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venerdì 25 marzo 2011

L'Italietta repressa ed ipocrita, il paese europeo con il più basso numero di spiagge naturiste.

L'Italietta repressa ed ipocrita.

In Italia sono 9 milioni i clienti delle prostitute, che sono stimate in 70 mila, di cui più della metà straniere, con un giro d'affari non dichiarato fiscalmente di 90 milioni di euro al mese. L'ipocrisia tutta italiana. Il video appena riportato, mostra proprio l'atteggiamento perbenista di tanti italiani che conducono una doppia vita; una vita ufficiale di facciata apparentemente moralmente irreprensibile e una seconda clandestina dove appagano in modo famelico tutto ciò che è considerato scandaloso e proibito dalla prima. Quest'ultima viene vissuta per la maggior parte del tempo di notte dopo che i moralisti bacchettoni sono andati a dormire. Lo sa bene il Premier che a 75 anni pare che duranti le notti brave frequentasse una minorenne immigrata. Ufficiosamente le notti erano dedicate al duro lavoro. 

C'è un qualche copione prestabilito che obbliga Adamo ed Eva a cogliere la mela e a perdere quindi la possibilità di dimorare in un Paradiso? Perchè nei campi naturisti i turisti stranieri vivono la propria nudità serenamente ed invece un certo tipo di dogmatismo cattolico, impregnato di lotta al vergognoso peccato originale, costringe gli italiani a nascondersi in una società maliziosa, allusiva, pornografica, bigotta, repressa, in cui dilagano gli stupri e approcci sessuali bestiali?
Un certo bigottismo cattolico sembra più preoccupato di salvare le apparenze piuttosto che della sostanza. Non importa quindi se le dark room siano ormai più affollate dei confessionali delle canoniche. Non importa se le strade di notte si trasformino in un supermercato del sesso. L'importante è che la fogna non venga su dai tombini durante il giorno. Se l'eccesso forse è rappresentato dalle vetrine olandesi in cui puoi scegliere e comprare sesso come fosse un paio di scarpe, l'eccesso opposto è rappresentato dall'Italia, che ha scelto la strada dell'ipocrisia; niente case chiuse, nessun riconoscimento delle coppie di fatto e così via.

Ovunque siate andati in vacanza, anche con la coda dell'occhio ma sarete stati costretti a confrontarvi con il naturismo. Ebbene, non ricordate forse che i turisti stranieri lo praticavano con una naturelezza che trovavate disarmante?
« Il naturismo è un modo di vivere in armonia con la natura, caratterizzato dalla pratica della nudità in comune, allo scopo di favorire il rispetto di se stessi, degli altri e dell'ambiente » Definizione dell'International Naturist Federation, presentata al 14º Congresso Naturista Mondiale (1974).
Paradossalmente il proibizionismo provoca un mondo parallelo, che confinato in spazi bui, sottratto alla luce del sole, conosce l'oblio e ammazza la circolazione dei sentimenti, il romanticismo. Una società ipocrita, uccide l'amore e promuove l'oblio. Se c'è veramente qualcosa oltre agli elefanti che si sta estinguendo, questo si chiama Amore. «Ti costringono ad andare in cerca di sesso a pagamento perché quando ti sposano ti promettono che farai sesso tutte le volte che ne avrai voglia (e sennò chi si sposerebbe?), poi usano il sesso come una risorsa, un'arma, uno strumento per ottenere quello che vogliono», questo è l'accusa che gli uomini italiani muovono alle proprie donne e la giustificazione ufficiale che li spinge a comprare il sesso, secondo una ricerca di Transcrime.
Una visione equilibrata della relazione tra corpo e sessualità. I mass media promuovono visioni disturbate, dove il corpo della donna è meramente un oggetto da possedere.
Quanti italiani hanno mai osato un trasgressivo bagno nudi della mezzanotte? Perchè in Italia quel movimento che si propone di promuovere un contatto con la natura privo di artificiosità e convenzioni sociali non viene adeguatamente promosso ed incentivato? Eppure in quel movimento si rispettano prima di tutto le persone, gli animali, l'ambiente, attraverso uno stile di vita che vede la nudità come logica conseguenza del proprio modo di essere interiore.

I naturisti ritengono che la nudità non sia né degradante, né immorale, né indecente, argomentando che il nudismo è uno stato naturale dal momento in cui nasciamo in questo stato. Quanto è rimasta indietro l'Italia?

