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sabato 7 dicembre 2013

Dopo Gesù, Nelson Mandela.

Nelson Mandela (1918 – 2013)
Se ricordiamo Gesù perché professava l'amore e non l'odio vendicativo verso chi lo crocefiggeva, un pensiero lo dobbiamo anche a Nelson Mandela capace di unificare un paese infondendo pace nonostante 27 anni di prigionia gli avessero tolto il respiro della libertà. Nelson Mandela andava oltre. C'è una sua frase a cui sono particolarmente affezionato, pronunciata durante il suo discorso a Londra per la Campagna MDG “Make Poverty History”: "Finchè esiste la povertà, non può esserci una vera libertà".

giovedì 21 giugno 2012

Eccesso dei mezzi di contenimento, il vizio incoreggibile della polizia italiana.

Il 28 Febbraio 2008 scrivevo "Giustizia per Federico Aldrovandi:renovatio nella Polizia di Stato". Ora la Cassazione ha confermato definitivamente le condanne a tre anni e sei mesi di reclusione per i quattro poliziotti già condannati in appello nel processo per la morte del 18enne ferrarese Federico Aldrovandi. Monica Segatto, Enzo Pontani, Paolo Forlani e Luca Pollastri sono stati condannati in via definitiva per omicidio colposo per eccesso di mezzi di contenimento. Giustizia, per certi versi, é fatta. La subcultura del manganello non paga.

mercoledì 12 ottobre 2011

Solo l’azione collettiva può porre un argine all’individualismo imperante.

L'accoppiata Sacconi \ Brunetta ha vinto la sfida per la "competività": in Italia è tornato il caporalato.
Ho le ultime incombenze in Italia, prima di partire. Questo lunedì mi sono iscritto alla CGIL, versando 26 euro attraverso un tesseramento diretto. Cosa spinge un convinto individualista come me che solitamente rifugge l'omologazione del gregge ad iscriversi ad un sindacato? In prima battuta la CGIL è l'unica organizzazione, con i suoi sei milioni di iscritti circa, ad avere una struttura in grado di reagire nei fatti all'erosione in atto dei diritti fondamentali del lavoratore e nel mio caso, che è quello di tanti altri precari, la CGIL ha proposto una serie di vertenze legali volte a combattere la degenerazione della flessibilità in precariato a vita. Da tempo  tuttavia, soprattutto dopo lo studio del diritto del lavoro, mi sono avvicinato al mondo sindacale comprendendone l'importanza: solo l’azione collettiva può porre un argine all’individualismo imperante. Per questo, capitani d'industria senza scrupoli (Sergio Marchionne) si adoperano in modo certosino per spaccare l'unità del sindacato. Per questo quel mastino di Sacconi non perde occasione per attaccare pubblicamente la CGIL. Certo anche la CGIL non è illibata, ma spero non vogliate imputare al sindacato la colpa di aver provocato il ritorno del caporalato tra i campi di pomodori del Gargano e gli aranceti della 'ndrangheta grondanti sfruttamento. Stiamo nuovamente involvendo. A Vittoria, nelle campagne di Ragusa, per le giovani rumene funziona così: di giorno si spezzano la schiena sui campi. La notte si concedono a caporali e padroni per un tozzo di pane, un tetto sotto cui dormire. Mamour, originario del Gambia, che dal 2007 lavora a Rignano, campagna brulla che ribolle di afa e pomodori in provincia di Foggia racconta: «Lo scenario è tipicamente sahariano». Aria incendiata, terra secca, acqua sporca usata dagli immigrati per bere e lavarsi. La giornata di lavoro nei campi di pomodori dura 12 ore. E viene pagata soltanto venti euro: «Molti si ammalano di patologie gastroenteriche e osteomuscolari. Inevitabile, visto come vivono». Qualcuno non ce la fa, e allora finisce nei cimiteri che si confondono tra le campagne. E le loro tombe recano a stento un nome cui appendere qualche preghiera. Ho tratto queste storie da "Nuovi schiavi d'Italia" di Jacopo Storni. Rappresentano la punta dell'iceberg di una repubblica degli stages dove i negrieri sono tornati al vertice del potere e gestiscono le masse di schiavi. Nessuno ha impedito per anni l'abuso degli stages e dei contratti a termine reiterati che hanno provocato una generazione di precari senza casa. Dove erano Sacconi e Brunetta mentre le nefandezze che ho appena raccontato avvenivano? Brunetta era impegnato a definire i precari "l'Italia peggiore"

sabato 8 ottobre 2011

In Italia la Storia si ripete.


