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martedì 8 novembre 2011

Il dramma della ricevuta fiscale in Italia.

Al minuto 1:35 il dramma della ricevuta fiscale in Itallia. La ricevuta fiscale, quella cosa fastidiosa e vetusta, il cui mancato pagamento ci ha messo in crisi. Dall'Inghilterra, quando guardo la BBC o la CNN non fanno che parlare dell'Italia, cercando una spiegazione alla tragica situazione in cui è precipitato il nostro paese, "too big too fail". La "dolce vita" sembra finita, ora ci hanno messo una lente addosso. Passeggiando per Cambridge, uno studente lettone iscritto a psicologia mi ha chiesto: "Is Berlusconi Mafia?". Volevo dare una risposta circostanziata e quindi ho iniziato: "Well, my point of view is" poi però il mio Inglese ancora traballante mi ha tradito ed allora mi sono accorto che la risposta più semplice ed intuitiva andava già a braccetto con il mio pensiero ed ho esclamato soddisfatto "Yes".

martedì 18 ottobre 2011

Se anche i black bloc fossero veramente i nuovi barbari, c'è da dire che c'è un impero decotto e corrotto pronto a sfaldarsi.

Black bloc (Blocco nero).
Ci concentriamo troppo nel guardare terrorizzati la pagliuzza negli occhi dei Black bloc (l'unica parte in vista) e non ci accorgiamo della trave che affligge il sistema. «Il ministro Tremonti ha corrisposto, quale partecipazione all'affitto dell'immobile, a partire dalla seconda metà del 2008, la somma mensile di circa 4mila euro, corrispostemi settimanalmente» (Fonte Corriere.it). È quanto scrive l'ex consigliere del ministro Tremonti in relazione all'abitazione in centro di Roma che secondo i magistrati napoletani sarebbe stata ceduta gratuitamente dal deputato al titolare del ministero dell'Economia e delle Finanze. Il pagamento, sostiene Milanese, è stato effettuato sempre in contanti. Se un paese, presunto avanzato, quale l'Italia annovera un ministro dell'Economia e delle Finanze che paga il proprio affitto attraverso un versamento settimanale in contanti di mille euro ad un suo consigliere, ciò significa che siamo di fronte ad un impero decotto. Chi tra voi pagherebbe il proprio affitto in contanti? Robe da matti. Non serve che dica altro sugli altri esponenti di questo vergognoso governo (Berlusconi, badate il capo dell'esecutivo, pagava con buste piene di soldi in contanti faccendieri quali Lavitola e Tarantini, violando la legge antiriciclaggio), anche perché Tremonti sembrava l'unico rappresentante che potesse vantare una certa credibilità. Il contante, come sappiamo, per chi si trova a combattere fenomeni come l’evasione ed il riciclaggio, è il nemico pubblico numero uno, garantendo l'anonimato e la possibilità di attuare negozi fraudolenti.


Black bloc.
Riteniamo responsabili i Black bloc di gravissime violenze ma se dei ministri quali Sacconi e Brunetta, che mettono mano legiferando a leggi sensibili quali quelle sul lavoro, diventano responsabili di un vero e proprio disastro sociale, in cui il dramma terribile del precariato a vita affligge milioni di giovani appestati da stage e tirocini gratuiti ed in cui le morti bianche (da leggere "Giovani calciatori SOTTO LE LUCI di San Siro e giovani operai SOTTO TERRA. Stanno uccidendo gli operai"), il lavoro nero ed la piaga del caporalato (da leggere "Solo l’azione collettiva può porre un argine all’individualismo imperante") spadroneggiano come mai era successo nella storia della Repubblica italiana, allora forse tutto ciò non rappresenta una gravissima violenza? Possiamo convenire nella condanna di qualsiasi violenza, ma forse volete insinuare che questo governo non sia stato violento?

La violenza ha molte forme: una evidente ed un' altra subdola e difficile da stanare. Per fare un esempio, tra infiniti: si può danneggiare una macchina tirando un sasso (gesto che appare all'evidenza gravissimo e facilmente riconoscibile) oppure danneggiare milioni di autovetture qualora la casa automobilistica dovesse  volutamente risparmiare sul sistema frenante rendendolo difettoso). Non scherziamo, i libri di storia del futuro scriveranno pagine tristi sull'involuzione che contraddistingue il nostro tempo. Mi pare ovvio che chi devasta l'altrui proprietà vada perseguito, ma smettiamola di trangugiare ipocrisia. Non mi pare che il devastante debito pubblico italiano possa imputarsi ai black bloc; è troppo facile prendersela con il blocco nero, la punta estrema della disperazione sociale che arriva all'(auto)distruzione e non trovare il coraggio di accusare chi questo sistema l'ha cavalcato fino a portarci dentro una crisi nera ma nera nera, altro che Black bloc.
A robàre poco se va in gaera, a robàre tanto se fa cariera. 

giovedì 13 ottobre 2011

La caduta dell'impero di diritto romano del Prof.re Luigi Garofalo all'Università degli studi di Padova.

 La caduta dell'impero di diritto romano del Prof.re Luigi Garofalo all'Università degli studi di Padova porta la data del 23 Marzo 2011 d.C, giorno in cui un "barbaro" osò scrivere al Gazzettino una lettera "Quel professore all'Università di Padova che offende e umilia i propri studenti." Aperta una breccia nel muro, subito altri "barbari" accorsero e si accalcarono irrompendo con ben ottantotto commenti, che per una semplice lettera spedita ad un quotidiano fanno una anomala ondata emotiva, che vorrei provare a commentare. Ave, Caesar, morituri te salutant! L'accusa mossa dal "barbaro" scrivente pare chiarissima fin dal titolo. Sull'argomento posso dire la mia, visto che sul finire del 2006 frequentai una decina di lezioni del corso di Istituzioni di diritto romano del suddetto Professore, prima di lasciare il corso disgustato. All'epoca assistetti ad un vero e proprio delirio di onnipotenza (riprendo l'efficace espressione usata nella lettera anonima) perpetrato nei confronti di matricole ingenue ed acerbe di diciannove anni; costoro venivano invitate ad intervenire a lezione con un apparente democratico buonismo per poi essere stroncate dall'ars retorica del professore che, in rigoroso latinorum, dimostrava la loro sconfinata ignoranza. Il tutto condito dall'ilarità generale e dalle risatine sgomente di chi in prima fila osannava per paura l'imperatore. Ricordo ad esempio che ad uno studente disse con tono trionfante: "Lei è flatus vocis". Ciò che mi impressionava era la gratuità con la quale il professore umiliava e si prendeva  gioco degli studenti che, ingenui e sprovveduti quanto volete, frequentavano un corso universitario proprio per approcciarsi ad una disciplina, si intende a loro sconosciuta. Voglio dire, su un' aula di trecento studenti è fisiologico annoverare qualche studente più labile degli altri ma ciò non autorizza nessuno a nutrire il proprio sadismo, trovando soddisfacimento nel provocare umiliazioni psicologiche. Già chi precedeva nella stessa cattedra il Prof.re L. Garofalo, il Prof.re Alberto Burdese, veniva definito alla sua morte dal corriere del veneto un "insegnante duro e severo, talvolta ai limiti del paradosso. Le sue sfuriate durante gli esami, con i libretti degli studenti lanciati fuori dalla finestra, erano diventate un must da raccontare ogni anno alle matricole e avevano contribuito a dipingere nel tempo il profilo di un maestro rigido, ieratico.
L'articolo commemorativo del Corriere probabilmente non poteva spingersi oltre, ma possiamo intuire dalla presenza di un solo commento l'assenza emblematica di una ondata emotiva di cordoglio. Sicuramente il Professore L. Garofalo, di cui nessuno mette in discussione la competenza, ha adottato e volutamente ereditato un modello educativo molto rigido e ferreo; il ruolo dell'aguzzino permette anche la selezione di una elite e la fuga degli studenti bollati come "stolti". Ciò che è del tutto inaccettabile e rappresenta la patologia di quanto sto raccontando (non in forma anonima), è un sarcasmo da semidio, una saccenza pavoneggiata a toni alti e la mancanza di rispetto per l'altrui dimensione umana, intrisa di ignoranza. C'è poco da scherzare per noi cristiani, rimasti umani. La società civile accusa da anni la casta dei baroni universitari ma persiste una impossibilità oggettiva da parte della società di porre un limite a questi abusi. In tal senso, l'unica arma di difesa è quella di evitare senza ombra di dubbio di laurearsi in giurisprudenza all'Università degli Studi di Padova almeno fino a quando non spalancheranno le finestre cambiando l'aria viziata. Il mondo sta cambiando.



Voglio dire subito chiaramente che provo per il Prof.re Luigi Garofalo una pena infinita, visto che tutta questa arroganza non può essere che la spia di una  frustrazione che gli impedisce di "restare umano" e quindi di provare quei sentimenti autentici che sono alla base di una vita equilibrata dove si sperimenta l'amore cristiano. Dall'altra, c'è da dire che sono in arrivo generazioni di barbari che vestono i panni degli studenti, che però non autorizzano i professori universitari ad avvitarsi nell'arroganza e nella saccenza.   Riporto qui di seguito i commenti più critici riportati nell'articolo sul Gazzettino:

1) Egli è fortificato da coloro i quali abbassano lo sguardo e dalle signorine che col labbro tremante hanno la lacrimuccia pronta a scendere daglio occhioni lucidi e si compiace... se invece si trova di fronte chi ha le p..e sotto e risponde per difendere la propria dignità, si ottiene il risultato di un uomo frustrato che ha avuto la fortuna di fare i soldi e si crede Dio e dimostra la propria piccolezza con frasi insultanti, cadute di stile spaziali e manifestazioni di arroganza all'ordine del giorno.

posso dire? poareto!


2) No ma il massimo è stato il 30 e lode regalato ad uno studente amico del figlio a cui è stato riservato un trattamento di favore sconcertante (interrogazione in due riprese a tarallucci e vino), soprattutto se paragonato al comportamento tenuto nei confronti degli altri studenti, bocciati ed insultati senza motivo (e comunque gli insulti a mio avviso non sono mai giustificabili, denotano solo una grande maleducazione.. Un certo tipo di battuta ironica ci può stare, certi appellativi invece sono inammissibili) nella maggioranza dei casi! Vergognoso!

3) Ho sostenuto ben due esami differenti con quel professore, e ne ho viste di tutti i colori: alcune frasi non si possono nemmeno ripetere per le incredibili offese contenute... Altre (sentite con le mie orecchie!) sono state: "mi vergogno di aver sprecato il mio tempo con uno studente indegno come lei", "la prego non vada a raccontare in giro che è stata una mia studentessa", "lei per me è stato un completo fallimento", "lei è un ignorante", "questo dimosta la sua assoluta stupidità"....Senza contare il modo e il tono, saccente e compiaciuto. Ovviamente ad alta voce... Per fortuna in una mattinata d'esame più di due persone, massimo tre, non riesce ad esaminarne, quindi i poveri sfortunati che capitano sotto le sue grinfie sono pochi. E, ci tengo a sottolineare, i malcapitati spesso sono persone preparatissime e intelligentissime!! Eppure ho visto più di qualcuno scoppiare a piangere durante il suo esame.

4) Mi è venuta la pelle d'oca a leggere commenti di gente che quel giorno non c'era e si permette di dire che trattare male gli studenti è giusto e un modo per incentivare allo studio.Io quel giorno c'ero.Ho frequentato tutto il corso,anche i giorni in cui il professore non arrivava o mandava un assistente dopo più di un'ora.Bene ci siamo subiti le sue lezioni..di una noia mortale,abbiamo comprato i suoi libri..pieni di suoi commenti personali e ci siamo presentati al preappello tutti preparati credo,anche perchè ormai siamo studenti del quinto anno che non si presentano più agli esami senza sapere!I Il professore prima di iniziare l'esame ha addirittura avvicinato gli assistenti dicendo loro:mi raccomando bocciate!!!Perchè ci meritassimo una cosa simile non mi è dato saperlo.Sono stata interrogata tra i primi,da un'assistente che non ha fatto altro che insultarmi per tutto l'esame,per fortuna mi sono imposta,convinta di sapere e nonostante i suoi tentativi di bocciarmi non c'è riuscito.Erano 4 libri da studiare,di 4 argomenti diversi e ho visto gente bocciata dopo un minuto che stava seduta perchè non sapeva rispondere alla prima domanda!Poi però ho anche visto che la lista degli iscritti non è stata rispettata e il professore interrogava solo chi voleva lui...come ad esempio lo studente ha cui ha dato il libro del miglior studente(non si sa perchè l'abbia ricevuto dato che non ha mai fatto interventi durante le lezioni!Bah...forse per amicizie personali!!!)

