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giovedì 26 giugno 2014

Andavano a New York a promuovere ed esportare il sistema MOSE, a concessionario unico modello 'Frank Costello', eccellenza mafiosa del made in Italy.

Da sinistra a destra: Matteo Zoppas, Presidente della Confindustria Venezia – Unione degli Industriali della Provincia di Venezia; Michael Bloomberg, Sindaco di New York; Giorgio Orsoni, ex Sindaco di Venezia; Carlo Carraro, Rettore dell’Università Ca’ Foscari di Venezia; Hermes Redi, Direttore Generale del Consorzio Venezia Nuova; Antonio Armellini, Ambasciatore e Consigliere del Sindaco per gli Affari internazionali, intenti a promuovere il MOSE a New York nel Febbraio 2013. Robe da soli uomini.
Quali sono le motivazioni culturali che possono spingere delle persone a prendere un volo e ad andare a promuovere ed esportare il modello MOSE a New York nel Febbraio 2013? Nel 2005 scrivevo nella mia umilissima tesi di laurea dedicata alla laguna di Venezia« Le motivazioni culturali che mi hanno spinto a prendere in esame il territorio della Gronda, sono state l’intensa banalizzazione e marginalizzazione che hanno contraddistinto queste aree, con la conseguenza di negare spesso alla natura e all’uomo, un rapporto diretto tra laguna e terraferma, attraverso un irrigidimento  della Gronda, con la presenza di macroinfrastrutture (casse di colmata, aeroporto Marco Polo, Porto Marghera, discariche) e microinfrastrutture marginalizzanti (ad esempio occupazioni abusive con arginature fisse e privatizzazioni di specchi d’acqua lagunari e la loro esclusione dal moto naturale delle maree). Questo irrigidimento della Gronda lagunare, ha comportato quindi una generica cementificazione e antropizzazione del territorio, intaccando le aree umide, fondamentali aree di transizione tra terra e acqua, già praticamente scomparse per le azioni della bonifica, che ha coinvolto questi territori nel corso della prima metà del XX sec. » Nessuno mi pagò per scrivere questo. Anzi, era una lotta che mi costringeva a scrivere più per evitare la querela che a denunciare liberamente il modus operandi. La letteratura di propaganda favorevole alle grandi opere invece è da sempre una corsa in discesa all'oro di chi l'ha commissionata. Ricordo ancora come di fronte alle difficoltà e alla frustrazione, il cafoscarino Prof.re Francesco Vallerani mi confidasse il disagio e la solitudine di chi trova il coraggio di denunciare i reati ambientali piuttosto che le sconcertanti colate di cemento che rovinano il Bel Paese. 
Irrigidimento della Gronda lagunare.
All'epoca non esisteva neppure la voce ''Gronda Lagunare'' su Wikipedia, che creai e che riporta ancora oggi l'immagine chiave dell'"irrigidimento" della Gronda lagunare tratta dalla tesi di laurea. Io la mia parte da studente la feci eccome, ignaro che qualche anno più tardi avrei visto i cafoscarini sindaco Orsoni e rettore Carraro farsi un selfie a New York promuovendo il sistema MOSE. 
Un anno che dedicai alla laguna per capire prima di tutto e poi cercare di trasmettere il messaggio allarmante che « non esiste più una zona di passaggio tra acqua e terra che consenta alla laguna, per così dire, di “muoversi” liberamente in una fascia di transizione.» Quando scaviamo canali profondi per le petroliere o le grandi navi costruiamo delle autostrade che permettono all'acqua di entrare velocemente a bomba in laguna in modo quantitativamente e qualitativamente innaturale. Se a questo scempio, vi aggiungete l'inesorabile scomparsa delle fondamentali aree umide che fungono da spugna 'anti acqua alta', che assorbono e rilasciano lentamente l'acqua, e la loro sostituzione con sponde rigide, eccovi che l'acqua per effetto dell'irrigidimento delle sponde viene 'rimbalzata' indietro provocando il fenomeno dell'acqua alta. 
Cosa fare? Proibire le grandi navi in laguna e lo scavo dei micidiali canali figli dei grandi interessi? Ripristinare le aree umide? Macchè sciocchi, quello che il buon senso e la cultura suggeriscono non drenano denaro e lasciano a secco le tasche idrovore dei furbetti. Eccoci al sistema MOSE, sistema tangentizio pagato con i soldi dei cittadini, e ad un debito pubblico che ne consegue che strozzerà, già lo sta facendo, le famiglie italiane.
Sulle risposte da dare siamo quindi culturalmente stati asfaltati da una cricca di furbi. Dove esiste un problema infatti, ci sarà sempre qualcuno che propina la grande opera, urgente e a carattere emergenziale, con grande movimentazione di terra. Lo sappiamo tutti quali sono le aziende in Italia interessate da sempre alla movimentazione di terra. 
Cantieri MOSE a Venezia.
L'amarezza di vedere quei volti sorridenti a New York intenti a promuovere il sistema MOSE, quello di Matteo Zoppas che non occupandosi più di lavatrici di qualità (la svedese Electrolux ha rilevato la Zoppas - Zanussi) lo trovi un po' ovunque con tanto tempo da perdere (il fratello Federico Zoppas siede nel CdA della Palladio Finanziaria di Roberto Meneguzzo coinvolto nel scandalo mose), e i volti di Piergiorgio Orsoni e Carlo Carraro, menti irrigidite e figuranti ai tempi di una Venezia (anche con l' Università) scopertasi indecente. Non voglio neanche parlare della presenza del solito panciuto rappresentante del Concessionario unico. Il MOSE rappresenta una mafia impostasi prima di tutto a livello culturale. Eccellenza mafiosa del made in Italy. Facciamo pure un ponte tra Venezia e New York (quello sullo stretto di Messina non decolla). Cosa nostra americana iniziò ad emergere nella Lower East Side di New York tra la fine del 1800 e l'inizio del 1900. Le famiglie più famose sono state le cinque di New York: Gambino, Lucchese, Genovese, Bonanno e Colombo. Al suo apice (anni 1920-1950) la mafia italo-americana è stata la più potente organizzazione criminale di tutti gli Stati Uniti. A New York la maggior parte dei progetti edili, movimentazione terra, non potevano essere effettuati senza l'approvazione delle cinque famiglie. Ed al giorno d'oggi? Il 20 gennaio 2011, circa 800 agenti appartenenti a FBI, polizia statale, federale e locale hanno eseguito 110 arresti in una maxioperazione antimafia, decapitando le Cinque famiglie di New York, in particolare i Colombo, e altre due famiglie minori, per un totale di 127 persone incriminate. Una operazione che ricorda per portata quella appunto sulle tangenti del MOSE coadiuvata dalla procura di Venezia. Questi numeri rendono l'idea di come lo spirito della Mafia non sia una invenzione letteraria, ma tuttora una solida colata di cemento. Leggetevi l'articolo 'La mafia di New York si riorganizza' del Febbraio 2014. Non lo scrivo io, lo dice FBI che « la mafia a New York, in ripresa, ha imparato ad adattarsi ai tempi nuovi. » Ditemelo voi cosa andiamo a esportare a New York. Io dico, basta. Non se ne può più di sta roba. Fatemi capire, noi abbiamo il coraggio di andare ancora oltreoceano a parlare del sistema a concessionario unico modello 'Frank Costello'? Esiste un limite superato il quale, esiste solo la vostra indecenza.