 "La storia si ripete" dell'artista belga Jhoan Friso
Dal basso, una riunione nazista, fascista e leghista. Tre tipologie di raduni similari sono il soggetto dell'opera d'arte denominata "La storia si ripete" dell'artista belga Jhoan Friso, esposta all'Art Verona. I simboli dell'aquila hitleriana, del fascio mussoliniano e del sole celtico leghista si susseguono impietosamente. Improvvisamente l'orgoglio e l'esaltazione della razza padana rispetto al "diverso" che sia terrone, zingaro, negro, omosessuale, comunista si evidenziano nella sequenza della Storia per ciò che sono: In Italia la Storia si ripete, perché sono gli italiani ad essere nuovamente compromessi. Sotto l'ombrello democratico del federalismo (sul quale siamo tutti d'accordo) si annida quel male oscuro, l'egoismo nichilista e tanta tanta pochezza mista a frustrazione che ha già consegnato alla storia i momenti più tristi e tragici dell'umanità. Restiamo umani.

giovedì 6 ottobre 2011

Che schifo questa società assassina. In ricordo di Barbara Zappon.

Barbara Zappon
Lo voglio dire forte e chiaro. Considero l'attuale società ipocrita colpevole di innumerevoli omicidi. L'elenco sarebbe infinito. Un esempio per tutti quelle donne operaie morte in questi giorni per il crollo di una palazzina. Non esistevano per l'Inps, essendo senza contratto, in nero per 3,95 euro l'ora per 14 ore al giorno, non esistono più neanche ora. Ricordatevi questa cifra 3,95 euro non 4 euro. Smettiamola di assolverci sotto il finto ombrello democratico che ci siamo dati. Voglio parlare di un'altra donna anche lei un tempo lavoratrice del tessile, Barbara Zappon, una clochard di via Belzoni a Padova molto conosciuta perché chiedeva l'elemosina agli automobilisti tra via Belzoni e via Falloppio o girava per le piazze spingendo un carrello della spesa. Neanche lei ora non esiste più. Il gruppo nato su Facebook non può riportarla in vita. Ci commuoviamo quando queste persone non ci sono più ma non abbiamo creato una organizzazione autorevole in grado di intervenire lì dove regna la sofferenza. Questa vita per qualcuno si può trasformare in un inferno e non abbiamo costruito uno Stato che riesca ad intervenire per sanare situazioni come queste. C'è di più. Questo nostro Stato schifoso, l'aveva recentemente arrestata per aver improvvisato un giaciglio in una cabina (fonte corriere.it). Sullo sfondo, Barbara nella disperazione era caduta prigioniera della droga. Le strade quindi sono piene di invisibili che non vediamo. La triste vita di Barbara sulla strada è stata spezzata da Michele Casotto 27 anni, che guidava la Peugeot 207 che l'ha investita; questo mezzuomo è dapprima fuggito, lasciando Barbara agonizzante annegare in un canale dove era stata sbalzata, poi si è costituito. Rappresenta il disprezzo ipocrita di questa società assassina. Ovviamente questo mezzuomo aveva un tasso alcolemico doppio rispetto a quanto stabilito dalla legge. Poco prima di essere travolta, Barbara aveva telefonato alla madre esprimendo il desiderio di tornare a casa. In questo post viene ricordata con affetto. La sua morte ha scosso Padova. Aggiungo: la sofferenza ed il dolore che deve aver provato Barbara nella sua triste esistenza sono un grido di dolore che deve scuoterci e portarci ad una rivoluzione. Io non dimentico quello che ho scritto. Tu non dimenticare quello che hai appena letto. 

lunedì 3 ottobre 2011

Se solo la scuola ci mandasse in gita in Africa..

