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martedì 15 novembre 2011

Un adolescente di terza età in giro per il mondo in moto Guzzi con il Toporso.


Si chiama Claudio Giovenzana, uno psicologo, fotografo e videomaker di professione. Ama definirsi un “adolescente di terza età” per vari motivi, uno forse è la sindrome di Peter Pan, incurabile anche se ha 33 anni, un’altro è perchè sta viaggiando in moto da 3 anni e 50.000 km con il suo compagno di avventura, un orsacchiotto, il Toporso. La strada lo porta da tante parti, conoscendo gente, fotografando, facendo video e scrivendo taccuini. A lui piacciono le storie delle persone, le leggende, la ricerca della felicità. A lui piace il profumo dell'avventura, la vita on the road, i grandi scrittori di viaggio. Il suo sito internet http://www.longwalk.it/

mercoledì 19 ottobre 2011

Hogmany, il capodanno scozzese ad Edimburgo.

Edimburgo vista dal suo castello il 31/12/2010. Notate sulle mura del castello i candelotti dei fuochi pirotecnici che ci terranno con la testa all'insù; nel parco sottostante un grande palco che si affaccia sulla Princes street dove si terrà l'Hogmany.
Da anni ho preso la buona abitudine di scrivere sempre dei diari e dei resoconti sulle mie esperienze di viaggio, perchè ho intuito quanto potenzialmente sia importante per il futuro che sulla rete circolino informazioni ed immagini che possano consigliare o stimolare i viaggiatori, che vogliano mettere in movimento la propria anima.

Alberto Sciretti ad Edimburgo costretto a guidare a destra (preferisco la sinistra)

Non potendo neanche sognare di competere con la magia dei testi di capolavori quali l'Odissea di Omero, il Milione di Marco Polo, I viaggi di Gulliver di Swift ed Il Viaggio in Italia di Goethe, per citarne solo alcuni, posso semplicemente, e direi anche banalmente, postare immagini e video, con il rischio di aggiungere nelle didascalie i soliti commenti "bello", "troppo bello", "mitico", "fikissimo", anche perchè i potenziali futuri lettori saranno tra qualche anno in grado di capire e quindi apprezzare solamente queste parole. Ma questo non è un triste post decadentista sul strascicato e sempre più risicato lessico delle nuove generazioni, qui si parla nientedimeno che di Edimburgo, la capitale della Scozia. Dove dormire? Io personalmente, avendo noleggiato una macchina volendo visitare anche le Terre Alte, ho scelto di pernottare per un paio di giorni a 10 minuti da Edinburgo in un luogo magico e fiabesco: Kirkhill Mansion Bed and Breakfast. Cercatelo su google e prenotate tramite il sito www.booking.com che vi garantisce sempre il miglior prezzo (per prenotarmi l'alloggio utilizzo sempre quel sito).

Kirkhill Mansion Bed and Breakfast. Situato in un parco protetto di oltre 30 acri da scoprire passeggiando, si trova a sole 10 miglia da Edimburgo. Alla mattina facevo colazione scrutando i caprioli che furtivamente si avvicinavano alla Mansion. Da consigliare. Io ho utilizzato questa base di partenza anche per visitare le Highlands scozzesi. 
Interno del Kirkhill Mansion Bed and Breakfast 
Inutile dilungarsi molto sull'Hogmany, il capodanno scozzese, parlandovi dei fuochi dal castello e dei kilt che coloravano la festa; quante luci, va vissuto. Aristotele scrisse, 2.300 anni fa, che "come gli ubriachi, i giovani sono pieni di naturale ardore." Nel Racconto d'inverno di Shakespeare, un pastore si augura "Vorrei che non ci fosse età di mezzo tra i 10 e i 23 anni, o che la gioventù dormisse tutto questo intervallo; poiché non c'è nulla in cotesto tempo se non ingravidare ragazze, vilipendere gli anziani, rubare e darsi legnate". Assistere all'entusiasmo giovanile è però coinvolgente. Insomma prendete a morsi la vita e non siate mai sazi di scoprire; Hogmany è la festa per voi. Potete al limite informarvi visitando il sito internet ufficiale. Se volete un antipasto ecco il video che ho girato, che spero vi convinca. Buona festa.

Edimburgo, da me ripresa, poco prima della festa e le immagini direttamente dalla Hogmany.

