venerdì 18 marzo 2011

L'Italia festeggia i 150 anni entrando in Guerra contro Gheddafi, a cui poco tempo fa' il Premier aveva baciato la mano

Il presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi si ferma per baciare la mano del dittatore libico Muammar Gheddafi durante il vertice della Lega Araba a Sirte; l'immagine, rimbalzata sulla stampa internazionale, ha ridicolizzato e screditato la politica estera italiana agli occhi del mondo in questi mesi.
L'Italia entra in guerra contro la Libia di Gheddafi. Qualcosa non torna però guardando queste fotografie di pochi mesi or sono. Non capisco. Qualcosa non torna.



Gheddafi è sempre stato lo stesso dittatore da oltre 40 anni. L'Italietta gli ha baciato la mano in pubblico,  dentro la tenda invece... "affari"?





giovedì 17 marzo 2011

La patologia dei rapporti virtuali: deformano e creano persone che non esistono in realtà.

Come negare l'evidenza, con un po' di fantasia.

Da tanti anni sono immerso nella rete fino al collo. Ne conosco il perimetro, so come navigare. C'è una grande differenza però tra me ed altri internauti. Io sono vivo, sono reale. Utilizzo cioè la rete, per accelerare quei processi che mi farebbero altrimenti perdere inutilmente tempo. Da questo punto di vista, internet ha un potere incalcolabile. Ripeto, incalcolabile per chi ne conosce ogni anfratto. Quello che non ho mai fatto è fingere di essere ciò che non sono. La rete è solo uno strumento, la vita si svolge fuori e quindi le bugie hanno le gambe corte.

Checco Zalone in una macchietta teatrale che mostra in modo esemplare alcune patologie della rete.

Dopo tanti anni, devo ammettere con dispiacere che anche la rete è diventata l'ospedale psichiatrico aperto 24h su 24h, per chi non sa dove andare a depositare la propria patologia; c'è l'uomo ragno feticista che vola ovunque gridando di adorare i piedi delle ragazze, c'è la ragazza che millanta di essere la donna gatto bellissima ed è una cessa, c'è quello che ti vuole convincere di essere stato rapito dagli alieni, c'è chi dice di cercare amore ma con un altro nickname è contemporaneamente impegnato a proporre un incontro sessuale, c'è chi distribuisce "Ti Amo" nelle chat perchè è un latin lover della virtualità, c'è chi spedisce messaggi da multilevel marketing credendo nelle catene di Sant'Antonio, c'è chi dice di essere pronto a fare una rivoluzione tanto quanto nella realtà gli tremano le ginocchia, c'è chi cerca notorietà nella rete perchè nella realtà non se lo fila nessuno, c'è chi dopo tanti anni di virtualità ancora non se la sente di incontrarti e chiede tempo, c'è chi vive insomma solamente nella realtà virtuale. Potrei andare avanti all'infinito, ma un mio amico ha avuto in un colloquio con me il dono della sintesi: "la realtà virtuale deforma e crea persone che non esistono in realtà". Questo crea un mondo di malintesi, di deludenti misunderstanding, equivoci a non finire, fraintendimenti imbarazzanti. La patologia che affligge gli internauti è sempre e solo una; sotto copertura di un impalpabile anonimato, curano le proprie frustrazioni reali fingendo di essere ciò che non sono. Se sono sinceri, cosa rarissima, lo fanno soltanto per raccontarti quello che nella realtà è inconfessabile; praticamente come una caraffa si versa in un bicchiere, ti rovesciano addosso tutte le loro paturnie. Anche per questo motivo non ho mai lasciato sul web miei commenti anonimi, ma li ho sempre firmati con nome e cognome.


Niente foto sul profilo se sei cessa.

La rete quindi bisogna conoscerla ed affrontarla con la consapevolezza che gli altri internauti hanno l'irresistibile tentazione di farti sopportare lentamente tutte quelle patologie che sono costretti a soffocare nella vita reale.  Quindi orsettina83 smettila di dire da 9 mesi al grandepuffo81 che cerchi amore. Questo lo abbiamo capito. Quello che non si è capito è se tu esista anche nella realtà. Dubbio.

Professori universitari senza infamia e senza lode.


