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venerdì 20 agosto 2010

Madre Terra ha bisogno del tuo aiuto. Drin, drin, SVEGLIA la tua coscienza.


Abbiamo pochissimi anni per cambiare i nostri modi di vita e quindi evitare d' esaurire le risorse naturali ed impedire un'evoluzione catastrofica del clima della terra. Abbiamo pochissimi maledetti anni. In questo documentario\film gli scienziati spiegano esattamente perchè Madre Terra sta morendo nell'indifferenza.

Una nuova coscienza è in azione

giovedì 22 luglio 2010

Road To Wellness: Territorio per il benessere

Una serie di giovani e giovanissimi talenti, sono diventati 'Young Testimonial' di Road to Wellness - Territorio per il Benessere: la loro sensibilità al servizio di un progetto eco turistico e di mobilità dolce: ne vedremo delle belle! 


(Manuel, il ballerino folle, giovanissimo ha una pagina personale su Youtube e solo per certi video singoli, supera le 15.000 visite: ha iniziato per scherzo con il suo ballo al di fuori dei canoni, quasi un gesto liberatorio ed ora è diventato un esperto). 

martedì 18 maggio 2010

Jack London è Re

Video spot del blog "In esplorazione oltre lo stagno di rane"

Alberto Sciretti. Aprile 2010
"L'ultimo bagliore del tramonto si spegneva sulle deserte solitudini gelate e, contro l'indistinto colore del cielo, più viva spiccava la massa scura degli abeti che premevano e incalzavano il corso gelato del fiume.
Il vento che sino allora aveva impazzato, strappando dagli alberi la veste gelata che li aveva ricoperti, ora aveva tregua.
Nessun rumore, nessuna voce d'uomo rompeva quel silenzio, e la natura, sempre uguale da che è nato il mondo, dominava incontrastata." (Incipit di Zanna Bianca di Jack London)
Alberto Sciretti. Aprile 2010
"La mente... solo la mente sopravvive. La materia fluisce, si solidifica, fluisce di nuovo, le forme che essa assume sono sempre nuove. Poi si disintegrano in quel nulla eterno donde non vi è ritorno. La forma è un'apparizione, [...], ma il ricordo permane, rimarrà fino a quando lo spirito resiste, e lo spirito è indistruttibile." ("Il Vagabondo delle Stelle" di Jack London cap. XVI)
Ci sono delle traccie nella vita che portano a scoperte che mai avresti pensato di fare. Ho voluto intitolare questo post "Jack London è Re"  per citare Chris McCandless. Il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l'avventura.
Alberto Sciretti. Aprile 2010
È la vita a costituire l'unica realtà e il vero mistero. La vita è molto di più che semplice materia chimica, che nelle sue fluttuazioni assume quelle forme elevate che ci sono note. La vita persiste, passando come un filo di fuoco attraverso tutte le forme prese dalla materia. Lo so. Io sono la vita. Sono passato per diecimila generazioni, ho vissuto per milioni di anni, ho posseduto numerosi corpi. Io, che ho posseduto tali corpi, esisto ancora, sono la vita, sono la favilla mai spenta che tuttora divampa, colmando di meraviglia la faccia del tempo, sempre padrone della mia volontà, sempre sfogando le mie passioni su quei rozzi grumi di materia che chiamiamo corpi e che io ho fuggevolmente abitato. ("Il Vagabondo delle Stelle" di Jack London cap. XII)

UN TERRITORIO IN CUI SI MUORE DI TUMORE

We inhabit the corrosive littoral of habit (1940) di James Gleeson
Ribellarsi, ribellarsi ancora finché gli agnelli diverranno leoni

La gente purtroppo è in grado solamente di piangersi addosso, di commiserarsi vicendevolmente per il triste ed infausto fato, vivendo privatamente la malattia oncologica nella disperazione più totale. Si vive il male oscuro con timida vergogna, come se chi ne fosse affetto avesse in qualche modo sbagliato peccando. Malattia come un segno del peccato. Nell'apprendere la notizia, tutti ricerchiamo una colpa innata nell'ammalato: "avrà fumato tanto" "beveva?", quasi ad esorcizzare il pensiero che in fondo possa capitare a chiunque. Chi si ammala, è fuori. Game over.

Un iconema della malattia. Pablo Picasso - Science and Charity
Taluni più arditi, trovano il coraggio di parlarne e allora un intero condominio o una intera via scopre improvvisamente che quasi ogni famiglia conosce o ha conosciuto il male oscuro. Ma la solidarietà che può sorgere, non diventa mai ribellione verso quello che ho chiamato ironicamente il tramonto più bello del mondo. Di fronte a questa emergenza ambientale la società  incredibilmente incrementa il proprio vuoto ed il proprio essere spiritualmente ritardato, attaccandosi alle inezie più superficiali e non ribellandosi. Tutti guardano al cielo e pregano, come se da lì potessero arrivare delle risposte, quando le cause delle morti atroci e corrosive sono lì davanti ai nostri occhi, come aveva capito un operaio fuori dal comune Gabriele Bortolozzo.



Nel 2006 l'avevo riportato testualmente ancora nella mia tesi "Il paesaggio della Gronda della laguna nord", dedicata proprio a questi temi. Esattamente a pag. 260, citavo l’ “Analisi geografica dell’incidenza dei tumori, ASL di Venezia, Mestre e Dolo - Periodo 1988-1997” del Dipartimento di Scienze Oncologiche e Chiururgiche, Istituto Oncologivo Veneto:

"Complessivamente la popolazione della zona esaminata presenta un’incidenza di neoplasia superiore a quella registrata mediamente nella nostra Regione dal RTV. Emerge, in particolare, per entrambi i sessi un eccesso significativo per il tumore del polmone e del fegato che complessivamente non mostrano importanti differenze di distribuzione geografica."

