mercoledì 3 giugno 2009

Estate 2009: gioventù senza schei a Marina di Ravenna

Sciretti Alberto 5 anni fa (estate 2004) , Campeggio Rivaverde a Marina di Ravenna

Non sapete dove andare quest'estate 2009? Avete pochi schei ma tanta voglia di fare casino? Marina di Ravenna = piadina e mojito (fatti bene), locali sulla spiaggia, beach volley, feste e happy hours a volontà, giovani, casino.

Mi è venuta voglia di parlare di questa località di mare perchè sabato ci sono tornato ed ho visto che il campeggio Rivaverde dove ero stato 5 anni fa' a campeggiare selvaggiamente (non però come gli animali che circolano oggigiorno, quelli vanni evitati perchè saranno coloro che vi faranno presto stancare di Marina di Ravenna che infatti va presa a piccoli dosaggi, per qualche giorno soltanto), era già esaurito per il 30 maggio. Bisogna prenotare molto tempo prima o sperare di essere fortunati.

Marina di Ravenna, è forse tra le località nostrane quelle che più mi ricorda le atmosfere delle accese isole cicladi che con Ios, Mykonos, Santorini, guidano assieme ad Ibiza il divertimento nel Mediterraneo (se invece avete ancora qualche scheo in tasca andate a Ios, come faccio io questa estate!).

A Marina di Ravenna infatti gli stabilimenti balneari che di giorno di certo "non tacciono", alla sera "gridano" trasformandosi in locali veri e propri, disco beach, dove l'ingresso è free and friendly; in una serata quindi puoi passare da una festa all'altra senza restrizioni salvo la tua voglia di divertirti (è molto usata la bicicletta, più sgangherata è e più è figa), senza dover guidare ma spostandoti in una pineta che fa da cuscinetto con la cittadina, propensa comunque agli schiamazzi.

Il Bagno "la Duna degli Orsi" di Marina di Ravenna molto conosciuto ha assunto il ruolo di "fenomeno di costume"; nato come ritrovo di surfisti, si distingue per la sua concezione "fuori dai canoni usuali". Pochi ombrelloni in materiali naturali, per vivere tutto lo spazio della spiaggia e per vedere il mare anche dal bar; ottima musica; feste a tema che fanno continuare anche di sera la possibilità di ritrovarsi.

Consigliata forse ai giovanissimi (o alle compagnie numerose e festaiole) proprio per la facilità degli spostamenti, gli autobus gratuiti e l'atmosfera festosa; consiglio il campeggio Rivaverde (in alternativa c'è il camping piomboni) perchè è popolato da giovani ed è ad un centinaio di metri dalla spiaggia e dalle disco beach ed è ad un tiro di schioppo dal centro città (del tipo 5 minuti a piedi), bellissimo da frequentare alla sera. Gli hotel lasciateveli per quando avrete 50 anni.

Marina di Ravenna by night, con i suoi pregi ed i suoi difetti; ultimamente siccome girano voci che gli "animali vomitano ovunque, non portano una lira e si ubriacano con quello che portano da casa"... almeno la coca-cola ed il malibù compralo al supermercato di Marina di Ravenna!!!!

domenica 17 maggio 2009

Un nuovo mondo al Parco del Sojo: il defribrillatore emozionale naturale e artistico

Un anfiteatro naturale dove il posto a sedere ha qualche centinaio d'anni: le sedie più preziose al mondo
Ho avuto la fortuna di visitarlo di notte fianco a fianco dell'ideatore Diego Morlin e della guida Gianluca Morlin: il Parco del sojo il mio primo vero ecomuseo; "natura e arte, storia e tradizione. Una nuova relazione fra scultura contemporanea e tutela dell'ambiente" così cantava la sirena che mi ha attirato di notte nel parco.
Idee iperuraniche, emozioni rare, fulmini cerebrali che scuotono il sonno di chi costantemente rischia di diventare "spiritualmente ritardato" in una pianura disumanizzata che fornifica ricercando la gratificazione immediata non rendendosi neppure conto di ciò che ha perso, ingoiato per sempre nel buco nero dell'asfalto.
Quello che abbiamo perso si trova al Parco del sojo, un nuovo mondo. Il vecchio mondo fatto di palazzinari e speculatori me lo sono bevuto con il vino bevuto alla tavola dei fratelli Morlin.

