giovedì 21 giugno 2012
Eccesso dei mezzi di contenimento, il vizio incoreggibile della polizia italiana.
sabato 26 maggio 2012
Il capo della Polizia, il dirigente pubblico italiano più pagato con uno stipendio annuo di 621.253,75 euro ha dichiarato: «Minaccia anarchica può offendere il Paese».
venerdì 13 aprile 2012
Cara Italia, ti vedo triste.
Alberto Sciretti, sullo sfondo le maestose forme palladiane (Palladio genio italiano!) del palazzo del Holkham Hall in Gran Bretagna 01/04/2012.
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Hai perso spensieratezza, hai perso la giovinezza che se ne va. Il piú pagato é il capo della Polizia Manganelli, i cui bravi manganellano senza pietá poveri Cristi che devono sopportare la croce di una crisi in uno Stato di Polizia dove la scuola Diaz é "la più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale". Un intero sistema feudale controlla morbosamente che non si attuino pienamente libertá, eguaglianza e fratellanza. L'ingiustizia é giustizia. Giá, cara Italia tu hai proprio bisogno di ripartire da una Rivoluzione. Un nuovo rinascimento italiano, dove cadano ad una ad una le teste di migliaia di bimbiminchia della politica. Una immagine pittorica geniale, la decollazione della gerontocrazia italiana.
Decollazione di san Giovanni Battista (Caravaggio) che ho potuto ammirare a Malta |
Holkham Hall in Gran Bretagna 01/04/2012 |
Io, Hustanton, Gran Bretagna 01/04/2012 |
giovedì 5 aprile 2012
Il senatore Umberto Bossi ordina alla Polizia di Stato di picchiare e investire un giornalista. Qui Italia, é finita la Democrazia. Un appello alla Rivoluzione.
Il senatore Umberto Bossi ordina alla Polizia di Stato di picchiare e investire un giornalista. Qui Italia, é finita la Democrazia. Che la Polizia di Stato si presti a scortare e proteggere chi per primo delira e istiga a delinquere (oltre che ad oltraggiare da decenni il senso di unitá nazionale e la Costituzione) sinceramente é troppo. In questo filmato nessun poliziotto contiene il politico ricordandogli il suo dovere di servire le istituzioni e non di istigare all'omicidio di un giornalista. Questo video disgustante che dimostra il delirio di onnipotenza di una politica che ci ha portati alla rovina (vedrete quando il debito pubblico italiano sfonderá 2000 miliardi di euro) consegna i meri esecutori della Polizia di Stato alla berlina dei libri di Storia. Incapaci di proteggere realmente le istituzioni, la Polizia di Stato serve un sistema di politici deliranti. Vergognatevi, io mi chiamo fuori da questo sistema (ho poche speranze che perfino la magistratura si muova sulla base di questo filmato), voi non rappresentate le istituzioni, sarete ricordati dai libri di storia come i bravi di Don Rodrigo. Altro che servitori dello Stato. Altro che pericolo Black Block. In questo video c'é violenza. Hanno rotto l'involucro della Democrazia, questo é un appello alla Rivoluzione.
sabato 3 marzo 2012
Golf a Dubai? Nell'ingiustizia della disuguaglianza meglio essere ANTAGONISTI tutta la vita.
Golf a Dubai. |
lunedì 27 febbraio 2012
#forzaluca: «Frutto diretto della sconsiderata azione delle forze dell'ordine»
Espropri in Val di Susa. |
mercoledì 25 gennaio 2012
Il manganello sui pescatori. La Polizia é fatta di cittadini o di picchiatori fascisti?
Montecitorio, la protesta dei pescatori. |
mercoledì 5 ottobre 2011
Malalai Kakar, poliziotta coraggio.
Malalai Kakar, con la sua squadra. |
Malalai Kakar in un momento di pace. |
venerdì 12 novembre 2010
Emanuele Ricifari, il famigerato suo malgrado.