Con riferimento a quello che chiamavo l’avvento dei ‘corsari della laguna’, non meno esiziali del turco più feroce, scrivevo nelle conclusioni della mia tesi: « ciò vale soprattutto per la politica e l’atteggiamento che si sono adottati nei confronti della laguna e di questi luoghi, ben diverso dal rispetto quasi sacrale che avevano gli antichi. Sotto il governo della Repubblica, la preservazione della laguna era immedesimata infatti con la conservazione della prosperità politica dello Stato, anzi della sua stessa esistenza. Anticamente i veneziani, con la consapevolezza che un palo fa paluo, minacciavano dunque di morte chiunque si permettesse d’introdurre nella laguna elementi che ne stravolgessero in qualche modo l’ecosistema. Se in questi luoghi, capita di percepire malesseri, per l’aria che si respira, per le vedute squarciate da elementi estranei al paesaggio, e per innumerevoli altri fattori, è anche perché si è perduto il rapporto culturale con il territorio; se perfino con Varrone nel De Re Rustica 37 a. C., iniziano valutazioni estetiche e di diletto e non solo di utilitas, perché intuisce che un bel paesaggio accresce anche il valore venale del terreno, ci sarebbe da domandarsi se le infrastrutture che progettiamo per questi luoghi, spesso figlie dell’emergenza o della necessità sociale, che crediamo indispensabili, siano veramente un valore aggiunto per questi luoghi, o piuttosto non aiutino ad accrescere una generica svalutazione e una banalizzazione imperante, di cui avranno consapevolezza solo le future generazioni. La tecnica propagandistica è sempre quella, e cioè quella prima di tutto di creare i presupposti culturali, perché un determinato ‘megaprogetto’, sia percepito come necessario e inevitabile dalla società civile.» 
Oltre alle mie umili parole correva l'anno 2005/06, che comunque mi trovo costretto a rivendicare orgogliosamente per differenziarmi da queste fattezze umane, quelle importanti di Italia Nostra, l'unica a tuonare culturalmente contro il MOSE, e dei movimenti sociali guidati da Tommaso Cacciari

