sabato 11 settembre 2010

Il popolo italiano cacciò Bettino Craxi, per poi nominare imperatore il suo migliore amico

Paul Ginsborg (Londra 1945 -) è uno storico inglese, tra i più noti studiosi contemporanei della storia d'Italia. Fellow del Churchill College di Cambridge, nella cui Università ha insegnato presso la Facoltà di Scienze Sociali e Politiche. In Italia ha avuto incarichi di insegnamento alle Università degli Studi di Siena e Torino. Dal 1992 insegna Storia dell’Europa contemporanea nella Facoltà di Lettere di Firenze. Qui viene riportato un interessante stralcio di uno dei suoi libri più noti "L'Italia del tempo presente. Famiglia, società civile, Stato 1980-1996" (Einaudi 1998), p. 289.
Nel luglio 1976 la Corte costituzionale aveva emanato un’importante sentenza in cui si definivano le linee guida per la regolamentazione del sistema televisivo. Le trasmissioni nazionali avrebbero dovuto continuare ad essere riservate alla televisione pubblica, mentre alle emittenti private la Corte riservava trasmissioni in ambito locale, in base alla constatazione che le frequenze disponibili erano sufficienti a "consentire la libertà d’iniziativa economica privata senza pericoli di monopoli e oligopoli privati". La Corte aveva inoltre dichiarato che l’etere era una risorsa collettiva, e aveva chiesto al Parlamento di emanare in tempi brevi un’adeguata regolamentazione dell’intero settore dei mass media. Il Parlamento non potè né volle prendere nessuna iniziativa di questo tipo. Trascorsero alcuni anni in cui il mercato della televisione commerciale, libero da vincoli, restò aperto a ogni incursione e a ogni prevedibile conseguenza. Fu proprio in questo periodo che Silvio Berlusconi potè edificare il proprio impero televisivo. Egli era il più dinamico fra gli imprenditori dell’etere, il più preparato a correre sul filo della legalità, colui che sembrava disporre di maggiori risorse finanziarie. Berlusconi era intimo amico di Bettino Craxi. Entrambi milanesi, trascorrevano insieme le vacanze a Portofino e a san Moritz. Un’amicizia così stretta non poteva non influire profondamente sulla politica del governo in ambito televisivo. Il 16 ottobre 1984, due mesi dopo che Berlusconi aveva acquistato rete4 ottenendo così il quasi completo monopolio sull’ emittenza televisiva commerciale, i pretori di Torino, Roma e Pescara ordinarono che i suoi ripetitori venissero parzialmente oscurati. Le motivazioni erano semplici. La sentenza della corte costituzionale del 1976 consentiva l’esistenza di emittenti commerciali scala locale e non nazionale, e le tre reti nazionali di Berlusconi infrangevano palesemente tale dettato. Roma e il Lazio, Torino e il Piemonte, l’Abruzzo e una parte delle Marche si trovarono all’improvviso senza Canale 5, Italia 1 e rete 4. Per gli utenti fu un’esperienza sconcertante. Quel giorno i programmi delle emittenti berlusconiane prevedevano trasmissioni di grande richiamo: un cartone animato di grande successo tra i più piccoli come i Puffi, sceneggiati e film quali Dallas, Dynasty e Mezzogiorno di fuoco (tutti su canale5), l’uomo di Singapore (Italia1), New York, New York (Rete4). Tutto considerato, non era il momento più adatto per ritrovarsi di fronte a uno schermo vuoto. Abbastanza prevedibilmente, il pubblico reagì con accese rimostranze. Le reti di Berlusconi, che continuavano a trasmettere nel resto del Paese, soffiavano sul fuoco chiedendo rispetto per un nuovo diritto del cittadino,"la libertà di telecomando". Di fronte a quella crisi mediatica, la prima nella storia della Repubblica, Bettino Craxi reagì con una rapidità e una determinazione che avrebbero potuto definirsi esemplari se fossero state adottate per altre e più degna causa. Il Consiglio dei Ministri, convocato per il 20 Ottobre, emanò immediatamente un decreto legge valido 6 mesi che consentiva la ripresa delle trasmissioni commerciali su tutto il territorio nazionale. La televisione commerciale era così regredita a un hobbesiano stato di natura, lasciando a Berlusconi tutto il tempo per consolidare il suo stretto controllo del settore.