È notizia di qualche giorno fa, che Sir Howard Davies, rettore della London School of Economics, si sia dimesso affermando: “I am responsible for the School’s reputation, and that has suffered.” Ha riconosciuto che la reputazione dell’istituzione ha sofferto, in relazione alla lauta donazione ricevuta nel 2009 da Saif al Gheddafi, nominato dottore di ricerca in quella medesima Università l’anno precedente, con una tesi pare copiata.
Anche le Università italiane erano anni che  vergognosamente fiutavano l'affare e  si sono prodigate nel tentativo di conferire la laurea honoris causa addirittura al capostipite Gheddafi. Già, quello che ormai accomuna il sistema universitario italiano è la proliferazione del modello di professore eticamente disturbato. Dante li definirebbe come « coloro / che visser sanza 'nfamia e sanza lodo » e proprio con questo modo di dire, credo si possano definire quei professori universitari che, pur avendo avuto la fortuna di acquisire tutti gli strumenti culturali a spese della pubblica collettività, non hanno voluto mettersi al servizio della società civile in questo particolare e delicato frangente storico, promuovendo un rinnovamento etico del sistema universitario che potesse alimentare comportamenti virtuosi e contrastare quindi lo smantellamento dell'istruzione pubblica. Per dirla in soldoni, il dilagare del modello di professore eticamente disturbato ha favorito l'opera  di questo Governo, di completo depotenziamento del sistema universitario. Un danno irreparabile per le future generazioni, si pensi solamente al fatto che nell'anno accademico 2009/2010, gli immatricolati (cioè coloro che si sono iscritti per la prima volta a un corso universitario) sono calati del 2,3 per cento. Ciò significa più potenziali partecipanti narcisi ai casting di "Amici" e ai provini per diventare tronisti e partecipanti al "Grande Fratello". Più ignoranti in circolazione, vere e proprie schegge ubriache al volante. 
Magnifico, Illustrissimo, Amplissimo, Egregio..l'ipocrisia nelle Università.
L'Università che conosco meglio, Ca' Foscari a Venezia, nel 2009 ha tentato di riparare a questo "vergognoso" ritardo storico, tentando il conferimento della laurea honoris causa ad una eminenza grigia, Giancarlo Zacchello, in presenza di un contemporaneo ed "opportuno" investimento finanziario di 800.000 euro, erogato dall’ente pubblico capitanato dal medesimo. Un maledetto articolo, “Un malloppo val bene una laurea”, comparso sul Corriere della Sera e firmato da Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, ha interrotto bruscamente questa "trasparente ed innocua transazione" tra enti pubblici. Il Rettore della medesima università, Prof. Carlo Carraro, si è attivamente impegnato nel corteggiare Paolo Scaroni, invitandolo a tenere la lectio magistralis all’inaugurazione dell’anno accademico 2010/11. Costui, Amministratore Delegato di Eni S.p.A., ha patteggiato 1 anno e 4 mesi perché pagava mazzette al PSI in cambio di appalti dall’Enel e siede al momento con il Rettore nel Consiglio di Amministrazione delle Assicurazioni Generali. Tale Cda è presieduto da Cesare Geronzi, per il quale in questi ultimi giorni i pubblici ministeri hanno chiesto otto anni di reclusione nell’ambito del processo per il crack del gruppo Cirio. L’Università si è risparmiata una possibile lectio magistralis di una ricercatrice vecchia e noiosa come Margherita Hack. Chi se ne frega, diranno i cafoscarini narcotizzati, se sia emerso da uno studio-pilota dal titolo "Finanza e armamenti: le connessioni di un mercato globale" realizzato dall’Osservatorio sul Commercio di Armi (Os.C.Ar) di IRES Toscana – Istituto di ricerche Economiche e Sociali, che le Assicurazioni Generali hanno acquistato quote di aziende che producono armi nucleari (210 mila euro), bombe a grappolo (160 mila) ed altre tipologie di armi controverse (370 mila) (Valori, n.78, Aprile 2010). In questo particolare frangente storico, accettiamo tutto.
Avendo il medesimo Rettore apertamente appoggiato a mezzo stampa la riforma della Gelmini e svolto diligentemente i compiti per casa assegnati dal ministro, addirittura in anticipo rispetto allo stesso iter d'approvazione della Riforma, ha favorito in modo geniale l’istituzione Ca’ Foscari che è riuscita a guadagnarsi il secondo posto nella classifica delle università italiane stilata dal Ministero. Ruby Rubacuori pare che abbia chiesto 5 milioni di euro, Ca’ Foscari ha ricevuto in incentivi più del doppio. Schei, non parole al vento come queste. È un ottimo risultato in questi tempi difficili, se si pensa a ciò che pare abbia dovuto dare in cambio la ragazza minorenne, la propria "dignità", e dall’altro invece la trascurabile perdita percepita di reputazione della nostra istituzione anche per aver spalleggiato il ministro del governo Berlusconi, Mariastella Gelmini.  “Chi se ne frega”, avrebbero detto nel 1931 quei 1251 professori universitari, tra i quali soltanto 12 si opposero al giuramento di fedeltà al Fascismo, perdendo la cattedra; chi se ne frega, se adesso i cugini dello IUAV se la vedono male e se la Riforma complessivamente prosciuga le casse del sistema universitario nel suo insieme. Anche nel prostituirsi ci vuole uno stile e Ca’ Foscari è la prima della classe, l’esempio di una nuova università d’elite. 
A proposito, Gheddafi cerca attualmente sul mercato mercenari pronti a sostenerlo. Visto il momento di difficoltà, paga benissimo e velocemente. Visto che questo Rettore si occupa di fund raising e fortunatamente non è tormentato da pletorici dubbi etici, forse è il caso di sondare il terreno, c’è petrolio che potrebbe finanziare la cattedra più traballante, guarda a caso quella di etica economica.

