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mercoledì 16 novembre 2011

Grinta, grinta e grinta.

Alberto Sciretti al Wandlebury Park , Cambridge 15/11/2011
Qui Cambridge è primavera. Tutto avrei pensato tranne che di poter andare a correre con solo una maglietta nella fredda Inghilterra. Perfino il tempo è impazzito. Chissà quanto lo abbiamo costretto ad impazzire. Condivido alcune foto dei luoghi in cui vado a correre. Sono foto scattate con il cellulare, quindi di bassa qualità. Grinta, grinta e grinta.

Wandlebury Park

The roman road

mercoledì 19 ottobre 2011

Foto in esplorazione.


Ho scovato questa foto di Carsten Peter sfogliando il National Geographic, rivista impedibile per chi come me si sente in esplorazione. Questa foto, che riprende il Kanangra Main Canyon in Australia, può proprio rappresentare quello stato d'animo che le persone tendono a soffocare per una vita plastificata priva di emozioni. Invece essere lì, condividere quel momento con le persone che ami, è la vita.

martedì 18 ottobre 2011

Se anche i black bloc fossero veramente i nuovi barbari, c'è da dire che c'è un impero decotto e corrotto pronto a sfaldarsi.

Black bloc (Blocco nero).
Ci concentriamo troppo nel guardare terrorizzati la pagliuzza negli occhi dei Black bloc (l'unica parte in vista) e non ci accorgiamo della trave che affligge il sistema. «Il ministro Tremonti ha corrisposto, quale partecipazione all'affitto dell'immobile, a partire dalla seconda metà del 2008, la somma mensile di circa 4mila euro, corrispostemi settimanalmente» (Fonte Corriere.it). È quanto scrive l'ex consigliere del ministro Tremonti in relazione all'abitazione in centro di Roma che secondo i magistrati napoletani sarebbe stata ceduta gratuitamente dal deputato al titolare del ministero dell'Economia e delle Finanze. Il pagamento, sostiene Milanese, è stato effettuato sempre in contanti. Se un paese, presunto avanzato, quale l'Italia annovera un ministro dell'Economia e delle Finanze che paga il proprio affitto attraverso un versamento settimanale in contanti di mille euro ad un suo consigliere, ciò significa che siamo di fronte ad un impero decotto. Chi tra voi pagherebbe il proprio affitto in contanti? Robe da matti. Non serve che dica altro sugli altri esponenti di questo vergognoso governo (Berlusconi, badate il capo dell'esecutivo, pagava con buste piene di soldi in contanti faccendieri quali Lavitola e Tarantini, violando la legge antiriciclaggio), anche perché Tremonti sembrava l'unico rappresentante che potesse vantare una certa credibilità. Il contante, come sappiamo, per chi si trova a combattere fenomeni come l’evasione ed il riciclaggio, è il nemico pubblico numero uno, garantendo l'anonimato e la possibilità di attuare negozi fraudolenti.


Black bloc.
Riteniamo responsabili i Black bloc di gravissime violenze ma se dei ministri quali Sacconi e Brunetta, che mettono mano legiferando a leggi sensibili quali quelle sul lavoro, diventano responsabili di un vero e proprio disastro sociale, in cui il dramma terribile del precariato a vita affligge milioni di giovani appestati da stage e tirocini gratuiti ed in cui le morti bianche (da leggere "Giovani calciatori SOTTO LE LUCI di San Siro e giovani operai SOTTO TERRA. Stanno uccidendo gli operai"), il lavoro nero ed la piaga del caporalato (da leggere "Solo l’azione collettiva può porre un argine all’individualismo imperante") spadroneggiano come mai era successo nella storia della Repubblica italiana, allora forse tutto ciò non rappresenta una gravissima violenza? Possiamo convenire nella condanna di qualsiasi violenza, ma forse volete insinuare che questo governo non sia stato violento?

La violenza ha molte forme: una evidente ed un' altra subdola e difficile da stanare. Per fare un esempio, tra infiniti: si può danneggiare una macchina tirando un sasso (gesto che appare all'evidenza gravissimo e facilmente riconoscibile) oppure danneggiare milioni di autovetture qualora la casa automobilistica dovesse  volutamente risparmiare sul sistema frenante rendendolo difettoso). Non scherziamo, i libri di storia del futuro scriveranno pagine tristi sull'involuzione che contraddistingue il nostro tempo. Mi pare ovvio che chi devasta l'altrui proprietà vada perseguito, ma smettiamola di trangugiare ipocrisia. Non mi pare che il devastante debito pubblico italiano possa imputarsi ai black bloc; è troppo facile prendersela con il blocco nero, la punta estrema della disperazione sociale che arriva all'(auto)distruzione e non trovare il coraggio di accusare chi questo sistema l'ha cavalcato fino a portarci dentro una crisi nera ma nera nera, altro che Black bloc.
A robàre poco se va in gaera, a robàre tanto se fa cariera. 

mercoledì 12 ottobre 2011

Largo ai giovani. Sanno arrampicarsi lì dove i politici parassiti, impacciati ed ingrassati, non sanno arrivare.

Alex Honnold (al minuto 2:20 immagini che tolgono il fiato).

In tutto il mondo i politici di professione hanno ormai delle facce impresentabili. L'insofferenza verso questa classe di parassiti senza infamia è ormai tracimata; impacciati e gravidi dalle pance sfondate, ingrigiti dagli intrighi di palazzo e prigionieri del loro politichese sono destinati a scomparire senza rimpianti (raggiungeranno Clemente Mastella per intenderci). Largo ai giovani. Ci sono milioni di giovani scalpitanti che sanno "arrampicarsi nella vita" grazie alle proprie doti. Già, esisterebbe il merito.  Alex Honnold, classe 1985 è uno di questi. Si arrampica dall'età di 11 anni. Costui, specialista di arrampicata veloce senza corda in solitaria ha battuto ogni tipo di record, diventando un semidio nella  propria disciplina. Un giovane, come Alex Honnold, possiede un sano equilibrio interiore conferito dal proprio istinto di sopravvivenza per non precipitare nel vuoto. La gerontocrazia che guida attualmente il mondo è squilibrata e ha fatto precipitare i popoli in una recessione involutiva. Allenatevi per riprendere in mano il vostro futuro. Siate rivoluzionari. 

Alex Honnold

Alex Honnold

Alex Honnold

Alex Honnold

Alex Honnold

Alex Honnold

martedì 11 ottobre 2011

Brian Haw, un vincitore. Il pacifismo in uno sguardo.

Brian Haw (1949-2011)

Caro Brian Haw,
questa estate ho appreso della tua dipartita e mi son promesso di scriverti. Ora che non puoi più tentare in presenza di risvegliare le nostre coscienze assopite protestando come hai fatto per lunghi dieci anni contro ogni guerra accampato davanti a Westminister, voglio dirti che i tuoi occhi, ricolmi di pace, continuano a parlarci della pace. Mentre i guerrafondai Blair e Bush giocavano alla guerra esportando la democrazia con bombe, presunte "intelligenti", tu hai avuto la cocciutaggine che è di tutti i carpentieri, quale tu eri, di battere il chiodo della pace in un mondo intriso di indifferenza. Gridando nel megafono, ricordavi al parlamento inglese l'esistenza della parola pace e che la guerra non può essere pace. Facile per noi affermare ora che proprio tu avevi ragione, quando per la strada ti si guardava con indifferenza. Mentre la maggioranza delle persone ti scrutava divertita come si guarda ad un visionario strampalato un po' ammattito, proprio tu eri dalla parte del giusto. Il più cocciuto di tutti aveva ragione: tutti i conflitti sono una tragedia per l’umanità, sempre e comunque. L'uomo della strada vedeva più lontano del primo ministro inglese e di tanti politici profumati. Porca miseria, quanto è importante essere dalla parte del giusto nel momento giusto. Hai dato un senso profondo alla tua vita, i tuoi sette figli e le prossime generazioni guarderanno ammirate all'estremo sacrificio a cui hai sottoposto la tua esistenza. Difficile che qualcuno prenda il tuo posto. Chi protesterebbe sotto il vento e la pioggia per dieci lunghi anni fino ad ammalarsi? Hai reso ridicole le autorità che più volte hanno cercato di allontanarti, anche introducendo una nuova legge che proibiva ogni manifestazione nel raggio di un chilometro dal Parlamento inglese. Hanno perso. La tua tenda era più forte di tutto, come gli ideali della pace. Il tuo motto era "stop killing my kids" e nella storia resti te a salvare la dignità umana. In Italia ho ammirato il coraggio di pacifisti quali Vittorio Arrigoni e Turi Vaccaro, veri e proprio miti del pacifismo. Vittorio diceva "Io che non credo alla guerra, non voglio essere seppellito sotto nessuna bandiera. Semmai voglio essere ricordato per i miei sogni. Dovessi un giorno morire, fra cent'anni, vorrei che sulla mia lapide fosse scritto quello che diceva Nelson Mandela: un vincitore è un sognatore che non ha mai smesso di sognare." Anche tu Brian sei un vincitore. Porca miseria se sei un vincitore, Brian. Più cocciuto del "barone rampante" hai dato dignità all'umanità intera. Io mi inchino di fronte al tuo autentico pacifismo. Alberto

Brian Haw
Brian Haw

Brian Haw
L'accampamento pacifista di Brian Haw. 

giovedì 6 ottobre 2011

Che schifo questa società assassina. In ricordo di Barbara Zappon.

Barbara Zappon
Lo voglio dire forte e chiaro. Considero l'attuale società ipocrita colpevole di innumerevoli omicidi. L'elenco sarebbe infinito. Un esempio per tutti quelle donne operaie morte in questi giorni per il crollo di una palazzina. Non esistevano per l'Inps, essendo senza contratto, in nero per 3,95 euro l'ora per 14 ore al giorno, non esistono più neanche ora. Ricordatevi questa cifra 3,95 euro non 4 euro. Smettiamola di assolverci sotto il finto ombrello democratico che ci siamo dati. Voglio parlare di un'altra donna anche lei un tempo lavoratrice del tessile, Barbara Zappon, una clochard di via Belzoni a Padova molto conosciuta perché chiedeva l'elemosina agli automobilisti tra via Belzoni e via Falloppio o girava per le piazze spingendo un carrello della spesa. Neanche lei ora non esiste più. Il gruppo nato su Facebook non può riportarla in vita. Ci commuoviamo quando queste persone non ci sono più ma non abbiamo creato una organizzazione autorevole in grado di intervenire lì dove regna la sofferenza. Questa vita per qualcuno si può trasformare in un inferno e non abbiamo costruito uno Stato che riesca ad intervenire per sanare situazioni come queste. C'è di più. Questo nostro Stato schifoso, l'aveva recentemente arrestata per aver improvvisato un giaciglio in una cabina (fonte corriere.it). Sullo sfondo, Barbara nella disperazione era caduta prigioniera della droga. Le strade quindi sono piene di invisibili che non vediamo. La triste vita di Barbara sulla strada è stata spezzata da Michele Casotto 27 anni, che guidava la Peugeot 207 che l'ha investita; questo mezzuomo è dapprima fuggito, lasciando Barbara agonizzante annegare in un canale dove era stata sbalzata, poi si è costituito. Rappresenta il disprezzo ipocrita di questa società assassina. Ovviamente questo mezzuomo aveva un tasso alcolemico doppio rispetto a quanto stabilito dalla legge. Poco prima di essere travolta, Barbara aveva telefonato alla madre esprimendo il desiderio di tornare a casa. In questo post viene ricordata con affetto. La sua morte ha scosso Padova. Aggiungo: la sofferenza ed il dolore che deve aver provato Barbara nella sua triste esistenza sono un grido di dolore che deve scuoterci e portarci ad una rivoluzione. Io non dimentico quello che ho scritto. Tu non dimenticare quello che hai appena letto. 