Il vicequestore Emanuele Ricifari, che ha lasciato un commento su questo blog e mi ha contattato in modo molto professionale e franco in un raro incontro e dialogo tra cittadinanza civile e polizia di stato (a dispetto dell'idea che mi ero fatto di una persona tracontante violenza), ha tenuto a dirmi quanto segue: "La carica (e non le cariche), è stata solo di alleggerimento (cioè tesa solo a disperdere i manifestanti e non a scontrarsi con loro), come testimoniano le immagini integrali girate non solo dalla polizia scientifica ma anche da diversi operatori di emittenti bresciane. Le altre cariche sono state da me ordinate e guidate personalmente, senza casco e manganello, davanti alla squadra di dieci uomini del reparto mobile proprio per evitare qualsiasi reazione esasperata da parte dei poliziotti canzonati da ore di dileggi, insulti e provocazioni anche fisiche. Le immagini immesse sulla rete e montate ad arte, non mostrano nulla delle ben diciasette intimazioni formali (in luogo delle tre di legge) effettuate da me e da altri dirigenti della polizia, degli innumerevoli inviti fatti dialogando con i manifestanti, dell'aggressione fisica subita dal dirigente della digos e da una commissario capo da parte di un giovane, dei calcetti sugli stinchi e sulle caviglie del personale in divisa ed in borghese schierato sulla strada.
L'ordine di caricare per quanto condiviso con il Questore, sulla strada l'ho dato io. Preciso di averlo dato una prima volta fittiziamente, d'intesa con il personale in uniforme, che aveva l'indicazine di fare solo un passo e lasciare che ci muovessimo soltanto io ed il personale in borghese, riconoscibile dalla placca di servizio esposta sul petto o alla cinta. La carica effettuata invece è stata come detto di alleggerimento, il personale aveva cioè il compito solo di "rincorrere" per una decina di metri chi non aveva ottemperato agli inviti formali ad allontanarsi .
Quanto alla funzione di "arbitro", lei ha pienamente ragione riguardo al fatto che questa sia una delle funzioni, forse la più importante, svolte dalla polizia di stato, quella che viene definita normativamente "composizione dei dissidi". Purtroppo nel caso in esame lo sforzo di composizione, durato per oltre una settimana e quella mattina per oltre due ore, non aveva dato esito, per l'assoluta intransigenza dei rappresentanti della protesta; questi (dopo le ripetute proposte, anche sostenute dalla Cgil e dalla Cisl oltre che dalla Caritas e dalle Associazioni dei Migranti continuamente rifiutavano qualunque mediazione se non dopo la concessione dell'impunità per chi era sulla gru e del rilascio del permesso di soggiorno in violazione della legge da parte delle autorità preposte), più volte invitati ad allontanarsi, con il suggerimento di disporsi sui marciapiedi lato carreggiata, onde consentire, dopo giorni di illecito blocco da loro stessi organizzato, il passaggio di cittadini, studenti universitari (il blocco-presidio stradale era posto dinanzi all'ingresso degli studenti dell'università) e residenti, si rifiutavano accusando me ed il collega della DIGOS di provocazione perchè ricordavamo loro, come correttezza vuole, che quei comportamenti costituivano una serie di reati per i quali è previsto l'arresto in flagranza. Ci siamo prodigati quindi nel "trasportare via" di peso coloro che opponevano resistenza attiva al tentativo di allontanare le persone inottemperanti agli inviti e che incitavano i presenti a violare le norme che gli erano state più volte illustrate nelle diverse fasi in cui si è riusiti a farsi ascoltare da chi, appena aprivamo bocca, ci sommergeva di fischi, insulti, cori mentre dall'alto venivano lanciati su di noi, sui vigili del fuoco e sui passanti sacchetti con escrementi, bottiglie di plastica contenenti urina, bulloni, pezzi di gru vari e pile."
Dopo aver ascoltato attentamente le parole del vicequestore, mi sento di fare le seguenti osservazioni. Pur continuando ad avere la netta sensazione che ad esempio quel "portatela via" di Emanuele Ricifari rivolto a quella signora anziana, che urlava "non ho fatto niente", sia ingiusto nei rapporti di forza instaurati, altrettanto ingiusto credo sia il fatto che LA POLITICA demandi e scarichi sempre più sulle forze dell'ordine la gestione delle tensioni frutto della propria incapacità di legiferare leggi giuste e di ricercare e promuovere un equilibrio e una coesione sociale. In tal senso, le forze dell'ordine sono le prime a pagare lo stress di un malgoverno politico; perchè percepiscono da vicino le direttive di una politica corrotta e amorale a cui devono comunque tacita obbedienza e perchè dall'altro si ritrovano in prima linea a fronteggiare il malessere strisciante della società civile, malessere in aumento che al momento troppo banalmente finisce con l'offendere chi sta compiendo, bene o male dipende dal caso, semplicemente il proprio lavoro.
