lunedì 3 ottobre 2011

ITALIA GAME OVER. Lascio l'Italia per non raddoppiare l'amarezza.

Alberto Sciretti in una foto recente del 29 Settembre 2011
Chi mi ha conosciuto o chi mi legge tra le righe può percepire quanto io ami quel dono meraviglioso che è la vita. Ho sempre vissuto intensamente e guardo al mio passato con gioia; nessun rimpianto, nessun rimorso. 
Questo entusiasmo innato che credo mi contraddistingua non può tuttavia impedirmi di riflettere sul fatto che il mio paese, l'Italia, ha imboccato un tunnel senza uscita. A questa considerazione sono arrivati oramai praticamente tutti ed è il leitmotiv del momento.   A crederci sono rimasti gli illusi cronici. Siamo di fronte letteralmente ad una nave che si appresta ad affondare per una falla che ha squarciato lo scafo, il debito pubblico.  Da sempre in questo blog, molto prima dell'arrivo della tempesta, ho parlato a chiare lettere del debito pubblico italiano, fino a caricare esplicitamente un video "Grazie ai politici italiani per il nuovo record di 1753 miliardi di euro di debito pubblico" il 17 settembre 2009 in cui ho accusato esplicitamente la politica italiana di "aver schifosamente indebitato le nuove generazioni". Nessuno mi ha mai querelato per questo. Semplicemente è la verità, dimostrabile in qualsiasi tribunale del mondo. Io non ho paura. Chi non ruba non conosce la paura. Da allora niente è cambiato ed il debito è aumentato fino a sfiorare i 2000 miliardi di euro. Ora io, come altri giovani, ho due alternative. Rimanere o andarmene. Pagare il conto di ciò che non ho bevuto, o andarmene lasciando che paghi chi  ha bevuto stoltamente. Rimanere, significa comunque, in un modo o nell'altro, farsi contagiare amaramente  dall'amarezza di un naufragio annunciato. Andarsene significa rinascere altrove. Secondo voi cosa ho scelto? Sono abituato a dare un seguito alle mie parole. Se dico che questo paese affonderà, bisogna anche che mi allontani in una scialuppa. Non c'è nessuna medicina per l'Italia, perché esattamente come successe nel periodo fascista, gli italiani sono nuovamente compromessi. Non c'è più nessuno in Italia che abbia l'autorevolezza per far capire agli italiani che se stiamo affondando ciò si deve ad un loro malcostume generale diffuso di stampo mafioso, che è sempre stato assolto a suon di condoni. Visto che inseguo da sempre la mia felicità e non ho alcuna intenzione di intristirmi perché gli italiani sono diventati sempre più mafiosi (rimando ad un mio post "Lo spirito della mafia"), ho scelto di allontanarmi per un bel po' di mesi. Poi vediamo. Intanto, in esplorazione.

Eccomi in alcuni momenti di spensieratezza a Gardaland tra il 2004 ed il 2006. Ora bisogna andarsene dall'amarezza Italia che si è adoperata per intristirsi. GOODBYE MALINCONIA

domenica 2 ottobre 2011

In esplorazione sul Monte Baldo, dai grandi prati alla tavola. A pranzo picnic al grande albero, a cena tutti a mangiare da Maria.