Semplicemente Steve Jobs

Il ricordo semplice di Steve Jobs sul sito della Apple.

"Apple ha perso un genio visionario e creativo e il mondo ha perso un incredibile essere umano. Quelli di noi che hanno avuto la fortuna di conoscerlo abbastanza e di lavorare con lui hanno perso un grande amico e un mentore d'ispirazione. Steve lascia una compagnia che solo lui avrebbe potuto creare, e il suo spirito sarà per sempre alla base di Apple".
Il mondo si è commosso alla morte del genio. Le televisioni hanno dovuto cambiare i propri palinsesti, l'onda emotiva della rete si è imposta dimostrando di fare oramai la parte del leone in questo mondo globalizzato. Ovunque è stato ricordato una straordinaria lectio magistralis di Steve all'Università di Stanford, che riporto qui di seguito per intero: 

Sono onorato di essere qui con voi oggi, nel giorno della vostra laurea presso una delle migliori università del mondo. Io non mi sono mai laureato. A dir la verità, questa è l’occasione in cui mi sono di più avvicinato ad un conferimento di titolo accademico. Oggi voglio raccontarvi tre episodi della mia vita. Tutto qui, nulla di speciale. Solo tre storie.

UNIRE I PUNTINI - La prima storia parla di «unire i puntini». Ho abbandonato gli studi al Reed College dopo sei mesi, ma vi sono rimasto come imbucato per altri diciotto mesi, prima di lasciarlo definitivamente. Allora perchè ho smesso?
Tutto è cominciato prima che io nascessi. La mia madre biologica era laureanda ma ragazza-madre, decise perciò di darmi in adozione. Desiderava ardentemente che io fossi adottato da laureati, così tutto fu approntato affinché ciò avvenisse alla mia nascita da parte di un avvocato e di sua moglie. All’ultimo minuto, appena nato, questi ultimi decisero che avrebbero preferito una femminuccia. Così quelli che poi sarebbero diventati i miei «veri» genitori, che allora si trovavano in una lista d’attesa per l’adozione, furono chiamati nel bel mezzo della notte e venne chiesto loro: «Abbiamo un bimbo, un maschietto, ‘non previsto’; volete adottarlo?». Risposero: «Certamente». La mia madre biologica venne a sapere successivamente che mia mamma non aveva mai ottenuto la laurea e che mio padre non si era mai diplomato: per questo si rifiutò di firmare i documenti definitivi per l’adozione. Tornò sulla sua decisione solo qualche mese dopo, quando i miei genitori adottivi le promisero che un giorno sarei andato all’università.
Infine, diciassette anni dopo ci andai. Ingenuamente scelsi un’università che era costosa quanto Stanford, così tutti i risparmi dei miei genitori sarebbero stati spesi per la mia istruzione accademica. Dopo sei mesi, non riuscivo a comprenderne il valore: non avevo idea di cosa avrei fatto nella mia vita e non avevo idea di come l’università mi avrebbe aiutato a scoprirlo. Inoltre, come ho detto, stavo spendendo i soldi che i miei genitori avevano risparmiato per tutta la vita, così decisi di abbandonare, avendo fiducia che tutto sarebbe andato bene lo stesso. Ok, ero piuttosto terrorizzato all’epoca, ma guardandomi indietro credo sia stata una delle migliori decisioni che abbia mai preso. Nell’istante in cui abbandonai potei smettere di assistere alle lezioni obbligatorie e cominciai a seguire quelle che mi sembravano interessanti.
Non era tutto così romantico al tempo. Non avevo una stanza nel dormitorio, perciò dormivo sul pavimento delle camere dei miei amici; portavo indietro i vuoti delle bottiglie di coca-cola per raccogliere quei cinque cent di deposito che mi avrebbero permesso di comprarmi da mangiare; ogni domenica camminavo per sette miglia attraverso la città per avere l’unico pasto decente nella settimana presso il tempio Hare Krishna. Ma mi piaceva. Gran parte delle cose che trovai sulla mia strada per caso o grazie all’intuizione in quel periodo si sono rivelate inestimabili più avanti.Lasciate che vi faccia un esempio: il Reed College a quel tempo offriva probabilmente i migliori corsi di calligrafia del paese. Nel campus ogni poster, ogni etichetta su ogni cassetto, erano scritti in splendida calligrafia. Siccome avevo abbandonato i miei studi «ufficiali» e pertanto non dovevo seguire le classi da piano studi, decisi di seguire un corso di calligrafia per imparare come riprodurre quanto di bello visto là attorno. Ho imparato cosa sono i caratteri serif e sans serif, come variare la spaziatura tra differenti combinazioni di lettere, e che cosa rende la migliore capacità tipografica così grande. Era bellissimo, antico e così artisticamente delicato che la scienza non avrebbe potuto «catturarlo», e trovavo ciò affascinante.Nulla di tutto questo sembrava avere speranza di applicazione pratica nella mia vita, ma dieci anni dopo, quando stavamo progettando il primo computer Macintosh, mi tornò utile. Progettammo così il Mac: era il primo computer con una bella capacità tipografica. Se non avessi abbandonato gli studi, il Mac non avrebbe avuto multipli caratteri e font spazialmente proporzionate. E se Windows non avesse copiato il Mac, nessun personal computer ora le avrebbe. Se non avessi abbandonato, se non fossi incappato in quel corso di calligrafia, i computer oggi non avrebbero quella splendida capacità tipografica che ora possiedono. Certamente non era possibile all’epoca «unire i puntini» e avere un quadro di cosa sarebbe successo, ma tutto diventò molto chiaro guardandosi alle spalle dieci anni dopo. Vi ripeto, non potete sperare di unire i puntini guardando avanti, potete farlo solo guardandovi alle spalle: dovete quindi avere fiducia che, nel futuro, i puntini che ora vi paiono senza senso possano in qualche modo unirsi nel futuro. Dovete credere in qualcosa: il vostro ombelico, il vostro karma, la vostra vita, il vostro destino, chiamatelo come volete… questo approccio non mi ha mai lasciato a terra, e ha fatto la differenza nella mia vita.

AMORE E PERDITA - La mia seconda storia parla di amore e di perdita. Fui molto fortunato – ho trovato cosa mi piaceva fare nella vita piuttosto in fretta. Io e Woz fondammo la Apple nel garage dei miei genitori quando avevo appena vent’anni. Abbiamo lavorato duro, e in dieci anni Apple è cresciuta da noi due soli in un garage sino ad una compagnia da due miliardi di dollari con oltre quattromila dipendenti. Avevamo appena fatto uscire la nostra migliore creazione – il Macintosh – un anno prima, e avevo appena compiuto trent’anni… quando venni licenziato. Come può una persona essere licenziata da una società che ha fondato? Beh, quando Apple si sviluppò assumemmo una persona – che pensavamo fosse di grande talento – per dirigere la compagnia con me, e per il primo anno le cose andarono bene. In seguito però le nostre visioni sul futuro cominciarono a divergere finché non ci scontrammo. Quando successe, il nostro Consiglio di Amministrazione si schierò con lui. Così a trent’anni ero a spasso. E in maniera plateale. Ciò che era stato il centro della mia intera vita adulta non c’era più, e tutto questo fu devastante.
Non avevo la benché minima idea di cosa avrei fatto, per qualche mese. Sentivo di aver tradito la precedente generazione di imprenditori, che avevo lasciato cadere il testimone che mi era stato passato. Mi incontrai con David Packard e Bob Noyce e provai a scusarmi per aver mandato all’aria tutto così malamente: era stato un vero fallimento pubblico, e arrivai addirittura a pensare di andarmene dalla Silicon Valley. Ma qualcosa cominciò a farsi strada dentro me: amavo ancora quello che avevo fatto, e ciò che era successo alla Apple non aveva cambiato affatto questo stato di cose. Ero stato rifiutato, ma ero ancora innamorato. Così decisi di ricominciare.Non potevo accorgermene allora, ma venne fuori che essere licenziato dalla Apple era la cosa migliore che mi sarebbe potuta capitare. La pesantezza del successo fu sostituita dalla soavità di essere di nuovo un iniziatore, mi rese libero di entrare in uno dei periodi più creativi della mia vita.Nei cinque anni successivi fondai una Società chiamata NeXT, un’altra chiamata Pixar, e mi innamorai di una splendida ragazza che sarebbe diventata mia moglie. La Pixar produsse il primo film di animazione interamente creato al computer, Toy Story, ed è ora lo studio di animazione di maggior successo nel mondo. In una mirabile successione di avvenimenti, Apple comprò NeXT, ritornai in Apple e la tecnologia che sviluppammo alla NeXT è nel cuore dell’attuale rinascita di Apple. E io e Laurene abbiamo una splendida famiglia insieme.Sono abbastanza sicuro che niente di tutto questo mi sarebbe accaduto se non fossi stato licenziato dalla Apple. Fu una medicina con un saporaccio, ma presumo che «il paziente» ne avesse bisogno. Ogni tanto la vita vi colpisce sulla testa con un mattone. Non perdete la fiducia, però. Sono convinto che l’unica cosa che mi ha aiutato ad andare avanti sia stato l’amore per ciò che facevo. Dovete trovare le vostre passioni, e questo è vero tanto per il/la vostro/a fidanzato/a che per il vostro lavoro. Il vostro lavoro occuperà una parte rilevante delle vostre vite, e l’unico modo per esserne davvero soddisfatti sarà fare un gran bel lavoro. E l’unico modo di fare un gran bel lavoro è amare quello che fate. Se non avete ancora trovato ciò che fa per voi, continuate a cercare, non fermatevi, come capita per le faccende di cuore, saprete di averlo trovato non appena ce l’avrete davanti. E, come le grandi storie d’amore, diventerà sempre meglio col passare degli anni. Quindi continuate a cercare finché non lo trovate. Non accontentatevi.