5) Mr. Garofalo....così ad intuito....

6) Insulti e offese durante gli esami...ma soprattutto una gran maleducazione nel corso di tutto l'anno!La mancanza di disponibilità e di educazione distingue a mio avviso molti dei docenti della facoltà(quello in questione rimane senza dubbio l'esempio più eclatante in ogni caso).

7) Il professore in questione è una persona brillante e acculturata in una maniera veramente impressionante. E' un peccato che si permetta queste cadute di stile, davvero un peccato...

8) Alla facoltà di giurisprudenza di Padova scene del genere sono una consuetudine, soprattutto da parte di certi docenti che, per tradizione, continuano nel loro delirio di onnipotenza. Perchè solo così si può chiamare. Ormai è (purtroppo) un dato di fatto, ma questo non significa che vada bene così. Ho visto persone veramente in gamba, con ottimi voti, venire colte da crisi di panico tanto da non aver più "coraggio" di affrontare l'esame dopo l'ennesima bocciatura pretestuosa condita da epiteti poco ortodossi. Scene di ordinaria follia insomma, che si ripetono ad ogni esame: c'è sempre il mal capitato di turno. Che questi luminari del diritto abbiano paura che studenti pivellini alle prime armi rubino loro il prestigioso mestiere di avvocato (tra 20 anni)????? Mah...

9) L'episodio riferito dal lettore e' cosa che si trascina da decenni... un celebre docente di Giurisprudenza - recentemente scomparso - che aveva proprio quella cattedra era famoso per questo genere di sfuriate (mi viene da pensare che siano ereditarie...). Il povero studente ovviamente non può replicare perché è un esame obbligatorio per completare gli studi. Io vivo in America e posso assicurare che qui un atteggiamento cosi' pieno di arroganza da parte di un docente universitario è assolutamente inconcepibile.verrebbe licenziato in tronco dall'Università senza molte discussioni.Propongo agli studenti di riprendere questi vergognosi episodi con un telefonino e metterli su YouTube, forse qualcosa si muoverà....

10) Tra l’altro, questi atteggiamenti vessatori dei professori dell’Ateneo patavino fanno sì che studenti, magari volenterosi e intelligenti, prendano paura di questi atteggiamenti poco urbani e si ritirino dall’università, e magari sarebbero potuti divenire buoni ingegneri o buoni medici o buoni avvocati. Per far calare le ali a certi professori è molto semplice! Basta mandare i figli a studiare in altre università… Che è poi quello che consiglio ai genitori di quelli studenti di Giurisprudenza di Padova trattati male dai professori. Tra l’altro, l’Università di Padova non è più in auge circa la Facoltà di Giurisprudenza com’era una volta, difatti, le classifiche CENSIS la relegano solo al 20° posto in Italia.

11) Da ex studente di legge a Padova ho assistito a episodi anche peggiori, di maleducazione e arroganza (assenza ai ricevimenti, clima "terroristico", totale mancanza di collaborazione), anche se non mi hanno impedito di laurerami. Anche nel "famigerato" Bo poi si incontano professori e assistenti gentili e disponibili. Ad ogni modo ritengo assurdo che la severità e il rigore si accompagnino a certe "libertà" nei confronti degli studenti, che non sono certo ragazzini delle elementari e meritano rispetto a prescindere dall'esito dell'esame.

mercoledì 12 ottobre 2011

Solo l’azione collettiva può porre un argine all’individualismo imperante.

L'accoppiata Sacconi \ Brunetta ha vinto la sfida per la "competività": in Italia è tornato il caporalato.
Ho le ultime incombenze in Italia, prima di partire. Questo lunedì mi sono iscritto alla CGIL, versando 26 euro attraverso un tesseramento diretto. Cosa spinge un convinto individualista come me che solitamente rifugge l'omologazione del gregge ad iscriversi ad un sindacato? In prima battuta la CGIL è l'unica organizzazione, con i suoi sei milioni di iscritti circa, ad avere una struttura in grado di reagire nei fatti all'erosione in atto dei diritti fondamentali del lavoratore e nel mio caso, che è quello di tanti altri precari, la CGIL ha proposto una serie di vertenze legali volte a combattere la degenerazione della flessibilità in precariato a vita. Da tempo  tuttavia, soprattutto dopo lo studio del diritto del lavoro, mi sono avvicinato al mondo sindacale comprendendone l'importanza: solo l’azione collettiva può porre un argine all’individualismo imperante. Per questo, capitani d'industria senza scrupoli (Sergio Marchionne) si adoperano in modo certosino per spaccare l'unità del sindacato. Per questo quel mastino di Sacconi non perde occasione per attaccare pubblicamente la CGIL. Certo anche la CGIL non è illibata, ma spero non vogliate imputare al sindacato la colpa di aver provocato il ritorno del caporalato tra i campi di pomodori del Gargano e gli aranceti della 'ndrangheta grondanti sfruttamento. Stiamo nuovamente involvendo. A Vittoria, nelle campagne di Ragusa, per le giovani rumene funziona così: di giorno si spezzano la schiena sui campi. La notte si concedono a caporali e padroni per un tozzo di pane, un tetto sotto cui dormire. Mamour, originario del Gambia, che dal 2007 lavora a Rignano, campagna brulla che ribolle di afa e pomodori in provincia di Foggia racconta: «Lo scenario è tipicamente sahariano». Aria incendiata, terra secca, acqua sporca usata dagli immigrati per bere e lavarsi. La giornata di lavoro nei campi di pomodori dura 12 ore. E viene pagata soltanto venti euro: «Molti si ammalano di patologie gastroenteriche e osteomuscolari. Inevitabile, visto come vivono». Qualcuno non ce la fa, e allora finisce nei cimiteri che si confondono tra le campagne. E le loro tombe recano a stento un nome cui appendere qualche preghiera. Ho tratto queste storie da "Nuovi schiavi d'Italia" di Jacopo Storni. Rappresentano la punta dell'iceberg di una repubblica degli stages dove i negrieri sono tornati al vertice del potere e gestiscono le masse di schiavi. Nessuno ha impedito per anni l'abuso degli stages e dei contratti a termine reiterati che hanno provocato una generazione di precari senza casa. Dove erano Sacconi e Brunetta mentre le nefandezze che ho appena raccontato avvenivano? Brunetta era impegnato a definire i precari "l'Italia peggiore"

"Home", quando ti bitumano i sogni di una vita.

Un fotogramma di "Home".

Ho visto "Home", un film che non mi ha lasciato indifferente. Per chi intendesse cercarlo, basta cliccare sulla locandina riportata, ingrandendola, e segnarsi il nome del regista, Ursula Meier. Il film scuote. Tocca una parte di tutti noi, molto remota ed ancestrale, dove regna il diritto naturale di difendere ad ogni costo la proprietà dei nostri sogni da qualsiasi espropriazione. Se foste andati ad abitare in un paradiso, un angolo di pace immerso in distese verdeggianti, la casa dei vostri sogni insomma, come reagireste se improvvisamente qualcuno decidesse nel nome del "bene comune" di costruire una autostrada che accarezza il vostro giardino? Il film sposa la prospettiva dell'espropriato; la cinepresa entra nella psiche di chi si vede privare violentemente del proprio isolamento rotto dall’inevitabile arrivo del progresso. Avete mai rotto un uovo per farvi una  frittata? Bene, il film ha le cineprese dentro l'uovo e mostra la prospettiva di chi si vede infrangere la propria esistenza per soddisfare la fame altrui. La famiglia decide cocciutamente di resistere, diventando borderline, sprofondando sempre più nella casa che diventa un bunker buio, insonorizzato nel vano tentativo di non sentire i rumori e le vibrazioni provenienti dall'autostrada. Lì dove c'era la luce, lentamente cala il buio della depressione ed il deterioramento patologico della psiche dei personaggi che si chiudono in sé stessi diventa insopportabile anche per lo spettatore. Il film disturba. Il tema è più che mai attuale. Chi fugge dal progresso, prima o poi viene raggiunto. Una cava, una discarica, un superstrada, una industria. Il progresso, in tal senso, può intendersi anche come quella distesa di bitume che asfalterà prima o poi anche i vostri sogni.


giovedì 6 ottobre 2011

Che schifo questa società assassina. In ricordo di Barbara Zappon.

Barbara Zappon
Lo voglio dire forte e chiaro. Considero l'attuale società ipocrita colpevole di innumerevoli omicidi. L'elenco sarebbe infinito. Un esempio per tutti quelle donne operaie morte in questi giorni per il crollo di una palazzina. Non esistevano per l'Inps, essendo senza contratto, in nero per 3,95 euro l'ora per 14 ore al giorno, non esistono più neanche ora. Ricordatevi questa cifra 3,95 euro non 4 euro. Smettiamola di assolverci sotto il finto ombrello democratico che ci siamo dati. Voglio parlare di un'altra donna anche lei un tempo lavoratrice del tessile, Barbara Zappon, una clochard di via Belzoni a Padova molto conosciuta perché chiedeva l'elemosina agli automobilisti tra via Belzoni e via Falloppio o girava per le piazze spingendo un carrello della spesa. Neanche lei ora non esiste più. Il gruppo nato su Facebook non può riportarla in vita. Ci commuoviamo quando queste persone non ci sono più ma non abbiamo creato una organizzazione autorevole in grado di intervenire lì dove regna la sofferenza. Questa vita per qualcuno si può trasformare in un inferno e non abbiamo costruito uno Stato che riesca ad intervenire per sanare situazioni come queste. C'è di più. Questo nostro Stato schifoso, l'aveva recentemente arrestata per aver improvvisato un giaciglio in una cabina (fonte corriere.it). Sullo sfondo, Barbara nella disperazione era caduta prigioniera della droga. Le strade quindi sono piene di invisibili che non vediamo. La triste vita di Barbara sulla strada è stata spezzata da Michele Casotto 27 anni, che guidava la Peugeot 207 che l'ha investita; questo mezzuomo è dapprima fuggito, lasciando Barbara agonizzante annegare in un canale dove era stata sbalzata, poi si è costituito. Rappresenta il disprezzo ipocrita di questa società assassina. Ovviamente questo mezzuomo aveva un tasso alcolemico doppio rispetto a quanto stabilito dalla legge. Poco prima di essere travolta, Barbara aveva telefonato alla madre esprimendo il desiderio di tornare a casa. In questo post viene ricordata con affetto. La sua morte ha scosso Padova. Aggiungo: la sofferenza ed il dolore che deve aver provato Barbara nella sua triste esistenza sono un grido di dolore che deve scuoterci e portarci ad una rivoluzione. Io non dimentico quello che ho scritto. Tu non dimenticare quello che hai appena letto. 

lunedì 3 ottobre 2011

Se solo la scuola ci mandasse in gita in Africa..

"Mamma, vado in gita con la scuola" "Parigi, Londra, Praga; Dove?" "Mamma vado in Africa." Le nuove generazioni, anestetizzate e rovinate dai modelli consumistici proposti dalla televisione, sono cresciute nell'assenza totale di quella verità nuda e cruda rappresentata dall'Africa. Se la scuola avesse mandato i propri studenti in Africa a sentire i morsi della fame, forse molti di noi sarebbero cresciuti più veri e solidali con il proprio prossimo. Bisogna anche dire che Walter Veltroni nel 2004 fu l'unico a mettere in pratica questo metodo educativo; con gli studenti delle scuole romane diede il via ad una serie di viaggi in paesi dell'Africa volti a sensibilizzare gli studenti sul tema della povertà nel Terzo Mondo e per donare, con i soldi raccolti dagli studenti, nuove strutture, specialmente scuole, ai paesi visitati. Il primo viaggio, svoltosi nel 2004, ha avuto come meta il Mozambico, il secondo, del 2005, si è svolto in Rwanda, il terzo, del 2007, è stato in Malawi. Dall'altro, devo dire che Walter Veltroni promise anche di rinunciare alla politica per andare in Africa ad aiutare i bisognosi e vai a capire perché questa "passione" per la politica italiana lo costringe a vegetare ancora in Italia.

