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sabato 2 maggio 2015

La favola di Fedro torna attuale. La Banca del Lupo accusa l'agnello 'Black Bloc' di averla deturpata. L'Italia furbetta, in debito per 2.169,2 miliardi, accusa i Black Bloc di essere il vero problema.


No, veramente non se ne può più. Avevo già provato a dire che 'se anche i black bloc fossero veramente i nuovi barbari, c'è da dire che c'è un impero decotto e corrotto pronto a sfaldarsi'. Ma l'Establishment, o l'Elite che la vogliate chiamare, ci prova sempre a ribaltare l'ordine logico delle cose. C'è il magna magna delle Grandi Opere sul piatto. Chi ha bitumato l'Italia di cemento e debiti ora ci parla di agricoltura sotto un padiglione artificiale, là dove c'era l'erba. Ecco la frotta dei conservatori che fanno la gara a suggerirci che i Black Bloc sono il vero problema:





Poi tanto il popolo bue abbocca. Non importa se a rubare veramente siano le Banche, condannate pochi giorni fa a 5,6 miliardi di multa per cospirazione e manipolazione. Un paese dalla Mafia Capitale, indebitato per 2.169 miliardi, con un governo Renzi durante il quale solo le Banche non possono affondare (un saluto ai Boschi di Banca Etruria) mentre i migranti ossificano giorno dopo giorno il fondo del mare, i soliti noti cercano di additare i Black Bloc come il male assoluto. Loro i potenti li arrufianano con garbo agiografico, li servono di sorrisi e di comode domande nei loro salotti. Mai una difficoltà vera, mai una domanda scomoda. Cortigianeria che brutta malattia.
Nessuno prova a fare un ragionamento sul fatto che se Berlusconi li ha attirati a Genova e Renzi a Milano e questi due figli del Nazareno inciuciano, probabilmente c'è una parte della società immeserita che si sente esclusa. No, i disoccupati dovrebbero restare a casa e possibilmente suicidarsi pur di non dar fastidio. Eh, si. Sempre più concentrata la ricchezza in Italia. Il 10% delle famiglie più ricche possiede il 46,6% della ricchezza netta totale. La povertà è salita invece dal 14% del 2010 al 16% nel 2012, rileva ancora la Banca d'Italia. Ma questo non importa a nessuno. Il problema sono i Black Bloc, il Blocco Nero.

Il lupo (immaginatevi una Banca o le aziende speculatrici del cemento che deturpano l'Italia), cercando una causa di litigio, accusò l'agnello Black Bloc di sporcare l'acqua che lui stava bevendo, anche se la cosa era impossibile visto che egli si trovava più in alto dell'agnello. Fallito questo stratagemma, il lupo quindi accusò l'agnello di aver detto male di lui, ma appreso che l'agnello al tempo dei fatti non era ancora nato, il lupo concluse che dovesse essere stato il montone, suo padre, e lanciatosi sull'agnello lo uccise e lo mangiò. La favola di Fedro torna attuale.



domenica 29 giugno 2014

Dal suicidio di Raul Gardini a quello tentato da Roberto Meneguzzo. Similitudini agghiaccianti per i due finanzieri scalatori di 'Fondiaria', precipitati sotto il peso delle loro tangenti e dopo essersi messi di traverso a Mediobanca.

