giovedì 22 ottobre 2009

Le Università Italiane nelle mani di KION S.p.a. tramite Esse3 e U-gov: la fine della logica e la nuova dipendenza economica

Questo articolo descrive passo dopo passo la consegna dell'apparato gestionale delle Università Italiane nelle mani di una Società per Azioni, KION S.p.a. , azienda praticamente a "monopolio legale" omogenizzante, che nei prossimi anni potrebbe interferire pesantemente nell' apparato che sottende alla cultura italiana, cultura che secondo gli artt. 9, 33 e 34 della Costituzione e l'art. 6 della L. 168 del 1989 sarebbe invece assolutamente libera e promossa da Università, Enti pubblici autarchici, che proprio per la loro intrinseca natura, giammai dovrebbero ritrovarsi subalterni o soggetti a dipendenza economica (art. 9 legge n.192/1998) verso una Società per Azioni, un pescecane da un fatturato complessivo infatti di 34.238.747 di Euro (quadriennio 2004-2007). Queste cifre infatti trasformano la "Costituzione culturale" in una "Costituzione Commerciale" e l'autarchia dell'Università, cioè la capacità di amministrare i proprio interessi, non è più pura ma compromessa alla logica di interessi privati non certamente pubblici. Gli aspetti amministrativi e di gestione connessi alla "autonomia organizzativa", esplicitamente prevista dall'art.6 della L. 168 del 1989, vengono consegnati nelle mani di.. U-GOV il sistema informatico integrato per la governance degli Atenei progettato da KION S.p.a. Il Leviatano è il nome di una creatura biblica. Dal punto di vista allegorico, il Leviatano rappresenta spesso il caos primordiale, la potenza priva di controllo. In matematica il numero del Leviatano è definito come 10 alla 666!. É un numero estremamente grande, molto maggiore del numero di particelle nell'universo. Kion ha intrapreso questa strada, trasformando procedure informatiche semplici in un cervellone leviatano.


Esse3 un software gestionale per la gestione della "Segreteria e dei Servizi agli Studenti" è commercializzato da KION S.p.a e viene utilizzato al momento dalla maggior parte delle Università Italiane.

Una interpellanza parlamentare della Seduta n. 173 del 7/5/2009 al Ministero dell'ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA, inizia questa lunga storia raccontando di come Cineca sia sulla carta un Consorzio Interuniversitario nato senza scopo di lucro formato da 37 Università italiane, da alcuni Centri di Ricerca e dato importantissimo, dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca - Miur , con una convenzione sottoscritta in data 14 luglio 1967.
IL LOGO DEL CINECA
Il Cineca è attualmente retto da uno statuto, che nella sua versione originaria è stato approvato dal Presidente della Repubblica il 13 ottobre del 1969. Nel 2005 lo statuto è stato modificato, per adeguare i principi costitutivi delle attività alle nuove esigenze del Paese; all'Ente pertanto è stata riconosciuta personalità giuridica di diritto privato, continuando ad essere sottoposto a vigilanza ministeriale (articolo 1 comma 2 dello Statuto). Le risorse finanziarie del Consorzio provengono, in modo maggioritario, dal Ministero dell'università e della Ricerca. Gli scopi del Cineca, come risulta dall'articolo 3 dello Statuto, sono volti a soddisfare specifiche finalità di interesse generale non aventi carattere industriale o commerciale. Con più di trecentocinquanta dipendenti, opera nel settore del trasferimento tecnologico attraverso il calcolo scientifico ad alte prestazioni, la gestione e lo sviluppo di reti e servizi telematici, la realizzazione di sistemi informativi articolati e complessi per il trattamento di grandi quantità di dati. Sviluppa applicazioni e servizi avanzati di Information Technology, svolgendo il ruolo di trait d'union tra la realtà accademica, l'ambito della ricerca pura e il mondo dell'industria e della Pubblica Amministrazione. Ad un certo punto il Cineca, con una nuova politica di Governance, che non si capisce come possa convivere con la sua natura di Consorzio senza scopo di lucro, incominciò a partecipare direttamente a svariate società di capitali con il medesimo Amministratore Delegato, tra cui Kion Spa, società controllata pertanto da Cineca, che dall'Ente riceve commesse del valore di milioni di euro; il paradosso che Kion S.p.a è rappresentata dal medesimo Direttore del Cineca, Dott. Mario Lanzarini, amministratore delegato il quale ai sensi dell'articolo 12 dello Statuto del Cineca ha, tra l'altro, "compito di direzione e vigilanza di ogni attività del Consorzio"; nell'interpellanza parlamentare della Seduta n. 173 del 7/5/2009 presentata da Raisi Renzo per la prima volta pubblicamente si discute di una possibile esistenza di un conflitto di interessi anche nella determinazione del prezzo delle commesse della Kion Spa con il Cineca; la Kion Spa presenta nel quadriennio 2004-2007 un fatturato complessivo infatti di 34.238.747 Euro, presumibilmente tutti riferibili a commesse con Cineca e consorziati costi per servizi esterni pari a 12.800.356 Euro; parrebbe pertanto che la dirigenza Cineca, così facendo (ossia tramite l'acquisto delle quote di una società commerciale) avesse trasferito su una società esterna le proprie commesse.

