domenica 14 febbraio 2010

Il lavoro è una droga che sembra una medicina: chiude il centro di ricerche GlaxoSmithKline, se ne va la Signora Ricerca

"Il lavoro è una droga che sembra una medicina" è una citazione di Thomas Lanier Williams, meglio noto come Tennessee Williams (1911 – 1983)
Mi ero abituato alla Glaxo. Tutte le volte che vado a divertirmi sul lago di Garda e lungo l'A4 passo a fianco al centro ricerche di neuroscienze, lo guardo e vorrei sfiorarlo con la mano, in un misto di ammirazione e rispetto: la Signora Ricerca è dentro e sta lavorando. Scivolo via costretto, vado a divertirmi sul lago, ma so che alle spalle la Signora Ricerca con i suoi "Cervelli" studia fenomeni come la depressione, l’ansia, la dipendenza da droghe, i disturbi del sonno. Non bisogna disturbarla, lei pensa ad un futuro migliore per noi e per i nostri figli, per la dignità dell'uomo.
Ho iniziato veramente a capire l'importanza di questi centri di ricerca visitando i laboratori di ricerca dell'Eth di Zurigo http://www.inesplorazione.it/2008/03/eth-zurigo-politecnico-di-zurigo-dove.html
Invece il più grande polo scientifico-tecnologico della regione, uno degli ultimi grandi centri di ricerca farmaceutica in Italia designato dal Gruppo come Centro di eccellenza in Drug Discovery per le Neuroscienze, che occupa 550 ricercatori (un terzo del totale: lo stabilimento di Verona conta 1.500 dipendenti) entro Dicembre 2010 chiude. La multinazionale inglese “GlaxoSmith Kline” (GSK) ha deciso di chiudere il centro di Ricerca di Verona, con ricadute enormi per la ricerca si pensi che la Glaxo ha attivi progetti con gli Atenei di Verona, Brescia, Genova, Roma, Ferrara e Macerata solo per restare in Italia. Questo è il risultato che si ottiene quando la politica abdica e cede il potere alla finanza; in questo caso il parossismo è che l'Azienda con lo scorso anno ha maturato utili per oltre 2 miliardi di euro, aumentandoli del 66% rispetto al 2008 – ottenendo in Italia svariati (sembra 24) milioni di euro di fondi pubblici proprio per sviluppare i suoi progetti di ricerca.

La sede di Verona della Glaxo
Una società dove la finanza non viene adeguatamente tassata (il livello di tassazione sulle rendite finanziarie in italia è al 12,5% mentre la media europea è tra il 20 e il 22%) e dove taluni investono e speculano sul fatto che la Borsa perda e quindi che delle aziende chiudano lasciando i propri lavoratori a casa, è una società senza futuro. Una società, come quella italiana fanalino di coda in materia, che non investe nella ricerca è una società senza futuro.
Il finale della solità nenia...: sembra che Gsk abbia aperto un centro ricerche che si occupa di neuroscienze in Cina. Il governo cinese ha praticamente regalato tutto, anche i primi cinquanta ricercatori. Che nenia.

Ho fotografato il sito web della GlaxoSmithKline (GSK) al 14/02/2010, che alla voce "Chi Siamo" ancora riporta quanto segue: "è una multinazionale farmaceutica, basata sulla ricerca, nata nel dicembre 2000 dalla fusione di Glaxo Wellcome e SmithKline Beecham. Con oltre 100 mila dipendenti, un fatturato di circa 33 miliardi di euro e una quota di mercato del 5,6 per cento, il gruppo si colloca al secondo posto nel mondo. La Ricerca e Sviluppo può contare su oltre 15 mila ricercatori che operano in Centri ricerca dislocati in vari paesi tra i quali: Belgio, Cina, Croazia, Francia, Giappone, Italia, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti. In Italia, dove è presente dal 1932, GSK occupa oltre 3.000 dipendenti e ha la sua sede principale a Verona, ove è presente anche il Centro ricerche che, con oltre 700 addetti, molti dei quali stranieri, è stato designato dal Gruppo come Centro di eccellenza in Drug Discovery per le Neuroscienze."