Come si riporta in questo sito http://margheraonline.it/blog , il nostro territorio, la zona in cui viviamo, paga da decenni un tributo pesantissimo all’inquinamento: tangenziale e passante, grandi navi ed aeroporto, centrali elettriche, polo chimico di Marghera. Porto Marghera, in particolare, è stata la prima zona industriale costruita in Italia nel dopoguerra e la prima a dotarsi di inceneritori di rifiuti industriali (due nel 1960) che urbani (due nel 1962).
Immagine suggestiva ed inquitante di un sinistro tramonto su Porto Marghera.
Oggi a Porto Marghera sono attivi, oltre agli impianti chimici:

• 3 centrali elettriche a gas;
• 1 centrale elettrica a nafta;
• 1 centrale elettrica a carbone;
• 1 centrale elettrica a carbone + CDR (combustibile derivato dai rifiuti);
• 1 inceneritore di sfiati e prodotti gassosi;
• 1 inceneritore per clorurati liquidi;
• 1 inceneritore di RSU (rifiuti solidi urbani);
• 1 impianto di inertizzazione di RTN (rifiuti tossico nocivi);
• 1 raffineria (4 milioni di tonnellate di petrolio processati e movimentati ogni anno);
• 1 impianto per la lavorazione del cloro-soda con stoccaggio di cloro e CVM;
• 1500 camini che emettono sostanze tossiche risultato di sfiati industriali o fumi di combustione.
Salvador Dalì - The face of War
Alcuni di questi impianti sono attivi fin dagli anni ’60 e nel corso del tempo, a volte per inconsapevolezza a volte per dolo, sono stati riversati in acqua, aria e terra composti chimici altamente tossici con gli immaginabili impatti sull’ambiente e sulla nostra salute.

A fronte di un così desolante scenario ogni cittadino di buon senso si augura che si inizi quanto prima a bonificare il territorio e che si cerchi di sostituire le lavorazioni più impattanti con attività meno nocive: la zona di Porto Marghera, infatti, potrebbe essere sfruttata per fieristica (ci sono spazi enormi), cantieristica, darsene per barche di ogni misura (in laguna c’è carenza di posti), centri per lo studio di energie alternative, come ad esempio la produzione di energie da moto ondoso o flussi di masse acquee, che affianchino il centro per lo studio applicativo dell’idrogeno già presente al Vega, eliminazione del ciclo del cloro e sostituzione con la lavorazione di plastiche senza cloro. Non è possibile immaginare distese di campi di grano, solo perchè quelle terre sono irrimediabilmente inquinate.

 Quando, si può chiedere a buon diritto ogni abitante di Marghera, Mestre, Venezia e tutte le zone limitrofe, cominceranno le bonifiche? Quando si inizierà a dare un volto nuovo a questo territorio? Certo, la strada è lunga e complessa, ma quando si comincerà a percorrerla?
Purtroppo la risposta che giunge dai nostri amministratori ancora una volta va nella direzione opposta. La Giunta Regionale uscente ha “coronato” il proprio mandato con una serie di azioni che sembrano voler istituire proprio in casa nostra una filiera del trattamento del rifiuto industriale tossico nocivo, facendo arrivare rifiuti da tutta Italia (e domani chissà, forse anche da altre parti d’Europa). In pochi mesi sono state infatti concesse autorizzazioni per l’aumento di lavorazioni a diverse aziende che trattano rifiuti industriali:
L’inceneritore SG31 ha lavorato dal 1972 proprio in quest’ottica: costruito e predisposto per trattare i fanghi di Porto Marghera, è stato in funzione fino a circa un anno fa; è stato poi disattivato perché il nostro polo industriale non produce più sufficiente materiale di scarto per giustificare economicamente il funzionamento dell’inceneritore. I nostri amministratori, la Giunta Regionale presieduta da Galan, anziché cogliere quest’occasione come il primo passo verso una nuova Marghera, hanno ben pensato di incatenare una volta di più questo territorio al ruolo di pattumiera, di fogna chimica, e questa volta a disposizione di chiunque, in Italia, vorrà scaricare da noi i propri scarti industriali tossico-nocivi.

Salvador Dalì - The Three Sphinxes of Bikini (1947)
Oltre al maggior inquinamento da rifiuto tossico si scaricherà nel nostro Comune anche l’aumento di PM10 prodotte dal traffico dei mezzi che porteranno qui i rifiuti dalle altre regioni.
Ognuno di questi fattori (inceneritori, traffico, trattamento rifiuti industriali tossico-nocivi) ha sulla salute effetti devastanti. Le diossine, prodotto dell’incenerimento, non vengono metabolizzate dal nostro organismo e si cumulano nelle nostre cellule; già col latte materno, il primo alimento, le diossine vengono passate al neonato. Sono in aumento costante le patologie infantili: oltre alle problematiche respiratorie (allergia, asma, broncospasmo) sono in costante aumento del 2% annuo i tumori infantili; l’incremento più consistente riguarda proprio i bimbi sotto l’anno di età: + 3,2%. Le polveri sottili, combinandosi con inquinanti quali ossidi di azoto e ossi di zolfo, veicolano all’interno del nostro corpo acidi che attaccano il sistema respiratorio e residui tossico/cancerogeni delle combustioni; questo incide sulla mortalità sia a breve termine (+ 3%) che a lungo termine per cause cardiovascolari, respiratorie e per tumore polmonare. Nel veneziano sono stati rilevati aumenti significativi dell’incidenza delle neoplasie maligne dei tessuti molli e dei sarcomi con sedi viscerali.

Brunetta e Zaia (candidati rispettivamente alle cariche di Sindaco di Venezia e Governatore del Veneto) hanno rilasciato dichiarazioni sulla presunta “vocazione” di Porto Marghera ad ospitare lavorazioni chimiche pericolose, tutto ciò a 6,4 km da piazza Ferretto a Mestre, a 4 km dal parco San Giuliano, a 5 km da piazza Mercato a Marghera, a 6,2 km da piazza San Marco a Venezia.

domenica 16 maggio 2010

Walden: andai nei boschi perché volevo vivere con saggezza e in profondità


Copertina del libro "Walden": è possibile leggere il libro a questo link

Il libro che mi accingo a leggere con entusiasmo, Walden, è ritenuto uno dei primi romanzi ecologici ed ha influenzato il pensiero ecologico contemporaneo. Fu scritto quasi interamente durante il soggiorno di H. D. Thoreau in una capanna, costruita in gran parte da solo, sulle sponde del lago Walden che si trova vicino alla cittadina di Concord (Massachusetts), USA.