Scultura dell'arch. Diego Merlin "Il trono"
L'idea di inserire in un'area di interesse ambientale e storico delle sculture d'arte contemporanea, creando una commistione che rende fresco ogni ragionamento e che stimola l'intelletto ad una percezione non univoca o semplicistica dello spazio e del trascorrere del tempo, è di quelle forti.
L'idea è nata dall'architetto Diego Morlin nel 2000; un altro "disperso nei boschi" e non meravigliatevi per l'appunto se la guida, nel traghettarvi in questo nuovo mondo, vi fa tra gli altri i nomi di Mauro Corona e di Marco Paolini (quest'ultimo ha preso proprio casa a pochi metri dal parco)

Scultura dell'arch. Diego Merlin "la sedia della strega"; la scopa della strega si appoggia alla carega
Il parco del Sojo è un laboratorio d'idee che per essere veramente tali devono prima di tutto rispettare madre natura; dopo essersi inchinate a madre natura queste idee devono volare e far volare come streghe; già perchè il sojo è (mi ha ricordato per certe atmosfere il buso dei briganti )un dedalo di sentieri pieni di fascino e mistero, luogo di riparo e di difesa sin dal periodo neolitico; la scopa della strega appoggiata alla carega ti fa volare; ma voli anche grazie alle rassicuranti civette; voli, voli, voli, in uno scenario indimenticabile con sullo sfondo tutta la pianura veneta illuminata

La natura rappresentata da prati e boschi di carpini, roverelle, cornioli con alberi secolari si concede, sposando la capacità artistica dell'uomo di manipolare sapientemente la pietra, il ferro, il legno, il bronzo, il gres conferendovi un'anima; grotte, pozze d'acqua, le masiere (muri di pietra a secco delimitanti le proprietà o a sostegno dei terrazzamenti), le calcare, i fabbricati rurali e gli orti sono un po' natura un po' uomo.

Una cava colorata..
Sono felice di aver visitato l'ecomuseo di notte perchè solo così si sentono e si vedono le streghe volare ("strega vien di notte..") e sento di dover tornare a vedere con l'aiuto del Dio Sole; qui di seguito propongo alcune fotografie notturne delle opere d'arte, alcune senza dicitura (andate a vederle di persona che la virtualità non regala ne virtù ne conoscenza), che si possono forse meglio apprezzare nelle foto del Magico Veneto ;
La tomba del guerriero (alemanno) Teste (opera ispirata ai Daiachi, cacciatori di teste) Donna dormiente
L'uccellatore



La Gallina

La donna seduta
Improvvisamente durante l'escursione un cinghiale (di legno) con le zanne è spuntato dalla macchia.. Notizie della stupenda chiesetta di Covolo, da dove è partita la spedizione notturna, arrivano al 1089
Nel borgo di Covolo le poche anime che vi abitano hanno vicino al numero civico delle abitazioni i nomi di chi vi abita disegnati sulla ceramica.

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Guai a chiunque si illuda che queste fotografie virtuali possono in qualche modo sostituire le emozioni reali che solo una passeggiata in questi boschi è in grado di dare; il parco può avere realmente una funzione terapeutica per chi ha smarrito il proprio cammino; immergetevi nella natura e nell'arte senza lasciare "tracce da turista" che giammai sono "tracce d'artista"; se lasci questo posto magico così come lo hai trovato, senza lasciarvi echi di schiamazzi o briciole di mediocrità plastificate allora avrai condiviso con gli altri quel senso di felicità che tutti in fondo usciti da questo anfiteatro naturale si portano dentro.

La forza della natura: la cascata del Varone

è stata la potenza dell'acqua a forzare e scavare nei corsi dei millenni...

