giovedì 17 marzo 2011

Professori universitari senza infamia e senza lode.


È notizia di qualche giorno fa, che Sir Howard Davies, rettore della London School of Economics, si sia dimesso affermando: “I am responsible for the School’s reputation, and that has suffered.” Ha riconosciuto che la reputazione dell’istituzione ha sofferto, in relazione alla lauta donazione ricevuta nel 2009 da Saif al Gheddafi, nominato dottore di ricerca in quella medesima Università l’anno precedente, con una tesi pare copiata.
Anche le Università italiane erano anni che  vergognosamente fiutavano l'affare e  si sono prodigate nel tentativo di conferire la laurea honoris causa addirittura al capostipite Gheddafi. Già, quello che ormai accomuna il sistema universitario italiano è la proliferazione del modello di professore eticamente disturbato. Dante li definirebbe come « coloro / che visser sanza 'nfamia e sanza lodo » e proprio con questo modo di dire, credo si possano definire quei professori universitari che, pur avendo avuto la fortuna di acquisire tutti gli strumenti culturali a spese della pubblica collettività, non hanno voluto mettersi al servizio della società civile in questo particolare e delicato frangente storico, promuovendo un rinnovamento etico del sistema universitario che potesse alimentare comportamenti virtuosi e contrastare quindi lo smantellamento dell'istruzione pubblica. Per dirla in soldoni, il dilagare del modello di professore eticamente disturbato ha favorito l'opera  di questo Governo, di completo depotenziamento del sistema universitario. Un danno irreparabile per le future generazioni, si pensi solamente al fatto che nell'anno accademico 2009/2010, gli immatricolati (cioè coloro che si sono iscritti per la prima volta a un corso universitario) sono calati del 2,3 per cento. Ciò significa più potenziali partecipanti narcisi ai casting di "Amici" e ai provini per diventare tronisti e partecipanti al "Grande Fratello". Più ignoranti in circolazione, vere e proprie schegge ubriache al volante. 
Magnifico, Illustrissimo, Amplissimo, Egregio..l'ipocrisia nelle Università.
L'Università che conosco meglio, Ca' Foscari a Venezia, nel 2009 ha tentato di riparare a questo "vergognoso" ritardo storico, tentando il conferimento della laurea honoris causa ad una eminenza grigia, Giancarlo Zacchello, in presenza di un contemporaneo ed "opportuno" investimento finanziario di 800.000 euro, erogato dall’ente pubblico capitanato dal medesimo. Un maledetto articolo, “Un malloppo val bene una laurea”, comparso sul Corriere della Sera e firmato da Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, ha interrotto bruscamente questa "trasparente ed innocua transazione" tra enti pubblici. Il Rettore della medesima università, Prof. Carlo Carraro, si è attivamente impegnato nel corteggiare Paolo Scaroni, invitandolo a tenere la lectio magistralis all’inaugurazione dell’anno accademico 2010/11. Costui, Amministratore Delegato di Eni S.p.A., ha patteggiato 1 anno e 4 mesi perché pagava mazzette al PSI in cambio di appalti dall’Enel e siede al momento con il Rettore nel Consiglio di Amministrazione delle Assicurazioni Generali. Tale Cda è presieduto da Cesare Geronzi, per il quale in questi ultimi giorni i pubblici ministeri hanno chiesto otto anni di reclusione nell’ambito del processo per il crack del gruppo Cirio. L’Università si è risparmiata una possibile lectio magistralis di una ricercatrice vecchia e noiosa come Margherita Hack. Chi se ne frega, diranno i cafoscarini narcotizzati, se sia emerso da uno studio-pilota dal titolo "Finanza e armamenti: le connessioni di un mercato globale" realizzato dall’Osservatorio sul Commercio di Armi (Os.C.Ar) di IRES Toscana – Istituto di ricerche Economiche e Sociali, che le Assicurazioni Generali hanno acquistato quote di aziende che producono armi nucleari (210 mila euro), bombe a grappolo (160 mila) ed altre tipologie di armi controverse (370 mila) (Valori, n.78, Aprile 2010). In questo particolare frangente storico, accettiamo tutto.
Avendo il medesimo Rettore apertamente appoggiato a mezzo stampa la riforma della Gelmini e svolto diligentemente i compiti per casa assegnati dal ministro, addirittura in anticipo rispetto allo stesso iter d'approvazione della Riforma, ha favorito in modo geniale l’istituzione Ca’ Foscari che è riuscita a guadagnarsi il secondo posto nella classifica delle università italiane stilata dal Ministero. Ruby Rubacuori pare che abbia chiesto 5 milioni di euro, Ca’ Foscari ha ricevuto in incentivi più del doppio. Schei, non parole al vento come queste. È un ottimo risultato in questi tempi difficili, se si pensa a ciò che pare abbia dovuto dare in cambio la ragazza minorenne, la propria "dignità", e dall’altro invece la trascurabile perdita percepita di reputazione della nostra istituzione anche per aver spalleggiato il ministro del governo Berlusconi, Mariastella Gelmini.  “Chi se ne frega”, avrebbero detto nel 1931 quei 1251 professori universitari, tra i quali soltanto 12 si opposero al giuramento di fedeltà al Fascismo, perdendo la cattedra; chi se ne frega, se adesso i cugini dello IUAV se la vedono male e se la Riforma complessivamente prosciuga le casse del sistema universitario nel suo insieme. Anche nel prostituirsi ci vuole uno stile e Ca’ Foscari è la prima della classe, l’esempio di una nuova università d’elite. 
A proposito, Gheddafi cerca attualmente sul mercato mercenari pronti a sostenerlo. Visto il momento di difficoltà, paga benissimo e velocemente. Visto che questo Rettore si occupa di fund raising e fortunatamente non è tormentato da pletorici dubbi etici, forse è il caso di sondare il terreno, c’è petrolio che potrebbe finanziare la cattedra più traballante, guarda a caso quella di etica economica.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Più in generale, negli Atenei italiani c'è davvero l'esigenza di intervenire con riforme che riescano ad eliminare i problemi creati dalle lobbies dei baroni universitari. Ma questo aspetto è stato affrontato dalla riforma Gelmini introducendo una lobbie su tutte: il comando attribuito ad una sorta di manager aziendale, azzeramento della democrazia e della partecipazione.

Anonimo ha detto...

Negli atenei Veneziani "IUAV" Architettura è un'esempio chiaro del servilismo imperante,di Docce.....enti che hanno fatto il brutto e cattivo tempo. Carriere rase al suolo nonostante anni di studio e di sfruttamento.............per garantire la massima .....posizione al loro em inentissimo deretano......accomodato sempre diligentemente dai " baccia pile..........Ci vuole una bella rivoluzione istituzionale che porti fuori dalle aule questa vergogna

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