sabato 11 settembre 2010

Fari allo xenon ti accecano? è la macchina del capo che ha sempre gli abbaglianti accesi



Sensazione di un SUV dietro che ti brucia la retina degli occhi ed incendia lo specchietto retrovisore con i fari allo xenon; è la macchina del capo descritta in questra traccia audio che descrive in ogni sua forma, l'accidia della società moderna. Il capo è un mostro, un titano invincibile e ai suoi piedi il popolo addormentato e spiritualmente ritardato, un sonno barbaro dove il futuro è nero elegante. L'artista è una sorta di pseudodemone, si muove in fredde sonorità e svela concetti tristemente realistici di una società plastificata.

Sotto il guanto di velluto di un umanitarismo efficacemente supportato da manipolazione genetica, impiego di sostanze psicoattive, ipnopedia e divertimenti ipertecnologici, l'umanità è finalmente riuscita a sconfiggere le malattie, l'aggressività, la guerra, l'ansia, la sofferenza, il senso di colpa, l'invidia e il dolore. Ma il prezzo di tale vittoria ha un nome: omogeneizzazione, mediocrità, divertimenti banali, affetti superficiali, gusti triviali, falso appagamento, incapacità di provare amore e desiderio.

giovedì 9 settembre 2010

Immune alla deludente sensatezza. Non aprite quella porta.


Inutile nasconderlo. L'adolescenza e la giovinezza sono il periodo della nostra vita in cui l'esperienza la si conquista a morsi. Con il passare degli anni, più ci si allontana dall'adolescenza elettrica, più bussa alla nostra porta una rischiosa "deludente sensatezza". Eppure il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l'avventura e per le nuove esperienze. Chi vuole restare vivo e non morire prima di tutto di noia e di luoghi comuni, deve misurarsi spesso la temperatura della propria vita e se necessario apportare un radicale cambiamento al proprio stile di vita.

mercoledì 8 settembre 2010

Un grande insegnante non ha eventi da consegnare alla storia.



Un grande insegnante non ha eventi da consegnare alla storia. La sua vita confluisce in altre vite. Uomini così sono la linfa che alimenta il tessuto intimo delle nostre scuole, sono i più alti sacerdoti custodi di un tempio e continueranno ad essere una fiamma che arde e una forza che darà significato alle nostre vite. (Film "Club degli imperatori")


giovedì 2 settembre 2010

Chi ha ucciso il Kilimanjaro: UN DRAMMA IRRICONOSCIBILE

Il maestoso Kilimangiaro, uno dei simboli dell'Africa Nera: una foto del 2001 a sinistra e a destra una del 2007.

Abbiamo pochissimi maledetti anni. A causa del Global Warming il maestoso Kilimanjaro è irriconoscibile. Neve e ghiacciai non colorano più la più alta catena africana (5895 metri). Dal 1912 si è perso progressivamente l’85 per cento del ghiaccio. Ghiaccio perenne. Il 26 per cento è scomparso invece solo a partire dal 2000. La montagna, che si alza sui torridi altipiani della Tanzania ed è una sorgente di frescura sta morendo. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences grazie allo studio degli scienziati dell’Ohio State University. Ma i ghiacciai sono in ritirata ovunque. Abbiamo pochissimi maledetti anni.


Of the ice cover present in 1912, 85% has disappeared and 26% of that present in 2000 is now gone.

Mai più così? Scegli.


domenica 29 agosto 2010

Senza ipocrisie, in memoria della Sig.ra Marina Badiello


Stanziali sullo sfondo e nomadi in primo piano a confronto.

Chi come me, intende promuovere i valori della cultura, della tolleranza e vede un arricchimento culturale in una società multietnica, non può esimersi dal provare ad immedesimarsi per un attimo nei panni di un marito e di una figlia che hanno perso tragicamente la persona che più amavano, per mano di alcuni rom delinquenti.
Certo non si può strumentalizzare un singolo episodio e trarne da un singolo fatto di cronaca la condanna di una intera etnia; neanche ignorare però quel dolore infinito, che merita una seria riflessione. Poteva capitare a chiunque e se fosse capitato a me credo che avrei sperimentato l'odio. Senza ipocrisie, così ho intitolato questo post.
Pochi giorni fa due nomadi pluripregiudicati hanno imboccato ad una velocità folle e contromano una stradina a Padova uccidendo una casalinga Marina Badiello, che doveva raggiungere il supermercato Famila di via Fornace Morandi, sarebbe poi tornata a casa e avrebbe preparato la cena per il marito e per la figlia Alessia.
La questione dei Rom, Zingari, Giostrai, Nomadi etc, va affrontata non cercando l'albero dove impiccarli e non accendendo cerini, come delle bestie ignoranti chiedono a gran voce, ma civilmente ed in modo dignitoso, posto che possiamo vantarci di appartenere ad una società civile che si è allontanata dalle barbarie del nazismo. Le persone che gridano al nodo scorsoio (molti si professano "leghisti", in tal senso "legati all'ignoranza"), sono pericolose perché coltivano l'odio e lo riversano ad ondate verso il diverso, qualunque esso sia, come se questo fosse la causa della loro infelicità, che invece si sostanzia nell'incapacità di amare.

