sul proprio corpo i segni indelebili di una ideologia patologia.  Permane in chi, non avendo studiato la Storia, parla di quel periodo senza sapere quello che sta dicendo.  
Se l'Italia ha un'ombra, lo deve al suo passato fascista. La guerra disumana e le leggi razziali abominevoli solo per sintetizzare qualche decennio di NON VITA. 

sabato 22 marzo 2014

Scoperto a Cambridge il più antico sistema romano di irrigazione in Gran Bretagna.

I letti di terra si crede venissero utilizzati per la coltivazione di asparagi e uva.
La notizia, rimbalzata dalla BBC, è di quelle forti e trovandomi a Cambridge non posso che gioirne maggiormente. Proprio a Cambridge è stato scoperto quello che gli archeologi credono il più antico sistema romano di irrigazione in Gran Bretagna. Guardate voi stessi questa immagine. Il team dell'Università di Cambridge che ha lavorato alacremente nel sito, ha datato i reperti tra il 70 d.C. e il 120 d.C. (dopo Cristo). Porca miseria che scoperta, speriamo che la facciano anche i quotidiani italiani visto che la notizia stenta a decollare in Italia. Durante i periodi di siccità l'acqua sarebbe stata pompata dai pozzi nelle canalette per irrigare le colture. La scoperta si considera eccezionale per la portata, chiaramente visibile dalla immagine riportata, che vede i letti di terra disposti in parallelo e lungo un pendio creando una tramatura d'irrigazione dal valore storico inequivocabile. Questa attestazione rimanda quindi alla sofisticata conoscenza dell'idrologia che i Romani avevano e alla loro introduzione dell'orticoltura. Il terreno su quale è stata fatta la scoperta, 150 ettari tra Huntingdon Road, Madingley Road and l'autostrada M11, è per uno scherzo del destino proprietà della stessa Università di Cambridge che si appresta a costruirvi residenze studentesche e strutture per la ricerca. Proprio vero, quando si investe nella ricerca si è già fatta una scoperta.

venerdì 21 febbraio 2014

Io non ce la faccio a marciare con Matteo.

Il Quarto Stato è un celebre dipinto realizzato dal pittore Giuseppe Pellizza da Volpedo nel 1901, inizialmente intitolato Il cammino dei lavoratori.
L'opera d'arte Il Quarto Stato simboleggia la protesta sociale, quello sciopero con il quale i lavoratori diventano consapevoli dei propri diritti, e l’affermazione di una nuova classe sociale, il proletariato, nella società del XX secolo. Ho provato a far marciare il Presidente del Consiglio Matteo. Matteo il Lavoratore. Ma il quadro si è bloccato. Qualcosa non convince. Ho sentito la lavoratrice in primo piano rifiutarsi di marciare con Matteo. Mi sono fermato anch'io, non me la sento di marciare con Matteo Renzi. Diciamocelo, Matteo Renzi rappresenta il nuovo che avanza. Sono il resto dei lavoratori (intendo lavoratori veri come i lavacessi eroi) che vedo indietreggiare. Per rendere l'idea, un uomo che coltiva solo sogni non è in grado di pulirsi il water nel quale urina e neanche di ripagare i propri debiti (il buco dell'ipocrisia, il debito pubblico, ammonta ad oggi a circa 2100 miliardi di euro). ”Hanno bussato alla porta e non c’era nessuno. Era Matteo Renzi” è sicuramente il miglior tweet di Beppe Grillo.

lunedì 27 gennaio 2014

Vola colomba bianca vola.