Raul Gardini (Ravenna, 7 giugno 1933 – Milano, 23 luglio 1993)
Sono passati poco più di 20 anni, sufficienti per farci perdere la memoria. Viviamo il telegiornale di oggi, dimenticando quello di ieri. Cinicamente ci stupiamo sempre per quello che accade in fondo ciclicamente, perdonerete il gioco di parole. Era un caldo luglio del 1993. Tirava un'aria torrida da Tangentopoli. Le cravatte soffocavano come nodi scorsoi. Raul Gardini, imprenditore rampante, conosciutissimo negli ambienti patologici della finanza per la scalata alla Montedison (che all'epoca controllava tra l’altro anche 'Fondiaria', storica e florida compagnia di assicurazioni fiorentina dove Mediobanca di Renato Cuccia aveva sempre fatto il bello ed il cattivo tempo, al punto da considerarla "la pupilla dei suoi occhi") di traverso alla Mediobanca di Enrico Cuccia, sta per mollare la presa alla parete della vita. Le sue stesse mani, da scalatore finanziario, lo fanno precipitare nel vuoto, premono il grilletto di una vecchia Walter Ppk calibro 7,65, resa famosa per lo più dai film di James Bond, l'agente 007. Soltanto tre giorni prima di lui anche il suo acerrimo rivale presidente dell'ENI, Gabriele Cagliari, si era ucciso apparentemente soffocandosi con un sacchetto di plastica nelle docce del carcere di San Vittore. Ironia della sorte, il palazzo nobiliare in cui  Raul si uccide, di sua proprietà e considerato tra le migliori espressioni dell'architettura neoclassica a Milano, si chiama Belgioioso. La stanza dei bottoni di Renato Cuccia, dove sorge la sede di Mediobanca, cuore della vecchia Milano e centro del potere finanziario,  sempre per ironia della sorte stava invece in Via Filodrammatici
Palazzo Belgioioso, Milano.
Raul Gardini era considerato un 'capitano coraggioso' la cui barca il 'Moro di Venezia' da lui voluta e finanziata dalla Montedison da lui spavaldamente scalata, era stata protagonista indiscussa nel 1992 diventando la prima barca italiana nella storia a vincere la Louis Vuitton Cup, la più famosa e prestigiosa competizione velistica. Prigioniero del suo personaggio, travolto dal gusto di sfidare il mondo, giocatore d'azzardo, fumatore incallito, amante della vela, stile da Yuppie. L'uomo, abituato nella sua solitudine e patologia soltanto a 'vincere', sorridente e brillante con una apparente contagiosa voglia di vivere, non aveva retto all'idea di finire in carcere vedendosi distruggere giorno dopo giorno davanti agli occhi dei suoi figli. Antonio di Pietro stava per bussare alla sua porta.
Trovarono sul comodino, un biglietto su carta intestata. 'A Idina, Ivan, Eleonora, Maria Speranza e Elisa: grazie. Raul'. Sono i nomi della moglie, dei figli e della suocera. Se di suicidio quasi certamente si tratta, da un punto di vista finanziario il dito venne puntato contro l'omicida Mediobanca guidata da Enrico Cuccia, istituto di credito italiano fondato nel 1946, centro del mondo finanziario e politico italiano, indispensabile supporto della grande impresa nell'Italia degli anni Ottanta
Enrico Cuccia (Roma, 1907 – Milano, 2000)
L'istituto costituì il perno di un sistema di alleanze, ora al tramonto, che attraverso partecipazioni incrociate e patti parasociali garantiva stabilità degli assetti proprietari dei maggiori gruppi industriali. Mediobanca fu pertanto la gran regista con  i cosiddetti 'patti di sindacato', vere e proprie «scatole cinesi», strumentali a tenere insieme un capitalismo basato sulle relazioni e i favori reciproci: io aiuto a controllare il tuo gruppo traballante, e tu fai lo stesso per me. Se mi fai lo sgambetto, ti puoi anche suicidare. Non vi meraviglierete se l'Italia versa in condizioni disperate. Cuccia, inavvicinabile dai giornalisti e con il culto del silenzio (parlare per lui era il vero peccato mortale), cattolico praticante, uomo completo che poteva vantare elogi dal Duce Benito Mussolini in persona così come di aver realizzato delicate operazioni di collegamento tra i gruppi della resistenza antifascista, 'fece fuori' finanziariamente Raul Gardini per poi presentarsi con una cravatta nera, tornando a casa da Mediobanca, a palazzo Belgioioso subito dopo che Raul si era sparato; una sfinge che cammina, nemmeno una parola
Raul Gardini era riuscito quindi nell’audace impresa di controllare anche 'Fondiaria', autonominandosi Presidente e rigettando le candidature proposte dallo stesso Cuccia, che per quel motivo ruppe con lui le relazioni. Raul Gardini pagò tangenti, sviluppando spregiudicati intrecci a spirale vorticosa con la politica, dimenticando che più che la politica contava Mediobanca che invece aveva irrispettosamente più che indispettito. Nella fretta di andarsene a 60 anni Raul non lasciò direttamente alcuna 'ricetta morale' se non un pensiero ai suoi cari. 
Roberto Meneguzzo (Malo 1956 - ?)
A 58 anni, nel giugno 2014, ha provato a togliersi la vita un altro finanziere 'scalatore', per il mondo della finanza il fondatore della Mediobanca del Nord-Est, il vicentino Roberto Meneguzzo. Non ha retto al brusco passaggio dai confortevoli salotti buoni dell’imprenditoria veneta alla atmosfera cupa e fredda di una cella nel carcere di La Spezia. Arrestato a seguito dell'inchiesta sul MOSE di Venezia in quanto avrebbe avuto un ruolo fondamentale nel piano corruttivo, in una notte di giugno ha cercato di farla finita, soffocandosi con il lenzuolo. Roberto Meneguzzo era balzato all'attenzione per il tentativo di scalata a Fondiaria, anche lui di traverso a Mediobanca, e per aver messo il naso nelle Assicurazioni Generali sempre controllate da l'istituto di via Filodrammatici. «Fondiaria diabolicum», aveva detto, con una battuta storica, l’avvocato AgnelliL’inizio del declino del suo «salottino buono» del Nord-Est viene da molti ascritto proprio alla rottura traumatica con Mediobanca. Anzi negli ambienti finanziari viene dato per certo che il periodo buio di Roberto Meneguzzo inizi proprio con il tentativo di conquistare Fondiaria. Con quella operazione, in seguito fallita, Meneguzzo si era messo troppo di traverso a Mediobanca. Renato Cuccia si sa non c'è più, scomparso nel 2000, ma il suo spirito aleggia ancora se non fosse che il civico di via Filodrammatici dove ha sede Mediobanca è stato ribattezzato "piazzetta Enrico Cuccia".  
