domenica 4 ottobre 2009

Qual è il maneggio più bello dove andare a fare passeggiate a cavallo?

Ecco a voi il maneggio più bello d'Italia
Qual è il maneggio più bello dove andare a fare passeggiate con il cavallo? Ve lo dico subito "Maneggio La Suerte" , che si trova a Ferrara di Monte Baldo in località Novezzina (a pochi metri dall'Osservatorio Astronomico del Monte Baldo ed a pochi km dal Santuario Madonna della Corona di cui ho già parlato). Qui, seguendo la filosofia Garda style, mi sto lentamente approcciando ai cavalli effettuando passeggiate a cavallo da 1 o 2 ore, grazie al sapiente lavoro delle guide equestri Guido (cell 339-4353989) e di sua figlia Giada (cell 340-7014533) che pazientemente trasmettono e condividono con gli ospiti la passione per il più antico amico dell'uomo (addomesticato 5500 anni fa').

Il maneggio Maneggio La Suerte è quantomeno tra i più belli d'Italia per i seguenti motivi:
1. Si colloca in un paesaggio stupendo e tra i più belli d'italia descritto dal più grande geografo italiano Eugenio Turri (che tentò di promuovere anche un Parco del Monte Baldo) come "il luogo del cuore"; secondo il massimo geografo che qui studiava l’evoluzione dei paesaggi (“osservatorio-Turri” è un punto d' osservazione collocato sul monte Baldo sul quale Turri usava recarsi per scrutare e controllare il paesaggio), questi luoghi danno la possibilità di rigenerarsi e ritrovarsi in una natura che ti accarezza l'animo. Immaginate voi se in questo volo, l'aeroplano è un cavallo;
Particolare del Maneggio La Suerte

2. Gli estesi adiacenti pascoli (il maneggio vanta 127 ha) e le montagne circostanti offrono la possibilità di graduare le passeggiate nel verde e nei boschi secondo la propria preparazione e attitudine, dai principianti agli esperti. I principianti potranno prendere confidenza con questo magico mondo e scoprire la bellezza di andare a cavallo in completa serenità, mentre i più esperti si cimenteranno in percorsi montani più o meno impegnativi. Si possono scegliere una o più ore, fino a mezza giornata e trekking da uno a più giorni, sempre accompagnati da guide equestri come Guido (cell 339-4353989);
Il maneggio con i suoi adiacenti pascoli.

3. I sentieri che si percorrono a cavallo attraversano la “piccola cordigliera” del monte Baldo con finestre panoramiche che si aprono sulla Val Lagarina, sul lago di Garda e in lontananza le cime degli Appennini, hanno la peculiarità di farti entrare letteralmente nel cuore dei boschi, potendone apprezzare dalla sella particolari e sensazioni altrimenti non percettibili (le guide non lesinano informazioni, vi basta chiedere); durante le passeggiate si vedranno le trincee e le grotte costruite durante la prima e seconda guerra mondiale, quando queste terre furono così a lungo disputate tra Italia e Austria, e le tipiche malghe Baldensi luogo d’alpeggio per i pastori che producevano e producono tuttora freschi e genuini formaggi;
Paesaggio del Monte Baldo.

4. La presenza delle mucche e dei cavalli liberi nei pascoli (anche simpaticissimi pony) offrono, oltre ad un generale senso appagante di libertà, anche l'opportunità di far avvicinare i bambini a questi animali. La presenza di sorgenti nella zona rende poi questi luoghi una fonte continua di vita.
5. Il quinto motivo non lo posso dire (anche se nella mia vita non ho mai visto una cosa simile), tanto più che sul web posso sì condividere le mie scoperte ma non al punto di violare ciò che non deve per sua natura essere violato, come l'intimità di un dato luogo o il segreto confidato da un determinato amico; sarà dato di sapere a chi, andando a cavallo nel maneggio, sarà capace di esplorare in punta di piedi la natura ed a rispettarla come una madre.

giovedì 17 settembre 2009

Grazie ai politici italiani per il nuovo record di 1753 miliardi di euro di debito pubblico

Grazie ai politici italiani per il nuovo record di 1753 miliardi di euro di debito pubblico al luglio 2009. Avete schifosamente indebitato i giovani e le nuove generazioni. Alleggeriti da un sistema mafioso di cui ho già parlato, non ci resta che ballare aspettando che ve ne andiate.

lunedì 31 agosto 2009

Una campagna pubblicitaria sulla felicità durante la guerra tra giornali

Sciretti Alberto con la sua inseparabile arma, "la comunicazione" (Settembre 2009).


