Visualizzazione post con etichetta Architettura. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Architettura. Mostra tutti i post

domenica 26 ottobre 2008

L'Abbazia di Praglia: la farmacia della Repubblica di Venezia


Come non parlare per grandezza, storia e fama, della farmacia dei benedettini di S. Maria di Praglia? Quali emozioni poi nella scoperta che divenne farmacia ufficiale della Repubblica di Venezia, quando ottenne nel corso del XVII dalla Repubblica Veneta il permesso di “poter dispensare medicamenti a titolo di carità alle genti di suo servizio e ai popoli circumvicini”; erano giunti a mettere a disposizione la propria arte farmaceutica anche al di là dei limiti loro imposti.


L'Abbazia di Praglia, che consiglio caldamente di visitare (la visita all'Abbazia è gratuita; dal loro sito internet http://www.praglia.it/ ho attinto le informazioni, qui riassunte) è sorta ai piedi dei colli Euganei tra l'XI e il XII secolo; è direttamente collegata con l'Abbazia di Santa Giustina di Padova dalla quale partì la grande Riforma monastica benedettina che si diffuse su tutta la penisola fino in Sicilia. L'Abbazia di Praglia conobbe una prima sopressione napoleonica nel 1810 e sucessivamente quella della legge 7 luglio 1866, che sopprimeva tutte le corporazioni religiose, in seguito all'unificazione d'Italia. L'attività del monastero riprese nel 1904 e da allora il nuovo cammino di Praglia fu sempre in ascesa. Durante la seconda Guerra Mondiale, tutta la comunità fu impegnata a salvare civili e militari, ebrei e ariani, connazionali e stranieri, religiosi e secolari, senza parlare della pronta accoglienza e della gelosa e vigilante custodia di infiniti e preziosi tesori di storia e di arte, compresi i quattro cavalli di bronzo della basilica di S. Marco a Venezia. A partire dagli anni Sessanta la Comunità ha assicurato una presenza costante presso l'antico Santuario del Monte della Madonna (Teolo), mentre dagli anni Novanta ha dato vita ad una piccola comunità benedettina in Bangladesh, diocesi di Khulna.
È il chiostro d’ingresso dell’Abbazia. Chiamato “botanico” perché era destinato alla coltivazione delle piante officinali per la farmacia del Monastero
Chiostro pensile. Il cortile, che poggia su quattro pilastri, è costituito da piani inclinati per convogliare l’acqua piovana nella grande cisterna sottostante che alimentava il pozzo centrale. Questo chiostro raccoglie attorno a sé i locali più rappresentativi della vita dei monaci: la chiesa abbaziale, il refettorio monumentale, la biblioteca, il capitolo e la clausura.
Il Chiostro Rustico si estende ad ovest del complesso monastico, distaccato rispetto al nucleo centrale e un tempo destinato alle attività agricole (da qui la denominazione “rustico”)

Ogni volta che in Monastero si deve deliberare qualcosa d'importante..tutti i fratelli sono convocati a Consiglio, nella Sala del Capitolo; come ben si vede dalla fotografia sotto il pavimento l’ossario con i resti dei fratelli defunti, garantisce una continuazione ideale con il passato. Le decisioni delle riunioni sono prese nel rispetto della tradizione secolare. Qui si riunivano i monaci professi solenni per la lettura e il commento di un capitolo della Regola, qui inizia ufficialmente l’itinerario monastico con l’ammissione alla prova del noviziato e qui termina con le deposizione nel sepolcreto. Domina tutta la sala la Deposizione di Cristo di Girolamo Tessari, realizzata intorno al 1536.
La basilica abbaziale, dedicata alla Beata Vergine Maria Assunta, è preceduta da un’ampia scalinata e domina dall’alto il paesaggio circostante. Il progetto fu ideato dall’architetto Tullio Lombardo, che in quegli stessi anni (1499-1500) stava lavorando alla cappella dell’Arca del Santo, nella basilica di S. Antonio a Padova.
La torre campanaria doveva essere a cuspide ma, in seguito ad un fulmine che la colpì nel 1795 fu sostituita da un coronamento merlato.

