sabato 16 ottobre 2010

Ca' Foscari è diventata la lavatrice della reputazione per chi deve rifarsi un nome

La facciata dell'Università Ca' Foscari Venezia sul Canal Grande, con due cartelloni inseriti digitalmente dal sottoscritto e che mai vedrete nella realtà, perchè le baronie universitarie non possono permettersi di autoflagellarsi, autorizzando una comunicazione efficace come questa che possa dar modo di pensare alla società civile che qualcosa stia cambiando nelle Università italiane.
Venerdì 22 ottobre, alle ore 11, l’Università Ca’ Foscari inaugura in Auditorium Santa Margherita l’anno accademico 2010/2011. Sul palco ovviamente ci mancava un personaggio come Paolo Scaroni, Amministratore Delegato di Eni SpA che ha patteggiato 1 anno e 4 mesi perché, quand’era alla Techint, pagava mazzette al Psi in cambio di appalti dall’Enel. Berlusconi lo promosse presidente dell’Enel e poi dell’ Eni.
Prima dell'arrivo della tenda di Gheddafi a Ca' Foscari, Paolo Scaroni può essere un ottimo biglietto da visita secondo l'attuale Rettore, l'importante pare è tenere lontana Margherita Hack e tutti quelli come lei che non drenano denaro ma idee. La ricercatrice Francesca Coin ultimamente ha drenato idee, scrivendo alla Gelmini una lettera aperta ripresa da Repubblica appellandosi anche ad una orizzontalità nei rapporti sconosciuta in Italia e parlando del fatto che in questo paese l' autonomia di pensiero viene a volte considerata non tanto come una conquista sublime ma come un segno di arroganza precoce. La ricercatrice ha sapientemente parlato del fatto che nelle università italiane si trama (esiste il "tradimento") invece di valorizzare quei giovani che non hanno un nome, non hanno capitale, non hanno reti di conoscenza già intessute, non hanno potere politico. La ricercatrice illuminata ha così concluso: "Siamo preoccupati perché ci sembra che vi interessi di più il bene di pochi che il bene di tutti, e che Confindustria abbia più diritto ad entrare nella governance dell' Università di quanto quei giovani "capaci, meritevoli ed anche privi di mezzi" di cui parla la Costituzione abbiano diritto di studiarvi. Siamo preoccupati perché crediamo che in questo quadro fosco fatto di crisi economica, di precarietà e di crisi di governo non abbia senso dare prove di forza o perseguire un voto politico. Crediamo che il diritto all' istruzione in Italia sia in pericolo, e che sia nostro dovere proteggerlo oggi domani e sempre, sino a quando riusciremo a creare un' università aperta, orizzontale e di tutti."
L'articolo firmato Marco Travaglio comparso sull'Unità il 12 gennaio 2007
A Ca' Foscari ormai vengono tutti, le colazioni offerte non si contano più a tutti quei personaggi ambigui che devono riabilitarsi agli occhi della società e quindi hanno bisogno di usare quel poco di purezza che ancora emana quel magico tempio chiamato "Università" per poter ripartire ed accreditarsi come attori credibili. Magnifici cambiamenti climatici a Ca' Foscari , così ho chiamato quel periodo che resterà negli annali per le assidue frequentazioni indecenti che vedono bussare alle porte di Ca' Foscari i capitani d'industria e della finanza più spregiudicati: i successori di Giuseppe Volpi, conte di Misurata per intenderci. Una volta prima di aprire le porte si controllava la caratura etica e morale di chi bussava. Già perchè Ca' Foscari è diventata la lavatrice della coscienza e della reputazione per chi deve rifarsi un nome e ripresentarsi "candido" ("candidato") alla società civile come attore credibile; storie simili a quelle di Giancarlo Zacchello, portate alla luce da un articolo del Corriere della Sera firmato da Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella. 
Giochino di società di Marco Travaglio (27 Ottobre 2004). Confrontare questi tre lanci di agenzia, uno del 1996, l'altro del 2002, il terzo del 2004, e trovare l'eventuale errore.
  1. Il primo - un'Ansa da Milano del 22 febbraio 1996 - dice così: «Il vicepresidente della Techint, Paolo Scaroni, ha patteggiato la condanna a un anno e quattro mesi di reclusione per le tangenti pagate per gli appalti nelle centrali Enel. La sentenza è stata emessa dai giudici della sesta sezione penale del Tribunale di Milano. Scaroni era accusato di corruzione dal Pm Paolo Ielo per una serie di tangenti versate al Psi quando era amministratore delegato della Techint».
  2. Seconda agenzia Ansa, datata Roma 24 maggio 2002: «L'assemblea dell'Enel ha approvato le liste dei nomi proposti dall'azionista di maggioranza e da quelli di minoranza per il rinnovo del cda del gruppo, nominando alla presidenza - su proposta del Tesoro - Piero Gnudi. Nel pomeriggio è prevista la nomina di Paolo Scaroni ad amministratore delegato».
  3. Terza agenzia, stavolta dell'Adnkronos, datata 21 ottobre 2004: «Ecco l'elenco dei Cavalieri del Lavoro, nominati dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, su proposta del ministro delle Attività produttive Antonio Marzano, di concerto col ministro per le Politiche agricole Gianni Alemanno, con l'indicazione del settore economico e della regione di attività: (...) Paolo Scaroni (elettrica, Lombardia)».
Niente paura, non c'è nessun errore. Non ci sono casi di omonimia: il Paolo Scaroni promosso dal governo amministratore delegato dell'Enel e nominato Cavaliere del Lavoro su proposta dello stesso governo Berlusconi è lo stesso Paolo Scaroni che, quand'era vicepresidente della Techint, pagava le tangenti al Psi di Bettino Craxi e patteggiò la relativa pena di un anno e 4 mesi di reclusione davanti al tribunale di Milano. E non ci sono nemmeno errori di valutazione: in Italia un condannato (sia pure col patteggiamento) per tangenti non è ritenuto incompatibile con incarichi in un'azienda pubblica o semipubblica. Anzi. Prima di pagare le mazzette Scaroni ne dirigeva una privata: fu promosso a quella pubblica solo dopo che fu preso con le mani nel sacco e patteggiò la pena. Forse per dargli un'altra chance. Ora è arrivata la decorazione finale: il cavalierato del Lavoro dalle mani del capo dello Stato (ovviamente ignaro del suo pedigree). Una sorta di risarcimento all'incontrario, riservato al colpevole anziché alle vittime.

