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mercoledì 14 marzo 2018

Stephen Hawking: “Remember to look up at the stars and not down at your feet.”

Stephen William Hawking: 8 January 1942 – 14 March 2018
Remember to look up at the stars and not down at your feet. Try to make sense of what you see and wonder about what makes the universe exist. Be curious. And however difficult life may seem, there is always something you can do and succeed at. 
It matters that you don't just give up.”

venerdì 6 giugno 2014

In Normandia per non dimenticare quei giovani morti per la libertà. Oggi, 70 anni fa, morivano anche per estirpare i nostri fascismi.


Proprio 70 anni fa, il 6 Giugno 1944, su alcune spiagge della Normandia morirono migliaia di giovani per la libertà. Morivano anche per estirpare i nostri fascismi. Morivano lontani da casa per ridarci quella stessa libertà che noi oggi interpretiamo ancora come libertà di arricchirsi idebitamente, di corrompere e farci corrompere.   Il Fascismo ed il Nazismo oggigiorno assumono le vesti di quella abberazione chiamata corruzione. Quella che striscia schifosamente nella maggior parte degli uffici italiani come la peste bubbonica. Li vedi sgattaiolare compromessi, forme evanescenti alimentate da ansiolitici che non riconoscono più nemmeno se stesse. L'Italia tracolma di fantocci patinati di ipocrisia che sono emissari della corruzione incarnata. 
La nostra libertà non ha prezzo. Sbarcate contro la corruzione, assaltatela, non datele tregua. Se non vi farete mai corrompere, allora l'ultimo respiro della vostra vita sarà, guardandovi indietro, quello della libertà. 

domenica 22 dicembre 2013

Vittorio Arrigoni, approfondire la sua storia è un atto rivoluzionario.


Ci sono delle parole scolpite nel Blog di Vittorio Arrigoni che meritano il nostro approfondimento.

"Guerriglia alla prigionia dell'Informazione. Contro la corruzione dell'industria mediatica, il bigottismo dei ceti medi, l'imperdonabile assopimento della coscienza civile. La brama di Verità prima di ogni anelito, l'abrasiva denuncia, verso la dissoluzione di ogni soluzione precostituita, L'infanticidio di ogni certezza indotta. La polvere nera della coercizione entro le narici di una crisi di rigetto. L'abbuffata di un pasto nudo, crudo amaro quanto basta per non poter esser digerito."

Io non dimentico Vittorio Arrigoni

Per chi volesse approfondire, la sua storia completa si trova in un bellissimo documentario su Al Jazeera World che raccomando vivamente. Un filmato ovviamente che non vedrete sulle televisioni italiane occupate dalla superficialità.

Precedenti miei post su Vittorio Arrigoni:
  1. 'Un vincitore è un sognatore che non hai mai smesso di sognare. Vittorio Arrigoni, un vincitore.'
  2.  'Vittorio Arrigoni scrisse del suo Battello Ebbro ("Le bateau ivre") come Arthur Rimbaud e disse: "brillerò anche per coloro che non hanno osato
  3. ISRAELE VERGOGNA: Vittorio Arrigoni era sulla black-list degli israeliani che lo avevano già picchiato e lui aveva pensato che lo avrebbero ucciso.

mercoledì 19 settembre 2012

Maurizio Crozza, un genio tutto italiano.


Maurizio Crozza in una indimenticabile performance a Ballarò 18/09/2012.

martedì 18 ottobre 2011

È morto il paladino del bel paesaggio e della natura.

Nel dicembre 2007 scrivevo "Andrea Zanzotto: chi salverà il veneto dal cemento?". Ora apprendo dai quotidiani che Andrea Zanzotto, è mancato. Il paesaggio e la natura hanno perso un loro  paladino.

Viandante sul mare di nebbia è un dipinto ad olio su tela di Casper David Friedrich.


sabato 15 ottobre 2011

Esseri dalle fattezze umane imbottiti di antibiotici. L'alternativa antroposofica.

Da sempre ho conosciuto persone che al minimo mal di testa o malessere mi dicevano di aver preso i più svariati antibiotici. La cosa più preoccupante che appena una persona condivideva il proprio malessere denunciandone i sintomi, subito ne accorreva un'altra che aveva già la pastiglia pronta e la benedizione "Io l'ho sempre usata, vedrai che tra dieci minuti passa tutto". Tachipirine e aspirine come caramelle. Le compagnie farmaceutiche hanno in alcune persone assuefatte i loro migliori vettori di vendita. Anche per questo i virus sono sempre più resistenti, prendendo la misura agli antibiotici che diventano quindi meno efficaci. Vallo a spiegare alla gente che vuole sono ingoiare e risolvere. Io, sono orgoglioso di essermi curato da sempre con una medicina alternativa, la medicina antroposofica frutto della visione filosofica dello stato di salute e malattia basata sul lavoro di Rufolf Steiner (1861-1925). Certo, c'è da dire che quando la situazione lo richiedeva, per la sua gravità, assumevo gli antibiotici indispensabili. Lo stesso Steiner, prospettava la medicina antroposofica come un'estensione, e non un'alternativa, della medicina convenzionale. Seguitemi. Già la parola antroposofia significa conoscenza dell'uomo e quindi implica una osservazione spirituale con metodo scientifico. Il lavoro di Steiner esplora come l'essere umano e il mondo naturale possano venire descritti, non solo in termini fisici ma anche in termini di anima e spirito. Insomma un approccio meno populistico e meno compromesso con la logica da supermarket del mercato delle compagnie farmaceutiche. Steiner riteneva che la coscienza non possa essere definita in termini fisici, come nella medicina convenzionale, e indagava su come l'anima dell'uomo e la natura spirituale fossero correlate alla salute e alle funzioni del corpo. L'approccio antroposofico alla cura della salute è di tipo olistico e ha lo scopo di trattare l'intera persona, non solo la malattia o i sintomi. Se ogni diagnosi prende in considerazione la storia di vita del paziente, il suo contesto sociale, l'espressione artistica ed il movimento, nonché la forma del corpo, i medici antroposofici arrivano anche a utilizzare tra gli approcci terapeutici il movimento terapeutico (euritmia) e terapie artistiche, in un programma terapeutico integrato. 

Nel video la c.d. pedagogia steineriana "Waldorf" che viene applicata in centinaia di scuole (la prima la Waldorf aprì nel 1919) in tutto il mondo che si ispirano ad essa e in Europa ha avuto, in quasi cent'anni dalla sua nascita, un’ampia e crescente diffusione. Caratteristiche peculiari sono il rifiuto di un insegnamento nozionistico; la possibilità di coltivare le più disparate discipline artistiche - quali la musica, il teatro, la pittura, il modellaggio, l'artigianato, e svariati altri lavori manuali che possono andare dall'uncinetto sino alla costruzione, nelle classi più avanzate, di veri e propri macchinari tecnologici funzionanti. Secondo Rudolf Steiner la pedagogia è un'arte e dunque il maestro deve avere una "vocazione" per l'insegnamento. Un buon maestro genera buoni alunni, così come un cattivo maestro ne genera di cattivi. 

In diversi ospedali tedeschi viene praticata la medicina antroposofica che viene utilizzata come approccio terapeutico.  Le medicine antroposofiche derivano soprattutto da piante e minerali; in particolare si ritiene che la parte specifica della pianta sia correlata a uno dei tre diversi sistemi del corpo: le radici con il sistema sensoriale-nervoso, i fiori e i frutti con il sistema metabolico-riproduttivo, le foglie con il sistema ritmico. Questa visione è molto interessante. Per rendere il discorso più semplice si potrebbe dire che se vi è piaciuto il film Avatar, probabilmente è anche perché proiettava la visione cinematografica di un grande segreto contenuto nella natura, dove tutto ha un senso ed è interconnesso. Nella preparazione delle medicine antroposofiche viene posta quindi particolare attenzione al materiale e ai metodi di coltivazione della pianta, coltivata secondo i principi della produzione biodinamica. Aria fritta oppure una approccio più maturo, spirituale e complesso che il popolino spesso rifugge imbottendosi di antibiotici? Le informazioni qui riportate sono tratte da una dispensa distribuita, nell'a.a. 2010/11, agli studenti del corso di Fitofarmacia all'interno della Laurea in Farmacia presso l'Università degli studi di Padova.