Un agnellino appena nato. Mio fratello ha scattato questa foto, che voglio condividere su google in un formato ad alta risoluzione con il seguente monito: tanti di voi hanno un palato esigente che cerca e vuole a tavola carne sempre più tenera;  l'agnello da latte, cioè con poco più di un mese di vita, viene da molti preferito per la carne tenera (chiamato abbacchio); inoltre è tradizione diffusa quella di mangiare carne d'agnello nel giorno di Pasqua. Io sono fortunatamente arrivato a 32 anni senza mai mangiare queste povere creature e chiuderò la mia vita non sentendomi un pervertito della tavola. Proprio perché ci sono persone in Africa che muoiono di fame, credo che spezzare la vita di un animale appena nato e non ancora adulto solo per appagare il palato di qualche pervertito è un gesto barbarico di una società che cerca gratificazioni superflue.  

lunedì 26 settembre 2011

La crisi inizia quando l'ultimo dei pastori non riesce sfamarsi con 300 pecore ed è costretto a sperare nei contributi

Andrea Maffeo, ha scelto un lavoro utile e produttivo, quello del ramingher, un pastore che dorme sempre all'aperto anche d'inverno. A lui è stato dedicato un film documentario "Sentire l'aria". Il padre di Andrea si chiama Michele Maffeo, da sette anni si occupa di cure palliative per malati terminali di cancro: «Certo, le ambizioni di ogni genitore sono diverse. Non dico che speravo che facesse il chirurgo, ma magari un lavoro in cui si realizzasse di più. Però Andrea a scuola soffriva troppo. E mi è venuto in mente che Mario Rigoni Stern aveva la terza media. Non so se in futuro ci rinfaccerà di non aver insistito di più per farlo studiare. Ma so che un uomo può trovare la sua morale in mezzo ai boschi come nel centro di Torino. Intanto gli stiamo con il fiato sul collo. La cosa più importante è che Andrea impari il rispetto».
Mi piacerebbe dire che il mio Paese ce la farà. Mi piacerebbe vedere un futuro oltre alla crisi. Purtroppo gli italiani si sono già fatti incantare da troppi illusionisti che negavano l'esistenza stessa di una crisi ed è ora di affrontare la verità nuda e cruda. Negare una crisi strutturale di un sistema paese come il nostro significa condannarlo ad un fallimento ancora più repentino e violento, imputandolo alle future generazioni. Il nostro paese è già sprofondato in una posizione di non ritorno perché nessuno dentro di sé ci crede più.

L'italia è in gabbia; il paese non cresce e ad essere compromessi, dopo il fascismo, sono nuovamente gli italiani.  
Il nostro paese soffrirà come non mai, come o peggio della Grecia per intenderci, perché negli ultimi decenni (da Craxi a Berlusconi) ha prodotto una classe politica di lestofanti. Quando il malaffare arriva alle istituzioni, i danni che ne conseguono sono inimmaginabili. Politici allenati all'esercizio di vuote parole nei salotti dell'ipocrisia televisivi che si adoperano invece, quando ci va bene, in modo parassitario. Una classe politica però non è altro che un prodotto della società civile. Questa è completamente compromessa. Per questo l'Italia non ce la farà. Gli italiani invece di rimuovere i fattori che hanno prodotto l'avvitamento in una recessione senza uscita hanno votato Berlusconi, dopo Craxi, contribuendo ad allargare ancora di più le maglie del debito pubblico. Gli italiani più si impoveriscono più divengono dediti al lotto ed ai giochi d'azzardo. Più ci addentriamo nella crisi più la passione per il calcio di un pallone diventa l'unica fede. Più la situazione economicamente si fa nera più si appassionano alla cronaca nera, premiando puntate morbose indecenti di Porta a Porta e di altri programmi, nati come funghi in seguito al notevole audience. Già, perché forse non è chiaro ma la crisi la determiniamo noi, con i nostri comportamenti. L'involuzione è degli italiani. La maggior parte degli italiani evade non appena ne ha la possibilità ed accetta di lavorare in nero entrando nell'anonimato. Se ovunque si fa "nero" non c'è da stupirsi se alla lunga arriva una "crisi nera nera". La maggior parte degli italiani adottano comportamenti e modelli mafiosi ed il loro lavoro consiste nel fregare il prossimo; il prossimo è un cliente, più spesso una preda. Raccomandano e si fanno raccomandare. 
Il sorriso genuino ed autentico di Andrea Maffeo. Sulla felicità che contraddistingue il pastore rimando all'articolo che ho scritto "L'Arcadia dello spirito nelle Bucoliche di Virgilio" ed al video "Addio all'ufficio. Tornate alla terra. Tornate alla felicità".












La maggior parte degli italiani guarda alla cosa pubblica come ad un "pollo da spennare". I dipendenti pubblici invece di adoperarsi per snellire i procedimenti amministrativi, li aggravano e contribuiscono a complicare gli ingranaggi di una macchina spesso improduttiva, inutile ed infernale.  L'atteggiamento di chi entra nel pubblico non è quello di sforzarsi di essere utile alla collettività ma l'atteggiamento di chi si vuole depositarsi e sistemarsi a vita, introducendosi in un sistema già collaudato per ricevere potenziali fannulloni. Abbiamo un esercito permanente e centinaia di caserme dove ancora i soldati giocano a fare la guerra nel nome di una pseudo democrazia da esportazione.  Chi vuole entrare in politica dicendo di voler cambiare le cose lo fa pensando ad un proprio tornaconto personale; cerca semplicemente il potere fine a se stesso. Ad essere attratti dal potere sono le persone disoneste che intravedono la possibilità di ottenere protezione. A dividere questo paese ed ad assestargli una ferita mortale ci ha pensato la lega di Umberto Bossi. Al nord ci si è convinti che la crisi dipenda esclusivamente dall'arretrato Sud. Masse ignoranti leghiste ad ondate insultano terroni, zingari, negri, culattoni, comunisti. Tutti contro tutti quando per farcela ci sarebbe voluto uno sforzo coeso e soprattutto l'operosità di cambiare il sistema paese nei fatti e non per slogan. In Italia essere ignoranti è un privilegio. Se hai studiato ti misurano con sospetto le competenze. 
Nonostante la fatica Andrea arriva alla fine delle sue giornate stanco ma sorridente. Cosa rara per chi in pianura finisce la proprio giornata di lavoro nauseante suonando il clacson, imbottigliano nervosamente in una fila interminabile di macchine inquinanti. I suoni che sente Andrea sono invece quelli dei campanacci, del crepitio del fuoco e il tamburellare ritmico della pioggia. Appoggiato al suo bastone Andrea invece sembra davvero un re e la natura il suo regno.

L'Italia non ce la farà perché ha distrutto la gran parte del proprio patrimonio ambientale. Una generazione di speculatori e palazzinari ha prodotto colate di cemento e bitumato l'Italia. Dall'altro la finanza speculativa in Italia, come nel resto del mondo, ha inghiottito le risorse sottraendole all'economia reale. Gli italiani hanno continuato ad inseguire l'ipocrisia improduttiva e bigotta di una mentalità cattolica fuori dal tempo e dalla storia. I lavori più inutili ed improduttivi sono quelli che vanno per la maggiore. Il dramma è quindi che nel lavoro è scomparsa la passione e si lavora tanto per lavorare. Abbiamo avvocati che si adoperano per portare i processi a prescrizione, commercialisti che aiutano gli imprenditori ad evadere, notai burocrati  che aspettano solo che tu compri casa per chiederti dazio. Manomorta. Qualcosa nelle persone si è spento. In un supermercato senza controlli la gente ruba in modo convulsivo, perché l'uomo non conosce più  l'onestà. I modelli craxiani e del berlusconismo, una televisione per mentecati, ha rovinato il substrato sociale italiano compromettendolo. Il pastore che segue giorno e notte il proprio gregge ha già sperimentato fino in fondo questa crisi. Il suo gregge vale meno di un paio di scarpe di una velina. Un esempio per tutti, quello di Andrea Maffeo un giovane pastore con 300 capi, insufficienti per vivere, ma abbastanza per sperare un giorno di farcela: «Devo arrivare a 500, avere più contributi, produrre più lana. Riuscire presto a pagarmi le spese: il fieno, il granturco, la tosa». Se 300 pecore non bastano a mantenere una persona, figuriamoci una famiglia. Che brutta questa crisi che sta arrivando. Abbiamo perso il senso del limite e la misura dell'Altro. Manchiamo di spiritualità. I grandi potentati economici giocano con gli equilibri geopolitici con cinismo e le redini sono sfuggite agli umani.


Le parole di un giovane pastore, Andrea Maffeo che ha rinunciato a tutte le comodità preconfezionate  ed a 16 anni, figlio di un chirurgo e di un’insegnante di Biella, ha scelto di fare il pastore: «Mi piacciono le bestie, stare all’aria, prendermi cura di loro. Andare a cercare sempre nuovi prati per portarle a pascolare, anche se non è facile. Ma quando finisce la giornata e vedo che le mie pecore hanno la pancia piena, sono felice anche io». 

Andrea Maffeo ed il suo gregge sono una cosa sola. Ha creato un marchio per valorizzare e diffondere la lana del biellese.

martedì 6 settembre 2011

Tutti dicono che la politica italiana è un esperimento crudele ma allora gli Italiani sono scimpanzè che hanno votato i loro aguzzini?


Nel video sono ripresi degli scimpanzè, all'atto della loro liberazione dopo anni vissuti nel chiuso di un laboratorio. Vedono per la prima volta la luce del sole. Le loro manifestazioni di gioia sono uguali alle nostre; si abbracciano e ridono. Sono liberi. Gli Italiani, scioccati e meravigliati, ora realizzano che il Bel Paese è ad un passo dal baratro; dopo aver votato Craxi, che provocò un debito pubblico spropositato (tu lo vedi il buco dell'ipocrisia?), hanno pensato bene di votare il suo principale amico Silvio Berlusconi (con trogloditi leghisti al seguito), che in questi anni non ha fatto altro che adoperarsi per impedire che una patrimoniale colpisse, e ridistribuisse, i beni di lusso degli evasori e le ricchezze abnormi della manomorta finanziaria, ecclesiastica e politica.  Adesso i nodi vengono al pettine. Nessuno ha il coraggio di ammettere che il vero problema dell'Italia sono gli italiani, la gran parte scimpanzè anestetizzati da sempre dal fascino del fascismo e del berlusconismo. L'Italia è (Parolisi)zzata dalla sua ignoranza e preferisce seguire inebetita il nuovo avvincente spettacolo del delitto di Melania. Piazza affari non è già più un affare e tra poco non sarà più un affare neanche essere italiani. Questo è quanto mi sento di dire guardando in modo disinteressato il mio paese, da quella vergogna del ventennio fascista ai continui e contemporanei rigurgiti neofascisti (vedi articolo di Repubblica: "Via stranieri e gay, morte ai politicanti. Sul web tornano i nazionalisti di Saya"). Il mio consiglio quindi a chi ha due gambe per andarsene: lasciate a gambe levate questo penoso paese. Questo paese non merita al momento di essere liberato da una Primavera perché ad essere compromessi sono i suoi stessi abitanti. Tanto vale andarsene, con tanti saluti. Lasciate quindi questo paese al suo televenditore Berlusconi, questo pseudo Gheddafi televisivo che gli italiani non riescono ancora a riconoscere chiaramente come loro "dittatore imbonitore", e agli scimpanzè che lo hanno voluto e che verranno. Andare all'estero significa prima di tutto liberarsi (e quindi guadagnare in un colpo solo) di quei 31.000 euro di debito pubblico che mediamente pesano su ogni italiano. La libertà, la luce del sole, un abbraccio, una risata, sono altrove in un nuovo mondo dove scegli tu la tua Terra e dove scegli tu se contrarre o meno debiti.


Più o meno a fine Settembre tornerò a scrivere sul Blog. Sono ancora in esplorazione. Al "Grande Fratello" i concorrenti rivolgendosi agli italiani ringraziano sempre per averli votati. Io voglio dire invece agli italiani: vergognatevi scimpanzè!. Questo post è un atto di ribellione.

martedì 17 maggio 2011

Carlo Giovanardi, un troglodita bigotto che agisce fuori dal diritto internazionale, ha sulla coscienza quei morti che non ce l'hanno fatta a vivere, sopportando la sua discriminazione.