Fari allo xenon ti accecano? è la macchina del capo che ha sempre gli abbaglianti accesi



Sensazione di un SUV dietro che ti brucia la retina degli occhi ed incendia lo specchietto retrovisore con i fari allo xenon; è la macchina del capo descritta in questra traccia audio che descrive in ogni sua forma, l'accidia della società moderna. Il capo è un mostro, un titano invincibile e ai suoi piedi il popolo addormentato e spiritualmente ritardato, un sonno barbaro dove il futuro è nero elegante. L'artista è una sorta di pseudodemone, si muove in fredde sonorità e svela concetti tristemente realistici di una società plastificata.

Sotto il guanto di velluto di un umanitarismo efficacemente supportato da manipolazione genetica, impiego di sostanze psicoattive, ipnopedia e divertimenti ipertecnologici, l'umanità è finalmente riuscita a sconfiggere le malattie, l'aggressività, la guerra, l'ansia, la sofferenza, il senso di colpa, l'invidia e il dolore. Ma il prezzo di tale vittoria ha un nome: omogeneizzazione, mediocrità, divertimenti banali, affetti superficiali, gusti triviali, falso appagamento, incapacità di provare amore e desiderio.

giovedì 9 settembre 2010

Immune alla deludente sensatezza. Non aprite quella porta.


Inutile nasconderlo. L'adolescenza e la giovinezza sono il periodo della nostra vita in cui l'esperienza la si conquista a morsi. Con il passare degli anni, più ci si allontana dall'adolescenza elettrica, più bussa alla nostra porta una rischiosa "deludente sensatezza". Eppure il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l'avventura e per le nuove esperienze. Chi vuole restare vivo e non morire prima di tutto di noia e di luoghi comuni, deve misurarsi spesso la temperatura della propria vita e se necessario apportare un radicale cambiamento al proprio stile di vita.

mercoledì 8 settembre 2010

Un grande insegnante non ha eventi da consegnare alla storia.



Un grande insegnante non ha eventi da consegnare alla storia. La sua vita confluisce in altre vite. Uomini così sono la linfa che alimenta il tessuto intimo delle nostre scuole, sono i più alti sacerdoti custodi di un tempio e continueranno ad essere una fiamma che arde e una forza che darà significato alle nostre vite. (Film "Club degli imperatori")


giovedì 2 settembre 2010

Chi ha ucciso il Kilimanjaro: UN DRAMMA IRRICONOSCIBILE

Il maestoso Kilimangiaro, uno dei simboli dell'Africa Nera: una foto del 2001 a sinistra e a destra una del 2007.

Abbiamo pochissimi maledetti anni. A causa del Global Warming il maestoso Kilimanjaro è irriconoscibile. Neve e ghiacciai non colorano più la più alta catena africana (5895 metri). Dal 1912 si è perso progressivamente l’85 per cento del ghiaccio. Ghiaccio perenne. Il 26 per cento è scomparso invece solo a partire dal 2000. La montagna, che si alza sui torridi altipiani della Tanzania ed è una sorgente di frescura sta morendo. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences grazie allo studio degli scienziati dell’Ohio State University. Ma i ghiacciai sono in ritirata ovunque. Abbiamo pochissimi maledetti anni.


Of the ice cover present in 1912, 85% has disappeared and 26% of that present in 2000 is now gone.

Mai più così? Scegli.


domenica 29 agosto 2010

Senza ipocrisie, in memoria della Sig.ra Marina Badiello


Stanziali sullo sfondo e nomadi in primo piano a confronto.