Se soppesando le due personalità troverete inopportuno un paragone tra Raul Gardini ed il semplice dottore commercialista in Vicenza Roberto Meneguzzo, quest'ultimo, che comunque il nomignolo di «nuovo Cuccia» se l'era preso eccome si potrebbe difendere citando i suoi rapporti di amicizia con il faccendiere Marco Milanese, fiduciario dell’ex ministro Giulio Tremonti ed il fatto che la sua voce wikipedia creata dalla sua società nel 2008, preparata sapientemente soltanto in inglese per presentarlo candidamente all'estero, gli attribuisse la disponibilità di gestire quale CEO di Palladio Finanziaria un patrimonio di circa 700 milioni di euro, diventati l'anno seguente 2000 milioni di euro nel curriculum presentato alla Parmalat in quanto nella lista dei candidati per il Consiglio di amministrazione proposti da Intesa Sanpaolo.
Hotel Excelsior al Lido di Venezia.
Le ultime similitudini dei due scalatori, che rappresentavano nell’immaginario collettivo 'malato' i classici finanzieri di successo, vanno contestualizzate proprio in quella Venezia aristocratica che dopo gli scandali del MOSE non è più Serenissima. Raul Gardini aveva comprato la maledetta Ca' Dario, dove si erano già suicidati un po' tutti (anche proprio con un colpo di pistola), stupendo palazzotto veneziano affacciato sul Canal Grande. Un palazzo definito diabolico tanto quanto la storia della assicurazione Fondiaria. La figlia Eleonora Gardini, primogenita di Raul e Idina, aveva inoltre sposato nel 1987 Giuseppe Cipriani, della nota famiglia veneziana di albergatori e ristoratori. 
La finanziaria di Roberto Meneguzzo, laurea all' Università Ca' Foscari di Venezia che attraversa anch'essa momenti bui, ha nella città della Serenissima legami molto forti con la partecipata Est Capitalal momento commissariata, di Gianfranco Mossetto, professore in quiescienza della Ca' Foscari, che aveva importanti progetti immobiliari al Lido di Venezia, riqualificazioni di hotel, tra tutti l'Hotel Excelsior e il Grand Hotel Des Bains, quelli che dai primi del '900 accolgono le maggiori celebrità internazionali e i divi in visita a Venezia, e la costruzione di darsene. Proprio in uno di questi hotel al Lido della Est Capital, l'Excelsior, ora passato sotto il controllo del nuovo gestore HinesRoberto Meneguzzo era solito soffermarsi in una delle suite a lui riservate. Proprio nella sua suite sono avvenute alcune perquisizioni. Per la stessa maledizione che ha condannato la Fenice, il Molino Stucky, la suite presidenziale «San Marco» dell'Excelsior è andata a fuoco proprio quando la proprietà passava dalla Est Capital al nuovo gestore. Non esiste limite alla meraviglia. Il Des Bainsl'albergo di "Morte a Venezia" di Thomas Mann, l'altro gioiello, era andato a fuoco proprio poco dopo l'acquisto sempre da parte della società finanziaria Est Capital. Dove i soldi scorrono a fiumi, pare che i sistemi antincendio non funzionino ammesso che esistano. 
Incendio al Grand Hotel Des Bains
(era di  proprietà di Est Capital)
al Lido di Venezia
.
Ho voluto scrivere questo articolo non per glorificare Raul Gardini o Roberto Meneguzzo. Le loro vite effimere  da 'capitani coraggiosi', accomunate da una ingorda ed insana propensione alla tangente pagata anche con i soldi dei cittadini, non lasciano nulla se non forse l'attuale debito pubblico italiano alle future generazioni, ed una immagine fumosa di un capitalismo italiano francamente indecente. Ho voluto accostare le vite di due finanzieri per accendere un faro sulla tipologia di personalità che sta rovinando il Bel Paese. A coloro che fossero mossi da tanta pena o simpatia per i due finanzieri, come per la loro categoria, chiedo di aprire gli occhi sulle centinaia o migliaia di Angelo di Carlo, la classe operaia che va in paradisoScrissi che non avrei dimenticato Angelo. Io sono ancora vivo, qui a ricordarlo. Lo porto nel mio cuore. Simbolicamente con lui ricordo tutti coloro che in questo paese si sono visti negare qualsiasi sogno e la felicità, per colpa di una classe imprenditoriale e politica, se non anche accademica, una generazione di pederasti del dio denaro, che volevano bramosamente raggiungere, a scapito della vita dei loro concittadini italiani, quella suite che perfino Dante avrebbe fatto bruciare all'Inferno. Per quanto tempo ancora dedicheremo tutta la nostra esistenza all'accumulo effimero, qualitativamente in modo spesso mafioso e quantitativamente impedendo al nostro prossimo, i nostri figli, di avere le medesime opportunità di accedere ad una qualche forma di benessere? C'è un problema disumano di distribuzione della ricchezza. Io lo percepisco, voi continuate pure a far finta di niente buttando via la vostra vita in un sacchetto di cellophan. Sottrarre le risorse agli altri, non significa concorrere al progresso materiale della società. Arrestare l'arricchimento dei pochi e l'impoverimento dei tanti per tornare ad essere di nuovo felici. "Finchè esiste la povertà, non può esserci una vera libertà." diceva Nelson Mandela. Qualche anno or sono, folgorato sulla via di Marrakech, scrissi per la prima volta sulla necessità di stabilire un tetto all'arricchimento personale oltre il quale si possa guadagnare soltanto per la gloria morale di donare tutto il superfluo in beneficienza. Un vero privilegio quello di poter donare agli altri che proprio chi si santifica di lauree e specializzazioni negli States, come i tanti Meneguzzo, dovrebbe riscoprire. I furbi staranno già ridendo. Non ci arrivano, accecati dall'ingordigia. Quel limite salva anche la loro vita. In tutte le cose esiste un limite superato il quale non può sussistere il giusto.