Liberiamo la colomba simbolo della pace. Lo ha fatto papa Franceso davanti a migliaia di fedeli. La colomba bianca vola. Pochi battiti d'ala e un gabbiano reale la punta. Ma non basta. Anche il corvo, uccello del malaugurio, sinistramente tormenta la povera creatura per la quale non c'è scampo. Tempi buii per la pace. E così ce ne stiamo andando anche noi, noi timidi, noi buoni, noi onesti, noi persone per bene. C'è un problema disumano di distribuzione della ricchezza. Proprio oggi i giornali ci raccontano il resoconto di questi ultimi anni; un italiano su sei vive con meno di 640 euro netti al mese. Aumenta la concentrazione della ricchezza: il 10% della famiglie italiane possiede il 46,6% del patrimonio complessivo (45,7% nel 2010). Proprio io che sono scappato dall'Italia rifugiandomi nel Regno Unito, scopro inorridito dai giornali d'oltremanica che soltanto 85 persone al mondo posseggono l'equivalente di quanto possedduto da 3.5 miliardi di persone. Questo ristretto numero di miliardari, che potrebbero riempire a stento un bus a due piani, posseggono le ricchezze di metà della popolazione mondiale. Ora diventa tutto più chiaro. Qui ci hanno letteralmente coglionato, facendo diventare la politica un apparente conflitto a tarallucci e vino tra fronde di renziani, bersaniani, cuperliani, dalemiani, finiani, berlusconiani e vai a non finire secondo il miracolo della moltiplicazione dei pani e delle poltrone. Tutti d'accordo, per non cambiare niente. Tutti d'accordo, per occultare quella triste verità che vede una stretta minoranza arricchirsi a spese delle sofferenze della maggioranza. La concentrazione della ricchezza quindi è andata aumentando nonostante la classe operaia se ne andasse in paradiso, come Angelo di Carlo. I pesci grossi, pescecani ingrassatisi nella finanza che non crea lavoro, si sono mangiati e mangieranno a poco a poco i pesciolini. I gabbiani scaltri non si accontentano dei pesciolini, ma hanno iniziato a saziarsi di una inaspettata carne tenera nel petto della colomba. Fermare l'arricchimento dei pochi Berlusconi e l'impoverimento dei tanti non era solo un dovere morale. Era la condizione indispensabile per non provocare il collasso di un intero paese. Non abbiamo mai visto una patrimoniale sui beni di lusso o le tasse abbattersi sulla finanza speculativa. Ma in futuro non avrete mai visto il popolo incazzarsi così tanto.  Libertà, Uguaglianza, Fratellanza. 


mercoledì 15 gennaio 2014

Thanks to Bucentaur Venice could recover its former glory and its old spirit.


In four years, Bucentaur could be rebuilt and show the same look it had before Napoleon burnt it in Bacino San Marco. After a century, France gives Italy 600 trunks from a forest of Aquitaine to repair the offense. The news was announced a few days ago, but today it became known as the entrepreneur who will fund the first part of the project. His name is Alberto Peruzzo, 49 years old and describes himself as "a man of passion and sometimes even action". It is the news that puts in motion the reconstruction of the gorgeous, last, golden boat on which the Doge used to celebrate the marriage with the sea every year during the Ascension Day.
In a Venice "intoxicated" by mass tourism and increasingly distorted by its urban and commercial changes (13 cruise ships with 40,000 tourists travel through fragile Venice in one day), it would be a good sign, finally concrete, reconnecting directly to the tradition of its ancient crafts and its seafaring tradition. 
The way to go is still long, but if the French believe that is possible, it's time for the Venetians to believe it and act as a consequence. 

sabato 11 gennaio 2014

Tutti in Sicilia. La rinascita turistica dopo i lampi di lupara.

Una vista dall'alto del Teatro antico di Taormina. Come sfondo il mar Ionio e l'Etna.
Ovunque vado, ovunque chieda è la Sicilia la terra promessa. E il fenomeno è solo agli inizi, vedrete nei prossimi anni. Molto del merito lo dobbiamo ad Andrea Camilleri, il cui comissario Montalbano spopola oltremanica. Negli ultimi anni sembrano gli scrittori i fautori delle direttrici del turismo di massa. Vieni in Svezia per rivivere i luoghi dei tuoi gialli preferiti, era il motto stoccolmiano grazie alla serie di Stieg Larsson. Ora è la Sicilia a rinascere dalle ceneri di una mafia che ha lasciato a questa terra un sapore sconosciuto e misterioso. La Sicilia ha lo stesso fascino di un baule vecchio centinaia di anni che puoi aprire finalmente senza lampi di lupara.  Cultura, buona tavola, clima mite, l'unico vulcano giantesco sempre attivo, mare e tutto quello che volete da questa vita meravigliosa.

martedì 7 gennaio 2014

Quei Sapori forti tutti italiani. Il made in Italy che ci invidiano in tutto il mondo.

