martedì 10 febbraio 2009

Kuki Gallmann, all'ombra dell'acacia il GIFT di vedere, di sentire e di comunicare

Questo post è in continua evoluzione, essendo frutto della contemporanea lettura dei libri di Kuki Gallmann nei quali scelgo dei passaggi che sento di condividere; questo articolo, nonostante comprenda anche citazioni testuali dalle opere della scrittrice, in nessun mondo può compensare l'emozione che solo la lettura in prima persona di una delle sue biografie può dare.

Cercare Kuki Gallmann significa fare un download dell'Africa: nei suoi libri il vento viaggiatore, che ha sorvolato pianure e vulcani spenti, laghi preistorici e savane punteggiate di branchi d'animali selvaggi, si sente veramente con il suo profumo di polvere e foresta, sterco e resina. Il punto di vista è quello di una veranda in un ranch nel centro dell'Africa, con vicino un camino in cedro rosso di foresta e pietra di lava e di un'aquila, l'uccello del sole, che si libra nel puro cielo scrutando crateri incontaminati e canaloni fitti dove scorrono imperterrite le cascate; i cani dormono sui tappeti sognando cacce interminabili.
I grandi ranch privati della Laikipia, la regione anticamera delle zone incontaminate lungo la frontiera settentrionale del Kenya; in uno di queste fattorie, precisamente a Ol Ari Nyiro (lett. Il luogo delle sorgenti scure), vive Miss. Kuki Gallmann, a cui l'Africa ha tolto tragicamente la felicità di un marito e di un figlio diciasettenne, ma le ha anche dato la possibilità di restare in contatto con l'amore grazie alla natura sempre così generosa, che ha alleviato quel senso di 'mai più' e del 'Amore, dove sei?' che quando arriva annienta l'anima; già perchè Laikipia è un luogo incantato di grandi valli e colline scoscese, savane dove cavalcavano branchi di zebre, elefanti ed antilopi.

Ora, di fronte a questa foto è difficile non preparare la valigia e dire "esco un attimo, torno subito, ma non aspettatemi per qualche anno", soprattutto in un paese come l'Italia, che negli ultimi decenni ha visto trasformare molti quadri ameni di campagna in supermercati del cemento, snaturando i luoghi privandoli di senso e dimensione. Kuki Gallmann a tal proposito scrive: 'A Milano l'aria odora d'armadi chiusi di naftaline stantie di polveri sparse a uccidere esangui parassiti di città'. Ovunque si costruisce nel nome di un progresso, che però non si prende cura della nostra anima nè la nutre, quest'ultima sempre più fragile e pacchiana. Il vuoto, il nulla bussa alle nostre vite. Benvenuti nella casa del Grande Fratello, spiritualmente ritardato. Si soffoca, quando invece il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l'avventura. La gioia di vivere deriva dall'incontro con nuove esperienze, e quindi non esiste gioia più grande dell'avere un orizzonte in continuo cambiamento, del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso. Il medesimo concetto così viene espresso da Kuki Gallmann in poesia:
io penso evasioni
piccoli aerei come palloni precari
sospesi su paesaggi che non ho visto
fughe di zebre in tramonti rossi
palme diverse su spiagge sconosciute
voli di farfalle
imbazzarrite sul ravizzone dell'infanzia
e con i gabbiani della fantasia
plano su velieri misteriosi
fluttando volo
seguo la scia dell'avventura che fugge
Sveva Gallmann, figlia di Kuki Gallmann e Paolo Gallmann, nata il 18 Agosto 1980, tra i Maasai adorni dei colori rituali.
Torniamo alla veranda, già perchè in lontananza si sentono i lamenti dei sciacalli e delle iene erranti, dagli "occhi lucenti vedi e argento nella luce dei fari". Una straordinaria sensazione di libertà. Non semplicemente la libertà data da vasti spazi aperti.. ma la libertà di scelta, quella che abbiamo perso in quanto prigionieri.
La veranda dei Gallmann. 'La mia casa è alta ma sento i rumori dell'erba, gli alberi entrano con nidi dalle finestre spalancate'. La veranda che si protende su 'distanze intatte come una piattaforma spaziale per un viaggio cosmico'.