venerdì 21 febbraio 2014

Io non ce la faccio a marciare con Matteo.

Il Quarto Stato è un celebre dipinto realizzato dal pittore Giuseppe Pellizza da Volpedo nel 1901, inizialmente intitolato Il cammino dei lavoratori.
L'opera d'arte Il Quarto Stato simboleggia la protesta sociale, quello sciopero con il quale i lavoratori diventano consapevoli dei propri diritti, e l’affermazione di una nuova classe sociale, il proletariato, nella società del XX secolo. Ho provato a far marciare il Presidente del Consiglio Matteo. Matteo il Lavoratore. Ma il quadro si è bloccato. Qualcosa non convince. Ho sentito la lavoratrice in primo piano rifiutarsi di marciare con Matteo. Mi sono fermato anch'io, non me la sento di marciare con Matteo Renzi. Diciamocelo, Matteo Renzi rappresenta il nuovo che avanza. Sono il resto dei lavoratori (intendo lavoratori veri come i lavacessi eroi) che vedo indietreggiare. Per rendere l'idea, un uomo che coltiva solo sogni non è in grado di pulirsi il water nel quale urina e neanche di ripagare i propri debiti (il buco dell'ipocrisia, il debito pubblico, ammonta ad oggi a circa 2100 miliardi di euro). ”Hanno bussato alla porta e non c’era nessuno. Era Matteo Renzi” è sicuramente il miglior tweet di Beppe Grillo.

lunedì 27 gennaio 2014

Vola colomba bianca vola.


Liberiamo la colomba simbolo della pace. Lo ha fatto papa Franceso davanti a migliaia di fedeli. La colomba bianca vola. Pochi battiti d'ala e un gabbiano reale la punta. Ma non basta. Anche il corvo, uccello del malaugurio, sinistramente tormenta la povera creatura per la quale non c'è scampo. Tempi buii per la pace. E così ce ne stiamo andando anche noi, noi timidi, noi buoni, noi onesti, noi persone per bene. C'è un problema disumano di distribuzione della ricchezza. Proprio oggi i giornali ci raccontano il resoconto di questi ultimi anni; un italiano su sei vive con meno di 640 euro netti al mese. Aumenta la concentrazione della ricchezza: il 10% della famiglie italiane possiede il 46,6% del patrimonio complessivo (45,7% nel 2010). Proprio io che sono scappato dall'Italia rifugiandomi nel Regno Unito, scopro inorridito dai giornali d'oltremanica che soltanto 85 persone al mondo posseggono l'equivalente di quanto possedduto da 3.5 miliardi di persone. Questo ristretto numero di miliardari, che potrebbero riempire a stento un bus a due piani, posseggono le ricchezze di metà della popolazione mondiale. Ora diventa tutto più chiaro. Qui ci hanno letteralmente coglionato, facendo diventare la politica un apparente conflitto a tarallucci e vino tra fronde di renziani, bersaniani, cuperliani, dalemiani, finiani, berlusconiani e vai a non finire secondo il miracolo della moltiplicazione dei pani e delle poltrone. Tutti d'accordo, per non cambiare niente. Tutti d'accordo, per occultare quella triste verità che vede una stretta minoranza arricchirsi a spese delle sofferenze della maggioranza. La concentrazione della ricchezza quindi è andata aumentando nonostante la classe operaia se ne andasse in paradiso, come Angelo di Carlo. I pesci grossi, pescecani ingrassatisi nella finanza che non crea lavoro, si sono mangiati e mangieranno a poco a poco i pesciolini. I gabbiani scaltri non si accontentano dei pesciolini, ma hanno iniziato a saziarsi di una inaspettata carne tenera nel petto della colomba. Fermare l'arricchimento dei pochi Berlusconi e l'impoverimento dei tanti non era solo un dovere morale. Era la condizione indispensabile per non provocare il collasso di un intero paese. Non abbiamo mai visto una patrimoniale sui beni di lusso o le tasse abbattersi sulla finanza speculativa. Ma in futuro non avrete mai visto il popolo incazzarsi così tanto.  Libertà, Uguaglianza, Fratellanza. 


sabato 6 ottobre 2012

My rebellion, all luggage and airline tickets.

Me flying in Cornwall, August 2012.
I am writing alfresco from the garden of a semi-detached house in a green village just outside Cambridge. I blew 33 years few days ago. I left my country with no regrets by one of many Mayflower crossing the English Channel with many young dreamers, "Puritans", rebels fleeing Catholic Italy.

mercoledì 29 agosto 2012

Angelo di Carlo si è ucciso davanti al parlamento italiano. Voleva indicarci i suoi assassini.

L'attuale gregarismo di stampo cattolico è il rifugio della mediocrità. Solo gli isolati cercano la verità, e rompono con chiunque non la ami abbastanza. Solo l'individuo al momento può costruire una propria attrezzatura spirituale, sviluppando l'amore per il prossimo, questa forma suprema dell'energia vivente, che riempie il cuore dell'uomo. Il martirio che ha subito Angelo di Carlo in questi giorni ne è la prova.

lunedì 27 agosto 2012

Razionalizzazione, il passe-par-tout di ogni politica di riduzione del personale.

Mi permetto di consigliare la lettura di un post "L'uomo che non c'era", un capolavoro letterario imperdibile a mio parere, in cui viene descritto brillantemente il processo che porta una multinazionale, impersonificata in un manager dagli inespressivi occhi azzurri e da uno sguardo gelido di ghiaccio,  a ridurre il personale. Il tutto dalla prospettiva quasi fantozziana di un dipendente sempre più evanescente "il cui problema è proprio essere la soluzione al problema del manager che deve operare i tagli". Il licenziato se ne andrà tra due ali di Bmw e Audi accorse per l'occasione nel piazzale dell'azienda a comunicare il "lieto" evento. Nel post si scopre come "Il destino di migliaia di persone di lingue, razze e religioni diverse, con differenti abitudini e molti sogni comuni, dipende da un gruppo di analisiti finanziari con camicie bianche a manica corta e occhialini con montatura da sfigato, che - divorando numeri su numeri - sputano poi la sentenza di morte per gran parte di quelle vite disperse in Europa, Asia e Medio Oriente." Gran finale, con "lo schiavo non ha altro da perdere, tranne le sue catene".