Sapori, Siena 1832. Prestigious location, historical date. Great care for quality and the finest ingredients. The loyalty to tradition and a craft driven by strong passion. Sapori, pastry masters since 1832.
Sono tremendamente ghiotto e orgoglioso di questa prelibatezza tutta italiana. Ragazzi, questo é il made in Italy che ci invidiano in tutto il mondo. Fortunatamente mia mamma mi ha spedito tre confezioni questo natale. Uno degli aspetti che mi mancano maggiormente del nostro Paese sono la storia che aleggia intorno ai nostri prodotti d'eccellenza. Qui in Gran Bretagna non esiste quell'attenzione alla degustazione dei sapori e la passione per la buona tavola. Le persone tendono a comprare fast food (nudo e crudo fish and chips) o cibi in scatola da scaldare velocemente al micronde perché mangiare qui rappresenta una fermata obbligatoria non una di piacere. Torniamo ai Sapori. Soltanto la confezione dorata rappresenta un oggetto culto. Guardate la perfezione della scatola fotografata sulla credenza di casa mia, Sapori, Siena 1832, Panforte Margherita. Signori questa é storia. Un luogo mitico e una data storica. L'attenzione alla qualità e solo gli ingredienti migliori. Il rispetto della tradizione ed un mestiere animato da una forte passione. Sapori, pasticcieri dal 1832. 

Ingredienti:
39%: (Scorze d'Arancia, Cedro e Melone canditi, sciroppo di glucosio, zucchero, correttore di acidità quale acido citrico), Farina di frumento, Mandorle 15%, sciroppo di glucosio-fruttosio, Ostie d'amido (fecola di patate, acqua, olio vegetale), amido di mais, miscela di spezie. Contiene solfiti e frutta a guscio. 

Ingredients:
Candied Orange peels, Citron and Melon 39% (Orange peels, Citron, Melon, glucose syrup, sugar, acidity regulator: citric acid), Wheat flour, Sugar, Almonds (15%), Glucose - fructose syrup, Starch wafer (potato starch, water, vegetable oil), Maize starch, Mixed spices. Contains Sulphites and Nuts. 

domenica 5 gennaio 2014

Le mappe degli autovelox o quelle nei nostri morti.