Le cascate del Varone, che prendono il nome dalla omonima cittadina, si situano a 3 km da Riva del Garda, in provincia di Trento. Hanno un'altezza di quasi 100 metri e le sue acque sono alimentate dalle perdite sotterranee del lago di Tenno (da visitare anch'esso). Anche se l'impressione è quella di trovarsi dentro una grotta, precisato che in realtà si tratta di una strettissima ed alta forra, una gola insomma scavata dentro la montagna dalla furia dell acqua per 20.000 anni. La Cascata del Varone fu inaugurata il 20 giugno del 1874; nomi illustri di letterati e grandi artisti compaiono nel registro delle visite, il Principe Umberto II di Savoia, Gabriele d'Annunzio, l’Imperatore Francesco Giuseppe I d'Asburgo, Franz Kafka, Thomas Mann e tanti altri.

Il panorama del lago di Garda, con Riva del Garda sullo sfondo, che si può godere dalla cascata del Varone

In particolare Thomas Mann fu spesso a Riva del Garda tra il 1901 e il 1904, pare trasse ispirazione per alcuni tratti del suo romanzo “La montagna Incantata”, viene attribuita la frase: “ Sullo sfondo della stretta, profonda voragine formatasi da massi di roccia panciuta, nuda, scivolosa come ventri enormi di pesci, la massa d’acqua si riversa giù con rumore assordante.

Per salire alla Grotta superiore, si attraversa un giardino botanico davvero notevole, una nicchia ecologica da visitare. Nell'immagine il "cuscino della suocera"...

Garda style

 
Video che ho girato sull'emozionante Strada del Ponale. Che camminiate o che pedaliate il cuore è felice. Il momento è eternamente nel vento.

Garda style house (scorcio del Lago di Garda da Albisano, da cui si può godere di una bellissima vista sul lago.)
Esiste un Garda Style; dopo aver frequentato assiduamente il lago di Garda in lungo e in largo per qualche anno, ho capito che esiste uno stile, un modo di interpretare la propria vita, dove la zona del Lago di Garda è la piattaforma delle proprie imprese sportive, delle proprie tensioni emotive, delle proprie aspirazioni e dei sogni difficilmente realizzabili, della voglia di riscatto, della ricerca di sè e di verità, della ricerca di un mondo parallelo idilliaco.
Lago di Garda visto dalle Cascate del Varone

Se nell'ascesa spirituale ai monti impervi dell'oriente il protagonista è il monaco in cerca di verità,

Non sembra lo sperone di Arco di Trento ed il paesaggio circostante? La più antica pittura di paesaggio, nacque in Cina. I paesaggi conservati generalmente hanno formato chou, rotoli verticali da appendere o chüan, rotoli orizzontali a mano. La pittura tradizionale cinese ha come tema principale proprio il campo della natura.
Non ricorda l' atmosfera del lago di Garda visto da una qualche cima circostante?
l'artefice del Garda Style è una persona (o associazioni di persone) che guarda allo sport e alla fatica sportiva (Mountainbiking, Windsurfing, Sailing, Golf, Horsing, Canyoning), alla natura (Trekking, , Nordic Walking), all'eccitazione del brivido da andrenalina (Base jumping, Climbing, parapendio e deltaplano), come ad modus vivendi, dove il fine settimana molto spesso diventa un modo per superare se stessi in imprese sportive che hanno lo scopo di svecchiare e depurare lo stress accumulato in una vita frenetica e illogica. Se l'ascesa occidentale è sicuramente più superficiale di quella orientale, c'è da salvare e promuovere a mio avviso la ricerca di emozioni nel rispetto della natura.


Alberto Sciretti si affaccia sul Lago di Garda da Albisano.

Scorcio del lago di Garda e di Riva del Garda dal rifugio di San Pietro (metri s.l.m. 976) vicino a Tenno.
Alberto Sciretti si affaccia sul Lago di Garda dal Castello di Sirmione.

