lunedì 27 agosto 2012

La diaspora bengalese nella fiera della diversità.

Un gang bengalese, denominata il Globe Town Massive nell' East London. I giovani bengalesi tendono ad unirsi in gang sviluppando una propensione al dominio del territorio di riferimento. Le gang dal culto del cellulare di ultima generazione.
Da quasi un anno vivo a Cambridge, un tiro di schioppo da Londra.
Ho già detto quello che penso su Londra, nel post Niente da fare Londra non mi ha incantato. Sarà stato l'incidente con un gruppo di bengalesi, che pretendevano di urinare esattamente nel punto dal quale da un paio d'ore mi ero appostato per vedere i fuochi di capodanno, ma è da tempo che volevo buttare giù qualche considerazione sul mutato paesaggio sociale dell'East London, la parte orientale dell'ombelico del mondo. Qui, oggi il gruppo etnico predominante è quello dei bengalesi, che costituiscono un terzo della popolazione di East London, quasi tutti musulmani.  I bengalesi britannici hanno il più alto tasso complessivo di povertà relativa di ogni gruppo etnico in Gran Bretagna con il 70% dei bengalesi che vivono in famiglie a basso reddito. I livelli di disoccupazione tra i bengalesi restano infatti alti ed il guadagno medio per settimana oscilla tra i 150 £ e i 180 £. Secondo stime ufficiali i bengalesi approdati stabilmente in Gran Bretagna si stimano complessivamente nel numero di 500.000 (dei quali 150.000 circa popolano Londra). L'ondata migratoria è iniziata negli anni Sessanta per motivi economici ed il beneficio si è poi consolidato con le rimesse provocando una "catena migratoria" che permane tuttora. C'è da dire che i legami tra i due paesi riportano all'epoca coloniale. I business nel quale sono maggiormente coinvolti sono i ristoranti bengalesi ed i caffè. La fiera della diversità ovviamente annovera anche africani, indiani, pakistani, turchi, cinesi e gli europei dell'Est. La location che fa da sfondo a questo mutato paesaggio sociale è la "parte sbagliata" di Londra, dove permangono "lo squallore, la brutalità del cemento delle case popolari dove il buio degli androni offre riparo alle furtive transazioni degli spacciatori, e il puzzo dell'urina ristagna nelle trombe delle scale; delle street gang, delle fabbriche in via d'abbandono annerite dai detriti tossici, delle paludi solcate da file di pali elettrici, dei gasometri arrugginiti." (National Geographic, Agosto 2012, pag. 11). Si intenda, non ho ancora visitato questi quartieri di persona, visto che non è facile trovare il tempo per visitare anche i posti meno attraenti. Ho deciso prima di scrivere questo post di visitare l'area con Google Street. Sono partito da Hanmbury Street e per certi versi mi è bastato l'inizio.

45 Hanbury Street, Londra con Google Map. Un uomo passeggia con il proprio pene in un contesto squallido e disumanizzante.
Ho copiato qui sotto il codice di Goole Street per permettere a chiunque di aggirarsi per questi luoghi. Prendete come riferimento Brick Lane, il cuore di "Banglatown". 

Visualizzazione ingrandita della mappa

La popolazione del Bangladesh annovera 161,083,804 persone con una densità per kilometro quadrato pari a circa 1000 persone, cinque volte superiere a quella italianaUn paese bomba ad orologeria umana, che costringe la propria popolazione ad una costante emigrazione. Il numero di bengalesi immigrati in Italia è passato dai 37.785 del 2005 al 82.451 del 2011, con un tasso di incremento tra i più alti. Non mi metto neanche ad ipotizzare il numero dei clandestini. Se in Arabia Saudita i bengalesi diventano gli schiavi moderni che costruiscono la sfarzosa Dubai, alla Maldive nei resort turistici lavorano circa 50.000 bengalesi su un totale della popolazione residente pari a 400.000, la maggior parte senza permessi in regola.  Non sarò il primo ad affermare che il centro-sinistra in Italia ha perso le sue sfide arracando ed annaspando sui temi dell'immigrazione. Credo fermamente che l'immigrazione tra i paesi vada regolarizzata altrimenti una caraffa troppo piena se si versa continuamente sullo stesso bicchiere rischia di provocare quella goccia di troppo. Semplice buon senso, quello che non hanno più i politici italiani da decenni a questa parte. Mi si potrà obiettare che l'East London è da sempre "un porto di arrivi e partenze, di apparizioni e comparse, una sfilata di vite umane spesso semplicemente in cerca di un modo per tirare avanti" e che quindi regolarizzare l'immigrazione in Europa è pura propaganda. Rispondo, studiate gli avvenimenti delle rivolte a Londra del 2011. La globalizzazione, intesa come masse migratorie in continuo spostamento, viene usata in tutto il mondo dai negrieri di turno per tenere gli stipendi bassi. Ci sarà sempre uno più disperato di te pronto a fare il tuo lavoro a condizioni peggiorative. Dietro quel disperato, ci sono decine di milioni di altri disperati che premono e bussano. Non sono un conservatore che spranga quella porta facendo spallucce. Ho solo capito che una massa incontrollata di migranti disperati asseconda il capitalismo nelle sue perversioni più feroci.
Schiavi a Dubai.

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