 
Yossi & Jagger è un film del 2002, che affronta il tema dell' amore omosessuale, quasi impossibile tra due soldati israeliani in uno sperduto avamposto. Bellissima la colonna sonora del film, la popolarissima canzone israeliana BaNeshama (nell'anima), resa celebre dalla cantante israeliana Rita.


Oggi è la giornata internazionale contro l'omofobia, una ricorrenza promossa dall'Unione europea che si celebra dal 2007, il 17 maggio di ogni anno. Proprio l'Unione Europea, con la risoluzione del 18 Gennaio 2006, ci fornisce una definizione di omofobia (punto A): « l'omofobia può essere definita come una paura e un'avversione irrazionale nei confronti dell'omosessualità e di lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT), basata sul pregiudizio ed analoga al razzismo, alla xenofobia, all'antisemitismo e al sessismo. » Subito dopo (punto B), l'Unione Europea aggiunge  che « l'omofobia si manifesta nella sfera pubblica e privata sotto forme diverse, quali discorsi intrisi di odio e istigazioni alla discriminazione, dileggio, violenza verbale, psicologica e fisica, persecuzioni e omicidio, discriminazioni in violazione del principio di uguaglianza, limitazioni arbitrarie e irragionevoli dei diritti, spesso giustificate con motivi di ordine pubblico, libertà religiosa e diritto all'obiezione di coscienza » Le recenti dichiarazioni discriminatorie del sottosegretario C. Giovanardi, già quindi si pongono fuori dal diritto internazionale, ma non è finita. L'Unione europea, nell'istituire la giornata contro l'omofobia ha approvato la Risoluzione del Parlamento europeo del 26 aprile 2007 sull'omofobia in Europa proprio « considerando che le dichiarazioni e le azioni dei dirigenti politici e religiosi hanno un impatto considerevole sull'opinione pubblica e che quindi essi hanno l'importante responsabilità di contribuire in modo positivo a un clima di tolleranza e parità. » La risoluzione, che per questo motivo fa riferimento al suicidio di un sedicenne italiano di nome Matteo, abitante a Torino, che si è recentemente suicidato lasciando dietro di sé due lettere in cui adduce a motivo del suo gesto il bullismo di cui è stato vittima a causa del suo orientamento sessuale, afferma agli artt. 8 e 10: « Il Parlamento europeo ribadisce il suo invito a tutti gli Stati membri a proporre leggi che superino le discriminazioni subite da coppie dello stesso sesso e chiede alla Commissione di presentare proposte per garantire che il principio del riconoscimento reciproco sia applicato anche in questo settore al fine di garantire la libertà di circolazione per tutte le persone nell'Unione europea senza discriminazioni » e « condanna i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi nei confronti degli omosessuali, in quanto alimentano l'odio e la violenza, anche se ritirati in un secondo tempo, e chiede alle gerarchie delle rispettive organizzazioni di condannarli » Questo rapido sorvolo sul diritto internazionale, rende l'idea di come possiamo in punta di diritto, definire a questo punto Carlo Giovanardi per le sue recenti esternazioni: un troglodita bigotto che agisce fuori dal diritto internazionale e che ha sulla coscienza quei suicidi di chi non ce l'ha fatta a vivere sopportando la sua discriminazione violenta, perchè arriva direttamente da un sottosegretario del governo. Carlo Giovanardi, credo dovrebbe più preoccuparsi di promuovere una commissione d'inchiesta sulla pedofilia diffusa tra i preti cattolici, visto che questo sconcerta sempre più la società civile. In questa giornata quindi, il mio augurio che gli uomini non s'arrendano e si conformino all'uguaglianza dell'indifferenza e del pregiudizio.

sabato 7 maggio 2011

A te studente del futuro. Scrivi e racconta del poeta Vittorio Arrigoni che riuscì ad andare oltre la siepe del Leopardi.

Vittorio Arrigoni poeta della Pace
maledetto dalla Guerra. 
Questo post si rivolge al futuro, agli studenti del futuro che un giorno bramosamente cercheranno emozioni per diletto o semplicemente ispirazione per scrivere una tesina. Benvenuti. Non posso rivolgermi agli studenti contemporanei, pochi "sono restati umani", per dirla come il compianto Vittorio Arrigoni, scomparso da pochi giorni. Un giorno quando tu leggerai, probabilmente i libri scolastici nel frattempo avranno reso merito a Vittorio Arrigoni che allora verrà sicuramente ricordato come uno straordinario pacifista che riuscì a sconfiggere anche con la poesia la standardizzazione e l'omologazione involutiva che sta assotigliando e anestetizzando l'anima e lo spirito degli esseri umani. Verrà ricordato anche come uno dei poeti italiani più importanti degli inizi del secolo XXI. Questo è proprio il mio appello. Scoprite e scrivete del poeta Vittorio Arrigoni. Nel blog di Vittorio, a cui sto lavorando alacremente anche per mettere in sicurezza il materiale, fondamentale per la memoria storica, che al momento giace sulla sabbia di un bagnasciuga esposto ad una repentina onda cancellatrice (israeliana, non si sa mai..), troverete sparse qua e là molte poesie. Ho già riportato la poesia del suo Battello Ebbro. Ora ne riporto un'altra, sperando vi sia da stimolo per cercarne altre e conservarne traccia per condividerle. Cercate e scoprite. Senza nulla togliere alla profondità del Leopardi, io testimonio di come fin da subito ho intuito come Vittorio Arrigoni sia riuscito a "scavalcare la siepe" ed ad arrivare con grinta in una dimensione sconosciuta che spero gli studenti del futuro potranno cogliere pienamente nella sua grandezza. Vittorio poeta della Pace maledetto dalla Guerra.


Ci sono mani concepite per la distruzione,
per brandire spade e mettersi a capo di eserciti di indomiti omicidi,
che non conoscono pietà accecati dall'odio.

Ci sono poi altre mani che vengono dopo,
a ricucire le ferite, raccogliere le macerie,
semplicemente a tendersi nell'offrire quei gesti solidali
che sono la motrice della speranza.


Queste mie mani segnate da bruciature di sigarette,
poco ingegnose per un'epoca di sovrapproduzione modaiola,
buone solo per disegnare castelli nell'aria di iperbole utopiste,
mani troppo abili a versarsi quell'ultimo bicchiere di troppo,
preferiscono comunque appartenere a chi sa offrire,
piuttosto che ferire.


Conoscono ancora la tenerezza di una carezza,
su di un viso imperlato di lacrime.
L'orgoglio di una stretta di mano sincera,
preambolo di ogni amicizia possibile e disinteressata.

Metterò quindi a disposizione queste mie mani
e la forza delle mie robuste braccia,
ai palestinesi del campo profughi (*).
 
Oltre ad aiutare nella ricostruzione,
ci sarà tempo per le mie mani anche di levare al cielo quei tanti bimbi sfortunati
rilegati nel dimenticatoio di un orfanotrofio pericolante.

Parto fra qualche ora,
sostenuto da miei ideali di giustizia mai saturi
e da tutte quelle persone con cui ne ho condiviso le lotte.

Vittorio

 
(*) di Nahr el Bared in Libano, raso al suolo dall'esercito, la battaglia è terminata ieri, ora già tempo di ricostruire, e di lenire le piega di questa ennesima atroce sofferenza. La vicenda di Nahr el Bared, risolleva la questione del diritto di ritorno dei profughi palestinesi, e se non per tutti, quantomeno ad ognuno deve essere garantita una terra dove vivere con eguali diritti a tutti gli altri uomini.

giovedì 28 aprile 2011

Un mix di annunci fittizi di lavoro spot e l'illimitata possibilità di offrire stages hanno rovinato il mondo del lavoro.

 Negli ultimi anni in Italia il sistema di incontro tra domanda ed offerta di lavoro se sulla carta si è evoluto e potenziato grazie all'utilizzo di banche dati telematiche, alla prova dei fatti si è letteralmente sgretolato, diventando qualcosa di vagamente fumoso ed impercettibile: un sistema impostato sul multi-level marketing. Benvenuti in una Repubblica non fondata sul lavoro ma sugli stages! Avrete notato come il ministro Sacconi, deputato a queste materie, si presenti sempre in televisione con l'aria "grave" e "seriosa" di chi sembrerebbe operare  giorno e notte nell'interesse del paese ed anche quindi dei giovani precari. È un ipocrita. In verità il ministro Sacconi è nel suo campo proprio il Premier della Repubblica degli stagisti, perchè non ha fatto nulla per creare un concreto sistema sanzionatorio che fungesse da deterrente agli abusi denunciati qui di seguito. Tralascio approfondimenti impietosi sulla fantomatica Borsa nazionale continua del lavoro che, prevista dalla Legge Biagi, urta prima di tutto la sensibilità di chi viene a contatto con la denominazione dello strumento; se una volta infatti usavamo chiamare le cose con il loro nome più appropriato ora un giovane disoccupato viene accolto da una "borsa" che come intuiranno i lettori, nell'accezione comune è si un luogo deputato  alla contrattazione ma anche alla speculazione continua. Già, la speculazione. Detto questo questa fantomatica Borsa non ha mai funzionato e la disoccupazione tra i giovani italiani è alla soglia dei 30 punti percentuali. Veniamo agli abusi. I portali degli annunci di lavoro sono letteralmente invasi da annunci vetrina e spot, un vero specchietto per allodole perditempo, di aziende che proclamano apparentemente di essere continuamente in forte espansione e quindi alla ricerca di nuovo personale. Sostanzialmente queste aziende hanno invece un tasso di  turn over, ricambio del personale, molto alto. Ecco l'esigenza di tenere permanenti annunci spot. Servono ad acquisire un bacino di curricula da cui attingere continuamente il precario di turno. Se avete un fuoco acceso e volete assicurarvi che non si spenga avete bisogno continuamente di approvigionarvi da una legnaia.  Se le voci di spesa fissa del personale sono voci che vengono fotografate nei bilanci e costituiscono quindi "un costo", molte aziende hanno scelto di operare in una terra di nessuno, dove tutto è permesso e dove nessuna fotografia registrerà la speculazione sul ricambio continuo di lavoratori precari. La tentazione di presentarsi agli azionisti con con una struttura leggera e flessibile, senza che emerga alla luce l'esercito di precari che arranca nell'anticamera lavorando al trecento per cento nella speranza di essere assunti, è troppo forte e soprattutto non trova ostacoli, come dicevo poc'anzi, in un regime sanzionatorio. Senza scendere nel dettaglio degli annunci che rasentano questo stile "cercasi pony express per consegne all’estero, automunito ma senza rimborso benzina" potete approfondire l'argomento leggendo questo articolo recente di Repubblica "Stagisti, l’assunzione-miraggio per nove su dieci il posto sfuma".
Piuttosto preferisco cercare di dimostrare con un esempio per tutti quanto sopracitato; posto che anche le Università sono soggetti abilitati all'incontro tra domanda ed offerta di lavoro, effettuerò una estrazione dalla banca dati delle offerte di lavoro proposte agli studenti Cafoscarini dall'Università Ca' Foscari per quanto concerne l'azienda assicuratrice Ina Assitalia S.p.A, una delle tante aziende "spammatrici" di "annunci di lavoro".

Ho scattato questo screenshot esattamente il 23/02/2011 come si evince ingrandendo l'immagine. Noterete come l'azienda assicuratrice Ina Assitalia S.p.A, entrata a far parte del gruppo Generali, la faccia da padrone negli "annunci di lavoro" nella banca dati ufficiale dell'ateneo cafoscarino. In particolare, tra i tanti annunci presenti di Ina Assitalia ricordatevi l'annuncio del 31/01/2011 dell'Agenzia INA di San Donà di Piave; una bella notizia, cercano n.5 consulenti assicurativi!!!  Del Cda del Gruppo Generali è componente tra l'altro anche l'attuale rettore Prof. C. Carraro. Non è un segreto l'interesse strategico della compagnia a penetrare nella compagine universitaria anche per questi motivi. Quanto però questa azienda stia realmente assumento giovani studenti cafoscarini e quanto  questa azienda stia sfruttando il bacino Ca' Foscari per sfruttare le aspettative lavorative di centinaia di giovani laureati, chi può dirlo? Di certo nessuno controlla. L'Università assolve semplicemente ai suoi compiti facendo rimbalzare gli annunci di Ina Assitalia S.p.A. Nessuno monitora il meccanismo perverso che c'è dietro. In fondo tutti più o meno mangiamo la carne, ma chi è interessato ad assistere nei macelli alle tecniche di macellazione? nessuno allo stesso tempo è interessato alle tecniche di macellazione sociale, difficili da mettere in luce anche a suon di screenshot. Quanti studenti hanno perso ore, giorni, mesi ad inseguire questi annunci spot? Ora interroghiamo ad oggi nuovamente la banca dati degli annunci di lavoro dell'ateneo ed ecco un altro screenshot del 28/04/2011.