Appello per la trasmissione Anno Zero ed il giornalista Michele Santoro


Ho ascoltato l'appello del giornalista Michele Santoro ed ho fatto la mia parte. Il giornalista Michele Santoro, che piaccia o meno è stato reintegrato in RAI dal giudice del lavoro, dopo l'editto Bulgaro di Silvio Berlusconi, proprietario dell'azienda concorrente, che aveva tolto schifosamente all'azienda pubblica un'altra grande firma Enzo Biagi. Questo tira e molla è il segnale che nel paese la democrazia è diventata una coperta tirata da tutte le parti, un segnale molto preoccupante.
Michele Santoro, che piaccia o meno (le trasmissioni di Santoro hanno avuto un largo share televisivo in RAI e rappresentano dati alla mano il programma di attualità più visto in televisione, valorizzando così anche le entrate pubblicitarie dell'azienda pubblica) è l'ultimo giornalista rimasto a dare voce con forza al paese reale e a mettere in luce molti aspetti torbidi del paese, facendo parlare le voci emergenti e minoritarie. I disoccupati e i precari, le persone sofferenti, vedono in lui, la rivincita di tanti appelli inascoltati. Michele Santoro riesce a bucare quel velo di ipocrisia e di gomma, quella cortina fumogena innalzata tra il paese reale e quello raccontato attraverso i mass media tradizionali e dai politici. Michele Santoro ha detto "vaffanbicchiere"; l'attuale premier canzonando una donna dell'opposizione ha alluso ad una bestemmia.  Preferisco Michele Santoro. I giovani si stanno svegliando.