Gli Italiani provano vergogna; è la televisione con le sue immagini pornografiche che ha rovinato un sereno rapporto con il proprio corpo?
Gli Italiani non si scandalizzano infatti se i rotocalchi televisivi ed i giornali scandalistici propongono continuamente immagini pornografiche, di quelle sono voraci e ghiotti. Su Canale 5 veline, letterine, fino alla donna oggetto messa per terra e in silenzio sotto un tavolo (Flavia Vento nella trasmissione di Teo Mammuccari), hanno rovinato con la malizia pornografica il corretto rapporto con la sessaulità degli italiani. Non c'è cosa peggiore di una inquadratura maliziosa.   Ho già parlato del fatto che per alcuni decenni sulle reti Mediaset è andata in onda la rappresentazione dell'idea della prostituzione. Gli Italiani invece si scandalizzano se improvvisamente sulle spiaggie italiane, dove si va a depositare la massaia tradizionalista bachettona con il costume intero o l'uomo padano ignorante pantofolaio, compare una ragazza tedesca in topless. Quello crea disagio, morbosità, bisbigli, scandalo se volete. A furia di consumare immagini veramente pornografiche direttamente in televisione e indirettamente nelle omelie di un certo bigottismo cattolico, gli italiani gridano al peccato originale se al mare una ragazza sente la necessità di togliersi il costume che le sta irritando la pelle ed il proprio senso di libertà. Non si spiegherebbe altrimenti il motivo per cui nei campi naturisti, i turisti degli altri paesi conoscono una naturalezza che noi possiamo soltanto guardare con il binocolo, da guardoni




L'unico rimedio in Italia, per abbattere l'aggressività e la malizia sessuale dilagante è quella di vivere con maggiore naturalezza la propria nudità.  La televisione commerciale italiana, abusando ovunque del corpo femminile oggetto di un vero e proprio culto del desiderio e negando parimenti l'immagine nuda del corpo maschile, ha consegnato la società al proprio senso di vergogna. Pensate che l'Italia è il paese europeo con il più basso numero di spiagge naturiste!!! Per questo quasi 20 milioni di naturisti, in gran parte tedeschi e di altri paesi nordici, scelgono la Croazia, la Spagna, Francia etc, per le proprie vacanze. Povera Italietta ipocrita.

Un naturista ha una vita sana, si alimenta con prodotti naturali, pratica attività sportiva all'aria aperta e il suo stare nudo ha una componente sociale, con la quale dichiara la propria naturalezza.
Il naturista desidera vivere nel rispetto del proprio corpo, avendo cura della propria salute e apprezzando il contatto con gli elementi naturali. Tra i naturisti è altresì piuttosto comune la convinzione che l'esposizione del corpo nudo offra numerosi benefici alla salute psico-fisica, e permetta una migliore accettazione di sé stessi e degli altri.

Viviamo in una società in cui esistono delle regole per cui l’uno non può fare solo ciò che gli pare, magari a danno dell’altro, perché non esiste solo la propria libertà, ma anche quella degli altri, che hanno gli stessi identici diritti che hai tu di dichiarare le loro idee ed esprimersi di conseguenza. Esisteranno sempre delle limitazioni quando si vive in collettività, bisogna capire qual è il nostro personale ambito dentro quel limite. Per stare con gli altri devi sempre cedere un po' della tua libertà, altrimenti dovresti optare per la solitudine. In questo senso la riflessione più aulica porterebbe a dire che la libertà si ottiene mediante la ragione e non togliendosi i vestiti di dosso. 
Il naturismo come prioritaria necessità della tutela e del rispetto dell'ambiente naturale.