"Mamma, vado in gita con la scuola" "Parigi, Londra, Praga; Dove?" "Mamma vado in Africa." Le nuove generazioni, anestetizzate e rovinate dai modelli consumistici proposti dalla televisione, sono cresciute nell'assenza totale di quella verità nuda e cruda rappresentata dall'Africa. Se la scuola avesse mandato i propri studenti in Africa a sentire i morsi della fame, forse molti di noi sarebbero cresciuti più veri e solidali con il proprio prossimo. Bisogna anche dire che Walter Veltroni nel 2004 fu l'unico a mettere in pratica questo metodo educativo; con gli studenti delle scuole romane diede il via ad una serie di viaggi in paesi dell'Africa volti a sensibilizzare gli studenti sul tema della povertà nel Terzo Mondo e per donare, con i soldi raccolti dagli studenti, nuove strutture, specialmente scuole, ai paesi visitati. Il primo viaggio, svoltosi nel 2004, ha avuto come meta il Mozambico, il secondo, del 2005, si è svolto in Rwanda, il terzo, del 2007, è stato in Malawi. Dall'altro, devo dire che Walter Veltroni promise anche di rinunciare alla politica per andare in Africa ad aiutare i bisognosi e vai a capire perché questa "passione" per la politica italiana lo costringe a vegetare ancora in Italia.

Un agnellino appena nato. Mio fratello ha scattato questa foto, che voglio condividere su google in un formato ad alta risoluzione con il seguente monito: tanti di voi hanno un palato esigente che cerca e vuole a tavola carne sempre più tenera;  l'agnello da latte, cioè con poco più di un mese di vita, viene da molti preferito per la carne tenera (chiamato abbacchio); inoltre è tradizione diffusa quella di mangiare carne d'agnello nel giorno di Pasqua. Io sono fortunatamente arrivato a 32 anni senza mai mangiare queste povere creature e chiuderò la mia vita non sentendomi un pervertito della tavola. Proprio perché ci sono persone in Africa che muoiono di fame, credo che spezzare la vita di un animale appena nato e non ancora adulto solo per appagare il palato di qualche pervertito è un gesto barbarico di una società che cerca gratificazioni superflue.  

venerdì 23 settembre 2011

Umberto Bossi durante la tempesta pernacchie, dito medio e parolacce e... l'ultimo dei Padani è un terrone doc.


L'ultimo dei Padani.

Nel filmato sopra, l'"ultimo dei Padani". Abbiamo un ministro delle Riforme, Umberto Bossi, che in uno dei momenti più difficili degli ultimi decenni si comporta come un bambino monello: ecco quindi il dito medio e le pernacchie. Un bambino monello in fondo è autorizzato istituzionalmente a spararle grosse. Lo statista Padano, sentendosi probabilmente prossimo alla fine, attraverso il linguaggio animalesco dei gesti ci riporta ai tempi delle caverne. La condizione patologica in cui versa l'Italia può essere rappresentata da queste foto. Non voglio neanche affrontare l'argomento  "credibilità" di questo paese di fronte ad un ministro in queste condizioni. Le sue farneticazioni meriterebbero la considerazione di un trattamento obbligatorio sanitario. Rispetto per un grande leader colpito da un ictus? Nessun rispetto per chi non rispetta l'essere umano, che sia terrone o che sia di colore. Sinceramente mi sono veramente stancato di sentire vaccate fuori dal tempo e dalla storia che giornalmente provengono da questo partito di trogloditi, che se doveva portare in Italia i benefici legittimi del federalismo finora al futuro lascia invece solo il duro fardello del figlio dell'ignoranza, Renzo Bossi che ci costa 11.150 euro al mese, frutto di una notte di passione con Manuela Marrone, di origini siciliane. La stessa compagna sarà tra i fondatori del partito, una eminenza terrona nel partito.