Walden, ovvero La vita nei boschi, è il resoconto dell'avventura dell'autore, Henry David Thoreau, che dedicò ben due anni (1845-1847) della propria vita nel cercare un rapporto intimo con la natura e insieme ritrovare sé stesso in una società che non rappresentava ai suoi occhi i veri valori da seguire, ma solo l'utile mercantile.

La cappanna ricostruita.
Il suo è stato un esperimento, il suo obiettivo era quello di voler cercare la conciliazione dell'artista nel mondo naturale grazie all'ottimismo del vedere l'uomo come artefice del proprio destino e come essere dipendente da sensazioni ed emozioni. Il bosco diventa, luogo dell’anima e della contemplazione.
La sua è stata una prova di sopravvivenza ed insieme una testimonianza all'umanità: l'uomo riesce a vivere anche in condizioni di povertà materiale, e anzi, da queste può trarre una maggior felicità imparando ad apprezzare maggiormente le piccole cose.

"Andai nei boschi perché volevo vivere con saggezza e in profondità e succhiare tutto il midollo della vita, sbaragliare tutto ciò che non era vita e non scoprire in punto di morte che non ero vissuto." (Henry David Thoreau, Walden)

domenica 9 maggio 2010

Quadrante di Tessera: lo shopping village delle illusioni consumistiche

Elaborazione digitale di Alberto Sciretti del "CANALETTO, Capriccio with Venetian Motifs, 1740-45, Oil on canvas, 51,2 x 68,6 cm,St. Louis Art Museum, St. Louis" con sullo sfondo i "territori marmellata" su cui ancora una volta si stanno addentrando le lunghe mani della speculazione.
Alla Gronda Lagunare ho dedicato la mia tesi di laurea (http://www.sciretti.it/tesi.pdf). Le motivazioni culturali che mi hanno spinto a prendere in esame il territorio della Gronda, sono state l’intensa banalizzazione e marginalizzazione che hanno contraddistinto queste aree, con la conseguenza di negare spesso alla natura e all’uomo, un rapporto diretto tra laguna e terraferma, attraverso un irrigidimento della Gronda, con la presenza di macroinfrastrutture (casse di colmata, aeroporto Marco Polo, Porto Marghera, discariche) e microinfrastrutture marginalizzanti (ad esempio occupazioni abusive con arginature fisse e privatizzazioni di specchi d’acqua lagunari e la loro esclusione dal moto naturale delle maree). Questo irrigidimento della Gronda lagunare, ha comportato quindi una generica cementificazione e antropizzazione del territorio, intaccando le aree umide, fondamentali aree di transizione tra terra e acqua, già praticamente scomparse per le azioni della bonifica, che ha coinvolto questi territori nel corso della prima metà del XX sec.  


Questi luoghi di margine, per l’impreparazione culturale e la malafede delle classi dirigenti preposte alla loro tutela e salvaguardia, non sono state ancora annesse culturalmente o comprese nella loro complessità, anzi si è provveduto a banalizzarle, marchiandole con opere alienanti.

Vicino l’aeroporto, in 200 ettari di terreni agricoli, ora due società immobiliari prevedono la creazione dell’ennesimo “non luogo”, con centri commerciali, fitness center, alberghi e uffici. Un milione di metri cubi di nuovi edifici, stadio, casinò. Ma anche alberghi, uffici e terminal. Tutto ciò è il Quadrante di Tessera. Uno shopping Village. Tutto questo mentre i cartelli con scritto "Affittasi" e "Vendesi", la chiusura di tantissime attività commerciali e un paesaggio di scheletri di capannoni vuoti iniziano a testimoniare come qualcosa di profondamente sbagliato e innaturale abbia contagiato il nostro modo di concepire l'Economia (sostanzialmente diventata Finanza speculativa).

All’alba dei tempi, era il contadino infatti il modus vivendi, a cui la gran parte dell’umanità guardava; il pastore, spesso sognava di diventare contadino. L’ odierna civiltà occidentale, alienata dal e nel suo stesso comfort, individua molto spesso nel settore Terziario, un vita facile, comoda e remunerativa, trovando difficoltà a relazionarsi invece con questa figura radicata alla terra. Ne è testimonianza forse, il valore attribuito dagli antiquari e non solo, ai manufatti di contadini analfabeti, e la nascita di musei che raccolgono attrezzi del lavoro manuale nelle campagne, simbolo di un’esistenza difficile. Nel trascurare il settore Primario, si è potuto più comodamente far valere il modello dell’industria consumistica, come forma di riscatto sociale ed economico. Si vuole vedere nella ‘casa rurale’, esclusivamente un passato di fame, freddo e fatica da superare e dimenticare. Tale rifiuto concettuale del mondo contadino, ha reso anacronistico il suo impianto, demolendolo, motivo per cui ogni lembo di terra di un contadino, se venduto, è spesso oggetto in primis di uno screaning da parte di interessi capitalistici, con il mero scopo spesso di costruire, rivendere, e incassato un ‘surplus’ di capitale, spostarsi altrove. Lentamente si perde e si è perso, un know-how, che una società alienata e congestionata, non può cogliere nella sua grandezza: saper aiutare una mucca a partorire, l’innesto negli alberi, saper costruire muri, porte, sgabelli, corde, recinti. Il contadino era ‘perfetto’ perché in grado di fare tutto autonomamente, senza bisogno di delegare o ricorrere a consulenze, delle quali ora la nostra società fa’ largo uso. Il contadino, non conosceva la cultura dell’ ‘usa e getta’, ma testardamente raddrizzava perfino un chiodo affinché si potesse riusare più volte.