Castello di Edimburgo
Vista dal castello di Edimburgo
Panorama dal castello di Edimburgo
Panorama dal castello di Edimburgo. 
Panorama dal castello di Edimburgo
Cimitero dei cani dei soldati scozzesi nel castello di Edimburgo
Dal castello di vede St Mary's Cathedral
Alberto Sciretti al castello di Edimburgo.
Panorama dal castello di Edimburgo
St Mary's Cathedral dall'entrata del castello.
Il castello di Edimburgo visto da una street luccicante dopo i festeggiamenti della mezzanotte.

Foto in esplorazione.


Ho scovato questa foto di Carsten Peter sfogliando il National Geographic, rivista impedibile per chi come me si sente in esplorazione. Questa foto, che riprende il Kanangra Main Canyon in Australia, può proprio rappresentare quello stato d'animo che le persone tendono a soffocare per una vita plastificata priva di emozioni. Invece essere lì, condividere quel momento con le persone che ami, è la vita.

domenica 2 ottobre 2011

In esplorazione sul Monte Baldo, dai grandi prati alla tavola. A pranzo picnic al grande albero, a cena tutti a mangiare da Maria.

Picnic al grande albero, a qualche centinaia di metri dalla malga Dossioli. Siamo in Trentino, quindi in un posto così suggestivo una mente illuminata ha deciso di posizionarvi un tavolo per permettere la piena fruibilità di questo angolo di paradiso.
Ieri, per il secondo sabato di seguito, mi sono recato sul Monte Baldo con tanto di ultima cena da fine del mondo da Maria al Rifugio Monte Baldo. Menù fisso a 15 euro euro per tornare in pianura ruttando dalla soddisfazione. Piatti trasognanti per dimenticare la crisi della pianura. Stavolta furbescamente mi sono giocato la carta "recensione". Ora vi spiego.
Alberto Sciretti, al grande albero sul Monte Baldo
Mentre servivano i primi, ho avvisato di aver lasciato questa recensione su Google map; non so come mai ma dopo averlo detto le mie porzioni già schifosamente abbondanti sul mio piatto trabordavano e mi veniva continuamente proposto il bis. Ruffiano? Io ho scelto di esternare e condividere sempre il mio parere. La condivisione delle proprie opinioni permette al tuo prossimo di ponderare meglio le proprie decisioni secondo le proprie necessità.  Amo questo paese, nonostante stia per lasciarlo; quando in esplorazione scopro luoghi incantevoli o come nel caso di Maria incontro persone che sanno fare il proprio mestiere a regola d'arte, condivido tale gioia nella speranza che altri dopo di me possano provare quelle emozioni. L'egoismo è un sentimento che non mi appartiene. La condivisione è il futuro. Proprio ieri sul Monte Baldo scuotevo il capo. In occasione del passaggio del Giro ciclistico della Padania i trogloditi  hanno riempito di scritte, "Padania libera", "W BOSSI" "Trento libera" la strada che da Avio porta a San Valentino. L'unica sensazione negativa della giornata. L'egoismo può confinarti nell'ignoranza (chi ha scritto  "Trento libera" non ha dato uno schiaffo all'Italia, ma alla propria intelligenza, visto che si può dire tutto tranne che il Trentino non sia già abbastanza autonomo). Perché alla mattina ed al pomeriggio scorazzavo libero in alcuni prati del monte Baldo? Non posso rispondere direttamente a questa domanda. Già lo feci con il video "le regole ingiuste vanno infrante" ma posso delegare questa foto scattata il giorno seguente a rispondere in modo esauriente. Il resto, spetta a voi scoprirlo.
Le mazze di tamburo chiuse si possono aprire come dei fiori, se vengono colte con il gambo e tenute in un bicchiere pieno d'acqua. Proprio ieri sera al rifugio monte Baldo le ho mangiate alla milanese, con la solita sensazione di mangiare vere e proprie  bistecche saporite.  

venerdì 30 settembre 2011

In esplorazione al Lago di Fimon sui monti Berici.