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Nel 2005, alla fine dei miei studi universitari nel campo farmaceutico, visitai il sito Glaxo di Verona con la speranza di poter trovare una possibilita` nel campo della ricerca farmaceutica, di cui Glaxo Verona, rappresentava uno degli ultimi esempi in Italia.
L`atmosfera molto accogliente dei ricercatori, l`entusiasmo delle persone, l`aria internazionale e impegnata che vi respirai mi avevano per un attimo lasciato illudere di una qualche possibilita` di lavoro.
Ma l`amara verita` mi venne comunicata durante la visita: c`erano gia’ da parecchio tempo voci che l`area di ricerca sarebbe stata chiusa o ridimensionata profondamente. Motivo? Costi elevati e nessuna nuova molecola arrivata al mercato prodotta da Glaxo Italia negli ultimi anni.
Seguendo la logica del mercato, quando le cose non vanno bene, cosa si fa? Si chiude baracca in Occidente e si va in un Paese dove i costi di ricerca e produzione sono decisamente minori come in Cina. Scrupoli non esistono. Chiudere una azienda farmaceutica storica e lasciare a casa centinaia di persone e’ ormai routine nella nostra societa’.
Vediamo oggi scomparire anche l`ultima grande multinazionale farmaceutica dallo scenario della ricerca italiana. E mi chiedo quale sia il destino di quei giovani ricercatori che ho conosciuto, pieni di entusiasmo ed energia e delle altre centinaia che hanno perso il lavoro. L`estero? Forse. Se per alcuni di noi l`estero era una opzione, diviene ora una necessita`.
In Italia se nel pubblico la ricerca soffre di tutti i mali del nostro paese (pochi fondi, gestiti in maniera scandalosa, assenza di meritocrazia...) nel privato (vedi anche chiusura del centro di ricerca Merck IRBM di Pomezia) si e’ estinta per ragioni economico-strategiche di multinazionali non italiane.
E in un paese in crisi come l’italia di questi anni, se nel pubblico la ricerca viene quotidianamente bistrattata, nel privato non si vede alcuna intenzione di riportare in vita la ricerca che invece nel resto dei paesi europei (in particolare Svizzera, Germania, Gran Bretagna) e’ uno dei filoni piu’ finanziati.
Una lezione che dovremmo imparare ed applicare nei confronti di questi colossi quale Glaxo: se Glaxo abbandona l`Italia, gli italiani dovrebbero boicottare i farmaci e prodotti di tale azienda e preferire quelli di provenienza italiana

Anonimo ha detto...

Sono uno studente di farmacia dell'università di Padova e ho ancora ben presenti le parole del rappresentante della Glaxo di Verona quando un paio di anni fa venne a parlarci della sua azienda durante un incontro studenti e mondo del lavoro.
Ci disse che per la nostra generazione un futuro nella Glaxo purtroppo era molto improbabile...e questo ben prima della notizia di pochi giorni fa dell'imminente chiudura della sede veronese.
Quando ho letto il giornale e ascoltato i tg non mi sono più di tanto stupito.
Era tutto preannunciato se lo sapevo io che ero all'epoca un semplice studente del terzo anno di Farmacia, ma tutti a partire dai politici si accorgono di quello che succede quando è ormai troppo tardi.
L'azienda Glaxo segue le logiche di mercato e decide di portare i suoi stabilimenti per produrre ricerca e farmaci per alleviare le sofferenze delle persone in un paese la Cina dove è facile "regalare tutto" a partire dalla manodopera quando sono negati i più elementari diritti delle persone.
E noi che facciamo?
Stiamo a guardare.

Anonimo ha detto...

E' in atto un totale ribaltamento dei valori.
Il valore della Ricerca inteso come bene a lungo termine sul quale vale la pena investire oggi per cogliere i frutti domani contro una logica di mercato basata sul tutto e subito; il valore della Dignità delle persone che passa attraverso il lavoro, lavoro che questi 500 dipendenti e come loro tanti altri stanno perdendo perchè la stessa cosa si può far fare ad altri ad un prezzo minore e con il massimo guadagno.
Tutto questo perchè non è più la Persona il centro nevralgico attorno al quale la società deve costruire e svilupparsi, ma il denaro che serve per arricchire pochi a discapito di molti.
Vergogna Vergogna Vergogna!!!

Stradella ha detto...

Che la finanza giochi un ruolo cruciale lo sappiamo da tempo. ma non è questa la causa. E' la inevitabile concorrenza delle condizioni che la Cina offre per certe aziende. ho amici che lavoravano alla IBM di Londra a cui è stato proposto di andare a Bombay o di prendere il "sack" e andarsene... non è solo un problema italiano. Detto questo io non piango più di tanto sopra le multinazionali produttrici di psicofarmaci. Rappresentano l'attitudine a incasellare l'essere umano in percorsi standardizzati e stereotipati sulla base di modelli di vita standaerdizzati dai mass media.

redazione ha detto...

Sulla concorrenza sleale della Cina, non so chi ti potrebbe smentire. Immettere in un qualsiasi mercato un prodotto frutto di schiavitù lavorativa significa drogare il mercato.
Quando parli di "multinazionali produttrici di psicofarmaci", l'accezione negativa ci può stare (aspirina=caramella), ma se oggi dal dentista non ho sofferto le pene dell'inferno è anche perchè qualcuno studia terapie contro i sintomi da dolore. Io parlo della Ricerca, sia chiaro.

Stradella ha detto...

