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giovedì 17 febbraio 2011

L'intercettore superveloce Gojira ferma la caccia sanguinaria alle balene. La migliore difesa ecologista è l'attacco.

Dalla loro parte il diritto naturale delle balene alla sopravvivenza. Dalla loro parte la legge internazionale. I nuovi ecopirati combattono nel giusto.

In Italia ci siamo abituati. Fatta la legge trovato l'inganno. Questo assunto era stato fatto proprio anche dalle baleniere giapponesi che, con la complicità delle autorità nipponiche, nonostante la caccia per scopi commerciali ai cetacei fosse vietata da una moratoria internazionale del 1986, continuavano in questi anni la mattanza dei cetacei nascondendosi dietro l'assurda ipocrisia della "ricerca scientifica". Le autorità di Tokyo affermavano che questa caccia facesse parte integrante della cultura nipponica e non disdegnavano che, nonostante i dichiarati fini di ricerca, la carne finisse sulla tavola dei giapponesi. Grazie all'attivismo a tenaglia dell'associazione di difesa dell'ambiente Sea Shepherd e alle pressioni diplomatiche di stati virtuosi come la Nuova Zelanda e l'Australia che hanno denunciato il Giappone al tribunale dell'Aia, il Giappone ha sospeso la caccia alle balene nell'Antartico (Fonte il Corriere della Sera 16/02/2011), di cui avevo già parlato in un post a fine 2007. Questo a mio avviso insegna che l'attivismo può cambiare la storia quando interpreta la difesa come attacco. L'immagine dell'intercettore superveloce Gojira credo renda perfettamente questa idea. Un ultimo aspetto. Mentre l'italietta si fa conoscere nel mondo per il bunga bunga, nazioni virtuose come la Nuova Zelanda e l'Australia si distinguono per stile e valori, dimostrando da sempre di essere popoli che non solo non possono conoscere la vergogna del fascismo e del berlusconismo italiano, ma sono interpreti della propria storia nella misura in cui rispettano il pianeta e gli animali che lo abitano.
L'intercettore superveloce Gojira (nome giapponese del mostro cinematografico Godzilla) dell'associazione Sea Shepherd che ha costretto il Giappone a sospendere la caccia alle balene. L'intercettatore  assieme ad altre barche d'appoggio facenti parte della flotta «ecopirata», si sono posti sulla scia delle quattro baleniere giapponesi ed in particolare della nave-mattatoio, l'ammiraglia Nisshin Maru, piazzandosi davanti allo scivolo a poppa e manovrando in modo tale da impedire alle navi arpionatrici l'azione. 


L'intercettore superveloce Gojira ha sostituito il Ady Gil, un trimarano da primato, concepito per l'ambizioso obiettivo di circumnavigare il globo con un mezzo a basso impatto ambientale, acquistato e ribattezzato Ady Gil dalla Sea Shepherd, organizzazione ambientalista non-profit, per operazioni di disturbo nei confronti della flotta nipponica di baleniere. Proprio durante una di queste operazioni, il 7 gennaio 2010, la Ady Gil é affondata in seguito ad una collisione con la baleniera giapponese MV Shōnan Maru 2.

venerdì 8 febbraio 2008

World Press Photo 2007: la più bella foto dell'anno (2007)

The international jury of the 51st annual World Press Photo Contest selected a color image of the UK photographer Tim Hetherington as World Press Photo of the Year 2007. The picture was taken 16 September 2007 and shows a US soldier resting at "Restrepo" bunker, named after a soldier from his platoon who was recently killed by insurgents.
La fotografia di un soldato statunitense in un bunker afghano è il miglior scatto dell'anno. L'immagine, colta dal britannico Tim Hetherington per la rivista Vanity Fair, ha vinto la 51esima edizione del World Press Photo, uno dei più prestigiosi premi foto-giornalisti del mondo. Mostra lo «sfinimento di un uomo, e lo sfinimento di una nazione», ha spiegato la giuria nel fornire le motivazioni della sua scelta (Tim Hetherington, UK for Vanity Fair).
Harpooned and bloody, a mother whale and her baby are dragged on to a factory ship.
Barbaric? No, research, says Japan.
La megattera uccisa assieme al suo piccolo di meno di dodici mesi vengono issati a bordo di una baleniera giapponese: è una delle prove raccolte dalla nave del governo australiano sul massacro in atto nell'Oceano Antartide. L'agonia delle balene può durare per decine di minuti oppure ore. (La Repubblica, Venerdì 8 Febbraio 2008)
Australia's government on Thursday released graphic pictures of Japanese hunters harpooning whales and dragging their bleeding carcasses onto a ship near Antarctica, calling it evidence of the ''indiscriminate'' slaughter of the animals. Japan denied one of the photos showed a mother and its calf being killed, and accused Australian officials and media of spreading propaganda.