La diaspora bengalese nella fiera della diversità.

Un gang bengalese, denominata il Globe Town Massive nell' East London. I giovani bengalesi tendono ad unirsi in gang sviluppando una propensione al dominio del territorio di riferimento. Le gang dal culto del cellulare di ultima generazione.
Da quasi un anno vivo a Cambridge, un tiro di schioppo da Londra.

domenica 19 agosto 2012

Angelo di Carlo, classe operaia va in paradiso.

Alberto Sciretti, in esplorazione in Cornovaglia 19-08-2012
Mi trovo in Cornovaglia (UK) per una vacanza di una settimana. Sono felice. Cambio hotel tutte le sere per non perdermi proprio niente. Sto scoprendo una terra di favole e saghe, baie e castelli, falesie e brughiera, scogliere granitiche e schiumose insenature. Sono felice, ma non posso non dimenticare. Prima di partire ho scritto "La Primavera italiana, se non ora quando?". Stasera, ho appreso che quell'operaio precario, Angelo di Carlo è morto. Lavorava a chiamata. Se la classe operaia va in paradiso, bisogna che qualcuno vada pure all'inferno.

sabato 11 agosto 2012

La Primavera italiana, se non ora quando?


Mohamed Bouazizi
La Primavera araba è cominciata il 18 dicembre 2010 in seguito alla protesta estrema del tunisino Mohamed Bouazizi che si è dato fuoco uccidendosi in segno di protesta per le condizioni economiche del suo paese. La Primavera italiana può avere inizio l'11 agosto 2012. Un disoccupato si è dato fuoco davanti Montecitorio. Lo ha fatto per tutti noi, per risvegliare in noi quello spirito ancestrale fraterno che chiama, di fronte ad una simile tragedia, alla rivoluzione, alla fratellanza, all'uguaglianza, all'aiuto reciproco senza se senza ma. Rimuoveremo una intera classe dirigente che ha rovinato il nostro Paese, non vi daremo tregua. Non avremo pietà. Iniziate ad avere paura. Questo appello chiama alla rivoluzione.


venerdì 13 luglio 2012

La mia ribellione, tutta valigie e biglietti aerei.


Ho scattato questa foto nella Holkham Hall (UK) e l'ho scelta a rappresentare questa lettera.

Scrivo al fresco dal giardino di una semi-detached, in un verdeggiante villaggio nella cintura di Cambridge. Pochi giorni e soffio 33 anni. Me ne sono andato senza rimpianti su uno dei tanti Mayflower  che attraversano la Manica facendo sognare tanti giovani "puritani", ribelli in fuga dall'Italia cattolica.

sabato 26 maggio 2012

Il capo della Polizia, il dirigente pubblico italiano più pagato con uno stipendio annuo di 621.253,75 euro ha dichiarato: «Minaccia anarchica può offendere il Paese».

Il capo della polizia Antonio Manganelli, il dirigente pubblico italiano più pagato con uno stipendio annuo di 621.253,75 euro ha dichiarato letteralmente: «Minaccia anarchica può offendere il Paese». Più precisamente prima della Festa per i 160 anni della Fondazione della Polizia l'alto dirigente ha dichiarato: «La minaccia anarcoinsurrezionalista è assolutamente da non sottovalutare. Oggi il Fai è il vero terrorismo che può offendere il Paese». Giorgio Napolitano in un messaggio inviato alla Polizia rincara: «L'altissimo tributo di sangue versato dalle Forze dell'ordine sia monito a mantenere alto il livello di attenzione rispetto a pericolose forme di violenza destinate a sfociare in atti di terrorismo». Potrei anestetizzare il mio ed il vostro cervello citando decine di altre dichiarazioni come queste. Ma c'è qualcosa di profondamente distorto che non mi convince ed è tempo di parlare. Sarebbe paradossale in tempi come questi non trovare il coraggio di affermare ciò che si pensa veramente. Penso che l'unico altissimo tributo di sangue versato in Italia recentemente sia stato quello della gente che soffre i morsi della crisi e che per la disperazione si toglie la vita nell'indifferenza generale di uno Stato che da sempre tratta e paga i propri manager pubblici come se fossero tanti piccoli Re Soli. Penso ancora che l'unico altissimo tributo di sangue versato in Italia sia stato quello delle centinaia di morti bianche. Aggiungo, che uno stato che retribuisce con 621.253,75 euro all'anno (poco importa che poco prima della bancarotta abbiano pensato al tetto di 294mila euro) il proprio capo della Polizia, può definirsi a mio parere uno Stato di Polizia schizzofrenico fondato sulla più sfacciata ingiustizia.  Il fatto è di una tale gravità se si ragiona sul fatto che tutto ciò è avvenuto nonostante da parecchi anni sia di dominio pubblico il fatto che l'Italia abbia accumulato un debito pubblico spaventosamente inimmaginabile. Quasi 2000 miliardi di euro. Ho già parlato dell'episodio emblema che vedeva il senatore Bossi chiedere impunemente alla Polizia di investire e picchiare un giornalista. Non mi risulta che tale senatore sia stato indagato per le sue estarnazioni folli o almeno ripreso per questo dagli agenti sul posto. Cosa dire. In questi ultimi decenni il manganello ha flagellato inesorabilmente le teste dei poveri cristi che sentendo i morsi della crisi chiedevano il cambiamento ed ha difeso i poteri forti. Alcuni esempi tra quelli che ho documentato in questo blog: la scuola Diaz é "la più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale", il gravissimo ferimento di Luca Abbà frutto della sconsiderata azione delle forze dell'ordine, i pescatori che protestano picchiati selvaggiamente, l'operato a Brescia del vicequestore Emanuele Ricifari, l'opera censoria delle forze dell’ordine su un librario a Palermo, i casi Federico Aldovrandi e Stefano Cucchi e così via. Per tutto questo e per tanto altro, come cittadino italiano sogno un mondo migliore e credo sinceramente che sia leggitimo sognare qualcos'altro visto che l'attuale sistema non si regge in piedi. Tornando a bomba sulle dichiarazioni di Manganelli, mi chiedo se qualcuno nello Stato italiano abbia mai ragionato sul fatto che concepire stipendi da Re Soli non sia quella stessa ancestrale ingiustizia della disuguaglianza che provoca secondariamente l'eversione. L'accusa mi pare chiara e circostanziata. Della serie, affamo il popolo per decenni riconoscendomi stipendi d'oro, saccheggio il bilancio di uno stato in bancarotta e se poi qualcuno invece di suicidarsi sceglie la strada eversiva violenta, beh lo epiteto con l'accusa di «vero terrorismo». Qualcosa non torna.