Fin dalla sua fondazione, Praglia è abitata da una comunità di monaci che vivono secondo il progetto di vita stabilito da San Benedetto da Norcia nella sua Regola (sec. VI). Stabilendo uno stretto legame di solidarietà con ogni uomo, il lavoro permette ai monaci di guadagnarsi la vita, di provvedere alla manutenzione ordinaria del monastero e di venire in aiuto a varie situazioni di bisogno e povertà.
Oltre al quotidiano servizio fraterno e all’impegno stabile nei vari ambiti di vita del monastero, i monaci a Praglia si occupano in alcune specifiche attività lavorative: nel Restauro del libro antico, nella Cosmetica “Apis Euganea”, nell’Erboristeria “Pratalea”, nell’apicoltura, nella pubblicazione di opere a carattere monastico e spirituale con la collana “Scritti Monastici”.

L' ospitalità dell'Abbazia è solo di carattere spirituale; vengono accolti tutti coloro che intendono trascorrere presso il nostro monastero alcuni giorni di preghiera e di ritiro spirituale. Ad essi viene data la possibilità di condividere la vita monacale nella partecipazione al ritmo della giornata dei monaci fatto di preghiera, di lavoro, di studio, e di silenzio.

All'ingresso del Refettorio Monumentale o Refettorio Grande si fanno notare i due grandi Lavabo degli inizi del XVI secolo in pietra d’Istria intarsiata con piombo e marmi policromi; La decorazione riprende elementi del regno animale e vegetale, in particolare ad animali acquatiche al delfino che soccorre l’uomo per portarlo in acque tranquille, che allude al Risorto; l'acqua come elemento che purifica il corpo dalla sporcizia e richiama al monaco la continua purificazione di cui necessita l’anima attraverso il digiuno e la penitenza.
Il patrimonio librario ha superato la cifra complessiva di 120.000 volumi.

Ciò che vi consiglio caldamente di comprare durante la visita all'abbazia sono i loro prodotti preparati dalle loro labororiose mani oppure c'è la possibilità di comprarli on-line http://www.praglia.it/Prodotti/prodotti.htm


Nel loro laboratorio attrezzato, preparano creme e prodotti a base esclusivamente naturale, utilizzando erbe officinali e prodotti da alveare, continuando così un'antica tradizione.

I monaci detengono moltissime arnie dalle quali ricavano il miele, ad alto potere nutriente ed emoliente, la cera, che svolge una azione protettiva della pelle, il polline, emoliente e rivitalizzante, la propoli, di cui è nota l'attività antisettica, doni dell'operosità e delle generosità delle api.


Le miscele di erbe sono idonee per la preparazione di infusi o decotti e possono essere utilizzate come coadiuvanti nel trattamento di varie sintomatologie; al banco della "farmacia" si possono chiedere pertanto importanti consigli in merito a qualsiasi sintomatologia.
Nella foto delle arnie dell'Abbazia di Praglia; come tutte le arnie valgono più di tutto l'oro ed il petrolio del mondo; producono il miele, molto nutriente, che praticamente non ha una vera e propria data di scadenza. Le famiglie di api dell'Abbazia sono state interamente sterminate da un virus nel 1990 e da allora la loro ricostituzione è stata una strada in salita.

lunedì 29 settembre 2008

Predjama castle: visitare un bel castello marcondiro ndiro ndello

Predjama Castle. Poderoso, provocante ed inespugnabile. Per informazioni sul castello http://www.burger.si/Predjama/Predjama.html oppure http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Castel_Lueghi&oldid=18844926

"Oh che bel castello marcondiro ndiro ndello,oh che bel castello marcondiro ndiro ndà"
"Il mio è ancora più bello marcondiro ndiro ndello, il mio è ancora più bello marcondiro ndiro ndà"

"E noi lo ruberemo marcondiro ndiro ndello,e noi lo ruberemo marcondiro ndiro ndà" "E noi lo rifaremo marcondiro ndiro ndello,e noi lo rifaremo marcondiro ndiro ndà"

"E noi lo bruceremo marcondiro ndiro ndello,e noi lo bruceremo marcondiro ndiro ndà" "E noi lo spegneremo marcondiro ndiro ndello,e noi lo spegneremo marcondiro ndiro ndà"

"Sparerem cannoni marcondiro ndiro ndello,Sparerem cannoni marcondiro ndiro ndà" "Spareremo i razzi marcondiro ndiro ndello,Spareremo i razzi marcondiro ndiro ndà"
Sciretti Alberto, sullo sfondo il panorama che si può godere dal Castello di Predjama. Agosto 2008

martedì 3 giugno 2008

Visitare Palmanova città ideale dall’autentica forma stellata


Palmanova vista dall'alto. Per quanto le foto scattate a terra della cittadina friulana possano essere suggestive, non potranno mai superare esteticamente quelle scattate dall'elicottero, che mostrano in una visione d'insieme la sua pianta a forma di stella a nove punte che fu determinata da motivi di ordine militare.