Voi penserete giustamente che a distanza di tre mesi l'Agenzia INA di San Donà di Piave abbia nel frattempo evaso  le sue necessità occupazionali, attraverso dei colloqui e delle relative assunzioni? Macchè, semplicemente ora l'Università ha riciclato l'annuncio modificandone la data. Ora è datato al 26/04/2011 e quindi compare con uno sfondo giallo come se fosse "nuovo". Quell'Agenzia apparentemente quindi ricerca altri n.5 consulenti assicurativi!!! Oltre a quell'annuncio preso ad esempio, sempre del gruppo Ina Assitalia S.p.A ne compaiono altri 4, visibili a questo link e sono rispettivamente sempre le stesse Agenzie di Treviso, Padova, Mestre, Verona. Insomma il meccanismo è chiaro ed è sempre lo stesso. La ricerca è continua. Un precario rende bene i primi mesi, come un cavallo da corsa. Poi quando ha la schiuma alla bocca e chiede stabilità contrattuale a quel punto vale la pena ricordargli che ci sono centinaia di altri laureati che possono prendere il suo posto. A questo servono questi annunci spot. Il sistema è talmente permeabile agli abusi che perfino le Università si prestano più o meno inconsapevolmente in tal senso. Per questo è importante denunciare pubblicamente questi meccanismi.

A Giugno 2011 ho interrogato nuovamente la banca dati degli annunci di lavoro dell'ateneo cafoscarino. L'annuncio già riciclato dell'Agenzia INA di San Donà di Piave per 5 posti di lavoro è sempre presente con data 26/04/2011. Hanno trovato qualcuno? Chissà, intanto il medesimo annuncio è da Gennaio 2011 che viene portato avanti. Continua ad esserci sempre anche l'annuncio dell'Agenzia INA di Padova dell'11/04/2011. Ma attenzione la novità. Anche l'annuncio di Ina Assitalia sede di Treviso è stato riciclato tale e quale (ho controllato anche le virgole) con data 10/06/2011. Ci risiamo. L'annuncio risulta quindi evidenziato con il colore giallo come fosse nuovo. Uno studente può pensare che sia stato appena messo. Se ci fosse invece l'indicazione che l'annuncio si ripete da mesi, probabilmente risulterebbe meno attrattivo. Tenete conto, che se ad ogni annuncio non corrisponde una effettiva chiusura dell'annuncio di fronte all'acquisizione della risorsa umana, allora gli annunci possono essere utilizzati per far ruotare continuamente personale.  Eccolo:


Stessa sorte tocca all'annuncio dell'Agenzia Ina Assitalia di Verona che se prima portava la data del 09/03/2011 ora è una novità del 10/06/2011. In questo caso l'annuncio è stato in parte modificato. Hanno aggiunto in particolar modo "Vieni a lavorare con noi!!".
Il 7 settembre 2011 ho controllato e l'annuncio dell'Agenzia INA di San Donà di Piave  è stato riciclato tale e quale con una nuova data 29/06/2011. Dopo 9 mesi dal nostro monitoraggio (ma potrebbe essere che vadano avanti da anni con questo metodo) questa agenzia pare non aver trovato ancora i 5 consulenti  amministrativi. Come mai? Eppure c'è una bacino di disoccupati notevole da cui poter attingere. Quanti studenti cafoscarini hanno Stesso discorso per le Agenzie di Padova (annuncio riciclato con data 24/08/2011), Treviso (03/08/2011), Verona (03/08/2011). Gli annunci sono visibili a questo link.
 

mercoledì 27 aprile 2011

Semplicemente UN VECCHIO PORCO



Non gli avevo mai dedicato un video. Dovevo farlo, vista l'importanza. Un video tutto per lui preparato in 5 minuti. Il mio cinquantesimo video. Era facile. L'ho intitolato "Semplicemente un VECCHIO PORCO".

lunedì 25 aprile 2011

25 Aprile 2011, ma ci siamo veramente liberati? J'Accuse l'Italia.

Cosa festeggiamo se non siamo ancora liberi. Non ci siamo ancora liberati. Certo Mussolini non c'è più. Ma c'è il suo cane che ringhia ed è il ministro della Guerra. Mussolini è vero non c'è più, ma c'è il suo portavoce al ministero del Bipensiero. Gli aspetti più subdoli del fascismo permangono ancora nell' animo dell'italiano medio (mediocre) e sono rappresentati dai valori del partito dell'Amore: l'omogeneizzazione, la standardizzazione del pensiero, il bisogno sfrenato di uniformarsi e conformarsi, il tradizionalismo, l'individualismo egoista, il culto dello stato cattolico e della famiglia ipocrita (bunga bunga), l'arricchimento personale in regime di monopoli e in regime di stupidità del popolo, la furbizia e la scaltrezza, la manipolazione della comunicazione di massa, vagonate e vagonate di Ipocrisia e Noia, la venerazione dell'effimero e del mediocre, servilismo e cieca obbedienza, l'incapacità di provare vero amore ma solo affetti superficiali, falsi appagamenti. Per questo, e molti altri motivi, applaudiamo ancora oggi nei salotti televisivi i vari onorevoli Mussolini. Per questo, considero i pacifisti come Vittorio Arrigoni i nuovi partigiani contemporanei. J'accuse Italia.

Se la nostra società è sempre più giusta, perchè sono aumentati i giovani emarginati, un nuovo esercito invisibile? Perchè i giovani non sognano più? Perchè?

venerdì 22 aprile 2011

FREE BRADLEY MANNING



Il presidente statunitense Barack Obama sembra deludere le aspettative di chi auspicava un concreto cambio di rotta degli Stati Uniti d'America, in quella deriva che sono stati gli ultimi decenni; è stato educatamente contestato a San Francisco da un gruppo di sostenitori di Bradley Manning, il soldato dell'esercito americano che si trova in carcere e rischia di restarci per il resto della sua vita per aver scelto di denunciare alla società civile le atrocità della guerrà in Iraq.
I pacifisti si fanno sempre più coraggiosi in tutto il mondo. Madre Terra è con loro.

giovedì 21 aprile 2011

Un vincitore è un sognatore che non hai mai smesso di sognare. Vittorio Arrigoni, un vincitore.


Il video che ho riportato sopra è per uno scherzo del destino il testamento del pacifista italiano Vittorio Arrigoni, ucciso in Palestina. Vittorio dice: "Io che non credo alla guerra, non voglio essere seppellito sotto nessuna bandiera. Semmai voglio essere ricordato per i miei sogni. Dovessi un giorno morire, fra cent'anni, vorrei che sulla mia lapide fosse scritto quello che diceva Nelson Mandela: un vincitore è un sognatore che non hai mai smesso di sognare. Vittorio Arrigoni, un vincitore.
Ci sono coetanei di Vittorio, i cretini dell'effimero, che fanno ore ed ore di coda per tentare di entrare in un reality show, dichiarando poi che "loro ce l'hanno fatta". Come se quel successo, potesse significare qualcosa. Vittorio faceva ore di coda sotto al sole ai disumani check-point israeliani. Vittorio Arrigoni, un vincitore.

Vittorio Arrigoni a Tangeri (2003)

Ogni tanto navigate sul bellissimo blog di Vittorio Arrigoni, ucciso barbaramente a Gaza il 15/04/2011. L'eredità più importante che ci lascia Vittorio infatti è il suo pensiero. Ho voluto per questo leggere alla lettera tutto il suo blog che è uno dei libri più belli che abbia mai letto. Nel 2004 postava centinaia di post, poi ha incominciato a curare più la qualità che la quantità. Ho voluto riassumere i punti più salienti qui di seguito, come ad impossessarmi del suo pensiero e della strada che ha voluto indicarci. Di una cosa sono certo; Vittorio Arrigoni farà rumore anche da morto. Una sorta di nuovo Che Guevara è nato. La sua scomparsa segnerà un punto fermo in quel bisogno di eroi e di miti che affligge i giovani. Vittorio Arrigoni è un buon esempio; era prima di tutto uno con le palle. Le idee chiare sull'eutanasia, sulla vittoria dello spirito sul corpo (accenna a questi temi in questo post) Vittorio Arrigoni ci ha raccontato di come i soldati israeliani abbiano ucciso barbaramente Tom Hurndall, uno studente Inglese, sparandogli nonostante avesse indossata la giacchetta recante le vistose croci rosse del pronto soccorso medico (da allora racconta Vittorio Arrigoni non le indossiamo più, puntano alle croci) Vittorio ricorda nel suo blog come "Tom è uno spirito che ci accompagna sempre, che sprona al coraggio d'azione contro ogni sopruso e ogni forma di ingiustizia in ogni parte del mondo." Vittorio Arrigoni sapeva di rischiare di morire e con riferimento alla morte di Tom, afferma in un post di essere anch'egli disposto a giocarsi la vita.

Tom Hurndall  (27 November 1981 – Gaza 13 January 2004)


Una immagine tratta dal blog di Vittorio Arrigoni

Vittorio Arrigoni parla anche di come i mass-media amino la sofferenza e come ogni telegiornale e tutti i quotidiani celebrino l'infelicità. Ci racconta del programma di Lula "Fame Zero". Tutti argomenti tabù nelle nostre televisioni. Vittorio dava voce a Beppe Grillo.  Vittorio guardava al regista Michael Moore. Vittorio era contento per il record di nascite in Italia nel 2003 ringraziando per questo gli immigrati. Vittorio guardava disgustato a George Bush. Vittorio guardava a Simona Torretta e Simona Pari. Vittorio ha riportato nel suo post le volontà di Enzo Baldoni sul suo ipotetico funerale, che avrebbe dovuto essere allegro e spensierato. Quello del funerale è un post da leggere. Vittorio era un vero pacifista. Le lettere che scrisse a Enzo Baldoni durante i terribili momenti della sua prigionia poi conclusasi tragicamente, sono un qualcosa di straordinario. Bushleaguer dei Pearl Jam era una canzone che piaceva a Vittorio. Rock against the war. Ascoltiamola.



Vittorio trovava incostituzionale e razzista la legge Bossi-Fini. Vittorio in un post ci dimostra come questa legge uccida e mieta vittime innocenti. Quest'ultimi muoiono tra le sofferenze più atroci: per il troppo caldo, soffocate lentamente in un qualche bagagliaio, nel disperato tentativo di arrivare in Europa.


Una bellissima immagine che ho trovato nel blog di Vittorio Arrigoni.

Vittorio sapeva che nella scuola Diaz erano avvenuti soprusi e abusi d'ufficio da parte della Polizia di Stato. Vittorio guardava ad eroi quali Francisco "Chico" Mendes, fondatore di un movimento ecologista, assassinato il 22 dicembre 1988 per essersi opposto alla devastazione dell'Amazzonia. Vittorio ci dimostra come Saddam Hussein fosse divenuto perfino cittadino onorario di Detroit, idolatrato come Gheddafi, prima che fosse conveniente muovergli una guerra contro. Vittorio faceva rimbalzare notizie di ingiustizie che subiscono le popolazioni contadine nel mondo: Indiani della Colombia, I Vedda dello Sri Lanka, i Boscimani Gana e Gwi. Vittorio promuoveva lo Sleepout, la notte dei senza fissa dimora, per sperimentare cose significhi una notte passata nel freddo della strada. Vittorio crede nella cannabis terapeutica per i malati. Vittorio riportava fedelmente il pensiero di Gino Strada. Vittorio era vicino agli operai degli stabilimenti Fincantieri che "costruirono le stelle del mare, li trafisse la polvere (amianto), li uccise il profitto". Vittorio era spaventato dal  basso tasso di lettura degli italiani. Vittorio credeva nella pet-therapy, assistenza ai malati con gli animali. Vittorio riporta di una notizia di una casa trasformata in uno spinello, grazie ad un barbecue ed ad un ventilatore. Vittorio considerava la guerra in Iraq illegale.