Mi son sempre chiesto quale tipo di persona possa sentirsi rappresentata da questo partito di frustrati incazzati che come sempre non trova di meglio che prendersela con quelli che chiama terroni, zingari, negri, culattoni, comunisti. Ne ho scovato uno che porta il mio cognome, Alessandro Sciretti; classe 1988 potrebbe essere proprio l'ultimo dei Padani. Puro orgoglio padano. Qualcosa però qui subito mi colpisce. Qualcosa non torna. Il viso è quello di un terrunciello!!! Il suo sito internet non smentisce tale sensazioni: è frutto dell'amore tra una sarda ed un pugliese. Un terun doc insomma. Ma allora cosa costringe un giovane terrone a rinnegare le "Orecchiette con le cime di rapa" e la "cicoria con la purea di fave"? Come si fa ad avere in tavola il caciocavallo podolico dauno e la cacioricotta e poi a trovare il coraggio di servire nelle file di un partito razzista che insulta qualsiasi interlocutore che si trovi più a sud? Lo stesso Alessandro Sciretti scrive sulla sua pagina facebook: "Quando la Padania chiama, Sciretti risponde! Un uomo impegnato nella vita civile e politica del paese (facciamo fino a Firenze)". La secessione!!!

Screenshot del sito di Alessandro Sciretti. In evidenza in giallo le origini meridionali del terrunciello.


La risposta è in un articolo di Repubblica, "Abatantuono: da terrunciello a leghista", in cui si accenna al personaggio interpretato dall'attore: un immigrato pugliese « milanese al centoventi per ciento ». Già, il terrone che si trasferisce al nord non solo rinnega tendenzialmente le proprie origini quasi se ne vergognasse, ma per mimetizzarsi meglio sposa l'orgoglio della pura razza padana. Di storie come quella di Alessandro Sciretti ce ne sono tantissime; in fondo Umberto Bossi ha sposato una immigrata di origini siciliane. La regola quindi è questa: più esagerano nel rivendicare l'appartenenza ad una pseudo pura razza padana e più nel loro sangue scorre olio pugliese. Io infatti, figlio di un milanese e di una veneta (potrei quindi vantare una genealogia più pura) ho un profondo rispetto invece per chi abita più a sud di me. A mia volta abito più a sud di qualcun'altro. Alessandro Sciretti, suvvia smettila di fare l'immigrato pugliese « torinese al centoventi per ciento ». Liberati da questa gabbia razzista. Sei un terrone in gabbia. Smettila di involvere, inneggiando alla pena di morte. La tua è solo frustrazione; sradicato dalla tua terra, cerchi esagerando di ottenere una sorta di riconoscimento sociale a risiedere al nord. Sii orgoglioso delle tue origini e urla al mondo quanto sono buone le "Orecchiette con le cime di rapa". Dillo ai tuoi elettori, quanto è buona la cacioricotta. Perfino la tua Puglia ha fatto passi da giganti ed ha votato a rappresentarla un omosessuale dichiarato. Solo tu, che sei immigrato al nord senti il bisogno di offendere la tua terra, che è la Puglia e l'Italia. Liberati, perchè sembri Tillon, il protagonista del film "L'ultimo dei Padani".

Origini della famiglia Sciretti. 
Non sembra dalla foto riportata che le origini della famiglia Sciretti siano del tutto celtiche..e la sedia vuota, a rappresentare con rispetto un defunto, non la chiamavano esattamente "cadrega"...

martedì 17 maggio 2011

Carlo Giovanardi, un troglodita bigotto che agisce fuori dal diritto internazionale, ha sulla coscienza quei morti che non ce l'hanno fatta a vivere, sopportando la sua discriminazione.

 
Yossi & Jagger è un film del 2002, che affronta il tema dell' amore omosessuale, quasi impossibile tra due soldati israeliani in uno sperduto avamposto. Bellissima la colonna sonora del film, la popolarissima canzone israeliana BaNeshama (nell'anima), resa celebre dalla cantante israeliana Rita.