Pochi giorni fa ho visitato Palmanova (UD) in Friuli, gioiello urbanistico dell'architettura della fine del '500. E' facilissimo arrivarci, essendoci l'omonima uscita sull' A4 Torino-Trieste. Sono rimasto impressionato per la qualità della gestione dei flussi turistici; in particolare dal 24 maggio al 4 ottobre 2008 ogni sabato alle ore 9.30 c'è una visita guidata con guide turistiche autorizzate al solo costo di € 1,50 che vi illustrano il Museo Civico Storico e vi portano in giro per la città senza ulteriori spese. (Partenza: Ufficio Turistico I.A.T. Borgo Udine 4; durata della visita 2 ore). Ai visitatori viene consegnato gratuitamente abbondante materiale informativo sulla città-fortezza ed al termine delle visite tutti i partecipanti vengono invitati ad un brindisi offerto dalla "Strada del Vino Aquileia". Veramente notevole. In più le guide sono ragazze giovani veramente preparate e disponibili.

Immagine satellitare di Palmanova. Cliccando sulla foto e quindi ingrandendola si notano le forme della città stellata che ben si evidenzia rispetto all'adiacente campagna. (The Advanced Spaceborne Thermal Emission and Reflection Radiometer (ASTER) flying onboard NASA’s Terra satellite captured this image of Palmanova on March 18, 2004.)
 
Sussistono diverse ipotesi sulle motivazioni che portarono alla scelta di tale nome. Alcuni sostengono che il nome "Palma" derivi da quello del villaggio di Palmada, uno dei piccoli paesi che occupavano originariamente l'area destinata alla fortezza. Altri affermano che, essendo stata iniziata la costruzione nel giorno della vittoria di Lepanto, il nome rieccheggi la palma, simbolo della vittoria del Veneziani sui Turchi. Qui di seguito riportarò tout court gli aspetti che maggiormente mi hanno colpito nel visitarla e nel studiarne la storia (è inutile riportare qui di seguito tutta la storia della città di Palmanova. Siti internet che già parlano in maniera dettagliata e approfondita delle peculiarità di Palmanova sono quelli ufficiali http://www.palmanova.it/ e http://www.comune.palmanova.ud.it/.)

 
Le tre porte d'accesso alla città fortificata di Palmanova, voluta dalla Repubblica di Venezia come base strategica per proteggere i propri confini (soprattutto dai turchi), si devono all'architetto veneto Vincenzo Scamozzi (architetto legato ad Andrea Palladio, a cui si devono tra le tante opere anche le Procuratie Nuove in Piazza San Marco a Venezia), che ne realizzò i disegni nel 1603. I lavori per la costruzione della città, dalla caratteristica pianta a stella, ebbero inizio il 7 ottobre 1593 su progetto e sotto la direzione dell'ingegnere militare Giulio Savorgnan.



Il Civico Museo Storico è un punto importante per informazioni non solo sulla città fortezza, ma anche per manifestazioni e possibili itinerari nei dintorni e in regione. Contiene un'interessante collezione di armi antiche in deposito conservativo provenienti da Castel Sant'Angelo di Roma. Inoltre vi sono esposti documenti che illustrano la storia della città dalla sua nascita alla seconda guerra mondiale. All'interno, possibilità di proiezioni di filmati sulla storia della Fortezza e prenotazioni per visite guidate al Museo, alla città e alle fortificazioni con guide turistiche regionali autorizzate. 