Vittorio era contro la caccia e contro le politiche del centrodestra italiano di favorirla. Vittorio era contro la privatizzazione dell'acqua: "L'Acqua fonte di vita, l'Acqua bene pubblico per eccellenza, l'Acqua bene comune dell'umanità, rischia di essere consegnata nelle mani di chi la vuole trasformare in merce, quotare in Borsa, limitare a un affare per pochi". Vittorio avrebbe voluto trasformare i tracciati ferroviari dismessi in percorsi ciclopedonali. Vittorio pensava che Andreotti fosse sostanzialmente mafioso, perchè ha intrattenuto amichevoli relazioni con gli esponenti di spicco della cosiddetta ala moderata di Cosa Nostra. Vittorio credeva che il debito dei paesi del Terzo Mondo con l'occidente sviluppato andasse cancellato. Vittorio cita Johann Wolfgang von Goethe “Il codardo minaccia quando è al sicuro”.Vittorio constatava con preoccupazione e amarezza come vi fosse stata una resa del giornalismo indipendente alle "ragioni della guerra".


Falluja prima e dopo l'arrivo della democrazia (Yousuf Abedlaki)

Vittorio guardava all'agonia del Darfur. Vittorio era letteralmente innamorato dell'operato di Enzo Baldoni. Vittorio guardando a Terminator, il presidente della California ci ricorda come "chi confonda il culturismo con la cultura è pericoloso, perchè confonde la forza con la ragione". Vittorio guardava all'inquinamento delle nostre città. Passeggiare per le nostre città dice che è come fumare continuamente sigarette. Vittorio guardava alla popolazioni aborigene australiane a cui lo Stato ha confiscato la terra che possedevano da migliaia d'anni. Vittorio sapeva che si è scomodi per chiunque voglia uno scontro tra civiltà. Gli opposti estremismi vedono di cattivo occhio qualunque cosa si muova al di fuori di questa logica. Vittorio guarda come Enzo Baldoni a storie come quelle di Mohammed, un ragazzo iracheno di poco più di venti anni che vive a Baghdad. Come molti della sua età si sposò giovane e aspetta il suo primo figlio quando la guerra arriva a devastargli per sempre la vita. Nel suo caso è un attacco statunitense a cambiare il corso delle cose, come capita a tanti iracheni. Mohammed vede morire la moglie e il bimbo che lei portava in grembo durante l’attacco e perde entrambe le gambe all’altezza delle ginocchia. Vittorio scriveva di proprio pugno di "essere stimolato alla meditazione, alla mediazione fra anima e carne. Alla riappropriazioni delle nostre poderose facoltà spirituali. Al controllo del nostro corrotto corpo, una possibilità per prendere distanza dal mondo materiale in cui ci " costringiamo" a far parte. L'autodisciplina e la determinazione del sè come essenza spirituale e mentale prima ancora che carne e pulsione sessuale o ingordigia affamata." Vittorio guardava agli Islamici come a dei fratelli che "aspirano ad una mezzaluna piuttosto che ad una croce."

Immagine nel blog di Vittorio Arrigoni ritrae una bambina palestinese a sinistra in una classe a Gaza e a destra una bambina in una qualsiasi scuola del mondo.
Vittoria ci ricorda che non sono state trovate armi di distruzione di massa in Iraq, dopo l'invasione. Vittorio ci ricorda amaramente il motto di Thomas Jefferson "La nostra libertà dipende dalla libertà di stampa, ed essa non può essere limitata senza che vada perduta", a proposito del conflitto di interessi di Silvio Berlusconi. Vittorio ha ripreso i risultati di una ricerca svedese che ha dimostrato come aumenti l'incidenza dei tumori all'orecchio utilizzando il cellulare. Il rischio di neuroma acustico aumenta di quattro volte nelle persone che usano il cellulare da oltre 10 anni. Quando questa notizia mi era stata riportata da un amico, non ci avevo dato sinceramente molto peso. Ora ritrovarla sul blog di Vittorio, mi ha convinto. Vittorio lavorava per l'incontro tra le culture e per far prevalere le ragioni della pace su quelle della guerra. Vittorio dava voce a Marco Travaglio e Peter Gomez, accorgendosi di come personaggi quali Biagi, Santoro, Luttazzi, Sabina Guzzanti, Paolo Rossi fossero oggetto di censura. Vittorio ci racconta di una bambina palestinese di 13 anni sulla quale è stato scaricato in intero caricatore da parte di un soldato israeliano.

Immagine tratta dal blog di Vittorio Arrigoni. Ritrae le promesse di Sharon.
Vittorio era a favore di campagna internazionale per una moratoria delle bombe cluster. Vittorio considera il legame tra pace e ecologia simbiotico. Vittorio guardava alla lotta di Luca Coscioni. Vittorio tifava per Greenpeace. Vittorio ci parla di 73 risoluzione dell'ONU contro Israele ma di nessuno guerra per farle rispettare. Vittorio ci parla del protocollo di Kyoto. Vittorio sapeva che per comunicare pace é necessario andare tra la gente. Vittorio ironicamente tifava G. Bush perchè è riuscito difatti  involontariamente a generare il più grande movimento pacifista della storia dell'uomo. Vittorio considera non futile il lancio di un sasso contro un carro armato israeliano. Un gesto simbolico. Ci vuole molto coraggio per affrontare con semplici pietre un mostro d'acciaio di 60 tonellate. Vittorio ha sottolineato nel suo blog quanto Lev Tolstoj disse sulla guerra "Ogni guerra, anche la più mite, con tutte le consuete conseguenze, la distruzione, le rivolte, i saccheggi, le rapine, gli stravizi, le uccisioni, con le scuse della necessità e della legittimità, con l’esaltazione delle gesta militari, con l’amore della bandiera e della patria, con le finte premure pei feriti, perverte in un solo anno più gente che non migliaia di saccheggi, d’incendi, di omicidi commessi durante un secolo da persone isolate spinte dalle passioni". Vittorio ha avuto tempo per leggere storie di desaparacidos peruviani. Vittorio era preoccupato del fatto che la macchina militare si sia impadronita del linguaggio e dei metodi del mondo del volontariato. I militari stanno sempre più interferendo con le attività umanitarie. In questo modo, risultano minati alla base i principi di neutralità, indipendenza e imparzialità, che dovrebbero essere le caratteristiche legittime di ogni intervento umanitario. Vittorio rimase scandalizzato per la strage impunita al Petrolchimico di Marghera. Vittorio cita "Walden ovvero la vita nei boschi" di Henry D. Thoreau, in un passo che vede l'uomo che lavoro trasformarsi in una macchina facilmente manovrabile. Vittorio riportava i NO alla guerra di Gino Strada. Vittorio amava il commercio equo e solidale. Vittorio ricordava ai vescovi che il silenzio sui fatti di Falluja è peccato. Vittorio si era accorto che il progresso civile spinge spesso verso un continuo egoismo ed invididualismo.

Per Vittorio Arrigoni il lancio di un sasso contro un blindato israeliano è un gesto simbolico, non futile.
 Vittorio ha riportato una frase attribuita a Marwan Barghuthi: "Israele deve abbandonare il mito che sia possibile avere pace ed occupazione al tempo stesso, che sia possibile una coesistenza pacifica tra padrone e schiavo". Vittorio osteggiava il nuovo ordinamento giudiziario proposto dal centrodestra. A Vittorio non passa inosservato il fatto che il panfilo Te Vega di Callisto Tanzi appartenesse al gerarca nazista Goering. Vittorio considerava Emilio Fede la vergogna del giornalismo italiano. Vittorio si è accorto che Simona Pari e Simona Torretta una volta liberate, sono state imbavagliate dalla stampa italiana perchè continuavano a chiedere il ritiro delle truppe. Vittorio riportava discorsi storici di Arafat. Vittorio ha riportato per intero l'inchiesta dell'Economist su Berlusconi. Vittorio ha pubblicato sul suo blog una delle più belle lettere scritte da una madre di uno dei tanti soldati americani impegnati al fronte. Vittorio era davvero attento alle vicende della Palestina e alle elezioni presidenziali americane, come se le due vicende vivessero in simbiosi. Vittorio riportava il pensiero di Wangari Maathari, premio Nobel per la pace 2004: "Quando pianto un albero, io getto un seme di pace e di speranza, e assicuro il futuro dei miei figli". Per Vittorio l'uomo dell'anno è un ragazzino di 14 anni, Ali Abbas, un ragazzino che perse l’intera famiglia in un bombardamento sull’Iraq e si risvegliò senza braccia in un letto d’ospedale. Ali Abbas è diventato un pittore. Dipinge con i piedi. Vittorio riportava nel suo blog preghiere bellissime.

Il muro che sta costruendo Isreale. http://stopthewall.org/
Vittorio sottolinea un passo di Simona Torretta: "Molti iracheni dicono che con Saddam non avevano la liberta' di parola ma avevano quella di sognare, oggi hanno la libertà di parola ma non hanno piu' sogni". Vittorio riporta un discorso di Gandhi, in cui il l'uomo di pace asserisce che gli ebrei possono stabilirsi in Palestina soltanto col consenso degli arabi. Sarebbe chiaramente un crimine contro l'umanità costringere gli orgogliosi arabi a restituire in parte o interamente la Palestina agli ebrei come loro territorio nazionale. Gandhi suggerisce agli arabi di mettere in atto una resistenza non-violenta ma in finale afferma: "Ma in base ai canoni universalmente accettati del giusto e dell'ingiusto, non puo' essere detto niente contro la resistenza degli arabi di fronte alle preponderanti forze avversarie". Vittorio considerava i Palestinesi una popolazione indifesa, che ogni giorno subisce il terrorismo e la violenza dell'esercito israeliano, privo di pietà anche nei confronti di donne e bambini.





Vittorio aveva firmato di suo pugno questo passo dedicato a Arafat: "Se ne Vanno da questo mondo gli uomini di pace, ai disperati inseguitori di una libertà che è ancora illusione, ai combattenti per la giusta causa, viene a mancare la Voce Guida." Dopo la morte di Vittorio, questo passo vale anche per lui. Vittorio continua il suo post in cui si è firmato "Vik" dicendo "La storia sebbene rimasta orfana di grandi anime insegna che gli oppressi alla fine l'hanno sempre vinta sugli oppressori e tu Arafat che sei stato il rais di tutti i palestinesi viventi ora lo sei anche di quelli passati all' altra dimensione, dove non esistono check point e la bandiera della Palestina è libera di sventolare sprigionata da ogni filo spinato.". Vittorio era molto attento alla condizione carceraria in tutto il mondo e si batteva contro la pena di morte. Vittorio diffondeva notizie sulla tortura. L'orrore per gli abusi, le torture e le esecuzioni di prigionieri iracheni da parte dei militari d'occupazione anglo-americani non sono "pochi incidenti isolati" perpetrati da "mele marce". Sono la punta di un iceberg di violazioni dei diritti umani e torture di cittadini iracheni, inclusi donne e bambini, sistematiche e diffuse. La tortura è stata praticata sistematicamente nelle prigioni d' Israele contro i detenuti palestinesi fin dall'occupazione della Palestina del 1967. Le prigioni israeliane sono modellate sul tipo delle carceri del Gulag. Sono state dimostrate notevoli somiglianze tra i metodi d'interrogatorio usati dai SS israeliani e le forze USA in Iraq. Essi includono privazione del sonno, percosse violente, abusi sessuali, scosse elettriche e costrizioni in posture dolorose.


Africa Unite - Bob Marley

Vittorio difendeva giudici come Clementina Forleo. Vittorio aveva a cuore l'importante lavoro dei giornalisti, come Giuliana Sgrena. Vittoria deride le televisioni che invece di impegnarsi in riflessioni profonde, si interrogano se dopo il maremoto l'isola di Sumatra si sia spostata di trenta metri, poi trenta centimetri, poi cinque, otto, ventinove, è più alta, più bassa, più larga, più stretta, si è girata su stessa e alla fine se n'è andata completamente, l'han vista ad Alassio, vicino alla Gallinara. Vittorio credeva che persone come Daniele Luttazzi siano la dimostrazione che in Italia c'è un regime. Vittorio assieme ad altri caschi bianchi, si era accorto che i coloni scacciano i pastori palestinesi dai loro pascoli. Vittorio si dispiaceva nel 2005 per la morte di Zuhir al-Yahiyawi, blogger perseguitato in Tunisia e riportava sempre nel 2005 "Sarebbe bene che un Paese democratico come l'Italia, le sue forze politiche e sindacali, i parlamentari e il governo facessero sentire al governo della Tunisia (Paese dal fortissimo interscambio commerciale e turistico con l'Italia) tutta l'indignazione e la protesta per le violazioni dei diritti umani dentro e fuori la Rete, per non rendere inutile il sacrificio di questo giovane blogger". Tra il 2010 ed il 2011 i Tunisini si sono liberati da soli. Vittorio riporta il racconto di Giuliana Sgrena che al momento della sua liberazione era stata messa in allerta sui suoi rapitori dal grilletto facile degli americani. Poco dopo, Nicola Calipari le morirà addosso perchè gli Americani avevano crivellato la loro auto.

