domenica 18 maggio 2014

Una generazione di idioti. Disintossicarsi dai social network.


Questo video potrebbe rappresentare una intera generazione di idioti. Migliaia di amici virtuali, cosa sono quelli reali. Nel 2011, scrissi un post sulla patologia dei rapporti virtuali. Nel 2012 ho provato a smettere con questo Blog, dopo cinque anni mi facevano male le dita. Ho ripreso a scrivere dopo alcuni mesi ma meno assiduamente. Non riesco a rinunciare alla condivisione, ma forse anche all'autocelebrazione. Son tornato a dare da mangiare a questo blog.  Nel 2013 ho detto addio alla morbosità di facebook, chiudendo l'account definitivamente e emancipandomi dalla multinazionale americana che mi guardava la vita dalla finestra. Questo video aiuta. Ci aiuta a capire. Torniamo ad essere critici anche verso noi stessi. Guardiamo in alto.

sabato 17 maggio 2014

L'Italia è molto più grande delle nostre paure, è molto più bella delle nostre preoccupazioni.

Toscana. Questa è l'immagine utilizzata al lancio di un nuovo portale internazionale del turismo. (Villas.com , gruppo booking.com, PRICELINE)
Di certo non mi sento un Renziano. Ho spiegato le ragioni per le quali non me la sento di marciare con Matteo. Di questi tempi mi considero più un Marziano, non riuscendo a trovare una collocazione politica. Devo riconoscere altrettanto che Matteo Renzi affascina. Devo dire che mi ha particolarmente colpito ed affondato, con la seguente dichiarazione: “L'Italia è molto più grande delle nostre paure, è molto più bella delle nostre preoccupazioni.” Mi si è elevato lo spirito sentendo queste bellissime parole. Sono uscito anch'io da questo blog che gufa e mette in guardia sul fatto che il terreno sotto i nostri piedi si sta sgretolando (tu lo vedi il buco dell'ipocrisia?).  Matteo sta chiamando sul suo ponte di comando tutta la ciurma, appellandosi al contributo di tutti. Quando non c'è vento, dovremmo tutti remare, su questo non ci piove. Sono in grande confusione, non lo nego. Ed allora, non mi resta che lodare quella parte della magica Italia, quel leggendario vascello di prima classe che andrà sempre a gonfie vele. Sentite che cannonate, le ho prese da un articolo dell'ANSA. Il turismo ecologico ha registrato in Italia il record storico per giro d'affari a quota 12 miliardi di euro. Dati relativi al 2013, signori. Negli anni della crisi le presenze turistiche si sono moltiplicate nei parchi, nelle oasi e nelle aree verdi. Chi ha saputo proteggere il proprio paesaggio rurale come la Toscana, meta preferita, ne uscirà ancora più forte. Cresce la voglia di attività sportive all'aria aperta quali mountain bike, birdwatching, equitazione, trekking, climbing (+47%). Nel nostro Belpaese salgono verso il sublime l'enogastronomia (15%) e la riscoperta delle tradizioni (10%). Dio mangia italiano, perdonatemi l'espressione. Lassù ordinano italiano. L'Italia detiene la leadership europea nella produzione biologica e nell'offerta di prodotti tipici con 262 denominazioni di origine riconosciute a livello comunitario. Una succulenta torta quella dell'eco turismo su cui mettono le mani ogni anno sempre più turisti stranieri. I nostri agriturismi vengono publicizzati nel mondo come paradisi di emozioni culinarie, vere e proprie università dove puoi intraprendere un corso di cucina, visitare orti e conoscere i prodotti enogastronomici, oltre alle fattorie didattiche per i più piccoli e le osservazioni naturalistiche.
Su questo Matteo, ha ragione. L'Italia è molto più grande delle nostre paure, è molto più bella delle nostre preoccupazioni. Riprendiamoci l'Italia, torniamo a farla splendere. Che possa diventare un'oasi di verde e di pace, un polmone verde per tutto il pianeta, dove la natura regna sovrana. Non lasciamoci contagiare dai violini che accompagnano il Titanic, dai corvi disfattisti che hanno crocifisso l'Italia a priori. Diamogli una giovane speranza. Non facciamola morire. Lottiamo. Amen. 

Un agriturismo nelle colline di Castelfalfi, Toscana.

venerdì 16 maggio 2014

Quale è il titolo della canzone della sigla iniziale di Announo su La7?