Il Processo di Bologna è un processo di riforma a carattere europeo che si propone di realizzare entro il 2010 uno Spazio Europeo dell'Istruzione Superiore. Vi partecipano al momento 46 paesi europei.
KION è un’azienda creata da Cineca per la progettazione e la realizzazione di applicazioni e soluzioni a valore aggiunto nell’area dei sistemi informativi per le università. KION opera in particolare nell’area dell’amministrazione e della didattica e dei servizi per gli studenti e i docenti. I software gestionali attualmente commercializzati ESSE3, il Sistema per la gestione della "Segreteria e dei Servizi agli Studenti" (ESSE3 viene ufficialmente presentato agli Atenei italiani il 26 Ottobre 2001). Il mercato al quale KION si apre è dunque costituito in primis dagli Enti cui istituzionalmente si rivolge CINECA e quindi dagli Atenei italiani che hanno l'obbligo di adeguarsi alla nuova normativa ministeriale e che rappresentano il target del progetto ESSE3.

Dal 2002 in poi, la storia commerciale di KION è storia di conquista delle Università Italiane, a poco a poco infatti tutte si sono affidate a Esse3 dando inizio a una nuova era in termini di costi delle commesse sulle piattaforme informatiche. Dal 2001 ad oggi, KION è arrivata a servire 64 università di diversa dimensione (dalle piccole alle grandi in termini di numero studenti e facoltà) e "vocazione" (tradizionali e telematiche). Di recente KION si sta proponendo addirittura anche all'estero con il progetto K2E (Kion to Europe).

C'è solo un piccolo problema: Esse3 e U-Gov sono rispettivamente il Caimano divoratore e il Leviatano entropico che divorano semplicità per rendere comprensibile il tutto solo ai loro consulenti; qualsiasi ragionamento lineare e banale deve scontrarsi ora con una mentalità esclusivamente tecnicista proiettata in un mondo abnorme e mostruosamente complicato al punto che solo i consulenti KION possono mettere mano al codice sorgente (questo mondo ben è rappresentato dalle pagine 6 e 7 di questa tesi di laurea su Esse3); gli interventi dei consulenti normalmente si sà generano fatturazioni e quindi non è quantificabile il costo che le Università si dovranno accollare nei prossimi anni.... presumibilmente tante fatture da decine di migliaia di euro quante saranno le modifiche da apportare al sistema gestionale, visto che le Università ora dipenderanno in tutto e per tutto da KION e i loro dipendenti pubblici addetti, già additati da organi dello Stato al pubblico ludibrio come fannulloni, se anche chiedessero della formazione adeguata contribuirebbero a "spennare" la propria Università con 500 € a persona per corso di formazione.

I costi ufficiali dei corsi di formazione sul sito della società KION S.p.a , che nel quadriennio 2004-2007 ha fatturato complessivamente 34.238.747 Euro

In Facebook è nato un gruppo per la chiusura di Esse3 definito come "incasinatissimo, inutile, sistema informatico universitario". In questa lettera ufficiale così gli studenti dell'Università degli Studi di Salerno definivano ancora nel Dicembre 2006 Esse3: "Con la presente vogliamo esprimere tutto il nostro sdegno per quanto riguarda i problemi legati all'utilizzo della piattaforma ESSE3. Sin dal primo momento in cui è stata utilizzata nelle nostre Facoltà, tale piattaforma ha arrecato grossi disagi agli studenti che noi abbiamo l'onere di rappresentare. I problemi più frequenti riguardano operazioni che dovrebbero essere immediate, basti pensare alle prenotazioni on-line degli esami da sostenere oppure alla compilazione o modifica dei piani di studio. Molto spesso, quando l'autenticazione va a buon fine, il malcapitato studente che vuole apportare delle variazioni al proprio piano di studio deve solo incrociare le dita e sperare che la piattaforma riesca a caricare le modifiche [...] Ancor più drammatica è la situazione relativa alle prenotazioni degli esami on-line; abbiamo infatti verificato che gli studenti incontrano grosse difficoltà nell'effettuare la prenotazione degli esami da sostenere perchè non risultano presenti nell'elenco degli esami da selezionare. [...] la piattaforma "ESSE3" si è rivelata un vero e proprio disastro. [..] La piattaforma "ESSE3" rappresenta la negazione di tutti i princìpi base dell'ingegneria del software ".


