sabato 6 febbraio 2016

Un cimitero di blog senza vita.

All'inizio l'entusiasmo. I blog brulicavano di vita. I post sbocciavano da soli e i commenti arrivavano come insetti che riproducevano quel profumato tam tam indipendente. I blog suonavano a tamburo. Ricordo ore ed ore, intere giornate a scrivere sul blog, condividendo un libro che mi aveva aperto pagine di vita oppure santificando un posto paradisiaco scoperto per caso. I blog crescevano come creature vive e pulsanti che in qualche modo diventavano l'alter ego di chi vi ci scriveva e collaborava. Leggerli, era come accarezzare delle pagine di vita vera. Poi per quello stesso maledetto processo che vede Amazon mangiarsi ad uno ad uno tutti i negozietti, siamo incominciati a morire. Virgilio.it non c'è più, come non c'è più tempo per dare da bere a quelle piantine dei blog che muoiono assetate di contenuti. Ebay, Google, Amazon, Twitter, Facebook, Youtube hanno asfaltato tutto. Visiti l'Ansa, Il Corriere, La Repubblica, Il Fatto Quotidiano ma poi non sai più dove andare e cosa fare, non hai più quel blog indipendente. Non è morto solo Vittorio Arrigoni. E' morto anche il suo blog. Quanto tutti i negozietti hanno chiuso i battenti, ti resta quel centro commerciale dove van tutti, ma che è anche un'isola artificiale. Per questo, quanti ti imbatti in un blog senza vita, quando vedi un orologio fermo che non batte più le ore, pensa.

Hanno ucciso anche i Blog chi sia stato lo si sa.

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