mercoledì 16 marzo 2011

Il fotovoltaico nel 2010 è stato l'unico grande boom economico

C'era la corsa all'oro, nel 2010 c'è stata la corsa al pannello solare (costruito in cina). L'oro ora scorre sui tetti di capannoni, pensiline, fabbriche e case e proprio nella mia regione, il Veneto, contende il terreno alla coltivazione dei cereali (in alcune zone un ettaro coltivato rende 1000-1500 euro, con i pannelli 4000 euro). Siamo arrivati con diversi anni di ritardo (a fine 2009 la Germania produceva otto volte l'energia solare italiana!), ma guardando ai numeri dell'anno 2010 non c'è che da riconoscere l'unico grande boom economico: oltre 100 mila impianti installati, quasi 2.000 megawatt attivati, circa 900 milioni di incentivi pubblici erogati, almeno 20 mila posti di lavoro. La Germania non ci vede più, almeno sulla produzione di energia solare. La concezione aulica italiana del seminativo a pannello arriva idealmente a concepirlo come "serra ombraria", sotto il quale si possono coltivare fragoline e funghi.

Pannelli fotovoltaici sulla barriera fonoassorbente sull'autostrada del Brennero all'altezza di Isera.
Il fotovoltaico a terra dovrebbe infatti essere connesso per legge con le attività agricole e la sua installazione andrebbe destinata prima di tutto a sostituire coperture in amianto o eternit, prendendo due piccioni con una fava. Gli italiani si sono lanciati nella più grande corsa all'oro, attraverso il tam tam del cosiddetto "conto energia" il contributo per chi installa pannelli fotovoltaici. Una corsa pioneristica, che ovviamente ha bisogno di essere regolamentata, se si è arrivati al paradosso che i terreni agricoli sono diventati terreno di  conquista del fotovoltaico. La Lombardia ha il maggior numero di impianti, mentre la Puglia vince la sfida per potenza installata. Il Veneto ora è la terra di conquista, con la provincia di Padova in pole position. Per vedere le foto più salienti del fotovoltaico italiano clicca qui.

martedì 15 marzo 2011

Quanta energia in Giappone veniva buttata fuori dalla finestra?


Una considerazione sul dramma epocale che sta conoscendo il Giappone. Voglio farlo a partire dall'immagine che ho riportato, che ritrae un solo incrocio della megalopoli Tokyo. Mi chiedo quante decine di centrali nucleari debbano servire, quando le idee ed i principi, che delineano un limite superato il quale non può sussistere il giusto, vengono anestetizzati dalla mera richiesta convulsa di una società consumistica, divoratrice in modo effimero di energia.
Al popolo giapponese chiederei più spirito critico; in questI ultimi anni i giapponesi hanno accettato passivamente di trasformarsi in maschere antismog a passeggio senza battere ciglio e senza domandarsi quale fosse la loro direzione ed il loro futuro. In questa immagine ho cercato di rendere l'idea.
In questo senso abbisogniamo tutti di una Rivoluzione. Una società senza spirito critico, che non rifletta sui propri stili di vita e non li sappia mettere in discussione è un formicaio anestetizzato, guidato dai grandi schermi dove compare il sorriso incantatore di un qualche Berlusconi di turno.

mercoledì 9 marzo 2011

Kevin Richardson ed i suoi 39 leoni hanno in comune l'ISTINTO

Kevin Richardson alle prese con un bagno inusuale.
Kevin Richardson, classe 1974, è uno zoologo, conosciuto per aver svolto approfondite ricerche e documentari su animali nativi dell'Africa; è possibile scorgerlo attorniato da branchi di leoni, ghepardi, leopardi e iene nella sua riserva a nord di Johannesburg in Sudafrica. Mi appunto questo nome, vale la pena andarlo a trovare. Dopo 12 anni di convivenza con i leoni è considerato il massimo esperto sul campo. Conosciuto pertanto in tutto il mondo con l'appellativo di "Lion Whisperer", Kevin è anche un autore e produttore di film.