sabato 9 ottobre 2010
Federico Aldrovandi ha vinto la sua battaglia grazie all'amore ed alla tenacia dei suoi genitori
lunedì 4 ottobre 2010
L'art.21 della Costituzione non vale per un libraio che sostiene di amare Milingo
sabato 2 ottobre 2010
Magnifici cambiamenti climatici all'Università Ca' Foscari Venezia. La questione morale
30/09/2010 L'entrata principale di una Ca' Foscari irriconoscibile è sbarrata fisicamente da decine di poliziotti in assetto antisommossa, chiamati a tutelare l'ordine pubblico rispetto alle sacrosante proteste dei 39 lavoratori dell'Università reintegrati dal giudice. Scudi e manganelli fuori luogo alimentano nientemeno che la tensione ed il nosense nel tempio delle idee, del dialogo e della conciliazione. Lo Stato non è più in grado di tutelare il diritto al lavoro, se non per mano di una magistratura sempre più intasata e pertanto astutamente criminalizzata. L'unico pericolo concreto è rappresentato dall'incapacità manifesta di un rettore, Prof. Carlo Carraro, esperto di cambiamenti climatici, di ricevere dignitosamente i propri lavoratori in quella che più volte i giudici hanno sancito essere la loro sede naturale di lavoro. I lavoratori sono stati ricevuti nel cortile in una atmosfera surreale, indegna di una Università. La temperatura del clima a Ca' Foscari sta aumentando e tende a surriscaldarsi e questa incapacità saccente ed imbarazzante non contribuisce a rasserenare il clima.
Nella serata del 30 Settembre 2010, il Prof.re Carlo Carraro, circondato da decine di poliziotti in assetto antisommossa, chiamati irrazionalmente da Bologna a contenere un “pericolosissimo” manipolo di lavoratori disperati ed esasperati che da troppi maledetti mesi chiedono il rispetto delle ordinanze dei giudici, ha, tra le tante cifre richiamate in un freddo cortile ed in una atmosfera surreale, parlato della necessità di reperire 700.000 euro per sbloccare l’ennesima impasse in una vicenda vergognosa anche per l’Università Ca’ Foscari di Venezia, che molto probabilmente si ritroverà a rispondere in solido con l’appaltatore di retribuzioni, contributi previdenziali, effettuazione e versamento delle ritenute fiscali sui redditi di tutti i lavoratori coinvolti nella vicenda. Si pensi che perfino gli antichi veneziani nel loro glorioso Arsenale evitavano gli appalti nella costruzione degli scafi perché pur favorendo la produttività, non davano sufficienti garanzie di qualità. Per questo motivo, dopo essere stato adottato in vari casi per la costruzione di tutta la galera, venne limitato esclusivamente alle opere morte e alle attrezzature, cioè alle parti in cui la lavorazione affrettata non pregiudicava la sicurezza dello scafo. A Ca’ Foscari, come ovunque, il servizio di portineria è parte dello scafo, è il biglietto da visita che rappresenta in prima linea l’immagine dell’Università con i propri clienti e più in generale con gli utenti tutti. Quando lo studente percepisce un disservizio da parte del servizio erogato dalla portineria, lo imputa a Ca’ Foscari e non alla cooperativa che si è aggiudicata l’appalto.