Chi come me, intende promuovere i valori della cultura, della tolleranza e vede un arricchimento culturale in una società multietnica, non può esimersi dal provare ad immedesimarsi per un attimo nei panni di un marito e di una figlia che hanno perso tragicamente la persona che più amavano, per mano di alcuni rom delinquenti.
Certo non si può strumentalizzare un singolo episodio e trarne da un singolo fatto di cronaca la condanna di una intera etnia; neanche ignorare però quel dolore infinito, che merita una seria riflessione. Poteva capitare a chiunque e se fosse capitato a me credo che avrei sperimentato l'odio. Senza ipocrisie, così ho intitolato questo post.
Pochi giorni fa due nomadi pluripregiudicati hanno imboccato ad una velocità folle e contromano una stradina a Padova uccidendo una casalinga Marina Badiello, che doveva raggiungere il supermercato Famila di via Fornace Morandi, sarebbe poi tornata a casa e avrebbe preparato la cena per il marito e per la figlia Alessia.
La questione dei Rom, Zingari, Giostrai, Nomadi etc, va affrontata non cercando l'albero dove impiccarli e non accendendo cerini, come delle bestie ignoranti chiedono a gran voce, ma civilmente ed in modo dignitoso, posto che possiamo vantarci di appartenere ad una società civile che si è allontanata dalle barbarie del nazismo. Le persone che gridano al nodo scorsoio (molti si professano "leghisti", in tal senso "legati all'ignoranza"), sono pericolose perché coltivano l'odio e lo riversano ad ondate verso il diverso, qualunque esso sia, come se questo fosse la causa della loro infelicità, che invece si sostanzia nell'incapacità di amare.

Una rom sembra indicare un'altra direzione alla legalità, rappresentata dal funzionario delle forze dell'ordine.
Se il primo pensiero e la prima obiezione, è che alla guida di quell'auto assassina impazzita ci potesse essere anche un delinquente italiano (ce ne sono tanti, lo sappiamo tutti, dai finanzieri furbetti nell'epoca del "Berlusconismo" ai figli di papà che con il macchinone compiono le stragi del sabato sera), il secondo pensiero è che oggettivamente queste etnie si comportano ancora come i predoni nel deserto. Arrivano, si accampano e incominciano a predare, perché incapaci nel loro nomadismo di trovare altre fonti di sostentamento. Una popolazione nomade vive come un parassita, sempre e solo a spese della comunità stanziale, perché il suo stile di vita non le permette di raccogliere reddito in nessun altro modo. Le macchine, gli ori ed i valori che sono nelle nostre case sono nella maggior parte dei casi il loro sostentamento; il loro bottino.

La Mini Cooper nella foto, come tante altre macchine a grossa cilindrata, sono frutto del loro lavoro. Quale? Purtroppo è da tanti anni che non si occupano più del riciclo della carta o del mestiere degli arrotini. La segregazione li spinge sulla inesorabile strada della delinquenza.
Nomadi e stanziali sono stati per millenni due universi complementari, diventando sempre più conflittuali con l’espandersi dell’agricoltura e il diffondersi del modello urbano. Da una parte la “civitas”, dall’altra i senza fissa dimora, considerati barbari e guardati sempre con diffidenza.
Molti organismi di tutela dei diritti umani, nonché studiosi ed esponenti del mondo della cultura, hanno denunciato che nei media italiani l'immagine sociale degli “zingari” viene costruita quasi esclusivamente nel racconto di fatti di cronaca, quasi sempre “nera”, con la rappresentazione dello “straniero lontano da Noi”, dello “straccione” e del “parassita”. Riprova ne è il fatto che quasi tutti gli italiani sono convinti che i rom  siano "ladri di bambini", quando invece nella giurisprudenza italiana non c'è ancora un episodio conclamato che possa avallare questa idiozia. Luoghi comuni, terribili ed indelebili; impossibile estirparli dalle menti perchè eccitano gli istinti più bestiali.
Abbiamo sterminato quasi tutte le popolazioni indigene del mondo perché avevano una cultura e un modo diverso di vivere rispetto al nostro. In particolare i Rom sono sempre stati perseguitati, fino alla deportazione e al genocidio sistematico.
Circa 500.000 Rom si ritiene che siano stati trucidati dai nazisti, perchè detentori di un gene molto pericoloso: l’istinto al nomadismo. Il loro è un “genocidio dimenticato”, rimosso dalla memoria collettiva per i secolari pregiudizi che la società europea ha avuto verso di loro; è stata attribuita a questa etnia una sorta di “propensione a delinquere”, una predisposizione naturale per il furto, il rapimento dei bambini e la magia nera (la chiromanzia, praticata dalle donne). In questi anni oscuri della Storia, anche allora tutto iniziò dal presupposto che la Polizia dovesse schedare, con uno specifico formulario, “le persone che per il loro aspetto, i loro usi e costumi possono apparire zingari o meticci zingari” ed anche “le persone che vanno in giro alla maniera degli zingari”. I dati devono essere trasmessi all’Ufficio Centrale del Reich per la lotta alla piaga zingara, a Berlino.