Asaf Avidan - One day / Reckoning Song (Wankelmut Remix) è la bellissima canzone della sigla iniziale di Announo su La7.

One day baby, we'll be old
Oh baby, we'll be old
And think of all the stories
That we could have told

giovedì 15 maggio 2014

Beppe Grillo da Bruno Vespa. La fine della coerenza è comica.


C'è una cosa che nessuno sopporta più, sono i parolai. Professionisti della parola, dell'arte della retorica, che predicano bene e razzolano male. I Savonarola e i Martin Lutero che ti twittano il cambiamento. Beppe Grillo sembrava avere una parvenza di coerenza. Gridava, sbraitava, si dava da fare, anche se non posso perdonargli una scoreggia, quella di aver aperto il movimento a quegli ignoranti di Casapound. Lo stavo a guardare incuriosito. Poi venne il giorno anche per lui, il giorno del giudizio. Beppe Grillo ha annunciato di andare da Bruno Vespa. Proprio da quel camerlengo che ha manipolato la comunicazione italiana, come un prete che distorce la sua messa blasfema. Quel salotto ipocrita, mai una difficoltà vera. Il declino di Beppe Grillo è iniziato. La fine della coerenza è comica.

venerdì 9 maggio 2014

Carlo Carraro, una mitragliatrice di eventi a Ca' Foscari tra cui il funerale di un amico. La quiete dopo la tempesta è donna, è Anna Cardinaletti.