Ol Ari Nyiro Ranch, i luoghi dove Kuki Gallmann ha realizzato i sogni di bambina, confidando di essere stata infelice davvero solo quando ha dimenticato "here and now"; così descrive questi posti "Nei tramonti si sparge una polvere d'oro e aderisce ai cespugli trasfigurandoli. Luce densa di miele cola dalle colline e cangia in porpora"

L'anima farfalla di Kuki riesce a vedere, sentire e a comunicare , fino a gridare che "l'unica cosa che vince la barriera della morte è l'amore". Un amore generatore, quel generatore che ha dato tanto elettricità alla vita di Kuki; quell' amore con il quale "andava mano nella mano a guardare il tramonto ogni sera da un diverso colle" oppure alla Costa sull'Oceano Indiano dove Paolo Gallmann amava pescare con il figlio, ai Caraibi, Seychelles, Madagascar, mentre Kuki fantasticava di pirati arabi con i turbanti allentati dal monsone che inseguivano rotte remote d'avventura.

Kuki Gallmann con in braccio Sveva e vicino il giovane figlio Emanuele che scomparirà tragicamente pochi mesi dopo per il morso di una vipera, il 12 Aprile 1983. Emanuele infatti, amante sin da piccolissimo della natura e degli animali, aveva dopo la morte di Paolo, sviluppato la sua passione di sempre per i serpenti. Kuki avrà a dire ' Seppellire iun marito è stato duro, sepellire il mio unico figlio è contro natura'. In sua memoria ed in quella del marito morto il 19 marzo 1980 in un incidente stradale mentre portava la culla per la bambina che doveva nascere, ha fondato nel 1984 la Gallmann Memorial Foundation, un'organizzazione che si occupa della salvaguardia dell'ambiente.


Kuki, dopo la morte del figlio, scriverà:
Ti cercherò per sempre
e ti vedrò in ogni fiore
in ogni uccello, in ogni tramonto rosso
in ogni serpente che striscia via:
perchè tutto ciò che è bello
sarà te, per sempre.
Tutto ciò che è giovane e fiero
tutto ciò che è buono e forte.
Ma la Kuki ogni tanto si ricorda di Venezia? Come no! In 'Il colore del vento' menziona i tramonti sulla laguna e confida di parlare spesso di Venezia con Paolo, suo marito, perchè erano legati alla città da molti ricordi e numerose visite..insomma Venezia è per sempre come lei stessa afferma. 'Quando Venezia odora d'acqua nelle mattine io voglio camminare salendo i ponti a passi lunghi lasciar venire il vento lasciare quella luce celeste dorarmi gli occhi. Venezia odorerà di mattine avrà la luce dell'acqua riflessa nelle imposte entreranno voci in dialetto e sciabordio di remi volando colle ultime rondini. Nei caffé siederemo coi piccioni bevendo vino bianco come turisti meravigliati'. Più volte ricorda come il figlio Emanuele, fosse nato a Venezia, mentre nevicava e faceva freddo e che morì sotto il cocente sole africano.
'Le acacie di trine e ragnatele, la bellezza di questo paese mi ha fermato il cuore' ha detto Kuki Gallmann.

Mentre io nascevo il 10 Luglio 1979, Kuki Gallmann a Nairobi scriveva queste bellissime parole al suo amore Paolo:
Voglio arrendermi
alla gioia di sceglierti.
Voglio che tra noi per un attimo
si fermi il tempo
nei tuoi occhi voglio guardare
inseguendo l'infinito
Parole ancora più belle dopo la morte di Paolo: "Mi ascolti, dal tuo nuovo paese, questa notte di sbigottimento mi ascolti Paolo, lo sai che ti amo che la mia vita è un niente grigio futuro senza allegria senza spasimi di vita..tu la vita, tu la grinta di gioia, tu il sole, tu il nostro significato...Paolo per sempre, per sempre, per sempre Paolo sei diventato tutto".
Sulla tomba del marito defunto Kuki Gallmann ha piantato un'acacia della febbre gialla, il suo albero preferito. Il figlio Emanuele è stato sepolto anch'egli sotto una acacia vicino a Paolo, con la vipera che l'ha ucciso (dente per dente). Tutte le sere Kuki racconta di far accendere un fuoco per vegliare sulle tombe e di far risuonare delle canzoni così amate da Paolo.