Se il naturismo per le coppie tradizionali o le famiglie in Italia è un percorso ad ostacoli, quello delle coppie omosessuali non potrebbe neanche trovare una propria collocazione giuridica e spaziale. In Italia bisogna ancora confrontarsi infatti con l' Art. 726 del Codice Penale "Atti contrari alla pubblica decenza" e non esiste nell'ordinamento giuridico una chiara depenalizzazione della pratica del naturismo. Tuttavia nel 2000 le sentenze n. 1765 e n. 3557 della Corte di Cassazione, che fortunatamente ripara alla mancanza del legislatore, hanno di fatto reso legittimo il naturismo nei luoghi in cui è consuetudine. L'Italia ha comunque perso per questi motivi importanti segmenti di turismo balneare.
Senso di benessere che si riceve dal contatto con l'aria libera e della libertà di movimenti che pian piano si acquista.
Personalmente ho sempre guardato con una certa diffidenza al naturismo, anche se con un grande rispetto, e devo dire che ho orgogliosamente trascorso la gran parte della mia giovinezza con il mio bel costumino o boxer, salvo qualche episodio, quali il classico bagno nudo della mezzanotte e qualche nuotata in totale libertà. L'altrui nudità mi provocava ilarità. Ora mi rendo conto dell'errore. Te ne puoi rendere conto solamente guardando le foto di questi giovani, che pionieri come sempre, sono capaci di rompere gli schemi. In questo caso il naturismo sottolinea l'utilità psicofisica di una pratica sportiva o comunque di un regolare esercizio fisico.








Fuck car.
Nascondere significa coltivare una idea peccaminosa; è per fare delle porcherie che la gente si veste? La nostra società ha sviluppato il germe della malizia, della violenza sessuale, dell'approccio agressivo unicamente sessuale, della libido fine a se stessa. UNA SOCIETÀ DI GUARDONI. Guardate nella prossima foto. Il giovane, circondato da suoi coetanei, vive la propria nudità senza imbarazzo. Il naturismo è poco diffuso tra i giovani, tuttavia nei paesi nordici c'è una propensione spiccata a vivere il rapporto con la propria nudità con naturalezza, senza quella malizia allusiva tipicamente italiana.
Naturismo come l'insieme delle pratiche di vita all'aria aperta che, nel rispetto degli altri, della natura e dell'ambiente circostante, utilizzano il nudismo come forma di ricreazione e di sviluppo della salute fisica e mentale attraverso il contatto diretto con la natura.
Non siamo più in grado di vivere con naturalezza il nostro rapporto con il corpo. La nostra società ha perso qualcosa. Eppure studiamo sui libri di come i greci praticassero gli sport completamente nudi perchè davano più importanza alla libertà dei movimenti. Da allora in poi, abbiamo sempre più coltivato nei nostri pensieri idee peccaminose?

Il naturismo come necessità del recupero di forme di socialità. La foto rende concretamente l'idea di cosa possa significare la prospettiva di un momento di vita collettiva vissuto senza imbarazzi. 
Il sorriso di chi beatamente cammina nudo insieme agli altri, è un sorriso più libero. Detto questo sia chiaro che asserisco che la libertà si ottiene mediante la ragione e non togliendosi per forza i vestiti di dosso.  Tuttavia, non posso dimenticare uno dei pochi bagni nudi che ho fatto. Ero a Creta. Mezzanotte. Le palme. Una baia. I rumori di una estate indimenticabile. Mi sono tuffato esattamente come sono nato. Naturalezza. Libertà. C'è gente che in Agosto soffocherebbe pur di non togliersi quei vestiti appicicaticci. Prigionieri della propria malizia. Eppure quando entrano nella vasca da bagno sentono un benessere primordiale.
Naturismo come miglioramento qualitativo dell'alimentazione, con la presa di coscienza dell'importanza degli alimenti integrali, dei prodotti dell'agricoltura biodinamica, della dieta vegetariana.
Un errore imperdonabile è tipicamente quello di far dipendere il nostro stato di felicità dal possedimento o meno di qualcosa. Questa si che è miseria. Madre Teresa disse: "La gioia non la si trova negli oggetti che ci circondano, ma nel più profondo dell'anima." In tal senso basta accendere un fuoco.
Recupero del benessere di tutto il corpo e della sfera psichica connessa attraverso la pratica sportiva, anche con la riscoperta e valorizzazione della fitoterapia, dell'omeopatia, della medicina etnica, dell'osteopatia.


Si può non avere niente e si può essere felici, basta chiedere da questa vita e ricercare solo una cosa: l'Amore e l'Amicizia.


Film:  Nudisti per caso.

martedì 22 marzo 2011

Mongol Rally: lotta per rendere il mondo meno noioso con LA PIÙ GRANDE AVVENTURA NEL MONDO

Il Mongol Rally è una straordinaria avventura automobilistica aperta a tutte le macchine con cilindrata inferiore a 1200 cc e moto 125 cc che vede la propria alba in Europa ed il tramonto a Ulan Bator, in Mongolia. Non male no? Pensate che a seconda del percorso scelto la distanza totale è di circa otto o diecimila miglia (quasi 13 mila km) e la maggior parte delle squadre riesce a completare la manifestazione nell'arco di tre-quattro settimane, sempre che riesca ad arrivare..