Uno scorcio del lago di Fimon sui Monti Berici
Ho scattato appositamente queste foto alla fine del luglio 2011 per poterle condividere. Voglio ripagare questo posto di tutte le emozioni che in questi anni mi ha dato. Già, il lago di Fimon sui monti Berici è uno dei posti a cui sono più affezionato. Da sempre meta agognata di gite fuori porta dei vicentini è un posto particolarmente amato dai giovani. La valle che ospita lo specchio d'acqua riflette tutto il suo colore verde sullo specchio d'acqua dimostrando di non essere stata ancora completamente antropizzata. La sensazione infatti di chi arriva al lago è quella di entrare in un angolo di pace, un altro mondo lontano anni luce dal caos del pianeta terra.

Una panchina in grado di confortare lo spirito
Batterie di motorini rumorosi di compagnie in esplorazione raggiungono lo specchio d'acqua ad ondate per conquistarlo. Vicenza sembra lontana. Pescatori assorti scrutano le vibrazioni delle canne da pesca. Due innamorati si dichiarano sul molo. Le anitre starnazzano. Gli sportivi ci girano attorno correndo o pedalando. Dalla pizzeria un leggero vocio di chi si sta gustando un gelato ai mirtilli caldi. Giovani scapestrati del posto in un dialetto volgare rivendicano l'appartenenza alle "giovani brigate" della valle di Fimon sempre pronte a nuove avventure alla Huckleberry Finn. Per tutti questi particolari amo questo posto.

Rilassante. Armonico. 
Le alture che si affacciano sul lago hanno conservato un aspetto selvaggio.

Il bar pizzeria "Al Lago" con la propria terrazza proiettata nel lago ti permette di volare sugli specchi. Già, perché a furia di passeggiare sul lungolago la fame si può far sentire. Cosa c'è di meglio di una buonissima pizza fumante in uno scenario da favola? Io alla sera mi sono sempre fermato a gustarmi la loro pizza squisita. Dicendo squisita intendo che è una delle pizzerie dove la pizza è letteralmente un'arte. Durante il giorno coppe gelato. Ho lasciato questa recensione su Google Maps perché le emozioni vanno condivise.  


Lungolago.

Il lungolago, chiuso al traffico, permette rilassanti passeggiate che ristorano lo spirito. Il luogo ideale per portarci la persona che amate e dichiararle tutto il vostro amore. Per questo quando ti viene chiesto "Ti va di andare al lago di Fimon?", qualcosa di certo bolle in pentola. Eh, l'Amore..   l'Amore.. e c'è anche chi continua a chiedersi quale sia lo scopo di questa vita. Altre foto che ho scattato sono visibili in questo album.

martedì 22 marzo 2011

Mongol Rally: lotta per rendere il mondo meno noioso con LA PIÙ GRANDE AVVENTURA NEL MONDO

Il Mongol Rally è una straordinaria avventura automobilistica aperta a tutte le macchine con cilindrata inferiore a 1200 cc e moto 125 cc che vede la propria alba in Europa ed il tramonto a Ulan Bator, in Mongolia. Non male no? Pensate che a seconda del percorso scelto la distanza totale è di circa otto o diecimila miglia (quasi 13 mila km) e la maggior parte delle squadre riesce a completare la manifestazione nell'arco di tre-quattro settimane, sempre che riesca ad arrivare..




Il luogo di partenza principale di questo incredibile "rally" è uno più importanti circuiti storici per l'automobilismo britannico, il circuito di Googwood nel Regno unito, in cui le auto girano il circuito in parata prima di partire; alla carovana si aggiungono partecipanti degli altri paesi europei a mano a mano che si procede verso est e quindi da paesi quali Spagna, Francia ed Italia. Il sito ufficiale della competizione è http://mongolrally.theadventurists.com/ e qui è possibile iscriversi, sempre che abbiate il coraggio di farlo ovviamente..


Mongol Rally 2009 - The Unprofessionals

Viene considerata la più grande avventura nel mondo ("greatest adventure in the world"). Lo spirito che caratterizza questa competizione è quello di alimentare il senso di avventura dei partecipanti ("The Adventurists") uniti in team di due o quattro persone, per rendere il mondo meno noioso ("fighting to make the world less boring").


In questo senso non è importante arrivare primi, se non fosse che non viene riconosciuto alcun premio, poichè la fine coincide con il termine dell'avventura. I veicoli che vi partecipano sono volutamente inadeguati per loro cilindrata per la sfida che hanno di fronte, proprio per alimentare questo spirito avventuroso ("adventurous spirit of the rally"). Nessun sostegno organizzativo viene fornito durante il percorso. Non c'è il soccorso ACI che in 10 minuti vi rimette in sesto. Siete soli con i vostri problemi meccanici, psicologici, fisici. 