Nella foto l'annuncio della campagna pubblicitaria, "La felicità va condivisa".

In un paese impazzito che conosce la guerra dei mezzi di comunicazione, il cui controllo morale viene conteso tra la gerontocrazia dei poteri forti in una lotta fratricida tra il bipensiero berlusconiano e la Chiesa, ho lanciato una piccola campagna pubblicitaria su Google sulla felicità (attraverso Adwords), perchè le emozioni genuine nelle persone sono sempre più rare, l'Amore vero è inesorabilmente in estinzione ed il cuore delle persone è diventato un pezzo di ghiaccio.

La Guerra tra i giornali. Nella foto, così come potrebbe essere il giardino antistante la sede di un quotidiano in Italia.

La Guerra tra i giornali. Nella foto, così come potrebbe essere il giardino antistante la sede di un quotidiano in Italia.

La Guerra tra i giornali. Nella foto, così come potrebbe essere l'interno di una redazione di un quotidiano in Italia.


La Guerra tra i giornali. Nella foto, così come potrebbe essere l'interno di una redazione di un quotidiano in Italia.

La Guerra tra i giornali. Nella foto, così come potrebbe essere il giardino antistante la sede di un quotidiano in Italia.

L'altro giorno ho visto in televisione (è raro che perda tempo guardando la televisione, ma la stanchezza a volte mi consegna a questo mezzo) il volto trasformato dal potere del monsignor Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, e c'è da aver paura; in questi volti e ce ne sono tanti, l'amore ed il calore cristiano si sono spenti per sempre. La fiamma fraterna, la sentinella dell'amore è morta. San Francesco d'Assisi dimenticato. Ecco arrivare l'odio e l'agguato.

Nel maggio 2009 il quotidiano Avvenire, scrive a proposito degli scandali sessuali che vedono coinvolto il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi; «Sappiamo che un uomo di governo va giudicato per ciò che realizza, per i suoi programmi e la qualità delle leggi che contribuisce a creare. Ma la stoffa umana di un leader, il suo stile e i valori di cui riempie concretamente la sua vita non sono indifferenti. Non possono esserlo. Per questo noi continuiamo a coltivare la richiesta di un presidente che con sobrietà sappia essere specchio, il meno deforme, all'anima del Paese».
Nell'agosto 2009, "Il Giornale" quotidiano di proprietà del capo del governo Silvio Berlusconi coinvolto durante la medesima estate in un giro di escort ed il sesto giornale d'informazione più diffuso nel Paese, rivela che il direttore dell'"Avvenire", quotidiano di ispirazione cattolica, in carica dal 1994, ha dei trascorsi penali e precisamente un patteggiamento del 2004 per molestie telefoniche ai danni di una donna al fine di indurla a lasciare il marito di cui il direttore di Avvenire sarebbe stato amante; l'attacco prolungato del Giornale provoca le dimissioni del direttore dell'Avvenire.

Nelle immagini il mio umile Blog "In esplorazione oltre lo stagno di rane" si è posizionato come primo risultato su google per quanto concerne ad esempio le ricerche su "Kuki Gallmann" ed ha ottenuto simili risultati per quanto concerne le ricerche su "Chris McCandless";


 sto coltivando come piantine in un deserto le parole chiavi a cui sono legato e cioè "natura" "emozioni" "paesaggio" "ambiente" "giovani" "amore"..tutto ciò che in questa attuale società è in serio pericolo d'estinzione. Resistere, resistere e resistere.
Le foto nel post le ho scattate visitando il Parco della storia militare a Pivka in Slovenia che vanta un ricco patrimonio militare e di fortificazioni, in uno dei punti più strategici d’Europa.

Lo Zecchino a Venezia. Una moneta antica d'oro purissimo.