Purtroppo Ca' Foscari è sempre più imbevuta di ipocrisia; tanto più si solleva palpabile una questione morale all'Università tanto più evapora timidamente il coraggio di denunciarla da parte dei suoi protagonisti. Un malloppo val bene una laurea, scriveva sul Corriere della Sera Gian Antonio Stella in una vicenda poco chiara che riguardava l'Università Ca' Foscari. A nessuno sembra importare che la società civile guardi sempre più all'Università esattamente come nel medioevo un contadino guardava il castello baronale del proprio Signore di turno. Il nodo cruciale è come sempre il conflitto d'interesse tra il ruolo pubblico che si ricopre e i meri interessi privati. Qui si solleva la questione morale, a Ca' Foscari come altrove. La questione più spinosa è anche quella paradossalmente meno dibattuta anche purtroppo in una Università. Nelle aule universitarie si affronta nella teoria il Total Quality Management, un modello di qualità che prevederebbe, tra i tanti aspetti anche la possibilità di mettere in discussione i metodi di lavoro da parte dei lavoratori, eppure questi lavoratori delle portinerie nella pratica vengono trattati come dei paria e si vedono negare oltre al diritto al lavoro anche il diritto di parola sul blog del Rettore nella vicenda incresciosa che li riguarda. L'Università è indifferente rispetto alla politica illegale dell'attuale cooperativa che ha vinto l'appalto e si limita a contare, come ha fatto il Rettore nella serata richiamata, i lavoratori come se fossero figurine da eliminare una ad una prima di arrivare ad una soluzione fisiologica. L'istituzione pubblica non è insorta neanche quando sui 28 lavoratori assunti inizialmente dalla nuova cooperativa al posto dei 39 reintegrati, ben 18 circa sono stati portati alle dimissioni a suon di turni massacranti in violazione della normativa giuslavorista, con irreali ambulanze davanti alle sedi universitarie e funzionari della Direzione Provinciale del Laovoro - Servizio Ispezione del Lavoro chiamati a mettere luce sulla vicenda. Dicevo che lo studente non sa distinguere, tra Università e cooperativa. Sinceramente non so più neanche io distinguere i volti dell'attuale classe dirigente e della gerontocrazia. Nella fretta potrei scambiare il Prof.re Carlo Carraro con Alessandro Profumo o Cesare Geronzi e tanti altri. Guardateli i volti di chi si occupa di finanza a discapito dell'economia reale; sono tutti uguali, patinati di ipocrisia e pronti a risolvere con compromessi e transazioni economiche i nodi morali della vita, costruendo un modello di società impregnata di ingiustizia. L'esame di etica economica l'hanno superato velocemente come se fosse un pesante carretto trainato da uno stupido mulo. Sembrano costruiti nel laboratorio della saccenza e della presunzione con lo stampino. Sono quasi tutti dei premi nobel mancati, che alterano la realtà vendendo fumo, così come si vende una “gondoeta” in plastica ad un turista in Lista di Spagna spacciandola per oro zecchino; credono fermamente di dire verità sacrosante mentre pronunciano le menzogne più artefatte. Visto ed appurato che sono un ideologo provocatore, incapace di cogliere la sublime magnificenza di chi come l'attuale Rettore Carlo Carraro, probabilmente è stato il protagonista indiscusso ed incompreso della mostra Russie sul totalitarismo e sulla mistificazione, cercando di togliere in un episodio poco chiaro le mailing list alle RSU di Ca’ Foscari in violazione di legge (art. 28 Legge 20 maggio 1970 n.300), ho trovato i 700.000 euro. È stato facile trovare i 700.000 euro. Cosa vuoi che siano 700.000 euro al giorno d'oggi. Contemporaneamente alla nomina nell’ Aprile 2010 del Prof.re C. Carraro nel Cda delle Assicurazioni Generali presieduto da Cesare Geronzi in barba al principio fumoso del cumulo di incarichi rispetto al suo attuale mandato di Rettore, è emerso da uno studio-pilota dal titolo "Finanza e armamenti: le connessioni di un mercato globale" realizzato dall’Osservatorio sul Commercio di Armi (Os.C.Ar) di IRES Toscana – Istituto di ricerche Economiche e Sociali – vincitore del bando di finanziamento della Fondazione Culturale Responsabilità Etica onlus per il 2009, che le Assicurazioni Generali hanno acquistato, come tante altre banche bisogna dirlo, quote di aziende che producono: armi nucleari (210 mila euro), bombe a grappolo (160 mila), ed altre tipologie di armi controverse (370 mila) (Valori, n.78, Aprile 2010). Ora, se il Prof.re Carlo Carraro riuscisse a convincere il suo amico Cesare Geronzi ad investire questi 740.000 nella pacifica istruzione universitaria togliendoli dalle disponibilità dei fabbricanti di morte, il problema sarebbe risolto. Peccato che la mia sembri soltanto ideologia. In fondo questa storia, se la raccontassimo ad un semplice malgaro dell'Altopiano di Asiago non la capirebbe. Beato lui. |
sabato 1 novembre 2008
Connivenza tra Francesco, capo dei mazzieri con le mazze tricolori e alcuni poliziotti.