Cari amici, vi ringrazio per le adesioni al mio appello che sono già migliaia, ma dobbiamo ottenere il massimo del risultato. Quindi vi chiedo di raccogliere anche le firme di chi non usa internet inviandole contemporaneamente a questi indirizzi:

Il primo indirizzo è molto importante per avere il quadro completo delle adesioni raccolte. Potete utilizzare la formula seguente o un'altra con le stesse caratteristiche:
"Gentile presidente Paolo Garimberti, i sottoscritti abbonati Rai chiedono di non essere puniti al posto di Santoro e che Annozero continui ad andare in onda regolarmente."
Vi prego di seguire queste semplici raccomandazioni e di far girare la nostra sottoscrizione usando la rete perché è l'unica opportunità che possiamo gestire con le nostre forze. Un abbraccio
Michele Santoro

venerdì 15 ottobre 2010

Duri ai banchi, è arrivata l'era dell' "eBook" e l' "eReader" sarà il regalo del Natale 2010


Ho voluto fotografare con un screenshot il sito di http://www.edigita.it/ prima del lancio ufficiale previsto per il giorno 18 ottobre 2010. Edigita (Editoria Digitale Italiana), la prima piattaforma digitale italiana dedicata esclusivamente alla distribuzione degli eBook, il libro digitale.
 
L'era del libro digitale è arrivata. "Duri ai banchi" vi dico. "Duri" è un modo di dire che tuttora viene usato a Venezia, e deriva dal grido "Duri ai banchi!" che invitava i vogatori delle galere a reggersi saldamente ai banchi di voga nell'imminenza di uno speronamento. Con il termine eBook si intende un'opera letteraria monografica pubblicata in forma digitale e consultabile mediante appositi dispositivi informatici.  State già storcendo il naso lo so. Questa storia degli eBook (contrazione di electronic book), non va giù a nessuno. La prima smorfia su un viso intelligente, potrebbe crearsi al pensiero che i nuovi supporti digitali non garantiscono come il libro cartaceo la conservazione delle informazioni per lunghi periodi di tempo, la conservazione badate del patrimonio collettivo delle civiltà (fate sempre delle copie in più memorie fisse di tutti i documenti, mail, foto alle quali siete legati da una qualche forma di ricordo sentimentale, perchè la morte digitale esiste ed arriva quando meno te l'aspetti!!!!!). Dall'altro qualcuno sta pensando emozionato a tutti quegli alberi che grazie a questo marchingegno infernale non verranno più abbattuti. Ancora una volta comunque ci toccherà capire ed adeguarci alle imposizioni della tecnologia per non restare indietro. Già, perchè non se lo aspettava nessuno che Amazon, compagnia di commercio elettronico statunitense,  annunciasse il sorpasso delle vendite di ebook sui libri cartacei.
Immagine di un magazzino di Amazon. Il futuro. Quale futuro.
La diffusione dell’ebook, che sta procedendo più rapidamente del previsto, erode negli U.S.A le vendite dei volumi tradizionali. Il 20 luglio 2010 il Corriere.it se ne usciva con l'articolo "Gli ebook superano i libri di carta"; poi  "Stieg Larsson è il primo scrittore da un milione di copie vendute sul Kindle, il lettore di libri digitali di Amazon." Insomma, che ci piaccia o no dobbiamo farcene una ragione: il dvd è nato come arricchimento della videocassetta ma poi le videocassette sono scomparse e ora anche Blockbuster sta fallendo. La comodità, semplicità d'uso ed ergonomicità degli ultimi dispositivi di lettura in commercio (in particolare quelli con schermo e-ink, una tecnologia di display progettata per imitare l'aspetto dell'inchiostro su un normale foglio) rendono il mercato degli eBook sufficientemente maturo per potersi sviluppare notevolmente e modificare gli assetti dell'editoria classica.