Oggi è la giornata internazionale contro l'omofobia, una ricorrenza promossa dall'Unione europea che si celebra dal 2007, il 17 maggio di ogni anno. Proprio l'Unione Europea, con la risoluzione del 18 Gennaio 2006, ci fornisce una definizione di omofobia (punto A): « l'omofobia può essere definita come una paura e un'avversione irrazionale nei confronti dell'omosessualità e di lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT), basata sul pregiudizio ed analoga al razzismo, alla xenofobia, all'antisemitismo e al sessismo. » Subito dopo (punto B), l'Unione Europea aggiunge  che « l'omofobia si manifesta nella sfera pubblica e privata sotto forme diverse, quali discorsi intrisi di odio e istigazioni alla discriminazione, dileggio, violenza verbale, psicologica e fisica, persecuzioni e omicidio, discriminazioni in violazione del principio di uguaglianza, limitazioni arbitrarie e irragionevoli dei diritti, spesso giustificate con motivi di ordine pubblico, libertà religiosa e diritto all'obiezione di coscienza » Le recenti dichiarazioni discriminatorie del sottosegretario C. Giovanardi, già quindi si pongono fuori dal diritto internazionale, ma non è finita. L'Unione europea, nell'istituire la giornata contro l'omofobia ha approvato la Risoluzione del Parlamento europeo del 26 aprile 2007 sull'omofobia in Europa proprio « considerando che le dichiarazioni e le azioni dei dirigenti politici e religiosi hanno un impatto considerevole sull'opinione pubblica e che quindi essi hanno l'importante responsabilità di contribuire in modo positivo a un clima di tolleranza e parità. » La risoluzione, che per questo motivo fa riferimento al suicidio di un sedicenne italiano di nome Matteo, abitante a Torino, che si è recentemente suicidato lasciando dietro di sé due lettere in cui adduce a motivo del suo gesto il bullismo di cui è stato vittima a causa del suo orientamento sessuale, afferma agli artt. 8 e 10: « Il Parlamento europeo ribadisce il suo invito a tutti gli Stati membri a proporre leggi che superino le discriminazioni subite da coppie dello stesso sesso e chiede alla Commissione di presentare proposte per garantire che il principio del riconoscimento reciproco sia applicato anche in questo settore al fine di garantire la libertà di circolazione per tutte le persone nell'Unione europea senza discriminazioni » e « condanna i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi nei confronti degli omosessuali, in quanto alimentano l'odio e la violenza, anche se ritirati in un secondo tempo, e chiede alle gerarchie delle rispettive organizzazioni di condannarli » Questo rapido sorvolo sul diritto internazionale, rende l'idea di come possiamo in punta di diritto, definire a questo punto Carlo Giovanardi per le sue recenti esternazioni: un troglodita bigotto che agisce fuori dal diritto internazionale e che ha sulla coscienza quei suicidi di chi non ce l'ha fatta a vivere sopportando la sua discriminazione violenta, perchè arriva direttamente da un sottosegretario del governo. Carlo Giovanardi, credo dovrebbe più preoccuparsi di promuovere una commissione d'inchiesta sulla pedofilia diffusa tra i preti cattolici, visto che questo sconcerta sempre più la società civile. In questa giornata quindi, il mio augurio che gli uomini non s'arrendano e si conformino all'uguaglianza dell'indifferenza e del pregiudizio.

venerdì 29 febbraio 2008

Giustizia per Federico Aldrovandi:renovatio nella Polizia di Stato


C'è una madre in Italia, che chiede dal suo Blog, di "accendere una luce sul buio che doveva coprire la morte di suo figlio". Un lumicino provo ad accenderlo anch'io sulla vicenda, cercando con l'occasione di capire perchè la maggior parte delle persone quando viene fermata dalla Polizia di Stato, ha paura, invece di sentirsi protetta.