Il luogo di partenza principale di questo incredibile "rally" è uno più importanti circuiti storici per l'automobilismo britannico, il circuito di Googwood nel Regno unito, in cui le auto girano il circuito in parata prima di partire; alla carovana si aggiungono partecipanti degli altri paesi europei a mano a mano che si procede verso est e quindi da paesi quali Spagna, Francia ed Italia. Il sito ufficiale della competizione è http://mongolrally.theadventurists.com/ e qui è possibile iscriversi, sempre che abbiate il coraggio di farlo ovviamente..


Mongol Rally 2009 - The Unprofessionals

Viene considerata la più grande avventura nel mondo ("greatest adventure in the world"). Lo spirito che caratterizza questa competizione è quello di alimentare il senso di avventura dei partecipanti ("The Adventurists") uniti in team di due o quattro persone, per rendere il mondo meno noioso ("fighting to make the world less boring").


In questo senso non è importante arrivare primi, se non fosse che non viene riconosciuto alcun premio, poichè la fine coincide con il termine dell'avventura. I veicoli che vi partecipano sono volutamente inadeguati per loro cilindrata per la sfida che hanno di fronte, proprio per alimentare questo spirito avventuroso ("adventurous spirit of the rally"). Nessun sostegno organizzativo viene fornito durante il percorso. Non c'è il soccorso ACI che in 10 minuti vi rimette in sesto. Siete soli con i vostri problemi meccanici, psicologici, fisici. 


Nel 2009, un partecipante ha creato questo video "Tupac in Kazakistan", in cui decine di Kazaki cantano; è attualmente il video più visto del Mongol Rally.

Un po' di storia. La manifestazione, dalla prima edizione del 2004, ha visto ingrossare le file dei proprio partecipanti. Se nel 2004 vi parteciparono soltanto 6 squadre di cui 4 riuscirono a completare il percorso, nel 2005 si iscrissero 43 squadre di cui soltanto 18 arrivarono sani e salvi a Ulan Bator, nel 2006 delle 167 vetture che partirono 117 arrivarono alla meta. Il vero boom accadde però nel 2007, quando l'organizzazione dovette limitare la partecipazione a sole 200 squadre che pagarono una tassa di iscrizione pari a £650 per team.


Gli anni sucessivi è stata confermata la tassa di iscrizione per  £650, con una donazione a scopo caritatevole di un minimo di £ 1.000 per veicolo e un deposito  cauzionale di 500 sterline, rimborsabile tenendo un comportamento corretto lungo il percorso. Si possono abbattare questi costi, ricercando sponsor, visto che alcune televisioni seguono la competizione nel suo evolversi. Jack Osbourne, figlio di Ozzy e Sharon Osbourne, ha partecipato al rally del 2007 con una Fiat Panda 750cc del 1991.


Quali percorsi si seguono? Se tutti i partecipanti si ritrovano per una grande festa a Praga, ognuno poi prende la propria strada; c'è chi punta su Mosca, Kiev, Istanbul, fino a scegliere gli estremi a nord del Circolo Polare Artico e a sud fino in Iran, il Turkmenistan e l'Afghanistan. I team che scelgono di attraversare l'Ucraina diretti in Russia e più a sud la Turchia diretti verso l'Iran, convergono poi Samarcanda, in Uzbekistan, prima di procedere a nord-est per la Mongolia. Nessuno tra questi percorsi è friendly e sicuro: danni alle auto, come forature e rottura delle sospensioni, rapine a mano armata e altre lesioni di minore entità sono eventi molto comuni.