sabato 15 ottobre 2011

In esplorazione nel Tempio dei Quattro Venti al Castle Howard.

Il Tempio dei Quattro Venti (1725-28), una costruzione a forma di cubo sovrastata da una cupola, rappresenta una chiara reminiscenza del Pantheon. Conosciuto originariamente come Tempio di Diana si trova proprio nella tenuta di campagna del Castle Howard.
A gennaio 2011, ho visitato Castle Howard, una residenza di campagna inglese che sorge poco distante dalla città di York, nella regione del North Yorkshire in Gran Bretagna.  Vi propongo una rassegna di foto che ho scattato perché è sicuramente tra i must da visitare, essendo una delle più grandi residenze private dell'Inghilterra ed in particolare quella della famiglia Howard per tre secoli. Provate a pensare dalle foto, che spettacolo in primavera. 

Castle Howard
Castle Howard
Il Tempio dei Quattro Venti.
Il Tempio dei Quattro Venti
La campagna inglese vista dal Tempio dei Quattro Venti. Notate il ponte, The New River Bridge, il ponte più bello che abbia mai  visto in vita mia. 
Chi sarà mai? Il sottoscritto che ha voluto firmare questa foto. In una simile dimensione, sprofondato nell'essenza più pura del landscape (paesaggio), infatti ci si sente al centro della Terra. 
Veduta della campagna limitrofa dal Tempio dei Quattro Venti
Tempio dei Quattro Venti
Statua al tramonto nei pressi del Tempio.
Laghetto ghiacciato nei pressi del Tempio dei Quattro Venti 

venerdì 7 maggio 2010

Una trattoria in mezzo al mare: l'utopia di far crescere le rose sul mare nel 1968


Isola delle Rose - Trailer documentario.

Per i turisti fu un'attrazione eccezionale nel suo genere, per la gioia degli operatori alberghieri della Riviera romagnola; per i giornalisti fu un caso divertente e bizzarro, per l'ideatore l'ing. Giorgio Rosa e le autorità italiane una faccenda tremendamente seria. Fu una piattaforma di quattrocento metri quadrati a turbare, nell'estate del 1968, non pochi sonni, prima di essere abbattuta dallo Stato con la dinamite. L'idea, faceva paura.


"Ad essere sinceri, il mio progetto iniziale era questo: costruire qualcosa che fosse libero da lacci e lacciuoli e non costasse molto. Sulla terraferma la buro­crazia era soffocante...Volevamo aprire un bar e una trattoria. Mangiare, bere e guardare le navi da Trieste che passano vicine, a volte anche troppo" Ing. Giorgio Rosa
La vita è una continua sequenza di situazioni in cui bisogna prendere delle decisioni. Molte di queste hanno conseguenze poco importanti, alcune vengono prese in maniera istintiva senza sviluppare pensieri coscienti. In questi giorni, l'amministrazione Usa certifica uno stato di "catastrofe nazionale" che induce il presidente Barack Obama ad annunciare che le trivellazioni offshore, pur essendo "una parte importante della sicurezza energetica americana", dopo quanto sta accadendo "saranno effettuate molto più responsabilmente": il mare nel Golfo del Messico è completamente inquinato dopo l'affondamento di una piattaforma petrolifera.