Nel 2009, un partecipante ha creato questo video "Tupac in Kazakistan", in cui decine di Kazaki cantano; è attualmente il video più visto del Mongol Rally.

Un po' di storia. La manifestazione, dalla prima edizione del 2004, ha visto ingrossare le file dei proprio partecipanti. Se nel 2004 vi parteciparono soltanto 6 squadre di cui 4 riuscirono a completare il percorso, nel 2005 si iscrissero 43 squadre di cui soltanto 18 arrivarono sani e salvi a Ulan Bator, nel 2006 delle 167 vetture che partirono 117 arrivarono alla meta. Il vero boom accadde però nel 2007, quando l'organizzazione dovette limitare la partecipazione a sole 200 squadre che pagarono una tassa di iscrizione pari a £650 per team.


Gli anni sucessivi è stata confermata la tassa di iscrizione per  £650, con una donazione a scopo caritatevole di un minimo di £ 1.000 per veicolo e un deposito  cauzionale di 500 sterline, rimborsabile tenendo un comportamento corretto lungo il percorso. Si possono abbattare questi costi, ricercando sponsor, visto che alcune televisioni seguono la competizione nel suo evolversi. Jack Osbourne, figlio di Ozzy e Sharon Osbourne, ha partecipato al rally del 2007 con una Fiat Panda 750cc del 1991.


Quali percorsi si seguono? Se tutti i partecipanti si ritrovano per una grande festa a Praga, ognuno poi prende la propria strada; c'è chi punta su Mosca, Kiev, Istanbul, fino a scegliere gli estremi a nord del Circolo Polare Artico e a sud fino in Iran, il Turkmenistan e l'Afghanistan. I team che scelgono di attraversare l'Ucraina diretti in Russia e più a sud la Turchia diretti verso l'Iran, convergono poi Samarcanda, in Uzbekistan, prima di procedere a nord-est per la Mongolia. Nessuno tra questi percorsi è friendly e sicuro: danni alle auto, come forature e rottura delle sospensioni, rapine a mano armata e altre lesioni di minore entità sono eventi molto comuni.

Con l'aumentare dei partecipanti negli ultimi anni, sono aumentati anche gli incidenti stradali e sempre più team durante il percorso ricorrono a trattamenti ospedalieri. Il 6 agosto 2010, uno dei partecipanti britannici purtroppo è morto e altri due compagni del team sono stati gravemente ferito dopo un incidente stradale in Iran (vicino al confine tra Iran e Turkmenistan).  La cilindrata delle automobili che vi partecipano può superare 1200 cc solamente in casi particolari ed entro limiti ragionevoli e comunque il superamento prevede una maggior contributo nella raccolta di fondi per beneficienza. Salvo che non vogliate guidare una ambulanza fino in Mongolia per poi donarla in beneficienza, "participating car must generally be considered to be crap" cioè le macchine devono essere proprio delle scassariole, quindi fino a qualche tempo fa' Citroën 2CV e la Fiat 126, ora però visto che il Governo Mongolo ha preteso giustamente che non entrassero nel paese auto più vecchie di 10 anni, il parco macchine che partecipa alla gara ha visto tra le proprie fila soprattutto Skoda Felicia e la Nissan Micra.


Ovviamente c'è sempre l'originale che decide di guidare un carro funebre o un camper Bedford Rascal. Le auto che si rompono durante il tragitto vengono consegnate o vendute agli operosi meccanici del posto che le rimetteranno in sesto per le loro esigenze ed alcune di queste sono in questo momento in circolazione per l'Asia. Le auto che arrivano a Ulan Bator, in Mongolia, vengono invece battute ad un asta il cui ricavato esaudirà la volontà del pilota.

Esiste un limite, puoi superarlo.

sabato 19 marzo 2011

La RIVOLUZIONE si fa su Twitter? Allora mi iscrivo.

Il mio primo cinguettio: "Sono al primo messaggio. Girano voci che "cinguettando" accadano straordinarie RIVOLUZIONI. Qual è la formula magica per iniziarne una in Italia?"