Io ho studiato per quanto ho potuto il problema del rapporto tra medicina omeopatica (alternativa o - meglio - complementare ) e medicina allopatica (o tradizionale) . Sono arrivato a questa conclusione: la chiave di tutto è il tempo. E' inutile chiedersi quando arriva un paziente al pronto soccorso o con una grave patologia tumorale se usare la medicina omeopatica o allopatica. bisogna fare presto e non c'è tempo da perdere. si usano sedativi, anestetici e quant'altro la medicina ci offre e si opera in breve tempo. Se invece si deve intervenire con andamento cronico o con tempi molto lunghi allora bisogna mettere nel conto tutta una seie di effetti collaterali generalmente indesiderati che sono tipici della medicina "chimica" tradizionale. Il fatto che per la medicia omeopatica, in genere senza effetti collaterali gravi ( ma non sempre!) manchino le cosiddette spiegazioni "meccaniciste molecolari " è un falso problema. Infatti anche per le medicine chimiche tradizionali alla fine le spiegazioni ( come del resto per la Scienza in genere) non sono altro che "procedimento induttivo", cioè ricerca di andamenti comuni generali. Se un farmaco omeopatico funziona funziona e basta. Anche per certe medicamenti chimici non è noto il meccanismo preciso ma solo gli effetti. Sicchè la distinzione tra medicina chimica e alternativa è alla fine fittizia. Esistono secondo me medicine che funzionano e che non funzionano; con o senza effetti collaterali più o meno gravi. per quanto riguarda gli psicofarmaci sono un crimine contro l'umanità nella maggior parte dei casi, ma talune volte forse possono servire. la corretta applicazione dell'uso di un farmaco viene spesso alterata dagli interessi e dalla corruzione di coloro che la dovrebbero applicare.
PS mi fa piacere che non hai sofferto dal dentista...eheeh
Alfredo

Anonimo ha detto...

Caro Alfredo,

mi permetto di controbattere il tuo commento. Sono un ricercatore farmaceutico e mi occupo di sviluppare nuovi farmaci anti-tumorali. Sono dalla parte dei ricercatori glaxo (vedi 1 commento), sappi quindi che sono contrario al business sfrenato dell'industria farmaceutica.

La distinzione tra medicina classica ed omeopatia esiste ed e' chiarissimo.

Senza passare in rassegna le centinaia di farmaci esistenti, prendiamo in considerazione i farmaci piu' "forti": gli antitumorali. Ebbene, grazie ad essi si riesce a rallentare e in certi casi a curare il cancro
Esempio? leucemia mieloide cronica e' ora curabile [>imatinib]; lo stesso dicasi per alcuni linfomi [>rituxan], l`elenco dei successi farmaceutici in questo campo e' lungo.
Vogliamo parlare di malattia croniche: AIDS, i cocktail di terapie rallentano drasticamente la malattia, sebbene con effetti collaterali.

Bene, io non ho notizia [ti assicuro che io lo faccio di mestiere questo] di nessuno che trattato con farmaci omeopatici in caso di malattie acute o croniche che siano abbia avuto alcun beneficio

C'e' da fare una grossa distinzione tra medicina classica che si basa su farmaci ed omeopatia. E' vero, di alcuni farmaci non e' totalmente chiaro il meccanismo di azione (vedi paracetamolo), ma nella gran parte dei casi si conosce con esattezza azione del farmaco ed effetti collaterali nei minimi dettagli. I farmaci prevedono uno sviluppo preclinico in animali e clinico in esseri umani, con regole dure e restrittive che bocciano oltre il 95% delle molecole che entrano in studio. I farmaci che esistono sul mercato hanno 2 requisiti: efficacia comprovata rispetto al placebo e tossicita' nel limite della malattia [ad esempio per gli antitumorali la tossicita' tollerata e' generalemnte maggiore]. Ora la medicina omeopatica si basa su idee non scientificamente provate e non vi sono studi clinici (efficacia? tossicita'?). Che cos`e' un farmaco omeopatico? una sostanza, di natura chimica (ogni sostanza ha natura chimica!!), che puo' essere studiata scientificamente. Immaginiamo che esista un tal farmaco omeopatico che e' creduto avere effetti miracolosi per la cura del diabete: se io, come ricercatore, avessi il minimo sospetto di una possibile efficacia, effettuerei tutti gli studi del caso per scoprire come funziona e cercherei di convertirlo in farmaco vero e proprio al posto di spendere milioni di euro in ricerca. Ma la realta' e' differente: cio' che e' definito farmaco omeopatico e' una sostanza che non reca alcun beneficio (sara' magari per questo che non si vedono spesso effetti collaterali) in quanto non ha alcun vero principio al suo interno, la maggior parte del suo contentuo e' acqua e sali. L'effetto benefico che taluni osservano, si verifica come nel caso del placebo [l'essere curati da' un senso di benessere, sicurezza...] o e' frutto del decorso naturale positivo della malattia. L'omeopatia e' alla pari della preghiera, si basa su principi non scientifici. Ognuno e' libero di crederci. Tuttavia fornire cure omeopatiche in caso di malattie gravi o letali e' cosa criminale dal momento in cui esistono farmaci che sono dimostrati funzionare.

redazione ha detto...