Carlo Carraro, rettore uscente della Ca' Foscari, non ha mai venduto i suoi gioielli Morellato di famiglia da una bancarella come Brunetta vendeva 'gondoete' di plastica ai turisti in Lista di Spagna a Venezia. Si intenda, anche i gioielli Morellato patacche luccicanti sono. L'evoluto e raffinato Carlo preferisce svendere il patrimonio di tutti, quello pubblico, in una operazione immobiliare di tre palazzi storici per una cassapanca. Entrambi grondano come banani di titoli accademici roboanti in discipline economiche, dei veri e propri Dei in cattedra (vedi Il Rettore e il Patriarca), vantando mancati o presunti o vicinissimi premi Nobel. Brunetta ed il suo premio Nobel. Carlo Carraro ed il suo premio Nobel. Pochi giorni or sono, perfino Obama ha dovuto constatare tristemente che il premio lo danno proprio a tutti, tranne ovviamente che a Vittorio Arrigoni che in prima linea nella terra maledetta ci stava veramente a lottare per la pace. Ma va bene, Carlo Carraro premio Nobel per la pace. No, aspetta, ferma un attimo. Per la paceeee? Ma dove? La pace per tutto il mondo salvo che per l'Università Ca' Foscari ovviamente. Eh si, Ca' Foscari non trova pace. Se puoi incontrare quel malefico Hobbit di Brunetta che si aggira per la contea Veneziana circondato dalla sua scorta che lo protegge dalle sue cazzate, altrettanto quel Gigante, Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana, a nome Carlo Carraro lo puoi incontrare avvolto nel suo mantello baronale mentre al cellulare chiama la polizia a Ca' Foscari. Non si è mai vista cotanta Polizia in un Ateneo italiano se non durante il mandato di questo luminare. L'articolo Ca' Foscari militarizzata comparso sul blog di Beppe Grillo non rende l'idea di quei magnifici cambiamenti climatici che ha dovuto subire Ca' Foscari. Tempeste, uragani, saette, glaciazioni. In una miriade di eventi, Ca' Foscari è diventata la lavatrice della reputazione per chi doveva rifarsi un nome durante quel periodo che prende oramai nei libri di Storia tutto il capitolo sul Berlusconismo. Sull'argomento dissi pubblicamente la mia, oltre che fervamente sul blog del Rettore, anche attraverso l'articolo Ca’ Foscari e le dune mobili del soft power sul quotidiano Europa. All'epoca provavo io un dolore fisico all'idea che Carraro contemporaneamente fosse Rettore per la parte pubblica ma anche membro del CdA di quel mostro privato delle Assicurazioni Generali (compenso annuale 224mila euro) con a capo il pregiudicato Geronzi, in barba a qualsiasi elementare considerazione sul cumulo di incarichi o sul conflitto di interesse. Recentemente in un articolo del corriere del Veneto l'ateneo veneziano appare dilaniato dalle polemiche:  << Docenti contro, dipartimenti spaccati, scambi infuocati di mail, assemblee, contestazioni, l’occupazione del rettorato da parte degli studenti, querele e controquerele fino alla lettera inviata al ministro dell’Università e della ricerca Maria Chiara Carrozza, firmata da 150 docenti, uno su quattro, con una richiesta di intervento diretto per ristabilire la democrazia in ateneo. >>
Eccolo Carlo, in un dialogo non poi così tanto immaginario: « Chiamami Scaroni a inaugurare l'anno accademico. Ma sarebbe indagato per la centrale Enel di Porto Tolle! Non importa, stai zitto, cosa fai, vuoi forse dirigere te l'Ateneo? Piuttosto, mettimi all'ordine del giorno del Senato Accademico la candidatura per Honorary Fellows del mago Silvan, distintosi per alti meriti nel campo dell’illusionismo e della prestidigitazione. Carlo, non tutti a Ca' Foscari son cresciuti guardando Bim bum bam ed il mago Silvan, non capirebbero. Ancora te che parli, gettando fango sulla mia Ca' Foscari. Invece di perdere tempo, fammi una lista di banchieri in Profumo di indagini che voglio invitarli da noi. Nella lista mettimi sicuramente Soros, l'uomo che distrusse la Banca d'InghilterraCarlo, non ostinarti come un bambino con i compagni di merende della finanza. Margherita Hack sembrerebbe una candidata ideale per parlare ai nostri studenti. Adesso basta, per decreto rettorale stabilisco che le donne vengano agli eventi Spritz che organizzo vestite come su Colpo Grosso ». 
C'è ben poco da scherzare, Carlo Carraro ha provocato smarrimento nell'ateneo veneziano. Ti svegli alla mattina e scopri che il Rettore avrebbe aggredito uno studente, prendendolo più o meno benevolmente per il collo. Approfondisci e vieni a sapere che il Rettore starebbe regalando ad un fondo di investimento i gioielli di famiglia, i palazzi storici di Ca' Foscari. Il quadro sul personaggio va lentamente delineandosi anche sulla sua voce Wikipedia, dove la sezione 'controversie' pare sfidare la schizofrenia di Nerone e Caligula. Dopo la candidatura per Honorary Fellows del mago Silvan, qualcuno pare suggerire a Carraro sul suo blog di nominare infatti con un colpo di coda finale, senatore un cavallo.
Infine, come in tutte le tragedie teatrali greche, eccoci al vero dramma. In questo vortice di stress e in questa deriva autoritaria dove brillano quantitativamente centinaia di eventi con banchieri, lestofanti, furbetti, indagati, fascisti, eminenze grigie, i cafoscarini paiono aver smarrito la propria coesione, ecco la notizia che mai ti aspetti. Guido Cazzavillan, amico e instancabile sostenitore di Carlo, candidato alla carica di Rettore, muore. Viene trovato privo di vita nella sua casa a San Marco il giorno prima di presentare il proprio programma. Nell'articolo di giornale si ricorda di come Guido, potesse stare parecchie giornate di seguito senza mangiare e dormire. Stava tirando la volata finale come un vero cavallo da corsa. Invece di sottolineare come sia assurdo morire consumati a soli 51 anni per diventare RE costi quel che costi, nonostante una salute già precaria minata dall'appartenza dei suoi polmoni alle multinazionali del tabacco, Carlo Carraro non ha resistito ed ha strumentalizzato perfino la morte del suo collega ed amico, trasformandola in un evento come per la morte ed il funerale di Diana. Sentite cosa scrive Carraro:  « Perché Guido era soprattutto un amico con cui abbiamo lavorato per cinque anni al progetto di una nuova Ca' Foscari, migliore della precedente, e per questo progetto Guido ha speso ogni sua energia. A Ca' Foscari dedicava tutte le ore del giorno e molte della notte. L'ultimo suo messaggio era delle quattro del mattino di venerdì scorso e si chiudeva con "buon risveglio". Sarebbe bello potessi dirgli la stessa cosa oggi...Aveva un senso dell'istituzione come pochi. Un attaccamento all'istituzione come pochi. Mi ripeteva spesso come la cosa che più lo addolorava, ed era un dolore fisico, fosse l'incapacità di molti colleghi, critici sull'operazione nuovo campus linguistico, di capire come una cosa fossero le critiche legittime, un'altra il fango gettato inutilmente contro Ca' Foscari, come ad esempio nel caso della strampalata, così la definiva, lettera al ministro. E mi scriveva per il dispiacere che provava di fronte a questo ed altri assurdi episodi, per farmi sentire la sua solidarietà e propormi le sue analisi. Sempre molto attente e razionali ».
Invece di seguire Carlo Carraro in questo ragionamento folle che allude a presunti untori di stress e fango che avrebbero indirettamente ucciso Guido, soffermiamoci a pensare a tutto ciò  che probabilmente lo terrebbe ancora in vita oggi. Sicuramente se l'area economica di Ca' Foscari fosse stata meno vorace ed ingorda e si fosse conseguentemente presentata a questa campagna elettorale per la nomima del nuovo retttore con un atteggiamento un po' più rilassato e sereno. Distacco, sobrietà, trasparenza, etica, spensieratezza allungano la vita e sono antitetici a quell' atteggiamento morboso da cardinali Mazzarini impegnati a tramare di notte. Pare invece dal numero di candidati presentati alle vicine elezioni, quattro, che quella carica vada ricercata da Economia costi quel che costi. Nessun riguardo per il principio democratico dell'alternanza che vorrebbe il prossimo Rettore espressione di altre aree scientifiche. Quella condizione convulsiva per cui non puoi perdere, avrà affranto e consumato non poco Guido. Carlo Carraro, una mitragliatrice di eventi a Ca' Foscari tra cui il funerale di un amico. 