MORTE - La mia terza storia parla della morte. Quando avevo diciassette anni, ho letto una citazione che recitava: «Se vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo, uno di questi c’avrai azzeccato». Mi fece una grande impressione, e da quel momento, per i successivi trentatré anni, mi sono guardato allo specchio ogni giorno e mi sono chiesto: «Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita, vorrei fare quello che sto per fare oggi?». E ogni volta che la risposta era «No» per troppi giorni consecutivi, sapevo di dover cambiare qualcosa.
Ricordare che sarei morto presto è stato lo strumento più utile che abbia mai trovato per aiutarmi nel fare le scelte importanti nella vita. Perché quasi tutto – tutte le aspettative esteriori, l’orgoglio, la paura e l’imbarazzo per il fallimento – sono cose che scivolano via di fronte alla morte, lasciando solamente ciò che è davvero importante. Ricordarvi che state per morire è il miglior modo per evitare la trappola rappresentata dalla convinzione che abbiate qualcosa da perdere. Siete già nudi. Non c’è ragione perché non seguiate il vostro cuore.
Un anno fa mi è stato diagnosticato un cancro. Effettuai una tac alle sette e trenta del mattino, e mostrava chiaramente un tumore nel mio pancreas. Fino ad allora non sapevo nemmeno cosa fosse un pancreas. I dottori mi dissero che con ogni probabilità era un tipo di cancro incurabile, e avevo un’aspettativa di vita non superiore ai tre-sei mesi. Il mio dottore mi consigliò di tornare a casa «a sistemare i miei affari», che è un modo per i medici di dirti di prepararti a morire. Significa che devi cercare di dire ai tuoi figli tutto quello che avresti potuto nei successivi dieci anni in pochi mesi. Significa che devi fare in modo che tutto sia a posto, così da rendere la cosa più semplice per la tua famiglia. Significa che devi pronunciare i tuoi «addio».
Ho vissuto con quella spada di Damocle per tutto il giorno. In seguito quella sera ho fatto una biopsia, dove mi infilarono una sonda nella gola, attraverso il mio stomaco fin dentro l’intestino, inserirono una sonda nel pancreas e prelevarono alcune cellule del tumore. Ero in anestesia totale, ma mia moglie, che era lì, mi disse che quando videro le cellule al microscopio, i dottori cominciarono a gridare perché venne fuori che si trattava una forma molto rara di cancro curabile attraverso la chirurgia. Così mi sono operato e ora sto bene. Questa è stata la volta in cui mi sono trovato più vicino alla morte, e spero lo sia per molti decenni ancora. Essendoci passato, posso dirvi ora qualcosa con maggiore certezza rispetto a quando la morte per me era solo un puro concetto intellettuale: nessuno vuole morire. Anche le persone che desiderano andare in paradiso non vogliono morire per andarci. E nonostante tutto la morte rappresenta l’unica destinazione che noi tutti condividiamo, nessuno è mai sfuggito ad essa. Questo perché è come dovrebbe essere: la Morte è la migliore invenzione della Vita. E’ l’agente di cambio della Vita: fa piazza pulita del vecchio per aprire la strada al nuovo. Ora come ora «il nuovo» siete voi, ma un giorno non troppo lontano da oggi, gradualmente diventerete «il vecchio» e sarete messi da parte. Mi dispiace essere così drammatico, ma è pressappoco la verità.
Il vostro tempo è limitato, perciò non sprecatelo vivendo la vita di qualcun’altro. Non rimanete intrappolati nei dogmi, che vi porteranno a vivere secondo il pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui zittisca la vostra voce interiore. E, ancora più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione: loro vi guideranno in qualche modo nel conoscere cosa veramente vorrete diventare. Tutto il resto è secondario. Quando ero giovane, c’era una pubblicazione splendida che si chiamava The whole Earth catalog, che è stata una delle bibbie della mia generazione. Fu creata da Steward Brand, non molto distante da qui, a Menlo Park, e costui apportò ad essa il suo senso poetico della vita. Era la fine degli anni Sessanta, prima dei personal computer, ed era fatto tutto con le macchine da scrivere, le forbici e le macchine fotografiche polaroid: era una specie di Google formato volume, trentacinque anni prima che Google venisse fuori. Era idealista, e pieno di concetti chiari e nozioni speciali.
Steward e il suo team pubblicarono diversi numeri di The whole Earth catalog, e quando concluse il suo tempo, fecero uscire il numero finale. Era la metà degli anni Settanta e io avevo pressappoco la vostra età. Nella quarta di copertina del numero finale c’era una fotografia di una strada di campagna nel primo mattino, del tipo che potete trovare facendo autostop se siete dei tipi così avventurosi. Sotto, le seguenti parole: «Siate affamati. Siate folli».
Era il loro addio, e ho sperato sempre questo per me. Ora, nel giorno della vostra laurea, pronti nel cominciare una nuova avventura, auguro questo a voi. Siate affamati. Siate folli.

Lectio magistralis di Steve Jobs all'Università di Stanford

lunedì 3 ottobre 2011

ITALIA GAME OVER. Lascio l'Italia per non raddoppiare l'amarezza.

Alberto Sciretti in una foto recente del 29 Settembre 2011
Chi mi ha conosciuto o chi mi legge tra le righe può percepire quanto io ami quel dono meraviglioso che è la vita. Ho sempre vissuto intensamente e guardo al mio passato con gioia; nessun rimpianto, nessun rimorso. 
Questo entusiasmo innato che credo mi contraddistingua non può tuttavia impedirmi di riflettere sul fatto che il mio paese, l'Italia, ha imboccato un tunnel senza uscita. A questa considerazione sono arrivati oramai praticamente tutti ed è il leitmotiv del momento.   A crederci sono rimasti gli illusi cronici. Siamo di fronte letteralmente ad una nave che si appresta ad affondare per una falla che ha squarciato lo scafo, il debito pubblico.  Da sempre in questo blog, molto prima dell'arrivo della tempesta, ho parlato a chiare lettere del debito pubblico italiano, fino a caricare esplicitamente un video "Grazie ai politici italiani per il nuovo record di 1753 miliardi di euro di debito pubblico" il 17 settembre 2009 in cui ho accusato esplicitamente la politica italiana di "aver schifosamente indebitato le nuove generazioni". Nessuno mi ha mai querelato per questo. Semplicemente è la verità, dimostrabile in qualsiasi tribunale del mondo. Io non ho paura. Chi non ruba non conosce la paura. Da allora niente è cambiato ed il debito è aumentato fino a sfiorare i 2000 miliardi di euro. Ora io, come altri giovani, ho due alternative. Rimanere o andarmene. Pagare il conto di ciò che non ho bevuto, o andarmene lasciando che paghi chi  ha bevuto stoltamente. Rimanere, significa comunque, in un modo o nell'altro, farsi contagiare amaramente  dall'amarezza di un naufragio annunciato. Andarsene significa rinascere altrove. Secondo voi cosa ho scelto? Sono abituato a dare un seguito alle mie parole. Se dico che questo paese affonderà, bisogna anche che mi allontani in una scialuppa. Non c'è nessuna medicina per l'Italia, perché esattamente come successe nel periodo fascista, gli italiani sono nuovamente compromessi. Non c'è più nessuno in Italia che abbia l'autorevolezza per far capire agli italiani che se stiamo affondando ciò si deve ad un loro malcostume generale diffuso di stampo mafioso, che è sempre stato assolto a suon di condoni. Visto che inseguo da sempre la mia felicità e non ho alcuna intenzione di intristirmi perché gli italiani sono diventati sempre più mafiosi (rimando ad un mio post "Lo spirito della mafia"), ho scelto di allontanarmi per un bel po' di mesi. Poi vediamo. Intanto, in esplorazione.

Eccomi in alcuni momenti di spensieratezza a Gardaland tra il 2004 ed il 2006. Ora bisogna andarsene dall'amarezza Italia che si è adoperata per intristirsi. GOODBYE MALINCONIA

lunedì 26 settembre 2011

La crisi inizia quando l'ultimo dei pastori non riesce sfamarsi con 300 pecore ed è costretto a sperare nei contributi

Andrea Maffeo, ha scelto un lavoro utile e produttivo, quello del ramingher, un pastore che dorme sempre all'aperto anche d'inverno. A lui è stato dedicato un film documentario "Sentire l'aria". Il padre di Andrea si chiama Michele Maffeo, da sette anni si occupa di cure palliative per malati terminali di cancro: «Certo, le ambizioni di ogni genitore sono diverse. Non dico che speravo che facesse il chirurgo, ma magari un lavoro in cui si realizzasse di più. Però Andrea a scuola soffriva troppo. E mi è venuto in mente che Mario Rigoni Stern aveva la terza media. Non so se in futuro ci rinfaccerà di non aver insistito di più per farlo studiare. Ma so che un uomo può trovare la sua morale in mezzo ai boschi come nel centro di Torino. Intanto gli stiamo con il fiato sul collo. La cosa più importante è che Andrea impari il rispetto».
Mi piacerebbe dire che il mio Paese ce la farà. Mi piacerebbe vedere un futuro oltre alla crisi. Purtroppo gli italiani si sono già fatti incantare da troppi illusionisti che negavano l'esistenza stessa di una crisi ed è ora di affrontare la verità nuda e cruda. Negare una crisi strutturale di un sistema paese come il nostro significa condannarlo ad un fallimento ancora più repentino e violento, imputandolo alle future generazioni. Il nostro paese è già sprofondato in una posizione di non ritorno perché nessuno dentro di sé ci crede più.

L'italia è in gabbia; il paese non cresce e ad essere compromessi, dopo il fascismo, sono nuovamente gli italiani.  
Il nostro paese soffrirà come non mai, come o peggio della Grecia per intenderci, perché negli ultimi decenni (da Craxi a Berlusconi) ha prodotto una classe politica di lestofanti. Quando il malaffare arriva alle istituzioni, i danni che ne conseguono sono inimmaginabili. Politici allenati all'esercizio di vuote parole nei salotti dell'ipocrisia televisivi che si adoperano invece, quando ci va bene, in modo parassitario. Una classe politica però non è altro che un prodotto della società civile. Questa è completamente compromessa. Per questo l'Italia non ce la farà. Gli italiani invece di rimuovere i fattori che hanno prodotto l'avvitamento in una recessione senza uscita hanno votato Berlusconi, dopo Craxi, contribuendo ad allargare ancora di più le maglie del debito pubblico. Gli italiani più si impoveriscono più divengono dediti al lotto ed ai giochi d'azzardo. Più ci addentriamo nella crisi più la passione per il calcio di un pallone diventa l'unica fede. Più la situazione economicamente si fa nera più si appassionano alla cronaca nera, premiando puntate morbose indecenti di Porta a Porta e di altri programmi, nati come funghi in seguito al notevole audience. Già, perché forse non è chiaro ma la crisi la determiniamo noi, con i nostri comportamenti. L'involuzione è degli italiani. La maggior parte degli italiani evade non appena ne ha la possibilità ed accetta di lavorare in nero entrando nell'anonimato. Se ovunque si fa "nero" non c'è da stupirsi se alla lunga arriva una "crisi nera nera". La maggior parte degli italiani adottano comportamenti e modelli mafiosi ed il loro lavoro consiste nel fregare il prossimo; il prossimo è un cliente, più spesso una preda. Raccomandano e si fanno raccomandare. 
Il sorriso genuino ed autentico di Andrea Maffeo. Sulla felicità che contraddistingue il pastore rimando all'articolo che ho scritto "L'Arcadia dello spirito nelle Bucoliche di Virgilio" ed al video "Addio all'ufficio. Tornate alla terra. Tornate alla felicità".












La maggior parte degli italiani guarda alla cosa pubblica come ad un "pollo da spennare". I dipendenti pubblici invece di adoperarsi per snellire i procedimenti amministrativi, li aggravano e contribuiscono a complicare gli ingranaggi di una macchina spesso improduttiva, inutile ed infernale.  L'atteggiamento di chi entra nel pubblico non è quello di sforzarsi di essere utile alla collettività ma l'atteggiamento di chi si vuole depositarsi e sistemarsi a vita, introducendosi in un sistema già collaudato per ricevere potenziali fannulloni. Abbiamo un esercito permanente e centinaia di caserme dove ancora i soldati giocano a fare la guerra nel nome di una pseudo democrazia da esportazione.  Chi vuole entrare in politica dicendo di voler cambiare le cose lo fa pensando ad un proprio tornaconto personale; cerca semplicemente il potere fine a se stesso. Ad essere attratti dal potere sono le persone disoneste che intravedono la possibilità di ottenere protezione. A dividere questo paese ed ad assestargli una ferita mortale ci ha pensato la lega di Umberto Bossi. Al nord ci si è convinti che la crisi dipenda esclusivamente dall'arretrato Sud. Masse ignoranti leghiste ad ondate insultano terroni, zingari, negri, culattoni, comunisti. Tutti contro tutti quando per farcela ci sarebbe voluto uno sforzo coeso e soprattutto l'operosità di cambiare il sistema paese nei fatti e non per slogan. In Italia essere ignoranti è un privilegio. Se hai studiato ti misurano con sospetto le competenze. 
Nonostante la fatica Andrea arriva alla fine delle sue giornate stanco ma sorridente. Cosa rara per chi in pianura finisce la proprio giornata di lavoro nauseante suonando il clacson, imbottigliano nervosamente in una fila interminabile di macchine inquinanti. I suoni che sente Andrea sono invece quelli dei campanacci, del crepitio del fuoco e il tamburellare ritmico della pioggia. Appoggiato al suo bastone Andrea invece sembra davvero un re e la natura il suo regno.