venerdì 13 aprile 2012

Cara Italia, ti vedo triste.


Alberto Sciretti, sullo sfondo le maestose forme palladiane (Palladio genio italiano!) del palazzo del Holkham Hall in Gran Bretagna 01/04/2012.
Italia, ti vedo triste. Bel Paese la cui genialitá soggiace nei ricordi di Michelangelo, Dante, Leonardo da Vinci e qualche volta resuscita nella gioia di Roberto Benigni. Italia, ti vedo triste, condannata all'agonia di una lenta inesorabile bancarotta sfiorisci sotto i colpi di parassiti tesorieri, ammufisci nella faccia di lardosi mafiosi, trogloditi padani,vecchi porci che ti giurano fedeltá nell'atto stesso di tradirla.

Hai perso spensieratezza, hai perso la giovinezza che se ne va. Il piú pagato é il capo della Polizia Manganelli, i cui bravi manganellano senza pietá poveri Cristi che devono sopportare la croce di una crisi in uno Stato di Polizia dove la scuola Diaz é "la più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale". Un intero sistema feudale controlla morbosamente che non si attuino pienamente libertá, eguaglianza e fratellanza. L'ingiustizia é giustizia. Giá, cara Italia tu hai proprio bisogno di ripartire da una Rivoluzione. Un nuovo rinascimento italiano, dove cadano ad una ad una le teste di migliaia di bimbiminchia della politica. Una immagine pittorica geniale, la decollazione della gerontocrazia italiana.

Decollazione di san Giovanni Battista (Caravaggio) che ho potuto ammirare a Malta
Holkham Hall in Gran Bretagna 01/04/2012

Io, Hustanton, Gran Bretagna 01/04/2012

venerdì 27 gennaio 2012

300.000 euro a puntata per Celentano. Smettere di pagare il canone RAI diventa un obbligo morale.

Amo Celentano. Mi inchino alla sua maestria. Vengo tuttavia a conoscenza da un articolo del Corriere della Sera che una Azienda Pubblica, la RAI, che amministra soldi che provengono direttamente dalle tasche dei contribuenti, riconoscerá come compenso all'artista la somma di 300.000 euro a puntata. Il sottoscritto in Gran Bretagna viene pagato 6.08 £ all'ora (minimum wage). Dunque, per prendere quello che Celentano prenderá per solo una partecipazione ad una puntata di Sanremo dovrei lavorare 42.857 ore. Non é neanche lontanamente concepibile una simile schiaffo al buon senso. Smettere di pagare il canone diventa un obbligo morale. Esiste un punto superato il quale non puó sussistere il giusto e quel punto chiama alla Rivoluzione.

martedì 18 ottobre 2011

Se anche i black bloc fossero veramente i nuovi barbari, c'è da dire che c'è un impero decotto e corrotto pronto a sfaldarsi.

Black bloc (Blocco nero).
Ci concentriamo troppo nel guardare terrorizzati la pagliuzza negli occhi dei Black bloc (l'unica parte in vista) e non ci accorgiamo della trave che affligge il sistema. «Il ministro Tremonti ha corrisposto, quale partecipazione all'affitto dell'immobile, a partire dalla seconda metà del 2008, la somma mensile di circa 4mila euro, corrispostemi settimanalmente» (Fonte Corriere.it). È quanto scrive l'ex consigliere del ministro Tremonti in relazione all'abitazione in centro di Roma che secondo i magistrati napoletani sarebbe stata ceduta gratuitamente dal deputato al titolare del ministero dell'Economia e delle Finanze. Il pagamento, sostiene Milanese, è stato effettuato sempre in contanti. Se un paese, presunto avanzato, quale l'Italia annovera un ministro dell'Economia e delle Finanze che paga il proprio affitto attraverso un versamento settimanale in contanti di mille euro ad un suo consigliere, ciò significa che siamo di fronte ad un impero decotto. Chi tra voi pagherebbe il proprio affitto in contanti? Robe da matti. Non serve che dica altro sugli altri esponenti di questo vergognoso governo (Berlusconi, badate il capo dell'esecutivo, pagava con buste piene di soldi in contanti faccendieri quali Lavitola e Tarantini, violando la legge antiriciclaggio), anche perché Tremonti sembrava l'unico rappresentante che potesse vantare una certa credibilità. Il contante, come sappiamo, per chi si trova a combattere fenomeni come l’evasione ed il riciclaggio, è il nemico pubblico numero uno, garantendo l'anonimato e la possibilità di attuare negozi fraudolenti.