I don't Know why.
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martedì 20 novembre 2007

"Esperanza" è l'unica speranza per fermare la "caccia alle balene per scopi di ricerca scientifica"


Come vengono uccise le balene? Un arpione esplosivo penetra nel corpo dell’animale e poi esplode provocando squarci di almeno 20 centimetri che vanno via via ampliandosi. Le balene muoiono tra atroci sofferenze e, spesso, dopo una lunga agonia. Si stima che, in media, il tempo minimo in cui sopraggiunge la morte per l’animale ferito è di almeno due minuti, ma si registrano moltissimi casi di agonia durata più di un’ora e, addirittura, fino a cinque ore.
Ogni anno il governo giapponese è autore di una mattanza ingiustificata nelle acque dell'Oceano Meridionale Articolo tratto da ANSA 2007-11-20 ore 17:31
SYDNEY - Peggiora invece di migliorare, la sorte delle balene del Pacifico. Domenica una flotta baleniera giapponese è salpata per quella che potrebbe diventare la caccia più vasta degli ultimi 20 anni, con un obiettivo di oltre mille grandi cetacei, tra i quali per la prima volta figurano anche le megattere, a rischio di estinzione secondo gli ambientalisti, e particolarmente amate dai whales watchers per i loro caratteristici salti acrobatici fuori dall'acqua. La mossa dei giapponesi ha suscitato le ire della Nuova Zelanda e dell'Australia, che hanno presentato formale protesta attraverso i propri ambasciatori a Tokyo. "L'Australia è contro ogni forma di caccia delle balene, chiediamo formalmente al Giappone di riconsiderare le proprie decisioni", ha detto il ministro degli Esteri australiano Alexander Downer. Altri in Australia sono stati meno diplomatici. Da Canberra il ministro ombra per gli Affari esteri, Robert McClelland, ha invocato l'uso della marina militare come deterrente contro le baleniere giapponesi, che spesso pescano anche dentro i confini delle aree protette, soprattutto nei mari antartici. La premier neozelandese Helen Clark ha usato parole durissime: "I pescherecci giapponesi avrebbero fatto meglio a restarsene a casa loro, invece di venire qui nascondendosi sotto l'imbroglio di una missione scientifica, quando vogliono semplicemente uccidere mille balene". Il Giappone aveva ufficialmente abbandonato la caccia commerciale alle balene nel 1986, ubbidendo alla moratoria internazionale, per passare dall'anno successivo a quello che continua a chiamare caccia per scopi di ricerca scientifica. Il portavoce di Greenpeace, Steve Shallhorn, ha sottolineato oggi che i biologi marini d'Australia e altri paesi del Pacifico hanno più volte sostenuto che le informazioni scientifiche sulle balene si possono ottenere senza uccidere gli animali. Greenpeace ha promesso di tallonare le sei navi peschereccio con la loro nave ammiraglia Esperanza, già posizionata al largo delle coste giapponesi.

La nave di Greenpeace, l'Esperanza. 


Per quattro mesi - tanto durerà la stagione - l'organizzazione ambientalista cercherà di ostacolare i giapponesi, chiedendo la sospensione della caccia e impegnandosi in azioni di lotta non violenta, come ha già fatto in passato. "Questa non è scienza, è un business mascherato da scienza. Le balene sono animali protetti e noi vogliamo che la legge sia rispettata", ha detto dalla Esperanza il capo della spedizione Karli Thomas, all'agenzia di stampa australiana Aap. La piccola flotta che ha lasciato il porto di Shimonoseki setaccerà per quattro mesi le acque dei mari del sud del Pacifico fino all'Antartide, e si teme che sconfinerà nella zona che l'Australia ha dichiarato parco marino dedicato proprio ai cetacei. L'obiettivo è la pesca di 935 balenottere dal rostro, 50 balenottere azzurre e 50 megattere, queste ultime fino ad ora mai cacciate. Il passaggio delle megattere lungo le coste dell'Australia è uno degli appuntamenti più attesi da turisti e animalisti, per i salti spettacolari fuori dall'acqua, e per la docilità dei grandi cetacei, che si lasciano avvicinare dalle barche e, in alcuni casi, persino dai surfisti. Quattro anni fa una di queste balene era entrata nella baia di Sydney, nuotando tra i traghetti e le barche fino all'Opera House. Ora la nuova stagione delle baleniere giapponesi mette a rischio di sopravvivenza, oltre alle balene stesse, anche l'industria australiana del whale-watching, che ha un giro d'affari di 180 milioni di euro l'anno. Sono migliaia le persone che ogni anno arrivano sulle coste orientali del continente per osservare il passaggio delle megattere che dall'Antartide risalgono le coste per partorire nelle acque più calde della barriera corallina, ridiscendendo poi alla fine dell'estate accompagnate dai piccoli.

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