LETTERA APERTA AL DIRETTORE DEL GAZZETTINO

Gentile Direttore,

chi le scrive è una delle tanti api volate via dall'Italia durante il Berlusconismo in cerca di una regina produttrice di quel dolce miele chiamata ancora 'speranza'. Quell'arnia io l'ho trovata oltremanica. Che la Regina infonda maggiore speranza del nostro re lo stabilisce, oltre al magico gioco degli scacchi, la crescita del PIL a parti invertite,  più 1.8% per loro, meno 1.8% per noi.
Non le scrivo tuttavia la solita lettera di protesta avverso quei tanti pesticidi tutti italiani che ucciderebbero anche le api più laboriose. La mia vuole essere una lettera aperta, critica nei confronti del suo giornale, ma credo allo stesso tempo propositiva al rafforzamento di una cultura diffusa che rispetti quanto di più prezioso ci sia rimasto, la vita. Trovandomi nella privilegiata posizione di poter confrontare giornalmente i quotidiani inglesi con quelli italiani tra cui il suo, ho colto nel suo quotidiano la silenziosa assenza di una regia che, oltre a riportare fedelmente articoli di cronaca sulle centinaia di vittime della strada, promuova allo stesso tempo riflessioni e approfondimenti sulle cause che ci portano letteralmente a morire come moscerini sulle strade. Non credo che le sfide del futuro si possano affrontare attraverso la mera pubblicazione di articoli che riportano la morte violenta sulla strada di un nostro fratello o di una nostra sorella. Uno sterile freddo necrologio non ci aiuta a prevenire e a riflettere. Il suo giornale merita una campagna a favore dell'introduzione dell'omicidio stradale, il cui iter legislativo fortunatamente sembrerebbe a buon punto, così come di iniziative a favore dei limitatori di velocità installati di serie su tutti gli autoveicoli da disinserire solo in casi di emergenza da denunciare poi alle autorità. Il suo quotidiano merita inchieste giornalistiche sui motivi per i quali quel Veneto da cui provengo annovera le strade più pericolose d'Italia, dalla Pontebbana alla Romea, secondo un rilevamento statistico promosso nel 2006 dall'ACI in collaborazione con l'ISTAT. Noi lettori meritiamo giornalisti che sappiano anche schiaffeggiare arditamente e tirare per le orecchie giunte, sindaci, assessori quando i nostri morti si ripetono tutti gli anni nei soliti tratti stradali e per gli stessi maledetti motivi, gridando vendetta. I meri elenchi della spesa lasciateli a noi.
Tempo addietro, consultando l'edizione del NordEst del 30 Novembre 2011, presi nota a titolo esemplificativo dei seguenti articoli che venivano riportati, tutti accumunati da un unico comune denominatore, la mancanza di rispetto per la propria vita e quella degli altri: a) Avvocato ucciso dall'auto guidata da un ubriaco mentre aspetta il bus (Mestre) b) Investita da un'auto mentre attraversa sulle strisce pedonali: morta anziana (Verona) c) Camion travolge un'auto sulla Pontebbana: muore uomo di 60 anni, ferita una 33enne (Pordenone).
Se solo potessimo raccogliere in un puzzle le migliaia di articoli che in questi anni hanno raccontato incidenti stradali mortali ci accorgeremmo che il quadro che si configura denota un assoluto disprezzo o disinteresse per la vita che qui in Gran Bretagna fortunatamente non ho avuto modo di percepire. Il disprezzo di quei politici che non sono intervenuti con opere pubbliche atte a prevenire ulteriori incidenti stradali o quel diffuso accettato disinteresse con il quale riportiamo in un articolo un incidente stradale, senza aggiungere alcuna riflessione sulla cultura che ha promosso quell'episodio violento.
La coscienza di qualcuno si sarà svegliata da questo torpore mortale, quando una madre, Carla Tessari, non resse il dolore per la perdita del figlio 24enne, ucciso in uno schianto frontale da un'auto contromano guidata da un conducente positivo al test su alcol e sostanze stupefacenti, e si tolse la vita. Il dramma disumano consumatosi a Vicenza, non rende pienamente l'idea di una cultura avverso la vita, se non si prende in considerazione quell'altro caso in provincia di Cuneo, era il 26 Aprile 2009, di una madre di 5 figli, uno dei quali ancora minorenne, travolta mortalmente da una Seat Ibiza guidata da un giovane di 19 anni affetto completamente da droga e alcool; Caterina Marchesano stava andando a lavorare di mattina presto, dopo aver preparato come ogni domenica la colazione ai suoi cinque figli. Sulla sua strada ha incrociato l’auto di un giovane di ritorno da una notte di sballo. La cultura della vita ha incrociato la cultura della morte.
Ci sono tantissimi modi per prendere posizione tra la vita e la morte, scegliendo per sempre la vita. Alcune iniziative che sommariamente mi vengono in mente sono un contatore sul vostro sito che ci tenga aggiornati sul numero delle vittime di questa strage altrimenti silenziosa, una campagna sulla carta stampata che ci ricordi che guidare un'automobile equivalga a possedere un'arma, una mappa sul vostro sito dei punti maggiormente a rischio per chi guida. Chiedete qualcosa in più anche a noi lettori e faremo la nostra parte, partecipando a questa lotta per la vita. In fondo, se ci pensiamo bene oltre 3mila morti sulle strade all'anno dovrebbero farci credere che l'unica vera guerra possibile è quella per la salvaguardia della nostra stessa vita. Siamo tutti alla ricerca delle mappe degli autovelox e dei tutor e pretendiamo che il sangue sia lavato via velocemente dall'asfalto perché le code per gli altrui incidenti sono più una noia che un momento per riflettere. Siamo tutti tremendamente di fretta, stiamo correndo verso la morte.