Per saperne di più:
1) Quadrante di Tessera. Lo shopping village e la città di Davide Scano (molto interessante anche il sito internet dell'Autore)

giovedì 29 aprile 2010

Ecovillaggi, cohousing e comunità intenzionali..fino al Popolo degli Elfi

L'ecovillaggio dei puffi è stato radiato: CHIUSO PER APOLOGIA DI COMUNISMO

Ecovillaggio. Cohousing. Esiste una Rete Italiana Villaggi Ecologici. Il personaggio più conosciuto attivo in questo settore è Jacopo Fo, Figlio di Dario Fo e Franca Rame, che attraverso il proprio sito diffonde il verbo del proprio ecovillaggio: Ecovillaggio solare di Alcatraz

La nuova casa ad alta efficienza termica di Alcatraz. Sullo sfondo la valle dove sorgerà l'ecovillaggio


Il Popolo degli Elfi sembra stanziarsi tra i folti boschi dell’Appennino Pistoiese che fanno da cornice alla vecchia strada che da Pistoia conduce a Bologna.

Casa ad alta efficienza termica di Alcatraz.

Un altro mondo è possibile?

martedì 27 aprile 2010

L'agnello diventerà leone: le regole ingiuste vanno infrante.


Ho scoperto un paradiso, ma non posso condividerlo.
L'agnello diventerà leone: le regole ingiuste vanno infrante.

martedì 20 aprile 2010

Un altro mondo è possibile fuori dal gregge: cercasi amici contadini

http://www.progettopecoranera.it/ ©  Progetto Pecora Nera

PECORA NERA è un progetto per coltivare la terra insieme, collaborando con la natura e dividendo equamente il frutto del lavoro comune. Attualmente coltiviamo terreni per circa mezzo ettaro e la nostra direzione è raggiungere l'autosufficenza alimentare, così da ridurre la nostra impronta ecologica sul pianeta. Vogliamo coinvolgere altre persone nel nostro progetto, a diversi livelli di partecipazione, secondo le possibilità di ognuno.

http://www.progettopecoranera.it/ © Progetto Pecora Nera
Devis nella foto si chiede "vale la pena oggi di guadagnarsi il pane facendo il contadino? in questi anni sono passato da momenti di entusiasmo a giorni di disillusione. Da par mio, ho verificato cosa significhi produrre e vendere cibo. Sono orgoglioso che i miei pomodori siano considerati squisiti e che, di bocca in bocca, arrivino persone da altri paesi per rifornirsi da me." Devis torna nel campo e rimugina tutto il pomeriggio. Zappata-congettura-zappata-ipotesi-zappata-arringa-zappata-calcolo e così via per ore...


Devis con il suo temibile gallo Achille © Progetto Pecora Nera

Devis, che sogna il trattore e per giocattoli ha dei "semi", ci racconta tanti piccoli segreti nel suo blog; ci rammenta di come un tempo il maiale fosse l'animale "ammortizzatore alimentare"  che faceva la differenza tra mangiare e morire di fame. Nel suo blog apprendo di una "agricoltura del non fare", in cui non bisogna arare il terreno e minimizzare il più possibile gli interventi dell'Uomo, che si limita ad accompagnare un processo largamente gestito dalla Natura, entrando in competizione con le tecniche agricole tradizionali e moderne.
Le sfide © Progetto Pecora Nera
Devis, in stile Chris Mccandless, nel Marzo 2010 è partito dal Friuli ed ha pedalato per 7 ore al giorno raggiungendo la Sicilia © Progetto Pecora Nera
Sognando l'Africa. © Progetto Pecora Nera
Devis on the road © Progetto Pecora Nera
Il blog di Devis mi ha lasciato senza parole. Son rimasto stupefatto. Non avrei mai pensato che un giovane potesse essere detentore di così tanti segreti sulla natura e sulla vita. Devis parla un altro linguaggio...ci parla di Ecovillaggi, piccole comunità rurali o urbane che integrano una struttura sociale basata sulla solidarietà con attività pratiche legate alla progettazione ecologica. Una pecora fuori dal gregge.

Devis campeggia tra gli ulivi © Progetto Pecora Nera

Condivido con Devis la medesima tensione verso la natura e verso la terra, l'attenzione al paesaggio e all' ambiente, il ribollire sanguigno delle emozioni e la loro condivisione; la tentazione dell'avventura e dell'esplorazione alla ricerca di conoscenza e virtù. C'è una differenza però sostanziale che invidio a Devis. Lui la terra l'ha lavorata veramente. Ma la vita è un dono meraviglioso proprio perchè quando meno te lo aspetti, quando ti guardi le mani e non vedi dei calli sapienti, qualcuno ti porge la falce ed il martello.

L'autosufficienza © Progetto Pecora Nera
Cercasi amici contadini..da metà aprile a fine maggio Devis ha pensato ad un periodo di scambio ospitalità-lavoro. Si alloggia in una casa molto spaziosa ed indipendente, si consuma in compagnia cibo di sua produzione. Il lavoro non richiede particolari abilità o predisposizione fisica, cerchiamo sempre di variare le attività per rendere l'esperienza il più significativa possibile. Si lavora intensamente la mattina e al pomeriggio si è liberi di passeggiare e riposare. Per ragioni pratiche la permanenza minima, per le persone che vengono da fuori e non sono mai state a pecora nera, è di cinque giorni. Chi già ci conosce può anche venire in giornata o per un weekend. Per passare qualche giorno da Devis l'indirizzo è info@progettopecoranera.it  

PROGETTO PECORA NERA
http://www.progettopecoranera.it/

domenica 18 aprile 2010

Recording Nuclear Look in Veneto

  
Video di Alberto Sciretti. Look nucleare.