Un insegnante steineriano all'opera alla lavagna. Se i colori fanno la gioia dei bambini..

martedì 11 ottobre 2011

Brian Haw, un vincitore. Il pacifismo in uno sguardo.

Brian Haw (1949-2011)

Caro Brian Haw,
questa estate ho appreso della tua dipartita e mi son promesso di scriverti. Ora che non puoi più tentare in presenza di risvegliare le nostre coscienze assopite protestando come hai fatto per lunghi dieci anni contro ogni guerra accampato davanti a Westminister, voglio dirti che i tuoi occhi, ricolmi di pace, continuano a parlarci della pace. Mentre i guerrafondai Blair e Bush giocavano alla guerra esportando la democrazia con bombe, presunte "intelligenti", tu hai avuto la cocciutaggine che è di tutti i carpentieri, quale tu eri, di battere il chiodo della pace in un mondo intriso di indifferenza. Gridando nel megafono, ricordavi al parlamento inglese l'esistenza della parola pace e che la guerra non può essere pace. Facile per noi affermare ora che proprio tu avevi ragione, quando per la strada ti si guardava con indifferenza. Mentre la maggioranza delle persone ti scrutava divertita come si guarda ad un visionario strampalato un po' ammattito, proprio tu eri dalla parte del giusto. Il più cocciuto di tutti aveva ragione: tutti i conflitti sono una tragedia per l’umanità, sempre e comunque. L'uomo della strada vedeva più lontano del primo ministro inglese e di tanti politici profumati. Porca miseria, quanto è importante essere dalla parte del giusto nel momento giusto. Hai dato un senso profondo alla tua vita, i tuoi sette figli e le prossime generazioni guarderanno ammirate all'estremo sacrificio a cui hai sottoposto la tua esistenza. Difficile che qualcuno prenda il tuo posto. Chi protesterebbe sotto il vento e la pioggia per dieci lunghi anni fino ad ammalarsi? Hai reso ridicole le autorità che più volte hanno cercato di allontanarti, anche introducendo una nuova legge che proibiva ogni manifestazione nel raggio di un chilometro dal Parlamento inglese. Hanno perso. La tua tenda era più forte di tutto, come gli ideali della pace. Il tuo motto era "stop killing my kids" e nella storia resti te a salvare la dignità umana. In Italia ho ammirato il coraggio di pacifisti quali Vittorio Arrigoni e Turi Vaccaro, veri e proprio miti del pacifismo. Vittorio diceva "Io che non credo alla guerra, non voglio essere seppellito sotto nessuna bandiera. Semmai voglio essere ricordato per i miei sogni. Dovessi un giorno morire, fra cent'anni, vorrei che sulla mia lapide fosse scritto quello che diceva Nelson Mandela: un vincitore è un sognatore che non ha mai smesso di sognare." Anche tu Brian sei un vincitore. Porca miseria se sei un vincitore, Brian. Più cocciuto del "barone rampante" hai dato dignità all'umanità intera. Io mi inchino di fronte al tuo autentico pacifismo. Alberto

Brian Haw
Brian Haw

Brian Haw
L'accampamento pacifista di Brian Haw. 

sabato 7 maggio 2011

A te studente del futuro. Scrivi e racconta del poeta Vittorio Arrigoni che riuscì ad andare oltre la siepe del Leopardi.

Vittorio Arrigoni poeta della Pace
maledetto dalla Guerra. 
Questo post si rivolge al futuro, agli studenti del futuro che un giorno bramosamente cercheranno emozioni per diletto o semplicemente ispirazione per scrivere una tesina. Benvenuti. Non posso rivolgermi agli studenti contemporanei, pochi "sono restati umani", per dirla come il compianto Vittorio Arrigoni, scomparso da pochi giorni. Un giorno quando tu leggerai, probabilmente i libri scolastici nel frattempo avranno reso merito a Vittorio Arrigoni che allora verrà sicuramente ricordato come uno straordinario pacifista che riuscì a sconfiggere anche con la poesia la standardizzazione e l'omologazione involutiva che sta assotigliando e anestetizzando l'anima e lo spirito degli esseri umani. Verrà ricordato anche come uno dei poeti italiani più importanti degli inizi del secolo XXI. Questo è proprio il mio appello. Scoprite e scrivete del poeta Vittorio Arrigoni. Nel blog di Vittorio, a cui sto lavorando alacremente anche per mettere in sicurezza il materiale, fondamentale per la memoria storica, che al momento giace sulla sabbia di un bagnasciuga esposto ad una repentina onda cancellatrice (israeliana, non si sa mai..), troverete sparse qua e là molte poesie. Ho già riportato la poesia del suo Battello Ebbro. Ora ne riporto un'altra, sperando vi sia da stimolo per cercarne altre e conservarne traccia per condividerle. Cercate e scoprite. Senza nulla togliere alla profondità del Leopardi, io testimonio di come fin da subito ho intuito come Vittorio Arrigoni sia riuscito a "scavalcare la siepe" ed ad arrivare con grinta in una dimensione sconosciuta che spero gli studenti del futuro potranno cogliere pienamente nella sua grandezza. Vittorio poeta della Pace maledetto dalla Guerra.


Ci sono mani concepite per la distruzione,
per brandire spade e mettersi a capo di eserciti di indomiti omicidi,
che non conoscono pietà accecati dall'odio.

Ci sono poi altre mani che vengono dopo,
a ricucire le ferite, raccogliere le macerie,
semplicemente a tendersi nell'offrire quei gesti solidali
che sono la motrice della speranza.


Queste mie mani segnate da bruciature di sigarette,
poco ingegnose per un'epoca di sovrapproduzione modaiola,
buone solo per disegnare castelli nell'aria di iperbole utopiste,
mani troppo abili a versarsi quell'ultimo bicchiere di troppo,
preferiscono comunque appartenere a chi sa offrire,
piuttosto che ferire.


Conoscono ancora la tenerezza di una carezza,
su di un viso imperlato di lacrime.
L'orgoglio di una stretta di mano sincera,
preambolo di ogni amicizia possibile e disinteressata.

Metterò quindi a disposizione queste mie mani
e la forza delle mie robuste braccia,
ai palestinesi del campo profughi (*).
 
Oltre ad aiutare nella ricostruzione,
ci sarà tempo per le mie mani anche di levare al cielo quei tanti bimbi sfortunati
rilegati nel dimenticatoio di un orfanotrofio pericolante.

Parto fra qualche ora,
sostenuto da miei ideali di giustizia mai saturi
e da tutte quelle persone con cui ne ho condiviso le lotte.

Vittorio

 
(*) di Nahr el Bared in Libano, raso al suolo dall'esercito, la battaglia è terminata ieri, ora già tempo di ricostruire, e di lenire le piega di questa ennesima atroce sofferenza. La vicenda di Nahr el Bared, risolleva la questione del diritto di ritorno dei profughi palestinesi, e se non per tutti, quantomeno ad ognuno deve essere garantita una terra dove vivere con eguali diritti a tutti gli altri uomini.

venerdì 6 maggio 2011

Mai più ministri fascisti della Guerra. ABOLIAMO L'ESERCITO per aumentare i fondi destinati all’istruzione.