Una pattuglia americana apre il fuoco contro un'auto civile a Tel Afar, Iraq. Nell'auto vi e' una famiglia, composta dai genitori e da cinque bambini. I genitori restano uccisi;  i bambini, insanguinati e terrorizzati, entrano a far parte dell'infinita schiera degli orfani di guerra. Tratto dal blog di Vittorio Arrigoni.

Vittorio riporta in una poesia premonitrice, l'immagine di un Battello Ebbro di sola andata che naviga contro gli "orrori del mondo" conscio del proprio "richiamo al dovere". Vittorio scrive nella medesima poesia che "brillerà anche per coloro che non hanno osato, perchè non è una resa schivare i domini della morte". Vittorio non poteva dimenticare il barbaro assassinio di Rachel Corrie da parte degli israeliani.


Rachel Corrie  (10 aprile 1979 – Rafah, 16 marzo 2003), nell'immagine, fu ferita a morte a soli 23 anni mentre protestava contro l'occupazione israeliana, nel tentativo di impedire ad un bulldozer dell'esercito israeliano di distruggere alcune case palestinesi.
Vittorio considera Ratzinger un pagliaccio per la durezza dogmatica, la chiusura mentale, l'intransigenza. Vittorio è molto critico verso le gerarchie cattoliche. Vittorio vedeva lontano un miglio il conflitto di interesse intorno al premier Silvio Berlusconi. Vittorio faceva parlare Margherita Hack. Vittorio guardava ai neoconservatori iraniani come ai neoconservatori americani ossessionati dai neri e dai comunisti, figli entrambi dell'odio. Vittorio era preoccupato per l'ingrossarsi in Italia del partito degli Ignavi, gli indifferenti cinici. Scriveva Vittorio "Quelli che io definisco appartenere al partito degli Ignavi. Gli Ignavi, sempre disinteressati verso qualsiasi cosa valga la pena discutere, attivarsi, mobilitarsi, in altre parole vivere. Menefreghisti che diresti catatonici senonchè vederli improvvisamente ri-animarsi quandunque qualcosa possa favorire il loro personale tornaconto, non rendendosi conto che lo sviluppo di una coscienza civile globale migliora ogni condizione di vita." Vittorio sapeva che nelle piantagioni in Liberia di caucciù lavorano ancora degli schiavi per meno di un euro al giorno. Il caucciù serve alla Firestone, per lo spettacolo milionario della F1.

Patrick O’Connor, un amico di Vittorio Arrigoni e attivista di International Solidarity Movement, che fu anche incarcerato ingiustamente dagli Israeliani.

Vittorio scriveva "L'africa è già da tempo confinante con l'Italia, impariamo a scoprirla nelle nostre strade, dietro le nostre porte, con un gesto di amicizia e gentilezza, piuttosto che andare a cercarla su palchi dove bianchi cantanti fingono lacrimucce fiutando l'affare di apparire su di una ribalta dello showbiz così imponente." Vittorio diceva che "i coloni ebrei sono di quanto più inumano, fanatico e pericoloso abbia mia incontrato." Vittorio paragona la Striscia di Gaza a "Un usignolo in gabbia suscita la rabbia di tutto il cielo" (William Blake). Vittorio guarda a pacifisti come Turi Vaccaro che con l'ausilio di un martello distrusse a martellate la strumentazione di due F-16 della Nato. A proposito Vittorio disse queste fatidiche parole "Intendo dire che bisogna a volte antemporre alle fine ideologia la disperata azione, anche con la consapevolezza di doverne poi pagare le spese sulle propria pelle." Vittorio si era accorto che l'onorevole Daniela Santachè è un retaggio del fascismo. Vittorio era vicino a Daniele Luttazzi. Il manifesto politico di Vittorio era 1) la chiusura dei Centri di permanenza temporanea 2) il ritiro dei soldati dall'Iraq 3) liberalizzare la cannabis 4) abbandono del precariato e riforma fiscale progressiva attenta alle classi sociali più deboli 5) investire su fonti di energia alternative 6) antritrust effettiva e stop al controllo dell'informazione 7) stato laico, via i buttiglioni dal parlamento, insieme a tutti i pregiudicati 8) gli immigrati sono una ricchezza, devono esser aiutati a integrarsi, non ostacolati 9) diritti alle coppie di fatto e liberta di ricerca scientifica. Vittorio ci raccontava minuziosamente dei crimini commessi dagli israeliani, tutto quello che le televisioni italiane erano impegnate ad oscurare. Vittorio ci fa notare come Gesù Cristo entrò a Gerusalemme a dorso di un mulo e papa Ratzinger predilige BMW X5. Vittorio gridava ai conducenti di SUV: "siete corresponasabili della crisi energetica mondiale, dell'inquinamento delle nostre città che provoca tumori ed altre gravi malattie, delle stragi di innocenti sulle nostre strade."
Il sito web dell'International solidarity movement ricorda il combattente per la pace Vittorio Arrigoni

Vittorio riportava "Non ho paura delle parole dei violenti, ma del silenzio degli onesti" (Martin Luther King), "Essere uomo è un mestiere difficile. E soltanto pochi ce la fanno" (Hemingway), "solo i morti hanno visto la fine della guerra" (Platone), "Libertà significa dire agli altri quello che gli altri non vogliono sentirsi dire" (George Orwell), "Non condivido la tua opinione ma sono pronto a morire affinchè tu possa esprimerla" (Voltaire), "Perché avere paura della morte? Quando ci sei tu non c'è lei, quando c'è lei non ci sei tu" (Epicuro). Vittorio vomitava al solo sentire le proposte del boia-castratore Roberto Calderoli. Vittorio dice infatti che dalle sue dichiarazioni del politico si deduce un'Italia ai cui angoli delle strade,c'è uno straniero con la patta aperta pronto a saltare adosso e stuprare le nostre indefese donne (di puro pedigree italico). Vittorio scrive di suo pugno "Concludendo, Guerrilla Radio imputa la diffusione di un razzismo strisciante, ancor più che alle dicharazioni del Calderoli, alla rappresentazione mediatica che i palinsesti telegiornalistici propipano alle coscienze (poco coscienti) per catturare share. Giocando sul magnetismo che pervadono gli eventi traumatici, puntando continuamente l'indice verso pochi isolati delitti che hanno come responsabili stranieri sul nostro territorio. Media servi catodici di un governo, i cui ministri ci conducono verso una società sempre più multirazzista." Vittorio considerava la Fallaci una "scrittrice" di libri al vomito dai quali ne estrapolano il manifesto ideale gli exnofobi-semianalfabeti padani. Stessa cosa per Giuliano Ferrara, che da solo consuma per un intero villaggio africano. Vittorio, che nonostante la sua stazza era cardiopatico, ci racconta di come venne torturato dagli israeliani. Fu la prima volta nel suo blog, dove scoprì il suo alias guerrillaradio dichiarandosi con nome e cognome vittorio arrigoni.  Essendo una persona non violenta, piuttosto che muovere violenza verso qualcuno fu disposto a infliggersela a se stesso. Iniziò quindi a tagliarmi, prima il viso, poi un braccio, infine la mano, pensando che la vista del sangue placasse la ferocia dei suoi aguzzini. Nel raccontare l'accaduto di se Vittorio racconta: "Vivo un vita tranquilla, sono una persona piuttosto solitaria che trascorre le ore libere dal lavoro con gli amici, o accompagnandomi a un buon libro. Non svolgo alcuna attività politica qui in Italia, se si esclude la gestione di un blog in cui cerco di riflettere sui temi della cronaca quotidiana. (http://guerrillaradio.iobloggo.com/) Una volta all'anno parto per partecipare a progetti umanitari fuori dall'Italia in cui presto il mio lavoro volontario. Sono stato in Europa dell'Est e in Africa, a costruire orfanotrofi, ostelli per senza tetto, ristrutturare ambulatori, centri comunitari. In Palestina aderisco ai progetti dell'International Solidarity Movement (Ism), perché li ritengo al momento i migliori per lo stato di urgenza dovuta all'occupazione israeliana, ma mi sento libero anche in futuro di partecipare ad altri progetti con altre organizzazioni."







Vittorio sosteneva che Israele debba capire che la presenza di internazionali in Palestina, che lavorano per la pace, non è una minaccia, ma appunto un incentivo al processo di pace fra palestinesi e israeliani. Sono parole sue "la presenza di cittadini italiani, inglesi, spagnoli o americani in Palestina funge da deterrente alle continue violazioni dei diritti umani da parte dell'esercito israeliano, e da ciò ne trae beneficio Israele stesso, perché violenza genera sempre violenza, e una Palestina libera dall'occupazione militare sarebbe la migliore garanzia di sicurezza per i cittadini isrealiani." Vittorio scrisse di suo pugno:

Memore di tutti gli insegnamenti della mia più stretta ascendenza,
non retrocedo dinnanzi al manganello fascista
ne allo stivale israeliano che calcia la mia faccia.


Così come i palestinesi
traggono nuova linfa di rivincita da ogni sconfitta,

nuovo rigore e sostanza
dal sangue dei loro morti,


del mio sangue sono disposto a sporcare le coscienze dei miei possibili aguzzini,
sinchè il sangue non sarà il rosso della loro vergogna
sinchè il sangue non sarà il semaforo rosso alla loro violenza
sinchè il sangue non sarà il colore del tramonto
della malattia dell' odio.

Vittorio Arrigoni un compagno di giochi per i bambini palestinesi.


Vittorio è convinto che il muro che stanno costruendo gli israeliani sia come quello di Berlino, da abbattere. Vittorio diceva che considerava uno dei suoi maestri padre Alex Zanotelli ed il suo mensile di informazione Nigrizia. A Vittorio piacciono le vignette (soprattutto Vauro), "sono una piccola forma d'arte, in un breve tratto di pennarello, possono tracciare multiformi significati, hanno la capacità di far sorridere e insieme indignare. In un millesimo di secondo, per le vignette migliori, basta uno sguardo sfuggente." Vittorio dava spesso voce al giornalista scomparso Tiziano Terzani, che guardava alle cause che generano il terrorismo. Vittorio guardava alla morte di Enzo Baldoni e Nicola Calipari e non di Fabrizio Quattrocchi. Vittorio era schifato per il fatto che Casini abbia supportato fino all'arresto Cuffaro, in odore di mafia. Vittorio ammirava Falcone e Borsellino. Vittorio accusava Israele di adottare tecniche naziste per opprimere e genocidare la popolazione civile palestinese. Vittorio amava gli animali al punto da scrivere bellissime poesie. Vittorio criticava quei pali dove i cavalli muoiono. Vittorio ringraziava il governo Prodi con queste parole: "Mai non avrei mai pensato di dover rigraziare il governo Prodi, non certo da queste pagine, ma il sostegno che il suo governo ci ha dato per la nostra missione, nell'accompagnamento del viceministro agli Esteri Patrizia Santinelli su di un aereo governativo, dimostra ancora di più il cambiamento benevole che lentamente sta avvenendo nel nostro Paese. E'gratificante avere un poco le spalle coperte da un governo che protegge e sostiene i suoi cittadini impegnati in opere di volontariato in zone ad alta tensione. Specie per la mia persona, dopo il completo assenteismo del ex-governo di centodestra quando fui ingiustamente segregato nelle prigioni israeliane."