Kevin Richardson in particolar modo ha allevato con amore i leoni bianchi, proteggendo la loro specie a rischio d'estinzione. Attualmente, Richardson ha un appezzamento presso Broederstroom, città a 50 km da Johannesburg,  chiamato il Regno del Leone Bianco; questo parco di 800 ettari (2.000 ettari), costruito inizialmente per il set del film "White Lion", ospita 39 leoni.


Richardson ha lavorato con grandi felini scendendo nei meandri del loro territorio, sempre basandosi sull' istinto, invece che su regole statiche, un po' come piace a me. Dorme talvolta con i leoni, dimostrando che questi hanno una personalità, dei sentimenti e "possono" essere creature sociali.


In questo post, si può ammirare come spettatori il risultato finale di anni ed anni di esperienza e di sacrifici di una persona che ha dedicato la sua vita a questi animali. Non racconterò le innumerevoli volte in cui, crescendo a fianco di questi leoni, Kevin Richardson è stato graffiato da zampate "giocose" di questi leoni; è nella natura dei leoni graffiarsi l'un l'altro e loro trattano a volte Kevin come un loro pari. La natura dei leoni, come ben sapete, è un'altra e nel loro istinto primordiale e naturale vedrebbero solitamente in un uomo, che imprudentemente e maldestramente si avvicina, un lauto spuntino.

Floris and Steven: great friends in JUMPSTYLE to "The End"

Here it is the story of two great belgian friends, Floris and Steven; they have practised and practised JUMPSTYLE all day for years. The next  video, called "The End" (31/12/2010), is the last, because now they say: "Because back in the days we did hardstyle everyday, and now it's getting bored, I don't Know why, but we don't do it anymore and because we hot other interests." But it seems that their friendship will still give other great emotions and surprises. In my opinion Floris ft. Steven are the best jumpstylers that I know in the world, also for the artistic expression of their video. You all around the world, try to do better. Here it is their official website http://stevenfloris.webs.com/ You can find other beautiful video at this link
The End?

sabato 5 marzo 2011

La ballata di Sacco e Vanzetti

The Ballad of Nick & Bart (Here's to you) di Ennio Morricone, cantata da Joan Baez. Il testo riprende le parole finali di un discorso di Bartolomeo Vanzetti: Here's to you Nicola and Bart, Rest forever here in our hearts, The last and final moment is yours, That agony is your triumph!

Ferdinando Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti furono due operai anarchici italiani per errore arrestati, per errore processati, per errore giustiziati sulla sedia elettrica negli Stati Uniti negli anni venti. L'uno faceva l'operaio in una fabbrica di scarpe, l'altro il pescivendolo. Vanzetti durante il processo disse: "Al centro immigrazione, ebbi la prima sorpresa. Gli emigranti venivano smistati come tanti animali. Non una parola di gentilezza, di incoraggiamento, per alleggerire il fardello di dolori che pesa così tanto su chi è appena arrivato in America [...] quella era la Terra promessa eppure le automobili e i tram passavano oltre senza badare a me". La stessa cosa che direbbero gli immigrati giunti in questi giorni sulle nostre spiagge. Erano operai in grado di scioperare, tenere discorsi e leggevano; per questo si guadagnarono la diffidenza e divennero gli imputati ideali da eliminare socialmente per la loro linea di condotta contro il governo. Il giudice che li condannò ingiustamente alla pena di morte li definì "due bastardi anarchici". In risposta allo stesso giudice, Vanzetti esclamò: «Io non augurerei a un cane o a un serpente, alla più bassa e disgraziata creatura della Terra — non augurerei a nessuna di queste ciò che ho dovuto soffrire per cose di cui non sono colpevole. Ma la mia convinzione è che ho sofferto per cose di cui sono colpevole. Sto soffrendo perché sono un radicale, e davvero io sono un radicale; ho sofferto perché ero un Italiano, e davvero io sono un Italiano.»
 
Durante Sanremo 2011 Emma e Modà hanno cantato la versione di Gianni Morandi di "Here's to you".


La canzone “Ho visto un film” di Gianni Morandi scritta sulle note di "Here's to you"

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