La quota di mercato del libro digitale negli Stati Uniti è stata nel 2009 inferiore al 2% e secondo le previsioni crescerà fino al 15-20 per cento entro il 2015. Edigita, di cui facevo cenno sopra, prevede che il mercato italiano possa raggiungere almeno i 60-70 milioni di euro nel 2015 con una quota non inferiore al 4-5%. Nella sintesi del Rapporto 2010 sullo stato dell'editoria presentato dall'Associazione Italiana Editori (AIE) alla Fiera del Libro di Francoforte ai primi di Ottobre 2010, si evince, oltre al fatto interessante che le donne leggono più degli uomini (51,6% contro il 43,6%), che "il nuovo fenomeno degli e-book che, secondo le stime, valeva nel 2009 lo 0,03% del mercato complessivo (1,1 milioni di euro) già a Natale 2010 raggiungerà la quota dello 0,1% sul totale (3,4 milioni di euro)". Insomma, il lettore di eBook (eReader) sarà il regalo del Natale 2010, basta dirlo e già aumento di un vagoncino il treno del consumismo.

domenica 10 ottobre 2010

Gli alberi hanno un cuore che può sanguinare

Nel parco nazionale di Masoala in Madascar, un taglialegna abusivo mette a nudo il cuore del legno di rosa (una varietà di palissandro). Sono centinaia gli ex agricoltori e abitanti delle città che invadono il parco, guadagnando meno di 5 euro al giorno per abbattere un albero che ne frutterà migliaia. Nel giro di poche ore si abbatte un albero che magari aveva messo radici 500 anni prima. I taglialegna rimuovono con le asce tutta la parte esterna del tronco finché rimane solo il caratteristico cuore violaceo. (Fonte National Geographic: vedi reportage)
Leggendo Mauro Corona, si può imparare ad abbracciare gli alberi. Leggendo il National Geographic e precisamente questo reportage , ho visto come gli alberi vengono letteralmente uccisi ed il loro cuore sanguina. In Madascar, la quarta isola del mondo per superficie (585 mila chilometri quadrati), ha 90 per cento della flora e della fauna che sono endemiche, e non si trovano in nessun altro luogo del pianeta: orchidee, piante carnivore, aquile serpentarie, sfolgoranti camaleonti di Parson o lemuri come il vari rosso.

Il “viale dei baobab”, vicino a Morondava, è area protetta dal 2007, ma è anche l’unico tratto sopravvissuto di una fitta foresta abbattuta per fare spazio ai campi coltivati. (Fonte National Geographic: vedi reportage)
Lo spettacolo extraterrestre di enormi baobab con i tronchi a forma di carota possono bene identificare una bellezza unica e indimenticabile. Noi, dall'alto della nostra vorace società consumistica che ci vede consumare un litro di benzina per andare ad acquistare un litro di latte, non possiamo giudicare la disperazione quotidiana dei malgasci, anche perchè ignoriamo deliberatamente il loro dramma preferendo occuparci di gran lunga dei particolari macabri della storia di Cogne, Erba, Garlasco, Avetrana, etc. Il malgascio medio vive con circa un dollaro al giorno. Nel giro di poche ore si abbatte un albero che magari aveva messo radici 500 anni prima. Il danno alla foresta è di gran lunga più grave della perdita del prezioso legname: per ciascuno di quei ceppi di legno di rosa vengono abbattuti quattro o cinque alberi dal tronco più leggero, con i quali viene fabbricata la zattera che porterà il pesante ceppo a valle.  I cinesi, con la loro fissazione per il legno di rosa, sono i maggiori acquirenti.