Un cordiale saluto
Alberto Sciretti

Cambridge, 05/01/2014

sabato 4 gennaio 2014

That is why what we live is not a true democracy.

Chart of the number of homeless people each night a New York. September 2013: 52,351!
Just compare these charts. The shame of our democracy. If you take in consideration the last ten years, you realize that the stocks of giants as Priceline or Google have grown as much as the number of homeless. Nelson Mandela said that "while poverty persists, there is no true freedom." In the past, the poor could at least cultivate their land and live thanks to the product of their labor. Nowadays, in the financial democracies with no available land, wealth tends to be concentrated in the hands of a select few. That is why what we live is not a true democracy. That is why we need a revolution. 

Priceline's stocks (NASDAQ:PCLN) has appreciated more than 5931% in the last ten years. 

Googles's stocks (NASDAQ:GOOG) has appreciated more than 920% in the last ten years. 

sabato 28 dicembre 2013

Addio a Giuliano Ferrara. Dietro ad Il Foglio di carta il più grande produttore di merda concettuale.

Sorpreso dalla Vita. Giuliano Ferrara.
Quando tutto è perduto, quando perfino l'orchestra sul Titanic smette di suonare avendo l'acqua salina assalito gli strumenti si sente un urlo inopportuno della propaganda concettuale, uno di quelli che farebbe innervosire perfino la Regina ma stavolta non è il Cavaliere. È Giuliano. È Giuliano Ferrara che ti informa che l'aborto è un omicidio. Ferrara infatti è per la vita ma anche per chiudere un occhio sulle torture a Guantanamo. Potrebbe scambiarsi la penna con Magdi Cristiano Allam, sono intercambiabili nel firmare articoli che cercano l'essenza di Dio in una pattumiera concettuale. Questo Nerone pronto a bruciare mediaticamente a difesa delle radici giudaico-cristiane dell'Europa, amico d'Israele, ha mangiato alla tavola del Cavaliere ritagliandosi il ruolo del grasso buffone che poteva permettersi qualche sonora critica propositiva. Mai una lotta giornalistica vera su quei fondamentali sui quali l'Italia moriva arrancava giorno dopo giorno.  Lo ricorderemo così, mentre con la sigaretta in bocca in televisione veicolava messaggi avvelenati a favore della vita. Lui che amava andare a cavallo, avendo il cattivo gusto di imporre la propria pesantezza anche a chi non ha il dono della parola. Addio a Giuliano Ferrara, tra i più grandi produttori di merda concettuale.

venerdì 27 dicembre 2013

Addio Renato Mannheimer. La sua voce pastosa lubrificava la messa di Bruno Vespa.

Il Corriere imbarazzato non ne parla, ma il suo sondaggista ed analista Renato Mannheimer pare essere stato colto con le mani nella marmellata. Questi moderati cattolici che si scoprono sempre poi essere i peggiori tanto quanto sembravano santi! L'Ansa riporta infatti come il collaboratore di Porta a Porta sia indagato dalla Procura di Milano per associazione a delinquere finalizzata a una frode fiscale da 7 mln di euro. Renato Mannheimer ha espresso ''vivo dispiacere e sincero pentimento per essersi lasciato coinvolgere in atti di particolare gravità''. Il camerlengo di Bruno Vespa, lo metteva in onda nel momento culminante della messa di Porta a Porta e Renato con la sua voce impastata dava i numeri. Chiedere scusa in un paese rovinato da parolai e lestofanti non basta, anzi è una aggravante perché è arrivato il momento della verità. Noi non lo perdoniamo e lo salutiamo come ne abbiamo salutati tanti in Italia in questi anni, da Craxi a Berlusconi. Addio Renato Mannheimer. Fatti questo ultimo sondaggio: sei fottuto, spacciato, game over. 

mercoledì 25 dicembre 2013

Auspicio #2014. Liberariamoci dell'intelligenza di Renato Brunetta.