27 febbraio 2009 - Giancarlo  Galan annuncia l'ipotesi di costruire una centrale nucleare a Porto Tolle in Veneto. 16 aprile 2010 - Giancarlo Galan diventa ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. La Guerra è pace. Presto, il nucleare sembrerà per questo Paese una scelta obbligata e la soluzione di tutti i mali. Giammai si metterà in discussione il nostro tenore di vita con tutti gli sprechi correlati. Lo show deve andare avanti e ci vuole energia, un nuovo sole.

Nel Febbraio 2010, un incidente industriale ha provocato lo sversamento nel fiume Lambro di 2600 tonellate di idrocarburi. "Chiare, fresche e dolci acque". La Natura viene sempre più violentata. Pochi si stanno arricchendo, impoverendo le future generazioni e obliterando spudoratamente la natura. L'ascensore sociale è rotto. Quando una persona incomincia ad accumulare milioni di euro, ciò succede non solo perchè abbiamo di fronte un bravo imprenditore onesto o disonesto a seconda dei casi, ma anche perchè quell' imprenditore ha, nella maggior parte dei casi, raggiunto una posizione dominante e di controllo del mercato, altrimenti quelle stesse ricchezze sarebbero distribuite più equamente dalla concorrenza. Raggiunta una certa soglia di ricchezza, l'azione dell'imprenditore ha come unico risultato quello di impedire alle future generazioni di poter salire su quell'ascensore sociale a cui dovrebbero poter accedere tutti. Non è un discorso di comunismo o capitalismo, questa è una mera analisi delle opportunità e della possibilità di una persona di poter prendere quell'ascensore sociale senza trovarci scritto "Guasto", perchè dentro ad esempio c'è Berlusconi fermo ai piani alti con 10 miliardi di euro.

GUARDA QUESTO VIDEO 
UNITI E CATTIVI CONTRO IL NUCLEARE

giovedì 8 aprile 2010

La montagna miete naturalmente le sue vittime ma la televisione fa strage di coscienze

Alberto Sciretti - Val Montanaia Aprile 2010

Video da me girato in Val Montanaia nell'aprile 2010

Il Gazzettino del 7 Aprile 2010 implacabile fotografa "Tre vittime della montagna in sole 24 ore: è il drammatico bilancio delle escursioni e dei fuoripista di questi giorni sulle Dolomiti fra Belluno, Trento e Bolzano. A perdere la vita due scialpinisti quarantenni e un alpinista del quale non si conoscono ancora le generalità.". 
Le ingiurie a chi mette a repentaglio la propria vita e quella dei soccoritori ribollono nei commenti negli articoli: "la mamma dei deficienti è sempre incinta: per una volta che i deficienti si eliminano da soli......selezione naturale" ed ancora "Pienamente d'accodo!!!!!! Non basta far pagare alle famiglie le spese dei soccorsi (se lo fanno !), bisogna qualche volta dire di no e lasciare questi ignoranti al loro destino! Perchè mettere a rischio la propria vita per poche lire per salvare degli incoscienti, Incuranti di tutte le raccomandazioni; morissero loro sarebbe niente, ma, provocando le valanghe, tolgono la vita e gente che osservando le regole si sta semplicemente divertendo !!!!!!!!!"; ancora "Sono d'accordo con chi dice che questi "pazzi" se vogliono possono morire da soli, purtroppo però quando si tratta di chiamere i soccorsi e poi lamentarsi che arrivano tardi nessuno si ricorda di questi sconsiderati e che è loro la colpa".
Video da me girato in Val Montanaia nell'aprile 2010

Come si evince da questo video del 05/04/2010, girato nel canalone che porta al campanile di Val Montanaia faccio parte di quelle persone che in questi giorni si sono recate in montagna camminando più o meno irresponsabilmente su canaloni pieni di neve e osservando in modo distaccato pericolose valanghe primaverili. Visto che il popolo chiede a gran voce la testa di questi irresponsabili, me compreso, provo serenamente a fare timidamente qualche considerazione:

1) Sembrerà un paradosso, ma credo che le persone che muoiono in montagna, muoiano per entusiasmo verso la vita; forse potrebbero essere accusate di essere delle sorte di balenottere che si suicidano arenandosi, ma scavando in profondità nella valanga magari si scopre che le vere cause sono da imputarsi all'inquinamento. Personalmente amo la vita più che mai e non mi appartiene nessun gesto o pensiero che possa intaccare il mio naturale istinto di sopravvivenza. Tuttavia la voglia di evadere e di poter raggiungere delle quote dove non si senta l'alitosi della politica e della società italiana mi hanno spinto con i miei amici lì dove non sarei dovuto andare (dopo mesi e mesi di campagna elettorale dove il faccione di Renato Brunetta compariva per tutta la città, vuoi non aver bisogno di un po' d'ossigeno in alta quota?); non ho ricercato morbosamente il brivido, semplicemente e banalmente  sono finito nella classica situazione dove l'istinto ed il buon senso ti suggeriscono di tornare indietro e la tua voglia d'avventura ti spinge a proseguire; l'imprevisto è stata l'enorme quantità di neve che ancora ad aprile era presente in quota; il fascino di ritrovarsi in un contesto in cui il compromesso non potrà mai realizzarsi proprio per la natura ostile del luogo. Quel compromesso che costantemente invece in pianura si raggiunge attraverso un continuo scambio di favori in profumo di mafia. Quel consegnarsi totalmente nelle mani della natura ha il suo fascino.
Ma sono veramente tante le ragioni che ti possono indurre a salire nonostante tutto. La storia di Chris McCandless insegna. Secondo me il bisogno d'avventura e la fuga dall'inquinamento  intendendo per "inquinamento" sia quello materiale che quello spirituale, sono tra i principali fattori sicuramente nel mio caso. Anche il concetto di morte è però relativo. Allo stesso modo io potrei considerare cerebralmente morto "quel leghista ubriaco di televisione che è in grado di riempirsi la pancia bestemmiando in un ristorante dove rutta tutti i luoghi comuni inculcatigli dalla televisione". Forse che chi afferma che "Eluana Englaro doveva continuare a vivere perchè poteva concepire ancora dei figli" non è anche lui morto? L'ignoranza è già di per sè il nulla, è la morte.
Video da me girato in Val Montanaia nell'aprile 2010