L'Italia non ce la farà perché ha distrutto la gran parte del proprio patrimonio ambientale. Una generazione di speculatori e palazzinari ha prodotto colate di cemento e bitumato l'Italia. Dall'altro la finanza speculativa in Italia, come nel resto del mondo, ha inghiottito le risorse sottraendole all'economia reale. Gli italiani hanno continuato ad inseguire l'ipocrisia improduttiva e bigotta di una mentalità cattolica fuori dal tempo e dalla storia. I lavori più inutili ed improduttivi sono quelli che vanno per la maggiore. Il dramma è quindi che nel lavoro è scomparsa la passione e si lavora tanto per lavorare. Abbiamo avvocati che si adoperano per portare i processi a prescrizione, commercialisti che aiutano gli imprenditori ad evadere, notai burocrati  che aspettano solo che tu compri casa per chiederti dazio. Manomorta. Qualcosa nelle persone si è spento. In un supermercato senza controlli la gente ruba in modo convulsivo, perché l'uomo non conosce più  l'onestà. I modelli craxiani e del berlusconismo, una televisione per mentecati, ha rovinato il substrato sociale italiano compromettendolo. Il pastore che segue giorno e notte il proprio gregge ha già sperimentato fino in fondo questa crisi. Il suo gregge vale meno di un paio di scarpe di una velina. Un esempio per tutti, quello di Andrea Maffeo un giovane pastore con 300 capi, insufficienti per vivere, ma abbastanza per sperare un giorno di farcela: «Devo arrivare a 500, avere più contributi, produrre più lana. Riuscire presto a pagarmi le spese: il fieno, il granturco, la tosa». Se 300 pecore non bastano a mantenere una persona, figuriamoci una famiglia. Che brutta questa crisi che sta arrivando. Abbiamo perso il senso del limite e la misura dell'Altro. Manchiamo di spiritualità. I grandi potentati economici giocano con gli equilibri geopolitici con cinismo e le redini sono sfuggite agli umani.


Le parole di un giovane pastore, Andrea Maffeo che ha rinunciato a tutte le comodità preconfezionate  ed a 16 anni, figlio di un chirurgo e di un’insegnante di Biella, ha scelto di fare il pastore: «Mi piacciono le bestie, stare all’aria, prendermi cura di loro. Andare a cercare sempre nuovi prati per portarle a pascolare, anche se non è facile. Ma quando finisce la giornata e vedo che le mie pecore hanno la pancia piena, sono felice anche io». 

Andrea Maffeo ed il suo gregge sono una cosa sola. Ha creato un marchio per valorizzare e diffondere la lana del biellese.

martedì 6 settembre 2011

Tutti dicono che la politica italiana è un esperimento crudele ma allora gli Italiani sono scimpanzè che hanno votato i loro aguzzini?


Nel video sono ripresi degli scimpanzè, all'atto della loro liberazione dopo anni vissuti nel chiuso di un laboratorio. Vedono per la prima volta la luce del sole. Le loro manifestazioni di gioia sono uguali alle nostre; si abbracciano e ridono. Sono liberi. Gli Italiani, scioccati e meravigliati, ora realizzano che il Bel Paese è ad un passo dal baratro; dopo aver votato Craxi, che provocò un debito pubblico spropositato (tu lo vedi il buco dell'ipocrisia?), hanno pensato bene di votare il suo principale amico Silvio Berlusconi (con trogloditi leghisti al seguito), che in questi anni non ha fatto altro che adoperarsi per impedire che una patrimoniale colpisse, e ridistribuisse, i beni di lusso degli evasori e le ricchezze abnormi della manomorta finanziaria, ecclesiastica e politica.  Adesso i nodi vengono al pettine. Nessuno ha il coraggio di ammettere che il vero problema dell'Italia sono gli italiani, la gran parte scimpanzè anestetizzati da sempre dal fascino del fascismo e del berlusconismo. L'Italia è (Parolisi)zzata dalla sua ignoranza e preferisce seguire inebetita il nuovo avvincente spettacolo del delitto di Melania. Piazza affari non è già più un affare e tra poco non sarà più un affare neanche essere italiani. Questo è quanto mi sento di dire guardando in modo disinteressato il mio paese, da quella vergogna del ventennio fascista ai continui e contemporanei rigurgiti neofascisti (vedi articolo di Repubblica: "Via stranieri e gay, morte ai politicanti. Sul web tornano i nazionalisti di Saya"). Il mio consiglio quindi a chi ha due gambe per andarsene: lasciate a gambe levate questo penoso paese. Questo paese non merita al momento di essere liberato da una Primavera perché ad essere compromessi sono i suoi stessi abitanti. Tanto vale andarsene, con tanti saluti. Lasciate quindi questo paese al suo televenditore Berlusconi, questo pseudo Gheddafi televisivo che gli italiani non riescono ancora a riconoscere chiaramente come loro "dittatore imbonitore", e agli scimpanzè che lo hanno voluto e che verranno. Andare all'estero significa prima di tutto liberarsi (e quindi guadagnare in un colpo solo) di quei 31.000 euro di debito pubblico che mediamente pesano su ogni italiano. La libertà, la luce del sole, un abbraccio, una risata, sono altrove in un nuovo mondo dove scegli tu la tua Terra e dove scegli tu se contrarre o meno debiti.


Più o meno a fine Settembre tornerò a scrivere sul Blog. Sono ancora in esplorazione. Al "Grande Fratello" i concorrenti rivolgendosi agli italiani ringraziano sempre per averli votati. Io voglio dire invece agli italiani: vergognatevi scimpanzè!. Questo post è un atto di ribellione.

lunedì 16 maggio 2011

Israele, ecco come ti dichiaro la PACE: sostenendo via mare la Freedom Flotilla e via terra la International Solidarity Movement.


Oggi è un giorno "importante" per la politica italiana. Questo pomeriggio usciranno gli exit poll e poi i risultati delle elezioni amministrative. Nei salotti televisivi dell'ipocrisia, discorsi stupiti cercheranno di dare un senso al tracollo elettorale di Letizia Moratti, l'industria letizia del cemento a Milano, che si avvierà inesorabilmente a perdere al ballottaggio e di analizzare contestualmente l'importante affermazione "a sopresa" del movimento 5 stelle di Beppe Grillo. Il cambiamento è vicino, il centrodestra conoscerà una decisa battuta d'arresto in tutto il Paese e soprattutto nella sua capitale economica, Milano. L'aria sta cambiando. Per me è troppo tardi. Se gli italiani mi hanno disgustato sin dai libri di storia, da quando dovetti studiare la loro cupidigia fascista, ad oggi mi devo confrontare de visu con la cupidigia berlusconiana. (Cupidigia = desiderio sfrenato di beni materiali, di potere o di rapporti sessuali..)  Per questo permettetemi di volare con il pensiero altrove. Per me è troppo tardi, perchè abbiamo nel frattempo perso uomini della pace come Vittorio Arrigoni, lasciati da noi tutti colpevoli troppo soli. Per questo, guardo a chi la Storia cerca di cambiarla con i fatti. Guardo a quel battello ebbro di cui scrisse anche Vittorio, che ora si chiama la Freedom Flotilla 2, la nave per la libertà. Lo so, che è difficile al giorno d'oggi conquistarsi talune verità. Io non me le ero conquistate pienamente, neanche laureandomi in Storia e dedicando quindi anni allo studio. Oggi però le cose incominciano a cambiare, se non fosse che proprio oggi  il presidente Napolitano ha dichiarato che presto i Palestinesi avranno una ambasciata in Italia. Una Vittoria di Vittorio?
Milad Ayyash, palestinese di 17 anni ucciso
dagli Israeliani il 13-05-2011. L'ultimo di migliaia.
 Ci vuole tempo per riuscire ad approfondire e superare la mistificazione e la corruzione dell' industria mediatica. Chi è oppresso dai bisogni primari, è difficile che riesca ad avere energie mentali sufficienti per capire che il panino che viene proposto tutte le sere dal TG1, ha dentro prodotti scaduti e non genuini. Dobbiamo sforzarci però, per onorare la Vita. Vittorio sul suo blog scriveva prima di ogni altra cosa "Guerriglia alla prigionia dell'Informazione. Contro la corruzione dell'industria mediatica, il bigottismo dei ceti medi, l'imperdonabile assopimento della coscienza civile. La brama di Verità prima di ogni anelito." Ora, La Freedom Flotilla 2, a cui partecipano più di 20 nazioni del mondo, è una nuova grande impresa di solidarietà, anche italiana per il tramite della nave "Stefano Chiarini", per aiutare i Palestinesi della Striscia di Gaza, sottoposti da quattro anni ad un assedio illegale e disumano da parte dello Stato di Israele, con la complicità attiva degli U.S.A. L’assedio di Gaza deve finire. L’oppressione del popolo palestinese deve finire. Il mondo intero deve aprire finalmente gli occhi davanti al crimine di un milione e mezzo di persone rinchiuse nel più grande campo di concentramento mai conosciuto nella storia. L’obiettivo che si prefigge la Freedom Flotilla 2 è di raggiungere Gaza via mare, attraverso le acque internazionali e quelle di Gaza stessa, per portare aiuti umanitari alla popolazione civile e chiedere l’immediata cessazione dell’assedio illegale di Gaza e l’occupazione illegale dei territori Palestinesi; è un obiettivo perfettamente legittimo, nella piena legalità del diritto internazionale. Non tutti potranno salire sulle navi della Flotilla dirette a rompere l’assedio di Gaza e della Palestina. Quindi: anche chi resta a terra è potenzialmente un attivista imbarcato sulla Flotilla e deve comportarsi di conseguenza. Per questo oggi ho provveduto a donare 20 euro (10 euro per conto mio e 10 per conto dell' amica M. che ha condizionato positivamente la mia vita). Poi ho pensato al fatto che Vittorio Arrigoni non potesse più donare materialmente all'International Solidarity Movement e quindi ho donato 10 euro a quell'associazione, per conto suo. Israele, ecco come ti dichiaro la PACE: sostenendo via mare la Freedom Flotilla e via terra la International Solidarity Movement. Aiuti umanitari e solidarietà via mare e interposizione non violenta dei pacifisti a terra. Se tutti donassimo 10 euro, la PACE sostituirebbe il mercato delle bombe a cui anche il governo italiano va a fare la spesa tutti i giorni. Quindi, grinta, grinta e grinta per Rachel Corrie, per Tom Hurndall, per Vittorio Arrigoni, per le migliaia di palestinesi, moltissimi bambini, uccisi barbaramente da chi, dopo aver subito un genocidio, ne sta perpetrando a sua volta un altro.

sabato 7 maggio 2011

A te studente del futuro. Scrivi e racconta del poeta Vittorio Arrigoni che riuscì ad andare oltre la siepe del Leopardi.