Santoro lo invita ancora per fare audience, in quanto attira mosche a non finire. Il nostro Paese però soffre e quindi è arrivata l'ora di liberarsi di questo premio nobel mancato, un mix perfetto bipolare tra il politico e l'accademico che gli ha permesso di sopravvivere tirando a campare ancora per un po'. Dai Mastella ai Rutelli alcuni dei parolai se ne sono già dovuti andare. Ora tocca a Renato. Il 2014 sarà il suo anno. Ho già scritto del suo bipensiero. L'Italia merita di essere più stupida, merita di liberarsi dell'intelligenza di Renato Brunetta. L'unico metodo possibile è quello di non dargli tregua. Fischiatelo, rivoltatevi alle sue fantomatiche esternazioni sull'economia, chiedetegli quanto ci costa quando lo vedete a spasso con la scorta, ripagate la sua arroganza con la stessa noncuranza. Non dategli tregua. Brunetta ha la colpa imperdonabile di aver dato luce ad una dottrina economica liberista schizzofrenica che concepiva così come strutturata l'impoverimento delle masse (obiettivo raggiunto) a fronte di un suo arrichimento immobiliare (obiettivo raggiunto). Lui è stato il mentore, il guru, il supporto scientifico ai vari lestofanti che si volevano arricchire a spese degli altri. Il faro di un berlusconismo criminale. Il suo latrato patetico contro l'IMU, non fa che suggerirci l'unica strada percorribile: una patrimoniale secca e spietata sui beni di coloro che si sono arricchiti sottraendo ricchezza agli altri. Qualcuno, colmo d'ipocrisia, vorrà vedere in questo post quel linguaggio violento che in passato ha connotato periodi bui. A costoro, rispondo che la classe operaia come Angelo di Carlo se ne è già andata in paradiso, ora tocca a personaggi quali Renato Brunetta incamminarsi verso l'inferno. 

giovedì 19 dicembre 2013

Martini, l'aperitivo made in Italy.

Quando ci si trova all'estero come il sottoscritto, in alcuni momenti, in particolare quelli di festa, hai bisogno di ritrovare quel contatto viscerale con la madrepatria che per un verso non vorresti ma dall'altro ricerchi, in particolare quando ti rende fiero di essere italiano. Personalmente se devo organizzare una festa, se ho ospiti a cena, non riesco a capacitarmi senza avere almeno una bottiglia di Martini in frigo. Sono tanti i prodotti che ci rendono fieri di appartenere a questo magnifico paese purtroppo attualmente in una fase convulsa autodistruttiva, ma il Martini in particolare ha quella capacità tutta esclusiva di riassumere in una bottiglia attraente l'essenza ed il significato profondo dell'aperitivo italiano (e di un made in Italy irresistibile). Martini & Rossi la multinazionale di origine italiana nata nel 1863 che deteneva il marchio Martini (celebrato nella cartellonistica d'autore anche da Andy Warhol) si è fusa con Bacardi nel 1993 diventando uno dei principali produttori di bevande alcoliche nel mondo. Martini, Bacardi, un sospiro da sabato sera ed ed è subito festa.

sabato 7 dicembre 2013

Dopo Gesù, Nelson Mandela.

Nelson Mandela (1918 – 2013)
Se ricordiamo Gesù perché professava l'amore e non l'odio vendicativo verso chi lo crocefiggeva, un pensiero lo dobbiamo anche a Nelson Mandela capace di unificare un paese infondendo pace nonostante 27 anni di prigionia gli avessero tolto il respiro della libertà. Nelson Mandela andava oltre. C'è una sua frase a cui sono particolarmente affezionato, pronunciata durante il suo discorso a Londra per la Campagna MDG “Make Poverty History”: "Finchè esiste la povertà, non può esserci una vera libertà".

domenica 1 dicembre 2013

Se muori, muoio anch'io.