Mario Rigoni Stern, nel "Il bosco degli urogalli":
"Come la televisione per esempio. Ma questi mezzi vi danno quello che cercate o, piuttosto, non vi rubano ore di liberi giochi o di fantasie create da voi e non imposte da altri? [...] Se voi siete ragazzi che vivete in una grande città mi auguro che troviate in queste pagine un amore per le cose della natura che la città sempre più respinge lontano; vorrei farvi respirare l'aria del bosco, farvi sentire la bellezza gioiosa dell'alba, la malinconia dell'autunno, la dolcezza della prima neve, l'intimità del fuoco dentro la casa e la saggezza del lavoro antico degli uomini". Ecco io vivo per queste emozioni appena descritte ed a volte per ricercarle bisogna andare ben oltre il proprio salotto. Non gioco con la vita. Semplicemente la vivo fino in fondo. Metto in gioco la mia vita così come molte persone muoiono infelici perchè non prendono l'iniziativa di cambiare la propria situazione, condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l'animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo.

Video da me girato in Val Montanaia nell'aprile 2010

2)  Come ha fatto notare qualcuno in un commento all'articolo sul gazzettino "le rendo noto che solo nell'ultimo week-end sono stati coinvolti in episodi di valanga il responsabile del soccorso alpino di peio (che è stato pure denunciato) e in austria l'istruttore della scuola di speleologia del soccorso alpino del friuli, e sul monte bianco una guida alpina e maestro di sci, e nel resto della stagione le guide in val lasties, in val visdende, in val romana, ...Non chiedo i motivi per cui questi esperti sono finiti sotto. Sono finiti sotto! E sono strasicuro che non hanno cercato la morte per se o per i compagni: hanno commesso degli errori, o mi vuol dire, come molti dei cialtroni che qui hanno scritto, che sono degli irresponsabili?Se lei ha un incidente in auto NON le chiedono PERCHE' stava lì con la sua auto, ma se aveva le cinture allacciate e se aveva o meno bevuto prima di mettersi alla guida." Insomma si muore in montagna, come si muore sulle strade, come si muore di noia, come si muore d'ignoranza.

sabato 27 marzo 2010

Due atomi di Idrogeno, uno di Ossigeno

"Il maestro chiese al ruscello: “Perché piangi, o purissimo ruscello?". E il ruscello rispose: “Perché sono costretto ad andare fino alla città, dove l’Uomo mi disprezza e mi maltratta, preferendo bevande più forti, e fa di me lo spazzino dei suoi avanzi, contaminando la mia purezza e volgendo in sporcizia la mia chiarità”» (Khalil Gibran, La voce del maestro).
Sempre più l'umanità si divide in due: chi trascina avanti ed indietro il proprio corpo consumando e fornicando momenti fini a se stessi e chi come il sottoscritto è alla ricerca costante di istanti eterni e di idee pure cristallizzate per sempre nel tempo e nella Storia. Si pensi che ogni giorno 6000 bambini muoiono per malattie causate da acqua inquinata, da impianti sanitari e da livelli di igiene inadeguati e che in Italia stiamo per traghettare da una gestione pubblica ad una privata dell'acqua e che tutto sia ormai determinato da parametri di efficienza tecnico-economica....e così l'acqua, bene essenziale, stà per fare il suo ingresso in Borsa.

lunedì 4 gennaio 2010

Energia dalla tomba di Omero



A nord dell'isola di Ios è possibile visitare la tomba di Omero dove il poeta è stato seppellito dopo la sua morte causata da una malattia che lo ha colpito nel suo viaggio verso Atene

Donare un sorriso a chi ha perso ogni speranza: questo è l'obiettivo della vita

domenica 4 ottobre 2009

Qual è il maneggio più bello dove andare a fare passeggiate a cavallo?

Ecco a voi il maneggio più bello d'Italia
Qual è il maneggio più bello dove andare a fare passeggiate con il cavallo? Ve lo dico subito "Maneggio La Suerte" , che si trova a Ferrara di Monte Baldo in località Novezzina (a pochi metri dall'Osservatorio Astronomico del Monte Baldo ed a pochi km dal Santuario Madonna della Corona di cui ho già parlato). Qui, seguendo la filosofia Garda style, mi sto lentamente approcciando ai cavalli effettuando passeggiate a cavallo da 1 o 2 ore, grazie al sapiente lavoro delle guide equestri Guido (cell 339-4353989) e di sua figlia Giada (cell 340-7014533) che pazientemente trasmettono e condividono con gli ospiti la passione per il più antico amico dell'uomo (addomesticato 5500 anni fa').

Il maneggio Maneggio La Suerte è quantomeno tra i più belli d'Italia per i seguenti motivi:
1. Si colloca in un paesaggio stupendo e tra i più belli d'italia descritto dal più grande geografo italiano Eugenio Turri (che tentò di promuovere anche un Parco del Monte Baldo) come "il luogo del cuore"; secondo il massimo geografo che qui studiava l’evoluzione dei paesaggi (“osservatorio-Turri” è un punto d' osservazione collocato sul monte Baldo sul quale Turri usava recarsi per scrutare e controllare il paesaggio), questi luoghi danno la possibilità di rigenerarsi e ritrovarsi in una natura che ti accarezza l'animo. Immaginate voi se in questo volo, l'aeroplano è un cavallo;
Particolare del Maneggio La Suerte

2. Gli estesi adiacenti pascoli (il maneggio vanta 127 ha) e le montagne circostanti offrono la possibilità di graduare le passeggiate nel verde e nei boschi secondo la propria preparazione e attitudine, dai principianti agli esperti. I principianti potranno prendere confidenza con questo magico mondo e scoprire la bellezza di andare a cavallo in completa serenità, mentre i più esperti si cimenteranno in percorsi montani più o meno impegnativi. Si possono scegliere una o più ore, fino a mezza giornata e trekking da uno a più giorni, sempre accompagnati da guide equestri come Guido (cell 339-4353989);
Il maneggio con i suoi adiacenti pascoli.