Costa Rica è Pace. L'Italia è Guerra.
 Qualcosa di davvero grande, unico nel suo genere. C’è un paese, il Costa Rica, che dal 1° dicembre 1948 ha abolito e non ha più un esercito.  Non è possibile! Invece si, avete capito bene, loro da 60 anni, non si sorbiscono più ridicole sfilate militari con i vari La Russa che giocano a fare i soldatini. Non vanno neanche più a fare la spesa al mercato delle bombe. Se ancora non ci credete guardate l'art. 12 della loro Costituzione: "Se proscribe el Ejército como institución permanente." L'Italia all'art. 11 della propria Costituzione ha scritto che ripudia la Guerra, ma continua invece a promuoverla. Furba l'Italietta, che ha speso nel 2010 la bellezza di 23.500 milioni di euro per la difesa. L'Italietta, che almeno ha abolito il servizio di leva obbligatorio dal 2004 e da cui sono miracolosamente scampato, ha a tutti gli effetti un esercito permanente che mangia risorse come intere legioni romane accampate alle porte di ogni città italiana, in più ha un ministro della Guerra (Difesa?) Ignazio La Russa che con i suoi alterchi, è in odore nauseabondo di gerarca fascista (chi lo fischia è partigiano). Ma, come è avvenuto questo miracolo? Il Costa Rica era uscito da poco da una breve guerra civile, che aveva provocato alcune centinaia di morti. Dopo due mesi di combattimenti, il leader socialdemocratico José Figueres Ferrer, personaggio politico mitico nell’America Centrale detto Don Pepe, assunse la direzione del governo provvisorio e chiuse con il passato, abolendo l'esercito. Incredibilmente recentemente il Costa Rica si è classificato anche primo in una classifica sulla felicità percepita dalla popolazioneDa allora altri hanno rinunciato all'esercito. Porca miseria, che lungimiranza.

José Figueres Ferrer distrugge simbolicamente il muro di cinta della caserma Bellavista. Era il 1 Dicembre del 1948. Il Costa Rica entra nella Storia, rinunciando per sempre all'istituzione dell'esercito.
Il 1° dicembre, dopo la firma del decreto legge, Don Pepe si presentò alla caserma Bellavista, nel centro della capitale San José: sotto lo sguardo stupito della folla salì sul muro di cinta e iniziò a colpire simbolicamente il muro della caserma. La soppressione dell’esercito come istituzione permanente fu approvato poco tempo dopo dal parlamento e inserita nella costituzione del 1949. Lo stesso 1° dicembre Don Pepe offrì la caserma Bellavista all’Università della Costa Rica, che la trasformò in un museo nazionale. Cogliete anche voi virtuosità nell'eliminare le spese militari per destinare maggiori risorse economiche all'istruzione? In Italia non sappiamo più cosa inventarci per dare un senso a tanti burattini che marciscono nelle caserme. Proprio oggi, la nostra specie di presidente del Consiglio ha deciso di inviare nuovamente i militari a raccogliere l'immondizia per le strade di Napoli. Lo capisce chiunque che non si può andare avanti così. L'unico modo per impedire ad un futuro Ignazio La Russa di diventare nuovamente ministro della Guerra è rinunciare per sempre all'esercito. Liberiamo le caserme dai carri armati e facciamone parchi dove i nostri figli possano giocare sotto la bandiera della pace diventando veramente UOMINI. Ma come faremo a difenderci, chiede l'ipocrita senza idee? Io non vivo di paure. Detto questo l'ONU potrebbe essere l'organismo a cui conferire un esercito. L'Europa parimenti si potrebbe dotare di un proprio esercito se proprio sentisse l'esigenza di difendersi dall'imperialismo U.S.A. Ma gli attuali eserciti nazionali sono esattamente l'espressione della persona di Ignazio La Russa. Ignoranza militarizzata, che scarica ciclicamente contro un nemico il proprio arsenale in scadenza.

Liberiamoci dalle ipocrisie. Questa foto, che mostra i militari impegnati a Napoli nel rimuovere le immondizie, dimostra paradossalmente invece proprio come l'esercito non serva più, ma serva ben altro. Smilitarizziamoci.

venerdì 22 aprile 2011

FREE BRADLEY MANNING



Il presidente statunitense Barack Obama sembra deludere le aspettative di chi auspicava un concreto cambio di rotta degli Stati Uniti d'America, in quella deriva che sono stati gli ultimi decenni; è stato educatamente contestato a San Francisco da un gruppo di sostenitori di Bradley Manning, il soldato dell'esercito americano che si trova in carcere e rischia di restarci per il resto della sua vita per aver scelto di denunciare alla società civile le atrocità della guerrà in Iraq.
I pacifisti si fanno sempre più coraggiosi in tutto il mondo. Madre Terra è con loro.

giovedì 21 aprile 2011

Un vincitore è un sognatore che non hai mai smesso di sognare. Vittorio Arrigoni, un vincitore.


Il video che ho riportato sopra è per uno scherzo del destino il testamento del pacifista italiano Vittorio Arrigoni, ucciso in Palestina. Vittorio dice: "Io che non credo alla guerra, non voglio essere seppellito sotto nessuna bandiera. Semmai voglio essere ricordato per i miei sogni. Dovessi un giorno morire, fra cent'anni, vorrei che sulla mia lapide fosse scritto quello che diceva Nelson Mandela: un vincitore è un sognatore che non hai mai smesso di sognare. Vittorio Arrigoni, un vincitore.
Ci sono coetanei di Vittorio, i cretini dell'effimero, che fanno ore ed ore di coda per tentare di entrare in un reality show, dichiarando poi che "loro ce l'hanno fatta". Come se quel successo, potesse significare qualcosa. Vittorio faceva ore di coda sotto al sole ai disumani check-point israeliani. Vittorio Arrigoni, un vincitore.

Vittorio Arrigoni a Tangeri (2003)

Ogni tanto navigate sul bellissimo blog di Vittorio Arrigoni, ucciso barbaramente a Gaza il 15/04/2011. L'eredità più importante che ci lascia Vittorio infatti è il suo pensiero. Ho voluto per questo leggere alla lettera tutto il suo blog che è uno dei libri più belli che abbia mai letto. Nel 2004 postava centinaia di post, poi ha incominciato a curare più la qualità che la quantità. Ho voluto riassumere i punti più salienti qui di seguito, come ad impossessarmi del suo pensiero e della strada che ha voluto indicarci. Di una cosa sono certo; Vittorio Arrigoni farà rumore anche da morto. Una sorta di nuovo Che Guevara è nato. La sua scomparsa segnerà un punto fermo in quel bisogno di eroi e di miti che affligge i giovani. Vittorio Arrigoni è un buon esempio; era prima di tutto uno con le palle. Le idee chiare sull'eutanasia, sulla vittoria dello spirito sul corpo (accenna a questi temi in questo post) Vittorio Arrigoni ci ha raccontato di come i soldati israeliani abbiano ucciso barbaramente Tom Hurndall, uno studente Inglese, sparandogli nonostante avesse indossata la giacchetta recante le vistose croci rosse del pronto soccorso medico (da allora racconta Vittorio Arrigoni non le indossiamo più, puntano alle croci) Vittorio ricorda nel suo blog come "Tom è uno spirito che ci accompagna sempre, che sprona al coraggio d'azione contro ogni sopruso e ogni forma di ingiustizia in ogni parte del mondo." Vittorio Arrigoni sapeva di rischiare di morire e con riferimento alla morte di Tom, afferma in un post di essere anch'egli disposto a giocarsi la vita.

Tom Hurndall  (27 November 1981 – Gaza 13 January 2004)


Una immagine tratta dal blog di Vittorio Arrigoni

Vittorio Arrigoni parla anche di come i mass-media amino la sofferenza e come ogni telegiornale e tutti i quotidiani celebrino l'infelicità. Ci racconta del programma di Lula "Fame Zero". Tutti argomenti tabù nelle nostre televisioni. Vittorio dava voce a Beppe Grillo.  Vittorio guardava al regista Michael Moore. Vittorio era contento per il record di nascite in Italia nel 2003 ringraziando per questo gli immigrati. Vittorio guardava disgustato a George Bush. Vittorio guardava a Simona Torretta e Simona Pari. Vittorio ha riportato nel suo post le volontà di Enzo Baldoni sul suo ipotetico funerale, che avrebbe dovuto essere allegro e spensierato. Quello del funerale è un post da leggere. Vittorio era un vero pacifista. Le lettere che scrisse a Enzo Baldoni durante i terribili momenti della sua prigionia poi conclusasi tragicamente, sono un qualcosa di straordinario. Bushleaguer dei Pearl Jam era una canzone che piaceva a Vittorio. Rock against the war. Ascoltiamola.