Palmanova rimane ancor oggi per la conservazione del suo sistema fortificato ed urbanistico, un "unicum" in ambito europeo. Concepita come macchina da guerra, la sua progettazione e quindi la sua forma di stella a nove punte fu determinata da motivi di ordine militare. Palmanova fu dotata di tre cerchie di fortificazioni: due furono realizzate durante il dominio veneto, la terza fu invece opera dei Francesi. Tra il 1470 ed il 1499 il Friuli già veneziano dal 1420 aveva subito ben sette incursioni turche provenienti dai Balcani. Nell'anno 1500 Venezia inviò in Friuli Leonardo da Vinci affinchè studiasse opere di difesa sull'Isonzo e a Gradisca, tuttavia solo quando i Senatori veneziani si resero conto di un piano turco per la conquista delle pianure imperiali o veneziane pensarono ad una fortezza di eccezionali dimensioni, cioè Palma, tale che potesse dare ricovero a un gran numero di persone ed ai loro beni. Palmanova, citta’ di fondazione, ha una precisa data di nascita: 7 ottobre 1593. La funzione della nuova fortezza era quella di argine alle invasioni ottomane. Palma rimase per piu’ di duecento anni sotto il dominio della Serenissima (1593-1797), fino a quando il generale Bonaparte la conquistò .Durante la prima guerra mondiale fu sede di ospedali, magazzini e campo di addestramento truppe, con la rotta di Caporetto la città subi’ gravi devastazioni.

L'uomo vitruviano è un disegno di Leonardo da Vinci, iniziato nel 1490 e attualmente conservato nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie dell'Accademia di Venezia.
  ----
--- Porta Aquileia, viene considerata la più ricca ed elegante, come si addice all'ingresso principale di rappresentanza, dal quale entravano i provveditori generali della Fortezza e gli ospiti illustri. Fu la prima ad essere costruita, nel 1598. La facciata esterna rivestita in pietra d'Istria è ingentilita da due volute che abbracciano la garitta di guardia. Sotto il cornicione corre un fregio di stemmi nobiliari che si riferiscono ai primi nobili Provveditori e Tesorieri della fortezza. All'interno della porta vi sono ambienti per i soldati e ufficiali di guardia e per il Contestabile di Sanità.

Le Porte sono gli unici edifici visibili dall'esterno della Fortezza e conservano ancora in parte le caratteristiche architettoniche originarie. La loro facciata esterna, di fattura piuttosto accurata, contrasta con il rigore e la semplicità delle forme presenti all'interno che esaltano, invece, una funzionalità piuttosto militare.
La controporta di Porta Aquileia. I rivellini (bastioni) davanti alle tre porte, realizzati nella seconda metà del Seicento, determinarono un nuovo modo di accedere alla Fortezza. Sui fianchi, cioè fra queste fortificazioni ed il fossato, furono alzate due controporte con funzioni diverse. La prima aveva la funzione di difendere una strada coperta che correva attorno il rivellino, l'altra serviva per il transito di carri e persone per cui aveva una carreggiata più ampia. Sul filo del fossato, queste controporte di transito avevano un locale per il corpo di guardia e feritoie per i fucilieri. Erano anche munite di rastelli (cancelli) ed erano rinforzate all'esterno da un fossato asciutto con "ponte levadore". Due di queste controporte esistono ancor oggi: una a Porta Aquileia e l'altra a Porta Cividale, entrambe del tipo che serviva a controllare la strada coperta.

L'unicità della fortezza di Palmanova sta nel fatto di poter mostrare concretamente al visitatore le innovazioni che nei secoli la scienza delle fortificazioni andava immaginando. Se nel tardo Cinquecento l'uso dell'artiglieria richiedeva ampi, bassi e possenti terrapieni per proteggere una città, qui Venezia li realizzò. Gli architetti diedero a queste mura la forma di baluardi a punta di freccia e li collegò con le cortine. Ne uscì un ennagono ai cui vertici sporgevano i baluardi affinché potessero essere difesa uno dell'altro.Tutto il circuito fu ulteriormente protetto da un largo fossato e per entrare in città tre ingressi furono situati al centro di altrettante cortine.
Alla metà del Seicento la Serenissima giudicò giunto il momento di rafforzare ancor più la piazzaforte elevando altri nove bastioni (rivellini) al di là del fossato in corrispondenza del lato rettilineo della cerchia che racchiudeva l'abitato. I primi rivellini ad essere costruiti furono quelli di fronte le porte d'accesso, da sempre il punto più debole di qualsiasi fortezza.
Nel 1806, infine, Napoleone Bonaparte decise di ammodernare la macchina da guerra Palmanova e l'impronta più visibile furono le nove lunette, cioè dei baluardi, cinti da un fossato a secco, che si spingevano ancora di più verso la campagna e avrebbero potuto tenere più lontane batterie dell'artiglieria nemica, evitando distruzioni alla città e agli edifici militari.
  Il Duomo di Palmanova (1615 -1636) con la sua fastosa facciata fa parte della piazza, da cui emerge e della quale costituisce l'elemento esaltante. Notate come il campanile stranamente non sia sviluppato in altezza, in modo da non costituire un punto di riferimento per l'artiglieria nemica. Perfetto il sistema delle proporzioni. Anche l'inclinazione della facciata (dovuta ad un cedimento delle fondamenta durante la costruzione dell'edificio) dona una singolare prospettiva, da far quasi credere che sia stata voluta ad arte. Il Duomo di Palmanova è senza confronto il monumento più insigne d'architettura veneta religiosa del Friuli Venezia Giulia.