(Fonte National Geographic: vedi reportage)

Un "pullulare di bande organizzate scatenate in una corsa sfrenata al disboscamento, alimentata anche dall’insaziabile appetito di legname degli approvvigionatori cinesi, che nel giro di pochi mesi hanno importato dalle foreste del Nord-Est del paese legno di rosa per un valore di circa 160 milioni di euro." (Fonte National Geographic: vedi reportage)


Video by Alberto Sciretti

sabato 9 ottobre 2010

Federico Aldrovandi ha vinto la sua battaglia grazie all'amore ed alla tenacia dei suoi genitori

Il 29 febbraio del 2008 mi ero unito anch'io convintamente alle migliaia di appelli alla Giustizia per Federico Aldrovandi chiedendo con forza un rinnovamento nelle polizia di stato italiana che ancora si deve affrancare del tutto dalla cultura arbitraria del manganello sfasciateste. Lo Stato ha riconosciuto, in un accordo tra le parti raggiunto all'inizio di Ottobre 2010, alla famiglia di Federico Aldrovandi, ragazzo ucciso a Ferrara durante un controllo di polizia il 25 settembre 2005, quasi due milioni di euro, ammettendo sostanzialmente la propria responsabilità, nelle persone di Paolo Forlani, Luca Pollastri, Enzo Pontani e Monica Segatto per aver ecceduto nel loro intervento, infierendo sul giovane in una colluttazione imprudente usando i manganelli che poi si sono rotti, ammanettandolo a pancia in giù con le mani dietro la schiena, posizione che avrebbe causato un'asfissia posturale.
Di questa storia rimarrà il ricordo per una giovane vita spezzata ed il coraggio e la grinta di due genitori che non hanno creduto alla versione fornita inizialmente dalla polizia ed hanno quindi cominciato a raccogliere prove e testimonianze arrivando a pubblicare in un blog su Kataweb le foto del figlio massacrato pur di rendere evidente l'ingiustizia.

I tre ramoscelli verdi

Crocifissione è un dipinto di Andrea Mantegna, datato 1457-1459 e conservato nel Musée du Louvre di Parigi Il dipinto a mio parere può rappresentare il concetto schizzofrenico della pena di morte nella Storia.