Vittorio trovava incostituzionale e razzista la legge Bossi-Fini. Vittorio in un post ci dimostra come questa legge uccida e mieta vittime innocenti. Quest'ultimi muoiono tra le sofferenze più atroci: per il troppo caldo, soffocate lentamente in un qualche bagagliaio, nel disperato tentativo di arrivare in Europa.


Una bellissima immagine che ho trovato nel blog di Vittorio Arrigoni.

Vittorio sapeva che nella scuola Diaz erano avvenuti soprusi e abusi d'ufficio da parte della Polizia di Stato. Vittorio guardava ad eroi quali Francisco "Chico" Mendes, fondatore di un movimento ecologista, assassinato il 22 dicembre 1988 per essersi opposto alla devastazione dell'Amazzonia. Vittorio ci dimostra come Saddam Hussein fosse divenuto perfino cittadino onorario di Detroit, idolatrato come Gheddafi, prima che fosse conveniente muovergli una guerra contro. Vittorio faceva rimbalzare notizie di ingiustizie che subiscono le popolazioni contadine nel mondo: Indiani della Colombia, I Vedda dello Sri Lanka, i Boscimani Gana e Gwi. Vittorio promuoveva lo Sleepout, la notte dei senza fissa dimora, per sperimentare cose significhi una notte passata nel freddo della strada. Vittorio crede nella cannabis terapeutica per i malati. Vittorio riportava fedelmente il pensiero di Gino Strada. Vittorio era vicino agli operai degli stabilimenti Fincantieri che "costruirono le stelle del mare, li trafisse la polvere (amianto), li uccise il profitto". Vittorio era spaventato dal  basso tasso di lettura degli italiani. Vittorio credeva nella pet-therapy, assistenza ai malati con gli animali. Vittorio riporta di una notizia di una casa trasformata in uno spinello, grazie ad un barbecue ed ad un ventilatore. Vittorio considerava la guerra in Iraq illegale.


Vittorio era contro la caccia e contro le politiche del centrodestra italiano di favorirla. Vittorio era contro la privatizzazione dell'acqua: "L'Acqua fonte di vita, l'Acqua bene pubblico per eccellenza, l'Acqua bene comune dell'umanità, rischia di essere consegnata nelle mani di chi la vuole trasformare in merce, quotare in Borsa, limitare a un affare per pochi". Vittorio avrebbe voluto trasformare i tracciati ferroviari dismessi in percorsi ciclopedonali. Vittorio pensava che Andreotti fosse sostanzialmente mafioso, perchè ha intrattenuto amichevoli relazioni con gli esponenti di spicco della cosiddetta ala moderata di Cosa Nostra. Vittorio credeva che il debito dei paesi del Terzo Mondo con l'occidente sviluppato andasse cancellato. Vittorio cita Johann Wolfgang von Goethe “Il codardo minaccia quando è al sicuro”.Vittorio constatava con preoccupazione e amarezza come vi fosse stata una resa del giornalismo indipendente alle "ragioni della guerra".


Falluja prima e dopo l'arrivo della democrazia (Yousuf Abedlaki)

Vittorio guardava all'agonia del Darfur. Vittorio era letteralmente innamorato dell'operato di Enzo Baldoni. Vittorio guardando a Terminator, il presidente della California ci ricorda come "chi confonda il culturismo con la cultura è pericoloso, perchè confonde la forza con la ragione". Vittorio guardava all'inquinamento delle nostre città. Passeggiare per le nostre città dice che è come fumare continuamente sigarette. Vittorio guardava alla popolazioni aborigene australiane a cui lo Stato ha confiscato la terra che possedevano da migliaia d'anni. Vittorio sapeva che si è scomodi per chiunque voglia uno scontro tra civiltà. Gli opposti estremismi vedono di cattivo occhio qualunque cosa si muova al di fuori di questa logica. Vittorio guarda come Enzo Baldoni a storie come quelle di Mohammed, un ragazzo iracheno di poco più di venti anni che vive a Baghdad. Come molti della sua età si sposò giovane e aspetta il suo primo figlio quando la guerra arriva a devastargli per sempre la vita. Nel suo caso è un attacco statunitense a cambiare il corso delle cose, come capita a tanti iracheni. Mohammed vede morire la moglie e il bimbo che lei portava in grembo durante l’attacco e perde entrambe le gambe all’altezza delle ginocchia. Vittorio scriveva di proprio pugno di "essere stimolato alla meditazione, alla mediazione fra anima e carne. Alla riappropriazioni delle nostre poderose facoltà spirituali. Al controllo del nostro corrotto corpo, una possibilità per prendere distanza dal mondo materiale in cui ci " costringiamo" a far parte. L'autodisciplina e la determinazione del sè come essenza spirituale e mentale prima ancora che carne e pulsione sessuale o ingordigia affamata." Vittorio guardava agli Islamici come a dei fratelli che "aspirano ad una mezzaluna piuttosto che ad una croce."

Immagine nel blog di Vittorio Arrigoni ritrae una bambina palestinese a sinistra in una classe a Gaza e a destra una bambina in una qualsiasi scuola del mondo.
Vittoria ci ricorda che non sono state trovate armi di distruzione di massa in Iraq, dopo l'invasione. Vittorio ci ricorda amaramente il motto di Thomas Jefferson "La nostra libertà dipende dalla libertà di stampa, ed essa non può essere limitata senza che vada perduta", a proposito del conflitto di interessi di Silvio Berlusconi. Vittorio ha ripreso i risultati di una ricerca svedese che ha dimostrato come aumenti l'incidenza dei tumori all'orecchio utilizzando il cellulare. Il rischio di neuroma acustico aumenta di quattro volte nelle persone che usano il cellulare da oltre 10 anni. Quando questa notizia mi era stata riportata da un amico, non ci avevo dato sinceramente molto peso. Ora ritrovarla sul blog di Vittorio, mi ha convinto. Vittorio lavorava per l'incontro tra le culture e per far prevalere le ragioni della pace su quelle della guerra. Vittorio dava voce a Marco Travaglio e Peter Gomez, accorgendosi di come personaggi quali Biagi, Santoro, Luttazzi, Sabina Guzzanti, Paolo Rossi fossero oggetto di censura. Vittorio ci racconta di una bambina palestinese di 13 anni sulla quale è stato scaricato in intero caricatore da parte di un soldato israeliano.