Osservatorio privilegiato della struttura viaria e urbanistica della città è la Piazza Grande, un tempo denominata Piazza d'Armi. La grande ed elegante piazza è il salotto buono della città. Ogni domenica è interamente chiusa al traffico, mentre d'estate lo è anche ogni sera.


Nei luoghi più rilevanti della città vi si trova una cartellonistica, anche se un po' rovinata come nell'esempio riportato: la Strada delle Milizie. Questa correva circolarmente a ridosso delle mura e permetteva copertura e rapido movimento delle truppe e dei materiali.

La piazza era sì centro luogo di rappresentanza, ma poteva divenire, in caso di assedio, centro di raccolta delle milizie che, poi, venivano indirizzate con facilità verso quella zona delle fortificazioni che fosse stata più in pericolo. Al centro di questo ampio spazio perfettamente esagonale si erge un basamento in pietra d'Istria, su questa base monumentale, da tempo immemorabile testimone delle vicende storiche della fortezza, s'innalza l'alto stendardo, simbolo della fortezza stessa. Colorato ed animato è anche il mercato del lunedì, di antichissima tradizione. La sua istituzione risale, infatti, alla prima metà del Seicento. All'interno di questo appuntamento resiste ancora la golosità della degustazione di un piatto caratteristico: le trippe, innaffiate da ottimi vini friulani.




Sorto nel luglio del 1977, il Gruppo Storico "Città di Palmanova" è andato via via assumendo, nel corso degli anni, un ruolo di primissimo piano nel panorama dei Gruppi storici italiani ed europei. Le sue fedeli riproduzioni di abiti ed armi, le precise ricostruzioni delle manovre militari, le minuziose riproposizioni di balli popolari e di "corte" hanno fatto sì che Associazione sia stata unanimemente riconosciuta quale la più completa nel panorama del Seicento. Ogni rappresentazione viene preceduta da una fase di studio e preparazione di ogni singolo momento. Le innovazioni, che di anno in anno vengono apportate all'interno del Gruppo, sono frutto di una costante ricerca, che avviene sia consultando manuali e scritti dell'epoca, sia avvalendosi della collaborazione di storici ed esperti di tale periodo.


Una rievocazione storica viene realizzata ogni anno la seconda domenica di luglio. In questa giornata si festeggia sia il SS Redentore, patrono della fortezza, che il giorno in cui Gerolamo Cappello, Provveditore Generale, nel lontano 1602 fece innalzare per la prima volta al centro della piazza il vessillo della Repubblica di Venezia alla presenza di tutte le autorità più rappresentative.In questa occasione molte persone indossano costumi, armi e armature dell’epoca per ricreare l’atmosfera di più di quattrocento anni fa. Sfilano dame, cavalieri, popolane dando saggio della loro bravura con caroselli, danze e duelli. La giornata termina con la sfilata notturna la lume dei “ferali” quando il gonfalone di San Marco viene ammainato.

Le altre città stellate nel mondo

Hakodate - Giappone. Classificato come sito storico di particolare interesse nazionale, il Parco di Goryokaku è visitato dai cittadini nel corso dell'intero anno per una molteplicità di eventi, come la fioritura dei ciliegi, il Festival di Goryokaku, spettacoli all'aperto e gli "Star Dreams" (l'illuminazione della cittadella).



Halifax - Canada. Fu realizzata dal governo britannico per protezione dagli attacchi americani e completata nel 1856. Nel 1951 fu catalogata tra i beni culturali nazionali ed è ora uno dei più importanti monumenti storici del Canada. Ogni giorno, alle 12.00, i visitatori sentono il rombo dell'artiglieria e, nel periodo estivo, assistono alla rievocazione delle marce e dell'addestramento di un reggimento vittoriano.