'C'è un posto vuoto alla mia tavola, è preparato per te Emanuele. Al tuo posto c'è un ibisco rosso, è preparato per te'. L'ibisco rosso è il fiore preferito dai Gallmann.
Tipico paesaggio della Laikipia.

Kuki sa che attraverso la sofferenza si cresce. 'In un attimo tra la speranza e la disperazione. tra la vita e la morte, tra il prima e il dopo, ho capito che questa natura che ci crea, ci nutre, ci distrugge e ci sopravvive impassibile, va rispettata e curata come l'unica certezza vera. Perciò Laikipia diventerà la sede di una fondazione alla loro memoria. dpve giovani entusiasti come è stato Emanuele impareranno a conoscere, a utilizzare e a proteggere quell'ambiente che Paolo e Emanuele amavano e capivano. La vittoria dell'amore contro il dolore, lo spreco e la morte.'
Dice Kuki 'Anche le stelle muoiono eppure ne vediamo ancora la luce'.
Un giardino ben curato di un ranch in Laikipia. I fiori dovrebbero essere gli ibischi.

giovedì 29 gennaio 2009

Meetings between the clouds in Cappadocia

Sciretti Alberto in Cappadocia. Goreme in the background, one of the wonders of the world
Theese photo are dedicated to the journalist Juan Pedro .
See you around the World!!! and a big hug.

lunedì 19 gennaio 2009

Viaggio in Turchia: dalla Sublime Porta ai Camini delle Fate

Video sul viaggio in Turchia, culla di moltissime civiltà da non avere quasi pari. All'inizio del video il canto del Muezzin, il musulmano addetto a compiere dall'alto del minareto, il richiamo alla preghiera; con Sublime Porta originariamente si intendeva la porta del palazzo imperiale. Il termine si è poi esteso al governo e all'impero ottomano in generale.
Sciretti Alberto in Cappadocia; sullo sfondo il villaggio di Goreme , punto di partenza ideale per visitare questa regione che si trova idealmente al centro della Turchia; questo posto è una meraviglia naturale allo stato puro. I paesaggi di questa zona sono più unici che rari e sono il risultato di una MAGIA.

I dervisci rotanti, adepti di alcune confraternite del sufismo, esprimono la loro fede attraverso una danza devozionale che consiste nel ruotare su se stessi alla ricerca dell'estasi mistica. L'aspetto fiabesco (da villaggio dei puffi o paesaggi della Terra di Mezzo) del panorama è dato dalla formazione aguzza dei Camini di Fata.
Molte delle grotte sono abbelliti da affreschi tutti da scoprire. Nella foto una delle più belle Tokali Kilise (la chiesa con la fibbia); Piccionaie. Sono dapperttutto, i piccioni infatti sono stati per lungo tempo una insostituibile risorsa di cibo e di fertilizzante. L'interno del palazzo di Topkapi, rende perfettamente l'idea delle ricchezze che la Turchia ha accumulato nel corso dei millenni.

Instambul dalla Torre di Galata costruita dai Genovesi, ottimo punto di osservazione per abbracciare con un colpo d'occhio la città nella sua grandezza.
La suggestione che la città di Istanbul esercita sul viaggiatore è fortissima, una città unica al mondo a distendersi tra due continenti Europa ed Asia, che si è da sempre proposta come ideale ponte tra Oriente e Occidente.
Pescatori sul ponte di Ataturk ad Instanbul; le persone che vivono di espedienti giornalieri sono una massa sconfinata, migliaia e migliaia, frutto del boom migratorio che dalle campagne ha spinto ad Instambul le persone in cerca di una maggiore stabilità economica.
La moschea Blu ad Instambul..conosciuta come la Moschea blu, così chiamata per il turchese il colore dominante nel tempio. L'interno dell'edificio colpisce subito per il ricco rivestimento di oltre 20000 piastrelle in ceramica di Iznik, nelle quali, in mezzo al rosso, al bianco e al nero, predominano il verde, il turchese e, soprattutto il blu.
Ehm..la foto è a rovescio. L'ho scattata alla cisterna Basilica, Yerebatan Sarnici, poco vicina alla basilica di Santa Sofia. Vi si trovano 336 colonne di marmo ognuna alta 9 metri. Da visitare; è la più imponente e vasta cisterna bizantina sotterranea di Instanbul