Immagine tratta dal blog di Vittorio Arrigoni. Ritrae le promesse di Sharon.
Vittorio era a favore di campagna internazionale per una moratoria delle bombe cluster. Vittorio considera il legame tra pace e ecologia simbiotico. Vittorio guardava alla lotta di Luca Coscioni. Vittorio tifava per Greenpeace. Vittorio ci parla di 73 risoluzione dell'ONU contro Israele ma di nessuno guerra per farle rispettare. Vittorio ci parla del protocollo di Kyoto. Vittorio sapeva che per comunicare pace é necessario andare tra la gente. Vittorio ironicamente tifava G. Bush perchè è riuscito difatti  involontariamente a generare il più grande movimento pacifista della storia dell'uomo. Vittorio considera non futile il lancio di un sasso contro un carro armato israeliano. Un gesto simbolico. Ci vuole molto coraggio per affrontare con semplici pietre un mostro d'acciaio di 60 tonellate. Vittorio ha sottolineato nel suo blog quanto Lev Tolstoj disse sulla guerra "Ogni guerra, anche la più mite, con tutte le consuete conseguenze, la distruzione, le rivolte, i saccheggi, le rapine, gli stravizi, le uccisioni, con le scuse della necessità e della legittimità, con l’esaltazione delle gesta militari, con l’amore della bandiera e della patria, con le finte premure pei feriti, perverte in un solo anno più gente che non migliaia di saccheggi, d’incendi, di omicidi commessi durante un secolo da persone isolate spinte dalle passioni". Vittorio ha avuto tempo per leggere storie di desaparacidos peruviani. Vittorio era preoccupato del fatto che la macchina militare si sia impadronita del linguaggio e dei metodi del mondo del volontariato. I militari stanno sempre più interferendo con le attività umanitarie. In questo modo, risultano minati alla base i principi di neutralità, indipendenza e imparzialità, che dovrebbero essere le caratteristiche legittime di ogni intervento umanitario. Vittorio rimase scandalizzato per la strage impunita al Petrolchimico di Marghera. Vittorio cita "Walden ovvero la vita nei boschi" di Henry D. Thoreau, in un passo che vede l'uomo che lavoro trasformarsi in una macchina facilmente manovrabile. Vittorio riportava i NO alla guerra di Gino Strada. Vittorio amava il commercio equo e solidale. Vittorio ricordava ai vescovi che il silenzio sui fatti di Falluja è peccato. Vittorio si era accorto che il progresso civile spinge spesso verso un continuo egoismo ed invididualismo.

Per Vittorio Arrigoni il lancio di un sasso contro un blindato israeliano è un gesto simbolico, non futile.
 Vittorio ha riportato una frase attribuita a Marwan Barghuthi: "Israele deve abbandonare il mito che sia possibile avere pace ed occupazione al tempo stesso, che sia possibile una coesistenza pacifica tra padrone e schiavo". Vittorio osteggiava il nuovo ordinamento giudiziario proposto dal centrodestra. A Vittorio non passa inosservato il fatto che il panfilo Te Vega di Callisto Tanzi appartenesse al gerarca nazista Goering. Vittorio considerava Emilio Fede la vergogna del giornalismo italiano. Vittorio si è accorto che Simona Pari e Simona Torretta una volta liberate, sono state imbavagliate dalla stampa italiana perchè continuavano a chiedere il ritiro delle truppe. Vittorio riportava discorsi storici di Arafat. Vittorio ha riportato per intero l'inchiesta dell'Economist su Berlusconi. Vittorio ha pubblicato sul suo blog una delle più belle lettere scritte da una madre di uno dei tanti soldati americani impegnati al fronte. Vittorio era davvero attento alle vicende della Palestina e alle elezioni presidenziali americane, come se le due vicende vivessero in simbiosi. Vittorio riportava il pensiero di Wangari Maathari, premio Nobel per la pace 2004: "Quando pianto un albero, io getto un seme di pace e di speranza, e assicuro il futuro dei miei figli". Per Vittorio l'uomo dell'anno è un ragazzino di 14 anni, Ali Abbas, un ragazzino che perse l’intera famiglia in un bombardamento sull’Iraq e si risvegliò senza braccia in un letto d’ospedale. Ali Abbas è diventato un pittore. Dipinge con i piedi. Vittorio riportava nel suo blog preghiere bellissime.

Il muro che sta costruendo Isreale. http://stopthewall.org/
Vittorio sottolinea un passo di Simona Torretta: "Molti iracheni dicono che con Saddam non avevano la liberta' di parola ma avevano quella di sognare, oggi hanno la libertà di parola ma non hanno piu' sogni". Vittorio riporta un discorso di Gandhi, in cui il l'uomo di pace asserisce che gli ebrei possono stabilirsi in Palestina soltanto col consenso degli arabi. Sarebbe chiaramente un crimine contro l'umanità costringere gli orgogliosi arabi a restituire in parte o interamente la Palestina agli ebrei come loro territorio nazionale. Gandhi suggerisce agli arabi di mettere in atto una resistenza non-violenta ma in finale afferma: "Ma in base ai canoni universalmente accettati del giusto e dell'ingiusto, non puo' essere detto niente contro la resistenza degli arabi di fronte alle preponderanti forze avversarie". Vittorio considerava i Palestinesi una popolazione indifesa, che ogni giorno subisce il terrorismo e la violenza dell'esercito israeliano, privo di pietà anche nei confronti di donne e bambini.





Vittorio aveva firmato di suo pugno questo passo dedicato a Arafat: "Se ne Vanno da questo mondo gli uomini di pace, ai disperati inseguitori di una libertà che è ancora illusione, ai combattenti per la giusta causa, viene a mancare la Voce Guida." Dopo la morte di Vittorio, questo passo vale anche per lui. Vittorio continua il suo post in cui si è firmato "Vik" dicendo "La storia sebbene rimasta orfana di grandi anime insegna che gli oppressi alla fine l'hanno sempre vinta sugli oppressori e tu Arafat che sei stato il rais di tutti i palestinesi viventi ora lo sei anche di quelli passati all' altra dimensione, dove non esistono check point e la bandiera della Palestina è libera di sventolare sprigionata da ogni filo spinato.". Vittorio era molto attento alla condizione carceraria in tutto il mondo e si batteva contro la pena di morte. Vittorio diffondeva notizie sulla tortura. L'orrore per gli abusi, le torture e le esecuzioni di prigionieri iracheni da parte dei militari d'occupazione anglo-americani non sono "pochi incidenti isolati" perpetrati da "mele marce". Sono la punta di un iceberg di violazioni dei diritti umani e torture di cittadini iracheni, inclusi donne e bambini, sistematiche e diffuse. La tortura è stata praticata sistematicamente nelle prigioni d' Israele contro i detenuti palestinesi fin dall'occupazione della Palestina del 1967. Le prigioni israeliane sono modellate sul tipo delle carceri del Gulag. Sono state dimostrate notevoli somiglianze tra i metodi d'interrogatorio usati dai SS israeliani e le forze USA in Iraq. Essi includono privazione del sonno, percosse violente, abusi sessuali, scosse elettriche e costrizioni in posture dolorose.


Africa Unite - Bob Marley

Vittorio difendeva giudici come Clementina Forleo. Vittorio aveva a cuore l'importante lavoro dei giornalisti, come Giuliana Sgrena. Vittoria deride le televisioni che invece di impegnarsi in riflessioni profonde, si interrogano se dopo il maremoto l'isola di Sumatra si sia spostata di trenta metri, poi trenta centimetri, poi cinque, otto, ventinove, è più alta, più bassa, più larga, più stretta, si è girata su stessa e alla fine se n'è andata completamente, l'han vista ad Alassio, vicino alla Gallinara. Vittorio credeva che persone come Daniele Luttazzi siano la dimostrazione che in Italia c'è un regime. Vittorio assieme ad altri caschi bianchi, si era accorto che i coloni scacciano i pastori palestinesi dai loro pascoli. Vittorio si dispiaceva nel 2005 per la morte di Zuhir al-Yahiyawi, blogger perseguitato in Tunisia e riportava sempre nel 2005 "Sarebbe bene che un Paese democratico come l'Italia, le sue forze politiche e sindacali, i parlamentari e il governo facessero sentire al governo della Tunisia (Paese dal fortissimo interscambio commerciale e turistico con l'Italia) tutta l'indignazione e la protesta per le violazioni dei diritti umani dentro e fuori la Rete, per non rendere inutile il sacrificio di questo giovane blogger". Tra il 2010 ed il 2011 i Tunisini si sono liberati da soli. Vittorio riporta il racconto di Giuliana Sgrena che al momento della sua liberazione era stata messa in allerta sui suoi rapitori dal grilletto facile degli americani. Poco dopo, Nicola Calipari le morirà addosso perchè gli Americani avevano crivellato la loro auto.

Una pattuglia americana apre il fuoco contro un'auto civile a Tel Afar, Iraq. Nell'auto vi e' una famiglia, composta dai genitori e da cinque bambini. I genitori restano uccisi;  i bambini, insanguinati e terrorizzati, entrano a far parte dell'infinita schiera degli orfani di guerra. Tratto dal blog di Vittorio Arrigoni.

