domenica 1 luglio 2012

Italia vola.


Anni anni '80? Si volava.
Per Italia-Germania ho perso la voce. Un pub a Cambridge, The Avery, si e trasformato nella curva incallita di un qualsiasi stadio italiano anche grazie al mio contributo.
 L'inno nazionale cantato a squarciagola tra gli inglesi che ti guardano divertiti. Si ok, il calcio é uno sport tremendamente stupido dove degli individui si arricchiscono tirando calci ad una palla, magari cucita da qualche bambino in un paese sottosviluppato. Ma c'e un sapore diverso in queste partite. Mi trovo all'estero e mi é rimasta solo questa carta per affermare il principio che l'Europa siamo noi, assieme alla Grecia, alla Spagna, al Portogallo. Tutti paesi dati per spacciati in questa crisi senza capo ne coda. Ed allora al diavolo tutto e tutti, forza Italia senza se e senza ma. L'appartenenza a quel popolo di naviganti, santi e poeti si riscopre nella maglia azzurra, in questa squadra che come per magia ha ancora la fantasia per poter eccellere. Non c'é rimasto altro.  I politici italiani hanno distrutto quel sogno tutto italiano, non c'é rimasto che sperare che una stupida palla venga calciata in una rete.  Una rivoluzione, ancora troppo lontana. La Spagna si trova nella stessa identica situazione, se non peggio. Una sfida tra fratelli. Questa notte voglio volare, Italia vola, voglio abbracciare i miei connazionali, saltare con loro, gioire con loro. In fondo quando ci si guarda negli occhi ci si capisce al volo perché te ne sei andato dall'Italia e si vola.

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