La piattaforma "Deepwater Horizon" incendiata: una catastrofe naturale per una immensa fuoriscita di idrocarburi dal fondale marino.
Ma vi sono diverse decisioni, molte delle quali prese in condizioni di incertezza, che ci impongono dei ragionamenti perché hanno delle conseguenze più rilevanti: la popolazione dell’ entroterra veneto, di fronte alle invasioni barbariche del V e VI secolo, scelse l’ ‘opzione insulare’ in risposta alle distruzioni ed al disordine; tale ‘valutazione’, ripagò gli astanti e le generazioni successive, assicurando in primis la protezione ed una mera sopravvivenza, e più tardi garantendo una impareggiabile prosperità commerciale e culturale, che perdurò per molti secoli; tuttora l’ ‘opzione insulare’, viene remunerata da un turismo internazionale costante e notevole.


domenica 17 maggio 2009

Un nuovo mondo al Parco del Sojo: il defribrillatore emozionale naturale e artistico

Un anfiteatro naturale dove il posto a sedere ha qualche centinaio d'anni: le sedie più preziose al mondo
Ho avuto la fortuna di visitarlo di notte fianco a fianco dell'ideatore Diego Morlin e della guida Gianluca Morlin: il Parco del sojo il mio primo vero ecomuseo; "natura e arte, storia e tradizione. Una nuova relazione fra scultura contemporanea e tutela dell'ambiente" così cantava la sirena che mi ha attirato di notte nel parco.
Idee iperuraniche, emozioni rare, fulmini cerebrali che scuotono il sonno di chi costantemente rischia di diventare "spiritualmente ritardato" in una pianura disumanizzata che fornifica ricercando la gratificazione immediata non rendendosi neppure conto di ciò che ha perso, ingoiato per sempre nel buco nero dell'asfalto.
Quello che abbiamo perso si trova al Parco del sojo, un nuovo mondo. Il vecchio mondo fatto di palazzinari e speculatori me lo sono bevuto con il vino bevuto alla tavola dei fratelli Morlin.

Scultura dell'arch. Diego Merlin "Il trono"
L'idea di inserire in un'area di interesse ambientale e storico delle sculture d'arte contemporanea, creando una commistione che rende fresco ogni ragionamento e che stimola l'intelletto ad una percezione non univoca o semplicistica dello spazio e del trascorrere del tempo, è di quelle forti.
L'idea è nata dall'architetto Diego Morlin nel 2000; un altro "disperso nei boschi" e non meravigliatevi per l'appunto se la guida, nel traghettarvi in questo nuovo mondo, vi fa tra gli altri i nomi di Mauro Corona e di Marco Paolini (quest'ultimo ha preso proprio casa a pochi metri dal parco)

Scultura dell'arch. Diego Merlin "la sedia della strega"; la scopa della strega si appoggia alla carega
Il parco del Sojo è un laboratorio d'idee che per essere veramente tali devono prima di tutto rispettare madre natura; dopo essersi inchinate a madre natura queste idee devono volare e far volare come streghe; già perchè il sojo è (mi ha ricordato per certe atmosfere il buso dei briganti )un dedalo di sentieri pieni di fascino e mistero, luogo di riparo e di difesa sin dal periodo neolitico; la scopa della strega appoggiata alla carega ti fa volare; ma voli anche grazie alle rassicuranti civette; voli, voli, voli, in uno scenario indimenticabile con sullo sfondo tutta la pianura veneta illuminata

La natura rappresentata da prati e boschi di carpini, roverelle, cornioli con alberi secolari si concede, sposando la capacità artistica dell'uomo di manipolare sapientemente la pietra, il ferro, il legno, il bronzo, il gres conferendovi un'anima; grotte, pozze d'acqua, le masiere (muri di pietra a secco delimitanti le proprietà o a sostegno dei terrazzamenti), le calcare, i fabbricati rurali e gli orti sono un po' natura un po' uomo.