Vittorio riporta in una poesia premonitrice, l'immagine di un Battello Ebbro di sola andata che naviga contro gli "orrori del mondo" conscio del proprio "richiamo al dovere". Vittorio scrive nella medesima poesia che "brillerà anche per coloro che non hanno osato, perchè non è una resa schivare i domini della morte". Vittorio non poteva dimenticare il barbaro assassinio di Rachel Corrie da parte degli israeliani.


Rachel Corrie  (10 aprile 1979 – Rafah, 16 marzo 2003), nell'immagine, fu ferita a morte a soli 23 anni mentre protestava contro l'occupazione israeliana, nel tentativo di impedire ad un bulldozer dell'esercito israeliano di distruggere alcune case palestinesi.
Vittorio considera Ratzinger un pagliaccio per la durezza dogmatica, la chiusura mentale, l'intransigenza. Vittorio è molto critico verso le gerarchie cattoliche. Vittorio vedeva lontano un miglio il conflitto di interesse intorno al premier Silvio Berlusconi. Vittorio faceva parlare Margherita Hack. Vittorio guardava ai neoconservatori iraniani come ai neoconservatori americani ossessionati dai neri e dai comunisti, figli entrambi dell'odio. Vittorio era preoccupato per l'ingrossarsi in Italia del partito degli Ignavi, gli indifferenti cinici. Scriveva Vittorio "Quelli che io definisco appartenere al partito degli Ignavi. Gli Ignavi, sempre disinteressati verso qualsiasi cosa valga la pena discutere, attivarsi, mobilitarsi, in altre parole vivere. Menefreghisti che diresti catatonici senonchè vederli improvvisamente ri-animarsi quandunque qualcosa possa favorire il loro personale tornaconto, non rendendosi conto che lo sviluppo di una coscienza civile globale migliora ogni condizione di vita." Vittorio sapeva che nelle piantagioni in Liberia di caucciù lavorano ancora degli schiavi per meno di un euro al giorno. Il caucciù serve alla Firestone, per lo spettacolo milionario della F1.

Patrick O’Connor, un amico di Vittorio Arrigoni e attivista di International Solidarity Movement, che fu anche incarcerato ingiustamente dagli Israeliani.

Vittorio scriveva "L'africa è già da tempo confinante con l'Italia, impariamo a scoprirla nelle nostre strade, dietro le nostre porte, con un gesto di amicizia e gentilezza, piuttosto che andare a cercarla su palchi dove bianchi cantanti fingono lacrimucce fiutando l'affare di apparire su di una ribalta dello showbiz così imponente." Vittorio diceva che "i coloni ebrei sono di quanto più inumano, fanatico e pericoloso abbia mia incontrato." Vittorio paragona la Striscia di Gaza a "Un usignolo in gabbia suscita la rabbia di tutto il cielo" (William Blake). Vittorio guarda a pacifisti come Turi Vaccaro che con l'ausilio di un martello distrusse a martellate la strumentazione di due F-16 della Nato. A proposito Vittorio disse queste fatidiche parole "Intendo dire che bisogna a volte antemporre alle fine ideologia la disperata azione, anche con la consapevolezza di doverne poi pagare le spese sulle propria pelle." Vittorio si era accorto che l'onorevole Daniela Santachè è un retaggio del fascismo. Vittorio era vicino a Daniele Luttazzi. Il manifesto politico di Vittorio era 1) la chiusura dei Centri di permanenza temporanea 2) il ritiro dei soldati dall'Iraq 3) liberalizzare la cannabis 4) abbandono del precariato e riforma fiscale progressiva attenta alle classi sociali più deboli 5) investire su fonti di energia alternative 6) antritrust effettiva e stop al controllo dell'informazione 7) stato laico, via i buttiglioni dal parlamento, insieme a tutti i pregiudicati 8) gli immigrati sono una ricchezza, devono esser aiutati a integrarsi, non ostacolati 9) diritti alle coppie di fatto e liberta di ricerca scientifica. Vittorio ci raccontava minuziosamente dei crimini commessi dagli israeliani, tutto quello che le televisioni italiane erano impegnate ad oscurare. Vittorio ci fa notare come Gesù Cristo entrò a Gerusalemme a dorso di un mulo e papa Ratzinger predilige BMW X5. Vittorio gridava ai conducenti di SUV: "siete corresponasabili della crisi energetica mondiale, dell'inquinamento delle nostre città che provoca tumori ed altre gravi malattie, delle stragi di innocenti sulle nostre strade."
Il sito web dell'International solidarity movement ricorda il combattente per la pace Vittorio Arrigoni

Vittorio riportava "Non ho paura delle parole dei violenti, ma del silenzio degli onesti" (Martin Luther King), "Essere uomo è un mestiere difficile. E soltanto pochi ce la fanno" (Hemingway), "solo i morti hanno visto la fine della guerra" (Platone), "Libertà significa dire agli altri quello che gli altri non vogliono sentirsi dire" (George Orwell), "Non condivido la tua opinione ma sono pronto a morire affinchè tu possa esprimerla" (Voltaire), "Perché avere paura della morte? Quando ci sei tu non c'è lei, quando c'è lei non ci sei tu" (Epicuro). Vittorio vomitava al solo sentire le proposte del boia-castratore Roberto Calderoli. Vittorio dice infatti che dalle sue dichiarazioni del politico si deduce un'Italia ai cui angoli delle strade,c'è uno straniero con la patta aperta pronto a saltare adosso e stuprare le nostre indefese donne (di puro pedigree italico). Vittorio scrive di suo pugno "Concludendo, Guerrilla Radio imputa la diffusione di un razzismo strisciante, ancor più che alle dicharazioni del Calderoli, alla rappresentazione mediatica che i palinsesti telegiornalistici propipano alle coscienze (poco coscienti) per catturare share. Giocando sul magnetismo che pervadono gli eventi traumatici, puntando continuamente l'indice verso pochi isolati delitti che hanno come responsabili stranieri sul nostro territorio. Media servi catodici di un governo, i cui ministri ci conducono verso una società sempre più multirazzista." Vittorio considerava la Fallaci una "scrittrice" di libri al vomito dai quali ne estrapolano il manifesto ideale gli exnofobi-semianalfabeti padani. Stessa cosa per Giuliano Ferrara, che da solo consuma per un intero villaggio africano. Vittorio, che nonostante la sua stazza era cardiopatico, ci racconta di come venne torturato dagli israeliani. Fu la prima volta nel suo blog, dove scoprì il suo alias guerrillaradio dichiarandosi con nome e cognome vittorio arrigoni.  Essendo una persona non violenta, piuttosto che muovere violenza verso qualcuno fu disposto a infliggersela a se stesso. Iniziò quindi a tagliarmi, prima il viso, poi un braccio, infine la mano, pensando che la vista del sangue placasse la ferocia dei suoi aguzzini. Nel raccontare l'accaduto di se Vittorio racconta: "Vivo un vita tranquilla, sono una persona piuttosto solitaria che trascorre le ore libere dal lavoro con gli amici, o accompagnandomi a un buon libro. Non svolgo alcuna attività politica qui in Italia, se si esclude la gestione di un blog in cui cerco di riflettere sui temi della cronaca quotidiana. (http://guerrillaradio.iobloggo.com/) Una volta all'anno parto per partecipare a progetti umanitari fuori dall'Italia in cui presto il mio lavoro volontario. Sono stato in Europa dell'Est e in Africa, a costruire orfanotrofi, ostelli per senza tetto, ristrutturare ambulatori, centri comunitari. In Palestina aderisco ai progetti dell'International Solidarity Movement (Ism), perché li ritengo al momento i migliori per lo stato di urgenza dovuta all'occupazione israeliana, ma mi sento libero anche in futuro di partecipare ad altri progetti con altre organizzazioni."