mercoledì 16 marzo 2011

Il fotovoltaico nel 2010 è stato l'unico grande boom economico

C'era la corsa all'oro, nel 2010 c'è stata la corsa al pannello solare (costruito in cina). L'oro ora scorre sui tetti di capannoni, pensiline, fabbriche e case e proprio nella mia regione, il Veneto, contende il terreno alla coltivazione dei cereali (in alcune zone un ettaro coltivato rende 1000-1500 euro, con i pannelli 4000 euro). Siamo arrivati con diversi anni di ritardo (a fine 2009 la Germania produceva otto volte l'energia solare italiana!), ma guardando ai numeri dell'anno 2010 non c'è che da riconoscere l'unico grande boom economico: oltre 100 mila impianti installati, quasi 2.000 megawatt attivati, circa 900 milioni di incentivi pubblici erogati, almeno 20 mila posti di lavoro. La Germania non ci vede più, almeno sulla produzione di energia solare. La concezione aulica italiana del seminativo a pannello arriva idealmente a concepirlo come "serra ombraria", sotto il quale si possono coltivare fragoline e funghi.

Pannelli fotovoltaici sulla barriera fonoassorbente sull'autostrada del Brennero all'altezza di Isera.
Il fotovoltaico a terra dovrebbe infatti essere connesso per legge con le attività agricole e la sua installazione andrebbe destinata prima di tutto a sostituire coperture in amianto o eternit, prendendo due piccioni con una fava. Gli italiani si sono lanciati nella più grande corsa all'oro, attraverso il tam tam del cosiddetto "conto energia" il contributo per chi installa pannelli fotovoltaici. Una corsa pioneristica, che ovviamente ha bisogno di essere regolamentata, se si è arrivati al paradosso che i terreni agricoli sono diventati terreno di  conquista del fotovoltaico. La Lombardia ha il maggior numero di impianti, mentre la Puglia vince la sfida per potenza installata. Il Veneto ora è la terra di conquista, con la provincia di Padova in pole position. Per vedere le foto più salienti del fotovoltaico italiano clicca qui.

martedì 15 marzo 2011

Quanta energia in Giappone veniva buttata fuori dalla finestra?


Una considerazione sul dramma epocale che sta conoscendo il Giappone. Voglio farlo a partire dall'immagine che ho riportato, che ritrae un solo incrocio della megalopoli Tokyo. Mi chiedo quante decine di centrali nucleari debbano servire, quando le idee ed i principi, che delineano un limite superato il quale non può sussistere il giusto, vengono anestetizzati dalla mera richiesta convulsa di una società consumistica, divoratrice in modo effimero di energia.
Al popolo giapponese chiederei più spirito critico; in questI ultimi anni i giapponesi hanno accettato passivamente di trasformarsi in maschere antismog a passeggio senza battere ciglio e senza domandarsi quale fosse la loro direzione ed il loro futuro. In questa immagine ho cercato di rendere l'idea.
In questo senso abbisogniamo tutti di una Rivoluzione. Una società senza spirito critico, che non rifletta sui propri stili di vita e non li sappia mettere in discussione è un formicaio anestetizzato, guidato dai grandi schermi dove compare il sorriso incantatore di un qualche Berlusconi di turno.

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