3. I sentieri che si percorrono a cavallo attraversano la “piccola cordigliera” del monte Baldo con finestre panoramiche che si aprono sulla Val Lagarina, sul lago di Garda e in lontananza le cime degli Appennini, hanno la peculiarità di farti entrare letteralmente nel cuore dei boschi, potendone apprezzare dalla sella particolari e sensazioni altrimenti non percettibili (le guide non lesinano informazioni, vi basta chiedere); durante le passeggiate si vedranno le trincee e le grotte costruite durante la prima e seconda guerra mondiale, quando queste terre furono così a lungo disputate tra Italia e Austria, e le tipiche malghe Baldensi luogo d’alpeggio per i pastori che producevano e producono tuttora freschi e genuini formaggi;
Paesaggio del Monte Baldo.

4. La presenza delle mucche e dei cavalli liberi nei pascoli (anche simpaticissimi pony) offrono, oltre ad un generale senso appagante di libertà, anche l'opportunità di far avvicinare i bambini a questi animali. La presenza di sorgenti nella zona rende poi questi luoghi una fonte continua di vita.
5. Il quinto motivo non lo posso dire (anche se nella mia vita non ho mai visto una cosa simile), tanto più che sul web posso sì condividere le mie scoperte ma non al punto di violare ciò che non deve per sua natura essere violato, come l'intimità di un dato luogo o il segreto confidato da un determinato amico; sarà dato di sapere a chi, andando a cavallo nel maneggio, sarà capace di esplorare in punta di piedi la natura ed a rispettarla come una madre.

domenica 30 agosto 2009

La voce di due faggi che piangono sul Vajont


Questa è la seconda volta che mi addentro nel dolore del Vajont. La prima volta era per capire, la seconda è per approfondire. Ci tornerò ancora. Per approfondire, ho scelto un passo da "Le voci del bosco" di Mauro Corona.
Vi è un posto, al mio paese, nel quale si può udire la voce di due faggi che piangono.


Non ho mai saputo il perchè di questo lamento (non hanno voluto dirmelo), ma li vedo sempre abbracciati, le teste reclinate, come a sostenersi a vicenda nel dolore straziante. Da Casso, il paesino sospeso sulla rupe, sopra la diga del Vajont, si prende l'antico sentiero dei carbonai, in direzione di Longarone.

Sciretti Alberto, antica strada dei carbonai

Dopo dieci minuti di cammino, alla fine del muro in pietra sul quale sta fissata la targa bronzea in omaggio alle portatrici, subito a sinistra della via, si trovano i due faggi piangenti.

Aspettate che passi un po' di vento a muoverli e da quei tronchi uscirà un suono dolcissimo e struggente come un pianto lontano e misterioso.
Sciretti Alberto con i faggi piangenti descritti da Mauro Corona
È una vocina sottile, incredibilmente malinconica e triste. Pare provenga dai remoti confini del mondo e si rimane incantati dalla sua straordinaria melodia.

Nelle sere d'autunno, quando la solitudine comincia a pesare e l'ombra dell'inverno s'avvicina, mi reco spesso in quel luogo e sto seduto per ore, sul margine tranquillo della via, ad ascoltare l'incredibile lamento dei faggi piangenti.

Frana del monte Toc.
Diga del Vajont vista dall'antico sentieri dei carbonai.
Paesaggio con la valle del Piave visibili dai faggi piangenti
Vajont è terra di fede. Il capitello a Casso con sullo sfonto la frana. Un targa riporta "Resisteva all'onda. 9 Ottobre 1963"

domenica 16 agosto 2009

Il bivacco Minazio è di tutti ed ha il tetto rosso: è comunista?

 

Il bivacco Minazio (a quota 2292 metri, non finirò mai di dirlo neanche nel video...) è una magnifica e confortevole casetta in legno (mi pareva brutto dire prefabbricato in legno e lamiera!), con il tetto rosso comunista, sempre aperta a tutti gli scalatori con due stanze per dormire per un totale di 12 posti letto in ottimo stato e con coperte in abbondanza;
Bivacco Minazio
Presenza di blogger con videocamera al bivacco

Il bivacco si affaccia su un paradiso di nuvole, il Vallon delle Lede, nella zona dell'Agordino tra le Pale di San Martino.

Castelpietra vicino a Fiera di Primiero, con i contorni delle vicine Pale di S. Martino. Feudo del vescovo di Feltre per controllare la via che collega l´Agordino a Fiera (Passo cereda), pone fine alla sua dimensione militare dopo la distruzione ad opera dei Veneziani (1511).

GRAZIE MONTAGNA per avermi dato lezioni di vita,perché faticando ho appreso a gustare il riposo,perché sudando ho imparato ad apprezzare un sorso di acqua fresca,perché, stanco, mi sono fermato e ho potuto ammirare la bellezza di un fiore,la libertá del volo degli uccelli,respirare il profumo de la semplicitá,perché solo immerso nel tuo silenzio,mi sono visto allo specchio e spaventato ho ammessola mia necessitá di veritá e amore,perché soffrendo ho gustato la gioia della vettapercependo che le cose vere,quelle che portano alla felicitá,si ottengono solo con sforzo,e chi non sa soffrire,non potrá mai capire. (poesia di Battistino Bonali, tra i più grandi scalatori)

Nella piccola sala con un tavolo e panche si può comodamente mangiare. Nei pressi vi è anche una sorgente (segnalata dal bivacco) con acqua quasi sempre presente.
Stato d'animo: conquista.