Vittorio sosteneva che Israele debba capire che la presenza di internazionali in Palestina, che lavorano per la pace, non è una minaccia, ma appunto un incentivo al processo di pace fra palestinesi e israeliani. Sono parole sue "la presenza di cittadini italiani, inglesi, spagnoli o americani in Palestina funge da deterrente alle continue violazioni dei diritti umani da parte dell'esercito israeliano, e da ciò ne trae beneficio Israele stesso, perché violenza genera sempre violenza, e una Palestina libera dall'occupazione militare sarebbe la migliore garanzia di sicurezza per i cittadini isrealiani." Vittorio scrisse di suo pugno:

Memore di tutti gli insegnamenti della mia più stretta ascendenza,
non retrocedo dinnanzi al manganello fascista
ne allo stivale israeliano che calcia la mia faccia.


Così come i palestinesi
traggono nuova linfa di rivincita da ogni sconfitta,

nuovo rigore e sostanza
dal sangue dei loro morti,


del mio sangue sono disposto a sporcare le coscienze dei miei possibili aguzzini,
sinchè il sangue non sarà il rosso della loro vergogna
sinchè il sangue non sarà il semaforo rosso alla loro violenza
sinchè il sangue non sarà il colore del tramonto
della malattia dell' odio.

Vittorio Arrigoni un compagno di giochi per i bambini palestinesi.


Vittorio è convinto che il muro che stanno costruendo gli israeliani sia come quello di Berlino, da abbattere. Vittorio diceva che considerava uno dei suoi maestri padre Alex Zanotelli ed il suo mensile di informazione Nigrizia. A Vittorio piacciono le vignette (soprattutto Vauro), "sono una piccola forma d'arte, in un breve tratto di pennarello, possono tracciare multiformi significati, hanno la capacità di far sorridere e insieme indignare. In un millesimo di secondo, per le vignette migliori, basta uno sguardo sfuggente." Vittorio dava spesso voce al giornalista scomparso Tiziano Terzani, che guardava alle cause che generano il terrorismo. Vittorio guardava alla morte di Enzo Baldoni e Nicola Calipari e non di Fabrizio Quattrocchi. Vittorio era schifato per il fatto che Casini abbia supportato fino all'arresto Cuffaro, in odore di mafia. Vittorio ammirava Falcone e Borsellino. Vittorio accusava Israele di adottare tecniche naziste per opprimere e genocidare la popolazione civile palestinese. Vittorio amava gli animali al punto da scrivere bellissime poesie. Vittorio criticava quei pali dove i cavalli muoiono. Vittorio ringraziava il governo Prodi con queste parole: "Mai non avrei mai pensato di dover rigraziare il governo Prodi, non certo da queste pagine, ma il sostegno che il suo governo ci ha dato per la nostra missione, nell'accompagnamento del viceministro agli Esteri Patrizia Santinelli su di un aereo governativo, dimostra ancora di più il cambiamento benevole che lentamente sta avvenendo nel nostro Paese. E'gratificante avere un poco le spalle coperte da un governo che protegge e sostiene i suoi cittadini impegnati in opere di volontariato in zone ad alta tensione. Specie per la mia persona, dopo il completo assenteismo del ex-governo di centodestra quando fui ingiustamente segregato nelle prigioni israeliane."







Vittorio mostrava nelle foto i crimidi di guerra israeliani. Vittorio era andato anche in Congo come osservatore internazionale. Vittorio salutava con affetto Angelo Frammartino, un volontario ucciso da un palestinese nel pregevole intento di riunire chi la guerra crede di recidere. Vittorio alla fine di ogni suo intervento scriveva spesso "inshallah" (se dio vorrà). Vittoria diceva che i coloni israeliani che sono quanto di meno umano gli fosse capitato di incrociare in vita e lo dimostrava con i fatti riportarti nel suo blog. L'elenco dei morti palestinesi ignorati dai nostri mass media è significativo. Vittorio metteva in ridicolo la Chiesa Cattolica mostrando atroci incongruenze: hanno vietato i funerali a Piergiorgio Welby e li hanno fatti a Pinochet. Vittorio a tal proposito scriveva "Piergiorgio crocifisso dallo stato su una macchina respiratoria per lunghi anni, e ora da morto ancora lapidato dai sanpietrini della morale dei soliti corvacci ecclesiastici". Vittorio diceva di non simpatizzare per Hamas ma era preoccupato quando si tentava di ribaltare il risultato delle elezioni. Vittorio è dalla parte di Muhammad Ali che si rifiutò di andare a combattere in Vietnam. Vittorio tenta di spiegare cosa sia la Nakba. Vittorio non capiva come facesse Israele ad impugnare la tragedia del suo Olocausto come strategia ritorsiva contro chi critica e denuncia il razzismo, la confisca delle terra, la negazione dei diritti umani e ogni crimine di guerra compiuto contro la popolazione palestinese. Vittorio ci racconta di una bambina che si chiamava Abeer Aramin, aveva 10 anni ed è morta dopo due giorni di agonia in ospedale. Colpita dagli israeliani appena uscita dall' Anata School for Girls, scuola nei pressi di Gerusalemme tristemente nota perchè a due passi dal Muro dell'Apartheid in costruzione, e perchè costante meta delle continue incursioni dei militari israealiani, che lasciano dietro di sè bimbi feriti, o come Abeer ferocemente assassinati. Vittorio ricorda come secondo l'ONU nel 2006 sono stati uccisi 34.452 civili iracheni, mentre altri 36mila sono rimasti feriti. Vittorio deprecava l'ampliamento della base militare americana di Vicenza, dicendo: "Ebbene il mio antiamericanismo si chiama dignità nazionale, desiderio di piena sovranità nel mio paese, e amore infinito per la pace."


Vittorio provava ribrezzo per senatori italiani quali Sergio De Gregorio. Vittorio scriveva: "Rachel Corrie non è dunque morta invano, se è vero e io l'ho potuto proprio in Palestina verificare, che il suo esempio, il suo straordinario altruismo, spinto ad un livello estremo, ha sospinto molti altri, uomini e donne, da diversi angoli del mondo dopo di Lei, ha ripercorrere quelle stesse vie di empatia e umana comprensione che sono l'unica chiave d'accesso verso l'evacuazione da ogni conflitto." Vittorio non guardava la televisione. Vittorio scriveva "Della gente di Palestina, ho sempre apprezzato l'eterogeneità, la genuinità del tessuto sociale. Per questo mi capitava di trovarmi a sedere in un caffè fumoso di arghile, allo stesso tavolo fra un ex-fedayn fedelissimo del compianto Arafat, il figlio di un imam con il corano sottobraccio, un vecchio libraio comunista che vende i pensieri di Gramsci (giuro) sottobanco, addirittura un giovane sarto che sognava di andare a fare lo stilista d'alta moda a Milano.
Così è altrettanto possibile per dei giovani palestinesi in quell'enorme prigione a cielo aperto che è Gaza fare dell'hip hop una nuova intifida musicale contro l'occupazione militare israeliana. Tramite la musica riuscire finalemente a dissolvere le enormi mura in cui Israele si illude di rinchiudere le anime oltre che i corpi emaciati dalla miseria. Sinchè quelle mura non cadano davvero rovinando fragorosamente sull'ipocrisia del mondo."