Picnic al grande albero, a qualche centinaia di metri dalla malga Dossioli. Siamo in Trentino, quindi in un posto così suggestivo una mente illuminata ha deciso di posizionarvi un tavolo per permettere la piena fruibilità di questo angolo di paradiso.
Ieri, per il secondo sabato di seguito, mi sono recato sul Monte Baldo con tanto di ultima cena da fine del mondo da Maria al Rifugio Monte Baldo. Menù fisso a 15 euro euro per tornare in pianura ruttando dalla soddisfazione. Piatti trasognanti per dimenticare la crisi della pianura. Stavolta furbescamente mi sono giocato la carta "recensione". Ora vi spiego.
Alberto Sciretti, al grande albero sul Monte Baldo
Mentre servivano i primi, ho avvisato di aver lasciato questa recensione su Google map; non so come mai ma dopo averlo detto le mie porzioni già schifosamente abbondanti sul mio piatto trabordavano e mi veniva continuamente proposto il bis. Ruffiano? Io ho scelto di esternare e condividere sempre il mio parere. La condivisione delle proprie opinioni permette al tuo prossimo di ponderare meglio le proprie decisioni secondo le proprie necessità.  Amo questo paese, nonostante stia per lasciarlo; quando in esplorazione scopro luoghi incantevoli o come nel caso di Maria incontro persone che sanno fare il proprio mestiere a regola d'arte, condivido tale gioia nella speranza che altri dopo di me possano provare quelle emozioni. L'egoismo è un sentimento che non mi appartiene. La condivisione è il futuro. Proprio ieri sul Monte Baldo scuotevo il capo. In occasione del passaggio del Giro ciclistico della Padania i trogloditi  hanno riempito di scritte, "Padania libera", "W BOSSI" "Trento libera" la strada che da Avio porta a San Valentino. L'unica sensazione negativa della giornata. L'egoismo può confinarti nell'ignoranza (chi ha scritto  "Trento libera" non ha dato uno schiaffo all'Italia, ma alla propria intelligenza, visto che si può dire tutto tranne che il Trentino non sia già abbastanza autonomo). Perché alla mattina ed al pomeriggio scorazzavo libero in alcuni prati del monte Baldo? Non posso rispondere direttamente a questa domanda. Già lo feci con il video "le regole ingiuste vanno infrante" ma posso delegare questa foto scattata il giorno seguente a rispondere in modo esauriente. Il resto, spetta a voi scoprirlo.
Le mazze di tamburo chiuse si possono aprire come dei fiori, se vengono colte con il gambo e tenute in un bicchiere pieno d'acqua. Proprio ieri sera al rifugio monte Baldo le ho mangiate alla milanese, con la solita sensazione di mangiare vere e proprie  bistecche saporite.  

venerdì 30 settembre 2011

Il Diritto Amministrativo? è diventato per lo più inutile, farraginoso e ridondante come l'apparato statale italiano.

Questa estate ho studiato Diritto Amministrativo. Mentre lo Stato Italiano affondava, soffocato dal suo debito e da un apparato asfissiante, e veniva commissariato dalla Bce, sono sceso nei meandri infernali di una disciplina che si è ingrassata tanto quanto le maglie della pubblica amministrazione andavano allargandosi negli ultimi decenni. In fuga dalla semplicità, il diritto amministrativo ben guidato da esperti burocrati e dalla dottrina (che usando una specie di leva dottrinale ne ha moltiplicato l'incomprensibilità) è stato condotto verso il mondo dell'astratto, dove potevano agire indisturbati gli strumenti finanziari più fantasiosi. Regioni, Province e Comuni hanno incominciato ad indebitarsi ed a fallire sotto i colpi bassi dei derivati, delle cartolarizzazioni, del project financing e mettici pure tutto ciò che sfugge a chi non è ancora disturbato. Da sempre sostengo che ciò che diventa incomprensibile all'intelligenza di un cittadino medio è di per sé inutile. Se perfino il sistema delle regole sfugge alla comprensione del cittadino, provate ad immaginare a quali costi per renderlo comprensibile (intermediari) ed al rischio che si crei una casta di burocrati autoreferenziale. Il diritto amministrativo è diventato talmente astruso che perfino i luminari che trattano quotidianamente la materia hanno dimenticato che non è importante la quantità ma la qualità. Ho dovuto studiare tale disciplina su  Elio CasettaCompendio di Diritto Amministrativo, Giuffré, Milano, 2010 (ISBN 88-14-15975-0), testo d'esame adottato dai Proff.ri Gherardo Bergonzini e Alessandro Calegari in servizio presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli studi di Padova. Di libri nella mia vita ne ho letti tanti ma un libro così tremendamente fumoso, arrangiato alla meno peggio, con almeno 65 errori di battitura che ho segnalato all'Editore è il segno che si è raggiunto il limite. Gli errori di battitura dimostrano la superficialità di un prodotto arrangiato alla meno peggio ("Decima edizione riveduta e aggiornata"?) e che perfino il redattore della casa editrice si è sottratto al supplizio della lettura. Immaginate di dover studiare 560 pagine dove la materia ostica viene presentata in modo macchinoso e pieno di errori di battitura. Ti girano le scatole e ti prometti di vendicarti condividendo tale orrore. Il Diritto Amministrativo viene spalmato infatti in 560 pagine (un "Compendio"?) dove i vari istituti vengono presentati in modo contorto in una sorta di elenco della spesa incolore. Chi ha curato il compendio non si è preso la cura di sottolineare l'importanza di un istituto rispetto ad un altro, di operare una selezione funzionale alla comprensione dello studente. Se ognuno di noi si mette a scrivere un concetto senza impegnarsi affinché sia facilmente comprensibile dal proprio prossimo   interrompiamo il ciclo della comunicazione.  Ho speso 42 euro per un libro pensando che fosse stato confezionato a regola d'arte e mi sono ritrovato in libreria un compendio inutile, vomitato in 560 pagine. Un sermone che non trasmette nulla e che non lascia nulla. Chi ha scritto questo libro si è impegnato ad utilizzare un linguaggio vetusto (ad es. stituire pag.144, pervasività pag. 7, delibare pag. 451, etc.) senza mai sforzarsi di adottare quegli accorgimenti essenziali affinché il lettore annettesse gli istituti principali. 