Black bloc.
Riteniamo responsabili i Black bloc di gravissime violenze ma se dei ministri quali Sacconi e Brunetta, che mettono mano legiferando a leggi sensibili quali quelle sul lavoro, diventano responsabili di un vero e proprio disastro sociale, in cui il dramma terribile del precariato a vita affligge milioni di giovani appestati da stage e tirocini gratuiti ed in cui le morti bianche (da leggere "Giovani calciatori SOTTO LE LUCI di San Siro e giovani operai SOTTO TERRA. Stanno uccidendo gli operai"), il lavoro nero ed la piaga del caporalato (da leggere "Solo l’azione collettiva può porre un argine all’individualismo imperante") spadroneggiano come mai era successo nella storia della Repubblica italiana, allora forse tutto ciò non rappresenta una gravissima violenza? Possiamo convenire nella condanna di qualsiasi violenza, ma forse volete insinuare che questo governo non sia stato violento?

La violenza ha molte forme: una evidente ed un' altra subdola e difficile da stanare. Per fare un esempio, tra infiniti: si può danneggiare una macchina tirando un sasso (gesto che appare all'evidenza gravissimo e facilmente riconoscibile) oppure danneggiare milioni di autovetture qualora la casa automobilistica dovesse  volutamente risparmiare sul sistema frenante rendendolo difettoso). Non scherziamo, i libri di storia del futuro scriveranno pagine tristi sull'involuzione che contraddistingue il nostro tempo. Mi pare ovvio che chi devasta l'altrui proprietà vada perseguito, ma smettiamola di trangugiare ipocrisia. Non mi pare che il devastante debito pubblico italiano possa imputarsi ai black bloc; è troppo facile prendersela con il blocco nero, la punta estrema della disperazione sociale che arriva all'(auto)distruzione e non trovare il coraggio di accusare chi questo sistema l'ha cavalcato fino a portarci dentro una crisi nera ma nera nera, altro che Black bloc.
A robàre poco se va in gaera, a robàre tanto se fa cariera. 

giovedì 28 aprile 2011

Un mix di annunci fittizi di lavoro spot e l'illimitata possibilità di offrire stages hanno rovinato il mondo del lavoro.

 Negli ultimi anni in Italia il sistema di incontro tra domanda ed offerta di lavoro se sulla carta si è evoluto e potenziato grazie all'utilizzo di banche dati telematiche, alla prova dei fatti si è letteralmente sgretolato, diventando qualcosa di vagamente fumoso ed impercettibile: un sistema impostato sul multi-level marketing. Benvenuti in una Repubblica non fondata sul lavoro ma sugli stages! Avrete notato come il ministro Sacconi, deputato a queste materie, si presenti sempre in televisione con l'aria "grave" e "seriosa" di chi sembrerebbe operare  giorno e notte nell'interesse del paese ed anche quindi dei giovani precari. È un ipocrita. In verità il ministro Sacconi è nel suo campo proprio il Premier della Repubblica degli stagisti, perchè non ha fatto nulla per creare un concreto sistema sanzionatorio che fungesse da deterrente agli abusi denunciati qui di seguito. Tralascio approfondimenti impietosi sulla fantomatica Borsa nazionale continua del lavoro che, prevista dalla Legge Biagi, urta prima di tutto la sensibilità di chi viene a contatto con la denominazione dello strumento; se una volta infatti usavamo chiamare le cose con il loro nome più appropriato ora un giovane disoccupato viene accolto da una "borsa" che come intuiranno i lettori, nell'accezione comune è si un luogo deputato  alla contrattazione ma anche alla speculazione continua. Già, la speculazione. Detto questo questa fantomatica Borsa non ha mai funzionato e la disoccupazione tra i giovani italiani è alla soglia dei 30 punti percentuali. Veniamo agli abusi. I portali degli annunci di lavoro sono letteralmente invasi da annunci vetrina e spot, un vero specchietto per allodole perditempo, di aziende che proclamano apparentemente di essere continuamente in forte espansione e quindi alla ricerca di nuovo personale. Sostanzialmente queste aziende hanno invece un tasso di  turn over, ricambio del personale, molto alto. Ecco l'esigenza di tenere permanenti annunci spot. Servono ad acquisire un bacino di curricula da cui attingere continuamente il precario di turno. Se avete un fuoco acceso e volete assicurarvi che non si spenga avete bisogno continuamente di approvigionarvi da una legnaia.  Se le voci di spesa fissa del personale sono voci che vengono fotografate nei bilanci e costituiscono quindi "un costo", molte aziende hanno scelto di operare in una terra di nessuno, dove tutto è permesso e dove nessuna fotografia registrerà la speculazione sul ricambio continuo di lavoratori precari. La tentazione di presentarsi agli azionisti con con una struttura leggera e flessibile, senza che emerga alla luce l'esercito di precari che arranca nell'anticamera lavorando al trecento per cento nella speranza di essere assunti, è troppo forte e soprattutto non trova ostacoli, come dicevo poc'anzi, in un regime sanzionatorio. Senza scendere nel dettaglio degli annunci che rasentano questo stile "cercasi pony express per consegne all’estero, automunito ma senza rimborso benzina" potete approfondire l'argomento leggendo questo articolo recente di Repubblica "Stagisti, l’assunzione-miraggio per nove su dieci il posto sfuma".
Piuttosto preferisco cercare di dimostrare con un esempio per tutti quanto sopracitato; posto che anche le Università sono soggetti abilitati all'incontro tra domanda ed offerta di lavoro, effettuerò una estrazione dalla banca dati delle offerte di lavoro proposte agli studenti Cafoscarini dall'Università Ca' Foscari per quanto concerne l'azienda assicuratrice Ina Assitalia S.p.A, una delle tante aziende "spammatrici" di "annunci di lavoro".