Anna Cardinaletti.
Per queste ragioni, prima ancora che si conosca chi sarà il vincitore, la naturale logica delle cose suggerisce il nome del prossimo Rettore di Ca' Foscari. Una donna, la Prof.ssa Anna Cardinaletti. Tratti speciali, essere donna con gli attributi. Sulla questione della svendita del patrimonio immobiliare cafoscarino ci ha messo la faccia e ha deciso di resistere alla propaganda rettorale. Il prossimo rettore di Ca' Foscari, dopo l'esperienza Carlo, sarà pertanto donna e si chiamerà Anna Cardinaletti. 

mercoledì 7 maggio 2014

La patologia fascista permane e va considerata un disturbo mentale.

Immagine tratta dal profilo facebook di Daniele De Santis, accusato di aver sparato contro alcuni tifosi napoletani a pochi passi all’Olimpico. L'immagine di questo bunker di estrema destra, che si commenta da sola, evidenzia tutta la patologia del rigurgito neofascista. 
La patologia fascista permane e va considerata un disturbo mentale che paralizza il nostro Paese. Impercettibile la cogliamo giornalmente. Permane quando Di Canio salutava a braccia tatuate la curva con il saluto romano e per risposta bordate di cori dal linguaggio crudo e violento sintentizzabili nel «Boia chi molla». Permane in generale in tutti gli stadi, dove le curve sono raduni di ideologie violente e xenofobe. Vive e permane quando Alessandra Mussolini starnazza in Parlamento a suon di slogan come lame difendendo i valori morali della sua idea di famiglia mentre il marito frequenta prostitute minorenni. Permane quando un sindacato di Polizia applaude i colleghi condannati per l'assasinio di Aldrovandi o quando le forze dell'ordine nella caserma di Bolzaneto si macchiarono di atrocità e dove secondo i giudici vi fu una grave lesione della dignità delle persone. Permane giornalmente nelle modalità utilizzate dalla forze dell'ordine per fronteggiare i manifestanti, dove il manganello viene usato quasi sadicamente o dove si calpestano o si prendono a calci manifestanti a terra. Permane nel linguaggio degli esponenti della Lega Nord, loro che ce l'hanno duro. Permane nel movimento dei Forconi, Forza Nuova, Casapound e nel linguaggio talvolta troppo violento di Beppe Grillo, quando ad esempio grida 'Italianiiii' imitando con cattivo gusto il Duce o quando apre il suo movimento agli esponenti di Casapound. Permane fervamente nei pensieri del padre di Alessandro di Battista. Permane nel salotto di Bruno Vespa, quando la sua regia patinata di ipocrisia confeziona realtà che non esistono se non nella mente dell'elite del momento con l'ausilio della voce pastosa di Renato Mannheimer. Peggio del cinema di propaganda fascista. Permane quando spavaldi neofascisti fanno arrivare a piazza Navona un camion con decine di spranghe e mazze da baseball con il tricolore. Permane nell'atteggiamento immobile, rigido e autoritario di quei burocrati che abitano palazzi costruiti durante il ventennio fascista e che forse per un certo verso devono proprio la loro posizione a quell'impostazione di pensiero. Permane nelle strutture parastatali della Mafia e della Camorra. Permane in giornalisti quali Sallusti, Belpietro e Giuliano Ferrara. Permane in tutti coloro che privi di cultura tatuano sul proprio corpo i segni indelebili di una ideologia patologia.  Permane in chi, non avendo studiato la Storia, parla di quel periodo senza sapere quello che sta dicendo.  
Se l'Italia ha un'ombra, lo deve al suo passato fascista. La guerra disumana e le leggi razziali abominevoli solo per sintetizzare qualche decennio di NON VITA. 

mercoledì 9 aprile 2014

Schettino uomo libero, ecco come affonda anche il senso di giustizia.