Il corpo tumefatto di Federico Aldrovandi, un giovane nato a Ferrara il 17 luglio 1987 e mortovi il 25 settembre 2005 all'età di 18 anni, dopo una collutazione con 4 agenti della Polizia di Stato. La madre di Federico Aldrovandi, è stata costretta a pubblicare sul suo Blog questa foto del figlio scattata in obitorio, perchè all'inizio la tesi della questura tendeva a sostenere che il giovane fosse morto a causa di una overdose dovuta alle droghe che aveva ingerito (francobolli all’Lsd o ecstasy). In effetti la foto, che evidenzia le ecchimosi dovute alle percosse, si commenta da sola.
All’alba del 25 settembre 2005 il diciottenne Federico Aldrovandi, incesurato, muore ammanettato a faccia in giù, in una pozza di sangue durante un controllo di polizia. Purtroppo in una simile vicenda ovviamente i contorni sono poco chiari. Non voglio qui ripercorrere l'intera vicenda che peraltro è complessa e largamente trattata nel web (vedi l'articolo "Uno squillo nell'alba di Federico" del Corriere della Sera ), ma nel documentarmi mi sono soffermato su due elementi oggettivi, che mi paiono importanti ed inconfutabili:
  1. Due manganelli furono rotti nella collutazione tra i 4 agenti e Federico. (vedi dichiarazione dell'allora Ministro Giovanardi in Parlamento nel corso di una interrogazione parlamentare)
Nel prossimo video, con Federico ormai morto ed accasciato sull'asfalto si sente distintamente un poliziotto dire "eh, sono l'unico che ha il portafoglio" (di federico) e poi una fragorosa risata.
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Da questi due fatti oggettivi, e quindi non confutabili dalla accusa e dalla difesa, credo che nascano delle considerazioni spontanee. Possibile che 4 agenti siano costretti ad usare e quindi a rompere dei manganelli sulla testa di un 18 enne disarmato pur di immobilizzarlo? La cultura del manganello, è l'unica parola della polizia? Se 4 poliziotti sono costretti a usare il manganello per immobilizzare un giovane disarmato, non è meglio che cambino mestiere? Non mi risulta che nessuno dei 4 polizziotti abbia riportato alcuna contusione. Ipotizziamo anche che Federico, fosse in preda ad una crisi a causa delle droghe che pare avesse assunto, il comportamento di 4 professionisti delle forze dell'ordine è quello di rompergli 2 manganelli sulla testa? E poi, possibile che la morte di un ragazzo di 18 anni, una giovane vita spezzata, dia la possibilità ad un poliziotto a pochi metri dal corpo esamine di ridere in modo fragoroso dopo una battuta di un collega? No, davvero, la madre di Federico ha ragione a gridare che qualcosa in questa faccenda davvero non torna.

Federico, alla sera andava a distribuire le pizze per non gravare troppo sull'economia della famiglia. Meritava uno Stato che funziona, che capisce i giovani e le loro problematiche (alle 5 del mattino purtroppo è pieno di giovani impasticcati che ritornano a casa, ed il manganello non è il modo per dialogare con loro) e che punisce in modo trasparente chi tra i suoi rappresentanti compie abusi di potere. Anche nella sventurata ipotesi che Federico cantasse e sbraitasse in preda a sostanze dopanti, che fosse aggressivo o manesco (come riportano le fonti della polizia), resta il fatto che Federico era disarmato, e quindi i lividi sul suo volto, il suo sangue, sono le immagini di un omicidio.
La madre di Federico nel suo Blog dice tra le tante cose "Si pensi che la macchina della polizia contro la quale si sarebbe fatto male mio figlio, non è stata sequestrata ed è stata lavata e riparata sottraendola all’esame dei periti del GIUDICE. Si pensi che i manganelli rotti sul corpo di mio figlio non sono stati sequestrati ma sono stati consegnati, ripuliti, solo dopo l’esplosione del blog."
Quella mattina in una delle volanti c'era un defibrillatore. Uno degli agenti aveva anche fatto il corso per poterlo utilizzare. Invece di sentire degli agenti di Polizia ridere maneggiando il portafoglio di Federico, sarebbe stato bello sentirli concitati nel cercare di salvargli la vita con il defibrillatore dopo averne accertato l'arresto cardiaco. Questo significa essere dei professionisti, degli uomini. I picchiatori, non sono degli uomini.