Questo senso di colpa, questo olocausto, non deve però permettere a taluni di porsi fuori dal sistema attuale delle regole, razziando impunemente quello che gli altri accumulano con il sudore della propria fronte. Per questo, guardando a questo fatto di cronaca come a tanti altri, l'unica soluzione che sembra palesarsi, posto il fatto che queste etnie rifiutano l'integrazione ed una vita stanziale in cui sia chiara una loro identità sociale, è l'espulsione permamente delle famiglie delinquenti dal territorio nazionale come in questi giorni sta avvenendo in Francia. Non me ne voglia Primo Levi che nel libro "La Tregua" disse sapientemente: "Ma quante sono le menti umane capaci di resistere alla lenta, feroce, incessante, impercettibile forza di penetrazione dei luoghi comuni?"

Creta, Isola di Spinalonga: San Marco! San Marco! l'avevano giurato sui leoni

Video da me girato sull'isola di Spinalonga a Creta. 

La Storia ci regala ancora emozioni e quella di Spinalonga è proprio una conquista culturale. Creta fece parte del Dominio da Mar della Serenissima Repubblica di Venezia dal 1212 fino al 1669, quando la città di Candia, la capitale dell'isola, capitolò dopo 22 lunghi anni di assalti ottomani. I Veneziani poterono conservare soltanto tre basi navali, Suda, Grabusa e appunto Spinalonga, che assicuravano quindi ancora delle basi navali d'appoggio per le rotte commerciali verso il Levante. Il forte di Spinalonga è un isolotto alla bocca di uno stretto nel golfo di Mirabello, nella parte orientale di Creta.
Le galee di un tempo necessitavano più che mai di poter contare su queste basi navali strategiche per trovarvi riparo dai nemici o per sfuggire ai fortunali. I porti di Creta fornivano appunto un ponte verso quello che prendeva il nome di “Oltremare” cioè il Mediterraneo aldilà del mare Egeo.
Venezia mantenne Spinalonga fino al 1715, ben 46 anni dopo la caduta di Candia, quando i Turchi li attaccarono in Morea, e non ebbero abbastanza forze navali da aiutare i tre forti che rimanevano loro a Creta.
Questa isola-fortezza è una tappa obbligata per coloro che volessero visitare Creta ed è facilmente visitabile grazie ai traghetti in partenza dal porto di Elounda (costo 10 euro andata e ritorno).

Una suggestiva immagine dell'isola-fortezza di Spinalonga al tramonto. Conquistatela.

Gli imprendibili bastioni dell'isola-fortezza. In particolare si noti il più possente, la Mezzaluna Moceniga, a guardia dagli attacchi da terra che potevano provenire dalle colline di una limitrofa penisola. Ai piedi di queste mura, tra ulivi e massicci blocchi di marmo e pietre, è possibile fare il bagno, sognando future conquiste culturali.
Particolare di una bocca da fuoco della Mezzaluna Moceniga. Notate proprio come i cannoni potessero bersagliare la penisola da cui potevano provenire gli attacchi.