Vittorio Arrigoni poeta della Pace
maledetto dalla Guerra. 
Questo post si rivolge al futuro, agli studenti del futuro che un giorno bramosamente cercheranno emozioni per diletto o semplicemente ispirazione per scrivere una tesina. Benvenuti. Non posso rivolgermi agli studenti contemporanei, pochi "sono restati umani", per dirla come il compianto Vittorio Arrigoni, scomparso da pochi giorni. Un giorno quando tu leggerai, probabilmente i libri scolastici nel frattempo avranno reso merito a Vittorio Arrigoni che allora verrà sicuramente ricordato come uno straordinario pacifista che riuscì a sconfiggere anche con la poesia la standardizzazione e l'omologazione involutiva che sta assotigliando e anestetizzando l'anima e lo spirito degli esseri umani. Verrà ricordato anche come uno dei poeti italiani più importanti degli inizi del secolo XXI. Questo è proprio il mio appello. Scoprite e scrivete del poeta Vittorio Arrigoni. Nel blog di Vittorio, a cui sto lavorando alacremente anche per mettere in sicurezza il materiale, fondamentale per la memoria storica, che al momento giace sulla sabbia di un bagnasciuga esposto ad una repentina onda cancellatrice (israeliana, non si sa mai..), troverete sparse qua e là molte poesie. Ho già riportato la poesia del suo Battello Ebbro. Ora ne riporto un'altra, sperando vi sia da stimolo per cercarne altre e conservarne traccia per condividerle. Cercate e scoprite. Senza nulla togliere alla profondità del Leopardi, io testimonio di come fin da subito ho intuito come Vittorio Arrigoni sia riuscito a "scavalcare la siepe" ed ad arrivare con grinta in una dimensione sconosciuta che spero gli studenti del futuro potranno cogliere pienamente nella sua grandezza. Vittorio poeta della Pace maledetto dalla Guerra.


Ci sono mani concepite per la distruzione,
per brandire spade e mettersi a capo di eserciti di indomiti omicidi,
che non conoscono pietà accecati dall'odio.

Ci sono poi altre mani che vengono dopo,
a ricucire le ferite, raccogliere le macerie,
semplicemente a tendersi nell'offrire quei gesti solidali
che sono la motrice della speranza.


Queste mie mani segnate da bruciature di sigarette,
poco ingegnose per un'epoca di sovrapproduzione modaiola,
buone solo per disegnare castelli nell'aria di iperbole utopiste,
mani troppo abili a versarsi quell'ultimo bicchiere di troppo,
preferiscono comunque appartenere a chi sa offrire,
piuttosto che ferire.


Conoscono ancora la tenerezza di una carezza,
su di un viso imperlato di lacrime.
L'orgoglio di una stretta di mano sincera,
preambolo di ogni amicizia possibile e disinteressata.

Metterò quindi a disposizione queste mie mani
e la forza delle mie robuste braccia,
ai palestinesi del campo profughi (*).
 
Oltre ad aiutare nella ricostruzione,
ci sarà tempo per le mie mani anche di levare al cielo quei tanti bimbi sfortunati
rilegati nel dimenticatoio di un orfanotrofio pericolante.

Parto fra qualche ora,
sostenuto da miei ideali di giustizia mai saturi
e da tutte quelle persone con cui ne ho condiviso le lotte.

Vittorio

 
(*) di Nahr el Bared in Libano, raso al suolo dall'esercito, la battaglia è terminata ieri, ora già tempo di ricostruire, e di lenire le piega di questa ennesima atroce sofferenza. La vicenda di Nahr el Bared, risolleva la questione del diritto di ritorno dei profughi palestinesi, e se non per tutti, quantomeno ad ognuno deve essere garantita una terra dove vivere con eguali diritti a tutti gli altri uomini.

giovedì 21 aprile 2011

Un vincitore è un sognatore che non hai mai smesso di sognare. Vittorio Arrigoni, un vincitore.


Il video che ho riportato sopra è per uno scherzo del destino il testamento del pacifista italiano Vittorio Arrigoni, ucciso in Palestina. Vittorio dice: "Io che non credo alla guerra, non voglio essere seppellito sotto nessuna bandiera. Semmai voglio essere ricordato per i miei sogni. Dovessi un giorno morire, fra cent'anni, vorrei che sulla mia lapide fosse scritto quello che diceva Nelson Mandela: un vincitore è un sognatore che non hai mai smesso di sognare. Vittorio Arrigoni, un vincitore.
Ci sono coetanei di Vittorio, i cretini dell'effimero, che fanno ore ed ore di coda per tentare di entrare in un reality show, dichiarando poi che "loro ce l'hanno fatta". Come se quel successo, potesse significare qualcosa. Vittorio faceva ore di coda sotto al sole ai disumani check-point israeliani. Vittorio Arrigoni, un vincitore.

Vittorio Arrigoni a Tangeri (2003)

Ogni tanto navigate sul bellissimo blog di Vittorio Arrigoni, ucciso barbaramente a Gaza il 15/04/2011. L'eredità più importante che ci lascia Vittorio infatti è il suo pensiero. Ho voluto per questo leggere alla lettera tutto il suo blog che è uno dei libri più belli che abbia mai letto. Nel 2004 postava centinaia di post, poi ha incominciato a curare più la qualità che la quantità. Ho voluto riassumere i punti più salienti qui di seguito, come ad impossessarmi del suo pensiero e della strada che ha voluto indicarci. Di una cosa sono certo; Vittorio Arrigoni farà rumore anche da morto. Una sorta di nuovo Che Guevara è nato. La sua scomparsa segnerà un punto fermo in quel bisogno di eroi e di miti che affligge i giovani. Vittorio Arrigoni è un buon esempio; era prima di tutto uno con le palle. Le idee chiare sull'eutanasia, sulla vittoria dello spirito sul corpo (accenna a questi temi in questo post) Vittorio Arrigoni ci ha raccontato di come i soldati israeliani abbiano ucciso barbaramente Tom Hurndall, uno studente Inglese, sparandogli nonostante avesse indossata la giacchetta recante le vistose croci rosse del pronto soccorso medico (da allora racconta Vittorio Arrigoni non le indossiamo più, puntano alle croci) Vittorio ricorda nel suo blog come "Tom è uno spirito che ci accompagna sempre, che sprona al coraggio d'azione contro ogni sopruso e ogni forma di ingiustizia in ogni parte del mondo." Vittorio Arrigoni sapeva di rischiare di morire e con riferimento alla morte di Tom, afferma in un post di essere anch'egli disposto a giocarsi la vita.

Tom Hurndall  (27 November 1981 – Gaza 13 January 2004)


Una immagine tratta dal blog di Vittorio Arrigoni

Vittorio Arrigoni parla anche di come i mass-media amino la sofferenza e come ogni telegiornale e tutti i quotidiani celebrino l'infelicità. Ci racconta del programma di Lula "Fame Zero". Tutti argomenti tabù nelle nostre televisioni. Vittorio dava voce a Beppe Grillo.  Vittorio guardava al regista Michael Moore. Vittorio era contento per il record di nascite in Italia nel 2003 ringraziando per questo gli immigrati. Vittorio guardava disgustato a George Bush. Vittorio guardava a Simona Torretta e Simona Pari. Vittorio ha riportato nel suo post le volontà di Enzo Baldoni sul suo ipotetico funerale, che avrebbe dovuto essere allegro e spensierato. Quello del funerale è un post da leggere. Vittorio era un vero pacifista. Le lettere che scrisse a Enzo Baldoni durante i terribili momenti della sua prigionia poi conclusasi tragicamente, sono un qualcosa di straordinario. Bushleaguer dei Pearl Jam era una canzone che piaceva a Vittorio. Rock against the war. Ascoltiamola.



Vittorio trovava incostituzionale e razzista la legge Bossi-Fini. Vittorio in un post ci dimostra come questa legge uccida e mieta vittime innocenti. Quest'ultimi muoiono tra le sofferenze più atroci: per il troppo caldo, soffocate lentamente in un qualche bagagliaio, nel disperato tentativo di arrivare in Europa.


Una bellissima immagine che ho trovato nel blog di Vittorio Arrigoni.

Vittorio sapeva che nella scuola Diaz erano avvenuti soprusi e abusi d'ufficio da parte della Polizia di Stato. Vittorio guardava ad eroi quali Francisco "Chico" Mendes, fondatore di un movimento ecologista, assassinato il 22 dicembre 1988 per essersi opposto alla devastazione dell'Amazzonia. Vittorio ci dimostra come Saddam Hussein fosse divenuto perfino cittadino onorario di Detroit, idolatrato come Gheddafi, prima che fosse conveniente muovergli una guerra contro. Vittorio faceva rimbalzare notizie di ingiustizie che subiscono le popolazioni contadine nel mondo: Indiani della Colombia, I Vedda dello Sri Lanka, i Boscimani Gana e Gwi. Vittorio promuoveva lo Sleepout, la notte dei senza fissa dimora, per sperimentare cose significhi una notte passata nel freddo della strada. Vittorio crede nella cannabis terapeutica per i malati. Vittorio riportava fedelmente il pensiero di Gino Strada. Vittorio era vicino agli operai degli stabilimenti Fincantieri che "costruirono le stelle del mare, li trafisse la polvere (amianto), li uccise il profitto". Vittorio era spaventato dal  basso tasso di lettura degli italiani. Vittorio credeva nella pet-therapy, assistenza ai malati con gli animali. Vittorio riporta di una notizia di una casa trasformata in uno spinello, grazie ad un barbecue ed ad un ventilatore. Vittorio considerava la guerra in Iraq illegale.


Vittorio era contro la caccia e contro le politiche del centrodestra italiano di favorirla. Vittorio era contro la privatizzazione dell'acqua: "L'Acqua fonte di vita, l'Acqua bene pubblico per eccellenza, l'Acqua bene comune dell'umanità, rischia di essere consegnata nelle mani di chi la vuole trasformare in merce, quotare in Borsa, limitare a un affare per pochi". Vittorio avrebbe voluto trasformare i tracciati ferroviari dismessi in percorsi ciclopedonali. Vittorio pensava che Andreotti fosse sostanzialmente mafioso, perchè ha intrattenuto amichevoli relazioni con gli esponenti di spicco della cosiddetta ala moderata di Cosa Nostra. Vittorio credeva che il debito dei paesi del Terzo Mondo con l'occidente sviluppato andasse cancellato. Vittorio cita Johann Wolfgang von Goethe “Il codardo minaccia quando è al sicuro”.Vittorio constatava con preoccupazione e amarezza come vi fosse stata una resa del giornalismo indipendente alle "ragioni della guerra".


Falluja prima e dopo l'arrivo della democrazia (Yousuf Abedlaki)

Vittorio guardava all'agonia del Darfur. Vittorio era letteralmente innamorato dell'operato di Enzo Baldoni. Vittorio guardando a Terminator, il presidente della California ci ricorda come "chi confonda il culturismo con la cultura è pericoloso, perchè confonde la forza con la ragione". Vittorio guardava all'inquinamento delle nostre città. Passeggiare per le nostre città dice che è come fumare continuamente sigarette. Vittorio guardava alla popolazioni aborigene australiane a cui lo Stato ha confiscato la terra che possedevano da migliaia d'anni. Vittorio sapeva che si è scomodi per chiunque voglia uno scontro tra civiltà. Gli opposti estremismi vedono di cattivo occhio qualunque cosa si muova al di fuori di questa logica. Vittorio guarda come Enzo Baldoni a storie come quelle di Mohammed, un ragazzo iracheno di poco più di venti anni che vive a Baghdad. Come molti della sua età si sposò giovane e aspetta il suo primo figlio quando la guerra arriva a devastargli per sempre la vita. Nel suo caso è un attacco statunitense a cambiare il corso delle cose, come capita a tanti iracheni. Mohammed vede morire la moglie e il bimbo che lei portava in grembo durante l’attacco e perde entrambe le gambe all’altezza delle ginocchia. Vittorio scriveva di proprio pugno di "essere stimolato alla meditazione, alla mediazione fra anima e carne. Alla riappropriazioni delle nostre poderose facoltà spirituali. Al controllo del nostro corrotto corpo, una possibilità per prendere distanza dal mondo materiale in cui ci " costringiamo" a far parte. L'autodisciplina e la determinazione del sè come essenza spirituale e mentale prima ancora che carne e pulsione sessuale o ingordigia affamata." Vittorio guardava agli Islamici come a dei fratelli che "aspirano ad una mezzaluna piuttosto che ad una croce."