C'era una volta un eremita che viveva in un bosco ai piedi di un monte e trascorreva il suo tempo in preghiera e opere pie; e ogni sera portava ancora due secchi d'acqua su per il monte, per amor di Dio. Quell'acqua dissetava molti animali e ristorava molte piante, perché‚ sulle cime soffia sempre un vento forte che prosciuga l'aria e la terra; e gli uccelli selvatici, che temono gli uomini, roteano su in alto nel cielo, cercando un po' d'acqua con l'occhio acuto. E poiché‚ l'eremita era tanto pio, un angelo del Signore, visibile al suo sguardo, lo accompagnava su per il monte, contava i suoi passi e gli portava da mangiare, quando egli aveva finito il suo lavoro; come quel profeta che per volere di Dio era nutrito dai corvi. Quando l'eremita, nella sua santità, era già arrivato a un'età venerabile, gli accadde un giorno di vedere da lontano un malfattore condotto alla forca. E disse fra sé: "Ha quel che si merita!". La sera, quando portò l'acqua sul monte, l'angelo, che solitamente lo accompagnava, non apparve, non gli portò da mangiare. Allora egli si spaventò, interrogò il suo cuore, pensando a quale colpa potesse avere commesso, dato che Dio era in collera; ma non lo sapeva. Non mangiò né‚ bevve, si gettò a terra e pregò giorno e notte. E una volta che piangeva amaramente nel bosco, udì il canto soave di un uccellino; allora si afflisse ancora di più ed esclamò: "Come canti felice! Il Signore non è in collera con te. Ah, se tu potessi dirmi come l'ho offeso, perché‚ ne faccia ammenda, e il mio cuore si rassereni!". Allora l'uccellino si mise a parlare e disse: "Hai avuto torto nel condannare un povero peccatore condotto alla forca; per questo Iddio è in collera con te. A lui solo spetta il giudizio. Ma se vuoi fare ammenda e pentirti del tuo peccato, egli ti perdonerà". Ed ecco gli apparve l'angelo con in mano un ramo secco e gli disse: "Devi portare questo ramo secco fino a quando ne spunteranno tre verdi ramoscelli; e di notte, quando vuoi dormire, lo metterai sotto il tuo capo. Mendicherai il tuo pane di porta in porta e non passerai due notti sotto lo stesso tetto. Questa è la penitenza che ti impone il Signore. Allora l'eremita prese il pezzo di legno e tornò nel mondo, che non vedeva da tanto tempo. Non bevve e non mangiò nulla all'infuori di quello che gli davano di porta in porta. Ma molte preghiere non erano ascoltate e molte porte rimanevano chiuse, sicché‚ spesso per interi giorni egli non riceveva neanche una crosta di pane. Una volta era andato di porta in porta da mattino alla sera, nessuno gli aveva dato nulla, nessuno voleva accoglierlo per la notte; allora egli andò in un bosco e trovò finalmente un grotta da cui era stata ricavata una casa; e dentro c'era una vecchia. Egli disse: "Buona donna, ospitatemi in casa vostra per questa notte!". Ma ella rispose: "No, non posso, anche se lo volessi. Ho tre figli che sono cattivi e crudeli: se tornano dalla loro scorreria e vi trovano, ci ammazzano tutt'e due". L'eremita disse: "Lasciatemi restare! Non faranno nulla ne a voi ne a me". E siccome la donna era caritatevole, si lasciò convincere. Così l'eremita si coricò sotto la scala e mise il pezzo di legno sotto il suo capo. A quella vista, la vecchia gliene domandò la ragione ed egli le raccontò che lo portava sempre con sé‚ per penitenza e di notte lo usava come cuscino. Aveva offeso il Signore perché‚ vedendo un povero peccatore che andava al supplizio, aveva detto che se lo meritava. Allora la donna si mise a piangere e gridò: "Ah, se il Signore punisce solo per una parola, che sarà mai dei miei figli, quando compariranno a giudizio davanti a Lui?". A mezzanotte tornarono a casa i briganti con strepito e fracasso. Accesero un fuoco, e quando le fiamme illuminarono la grotta, ed essi videro un uomo coricato sotto la scala, andarono su tutte le furie e gridarono alla madre: "Chi è quell'uomo? Non ti abbiamo forse ordinato di non accogliere nessuno?". La madre disse: "Lasciatelo stare, è un povero peccatore che fa penitenza". I briganti domandarono che cosa avesse fatto, e gridarono: "Vecchio, raccontaci i tuoi peccati!". Il vecchio si alzò e narrò come, con un'unica parola, avesse tanto peccato che Dio si era adirato con lui, e ora egli doveva espiare questa colpa. I briganti furono così colpiti dal suo racconto, che ebbero orrore della loro vita passata, si ricredettero e, sinceramente pentiti, incominciarono a scontare la loro colpa. Dopo aver convertito i tre peccatori, l'eremita tornò a coricarsi sotto la scala. Ma al mattino lo trovarono morto; e dal legno secco, sul quale posava il capo, erano cresciuti tre ramoscelli verdi. Il Signore lo aveva di nuovo accolto nella sua grazia.

L'educazione alla vita, passa attraverso il racconto di fiabe, come quella riportata, in quel periodo delicato della nostra vita che si chiama infanzia.
Gli autori di questa fiaba sono due fratelli che inseparabili fin da bambini, vissero e studiarono e scrissero insieme per tutta la loro vita. Il maggiore dei fratelli Grimm, Jacob (1785-1863) era il più ostinato e severo; il secondo, Wilhelm (1786-1859) il più gaio e il più poeta. Ma le fiabe che i Grimm scrivevano erano quelle che le mamme  e le nonne tedesche raccontano ai bambini, e che esse hanno imparato a loro volta dalle loro mamme e nonne.

venerdì 8 ottobre 2010

Chiedono la pena di morte, perchè sono più bestie della BESTIA?

La pena di morte non è una pena. Si contesta l'omicidio per commetterne un altro, egualmente arbitrario. Illogico. Ti uccido perchè tu hai ucciso.

L'esecuzione capitale è un atto intrisecamente delittuoso: l'ordinamento che lo prevede non rispetta la condizione della propria validità. Per fortuna l'articolo 27 della Costituzione italiana comma 4: "Non è ammessa la pena di morte". Nessuno tocchi Caino, insomma. A questo punto, posto che ignorantia legis non excusat, chiedono la pena di morte violando la Costituzione italiana, perchè sono più bestie della BESTIA?