Bocca da fuoco della Mezzaluna Moceniga.

Leone alato, incastonato sul bastione della Mezzaluna Moceniga. Per leone di san Marco o leone marciano o leone alato si intende la rappresentazione simbolica dell'evangelista san Marco, raffigurato in forma di leone alato.

Scorcio dal Bastione Tiepolo con la Mezzaluna Moceniga in evidenza.

Questa immagine, scattata dal bastione Tiepolo, rende l'idea di come da una qualsiasi feritoia fosse possibile controllare l'accesso al golfo di Mirabello.

I difensori, poterono resistere per decine d'anni al lungo assedio, perchè l'isola-fortezza si rese autosufficiente dal punto di vista alimentare. Nella foto un ulivo che dona l'ombra ad una scalinata.

Ecco la Mezzaluna Michiel, la sentinella del mare. Questo bastione infatti a differenza di quello speculare la Mezzaluna Moceniga, sorvegliava il mare e inibiva l'accesso alla baia al naviglio ostile.

Una delle tante case ben conservate che si trovano all'interno della fortezza.

Appena entrati all'interno della fortezza attraverso un tunnel, visibile nell'immagine successiva, ai vostri occhi comparirà uno scorcio di rara bellezza. In quel momento, dalla cornice sarete entrati in un bellissimo quadro.

Tunnel d'ingresso alla fortezza.

mercoledì 25 agosto 2010

Università Ca' Foscari Venezia: reintegrato il concetto di lavoro dignitoso, che non può essere merce

Portale del quotidiano la Repubblica. In primo piano la notizia del reintegro dei lavoratori.

In questi mesi ho sperato con tutto il cuore che la Sig.ra Giustizia arrivasse all'Università Ca' Foscari Venezia a ridare serenità ed un sorriso a quei lavoratori con cui la schizzofrenica macelleria sociale si era schifosamente divertita. Sono anche orgoglioso di aver contribuito ed agito nel mio piccolo assieme ad altre persone, affinché fosse ripristinato il concetto di lavoro dignitoso, perchè il lavoro non è una merce (Filadelphia 1944). Oggi finalmente si è palesata la Sig.ra Giustizia, annunciandosi nei quotidiani a tiratura nazionalein tutta la sua purezza e bellezza imparziale. Che classe, che schianto. Pochi giorni fa' la Sig.ra era andata a trovare gli operai della Fiat, mettendo in fuga l'assurdità ed il nosense. Ora fortunatamente è toccato all'Università Ca' Foscari Venezia, dove per dirla tutta, questi lavoratori non avevano trovato la solidarietà incondizionata di tutta la compagine cafoscarina (non ho memoria di uno sciopero di solidarietà), ma soltanto la strenua ed isolata difesa di taluni delle Rappresentanze Sindacali Unitarie, che nel loro sito web hanno strillato per mesi quella che è stata e rimarrà negli annali e nella memoria, UNA VICENDA INDEGNA. Il lavoro invece è dignitoso.
Fotografia tratta da sito web del coordinamento dei lavoratori della cultura in lotta

martedì 24 agosto 2010

All-in: vorrei dedicare questa canzone al Presidente Berlusconi


A furia di "All-In", gli italiani si stanno rovinando la vita. Nel testo di questa canzone "Escort 25",  che dedico al Presidente Berlusconi, c'è il modello di vita di tanti Italiani.

domenica 22 agosto 2010

Quando il vento del cambiamentò soffierà, costruiremo insieme Mulini a vento

Video che ho girato a Creta nell’Altipiano di Lassithi, un’ampia distesa di campi coltivati e frutteti, irrigati dall’acqua pompata da centinaia e centinaia di mulini a vento presenti ovunque, testimoni di un antico sistema di irrigazione costruito dai Veneziani durante la loro dominazione (1212-1669).