Una cava colorata..
Sono felice di aver visitato l'ecomuseo di notte perchè solo così si sentono e si vedono le streghe volare ("strega vien di notte..") e sento di dover tornare a vedere con l'aiuto del Dio Sole; qui di seguito propongo alcune fotografie notturne delle opere d'arte, alcune senza dicitura (andate a vederle di persona che la virtualità non regala ne virtù ne conoscenza), che si possono forse meglio apprezzare nelle foto del Magico Veneto ;
La tomba del guerriero (alemanno) Teste (opera ispirata ai Daiachi, cacciatori di teste) Donna dormiente
L'uccellatore



La Gallina

La donna seduta
Improvvisamente durante l'escursione un cinghiale (di legno) con le zanne è spuntato dalla macchia.. Notizie della stupenda chiesetta di Covolo, da dove è partita la spedizione notturna, arrivano al 1089
Nel borgo di Covolo le poche anime che vi abitano hanno vicino al numero civico delle abitazioni i nomi di chi vi abita disegnati sulla ceramica.

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Guai a chiunque si illuda che queste fotografie virtuali possono in qualche modo sostituire le emozioni reali che solo una passeggiata in questi boschi è in grado di dare; il parco può avere realmente una funzione terapeutica per chi ha smarrito il proprio cammino; immergetevi nella natura e nell'arte senza lasciare "tracce da turista" che giammai sono "tracce d'artista"; se lasci questo posto magico così come lo hai trovato, senza lasciarvi echi di schiamazzi o briciole di mediocrità plastificate allora avrai condiviso con gli altri quel senso di felicità che tutti in fondo usciti da questo anfiteatro naturale si portano dentro.

lunedì 19 gennaio 2009

Viaggio in Turchia: dalla Sublime Porta ai Camini delle Fate

Video sul viaggio in Turchia, culla di moltissime civiltà da non avere quasi pari. All'inizio del video il canto del Muezzin, il musulmano addetto a compiere dall'alto del minareto, il richiamo alla preghiera; con Sublime Porta originariamente si intendeva la porta del palazzo imperiale. Il termine si è poi esteso al governo e all'impero ottomano in generale.
Sciretti Alberto in Cappadocia; sullo sfondo il villaggio di Goreme , punto di partenza ideale per visitare questa regione che si trova idealmente al centro della Turchia; questo posto è una meraviglia naturale allo stato puro. I paesaggi di questa zona sono più unici che rari e sono il risultato di una MAGIA.

I dervisci rotanti, adepti di alcune confraternite del sufismo, esprimono la loro fede attraverso una danza devozionale che consiste nel ruotare su se stessi alla ricerca dell'estasi mistica. L'aspetto fiabesco (da villaggio dei puffi o paesaggi della Terra di Mezzo) del panorama è dato dalla formazione aguzza dei Camini di Fata.
Molte delle grotte sono abbelliti da affreschi tutti da scoprire. Nella foto una delle più belle Tokali Kilise (la chiesa con la fibbia); Piccionaie. Sono dapperttutto, i piccioni infatti sono stati per lungo tempo una insostituibile risorsa di cibo e di fertilizzante. L'interno del palazzo di Topkapi, rende perfettamente l'idea delle ricchezze che la Turchia ha accumulato nel corso dei millenni.