Ma mentre a tutti i problemi tecnici c'è un rimedio, il danno irreparabile arrecato alle Università è anche nei costi: "nuovo cervellone informatico costato 700 mila euro (più 200 mila l’anno per la manutenzione)" di queste cifre si parla in questo articolo della Stampa. Questi costi sono insostenibili alla luce dei pesanti tagli e dei sottofinanziamenti di cui soffrono attualmente le Università italiane; sono soldi sottratti alla Ricerca e al diritto allo studio delle nuove generazioni. L'Italia, che sta involvendo, continua infatti a non investire nell'istruzione e nella ricerca.
L'aspetto più grave è che nel rapporto tra le Università Italiane e KION S.p.A. potrebbe palesarsi una possibile violazione della legge n.192/1998 "Abuso di dipendenza economica", che disciplina la subfornitura nelle attività produttive".
A norma dell’art. 9 della suddetta legge infatti, “si considera dipendenza economica la situazione in cui un'impresa sia in grado di determinare, nei rapporti commerciali con un'altra impresa, un eccessivo squilibrio di diritti e di obblighi. La posizione di dipendenza è valutata tenendo conto anche della reale possibilità per la parte che abbia subito l'abuso di reperire sul mercato alternative soddisfacenti”. L’intento della regolamentazione coincide con la protezione di tutti quei soggetti di mercato, imprese o singoli consumatori, che versano in una situazione di “debolezza”, rectius scarso potere contrattuale, nei confronti di altri soggetti, che, al contrario, occupano quelle posizioni che la stessa legislazione definisce “dominanti”. In sostanza le Università si ritroveranno a dipendere a caro prezzo in tutto e per tutto da questa società che tramite Esse3 e U-Gov gestirà, in una posizione dominante monopolistica, il flusso informatico delle carriere di tutti gli studenti universitari italiani.

Non resta che monitorare questa pagina web http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_16/showXhtml.Asp?idAtto=12034&stile=6&highLight=1 dalla quale si evince che l'iter dell'INTERPELLANZA 2/00376 è in corso e che l'attuale delegato a rispondere all'interpellanza sarà il MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 14/07/2009.



C'è una misura nelle cose; vi sono precisi confini, oltre i quali e prima dei quali non può sussistere il giusto. La verità renderà più libere le Università.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Analisi molto lucida. Sei in grado di risalire anche a quanto spendevano le università prima di Cineca per gli stessi servizi? E' interessante fare il confronto se no sono solo numeri sparati a caso alla Berlusconi! Il numero messo li non ha significato se non si hanno termini di paragone.

p.s. Unico neo nell'analisi: Torino può avere anche speso 700.000 euro e 200.000 in manutenzione ma non per Esse3 o Ugov dato che sono gestiti in Hosting a Cineca. Come dicono i film americani.....bisogna verificare le Fonti ma alla Stampa forse non guardano la tv.

redazione ha detto...

Non ho nulla da aggiungere rispetto a quanto si allude nell'interrogazione parlamentare http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_16/showXhtml.Asp?idAtto=12034&stile=6&highLight=1 . Le verifiche mediante analisi comparative dei costi e dei rendimenti, il corretto utilizzo delle risorse pubbliche, valutazioni costi\benefici ed i confronti che mi chiedi spettano di competenza agli Organi di vigilanza appositi dell'Ente pubblico, alla Corte dei Conti, al Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato etc.
Certo è che se esistono bilanci di Amm.ni dello Stato che pur dovendo tendere al pareggio si ritrovano con buchi di bilancio di decine o centinaia di migliaia d'euro (vedi Università degli Studi di Siena http://lanazione.ilsole24ore.com/siena/2009/02/14/151568-buco_bilancio_universita.shtml), qualcosa negli apparati di controllo non funziona. A tal proposito, al giorno d'oggi le assicuro che funzionano più i blog... Proprio per questo ho scelto di mettere in evidenza in questo post, gli aspetti politici e non un mero elenco di cifre, peraltro disponibili nelle delibere dei vari Cda degli Atenei italiani
Tutto ha un costo, ma se una piattaforma informatica di un Ente culturale equivale alle entrate contributive di 250 studenti e inoltre funziona come una macchina a vapore dove continuamente perchè non si inceppi qualcuno deve gettarci carbone o chiamare un consulente esterno, allora c'è da chiedersi cosa stiamo facendo delle nostre Università, della loro macchina organizzativa la cui efficienza ed efficacia è indespensabile per non proiettare la vita universitaria dello studente in un girone infernale. Se a questo si aggiunge il fatto che negli ultimi anni le riforme universitarie del Ministero, hanno agito come un bisturi su un paziente già compremesso non intervenendo sui problemi endemici che conoscono ormai tutti, la frittata è pronta.