Qualcosa nella giustizia italiana non convince. Prendiamo il caso Schettino, uomo libero da un anno a questa parte, senza essere sottoposto a particolari restrizioni o vincoli cautelari. Non bastano 32 morti, soffocati atrocemente. Immaginatevi al buio in una cabina, con l'acqua che sale e nessuna via di scampo. Immaginatevi per una volta con i polmoni pieni d'acqua ed un disperato desiderio di respirare un'altra boccata d'aria. Immaginate che vediate morire insieme a voi, la persona a voi più cara, alla quale avevate proposto una dolce crociera. Tutto questo, perché un mezzuomo, abbronzato, occhiale da sole Grande Fratello, un Casanova tra champagne e modelle moldave, faccia da miracolato, aveva deciso di guidare una enorme nave da crociera come Berlusconi ha guidato l'Italia negli ultimi venti anni. Ora questo criminale, invece di stare in carcere dopo aver ucciso decine di persone fu avvistato dal quotidiano inglese Sun ai comandi di un motoscafo. Follia. Pare non gli fosse stata nemmeno revocata la patente nautica. Per carità, la giustizia farà il suo corso e prima o poi, dopo anni di processi spettacolo Schettino si auspica andrà in carcere. Io personalmente lo trovo disumano. Che un tale personaggio sia a piede libero, lo trovo francamente esemplare di un senso di giustizia che non trova senso e pace. Una Giustizia garantista che ha garantito a Berlusconi, ed ai suoi replicanti quali Schettino, una vita fuori dal carcere. Poi, se due contadini veneti, un troglodita celtico, e un disoccupato serenissimo sognano la secessione dall'Italia e l'indipendenza del Veneto, allora che non sia mai, arresti e tintinnar di manette. Il manganello cala sempre sui disperati, la terza classe del Titanic.

sabato 22 marzo 2014

Scoperto a Cambridge il più antico sistema romano di irrigazione in Gran Bretagna.

I letti di terra si crede venissero utilizzati per la coltivazione di asparagi e uva.
La notizia, rimbalzata dalla BBC, è di quelle forti e trovandomi a Cambridge non posso che gioirne maggiormente. Proprio a Cambridge è stato scoperto quello che gli archeologi credono il più antico sistema romano di irrigazione in Gran Bretagna. Guardate voi stessi questa immagine. Il team dell'Università di Cambridge che ha lavorato alacremente nel sito, ha datato i reperti tra il 70 d.C. e il 120 d.C. (dopo Cristo). Porca miseria che scoperta, speriamo che la facciano anche i quotidiani italiani visto che la notizia stenta a decollare in Italia. Durante i periodi di siccità l'acqua sarebbe stata pompata dai pozzi nelle canalette per irrigare le colture. La scoperta si considera eccezionale per la portata, chiaramente visibile dalla immagine riportata, che vede i letti di terra disposti in parallelo e lungo un pendio creando una tramatura d'irrigazione dal valore storico inequivocabile. Questa attestazione rimanda quindi alla sofisticata conoscenza dell'idrologia che i Romani avevano e alla loro introduzione dell'orticoltura. Il terreno su quale è stata fatta la scoperta, 150 ettari tra Huntingdon Road, Madingley Road and l'autostrada M11, è per uno scherzo del destino proprietà della stessa Università di Cambridge che si appresta a costruirvi residenze studentesche e strutture per la ricerca. Proprio vero, quando si investe nella ricerca si è già fatta una scoperta.

mercoledì 12 marzo 2014

La figlia della Lupa non twitta più. Mussolini la vergogna continua.