Se su Facebook avevo approntato un profilo per non poi non entrarci MAI, ritenendolo un grande centro commerciale caotico e superficiale, su Twitter, che questa settimana compie cinque anni, non ci avevo proprio scommesso. Eppure questo social network che si basa su continui aggiornamenti effettuati dagli iscritti tramite il sito stesso, via SMS, e-mail, si è distinto per la semplicità, l'immediatezza ed il dono della sintesi, promuovendo la diffusione di messaggi di testo brevi (questo significa che le persone logorroiche non possono andare oltre i 140 caratteri! Un sms ne contiene 160); è un esempio di strumento di giornalismo partecipativo ed è stato utilissimo durante le recenti rivoluzioni nel  Nord Africa. Meglio iscriversi quindi, non si sa mai...

Andrew Skurka a 29 anni è tra i trekker più veloci del pianeta: "Adventurer of the Year"

Andrew Skurka, Arctic National Wildlife Refuge, Brooks Range; August 2010
Andrew Skurka non è un ragazzo qualsiasi; 29 anni, istruzione di alto livello alla Duke University stava per rischiare di diventare uno dei tanti manager in un qualche triste ufficio di Wall Street quando, prendendo a morsi gli schemi classici della propria famiglia e rompendo i rapporti  (ricordate la storia di Chris McCandless?), ha scelto di abbracciare la natura, gli interminabili spazi incontaminati che gli procurano un senso irrefrenabile di felicità e libertà. Proprio la sua amata Madre Terra paradossalmente gli ha dato un vero lavoro e ora se lo contendono gli sponsor.

Andrew Skurka, Arctic National Wildlife Refuge, Brooks Range; August 2010
Potete constatare quanto detto visitando il suo sito internet in cui sono elencate tutte le sue avventure. In soli 176 giorni nel 2010 ha girato l'Alaska e varie catene montuose  dello Yukon, un viaggio di 7.530 chilometri a piedi, sugli sci, in zattera, attraversando otto parchi nazionali. Ciò vuol dire che conosce quel territorio meglio del politico che lo deve amministrare! In questo ultimo viaggio ha trascorso anche 24 giorni senza incontrare un essere umano, affrontando temperature fino a meno 33 gradi. Ha fatto l'autostop per andarsi a rifornire di cibo nei villaggi. Giusto per rendere l'idea, al mattino doveva infilare i piedi negli scarponi ghiacciati, perchè in simili situazioni si congela proprio tutto. I piedi quasi sempre inzuppati perchè, come tutti i trekker sanno, quando il piede sprofonda nella neve per troppo tempo, non c'è attrezzatura che tenga.

Andrew Skurka, Arctic National Wildlife Refuge, Brooks Range; August 2010
In simili viaggi, si conosce un rigido regime alimentare (pasta disidratata, carne secca, come premio  M&M's). Puoi essere privato del sonno e conoscere momenti di completo sconforto. Andrew Skurka non è però un trekker improvvisato. Negli ultimi nove anni ha percorso una cosa come 40.200 chilometri (ha attraversato il West Americano nel 2007 e percorso la Route Sea-to-Sea nel 2009, il sentiero degli Appalanchi) e a 29 anni è ritenuto uno tra i trekker più veloci ed esperti al mondo; si è distinto infatti per una straordinaria resistenza fisica dovuta ad una intensa preparazione.

Andrew Skurka, Grand Canyon National Park; March 2009
Andrew è conosciuto per la sua velocità. Va veloce il ragazzo. Movimenti veloci e leggeri che gli permettono di percorrere decine di chilometri in un giorno, raggiungendo delle medie da superoe. Il ragazzo si è visto riconoscere l'epiteto di "Adventurer of the Year" dal National Geographic che gli ha dedicato un ampio reportage ed hanno parlato di lui tra gli altri, il New York Times, The Wall Street Journal, Fox News Channel, National Public Radio, National Geographic Adventure, Men's Journal. Non è tutto; è anche uno scrittore e per il 2011 offre la possibilità di partecipare a delle escursioni che lo vedono come guida  nei suoi paesaggi preferiti: High Sierra, the Greater Yellowstone Ecosystem, the Colorado Plateau, Colorado Rockies, and Alaska.