Immagine nel blog di Vittorio Arrigoni ritrae una bambina palestinese a sinistra in una classe a Gaza e a destra una bambina in una qualsiasi scuola del mondo.
Vittoria ci ricorda che non sono state trovate armi di distruzione di massa in Iraq, dopo l'invasione. Vittorio ci ricorda amaramente il motto di Thomas Jefferson "La nostra libertà dipende dalla libertà di stampa, ed essa non può essere limitata senza che vada perduta", a proposito del conflitto di interessi di Silvio Berlusconi. Vittorio ha ripreso i risultati di una ricerca svedese che ha dimostrato come aumenti l'incidenza dei tumori all'orecchio utilizzando il cellulare. Il rischio di neuroma acustico aumenta di quattro volte nelle persone che usano il cellulare da oltre 10 anni. Quando questa notizia mi era stata riportata da un amico, non ci avevo dato sinceramente molto peso. Ora ritrovarla sul blog di Vittorio, mi ha convinto. Vittorio lavorava per l'incontro tra le culture e per far prevalere le ragioni della pace su quelle della guerra. Vittorio dava voce a Marco Travaglio e Peter Gomez, accorgendosi di come personaggi quali Biagi, Santoro, Luttazzi, Sabina Guzzanti, Paolo Rossi fossero oggetto di censura. Vittorio ci racconta di una bambina palestinese di 13 anni sulla quale è stato scaricato in intero caricatore da parte di un soldato israeliano.

Immagine tratta dal blog di Vittorio Arrigoni. Ritrae le promesse di Sharon.
Vittorio era a favore di campagna internazionale per una moratoria delle bombe cluster. Vittorio considera il legame tra pace e ecologia simbiotico. Vittorio guardava alla lotta di Luca Coscioni. Vittorio tifava per Greenpeace. Vittorio ci parla di 73 risoluzione dell'ONU contro Israele ma di nessuno guerra per farle rispettare. Vittorio ci parla del protocollo di Kyoto. Vittorio sapeva che per comunicare pace é necessario andare tra la gente. Vittorio ironicamente tifava G. Bush perchè è riuscito difatti  involontariamente a generare il più grande movimento pacifista della storia dell'uomo. Vittorio considera non futile il lancio di un sasso contro un carro armato israeliano. Un gesto simbolico. Ci vuole molto coraggio per affrontare con semplici pietre un mostro d'acciaio di 60 tonellate. Vittorio ha sottolineato nel suo blog quanto Lev Tolstoj disse sulla guerra "Ogni guerra, anche la più mite, con tutte le consuete conseguenze, la distruzione, le rivolte, i saccheggi, le rapine, gli stravizi, le uccisioni, con le scuse della necessità e della legittimità, con l’esaltazione delle gesta militari, con l’amore della bandiera e della patria, con le finte premure pei feriti, perverte in un solo anno più gente che non migliaia di saccheggi, d’incendi, di omicidi commessi durante un secolo da persone isolate spinte dalle passioni". Vittorio ha avuto tempo per leggere storie di desaparacidos peruviani. Vittorio era preoccupato del fatto che la macchina militare si sia impadronita del linguaggio e dei metodi del mondo del volontariato. I militari stanno sempre più interferendo con le attività umanitarie. In questo modo, risultano minati alla base i principi di neutralità, indipendenza e imparzialità, che dovrebbero essere le caratteristiche legittime di ogni intervento umanitario. Vittorio rimase scandalizzato per la strage impunita al Petrolchimico di Marghera. Vittorio cita "Walden ovvero la vita nei boschi" di Henry D. Thoreau, in un passo che vede l'uomo che lavoro trasformarsi in una macchina facilmente manovrabile. Vittorio riportava i NO alla guerra di Gino Strada. Vittorio amava il commercio equo e solidale. Vittorio ricordava ai vescovi che il silenzio sui fatti di Falluja è peccato. Vittorio si era accorto che il progresso civile spinge spesso verso un continuo egoismo ed invididualismo.

Per Vittorio Arrigoni il lancio di un sasso contro un blindato israeliano è un gesto simbolico, non futile.
 Vittorio ha riportato una frase attribuita a Marwan Barghuthi: "Israele deve abbandonare il mito che sia possibile avere pace ed occupazione al tempo stesso, che sia possibile una coesistenza pacifica tra padrone e schiavo". Vittorio osteggiava il nuovo ordinamento giudiziario proposto dal centrodestra. A Vittorio non passa inosservato il fatto che il panfilo Te Vega di Callisto Tanzi appartenesse al gerarca nazista Goering. Vittorio considerava Emilio Fede la vergogna del giornalismo italiano. Vittorio si è accorto che Simona Pari e Simona Torretta una volta liberate, sono state imbavagliate dalla stampa italiana perchè continuavano a chiedere il ritiro delle truppe. Vittorio riportava discorsi storici di Arafat. Vittorio ha riportato per intero l'inchiesta dell'Economist su Berlusconi. Vittorio ha pubblicato sul suo blog una delle più belle lettere scritte da una madre di uno dei tanti soldati americani impegnati al fronte. Vittorio era davvero attento alle vicende della Palestina e alle elezioni presidenziali americane, come se le due vicende vivessero in simbiosi. Vittorio riportava il pensiero di Wangari Maathari, premio Nobel per la pace 2004: "Quando pianto un albero, io getto un seme di pace e di speranza, e assicuro il futuro dei miei figli". Per Vittorio l'uomo dell'anno è un ragazzino di 14 anni, Ali Abbas, un ragazzino che perse l’intera famiglia in un bombardamento sull’Iraq e si risvegliò senza braccia in un letto d’ospedale. Ali Abbas è diventato un pittore. Dipinge con i piedi. Vittorio riportava nel suo blog preghiere bellissime.

Il muro che sta costruendo Isreale. http://stopthewall.org/
Vittorio sottolinea un passo di Simona Torretta: "Molti iracheni dicono che con Saddam non avevano la liberta' di parola ma avevano quella di sognare, oggi hanno la libertà di parola ma non hanno piu' sogni". Vittorio riporta un discorso di Gandhi, in cui il l'uomo di pace asserisce che gli ebrei possono stabilirsi in Palestina soltanto col consenso degli arabi. Sarebbe chiaramente un crimine contro l'umanità costringere gli orgogliosi arabi a restituire in parte o interamente la Palestina agli ebrei come loro territorio nazionale. Gandhi suggerisce agli arabi di mettere in atto una resistenza non-violenta ma in finale afferma: "Ma in base ai canoni universalmente accettati del giusto e dell'ingiusto, non puo' essere detto niente contro la resistenza degli arabi di fronte alle preponderanti forze avversarie". Vittorio considerava i Palestinesi una popolazione indifesa, che ogni giorno subisce il terrorismo e la violenza dell'esercito israeliano, privo di pietà anche nei confronti di donne e bambini.





Vittorio aveva firmato di suo pugno questo passo dedicato a Arafat: "Se ne Vanno da questo mondo gli uomini di pace, ai disperati inseguitori di una libertà che è ancora illusione, ai combattenti per la giusta causa, viene a mancare la Voce Guida." Dopo la morte di Vittorio, questo passo vale anche per lui. Vittorio continua il suo post in cui si è firmato "Vik" dicendo "La storia sebbene rimasta orfana di grandi anime insegna che gli oppressi alla fine l'hanno sempre vinta sugli oppressori e tu Arafat che sei stato il rais di tutti i palestinesi viventi ora lo sei anche di quelli passati all' altra dimensione, dove non esistono check point e la bandiera della Palestina è libera di sventolare sprigionata da ogni filo spinato.". Vittorio era molto attento alla condizione carceraria in tutto il mondo e si batteva contro la pena di morte. Vittorio diffondeva notizie sulla tortura. L'orrore per gli abusi, le torture e le esecuzioni di prigionieri iracheni da parte dei militari d'occupazione anglo-americani non sono "pochi incidenti isolati" perpetrati da "mele marce". Sono la punta di un iceberg di violazioni dei diritti umani e torture di cittadini iracheni, inclusi donne e bambini, sistematiche e diffuse. La tortura è stata praticata sistematicamente nelle prigioni d' Israele contro i detenuti palestinesi fin dall'occupazione della Palestina del 1967. Le prigioni israeliane sono modellate sul tipo delle carceri del Gulag. Sono state dimostrate notevoli somiglianze tra i metodi d'interrogatorio usati dai SS israeliani e le forze USA in Iraq. Essi includono privazione del sonno, percosse violente, abusi sessuali, scosse elettriche e costrizioni in posture dolorose.


Africa Unite - Bob Marley

Vittorio difendeva giudici come Clementina Forleo. Vittorio aveva a cuore l'importante lavoro dei giornalisti, come Giuliana Sgrena. Vittoria deride le televisioni che invece di impegnarsi in riflessioni profonde, si interrogano se dopo il maremoto l'isola di Sumatra si sia spostata di trenta metri, poi trenta centimetri, poi cinque, otto, ventinove, è più alta, più bassa, più larga, più stretta, si è girata su stessa e alla fine se n'è andata completamente, l'han vista ad Alassio, vicino alla Gallinara. Vittorio credeva che persone come Daniele Luttazzi siano la dimostrazione che in Italia c'è un regime. Vittorio assieme ad altri caschi bianchi, si era accorto che i coloni scacciano i pastori palestinesi dai loro pascoli. Vittorio si dispiaceva nel 2005 per la morte di Zuhir al-Yahiyawi, blogger perseguitato in Tunisia e riportava sempre nel 2005 "Sarebbe bene che un Paese democratico come l'Italia, le sue forze politiche e sindacali, i parlamentari e il governo facessero sentire al governo della Tunisia (Paese dal fortissimo interscambio commerciale e turistico con l'Italia) tutta l'indignazione e la protesta per le violazioni dei diritti umani dentro e fuori la Rete, per non rendere inutile il sacrificio di questo giovane blogger". Tra il 2010 ed il 2011 i Tunisini si sono liberati da soli. Vittorio riporta il racconto di Giuliana Sgrena che al momento della sua liberazione era stata messa in allerta sui suoi rapitori dal grilletto facile degli americani. Poco dopo, Nicola Calipari le morirà addosso perchè gli Americani avevano crivellato la loro auto.

Una pattuglia americana apre il fuoco contro un'auto civile a Tel Afar, Iraq. Nell'auto vi e' una famiglia, composta dai genitori e da cinque bambini. I genitori restano uccisi;  i bambini, insanguinati e terrorizzati, entrano a far parte dell'infinita schiera degli orfani di guerra. Tratto dal blog di Vittorio Arrigoni.

Vittorio riporta in una poesia premonitrice, l'immagine di un Battello Ebbro di sola andata che naviga contro gli "orrori del mondo" conscio del proprio "richiamo al dovere". Vittorio scrive nella medesima poesia che "brillerà anche per coloro che non hanno osato, perchè non è una resa schivare i domini della morte". Vittorio non poteva dimenticare il barbaro assassinio di Rachel Corrie da parte degli israeliani.