60 anni fa' questo paese, ebbe bisogno di un intervento chirurgico esterno per asportare un male, il fascismo, che aveva conquistato quasi l'intera società, ormai priva degli anticorpi per guarire. 60 anni dopo questo scempio di vite ed ideali, dall'abissino ucciso all'onorevole Matteotti, spavaldi neofascisti hanno fatto arrivare a piazza navona un camion con decine di spranghe e mazze da baseball con il tricolore in grado di fare ragionare gli studenti (la maggior parte di centro-sinistra) che manifestavano contro i provvedimenti del governo (di centro-destra) sulla Scuola ed Università. Questa è l'ennesima e GRAVISSIMA nuova vergogna italiana. Un rigurgito neofascista, che già attraversa tutte le curve degli stadi di calcio, che è penetrato anche nelle partite di calcio della nazionale italiana e che ora approda senza più timori reverenziali anche nella storica piazza Navona. Così la società incomincia ad accettare l'operato di questi "bravi" ragazzi (quello che fanno son ragazzate), incomincia quel processo di accettazione psicologica del più forte e prepotente. La mazza psicologica. Nel prossimo filmato si può notare come le forze dell'ordine, parlino con alcuni elementi che brandiscono le mazze da baseball come se si conoscessero, invitandoli a defilarsi ed ad andare via, prima che fossero obbligati dall'evidenza all'arresto. Una eventuale connivenza gravissima la lascio al giudizio delle vostre coscienze e della vostra onestà intellettuale, poichè la verità è ovunque anche dove la si neghi, al di là di quello che possa dire io o che possiate dire voi.
Francesco neofascista con una mazza tricolore in mano grida "Tutti in linea, nessuno passa, nessuno passa, NON SIAMO QUI PER PROVOCARE (ecco un bell'esempio del cosiddetto bipensiero orwelliano: con la mazza in mano, grida che non vuol provocare..). Pochi minuti dopo i gravi scontri un poliziotto rivolgedosi a Francesco, che non giace a terra arrestato come i suoi compagni neofascisti, gli dice "Levati Francesco, vai via vai via" E Francesco allora a braccia spalancate grida come a proteggerli e ad informare i poliziotti "Questi qua sono i miei ragazzi, questi qua sono i miei ragazzi, ... lo sapete, la conoscete la situazione.."
ABBIAMO DIRITTO DI SAPERE:
1. Chi è questo Francesco e perchè è conosciuto dalle forze dell'ordine che gli dimostrano un trattamento di favore se non sudditanza.
2. Chi è il poliziotto che lo chiama per nome e quali sono i suoi rapporti con questo Francesco.
3. Qual'è la situazione conosciuta dalle forze dell'ordine a cui allude questo Francesco.
L'apologia del fascismo è in Italia un reato, come sancito dalla Legge Mancino 20 giugno 1952, n. 645 “Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione” che all'art. 1 recita: "si ha riorganizzazione del disciolto partito fascista quando una associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista". Mentre l'art. 4: "Chiunque fa propaganda per la costituzione di una associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità indicate nell'articolo 1 è punito [...]"
Io condanno qualsiasi tipo di estremismo sia di destra che di sinistra. Proprio per questo le menzogne di Studio Aperto (come sempre) sulla vicenda mi fanno rabbrividire; Studio Aperto è forse la punta dell'iceberg della vergogna del giornalismo italiano televisivo: parlano genericamente di scontri tra studenti senza mostrare o menzionare neanche le mazze da baseball con il tricolare brandite dai mazzieri, che tristemente ricordano episodi di squadrismo fascista che hanno portato questo paese alla rovina. Le mazze da baseball, in grado di spappolare la testa di una persona, sono un dettaglio che non deve essere raccontato.
domenica 6 aprile 2008
"1984": l'individuo in lotta contro l'ambiente dominato dallo strapotere dei mezzi di comunicazione e tecnologie alienanti
Guglielmo Ciardi, Mattino di Maggio, cm. 57 x 75 Museo d'Arte Moderna Ca' Pesaro Venezia