Ho scattato questo screenshot esattamente il 23/02/2011 come si evince ingrandendo l'immagine. Noterete come l'azienda assicuratrice Ina Assitalia S.p.A, entrata a far parte del gruppo Generali, la faccia da padrone negli "annunci di lavoro" nella banca dati ufficiale dell'ateneo cafoscarino. In particolare, tra i tanti annunci presenti di Ina Assitalia ricordatevi l'annuncio del 31/01/2011 dell'Agenzia INA di San Donà di Piave; una bella notizia, cercano n.5 consulenti assicurativi!!!  Del Cda del Gruppo Generali è componente tra l'altro anche l'attuale rettore Prof. C. Carraro. Non è un segreto l'interesse strategico della compagnia a penetrare nella compagine universitaria anche per questi motivi. Quanto però questa azienda stia realmente assumento giovani studenti cafoscarini e quanto  questa azienda stia sfruttando il bacino Ca' Foscari per sfruttare le aspettative lavorative di centinaia di giovani laureati, chi può dirlo? Di certo nessuno controlla. L'Università assolve semplicemente ai suoi compiti facendo rimbalzare gli annunci di Ina Assitalia S.p.A. Nessuno monitora il meccanismo perverso che c'è dietro. In fondo tutti più o meno mangiamo la carne, ma chi è interessato ad assistere nei macelli alle tecniche di macellazione? nessuno allo stesso tempo è interessato alle tecniche di macellazione sociale, difficili da mettere in luce anche a suon di screenshot. Quanti studenti hanno perso ore, giorni, mesi ad inseguire questi annunci spot? Ora interroghiamo ad oggi nuovamente la banca dati degli annunci di lavoro dell'ateneo ed ecco un altro screenshot del 28/04/2011.


Voi penserete giustamente che a distanza di tre mesi l'Agenzia INA di San Donà di Piave abbia nel frattempo evaso  le sue necessità occupazionali, attraverso dei colloqui e delle relative assunzioni? Macchè, semplicemente ora l'Università ha riciclato l'annuncio modificandone la data. Ora è datato al 26/04/2011 e quindi compare con uno sfondo giallo come se fosse "nuovo". Quell'Agenzia apparentemente quindi ricerca altri n.5 consulenti assicurativi!!! Oltre a quell'annuncio preso ad esempio, sempre del gruppo Ina Assitalia S.p.A ne compaiono altri 4, visibili a questo link e sono rispettivamente sempre le stesse Agenzie di Treviso, Padova, Mestre, Verona. Insomma il meccanismo è chiaro ed è sempre lo stesso. La ricerca è continua. Un precario rende bene i primi mesi, come un cavallo da corsa. Poi quando ha la schiuma alla bocca e chiede stabilità contrattuale a quel punto vale la pena ricordargli che ci sono centinaia di altri laureati che possono prendere il suo posto. A questo servono questi annunci spot. Il sistema è talmente permeabile agli abusi che perfino le Università si prestano più o meno inconsapevolmente in tal senso. Per questo è importante denunciare pubblicamente questi meccanismi.

A Giugno 2011 ho interrogato nuovamente la banca dati degli annunci di lavoro dell'ateneo cafoscarino. L'annuncio già riciclato dell'Agenzia INA di San Donà di Piave per 5 posti di lavoro è sempre presente con data 26/04/2011. Hanno trovato qualcuno? Chissà, intanto il medesimo annuncio è da Gennaio 2011 che viene portato avanti. Continua ad esserci sempre anche l'annuncio dell'Agenzia INA di Padova dell'11/04/2011. Ma attenzione la novità. Anche l'annuncio di Ina Assitalia sede di Treviso è stato riciclato tale e quale (ho controllato anche le virgole) con data 10/06/2011. Ci risiamo. L'annuncio risulta quindi evidenziato con il colore giallo come fosse nuovo. Uno studente può pensare che sia stato appena messo. Se ci fosse invece l'indicazione che l'annuncio si ripete da mesi, probabilmente risulterebbe meno attrattivo. Tenete conto, che se ad ogni annuncio non corrisponde una effettiva chiusura dell'annuncio di fronte all'acquisizione della risorsa umana, allora gli annunci possono essere utilizzati per far ruotare continuamente personale.  Eccolo:


Stessa sorte tocca all'annuncio dell'Agenzia Ina Assitalia di Verona che se prima portava la data del 09/03/2011 ora è una novità del 10/06/2011. In questo caso l'annuncio è stato in parte modificato. Hanno aggiunto in particolar modo "Vieni a lavorare con noi!!".
Il 7 settembre 2011 ho controllato e l'annuncio dell'Agenzia INA di San Donà di Piave  è stato riciclato tale e quale con una nuova data 29/06/2011. Dopo 9 mesi dal nostro monitoraggio (ma potrebbe essere che vadano avanti da anni con questo metodo) questa agenzia pare non aver trovato ancora i 5 consulenti  amministrativi. Come mai? Eppure c'è una bacino di disoccupati notevole da cui poter attingere. Quanti studenti cafoscarini hanno Stesso discorso per le Agenzie di Padova (annuncio riciclato con data 24/08/2011), Treviso (03/08/2011), Verona (03/08/2011). Gli annunci sono visibili a questo link.
 

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