Secondo me di fronte a patologie leggere conviene fare ricorso all'omeopatia,
in questo senso il farmaco omeopatico e' una sostanza che reca molti benefici (anche perchè non ha effetti collaterali e non indebolisce le difese immunitarie toccando corde che non vanno toccate), di fronte a gravi patologie è il buon senso che deve prevalere. L'omeopatia e' alla pari della preghiera dici, però quanto una preghiera può aiutare e quanto lo spirito di una persona è importante perchè la persona non si ammali?
Sul fatto di fornire cure omeopatiche in caso di malattie gravi o letali, la penso esattamente come te, cioè è cosa criminale proprio dal momento in cui esistono farmaci che sono dimostrati funzionare.

Stradella ha detto...

Da un po' non entro nel blog e me ne scuso. Le affermazioni del signor anonimo,( perchè dve stare anonimo poi?) denotano una sostanziale ingenuità metodologica e ha sostanzialmente frainteso ciò che dicevo. Lungi da me il dire che si debba preferire la medicina omeopatica a comunque qualunque medicina non convenzionale quando c'è un risultato a portata di mano ottenibile con la medicina allopatica. la omeopatia è peraltro solo una branca della cosiddetta medicina alternativa. Si basa sull' impiego di sostanze che sono ing rado di produrre sintomi analoghi a quelli della malattia , senza pero dare gli effetti della malattia stessa. E' nata ai primi dell'ottocento con Hanemann. I meccanismo dose - effetto dei farmaci tradizionali, si basa sostanzialmente, come tutta la scienza del resto, su un procedimento induttivo che va alla riceca di descrizioni generali a cui ricondurre fenomeni particolari. i meccanismi molecolari sono in realtà solo in parte conosciuti nella maggior parte dei casi. Si basano su ricostruzioni perziali di cio che avviene , o si suppone avvenga nella cellula. Cio che conta realmente alla fine è solo il risultato. Si vi è un risultato si consolida una prassi, altrimenti no. Conosci la differenza tra interpretazione e prassi? non c'è da un punto vista strettamente gnoselogico spiegazione che tenga di fronte ad una prassi. Una interpretazione di un meccanismo molecolare non vale nulla se non porta ad una prassi applicabile e non da risultati da un punto di vista clinico. Se un farmaco funziona, se cioè ci da un risultato accettabile ( mettiamoci poi d'accordo su cosa è un risultato accettabile) usiamolo e basta, che sia allopatico od omeopatico. se c'è gente che si fa truffare da spacciatori di farmaci omeopatici, quanta gente non c'è che viene truffata o danneggiata anche da farmaci ottenuti dalla farmacopea ufficiale. Alla fine la regola è solo una per qualunque tipo di farmaco. Se funziona bene, se non funziona amen!
Penso anch'io che una gran parte dei cosiddetti farmaci omeopatici siano in realtà acqua fresca. ma alcuni parrebbero funzionare bene. I due tipi di medici non si metono d'accordo e non si parlano perchè ciascuno ha da guadagnarci a rimanere ben distinto per conservare un' aura di ufficialità gli uni e di "esoterismo" gli altri. Senza contare poi gli interessi delle multinazionali farmaceutiche...anche quelle delle medicine cosiddette alternative oramai. le corrette prassi, anche nell'ambito della medicina allopatica in genere sono stravolta dall'opportunità economica e di immagine di entrambi i tipi di medici, ufficiali e "alternativi" .
Dobbiamo pur mangiare tutti no? anche i frequentatori dei blog..
Se poi passiamo ai cosiddetti psicofarmaci li , secondo me, arriviamo al vero e proprio crimine legalizzato. Adesso si vorrebbe addirittura classificare i bambini nelle scuole in varie categorie di psicotici appioppando loro degli psicofarmaci. E' successo.

Stradella ha detto...

http://www.youtube.com/watch?v=H4QpNtXBeck
Mi permetti di aggiungerti al blog questo brano di un grande compositore veneziano , poco noto ai più, attivo però in tutte le corti d'Europa. Antonio Caldara è stato ingiustamente dimenticato ma ora un paziente lavoro filologico sta riportando alla luce alcuni brani eccezionali... potresti fare una sezione dedicata alla musica di Venezia, oltre che alla sua storia...
...L'Arte è la consolazione della storia - diceva Mazarino capisco che non c'entra niente coll 'argomento in oggetto...magari aggiungi delle clips da u tube...

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