I mosaici della Basilica di Santa Sofia


Ingresso al Palazzo Imperiale, meta imperdibile della stupenda Instanbul



Battenti delle finestre in madreperla.
Madreperla!!!!! La madreperla è un materiale di pregio, ricavato dallo strato interno della conchiglia di alcuni molluschi, specialmente delle ostriche, di colore iridescente bianco perlaceo, utilizzato per la sua durezza nella produzione di vari oggetti e per la decorazione di talune superfici.




Salone nel palazzo imperiale di Instambul
Bagno nel palazzo imperiale di Instambul
Battenti di una finestra in madreperla nel palazzo imperiale di Instanbul! Il palazzo è stupendo e ci vuole un giorno intero per visitarlo bene.
Piastrelle di Iznik nel palazzo imperiale Topkapi Sarayi, il palazzo che per diversi secoli fu la residenza ufficiale dei sultani ottomani a Istanbul.

La basilica di Santa Sofia è il principale monumento di Istanbul ; ciò che colpisce maggiormente della città è la sua vita pulsante, i venditori ambulanti, i mercati, gli odori, ai quali si sovrappongono le voci del muezzin che dai minareti delle numerose moschee richiamano alla preghiera.
Una città di cupole: questa è un'altra delle impressioni che si fissano indelebili nella mente di coloro che visitano Instanbul.

L'entrata dell'Università di Intanbul


Sta arrivando il freddoooo. Quando il sole calerà dietro l'orizzonte..la temperaturà scenderà tranquillamente sotto i 10 gradi. Da questo momento in poi..conviene cercare fonti di calore..un Thè caldo?

I paesaggi dell'altopiano anatolico.

Nel mezzo della Turchia ..uno sguardo all'indietro.

Le autostrade che attraversano la Turchia sono estremamente scorrevoli; le macchine sono rare, soltanto verso Instambul il traffico si accentua..fino a diventare caotico.
Ihlara Valley uno spettacolo imperdibile, un canyon da brividi con chiese e grotte tutte da visitare. Per completare il giro in Cappadocia occorre senz'altro visitare la Valle di Ihlara
Nella foto i colori rosa, grigio, giallo, bianco, che prendono una diversa tonalità a seconda delle ore del giorno. A destra Sciretti Alberto segue un pastore del posto (Mehmet Bektas) che dopo una escursione avventurosa al cardiopalmo ci ha permesso di arrivare nei punti più belli e godere di uno spettacolo indescrivibile nella citta vecchia diroccata di Cavusin (anche Cavusin è un ottimo punto di partenza per visitare la regione e i suoi alberghi ed ostelli sono veramente convenienti). Un ottimo hotel per il rapporto qualità\prezzo è il Guven Cave Hotel a Goreme, con una clientela composta di giovani nella maggior parte studenti, ma l'idea di scegliersi sul posto l'hotel che più aggrada non è del tutto sbagliata.



La città diroccato da Cavusin
La città vecchia diroccata di Cavusin.
I Puffi fan così! ... ;)))
I Camini delle Fate

La stagione invernale a Goreme è fredda, ma veramente attraente. La zona gode del clima continentale per cui d'estate si hanno giorni caldi e notti fresche.

Valle di Zelve.

Grotte nella Valle di Zelve, una delle più belle da visitare assieme alla valle di Goreme.





Tavolo dove si riunivano le famiglie per mangiare








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