Andrew Skurka, Kenai Fjords National Park; June 2009

Andrew Skurka, Chugach Mountains; July 2009

 National Geographic gli ha dedicato un ampio reportage

Se le foto riportate incantano per la loro bellezza, guardate la pianta bluastra dei piedi di Andrew Skurka  per intuire la fatica.
La canzone preferita da Andrew Skurka: "Dancing Queen" degli Abba

Andrew Skurka in azione in un video.

giovedì 17 marzo 2011

La patologia dei rapporti virtuali: deformano e creano persone che non esistono in realtà.

Come negare l'evidenza, con un po' di fantasia.

Da tanti anni sono immerso nella rete fino al collo. Ne conosco il perimetro, so come navigare. C'è una grande differenza però tra me ed altri internauti. Io sono vivo, sono reale. Utilizzo cioè la rete, per accelerare quei processi che mi farebbero altrimenti perdere inutilmente tempo. Da questo punto di vista, internet ha un potere incalcolabile. Ripeto, incalcolabile per chi ne conosce ogni anfratto. Quello che non ho mai fatto è fingere di essere ciò che non sono. La rete è solo uno strumento, la vita si svolge fuori e quindi le bugie hanno le gambe corte.

Checco Zalone in una macchietta teatrale che mostra in modo esemplare alcune patologie della rete.

Dopo tanti anni, devo ammettere con dispiacere che anche la rete è diventata l'ospedale psichiatrico aperto 24h su 24h, per chi non sa dove andare a depositare la propria patologia; c'è l'uomo ragno feticista che vola ovunque gridando di adorare i piedi delle ragazze, c'è la ragazza che millanta di essere la donna gatto bellissima ed è una cessa, c'è quello che ti vuole convincere di essere stato rapito dagli alieni, c'è chi dice di cercare amore ma con un altro nickname è contemporaneamente impegnato a proporre un incontro sessuale, c'è chi distribuisce "Ti Amo" nelle chat perchè è un latin lover della virtualità, c'è chi spedisce messaggi da multilevel marketing credendo nelle catene di Sant'Antonio, c'è chi dice di essere pronto a fare una rivoluzione tanto quanto nella realtà gli tremano le ginocchia, c'è chi cerca notorietà nella rete perchè nella realtà non se lo fila nessuno, c'è chi dopo tanti anni di virtualità ancora non se la sente di incontrarti e chiede tempo, c'è chi vive insomma solamente nella realtà virtuale. Potrei andare avanti all'infinito, ma un mio amico ha avuto in un colloquio con me il dono della sintesi: "la realtà virtuale deforma e crea persone che non esistono in realtà". Questo crea un mondo di malintesi, di deludenti misunderstanding, equivoci a non finire, fraintendimenti imbarazzanti. La patologia che affligge gli internauti è sempre e solo una; sotto copertura di un impalpabile anonimato, curano le proprie frustrazioni reali fingendo di essere ciò che non sono. Se sono sinceri, cosa rarissima, lo fanno soltanto per raccontarti quello che nella realtà è inconfessabile; praticamente come una caraffa si versa in un bicchiere, ti rovesciano addosso tutte le loro paturnie. Anche per questo motivo non ho mai lasciato sul web miei commenti anonimi, ma li ho sempre firmati con nome e cognome.


Niente foto sul profilo se sei cessa.

La rete quindi bisogna conoscerla ed affrontarla con la consapevolezza che gli altri internauti hanno l'irresistibile tentazione di farti sopportare lentamente tutte quelle patologie che sono costretti a soffocare nella vita reale.  Quindi orsettina83 smettila di dire da 9 mesi al grandepuffo81 che cerchi amore. Questo lo abbiamo capito. Quello che non si è capito è se tu esista anche nella realtà. Dubbio.

mercoledì 9 marzo 2011

Floris and Steven: great friends in JUMPSTYLE to "The End"

Here it is the story of two great belgian friends, Floris and Steven; they have practised and practised JUMPSTYLE all day for years. The next  video, called "The End" (31/12/2010), is the last, because now they say: "Because back in the days we did hardstyle everyday, and now it's getting bored, I don't Know why, but we don't do it anymore and because we hot other interests." But it seems that their friendship will still give other great emotions and surprises. In my opinion Floris ft. Steven are the best jumpstylers that I know in the world, also for the artistic expression of their video. You all around the world, try to do better. Here it is their official website http://stevenfloris.webs.com/ You can find other beautiful video at this link
The End?

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