Sciretti Alberto, sullo sfondo Riva del Garda



Il lago di Garda e le Grotte di Catullo a Sirmione, uno dei posti più belli secondo me, luogo in cui consiglio di fare il bagno sul lago.
Lago di Garda da un torrione del Castello di Sirmione

Dinosauri? da questa parte. Le marocche di Dro

Dinosauri? Da questa parte. Un cartello alle Marocche di Dro
Le Marocche di Dro sono formate da un vasto deposito detritico di natura calcarea; col termine "marocche" si indicano grandi ammassi di blocchi di roccia di grosse dimensioni, sciolti e distribuiti caoticamente. Sono dunque fenomeni geomorfologici, e la loro origine è legata alle glaciazioni. Le Marocche di Dro sono la frana più grande dell'intero arco alpino e mi ha ricordato per certi versi il paesaggio lunare del vajont
Cartellonistica ben curata nei pressi delle orme dei dinosauri.
Orme di dinosaursi su un blocco di calcare. Il blocco di pietra che conserva le orme fossili è stato per lungo tempo esposto alla pioggia e al vento. L'acqua piovana agendo come un acido ha dissolto a poco a poco la superficie livellandola.
Orme di dinosaursi su un blocco di calcare.
La foto ritrae una pista di dinosauro quadrupede, in cui le impronte dei piedi sono sovrapposte parzialmente a quelle delle mani. La pista è larga e le orme sono poco distanziate (forse un scelidosauro , il dinosauro corazzato per via delle piccole placche ossee che ricoprivano gran parte del corpo). Le orme sono frutto di un lungo processo che trasformò i sedimenti marini nelle rocce calcaree, impilate con ordine nelle stratificate pareti delle montagne circostanti. 2000 anni fa' un grande frana si staccò dal fianco del Monte Brento e gli strati di roccia con le orme dei dinosauri si accumularono dove oggi li vediamo.
Nella foto il monte Brento; in evidenza le spaccature che originarono gli eventi franosi databili 100.000 o 200.000 anni fa, addirittura in periodi interglaciali, mentre gli ultimi pare siano avvenuti in epoca storica ed abbiano travolto anche insediamenti umani.
Il paesaggio lunare delle Marocche di Dro con sullo sfondo il castello di Drena che ha conservato molto bene la struttura delle fortezze medioevali
Dalle marocche di Dro si vede lo sperone roccioso di Arco di Trento. Siamo a pochi km dal lago di Garda!
Lago di Cavedine visibile dalle Marocche di Dro
All'interno delle Marocche si trova una depressione che ospita un piccolo lago, originatosi per sbarramento da frana è denominato Lago Solo. La vegetazione è prevalentemente di carattere pioniero, tipica delle fessure delle roccie e dei detriti; l' "improduttività" di questi luoghi è compensata da una grande ricchezza naturalistica ed ecologica.

Qui di seguito alcune foto di evidenze fossili da me riprese:

Mentre scrivevo questo post, ho scoperto che il più grande giacimento di impronte fossili di dinosauro mai rinvenuto in Italia, ove sono venute alla luce centinaia di orme di dinosauri erbivori e carnivori, risalenti a 200 milioni di anni fa, in pieno giurassico, si trova sul Monte Zugna.
Lavini di Marco, sulle pendici del Monte Zugna
Le piste dinosauriane sono ben visibili su un ripido colatoio (duecento metri di lunghezza per circa sei di larghezza). Non mancherò di visitarlo.
Non c'entra niente con le pacifiche orme di Dinosauri, ma il sopracitato Monte Brento è una Base jumping molto pericolosa, dove sono deceduti parecchi base jumper. Il Becco dell' Aquila (vicino a Riva del Garda) è diventato il luogo di riferimento in Italia per i base-jumper di tutto il mondo. Basta una folata di vento per farti sbattere violentemente contro la roccia.
Alcuni episodi tragici:
  1. base jumper tedesco di 37 anni (http://www.montagna.tv/?q=node/3607)

Ultimamente ho scoperto il lago di Garda, quale vera palestra all'aria aperta. Vi si possono praticare tutti gli "sport" ..io mi sto interessando a biciclettate da paura con mountain bike sul Monte Baldo e torrentismo (o canyoning), ma di questo ne parlerò più avanti. Forza che l'estate è alle porte!!! muoversi, muoversi, muoversi.

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