Vittorio diceva apertamente che "se la televisione degli adulti persiste nel presentare la donna sottoforma di puttana, non vedo perchè stupirsi qualora un bambino non esiti a mettere le mani sul collo di una compagna di scuola se quest'ultima non è solerte a sfilarsi le mutande da sola. Se l'ambiente familiare è così omofobico, da applaudire in standing ovation alle uscite naziste del ruini o del bagnasco di turno, eventi drammatici come il suicidio del ragazzo gay di torino saranno sempre più frequenti." Vittorio faceva il tifo per Gino Strada e la sua Emergency. Vittorio detestava l'odio di Oriana Fallaci e Magdi Allam. Vittorio non aveva remore a parlare dei preti pedofili. Vittorio si chiede quante "abuGhraib" esistono in Israele, con la differenza che da lì non fanno uscire foto. Vittorio in questo bellissimo post, ci ricorda di come in Italia il primo vero serial killer sia il lavoro, che uccide ogni anno centinaia di lavoratori. Vittorio era dalla parte delle donne e ne denunciava le violenze. Vittorio onorava i partigiani e condannava chi lavora per un revisionismo storico. Vittorio diceva che Abu Mazen è la vergogna di Arafat defunto e ogni sua dichiarazione assomiglia preoccupatamente sempre di più alle parole di Olmert. Vittorio avrà modo di dire di Tony Blair: "La storia ricorderà il leader britannico per essere stato fra i promotori e fautori del sanguinoso conflitto iracheno, per le enormi palle che raccontava alla vigilia della guerra, fra le altre quella secondo cui Saddam Hussein aveva le potenzialità di attaccare l'Europa in 45 minuti con armi chimiche. Verrà ricordato per aver illuso milioni di persone ponendosi come portatore di pace, mentre la realtà rivela aver regalato la morte o relegato ad una vita di terrore milioni persone."


Vittorio racconta a proposito delle govani vite spezzate palestinesi che lungo le spiagge di Tel Aviv o nelle sue discoteche la maggioranza della gente pare se ne sbatte se non commenta divertita a queste quotidiane stragi d'innocenti. Vittorio parlava di  Gerusalemme, capitale della sua Palestina, capitale invisibile di uno Stato segnato su nessuna mappa, ma coi confini ben impressi sulla terra col sangue da milioni di anime da decenni sofferenti. Vittorio in un post autobiografico scrive: "Ci sono mani concepite per la distruzione, per brandire spade e mettersi a capo di eserciti di indomiti omicidi, che non conoscono pietà accecati dall'odio. Ci sono poi altre mani che vengono dopo, a ricucire le ferite, raccogliere le macerie, semplicemente a tendersi nell'offrire quei gesti solidali  che sono la motrice della speranza. Queste mie mani segnate da bruciature di sigarette, poco ingegnose per un'epoca di sovrapproduzione modaiola, buone solo per disegnare castelli nell'aria di iperbole utopiste, mani troppo abili a versarsi quell'ultimo bicchiere di troppo, preferiscono comunque appartenere a chi sa offrire, piuttosto che ferire. Conoscono ancora la tenerezza di una carezza, su di un viso imperlato di lacrime. L'orgoglio di una stretta di mano sincera, preambolo di ogni amicizia possibile e disinteressata. Metterò quindi a disposizione queste mie mani e la forza delle mie robuste braccia, ai palestinesi del campo profughi di Nahr el Bared in Libano, raso al suolo dall'esercito, la battaglia è terminata ieri, ora già tempo di ricostruire, e di lenire le piega di questa ennesima atroce sofferenza. La vicenda di Nahr el Bared, risolleva la questione del diritto di ritorno dei profughi palestinesi, e se non per tutti, quantomeno ad ognuno deve essere garantita una terra dove vivere con eguali diritti a tutti gli altri uomini. Oltre ad aiutare nella ricostruzione, ci sarà tempo per le mie mani anche di levare al cielo quei tanti bimbi sfortunati rilegati nel dimenticatoio di un orfanotrofio pericolante. Parto fra qualche ora, sostenuto da miei ideali di giustizia mai saturi e tutte quelle persone con cui ne ho condiviso le lotte."



Vittorio ci racconta di come Israele adotta differenti metodi criminali, tra questi, i 543 checkpoint permanenti e i 610 temporanei usati per aggredire la popolazione palestinese. I soldati israeliani impediscono ai cittadini di transitare senza autorizzazione, di far entrare cibo, medicine e strumenti sanitari. I cancelli vengono aperti solo per pochi minuti al giorno. Vittorio non capiva perchè un pacifico senegalese che vende paccotaglia rischi l'arresto mentre Callisto Tanzi rischia di restare fuori dal carcere. L'unica spiegazione è che lo Stato faccia la voce grossa con lavavetri, accattoni e venditori ambulanti, mentre con i grossi taccia silentemente. Vittorio, con riferimento alla tragedia del Cermis, in cui i top gun americani si divertivano sfrecciando a bassa quota sulle nostre alpi provocando 20 morti, dimostra come l'Italia sia a sovranità limitata. Vittorio diceva "che la vita è terribile sotto l'occupazione israeliana, opprimente e terrorista, ma almeno per la maggior parte dei palestinesi vi è quasi la certezza di morire nella propria terra, sebbene insanguinata.Per i palestinesi profughi fuori dalla Palestina, c'è tutto il disagio esistenziale di vivere e morire un'identità strozzata dall'ostracismo dalla terra natia." Vittorio ricordava come 25 anni fa' falangisti cristiani agli ordini dello Shin Bet, il servizio segreto israeliano, sotto la direzione vigile del boia Ariel Sharon, allora ministro della difesa, entrarono nel campo profughi di Sabra e Shatila. Coperti dall’esercito israeliano, per tre giorni massacrano liberamente sino alla morte oltre tremila palestinesi, molte le donne e i bambini.

Il massacro di Sabra e Shatila, perpetrato con la complicità israeliana.

Vittorio gridava che "a Gaza si consuma nel silenzio dei media la più grande ingiustizia di questi tempi". Vittorio ci ricordava come sui 19 terroristi coinvolti nell'attentato del 11 settembre 2001, 15 erano dall'Arabia Saudita, 4 provenivano rispettivamente dagli Emirati Arabi Uniti (2), dal Libano (1) e dall'Egitto (1). Logicamente i responsabili andrebbero quindi ricercati in Arabia Saudita, invece l'Afghanistan senza alcun terrorista coinvolto ha dovuto subire l'ennesima guerra, perchè accusato di ospitare basi di addestramento dei terroristi. Vittorio chiedeva uno stato che si occupasse più del reale, piuttosto che degli umori di una piazza abilmente orchestrata dalle destre. Vittorio considerava Enzo Biagi IL giornalista italiano e biasimava l'editto bulgaro berlusconiano che lo tolse dallo schermo. Vittorio riportava questo scritto di Enzo Biagi: "Sto dall'altra parte, quella che simpaticamente il premier ha definito «coglioni». Credo che tutti i giovani, figli di ricchi o di poveri, debbano avere gli stessi diritti allo studio e uguali possibilità nell'affrontare la vita; credo nella magistratura, nella sua indipendenza, e che tutti possano difendersi qualunque sia il conto in banca, quindi non credo alle trame; credo nella libertà di espressione, cioè giornali e televisioni liberi di criticare il potere; credo che non debbano esserci prevaricazioni né leggi ad personam, per sé, familiari o amici; credo che la pace debba sempre vincere sulla guerra; infine credo che non si debbano imbarcare fascisti e neonazisti per un pugno di voti. Non mi fido di chi ha avuto cinque anni e li ha spesi male. E non ho mai sopportato quelli che fanno promesse e non le mantengono." (Enzo Biagi dal Corriere della Sera, 9 aprile 2006)



Vittorio dimostrava come si potesse rendere la vita ai palestinesi impossibile. Betlemme è circondanta da 78 ostacoli fisici, fra cui 10 checkpoint militari e 55 blocchi stradali. Vittorio diceva: "Io, Biga, I beati costruttori di pace, Arack, l'ammiraglio pacifista, Desirée Anita Ali-Fairooz, tutti quelli che a Vicenza c'erano e quelli assenti ma presenti spiritualmente, se questi, NOI, facciamo della contestazione una professione, beh forse per una volta stiamo lavorando per un datore di lavoro rispettabile: un mondo migliore." Vittorio aveva un cuore grande; passava davanti ai presidi dei metalmeccanici portando in dono un paio di bottiglie di lambrusco, per scaldare loro il morale. Chi lo avrebbe fatto?

“Il nostro è un paese senza memoria e verità, ed io per questo cerco di non dimenticare” ( Leonardo Sciascia)




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