Mulino dell'Altopiano di Lassithi, Creta
Il mondo stà cambiando. Una nuova coscienza è in azione, perchè la Terra non ce la fa più a sopportarci. Il passato ed il palazzo cercano di resistere al rinnovamento, evitando accuratamente termini eversivi quali "sviluppo sostenibile”, “energia da fonti rinnovabili”, “mobilità dolce”, "bioedilizia", etc. Sia mai, bestemmie. Non sentirete mai Berlusconi il palazzinaro, parlare di “commercio equo e solidale” magari fischiettando “Laaa dove c’era l’erbaaaaa…” così come non sarà mai capace, pur essendo proprietario di una sorta di monopolio della comunicazione di produrre film come “La vita è bella”. Non importa se gli scienziati dicono che abbiamo qualche decina di anni prima che le catastrofi climatiche sul nostro pianeta Madre Terra diventino irreversibili; l’importante è far credere agli italiani che le priorità siano la legge sulle intercettazioni telefoniche, perché tutti saremmo spiati, i cantieri e le grandi opere possibilmente con grandi colate di cemento. Per fortuna il mondo sta cambiando e giorno dopo giorno gli italiani scoprono accendendo internet e spegnendo Mediaset, che altrove un'altra coscienza è in azione e un altro mondo è possibile.

Mulino dell'Altopiano di Lassithi, Creta


Turbina AK1000, la turbina sottomarina più grande del mondo è stata presentata in Scozia; è stata realizzata dalla Atlantis Reources Corporation, una società specializzata nel segmento. Stando a quanto preannunciato dagli stessi sviluppatori, la turbina della Atlantis sarà installata attraverso degli ancoraggi sul fondo marino, e connessa alla rete elettrica nazionale, già alla fine dell'estate e sarà in grado di generare energia elettrica utile per soddisfare il fabbisogno di oltre mille abitazioni. Con un diametro di circa 18 metri la turbina gigante dovrebbe consentirle la produzione di 1MW di potenza energetica permettendo alla Scozia di incrementare in maniera significativa la propria produzione di energie rinnovabili.
La casa nel bosco. Una costruzione che si sviluppa in verticale, con una superficie che si confonde con la fitta vegetazione circostante. Lo spazio è diviso in tre piani e dotato di terrazze spaziose. Tutti gli ambienti dell'abitazione sono sfruttati al massimo, ma la suggestione maggiore resta quella del mimetismo dell'abitazione con la natura. Olson Sundberg Kundig Allen Architects, Mazama, Washington, 2005. Tiny Houses, Rizzoli International © Olson Sundberg Kundig Allen Architects, photographer Tim Bies

Si chiama Walden la casa realizzata nel 2006 dall'architetto tedesco Nils Holger Moormann. Accessoriata nei minimi dettagli e profonda poco più di un metro, è l'ideale per offrire un rifugio a chi, in realtà, vole vivere a contatto con la natura e lo spazio aperto senza rinunciare a nessuna comodità. Ha due piani e in quello superiore, più protetto, trovano spazio la camera da letto e un piccolo salotto. È uno degli esempi più interessanti del libro Tiny Houses edito da Rizzoli International. www.rizzoliusa.com © Jäger & Jäger
Una grande cubo di legno, aperto in maniera irregolare verso l'esterno e strutturato per essere posizionato con facilità. Una struttura semplice e essenziale che non ha niente da invidiare, per estetica e comodità, alle architetture più ricercate. Box House, Neeson Murcutt Architects. New South Wales, Australia, 1999. Tiny Houses, Rizzoli International. Brett Boardman

venerdì 20 agosto 2010

Madre Terra ha bisogno del tuo aiuto. Drin, drin, SVEGLIA la tua coscienza.


Abbiamo pochissimi anni per cambiare i nostri modi di vita e quindi evitare d' esaurire le risorse naturali ed impedire un'evoluzione catastrofica del clima della terra. Abbiamo pochissimi maledetti anni. In questo documentario\film gli scienziati spiegano esattamente perchè Madre Terra sta morendo nell'indifferenza.