Vittorio mostrava nelle foto i crimidi di guerra israeliani. Vittorio era andato anche in Congo come osservatore internazionale. Vittorio salutava con affetto Angelo Frammartino, un volontario ucciso da un palestinese nel pregevole intento di riunire chi la guerra crede di recidere. Vittorio alla fine di ogni suo intervento scriveva spesso "inshallah" (se dio vorrà). Vittoria diceva che i coloni israeliani che sono quanto di meno umano gli fosse capitato di incrociare in vita e lo dimostrava con i fatti riportarti nel suo blog. L'elenco dei morti palestinesi ignorati dai nostri mass media è significativo. Vittorio metteva in ridicolo la Chiesa Cattolica mostrando atroci incongruenze: hanno vietato i funerali a Piergiorgio Welby e li hanno fatti a Pinochet. Vittorio a tal proposito scriveva "Piergiorgio crocifisso dallo stato su una macchina respiratoria per lunghi anni, e ora da morto ancora lapidato dai sanpietrini della morale dei soliti corvacci ecclesiastici". Vittorio diceva di non simpatizzare per Hamas ma era preoccupato quando si tentava di ribaltare il risultato delle elezioni. Vittorio è dalla parte di Muhammad Ali che si rifiutò di andare a combattere in Vietnam. Vittorio tenta di spiegare cosa sia la Nakba. Vittorio non capiva come facesse Israele ad impugnare la tragedia del suo Olocausto come strategia ritorsiva contro chi critica e denuncia il razzismo, la confisca delle terra, la negazione dei diritti umani e ogni crimine di guerra compiuto contro la popolazione palestinese. Vittorio ci racconta di una bambina che si chiamava Abeer Aramin, aveva 10 anni ed è morta dopo due giorni di agonia in ospedale. Colpita dagli israeliani appena uscita dall' Anata School for Girls, scuola nei pressi di Gerusalemme tristemente nota perchè a due passi dal Muro dell'Apartheid in costruzione, e perchè costante meta delle continue incursioni dei militari israealiani, che lasciano dietro di sè bimbi feriti, o come Abeer ferocemente assassinati. Vittorio ricorda come secondo l'ONU nel 2006 sono stati uccisi 34.452 civili iracheni, mentre altri 36mila sono rimasti feriti. Vittorio deprecava l'ampliamento della base militare americana di Vicenza, dicendo: "Ebbene il mio antiamericanismo si chiama dignità nazionale, desiderio di piena sovranità nel mio paese, e amore infinito per la pace."


Vittorio provava ribrezzo per senatori italiani quali Sergio De Gregorio. Vittorio scriveva: "Rachel Corrie non è dunque morta invano, se è vero e io l'ho potuto proprio in Palestina verificare, che il suo esempio, il suo straordinario altruismo, spinto ad un livello estremo, ha sospinto molti altri, uomini e donne, da diversi angoli del mondo dopo di Lei, ha ripercorrere quelle stesse vie di empatia e umana comprensione che sono l'unica chiave d'accesso verso l'evacuazione da ogni conflitto." Vittorio non guardava la televisione. Vittorio scriveva "Della gente di Palestina, ho sempre apprezzato l'eterogeneità, la genuinità del tessuto sociale. Per questo mi capitava di trovarmi a sedere in un caffè fumoso di arghile, allo stesso tavolo fra un ex-fedayn fedelissimo del compianto Arafat, il figlio di un imam con il corano sottobraccio, un vecchio libraio comunista che vende i pensieri di Gramsci (giuro) sottobanco, addirittura un giovane sarto che sognava di andare a fare lo stilista d'alta moda a Milano.
Così è altrettanto possibile per dei giovani palestinesi in quell'enorme prigione a cielo aperto che è Gaza fare dell'hip hop una nuova intifida musicale contro l'occupazione militare israeliana. Tramite la musica riuscire finalemente a dissolvere le enormi mura in cui Israele si illude di rinchiudere le anime oltre che i corpi emaciati dalla miseria. Sinchè quelle mura non cadano davvero rovinando fragorosamente sull'ipocrisia del mondo."




Vittorio diceva apertamente che "se la televisione degli adulti persiste nel presentare la donna sottoforma di puttana, non vedo perchè stupirsi qualora un bambino non esiti a mettere le mani sul collo di una compagna di scuola se quest'ultima non è solerte a sfilarsi le mutande da sola. Se l'ambiente familiare è così omofobico, da applaudire in standing ovation alle uscite naziste del ruini o del bagnasco di turno, eventi drammatici come il suicidio del ragazzo gay di torino saranno sempre più frequenti." Vittorio faceva il tifo per Gino Strada e la sua Emergency. Vittorio detestava l'odio di Oriana Fallaci e Magdi Allam. Vittorio non aveva remore a parlare dei preti pedofili. Vittorio si chiede quante "abuGhraib" esistono in Israele, con la differenza che da lì non fanno uscire foto. Vittorio in questo bellissimo post, ci ricorda di come in Italia il primo vero serial killer sia il lavoro, che uccide ogni anno centinaia di lavoratori. Vittorio era dalla parte delle donne e ne denunciava le violenze. Vittorio onorava i partigiani e condannava chi lavora per un revisionismo storico. Vittorio diceva che Abu Mazen è la vergogna di Arafat defunto e ogni sua dichiarazione assomiglia preoccupatamente sempre di più alle parole di Olmert. Vittorio avrà modo di dire di Tony Blair: "La storia ricorderà il leader britannico per essere stato fra i promotori e fautori del sanguinoso conflitto iracheno, per le enormi palle che raccontava alla vigilia della guerra, fra le altre quella secondo cui Saddam Hussein aveva le potenzialità di attaccare l'Europa in 45 minuti con armi chimiche. Verrà ricordato per aver illuso milioni di persone ponendosi come portatore di pace, mentre la realtà rivela aver regalato la morte o relegato ad una vita di terrore milioni persone."


Vittorio racconta a proposito delle govani vite spezzate palestinesi che lungo le spiagge di Tel Aviv o nelle sue discoteche la maggioranza della gente pare se ne sbatte se non commenta divertita a queste quotidiane stragi d'innocenti. Vittorio parlava di  Gerusalemme, capitale della sua Palestina, capitale invisibile di uno Stato segnato su nessuna mappa, ma coi confini ben impressi sulla terra col sangue da milioni di anime da decenni sofferenti. Vittorio in un post autobiografico scrive: "Ci sono mani concepite per la distruzione, per brandire spade e mettersi a capo di eserciti di indomiti omicidi, che non conoscono pietà accecati dall'odio. Ci sono poi altre mani che vengono dopo, a ricucire le ferite, raccogliere le macerie, semplicemente a tendersi nell'offrire quei gesti solidali  che sono la motrice della speranza. Queste mie mani segnate da bruciature di sigarette, poco ingegnose per un'epoca di sovrapproduzione modaiola, buone solo per disegnare castelli nell'aria di iperbole utopiste, mani troppo abili a versarsi quell'ultimo bicchiere di troppo, preferiscono comunque appartenere a chi sa offrire, piuttosto che ferire. Conoscono ancora la tenerezza di una carezza, su di un viso imperlato di lacrime. L'orgoglio di una stretta di mano sincera, preambolo di ogni amicizia possibile e disinteressata. Metterò quindi a disposizione queste mie mani e la forza delle mie robuste braccia, ai palestinesi del campo profughi di Nahr el Bared in Libano, raso al suolo dall'esercito, la battaglia è terminata ieri, ora già tempo di ricostruire, e di lenire le piega di questa ennesima atroce sofferenza. La vicenda di Nahr el Bared, risolleva la questione del diritto di ritorno dei profughi palestinesi, e se non per tutti, quantomeno ad ognuno deve essere garantita una terra dove vivere con eguali diritti a tutti gli altri uomini. Oltre ad aiutare nella ricostruzione, ci sarà tempo per le mie mani anche di levare al cielo quei tanti bimbi sfortunati rilegati nel dimenticatoio di un orfanotrofio pericolante. Parto fra qualche ora, sostenuto da miei ideali di giustizia mai saturi e tutte quelle persone con cui ne ho condiviso le lotte."



Vittorio ci racconta di come Israele adotta differenti metodi criminali, tra questi, i 543 checkpoint permanenti e i 610 temporanei usati per aggredire la popolazione palestinese. I soldati israeliani impediscono ai cittadini di transitare senza autorizzazione, di far entrare cibo, medicine e strumenti sanitari. I cancelli vengono aperti solo per pochi minuti al giorno. Vittorio non capiva perchè un pacifico senegalese che vende paccotaglia rischi l'arresto mentre Callisto Tanzi rischia di restare fuori dal carcere. L'unica spiegazione è che lo Stato faccia la voce grossa con lavavetri, accattoni e venditori ambulanti, mentre con i grossi taccia silentemente. Vittorio, con riferimento alla tragedia del Cermis, in cui i top gun americani si divertivano sfrecciando a bassa quota sulle nostre alpi provocando 20 morti, dimostra come l'Italia sia a sovranità limitata. Vittorio diceva "che la vita è terribile sotto l'occupazione israeliana, opprimente e terrorista, ma almeno per la maggior parte dei palestinesi vi è quasi la certezza di morire nella propria terra, sebbene insanguinata.Per i palestinesi profughi fuori dalla Palestina, c'è tutto il disagio esistenziale di vivere e morire un'identità strozzata dall'ostracismo dalla terra natia." Vittorio ricordava come 25 anni fa' falangisti cristiani agli ordini dello Shin Bet, il servizio segreto israeliano, sotto la direzione vigile del boia Ariel Sharon, allora ministro della difesa, entrarono nel campo profughi di Sabra e Shatila. Coperti dall’esercito israeliano, per tre giorni massacrano liberamente sino alla morte oltre tremila palestinesi, molte le donne e i bambini.

Il massacro di Sabra e Shatila, perpetrato con la complicità israeliana.

Vittorio gridava che "a Gaza si consuma nel silenzio dei media la più grande ingiustizia di questi tempi". Vittorio ci ricordava come sui 19 terroristi coinvolti nell'attentato del 11 settembre 2001, 15 erano dall'Arabia Saudita, 4 provenivano rispettivamente dagli Emirati Arabi Uniti (2), dal Libano (1) e dall'Egitto (1). Logicamente i responsabili andrebbero quindi ricercati in Arabia Saudita, invece l'Afghanistan senza alcun terrorista coinvolto ha dovuto subire l'ennesima guerra, perchè accusato di ospitare basi di addestramento dei terroristi. Vittorio chiedeva uno stato che si occupasse più del reale, piuttosto che degli umori di una piazza abilmente orchestrata dalle destre. Vittorio considerava Enzo Biagi IL giornalista italiano e biasimava l'editto bulgaro berlusconiano che lo tolse dallo schermo. Vittorio riportava questo scritto di Enzo Biagi: "Sto dall'altra parte, quella che simpaticamente il premier ha definito «coglioni». Credo che tutti i giovani, figli di ricchi o di poveri, debbano avere gli stessi diritti allo studio e uguali possibilità nell'affrontare la vita; credo nella magistratura, nella sua indipendenza, e che tutti possano difendersi qualunque sia il conto in banca, quindi non credo alle trame; credo nella libertà di espressione, cioè giornali e televisioni liberi di criticare il potere; credo che non debbano esserci prevaricazioni né leggi ad personam, per sé, familiari o amici; credo che la pace debba sempre vincere sulla guerra; infine credo che non si debbano imbarcare fascisti e neonazisti per un pugno di voti. Non mi fido di chi ha avuto cinque anni e li ha spesi male. E non ho mai sopportato quelli che fanno promesse e non le mantengono." (Enzo Biagi dal Corriere della Sera, 9 aprile 2006)



Vittorio dimostrava come si potesse rendere la vita ai palestinesi impossibile. Betlemme è circondanta da 78 ostacoli fisici, fra cui 10 checkpoint militari e 55 blocchi stradali. Vittorio diceva: "Io, Biga, I beati costruttori di pace, Arack, l'ammiraglio pacifista, Desirée Anita Ali-Fairooz, tutti quelli che a Vicenza c'erano e quelli assenti ma presenti spiritualmente, se questi, NOI, facciamo della contestazione una professione, beh forse per una volta stiamo lavorando per un datore di lavoro rispettabile: un mondo migliore." Vittorio aveva un cuore grande; passava davanti ai presidi dei metalmeccanici portando in dono un paio di bottiglie di lambrusco, per scaldare loro il morale. Chi lo avrebbe fatto?

“Il nostro è un paese senza memoria e verità, ed io per questo cerco di non dimenticare” ( Leonardo Sciascia)




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