Rachel Corrie  (10 aprile 1979 – Rafah, 16 marzo 2003), nell'immagine, fu ferita a morte a soli 23 anni mentre protestava contro l'occupazione israeliana, nel tentativo di impedire ad un bulldozer dell'esercito israeliano di distruggere alcune case palestinesi.
Vittorio considera Ratzinger un pagliaccio per la durezza dogmatica, la chiusura mentale, l'intransigenza. Vittorio è molto critico verso le gerarchie cattoliche. Vittorio vedeva lontano un miglio il conflitto di interesse intorno al premier Silvio Berlusconi. Vittorio faceva parlare Margherita Hack. Vittorio guardava ai neoconservatori iraniani come ai neoconservatori americani ossessionati dai neri e dai comunisti, figli entrambi dell'odio. Vittorio era preoccupato per l'ingrossarsi in Italia del partito degli Ignavi, gli indifferenti cinici. Scriveva Vittorio "Quelli che io definisco appartenere al partito degli Ignavi. Gli Ignavi, sempre disinteressati verso qualsiasi cosa valga la pena discutere, attivarsi, mobilitarsi, in altre parole vivere. Menefreghisti che diresti catatonici senonchè vederli improvvisamente ri-animarsi quandunque qualcosa possa favorire il loro personale tornaconto, non rendendosi conto che lo sviluppo di una coscienza civile globale migliora ogni condizione di vita." Vittorio sapeva che nelle piantagioni in Liberia di caucciù lavorano ancora degli schiavi per meno di un euro al giorno. Il caucciù serve alla Firestone, per lo spettacolo milionario della F1.

Patrick O’Connor, un amico di Vittorio Arrigoni e attivista di International Solidarity Movement, che fu anche incarcerato ingiustamente dagli Israeliani.

Vittorio scriveva "L'africa è già da tempo confinante con l'Italia, impariamo a scoprirla nelle nostre strade, dietro le nostre porte, con un gesto di amicizia e gentilezza, piuttosto che andare a cercarla su palchi dove bianchi cantanti fingono lacrimucce fiutando l'affare di apparire su di una ribalta dello showbiz così imponente." Vittorio diceva che "i coloni ebrei sono di quanto più inumano, fanatico e pericoloso abbia mia incontrato." Vittorio paragona la Striscia di Gaza a "Un usignolo in gabbia suscita la rabbia di tutto il cielo" (William Blake). Vittorio guarda a pacifisti come Turi Vaccaro che con l'ausilio di un martello distrusse a martellate la strumentazione di due F-16 della Nato. A proposito Vittorio disse queste fatidiche parole "Intendo dire che bisogna a volte antemporre alle fine ideologia la disperata azione, anche con la consapevolezza di doverne poi pagare le spese sulle propria pelle." Vittorio si era accorto che l'onorevole Daniela Santachè è un retaggio del fascismo. Vittorio era vicino a Daniele Luttazzi. Il manifesto politico di Vittorio era 1) la chiusura dei Centri di permanenza temporanea 2) il ritiro dei soldati dall'Iraq 3) liberalizzare la cannabis 4) abbandono del precariato e riforma fiscale progressiva attenta alle classi sociali più deboli 5) investire su fonti di energia alternative 6) antritrust effettiva e stop al controllo dell'informazione 7) stato laico, via i buttiglioni dal parlamento, insieme a tutti i pregiudicati 8) gli immigrati sono una ricchezza, devono esser aiutati a integrarsi, non ostacolati 9) diritti alle coppie di fatto e liberta di ricerca scientifica. Vittorio ci raccontava minuziosamente dei crimini commessi dagli israeliani, tutto quello che le televisioni italiane erano impegnate ad oscurare. Vittorio ci fa notare come Gesù Cristo entrò a Gerusalemme a dorso di un mulo e papa Ratzinger predilige BMW X5. Vittorio gridava ai conducenti di SUV: "siete corresponasabili della crisi energetica mondiale, dell'inquinamento delle nostre città che provoca tumori ed altre gravi malattie, delle stragi di innocenti sulle nostre strade."
Il sito web dell'International solidarity movement ricorda il combattente per la pace Vittorio Arrigoni

Vittorio riportava "Non ho paura delle parole dei violenti, ma del silenzio degli onesti" (Martin Luther King), "Essere uomo è un mestiere difficile. E soltanto pochi ce la fanno" (Hemingway), "solo i morti hanno visto la fine della guerra" (Platone), "Libertà significa dire agli altri quello che gli altri non vogliono sentirsi dire" (George Orwell), "Non condivido la tua opinione ma sono pronto a morire affinchè tu possa esprimerla" (Voltaire), "Perché avere paura della morte? Quando ci sei tu non c'è lei, quando c'è lei non ci sei tu" (Epicuro). Vittorio vomitava al solo sentire le proposte del boia-castratore Roberto Calderoli. Vittorio dice infatti che dalle sue dichiarazioni del politico si deduce un'Italia ai cui angoli delle strade,c'è uno straniero con la patta aperta pronto a saltare adosso e stuprare le nostre indefese donne (di puro pedigree italico). Vittorio scrive di suo pugno "Concludendo, Guerrilla Radio imputa la diffusione di un razzismo strisciante, ancor più che alle dicharazioni del Calderoli, alla rappresentazione mediatica che i palinsesti telegiornalistici propipano alle coscienze (poco coscienti) per catturare share. Giocando sul magnetismo che pervadono gli eventi traumatici, puntando continuamente l'indice verso pochi isolati delitti che hanno come responsabili stranieri sul nostro territorio. Media servi catodici di un governo, i cui ministri ci conducono verso una società sempre più multirazzista." Vittorio considerava la Fallaci una "scrittrice" di libri al vomito dai quali ne estrapolano il manifesto ideale gli exnofobi-semianalfabeti padani. Stessa cosa per Giuliano Ferrara, che da solo consuma per un intero villaggio africano. Vittorio, che nonostante la sua stazza era cardiopatico, ci racconta di come venne torturato dagli israeliani. Fu la prima volta nel suo blog, dove scoprì il suo alias guerrillaradio dichiarandosi con nome e cognome vittorio arrigoni.  Essendo una persona non violenta, piuttosto che muovere violenza verso qualcuno fu disposto a infliggersela a se stesso. Iniziò quindi a tagliarmi, prima il viso, poi un braccio, infine la mano, pensando che la vista del sangue placasse la ferocia dei suoi aguzzini. Nel raccontare l'accaduto di se Vittorio racconta: "Vivo un vita tranquilla, sono una persona piuttosto solitaria che trascorre le ore libere dal lavoro con gli amici, o accompagnandomi a un buon libro. Non svolgo alcuna attività politica qui in Italia, se si esclude la gestione di un blog in cui cerco di riflettere sui temi della cronaca quotidiana. (http://guerrillaradio.iobloggo.com/) Una volta all'anno parto per partecipare a progetti umanitari fuori dall'Italia in cui presto il mio lavoro volontario. Sono stato in Europa dell'Est e in Africa, a costruire orfanotrofi, ostelli per senza tetto, ristrutturare ambulatori, centri comunitari. In Palestina aderisco ai progetti dell'International Solidarity Movement (Ism), perché li ritengo al momento i migliori per lo stato di urgenza dovuta all'occupazione israeliana, ma mi sento libero anche in futuro di partecipare ad altri progetti con altre organizzazioni."







Vittorio sosteneva che Israele debba capire che la presenza di internazionali in Palestina, che lavorano per la pace, non è una minaccia, ma appunto un incentivo al processo di pace fra palestinesi e israeliani. Sono parole sue "la presenza di cittadini italiani, inglesi, spagnoli o americani in Palestina funge da deterrente alle continue violazioni dei diritti umani da parte dell'esercito israeliano, e da ciò ne trae beneficio Israele stesso, perché violenza genera sempre violenza, e una Palestina libera dall'occupazione militare sarebbe la migliore garanzia di sicurezza per i cittadini isrealiani." Vittorio scrisse di suo pugno:

Memore di tutti gli insegnamenti della mia più stretta ascendenza,
non retrocedo dinnanzi al manganello fascista
ne allo stivale israeliano che calcia la mia faccia.


Così come i palestinesi
traggono nuova linfa di rivincita da ogni sconfitta,

nuovo rigore e sostanza
dal sangue dei loro morti,


del mio sangue sono disposto a sporcare le coscienze dei miei possibili aguzzini,
sinchè il sangue non sarà il rosso della loro vergogna
sinchè il sangue non sarà il semaforo rosso alla loro violenza
sinchè il sangue non sarà il colore del tramonto
della malattia dell' odio.

Vittorio Arrigoni un compagno di giochi per i bambini palestinesi.


Vittorio è convinto che il muro che stanno costruendo gli israeliani sia come quello di Berlino, da abbattere. Vittorio diceva che considerava uno dei suoi maestri padre Alex Zanotelli ed il suo mensile di informazione Nigrizia. A Vittorio piacciono le vignette (soprattutto Vauro), "sono una piccola forma d'arte, in un breve tratto di pennarello, possono tracciare multiformi significati, hanno la capacità di far sorridere e insieme indignare. In un millesimo di secondo, per le vignette migliori, basta uno sguardo sfuggente." Vittorio dava spesso voce al giornalista scomparso Tiziano Terzani, che guardava alle cause che generano il terrorismo. Vittorio guardava alla morte di Enzo Baldoni e Nicola Calipari e non di Fabrizio Quattrocchi. Vittorio era schifato per il fatto che Casini abbia supportato fino all'arresto Cuffaro, in odore di mafia. Vittorio ammirava Falcone e Borsellino. Vittorio accusava Israele di adottare tecniche naziste per opprimere e genocidare la popolazione civile palestinese. Vittorio amava gli animali al punto da scrivere bellissime poesie. Vittorio criticava quei pali dove i cavalli muoiono. Vittorio ringraziava il governo Prodi con queste parole: "Mai non avrei mai pensato di dover rigraziare il governo Prodi, non certo da queste pagine, ma il sostegno che il suo governo ci ha dato per la nostra missione, nell'accompagnamento del viceministro agli Esteri Patrizia Santinelli su di un aereo governativo, dimostra ancora di più il cambiamento benevole che lentamente sta avvenendo nel nostro Paese. E'gratificante avere un poco le spalle coperte da un governo che protegge e sostiene i suoi cittadini impegnati in opere di volontariato in zone ad alta tensione. Specie per la mia persona, dopo il completo assenteismo del ex-governo di centodestra quando fui ingiustamente segregato nelle prigioni israeliane."