In esplorazione al Lago di Fimon sui monti Berici.

Uno scorcio del lago di Fimon sui Monti Berici
Ho scattato appositamente queste foto alla fine del luglio 2011 per poterle condividere. Voglio ripagare questo posto di tutte le emozioni che in questi anni mi ha dato. Già, il lago di Fimon sui monti Berici è uno dei posti a cui sono più affezionato. Da sempre meta agognata di gite fuori porta dei vicentini è un posto particolarmente amato dai giovani. La valle che ospita lo specchio d'acqua riflette tutto il suo colore verde sullo specchio d'acqua dimostrando di non essere stata ancora completamente antropizzata. La sensazione infatti di chi arriva al lago è quella di entrare in un angolo di pace, un altro mondo lontano anni luce dal caos del pianeta terra.

Una panchina in grado di confortare lo spirito
Batterie di motorini rumorosi di compagnie in esplorazione raggiungono lo specchio d'acqua ad ondate per conquistarlo. Vicenza sembra lontana. Pescatori assorti scrutano le vibrazioni delle canne da pesca. Due innamorati si dichiarano sul molo. Le anitre starnazzano. Gli sportivi ci girano attorno correndo o pedalando. Dalla pizzeria un leggero vocio di chi si sta gustando un gelato ai mirtilli caldi. Giovani scapestrati del posto in un dialetto volgare rivendicano l'appartenenza alle "giovani brigate" della valle di Fimon sempre pronte a nuove avventure alla Huckleberry Finn. Per tutti questi particolari amo questo posto.

Rilassante. Armonico. 
Le alture che si affacciano sul lago hanno conservato un aspetto selvaggio.

Il bar pizzeria "Al Lago" con la propria terrazza proiettata nel lago ti permette di volare sugli specchi. Già, perché a furia di passeggiare sul lungolago la fame si può far sentire. Cosa c'è di meglio di una buonissima pizza fumante in uno scenario da favola? Io alla sera mi sono sempre fermato a gustarmi la loro pizza squisita. Dicendo squisita intendo che è una delle pizzerie dove la pizza è letteralmente un'arte. Durante il giorno coppe gelato. Ho lasciato questa recensione su Google Maps perché le emozioni vanno condivise.  


Lungolago.

Il lungolago, chiuso al traffico, permette rilassanti passeggiate che ristorano lo spirito. Il luogo ideale per portarci la persona che amate e dichiararle tutto il vostro amore. Per questo quando ti viene chiesto "Ti va di andare al lago di Fimon?", qualcosa di certo bolle in pentola. Eh, l'Amore..   l'Amore.. e c'è anche chi continua a chiedersi quale sia lo scopo di questa vita. Altre foto che ho scattato sono visibili in questo album.

mercoledì 28 settembre 2011

Ecco perché il leone delle Assicurazioni Generali non ruggisce più. Le gazzelle non si fanno più mangiare. Tutto quello che gli azionisti non possono sapere.