Visiona uno Zecchino

Il zecchino e ducato veneziano è un eneguagliabile regalo per uno studente che si sta per laureare in storia, archeologia, beni culturali, etc, oppure per qualsiasi persona appassionata di oggetti antichi ed antiquariato.

Lo zecchino era una moneta veneziana d'oro purissimo e di peso costante, un punto di riferimento per ogni valutazione. La quantità di oro fino (tre grammi e mezzo) di cui era costituito, era quella giusta per un pagamento di media importanza, quale un abito non di lusso, una ricca cena tra amici, le grazie di una cortigiana di media belta'. Venne emessa nella Repubblica di Venezia dal 1284.
Il suo peso, il suo valore intrinseco e il suo titolo, aveva al massimo il tre per mille d’ impurità, rimasero pressocchè invariati fino al crollo della Repubblica nel 1797, diventando l’orgoglio di Venezia e di tutti i veneziani. Il nome, usato dal XVI secolo in sostituzione del precedente ducato (da doge), deriva da zecca, la struttura incaricata della sua emissione. Con il doge Francesco Venier (1554 – 1559) la moneta si chiamò, per la prima volta, zecchino anche pubblicamente. Al dritto presentava S. Marco che, aureolato e con una sontuosa veste, teneva il Vangelo nella mano sinistra e che, volgendosi a destra, porgeva al doge genuflesso un’orifiamma, su cui si trovava la croce. Il doge aveva un manto ornato di pelliccia, sul capo il berretto ducale e stringeva l’asta dell’orifiamma con entrambe le mani. Al rovescio vi era Gesù Cristo in piedi, avvolto in una lunga veste: con la mano sinistra teneva il Vangelo e con la destra benediceva. Il Redentore, inoltre, ascendeva in un’ aureola ellittica cosparsa di 9 stelle, 4 a sinistra e 5 a destra, stelle che sarebbero aumentate sotto altri dogi.. Il contenuto in oro dello Zecchino veneto varia leggermente a seconda del periodo ma era pari a 3,494-3,559 grammi d'oro praticamente puro (997‰).

Se sei interessato a visionare uno zecchino visita il sito web che ne raccoglie qualcuno o manda una mail a sciretti.alberto@sciretti.it

domenica 30 agosto 2009

La voce di due faggi che piangono sul Vajont


Questa è la seconda volta che mi addentro nel dolore del Vajont. La prima volta era per capire, la seconda è per approfondire. Ci tornerò ancora. Per approfondire, ho scelto un passo da "Le voci del bosco" di Mauro Corona.
Vi è un posto, al mio paese, nel quale si può udire la voce di due faggi che piangono.


Non ho mai saputo il perchè di questo lamento (non hanno voluto dirmelo), ma li vedo sempre abbracciati, le teste reclinate, come a sostenersi a vicenda nel dolore straziante. Da Casso, il paesino sospeso sulla rupe, sopra la diga del Vajont, si prende l'antico sentiero dei carbonai, in direzione di Longarone.

Sciretti Alberto, antica strada dei carbonai

Dopo dieci minuti di cammino, alla fine del muro in pietra sul quale sta fissata la targa bronzea in omaggio alle portatrici, subito a sinistra della via, si trovano i due faggi piangenti.

Aspettate che passi un po' di vento a muoverli e da quei tronchi uscirà un suono dolcissimo e struggente come un pianto lontano e misterioso.
Sciretti Alberto con i faggi piangenti descritti da Mauro Corona
È una vocina sottile, incredibilmente malinconica e triste. Pare provenga dai remoti confini del mondo e si rimane incantati dalla sua straordinaria melodia.

Nelle sere d'autunno, quando la solitudine comincia a pesare e l'ombra dell'inverno s'avvicina, mi reco spesso in quel luogo e sto seduto per ore, sul margine tranquillo della via, ad ascoltare l'incredibile lamento dei faggi piangenti.

Frana del monte Toc.
Diga del Vajont vista dall'antico sentieri dei carbonai.
Paesaggio con la valle del Piave visibili dai faggi piangenti
Vajont è terra di fede. Il capitello a Casso con sullo sfonto la frana. Un targa riporta "Resisteva all'onda. 9 Ottobre 1963"

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