Vittorio mostrava nelle foto i crimidi di guerra israeliani. Vittorio era andato anche in Congo come osservatore internazionale. Vittorio salutava con affetto Angelo Frammartino, un volontario ucciso da un palestinese nel pregevole intento di riunire chi la guerra crede di recidere. Vittorio alla fine di ogni suo intervento scriveva spesso "inshallah" (se dio vorrà). Vittoria diceva che i coloni israeliani che sono quanto di meno umano gli fosse capitato di incrociare in vita e lo dimostrava con i fatti riportarti nel suo blog. L'elenco dei morti palestinesi ignorati dai nostri mass media è significativo. Vittorio metteva in ridicolo la Chiesa Cattolica mostrando atroci incongruenze: hanno vietato i funerali a Piergiorgio Welby e li hanno fatti a Pinochet. Vittorio a tal proposito scriveva "Piergiorgio crocifisso dallo stato su una macchina respiratoria per lunghi anni, e ora da morto ancora lapidato dai sanpietrini della morale dei soliti corvacci ecclesiastici". Vittorio diceva di non simpatizzare per Hamas ma era preoccupato quando si tentava di ribaltare il risultato delle elezioni. Vittorio è dalla parte di Muhammad Ali che si rifiutò di andare a combattere in Vietnam. Vittorio tenta di spiegare cosa sia la Nakba. Vittorio non capiva come facesse Israele ad impugnare la tragedia del suo Olocausto come strategia ritorsiva contro chi critica e denuncia il razzismo, la confisca delle terra, la negazione dei diritti umani e ogni crimine di guerra compiuto contro la popolazione palestinese. Vittorio ci racconta di una bambina che si chiamava Abeer Aramin, aveva 10 anni ed è morta dopo due giorni di agonia in ospedale. Colpita dagli israeliani appena uscita dall' Anata School for Girls, scuola nei pressi di Gerusalemme tristemente nota perchè a due passi dal Muro dell'Apartheid in costruzione, e perchè costante meta delle continue incursioni dei militari israealiani, che lasciano dietro di sè bimbi feriti, o come Abeer ferocemente assassinati. Vittorio ricorda come secondo l'ONU nel 2006 sono stati uccisi 34.452 civili iracheni, mentre altri 36mila sono rimasti feriti. Vittorio deprecava l'ampliamento della base militare americana di Vicenza, dicendo: "Ebbene il mio antiamericanismo si chiama dignità nazionale, desiderio di piena sovranità nel mio paese, e amore infinito per la pace."


Vittorio provava ribrezzo per senatori italiani quali Sergio De Gregorio. Vittorio scriveva: "Rachel Corrie non è dunque morta invano, se è vero e io l'ho potuto proprio in Palestina verificare, che il suo esempio, il suo straordinario altruismo, spinto ad un livello estremo, ha sospinto molti altri, uomini e donne, da diversi angoli del mondo dopo di Lei, ha ripercorrere quelle stesse vie di empatia e umana comprensione che sono l'unica chiave d'accesso verso l'evacuazione da ogni conflitto." Vittorio non guardava la televisione. Vittorio scriveva "Della gente di Palestina, ho sempre apprezzato l'eterogeneità, la genuinità del tessuto sociale. Per questo mi capitava di trovarmi a sedere in un caffè fumoso di arghile, allo stesso tavolo fra un ex-fedayn fedelissimo del compianto Arafat, il figlio di un imam con il corano sottobraccio, un vecchio libraio comunista che vende i pensieri di Gramsci (giuro) sottobanco, addirittura un giovane sarto che sognava di andare a fare lo stilista d'alta moda a Milano.
Così è altrettanto possibile per dei giovani palestinesi in quell'enorme prigione a cielo aperto che è Gaza fare dell'hip hop una nuova intifida musicale contro l'occupazione militare israeliana. Tramite la musica riuscire finalemente a dissolvere le enormi mura in cui Israele si illude di rinchiudere le anime oltre che i corpi emaciati dalla miseria. Sinchè quelle mura non cadano davvero rovinando fragorosamente sull'ipocrisia del mondo."




Vittorio diceva apertamente che "se la televisione degli adulti persiste nel presentare la donna sottoforma di puttana, non vedo perchè stupirsi qualora un bambino non esiti a mettere le mani sul collo di una compagna di scuola se quest'ultima non è solerte a sfilarsi le mutande da sola. Se l'ambiente familiare è così omofobico, da applaudire in standing ovation alle uscite naziste del ruini o del bagnasco di turno, eventi drammatici come il suicidio del ragazzo gay di torino saranno sempre più frequenti." Vittorio faceva il tifo per Gino Strada e la sua Emergency. Vittorio detestava l'odio di Oriana Fallaci e Magdi Allam. Vittorio non aveva remore a parlare dei preti pedofili. Vittorio si chiede quante "abuGhraib" esistono in Israele, con la differenza che da lì non fanno uscire foto. Vittorio in questo bellissimo post, ci ricorda di come in Italia il primo vero serial killer sia il lavoro, che uccide ogni anno centinaia di lavoratori. Vittorio era dalla parte delle donne e ne denunciava le violenze. Vittorio onorava i partigiani e condannava chi lavora per un revisionismo storico. Vittorio diceva che Abu Mazen è la vergogna di Arafat defunto e ogni sua dichiarazione assomiglia preoccupatamente sempre di più alle parole di Olmert. Vittorio avrà modo di dire di Tony Blair: "La storia ricorderà il leader britannico per essere stato fra i promotori e fautori del sanguinoso conflitto iracheno, per le enormi palle che raccontava alla vigilia della guerra, fra le altre quella secondo cui Saddam Hussein aveva le potenzialità di attaccare l'Europa in 45 minuti con armi chimiche. Verrà ricordato per aver illuso milioni di persone ponendosi come portatore di pace, mentre la realtà rivela aver regalato la morte o relegato ad una vita di terrore milioni persone."


Vittorio racconta a proposito delle govani vite spezzate palestinesi che lungo le spiagge di Tel Aviv o nelle sue discoteche la maggioranza della gente pare se ne sbatte se non commenta divertita a queste quotidiane stragi d'innocenti. Vittorio parlava di  Gerusalemme, capitale della sua Palestina, capitale invisibile di uno Stato segnato su nessuna mappa, ma coi confini ben impressi sulla terra col sangue da milioni di anime da decenni sofferenti. Vittorio in un post autobiografico scrive: "Ci sono mani concepite per la distruzione, per brandire spade e mettersi a capo di eserciti di indomiti omicidi, che non conoscono pietà accecati dall'odio. Ci sono poi altre mani che vengono dopo, a ricucire le ferite, raccogliere le macerie, semplicemente a tendersi nell'offrire quei gesti solidali  che sono la motrice della speranza. Queste mie mani segnate da bruciature di sigarette, poco ingegnose per un'epoca di sovrapproduzione modaiola, buone solo per disegnare castelli nell'aria di iperbole utopiste, mani troppo abili a versarsi quell'ultimo bicchiere di troppo, preferiscono comunque appartenere a chi sa offrire, piuttosto che ferire. Conoscono ancora la tenerezza di una carezza, su di un viso imperlato di lacrime. L'orgoglio di una stretta di mano sincera, preambolo di ogni amicizia possibile e disinteressata. Metterò quindi a disposizione queste mie mani e la forza delle mie robuste braccia, ai palestinesi del campo profughi di Nahr el Bared in Libano, raso al suolo dall'esercito, la battaglia è terminata ieri, ora già tempo di ricostruire, e di lenire le piega di questa ennesima atroce sofferenza. La vicenda di Nahr el Bared, risolleva la questione del diritto di ritorno dei profughi palestinesi, e se non per tutti, quantomeno ad ognuno deve essere garantita una terra dove vivere con eguali diritti a tutti gli altri uomini. Oltre ad aiutare nella ricostruzione, ci sarà tempo per le mie mani anche di levare al cielo quei tanti bimbi sfortunati rilegati nel dimenticatoio di un orfanotrofio pericolante. Parto fra qualche ora, sostenuto da miei ideali di giustizia mai saturi e tutte quelle persone con cui ne ho condiviso le lotte."



Vittorio ci racconta di come Israele adotta differenti metodi criminali, tra questi, i 543 checkpoint permanenti e i 610 temporanei usati per aggredire la popolazione palestinese. I soldati israeliani impediscono ai cittadini di transitare senza autorizzazione, di far entrare cibo, medicine e strumenti sanitari. I cancelli vengono aperti solo per pochi minuti al giorno. Vittorio non capiva perchè un pacifico senegalese che vende paccotaglia rischi l'arresto mentre Callisto Tanzi rischia di restare fuori dal carcere. L'unica spiegazione è che lo Stato faccia la voce grossa con lavavetri, accattoni e venditori ambulanti, mentre con i grossi taccia silentemente. Vittorio, con riferimento alla tragedia del Cermis, in cui i top gun americani si divertivano sfrecciando a bassa quota sulle nostre alpi provocando 20 morti, dimostra come l'Italia sia a sovranità limitata. Vittorio diceva "che la vita è terribile sotto l'occupazione israeliana, opprimente e terrorista, ma almeno per la maggior parte dei palestinesi vi è quasi la certezza di morire nella propria terra, sebbene insanguinata.Per i palestinesi profughi fuori dalla Palestina, c'è tutto il disagio esistenziale di vivere e morire un'identità strozzata dall'ostracismo dalla terra natia." Vittorio ricordava come 25 anni fa' falangisti cristiani agli ordini dello Shin Bet, il servizio segreto israeliano, sotto la direzione vigile del boia Ariel Sharon, allora ministro della difesa, entrarono nel campo profughi di Sabra e Shatila. Coperti dall’esercito israeliano, per tre giorni massacrano liberamente sino alla morte oltre tremila palestinesi, molte le donne e i bambini.

Il massacro di Sabra e Shatila, perpetrato con la complicità israeliana.

Vittorio gridava che "a Gaza si consuma nel silenzio dei media la più grande ingiustizia di questi tempi". Vittorio ci ricordava come sui 19 terroristi coinvolti nell'attentato del 11 settembre 2001, 15 erano dall'Arabia Saudita, 4 provenivano rispettivamente dagli Emirati Arabi Uniti (2), dal Libano (1) e dall'Egitto (1). Logicamente i responsabili andrebbero quindi ricercati in Arabia Saudita, invece l'Afghanistan senza alcun terrorista coinvolto ha dovuto subire l'ennesima guerra, perchè accusato di ospitare basi di addestramento dei terroristi. Vittorio chiedeva uno stato che si occupasse più del reale, piuttosto che degli umori di una piazza abilmente orchestrata dalle destre. Vittorio considerava Enzo Biagi IL giornalista italiano e biasimava l'editto bulgaro berlusconiano che lo tolse dallo schermo. Vittorio riportava questo scritto di Enzo Biagi: "Sto dall'altra parte, quella che simpaticamente il premier ha definito «coglioni». Credo che tutti i giovani, figli di ricchi o di poveri, debbano avere gli stessi diritti allo studio e uguali possibilità nell'affrontare la vita; credo nella magistratura, nella sua indipendenza, e che tutti possano difendersi qualunque sia il conto in banca, quindi non credo alle trame; credo nella libertà di espressione, cioè giornali e televisioni liberi di criticare il potere; credo che non debbano esserci prevaricazioni né leggi ad personam, per sé, familiari o amici; credo che la pace debba sempre vincere sulla guerra; infine credo che non si debbano imbarcare fascisti e neonazisti per un pugno di voti. Non mi fido di chi ha avuto cinque anni e li ha spesi male. E non ho mai sopportato quelli che fanno promesse e non le mantengono." (Enzo Biagi dal Corriere della Sera, 9 aprile 2006)



Vittorio dimostrava come si potesse rendere la vita ai palestinesi impossibile. Betlemme è circondanta da 78 ostacoli fisici, fra cui 10 checkpoint militari e 55 blocchi stradali. Vittorio diceva: "Io, Biga, I beati costruttori di pace, Arack, l'ammiraglio pacifista, Desirée Anita Ali-Fairooz, tutti quelli che a Vicenza c'erano e quelli assenti ma presenti spiritualmente, se questi, NOI, facciamo della contestazione una professione, beh forse per una volta stiamo lavorando per un datore di lavoro rispettabile: un mondo migliore." Vittorio aveva un cuore grande; passava davanti ai presidi dei metalmeccanici portando in dono un paio di bottiglie di lambrusco, per scaldare loro il morale. Chi lo avrebbe fatto?

“Il nostro è un paese senza memoria e verità, ed io per questo cerco di non dimenticare” ( Leonardo Sciascia)




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