"La montagna è selettiva. Se non sei ancora bene, se non stringi forte l'appiglio, ti scrolla giù e ti fa rotolare verso il mare. Opera una selezione severa: chi resiste agli scossoni resta lassù, chi si stacca scivola via. Ma forse è solo una questione di sensibilità. Se osservate i conoidi nei ghiaioni di montagna (vedi Val Monzoni ), noterete che le pietre più grosse e grezze, quelle dalle forme più grossolane stanno in fondo, sono rotolate giù, mentre la ghiaia fine, quella sottile e raffinata, è rimasta in alto, dove nasce la roccia." Tratto da "Le voci del bosco" di Mauro Corona

Stato d'animo: felicità.

Stato d'animo: stupore.
Stato d'animo: stupore.
Stato d'animo: guardare e cercare, esplorare oltre (lo stagno di rane).


Stato d'animo: soddisfazione  

Alle mie spalle pini-mughi. "La muga, o pino-mugo è la cattiva per eccellenza. Subdola di natura, cresce falsa e disonesta ed è anche rompiscatole. A differenza dell'agrifoglio, che tiene per sé la cattiveria come un vecchio lupo solitario, lei la dispensa a piene mani al prossimo. Come tutti i vili sta col branco e, al pari dei noccioli e dei sambuchi, trae forza dal numero. Provate a camminare in mezzo a un mare di mughe. Verrete percossi da infiniti colpi alla gambe e dopo un'ora lo spazio guadagnato sarà minimo. Vive in alta quota. Di lei appare solo un ciuffo verde poichè nasconde il tronco sotto terra dove si sviluppa anche per quindici metri. Il cuore e il corpo li tiene nascosti per non doverli donare agli altri. Il cuore e il corpo li tiene nascosti per non doverli donare agli altri. [...] Se la stringi ti dà l'idea di affidamento e a volte tiene. Ma se gli stai antipatico, e in un pendio ripido ti aggrappi a lei per tirarti su, ecco che ghignando fa crac e ti molla di sotto". Tratto da Mauro Corona "Le voci del bosco" e sperimentato di persona alle pendici del monte Pelmo.(il cui motto era "Salire in alto per aiutare chi sta in basso") "Grazie Montagna" che ho riportato qui e nel video, è anche fermarsi ad ammirare la meraviglia di un fiore ed altri piccoli mondi, quali quelli di un formicaio.
Si può raggiungere il bivacco dal parcheggio di Malga Canali (1302 m), da dove si parte anche per il Rifugio Treviso, per il sentiero 711 segnalato in modo esemplare.
Stavolta nella mia ascesi, ho curato ogni particolare, perchè la montagna come dice la poesia del famoso scalatore Battistino Bonali




Qualcuno sapientemente ha affisso "Grazie Montagna", poesia di Battistino Bonali che riportato prima, dentro il bivacco Minazio.
Preghiera della strada. Finalmente la route! Ho bisogno dello zaino e della pazienza del cammino. Ho bisogno di avere sete qualche volta di avere fame. Ho bisogno di piantare la tenda tutte le sere e di spiantarla tutte le mattine. Ho bisogno che tutto questo mi liberi dal dormiveglia e mi ridoni il gusto della vita. Ho bisogno del silenzio, dei pezzi di strada senza parole, per accorgermi che non devo avere paura di niente, neanche della mia debolezza, perché c’è un amore che mi ama sempre. Buona strada.

Ultima foto, quella a cui non posso sottrarmi, nonostante avrei preferito ometterla perchè mi vede in stati d'abbandono. Ma è la nuda e cruda verità, lo stato in cui ti riduce questo rosso Bivacco Minazio..comunista!.
Sciretti Alberto ore 21.00 a 30 anni getta la spugna, abbandonando pose trionfali. Si arrende alla montagna. Riprenderà i sensi, paralizzati dalla fatica del bivacco Minazio, tra le dolci pareti di casa.
"Gli alberi, sono come noi e noi siamo come alberi, ognuno con il proprio carattere, struttura fisica, fortuna e disgrazia. Osservando le piante, tutti ci possiamo riconoscere nell'una o nell'altra perchè anch'esse, come noi, possiedono una personalità, un modo di vivere, un'educazione, una cultura. Capiterà, allora, che l'uomo buono e generoso si riconosca nel cirmolo. il cocciuto nel carpino, il superbo nel noce, l'elegante nella betulla e così via. [...] Ogni albero ha una voce, un carattere, un uso. [...] Le liane sono le suore del bosco. Con critiana compassione vanno a visitare tutti gli alberi disgraziati. Di notte si arrampicano sul pioppo, lo accarezzano, lo consolano, gli tengono compagnia , e al mattino pregano per lui tra i suoi rami incerti. A volte egli è preso dalla disperazione, perde la pazienza, diventa cattivo e le maltratta scrollandosele di dosso. Succede spesso così: le persone buone che ci aiutano e ci vogliono bene vengono ripagate solo dai nostri insulti [...] Il pino, per via dei suoi rami fitti e spioventi è diventato l'ombrello sempre aperto, la tettoia sotto la quale ti rifugi quando scoppia il temporale. È naturale cercare riparo sotto i suoi rami, perchè comunicano qualche cosa di affettuoso e protettivo e la pioggia non riesce a penetrarli. Se ti intrufoli sotto un pino, troverai anche una scorta di fiammiferi e un letto per riposare. Infatti, egli depone a terra e preserva dall'umidità una quantità notevole di rametti minuscoli e barbe sottili, sempre secche e immediatamente pronte per essere accese. Quei fuscelli consentono di fare fuoco nelle situazioni peggiori" Mauro Corona, Le voci del bosco.


Il tempo di percorrenza, calcolato sulla vita sedentaria di un normale cittadino smidollato, è direttamente proporzionale al vostro allenamento e può variare tra le 3 e le 4 ore, visto che la salita è ripida e ardua (il cartello indica 2 h e 40 minuti)... ma le cose belle, come dice Platone alla fine dell' Ippia Maggiore, sono difficili.
(la foto è un po' schiacciata.... pare che stia scalando il Cerro Torre, comunque la salita è ripida e ardua)

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