Anonimo ha detto...

Do you know about the bird? The bird is the word!!!

Anonimo ha detto...

Per avere cifre precise basta scaricare i verbali dei consigli di amministrazione degli Atenei.

Ad esempio Padova ha stanziato nel 2008 oltre 2.400.000 Euro per Essetre (compresi i primi tre anni di canone - fino 2012) e pagherà ulteriori canoni per 337.000 Euro l'anno. Oltre al costo di un dirigente a contratto (Ing. Francesco Manzoni), che per seguire l'installazione per 10 mesi costerà oltre 100.000 Euro. Oltre ai 174.000 Euro già spesi nel 2007.

Totale spannometrico: 2.760.000 Euro. Iva compresa.

Vedi verbali del cda del 15/10/2007, del 28/04/2008 e del 22/03/2010. Da notare che in alcuni verbali si parla di software Esse3 di CINECA (ma lo vende Kion).

http://www.unipd.it/organicollegiali/index.ht

NOTA BENE: nel 2004, lo stesso Ateneo aveva deciso di sviluppare l'applicativo al proprio interno. Per questo aveva staziato e ha speso cifre considerevoli (circa 2 milioni di Euro pe aggiornare i sistemi informatici e sviluppare il software). Questo progetto (Giano) è stato abbandonato nel 2007 in favore di Esse3, con delibera del Senato Accademico del 25/06/2007. Nella stessa seduta, il Prof. Calimani aveva evidenziato un maggiore costo di Essetre nei 10 anni di circa 4 Milioni di Euro, sconsigliando l'acquisto.

Anonimo ha detto...

io ci lavoro su esse3 e potrei dare cifre ecc... devo dire che ha dei costi molto alti, ma bisogna valutare anche le funzionalità coperte. Solitamente i sistemi precedenti ad esse3 avevano costi equiparabili e funzionalità ridotte. In più bisogna assolutamente considerare il costo del personale informatico che opera per la gestione del sistema, l'assistenza e che segue i progetti di implementazione di nuove funzionalità.
Il ragionamento è più complesso delle singole cifre.
Rimane il fatto che non esista concorrenza, quella che c'è è troppo scarsa ed è triste non vedere nuovi competitor sul mercato che si occupino di questo settore molto redditizio viste le cifre e visto che è lo stato che paga. Magari paga in ritardo ma paga sempre!.
Speriamo che ci salvi un progetto opensource, idee ce ne sono parecchie si tratta di trovare i capitali per iniziare lo sviluppo e un paio di atenei che ci credano, secondo me nella PA dovrebbero essere usati solo software open, non solo per un discorso economico, ma per un discorso etico di risparmio e condivisione dello stesso bagaglio di conoscenze tra gli enti dello stesso settore. Questo ci farebbe spendere sicuramente meno in tasse e avremmo più qualità nei servizi, il problema è farlo capire al nano che dirige il ministero...

redazione ha detto...

Anche l'Antitrust ora vuole vederci chiaro sulla posizione dominante del Consorzio Cineca nella gestione informatizzata degli atenei, praticamente in assenza di concorrenza.

In questo articolo di Repubblica,
http://www.repubblica.it/scuola/2010/10/08/news/cineca_antitrust-7863248/?ref=HREC2-4

si sottolinea "un altro aspetto che ha spinto l'Autorità ad interrogarsi sulla potenziale portata anticoncorrenziale della fornitura software Cineca/Kion riguarda la natura stessa del servizio: si tratta, infatti, di un prodotto informatico con licenza a codice sorgente chiuso. Insomma: l'utente finale, in questo caso l'ateneo che lo acquista, non può modificarlo "in proprio" ma - per personalizzare e modulare il sofware in base alle proprie specifiche esigenze - deve necessariamente rivolgersi, a pagamento, agli sviluppatori di Kion, "la software factory" di Cineca fin dal 2001 (come sottolineano sul loro sito istituzionale). E la concorrenza? Praticamente non esiste: il principale competitor detiene una quota del 3%, tutti gli altri insieme un modesto 1% e le università che auto-producono e gestiscono in proprio il software d'ateneo dal 2001 si sono costantemente ridotte e oggi si contano ormai sulle dita di una mano."

Anonimo ha detto...

E mandare tutta questa documentazione a "Report" ? Forse sarebbe ora di scoperchiare questa fogna una volta per tutte!

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