Medioevo \ Barbarie

giovedì 7 ottobre 2010

Bleating advertising on Ryanair flights after cabin crew check

Video by Alberto Sciretti

After "cabin crew check" (nice sound), please shut up and let us relax. Stop to the bleating advertising on Ryanair flights. Thank you.

Dopo l'intrigante annuncio "cabin crew check", lasciateci rilassare e spegnete quel gracchiante belato pubblicitario sui voli Ryanair. Grazie.

23/09/2010 - Alberto Sciretti. Sono perplesso dopo aver ascoltato la gracchiante pubblicità martellante su un conveniente volo Ryanair. Sui voli si vende di tutto, si fa per dire dagli orologi (del baffo?) ai gratta e vinci (i numeri di vanna marchi?). Ma il viaggio non doveva essere rilassante? Ho capito, è solo conveniente, "low cost".

martedì 5 ottobre 2010

Pungoleresti un leone con un punteruolo in ferro per un pubblico pagante? La natura è indomabile.


Due leoni, dopo chissà quali angherie e una vita triste sostanzialmente innaturale lontana dalla loro savana,  hanno attaccato un domatore durante uno spettacolo circense a Lviv in Ucraina. Il domatore Oleksie Pinko, per quanto zoppicante con una gamba insanguinata, forse impossibilitato a battere in ritirata e cercando di riprendere il controllo dell'arena con la violenza colpisce con un punteruolo in ferro un leone, scatenando l'aggressività naturale del felino che trova sostegno in un compagno. I leoni ce l'avevano unicamente con il domatore, ignorando gli addetti del circo che si adoperano per fermare i leoni con getti d'acqua e bastonate in attimi scioccanti, mentre i felini attaccano il domatore. Il domatore, che ha rischiato di essere lettaralmente sbranato, è stato azzannato più volte alle braccia. Pinko è stato portato in ospedale dove è stato operato d'urgenza. Ora è in condizioni giudicate stabili. Ora ha conosciuto un vero leone.


Questo è l'attacco naturale di un leone. Lo pungoleresti con un punteruolo in ferro per far divertire un pubblico pagante?

lunedì 4 ottobre 2010

L'art.21 della Costituzione non vale per un libraio che sostiene di amare Milingo

Se passasse Francesco Totti e scrivessessimo "I love Milito" (attaccante Inter) succederebbe qualcosa?

Ma come, in questi giorni in tutta la rete non si fa che parlare della bestemmia del premier Silvio Berlusconi e la censura dello Stato cosa fa, si materializza con forza con un povero libraio borbottino, Salvatore Rizzuto Adelfio, che rivendicando il ruolo del libraio come operatore culturale, aveva esposto nella propria libreria "AltroQuando" uno striscione ironico con scritto I love Milingo, in concomitanta con la visita del Papa a Palermo ed il relativo adiacente passaggio.  La Costituzione vigente, così all'art. 21 Art. 21 co.1: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. L’opera censoria delle forze dell’ordine pare lesiva della libertà democratica di espressione del pensiero e per questo la rete è insorta parlandone, anche con riferimento alla contemporanea bestemmia del premier.


"Pazzesco. Ho visto il video della Digos che fa una irruzione stile rogo nazista dei libri del '33. Non so se aver più timore di rapinatori o se della Polizia. Il fine settimana a scodinzolare dietro dietro il papa... La settimana scorsa a manganellare studentini (detto con affetto... ho 50 anni) di 16/18/20 anni a Torino. Dopo che li avevano già bastonati in altre città. Bastoni per chi a Napoli protesta per evitare l'ennesima discarica a 300 mt da casa, dato che ha già 3 malati di cancro in casa...Bastoni per chi protesta per la chiusura degli stabilimenti. Bastoni... bastoni... bastoni...Brutti segnali" Tratto dal Blog di Beppe Grillo.

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