Hamina - Finlandia. L'antico centro, circondato da mura, è un bene storico di rilievo. La cinta fu realizzata nel 1722 per proteggere la Svezia dai ripetuti attacchi della Russia.


Hellevoetsluis - Paesi Bassi. Città a forma di stellaFu costruita dal 1696 al 1715 per proteggere gli arsenali e le navi. Attualmente la città sta perseguendo vari programmi per attirare il turismo attraverso un ulteriore sviluppo del porto storico e della fortezza, quale punto di congiunzione tra cultura e storia. Un importante progetto riguarda la ricostruzione del primo bacino di carenaggio dell'Olanda.

Hue - Vietnam. I resti della fortezza, costruita all'inizio del XIX secolo, sono localizzati nell'area dell'antico centro, di fronte al fiume Huon. L'area è ricca di siti di interesse storico e turistico, tra cui il Palace Hue Museum della dinastia Nguyen.
Nicosia - Cipro. La configurazione attuale del centro storico di Nicosia fu determinata durante il periodo veneziano (1489-1570). Il perimetro della città fu ristretto per ragioni difensive e le antiche fortificazioni irregolari medievali furono sostituite da un nuovo sistema bastionato a undici lati, disegnato da Giulio Savorgnan, uno dei progettisti della città fortezza di Palmanova.

San Pietroburgo - Federazione Russa. L'imperatore della Russia, Pietro il Grande, costruì il castello nel 1703 per prevenire l'attacco dell'armata svedese. La chiesa posta al centro del forte fu dedicata ai discepoli di Cristo, Pietro e Paolo, e fu così chiamata Fortezza "Petropavlovsk".
Usuda - Giappone. È stata costruita da Norikata Matsudaira, ultimo signore del clan Taguchi, ed è conosciuta come Tatsuokajo Goryokaku. E' una della due città a forma di stella del Giappone, essendo l'altra Hakodate. Attualmente la maggior parte dell'area è occupata da una scuola elementare.

domenica 11 maggio 2008

Inside the Euganean Hills: Villa Barbarigo

Euganean Hills are located in the Veneto region of northern Italy, a few kilometers south of Padua. They take their name from the Euganei, a semi-mythical population who inhabited the area before the Veneti. The Euganei Hills are of volcanic origin.
Diana's Pavillion. It begins at Diana's pavillion, originally a stately entrance as well as a landing place for boats coming across the so-called "Valle di Saint Eusebio", (whence the name "Val San Zibio"). In those days the "Valle" was an expanse of shallow waters extended over several miles; a fishing and shooting paradise recently transformed into a golf course

Valsanzibio ranges among the most important and unspoiled baroque gardens in the world. It was achieved in 1669 by the Venetian nobleman Zuane Francesco Barbarigo. His son Gregorio, a Cardinal and future Saint, inspired the symbolic meaning of the plan drawn by Luigi Bernini, top Vatican architect and fountain expert. The Garden of Valsanzibio has preserved all its original features unaltered thanks the unceasing and careful attention received first of all by six successive generations of Barbarigo since its very creation in 1669
Villa Barbarigo
A view of the Main Alee. The Main Allee with imposing box-wood walls reaches and climbs the hill in front
All this was planned as an allegory of man's progress towards his own perfectibility or salvation and such itinerary ends right in front of the Villa.
The Water Theater with fish ponds and fountains. Sixty full size statues, mainly due to Enrico Merengo, and sixty more different sculptures were integrated into a world of architectures, streams, fountains, water jokes and fish ponds, between hundreds of different trees and over an area of forty acres.
An ancient tree
Open to visitors from 10 to 13 hrs and from 14 hrs to sunseet, every day (Saturday, Sunday and Holidays included) from March 03 to November 30 2008 included. Shop open every afternoon, Monday and Tuesday excluded. Tickets: normal € 8,50; boys aged 6 to 14 € 5,50; students = € 5,50 (comprised guide, only for schools) obligatory reservation. To reach Valsanzibio please see the map. Phone 0039/49/8059224. Fax 0039/49/8059224

Video inside the boxwood maze by Sciretti Alberto
This Boxwood Maze, the most antique and extended in existence today, symbolizes all intricate ways of human life.

Video of the boxwood maze from the air by Sciretti Alberto
Wellspring of hermit

Sharing