Nello stesso giorno in Italia muore Doriano Romboni pilota che correva in una manifestazione per ricordare un altro pilota Marco Simoncelli e in California muore in un incidente stradale Paul Walker, l'attore di "Fast and Furious" serie di film incentrati sulle corse clandestine di automobili. Non cogliere l'assurdo di queste storie significa aver perso quell'istinto di sopravvivenza che considera la vita, quale risultato di un atto d'amore dei nostri genitori che si sono prodigati per darcela e tenerci in vita, sacra. Se la vita consiste in una continua lotta contro l'entropia, sarà pur vero che le nostres chances di rimanere in vita sono proporzionali anche agli sforzi che la nostra mente compie emancipandosi dagli stili di vita veicolati dai messaggi pubblicitari diffusi dalle case automobilistiche che ci vorrebbero sempre alla guida di roboanti macchine da corsa fiammeggianti e dai film americani modello Fast and Furious. Se solo tutti insieme decidessimo che la nostra vita e quella degli altri rappresentano il bene più prezioso che abbiamo, sarebbe facile installare su tutti i veicoli dei limitatori di velocità da disinserire solo in casi di emergenza da denunciare poi alle autorità. Salviamo i nostri figli, che stanno morendo sulle strade per ignoranza e immaturità. Non limitiamoci alle solite raccomandazioni di circostanza. Diciamolo forte e chiaro, sulla strada è facile morire e uccidere. 

Ne ho parlato tante volte in questo Blog. Nel 2011 con La strage silenziosa continua. Dov'è lo Stato? ed ultimamente con Trussardi, la tragedia silenziosa del «levriero».
La Porsche rossa, sulla quale viaggiava come passeggero Paul Walker. L'attore di "Fast and Furious".

sabato 30 novembre 2013

#andiamoOLTRE lo stagno di rane dei delinquenti abituali.



Il discorso più bello nel Senato della Repubblica in questi ultimi 20 anni si deve alla senatrice Paola Taverna, che dimostra come quello del centrosinistra in questi anni non sia stata opposizione ma collusione. Grazie Paola, hai dimostrato che un altro discorso è possibile.

domenica 17 novembre 2013

Ca' Foscari, Università della propaganda rettorale.



Sarete entrati almeno una volta nella vostra vita nel Rettorato di una Università Italiana. Silenzio celestiale. Marmo fresco. Finalmente spazio sconfinato in quei saloni. Quello spazio che a lezione è sempre mancato. Il ricordo delle aule universitarie anguste ti fa male. Soffitti lontani intarsiati, ti ricordano una Grande Basilica, memorie di una gita scolastica lontana. Candelabri e quadri reali. Busti. Poi una voce. Quella del Magnifico RettoRE. Ti avvicini attirato da quel suono divino che sembra provenire da un pifferaio magico. Inciampi nel tappeto rosso porpora dove giace un ermellino morto. Il maggiordomo autista del RettoRE sta cacciando nel salone. Finalmente odi chiaramente la sua voce. Il Magnifico RettoRE, mappamondo in mano, estasiato sta moltiplicando per tre le rette universitarie del prossimo anno. Un nuovo autoritratto con cornice in oro con la scritta "Ho investito i vostri soldi nell'istruzione universitaria". Il quinquennato del Re Sole. Affermare verità sacrosante mentre si pronunciano le menzogne più artefatte.

All'inizio del video la voce è quella del Magnifico RettoRE dell' Università Ca' Foscari Venezia, Prof.re Carlo Carraro (2009-2014). Secondo Wikipedia viene riconosciuto a livello internazionale come uno dei principali esperti di economia ambientale ed infatti nel video considera buttati i soldi stanziati per aiutare la discarica Grecia al collasso. Palle, palle ci vogliono le palle all' Università della propaganda rettorale in un bellissimo paese in rovina.

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