Instambul dalla Torre di Galata costruita dai Genovesi, ottimo punto di osservazione per abbracciare con un colpo d'occhio la città nella sua grandezza.
La suggestione che la città di Istanbul esercita sul viaggiatore è fortissima, una città unica al mondo a distendersi tra due continenti Europa ed Asia, che si è da sempre proposta come ideale ponte tra Oriente e Occidente.
Pescatori sul ponte di Ataturk ad Instanbul; le persone che vivono di espedienti giornalieri sono una massa sconfinata, migliaia e migliaia, frutto del boom migratorio che dalle campagne ha spinto ad Instambul le persone in cerca di una maggiore stabilità economica.
La moschea Blu ad Instambul..conosciuta come la Moschea blu, così chiamata per il turchese il colore dominante nel tempio. L'interno dell'edificio colpisce subito per il ricco rivestimento di oltre 20000 piastrelle in ceramica di Iznik, nelle quali, in mezzo al rosso, al bianco e al nero, predominano il verde, il turchese e, soprattutto il blu.
Ehm..la foto è a rovescio. L'ho scattata alla cisterna Basilica, Yerebatan Sarnici, poco vicina alla basilica di Santa Sofia. Vi si trovano 336 colonne di marmo ognuna alta 9 metri. Da visitare; è la più imponente e vasta cisterna bizantina sotterranea di Instanbul

I mosaici della Basilica di Santa Sofia


Ingresso al Palazzo Imperiale, meta imperdibile della stupenda Instanbul



Battenti delle finestre in madreperla.
Madreperla!!!!! La madreperla è un materiale di pregio, ricavato dallo strato interno della conchiglia di alcuni molluschi, specialmente delle ostriche, di colore iridescente bianco perlaceo, utilizzato per la sua durezza nella produzione di vari oggetti e per la decorazione di talune superfici.




Salone nel palazzo imperiale di Instambul
Bagno nel palazzo imperiale di Instambul
Battenti di una finestra in madreperla nel palazzo imperiale di Instanbul! Il palazzo è stupendo e ci vuole un giorno intero per visitarlo bene.
Piastrelle di Iznik nel palazzo imperiale Topkapi Sarayi, il palazzo che per diversi secoli fu la residenza ufficiale dei sultani ottomani a Istanbul.

La basilica di Santa Sofia è il principale monumento di Istanbul ; ciò che colpisce maggiormente della città è la sua vita pulsante, i venditori ambulanti, i mercati, gli odori, ai quali si sovrappongono le voci del muezzin che dai minareti delle numerose moschee richiamano alla preghiera.
Una città di cupole: questa è un'altra delle impressioni che si fissano indelebili nella mente di coloro che visitano Instanbul.

L'entrata dell'Università di Intanbul


Sta arrivando il freddoooo. Quando il sole calerà dietro l'orizzonte..la temperaturà scenderà tranquillamente sotto i 10 gradi. Da questo momento in poi..conviene cercare fonti di calore..un Thè caldo?

I paesaggi dell'altopiano anatolico.

Nel mezzo della Turchia ..uno sguardo all'indietro.

Le autostrade che attraversano la Turchia sono estremamente scorrevoli; le macchine sono rare, soltanto verso Instambul il traffico si accentua..fino a diventare caotico.
Ihlara Valley uno spettacolo imperdibile, un canyon da brividi con chiese e grotte tutte da visitare. Per completare il giro in Cappadocia occorre senz'altro visitare la Valle di Ihlara
Nella foto i colori rosa, grigio, giallo, bianco, che prendono una diversa tonalità a seconda delle ore del giorno. A destra Sciretti Alberto segue un pastore del posto (Mehmet Bektas) che dopo una escursione avventurosa al cardiopalmo ci ha permesso di arrivare nei punti più belli e godere di uno spettacolo indescrivibile nella citta vecchia diroccata di Cavusin (anche Cavusin è un ottimo punto di partenza per visitare la regione e i suoi alberghi ed ostelli sono veramente convenienti). Un ottimo hotel per il rapporto qualità\prezzo è il Guven Cave Hotel a Goreme, con una clientela composta di giovani nella maggior parte studenti, ma l'idea di scegliersi sul posto l'hotel che più aggrada non è del tutto sbagliata.



La città diroccato da Cavusin
La città vecchia diroccata di Cavusin.
I Puffi fan così! ... ;)))
I Camini delle Fate

La stagione invernale a Goreme è fredda, ma veramente attraente. La zona gode del clima continentale per cui d'estate si hanno giorni caldi e notti fresche.

Valle di Zelve.

Grotte nella Valle di Zelve, una delle più belle da visitare assieme alla valle di Goreme.





Tavolo dove si riunivano le famiglie per mangiare








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