Una nuova coscienza è in azione

La vera guerra è sulle strade: girano auto che sono delle bombe


Nella faraonica Formula 1, dove vengono consumati migliaia e migliaia di litri di combustibile in pochissimi attimi di tempo, come se il Pianeta Terra disponesse di materie prime illimitate, dove il gusto della velocità mortale e dei cavalli roboanti deve entrare ben bene nella mente di chi assiste allo spettacolo in modo tale che poi ricercherà negli autosaloni auto sportive costose e riproporrà quegli atteggiamenti aggressivi sulle strade, proteggiamo nell'abitacolo le vite dei nostri piloti  nel nome della sicurezza prima di tutto. La speranza degli illusi è che queste automobili siano la punta di diamante di una ricerca delle case produttrici di automobili rivolta anche ad una maggiore sicurezza, al rispetto della vita. In verità è uno degli show del consumismo più becero, finalizzato al marketing di segmenti di macchine che raggiungono velocità che violano il codice della strada. Quale ipocrisia: migliaia di persone muoiono in italia sostanzialmente per l'eccesso di velocità e non abbiamo ancora prescritto un limitatore di velocità obbligatorio da poter disinserire solo in caso di emergenza e solo nei casi previsti dalla legge.



Una Fiat 500 incontra una Audi Q7. L'ingiustizia sociale in questo incontro. 

Ancora nel 2010, girano infatti delle automobili alimentate a benzina che sono delle vere e proprie bombe pronte a scoppiare. Così, in una banalissima strada di provincia è morta carbonizzata viva con i suoi due figli di 14 e 5 anni, una madreUna madre con i suoi figli, arsi vivi. La sua Citroen C3 è stata improvvisamente tamponata da dietro ed è stata catapultata nell'altra corsia dove sopragiungeva un'altra autovettura. A lei e ai suoi figli va il mio pensiero ed il mio ricordo. In questi giorni quasi tutti piangono la morte di Francesco Cossiga. Io non piango la morte di Francesco Cossiga, ha fatto la sua vita, "picconava" il prossimo verbalmente e pace all'anima sua. Non mi ha mai trasmesso nulla e le sue "picconate" mi pare non contenessero valori universali ma erano fini a sé stesse, in un mondo alieno come è quello della politica italiana. Insomma non è morto Nelson Mandela. Piango invece per un rogo. Si perchè in un paese migliore, dove la cultura della vita è un valore, il paese si sarebbe fermato e si sarebbe domandato se ancora nel 2010 è possibile morire arsi vivi, prigionieri in una macchina con i propri figli. Stento a credere infatti che nel 2010 non si possa prevenire adeguatamente, in un nocciolo indistruttibile, la fuoriuscita di combustibile da un'auto incidentata. Costerebbe troppo, è la risposta ipocrita di chi decide che la difesa della vita è un costo. In un paese normale, la priorità sarebbe questa e non quella di annusare la bara di Francesco Cossiga. La priorità sarebbe quella di, costi quel che costi, pretendere per legge dalle case produttrici e sotto la diretta supervisione dell'apparato statale, che le macchine in circolazione non siano delle potenziali bombe circolanti con indicatori di velocità che contengono valori quali 190, 220, 250, 270, etc.  

sabato 14 agosto 2010

Ho sconfitto il Minotauro e da buon veneziano ho conquistato, stavolta culturalmente, Creta.

Una svolta a Creta.
Memore di leggende che avevo appreso in tenera età, che con il passare degli anni erano diventati un labirinto indefinito tra Minosse, Teseo, Arianna con il filo, Dedalo, mettici anche questo Minotauro che rompe le scatole, ho preso di gran carriera una galea culturale in partenza ed ho conquistato da buon veneziano questa fantastica isola: il labirinto di Cnosso ora è ben scolpito nella mia mente. Dopo aver annesso un labirinto, la vita te ne propone subito un altro; eccomi quindi di nuovo "inesplorazione" (la creiamo questa parola?), per due lunghissimi giorni nelle gole di Samaria, patrimonio dell'unesco che mi hanno dato non pochi grattacapi.