Con l'aumentare dei partecipanti negli ultimi anni, sono aumentati anche gli incidenti stradali e sempre più team durante il percorso ricorrono a trattamenti ospedalieri. Il 6 agosto 2010, uno dei partecipanti britannici purtroppo è morto e altri due compagni del team sono stati gravemente ferito dopo un incidente stradale in Iran (vicino al confine tra Iran e Turkmenistan).  La cilindrata delle automobili che vi partecipano può superare 1200 cc solamente in casi particolari ed entro limiti ragionevoli e comunque il superamento prevede una maggior contributo nella raccolta di fondi per beneficienza. Salvo che non vogliate guidare una ambulanza fino in Mongolia per poi donarla in beneficienza, "participating car must generally be considered to be crap" cioè le macchine devono essere proprio delle scassariole, quindi fino a qualche tempo fa' Citroën 2CV e la Fiat 126, ora però visto che il Governo Mongolo ha preteso giustamente che non entrassero nel paese auto più vecchie di 10 anni, il parco macchine che partecipa alla gara ha visto tra le proprie fila soprattutto Skoda Felicia e la Nissan Micra.


Ovviamente c'è sempre l'originale che decide di guidare un carro funebre o un camper Bedford Rascal. Le auto che si rompono durante il tragitto vengono consegnate o vendute agli operosi meccanici del posto che le rimetteranno in sesto per le loro esigenze ed alcune di queste sono in questo momento in circolazione per l'Asia. Le auto che arrivano a Ulan Bator, in Mongolia, vengono invece battute ad un asta il cui ricavato esaudirà la volontà del pilota.

Esiste un limite, puoi superarlo.

sabato 19 marzo 2011

La RIVOLUZIONE si fa su Twitter? Allora mi iscrivo.

Il mio primo cinguettio: "Sono al primo messaggio. Girano voci che "cinguettando" accadano straordinarie RIVOLUZIONI. Qual è la formula magica per iniziarne una in Italia?"

Se su Facebook avevo approntato un profilo per non poi non entrarci MAI, ritenendolo un grande centro commerciale caotico e superficiale, su Twitter, che questa settimana compie cinque anni, non ci avevo proprio scommesso. Eppure questo social network che si basa su continui aggiornamenti effettuati dagli iscritti tramite il sito stesso, via SMS, e-mail, si è distinto per la semplicità, l'immediatezza ed il dono della sintesi, promuovendo la diffusione di messaggi di testo brevi (questo significa che le persone logorroiche non possono andare oltre i 140 caratteri! Un sms ne contiene 160); è un esempio di strumento di giornalismo partecipativo ed è stato utilissimo durante le recenti rivoluzioni nel  Nord Africa. Meglio iscriversi quindi, non si sa mai...

mercoledì 9 marzo 2011

Kevin Richardson ed i suoi 39 leoni hanno in comune l'ISTINTO

Kevin Richardson alle prese con un bagno inusuale.
Kevin Richardson, classe 1974, è uno zoologo, conosciuto per aver svolto approfondite ricerche e documentari su animali nativi dell'Africa; è possibile scorgerlo attorniato da branchi di leoni, ghepardi, leopardi e iene nella sua riserva a nord di Johannesburg in Sudafrica. Mi appunto questo nome, vale la pena andarlo a trovare. Dopo 12 anni di convivenza con i leoni è considerato il massimo esperto sul campo. Conosciuto pertanto in tutto il mondo con l'appellativo di "Lion Whisperer", Kevin è anche un autore e produttore di film.


Kevin Richardson in particolar modo ha allevato con amore i leoni bianchi, proteggendo la loro specie a rischio d'estinzione. Attualmente, Richardson ha un appezzamento presso Broederstroom, città a 50 km da Johannesburg,  chiamato il Regno del Leone Bianco; questo parco di 800 ettari (2.000 ettari), costruito inizialmente per il set del film "White Lion", ospita 39 leoni.


Richardson ha lavorato con grandi felini scendendo nei meandri del loro territorio, sempre basandosi sull' istinto, invece che su regole statiche, un po' come piace a me. Dorme talvolta con i leoni, dimostrando che questi hanno una personalità, dei sentimenti e "possono" essere creature sociali.


In questo post, si può ammirare come spettatori il risultato finale di anni ed anni di esperienza e di sacrifici di una persona che ha dedicato la sua vita a questi animali. Non racconterò le innumerevoli volte in cui, crescendo a fianco di questi leoni, Kevin Richardson è stato graffiato da zampate "giocose" di questi leoni; è nella natura dei leoni graffiarsi l'un l'altro e loro trattano a volte Kevin come un loro pari. La natura dei leoni, come ben sapete, è un'altra e nel loro istinto primordiale e naturale vedrebbero solitamente in un uomo, che imprudentemente e maldestramente si avvicina, un lauto spuntino.

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