Vale la pena riportare l'immagine del profilo twitter di Alessandra Mussolini, il giorno in cui i giornali riportano la notizia che vedrebbe il marito frequentare prostitute minorenni. La figlia della lupa, non twitta più. In fondo come si fa a non capirla. Alessandra, Alessandra, il nonno che appartiene alla miseria umana non te lo sei scelto ma il marito si. La vogliamo ricordare con questo profilo che voleva tanto dirci quanto veramente "normale" fosse la vita di questa donna sposata, che tirando le somme ha una vita andata a puttane. Mussolini la vergogna continua. 

giovedì 6 marzo 2014

Heart to heart


James Blunt - Heart To Heart

There are times when I don't know where I stand (oh, sometimes) 
You make me feel like I'm a boy and not a man (oh, sometimes) 
There are times when you don't give me a smile (oh, sometimes) 
I lie awake at night and worry for a while (oh, oh) 

It's OK 'cause I know 
You shine even on a rainy day and 
I can find your halo 
Guides me to wherever you fall 
If you need a hand to hold 
I'll come running, because 
You and I won't part till we die 
You should know 
We see eye to eye, heart to heart. 

There are times when I cry 'cause you shed no tears (oh, sometimes) 
Your mind's so far away but your body's right here (oh, sometimes) 
There are times when I just walked out your door (oh, sometimes) 
And thought I'd never get to see you anymore (oh, oh) 

It's OK 'cause I know 
You shine even on a rainy day 
And I can find your halo 
Guides me to wherever you fall 
If you need a hand to hold 
I'll come running, because 
You and I won't part till we die 
You should know 
We see eye to eye, heart to heart. 

Woah... woah... 
Oh sometimes 
Woah... woah... 

Wherever you fall 
If you need a hand to hold 
I'll come running, because 
You and I won't part till we die 
You should know 
We see eye to eye, heart to heart. 

I can find your halo 
Guides me to wherever you fall

sabato 1 marzo 2014

Io condottiero berbero in esplorazione a Gran Canaria. La mia felicità in un' isola.


Se mi fermo e penso, penso che in questa vita le vacanze più saporite e spensierate le ho fatte su delle isole. Un decina di estati in Corsica durante l'infanzia, poi Malta, Creta, Palma di Maiorca, però, però, con una precisazione; le isole vulcaniche, hanno qualcosa ancora in più. Mi porto Santorini nel cuore. Adesso posso aggiungervi Gran Canaria. Entrambe isole vulcaniche, hanno quella sabbia dorata con striature nere che sembra darti una sferzata come il pepe. Anche i posti, come le persone ci trasmettono o ci tolgono energie. Gran Canaria, sembra ancora emanare quei primordiali sconvolgimenti che la videro nascere. Quest'isola vive di estremi. Cavalcando l'isola, scivolando dal suo deserto di Maspalomas alle sue montagne, vedi dieci arcobaleni in un giorno, acquazzoni, neve, grandine, pioggia, ma sopratutto tanto tanto sole. Sole tutto l'anno. E le palme. E i cactus. Cosa aspettate a prenotare io non lo so. Ma andatevi a mangiare i cachi nel deserto. La brezza fresca ti mantiene di buon umore e solleva quei cavalloni con cui ci piaceva tanto giocare quando eravamo bambini. Ho fatto il bagno ricordandomi di rispettare l'Oceano Atlantico. E quante avventure alla scoperta delle caverne dei Guanci, indigeni aborigeni delle Canarie, popolazione nativa stimata nella imponente cifra di 30000 o 40000 persone che abitava queste isole prima della colonizzazione da parte degli spagnoli. Gli ultimi indigeni Guanci, sterminati per l'impreparazione militare e le malattie portati dai conquistadores vissero fino al 1496. Quando visiti le montagne, guardali gli anfratti, sono leggenda. Per sfuggire alle preparatissime truppe europee, si ritirarono in caverne naturali o artificiali, situate nelle parti montuose. Qui si distinse Doramas, un condottiero berbero, guerriero delle Isole Canarie, uno dei capi della resistenza degli indigeni dell'isola di Gran Canaria. Egli, un gigante della resistenza, si oppose strenuamente all'invasione rifugiandosi su quel monte che oggi, in sua memoria, si chiama Monte Doramas. Ed allora sono fiero anch'io di come l'ho esplorata. Non mi sono limitato a depositarmi sulla spiaggia come una balena. Ho vissuto, ho lottato. Ho cercato di sintetizzare tutto questo, nel video che ho sopra incorporato. Lottate e viaggiate per rimanere vivi. Riempitevi di emozioni. Nasciamo come sterili bottiglie vuote, per riempirsi di buon vino bisogna che mettiamo in viaggio la nostra anima. 

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