Avevo detto, riprendendo una frase di Jack London di voler "Riprendere le avventure". Beh eccomi accontentato in un canyon, finalmente una vera e propria avventura alle Gole di Samaria durata due giorni.

In primo piano beh ehm..come sempre in mezzo. Sullo sfondo il fertile altopiano di Lassithi: migliaia di mulini a vento e un sistema di irrigazione ancora costruito dai Veneziani, tuttora funzionamente.
Ho respirato l'umidità della grotta dove nacque Zeus e mi sono rigenerato mentre questo paese che puzza..(mamma mia quanto puzza) è impegnato ad annusare un banale appartamento a Montecarlo. Pensate che questa lussureggiante isola fu per molti secoli, precisamente dal 1204 al 1669, parte di quel vasto impero marittimo che avevo reso la Repubblica di Venezia padrona indiscussa dell'Egeo e del Mediterraneo orientale.
Più di 1000 km percorsi su quella scatoletta preziosa della Hyndai Athos, questi i numeri di un'altra indimenticabile vacanza in esplorazione oltre bla bla bla....diciamo oltre le rane dei Baustelle e delle favole di Esopo.

Spiaggia di Vai; forse l'unico grande palmeto del continente europeo che arriva fino al mare....una delle spiaggie più belle che abbia mai visto finora, insieme a Manganari nell'isola di Ios e alla Red beach di Santorini.
Un Fante da Mar, Alberto Sciretti, si aggira boriosamente sul possente ed imprendibile bastione della fortezza veneziana di Spinalonga, che resistette ai Turchi fino al 1715, ben 46 anni dopo quindi la conquista di Creta del 1669 da parte dei Turchi!!!! Sono veneziano, sono veneziano.
In esplorazione ho girato centinaia di scatti e di filmati...ma soprattutto dopo una vacanza di questo tipo sono i miei sogni che risplendono.


martedì 10 agosto 2010

Il popolo dei Po po po po po po: si dorme, si mangia, si xxxx, si guarda la TV sognando uno yacht a Portocervo.

C'era un tempo in cui una folla di cittadini e forestieri si riuniva morbosamente nei pressi di San Marco per assistere all'arrivo o alla partenza di un carcerato, vista la vicinanza delle prigioni. Eredi forse delle folle che da sempre si accalcano pateticamente allo "spettacolo" delle "ghigliottine giacobine" che la Storia ha sempre regalato, perchè la morte o l'altrui annientamento può creare un brivido di vitalità a chi rimane in vita.


Ora il popolo, composto di persone spiritualmente ritardate e alimentato da omogeneizzazione, mediocrità, divertimenti banali, affetti superficiali, gusti triviali, falso appagamento, incapacità di provare vero amore ha il proprio inno: Po po po po po po. Stavolta si celebra la morte della cultura. Il popolo dei Po po po po po po, spesso alticcio in modo animalesco, vomita curiosità riempiendo di attenzioni morbose  proprio coloro che sottraggono e accumulano illecitamente altrui risorse, garantendo la loro morte culturale. 

La Pierelli dorme, il fidanzato bacia un'altra. Dalla Carfagna a Noemi, pazze per il bijoux a farfalla... Questa copertina è l'emblema dell'odierna incapacità di provare vero amore, perchè ora tutto è banalizzato, proprio tutto ha un prezzo e ci si vende.

giovedì 22 luglio 2010

Road To Wellness: Territorio per il benessere

Una serie di giovani e giovanissimi talenti, sono diventati 'Young Testimonial' di Road to Wellness - Territorio per il Benessere: la loro sensibilità al servizio di un progetto eco turistico e di mobilità dolce: ne vedremo delle belle! 


(Manuel, il ballerino folle, giovanissimo ha una pagina personale su Youtube e solo per certi video singoli, supera le 15.000 visite: ha iniziato per scherzo con il suo ballo al di fuori dei canoni, quasi un gesto liberatorio ed ora è diventato un esperto). 

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