Punto GPS N 14°24.644 W 003°19.699. La solidarietà accesasi intorno al caso di Federico si è materializzata nella costruzione di pozzo per l'approvigionamento di acqua in Mali. Il pozzo, entrato in funzione nell'agosto 2007 e costato 5050 € , è stato finanziato dagli amici di Federico.
Che la Polizia di Stato abbia un bisogno estremo di rinnovarsi e di far emergere dentro di se personale altamente qualificato, lo si evince dai numerosi filmati che ho raccolto. Il fatto che sia un mestiere difficile e pericoloso, sottopagato piuttosto che dimenticato dallo Stato, non può diventare una eterna scusante che giustifichi innumerevoli episodi in cui la reazione delle forze dell'ordine è risultata sproporzionata alla minaccia se non del tutto arbitraria.
In Italia, ci sono tanti altri lavori che sono molto più pericolosi e sottopagati: penso a quei "cavatori" che ricorda Luis Sepulveda nel suo "Le rose di Atacama", in cui peraltro si rammenta che nella zona di Carrara muoiono da sei a otto cavatori all'anno (la polvere di marmo è una maledizione bianca che pian piano pietrifica i polmoni), penso ai lavoratori edili generici nei tanti cantieri italiani, che cadono come mosche nell'indifferenza generale.
Gli episodi, che mi sono rimasti impressi particolarmente in questi anni, vanno dalle violenze della polizia e di altri corpi al G8 di Genova (2001), all'assassinio di Federico Aldrovandi (2005) e di Gabriele Sandri (2007).
Per quanto riguarda i fatti del G8 di Genova, io rimango convinto che un qualsiasi drappello di poliziotti o carabinieri non debba in nessun caso, mai e poi mai, arretrare di fronte a bande di facinorosi, a meno che la ritirata non possa perpetrarsi in modo del tutto composto e tale da alleggerire una situazione pesante. A Genova, nel 2001, ho visto drappelli delle forze dell'ordine ritirarsi in modo caotico e confuso, rendendo le orde di scalmanati ancora più aggressive, come se si stesse giocando al gatto che rincorre il topo. Carlo Giuliani, è morto proprio durante il ritiro caotico del 12° Battaglione Sicilia dei Carabinieri. Se una camionetta dei carabinieri non si fosse trovata isolata e i suoi occupanti non fossero stati colti dal terrore, forse Carlo Giliani sarebbe ancora vivo. Questo la dice lunga sull'impreparazione, delle nostre forze dell'ordine, e sulla responsabilità ancora più grave, di chi in quella occasione, ha messo personale senza esperienza (ad esempio Mario Placanica, il carabiniere che materialmente sparò uccidendo Carlo Giuliani) a fronteggiare una tale situazione. Nessuno mette in dubbio l'aggressività dei manifestanti, ma è anche vero che esistono gli strumenti dissuasivi idonei per non indietreggiare di fronte a centinaia di scalmanati, fino ad arrivare all'estremo rimedio, cioè sparare proiettili di gomma.
    Sequenze fotografiche della morte di Carlo Giuliani.
Oltre alle sopraccitate ritirate caotiche di molti reparti, che non hanno fatto altro che aumentare il disordine, la scarsa professionalità di una parte delle forze dell'ordine si è manifestata nella totale mancanza di coordinamento tra i reparti coinvolti (sembra non funzionassero bene le comunicazioni radio, figuriamoci in caso di conflitto), un atteggiamento sprezzante fascista politicamente orientato contro i manifestanti, l'abuso di potere concretizzatosi in percosse gratuite ed offese morali inutili. Testimonianza di quanto appena detto, sono i prossimi video. Ogni calcio in più ad un manifestante inerme, è un calcio all'onorabilità del corpo di cui fa parte il funzionario dello Stato; questo è il mio modo di pensare. Il primo filmato testimonia l'utilizzo criminale dei blindati contro i manifestanti. Questa non è professionalità. Basterebbe che uno di quei blindati sbandasse perchè un manifestante muoia.
Il secondo filmato testimonia l'utilizzo di armi improprie da parte dei carabinieri.
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Le nostre forze dell'ordine hanno suscitato anche perplessità all'estero, poichè duranti partite di calcio a livello europeo (Roma - Manchester United) si sono messe in evidenza per un utilizzo indiscriminato del manganello, che può causare lesioni interne anche molto gravi.
L'episodio che comunque, ha lasciato sconcertati molti italiani, credo sia stato non molti mesi fa, una conferenza stampa surreale, con il portavoce della Polizia Roberto Sgalla (lo stesso del G8 di Genova) che chiede ai cronisti di non fare domande e il questore di Arezzo Vincenzo Giacobbe che racconta una storia in cui un poliziotto della stradale ("un ottimo elemento che di solito opera benissimo") spara due colpi in aria ma colpisce un giovane tifoso laziale seduto sul sedile posteriore della Megane Scenic che stava lasciando l'area di servizio di Badia al Pino. Gabriele Sandri. 
Ora che un questore in Italia, si possa permettere di prendere in giro i cittadini dicendo che un agente ha sparato in aria ed un giovane di 28 anni, Gabriele Sandri, contemporaneamente viene colpito al collo da un proiettile e muore, forse diventa imbarazzante per quella che ufficialmente si dice essere una democrazia. Tale episodio la dice lunga sul clima omertoso e autoreferenziale che si respira nella Polizia di Stato.