Una rom sembra indicare un'altra direzione alla legalità, rappresentata dal funzionario delle forze dell'ordine.
Se il primo pensiero e la prima obiezione, è che alla guida di quell'auto assassina impazzita ci potesse essere anche un delinquente italiano (ce ne sono tanti, lo sappiamo tutti, dai finanzieri furbetti nell'epoca del "Berlusconismo" ai figli di papà che con il macchinone compiono le stragi del sabato sera), il secondo pensiero è che oggettivamente queste etnie si comportano ancora come i predoni nel deserto. Arrivano, si accampano e incominciano a predare, perché incapaci nel loro nomadismo di trovare altre fonti di sostentamento. Una popolazione nomade vive come un parassita, sempre e solo a spese della comunità stanziale, perché il suo stile di vita non le permette di raccogliere reddito in nessun altro modo. Le macchine, gli ori ed i valori che sono nelle nostre case sono nella maggior parte dei casi il loro sostentamento; il loro bottino.

La Mini Cooper nella foto, come tante altre macchine a grossa cilindrata, sono frutto del loro lavoro. Quale? Purtroppo è da tanti anni che non si occupano più del riciclo della carta o del mestiere degli arrotini. La segregazione li spinge sulla inesorabile strada della delinquenza.
Nomadi e stanziali sono stati per millenni due universi complementari, diventando sempre più conflittuali con l’espandersi dell’agricoltura e il diffondersi del modello urbano. Da una parte la “civitas”, dall’altra i senza fissa dimora, considerati barbari e guardati sempre con diffidenza.
Molti organismi di tutela dei diritti umani, nonché studiosi ed esponenti del mondo della cultura, hanno denunciato che nei media italiani l'immagine sociale degli “zingari” viene costruita quasi esclusivamente nel racconto di fatti di cronaca, quasi sempre “nera”, con la rappresentazione dello “straniero lontano da Noi”, dello “straccione” e del “parassita”. Riprova ne è il fatto che quasi tutti gli italiani sono convinti che i rom  siano "ladri di bambini", quando invece nella giurisprudenza italiana non c'è ancora un episodio conclamato che possa avallare questa idiozia. Luoghi comuni, terribili ed indelebili; impossibile estirparli dalle menti perchè eccitano gli istinti più bestiali.
Abbiamo sterminato quasi tutte le popolazioni indigene del mondo perché avevano una cultura e un modo diverso di vivere rispetto al nostro. In particolare i Rom sono sempre stati perseguitati, fino alla deportazione e al genocidio sistematico.
Circa 500.000 Rom si ritiene che siano stati trucidati dai nazisti, perchè detentori di un gene molto pericoloso: l’istinto al nomadismo. Il loro è un “genocidio dimenticato”, rimosso dalla memoria collettiva per i secolari pregiudizi che la società europea ha avuto verso di loro; è stata attribuita a questa etnia una sorta di “propensione a delinquere”, una predisposizione naturale per il furto, il rapimento dei bambini e la magia nera (la chiromanzia, praticata dalle donne). In questi anni oscuri della Storia, anche allora tutto iniziò dal presupposto che la Polizia dovesse schedare, con uno specifico formulario, “le persone che per il loro aspetto, i loro usi e costumi possono apparire zingari o meticci zingari” ed anche “le persone che vanno in giro alla maniera degli zingari”. I dati devono essere trasmessi all’Ufficio Centrale del Reich per la lotta alla piaga zingara, a Berlino.

Questo senso di colpa, questo olocausto, non deve però permettere a taluni di porsi fuori dal sistema attuale delle regole, razziando impunemente quello che gli altri accumulano con il sudore della propria fronte. Per questo, guardando a questo fatto di cronaca come a tanti altri, l'unica soluzione che sembra palesarsi, posto il fatto che queste etnie rifiutano l'integrazione ed una vita stanziale in cui sia chiara una loro identità sociale, è l'espulsione permamente delle famiglie delinquenti dal territorio nazionale come in questi giorni sta avvenendo in Francia. Non me ne voglia Primo Levi che nel libro "La Tregua" disse sapientemente: "Ma quante sono le menti umane capaci di resistere alla lenta, feroce, incessante, impercettibile forza di penetrazione dei luoghi comuni?"

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