Il leone delle Generali non ruggisce più. Questa frase ad effetto riassume in poche parole l'inesorabile declino a cui questo mastodonte italiano andrà incontro. Non fatevi ingannare dagli inviti ad investire nella solidità di chi dichiara al momento di avere una capitalizzazione inferiore al valore del proprio  patrimonio immobiliare. La verità è che da anni ormai nella compagnia assicurativa più grande d'Italia si annida il bacillo della decadenza. Il fetore dell'infezione aveva attirato perfino Cesare Geronzi, diventato presidente del gruppo.  Analizziamo nel dettaglio questa cancrena. Tutto ciò che gli azionisti non possono sapere. 1) Per troppo tempo l'organizzazione produttiva dedita alla raccolta dei premi è stata letteralmente formata a sbranare la gazzella (il cliente). La formazione dei consulenti assicurativi è avvenuta a suon di slides che proiettavano Ferrari prospettando fantomatici guadagni, attraverso un meccanismo provvigionale denominato rappel. Una sorta di superiorità felina del consulente assicurativo rispetto al cliente preda. Tu sei il leone, chi entra nel tuo ufficio è una gazzella. Anche Vanna Marchi si era circondata dei telefonisti più aggressivi ma la sua storia è finita male. La Compagnia ha sempre premiato attraverso i propri ispettori di produzione quei consulenti più scaltri ed aggressivi che garantissero una lauta raccolta di premi. A nessuno ha importato come avvenisse questa raccolta e se alla lunga potesse intaccare il sentiment nei confronti della compagnia. Il sentiment di migliaia  di clienti che sono entrati a contatto con consulenti "aggressivi" è pertanto allo stato dei fatti negativo. Un danno irreparabile. 2) È opinione comune che le Assicurazioni Generali siano care; ora vai tu a togliere dalla testa della gente questo tarlo. Anche questo è un danno irreparabile. Perfino tra le compagnie assicurative on-line RC auto  Dialogo (Gruppo Fondiaria Sai) è molto più conveniente di Genertel (Generali). Se finora i clienti più affezionati erano disposti a pagare qualcosa in più pur di restare sotto l'ombrello protettivo del Leone, ora di fronte ad una crisi senza precedenti guardano semplicemente al prezzo meno caro. Che il leone rimanga pure a bocca asciutta! 3) Le Generali hanno adottato una politica del personale alla lunga fallimentare. Se la sede centrale di Mogliano Veneto si può paragonare ad un carrozzone statale con migliaia di impiegati, a causa della gestione familiare adottata spesso sulla base di raccomandazioni, la rete commerciale ha visto un ricambio continuo di personale con tassi di turn over patologici. C'è stato un abuso degli stages e delle borse di studio. La Compagnia ha optato per un continuo ricambio del personale perché nei primi mesi un neoassunto garantisce con l'entusiasmo il massimo della propria prestazione (basti pensare che con l'entusiasmo assicuri parenti e la cerchia di amici) e poi tende ad adagiarsi. Questa ricerca ciclica e spasmodica di personale commerciale ha intercettato giovani lampadati ruspanti in giacca e cravatta, spesso neolaureati entusiasti accalappiati attraverso annunci spot come ho già dimostrato in un precedente post. Costoro a migliaia, ora si aggirano per l'Italia raccontando la loro esperienza lavorativa deludente: un banchetto spartano ed una sedia, l'elenco telefonico ed un telefono con cui introdursi in modo scomposto nelle case degli italiani. 
La Storia delle Assicurazioni iniziata nel 1831 è destinata pertanto a ridimensionarsi; semplicemente non hanno avuto rispetto per il cliente, la gazzella; questa ora non solo non si fa più mangiare dal leone ma neanche finisce per sbaglio brucando in una agenzia delle Assicurazioni Generali. 
Il leone è stanco. Migliaia di consulenti assicurativi delle Generali, esausti dopo anni di lavoro in cui veniva a loro chiesta sempre  maggiore produzione, vengono ora abbandonati dalla Compagnia andando ad ingrossare le fila di quel sentiment negativo che è quanto di più deleterio per un S.p.A, in una società dove si condividono nei social network le proprie esperienze. 

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