Gli ultimi episodi hanno visto la polizia distinguersi particolarmente nel manganellare i cittadini che protestavano a Marigliano (NA) per questioni legate allo smaltimento dei rifiuti.
La Polizia, deve rinnovarsi. La cultura del manganello non paga. La violenza crea violenza. Anch'io nel lontano 2002, ho avuto un incontro ravvicinato alle 4 del mattino con una volante della Polizia impazzita. Avevo 22 anni. Voglia di chinarmi al potere arbitrario zero, orgoglio come sempre da vendere. Mi ero fermato dopo essermi imbattuto in un incidente stradale sul Terraglio (strada che collega Mestre a Treviso), in cui non ero minimamente coinvolto. Ero rimasto scioccato dal fatto che avevo visto una persona dolorante venire estratta dalle lamiere. Figuratevi cosa mi successe per aver avuto il coraggio di dire ai due poliziotti della volante che sopraggiunse, che erano in notevole ritardo. Per un paio d'ore, in modo arbitrario sono stato tenuto sotto le intemperie al freddo, anche dopo che i protagonisti dell'incidente e le loro autovetture erano state portate via. Denigrato, trattato come un criminale. Me la volevano far pagare. La pressione psicologica era fortissima. Quella notte era in corso una tempesta. Subii gravi ingiustizie, una per tutte la contestazione della guida in stato d'ebbrezza e relativo sequestro del veicolo, quando quei poliziotti non mi avevano mai visto guidare visto che erano stati chiamati li per un incidente stradale; ingiustizie che mi spinsero per fortuna a non firmare il verbale stillato da quel Poliziotto. Ma a questo mondo a volte esiste una Giustizia. Il medesimo poliziotto nell' Aprile del 2007 venne arrestato per concussione. 

Nel 2002 avevo lasciato depositato agli atti, tra le altre cose quanto segue "Io continuavo ad avere la sensazione che il funzionario ce l’avesse con me, per ciò che avevo detto riguardo il ritardo nell’arrivo del posto e che me la volesse far pagare, tant’è vero che ad un certo punto scoraggiato dall’atteggiamento del funzionario di Polizia, che a mio avviso si disinteressava dell’incidente per accanirsi su di me, ho chiamato i Carabinieri (112) e nuovamente la Polizia Stradale". Nel 2007 al medesimo poliziotto sono stati contestati decine di episodi dove terrorizzava gli automobilisti nel Veneto facendosi scudo della divisa. Gli atteggiamenti intimidatori, provocatori, persecutori e assurdi verso gli automobilisti, erano gli stessi che aveva assunto verso la mia persona nel 2002.Vi rendete conto, di quanti danni possa causare anche soltanto un agente corrotto?
La Polizia inoltre deve imparare a confrontarsi con i giovani. E' difficile trovare in Italia, un giovane che pensi che la Polizia sia amica del cittadino. Perchè una simile fama? Perchè quelle pantere sulle volanti ad intimorire, e non una politica di avvicinamento a quello che è il cittadino comune. Gli occhiali scuri, tipo rambo, i modi di fare bruschi ed arbitrari perchè, perchè, perchè? Non puoi chiedere ad un giovane di abbassare lo sguardo perchè è un poliziotto ad intimartelo. Io penso di capire la situazione nella quale è morto Federico Aldrovandi.
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Non ho mai capito perchè, le volanti con a bordo persone che detengono un potere enorme, tra cui anche quello di uccidere loro simili, non vengano dotate di telecamere in modo che il "controllore sia effettivamente a sua volta controllato", anche nel suo interesse. Chi impugna manganelli, pistole, o qualsiasi arma che possa arrecare offesa, e detiene il potere di preservare l'ordine, dovrebbe avere tutto l'interesse affinche vi sia una prova costante ed inconfutabile del pieno rispetto delle leggi. Finchè non verrà installata una telecamera per ogni volante, esisteranno sempre delle zone d'ombra, che vanno a discapito dei più deboli e di chi tra i poliziotti fa questo lavoro in modo onesto e non violento, per quanto possibile.

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